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Miglioramento dell’ambiente rurale

3.5 Le principali misure di Agenda 2000

3.5.2 Miglioramento dell’ambiente rurale

Indennità compensativa per zone svantaggiate (misura E)

La misura è rivolta a frenare l'esodo della popolazione rurale, compensando il reddi- to degli agricoltori nelle aree montane e svantaggiate e conservando l’attività agricola, per il mantenimento degli spazi naturali e dell’equilibrio agro ambientale.

Essa è stata attivata in tutte le regioni. Tra i requisiti dei destinatari, si richiede in di- verse regioni l’iscrizione al “Registro delle imprese” delle Camere di Commercio (cfr. Pie- monte, Campania). In Liguria sono ammessi all’aiuto anche gli agricoltori che ricevono una pensione, se dimostrano di continuare a svolgere regolarmente l’attività agricola a li- vello imprenditoriale, ai sensi dell’art. 2135 del codice civile. Circa il vincolo della esten- sione minima dell’azienda, alcune regioni hanno confermato il limite di 3 ettari di SAU, stabilito nella direttiva europea n. 268/75 (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Marche), mentre in altre il limite è stato ridotto a 2 ettari (Bolzano, Trento, Friu- li Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria).

Si rilevano casi di limiti minimi di superficie, differenziati in funzione del tipo di zo- na svantaggiata in cui è localizzata l’azienda o le colture ammesse a beneficio. Diverse re- gioni condizionano l’erogazione delle indennità compensative all’esercizio dell’attività zootecnica e all’utilizzo foraggiero delle superfici agricole (cfr. Veneto, P.A. di Bolzano, Emilia Romagna, Basilicata, Marche, Umbria).

Per ulteriori approfondimenti si veda la Scheda Tecnica – A37 contenuta nel CD-ROM allegato.

Misure agroambientali (misura F)

La misura è finalizzata all’utilizzo di metodi di produzione agricola rivolti alla prote- zione dell'ambiente, alla conservazione dello spazio naturale e al benessere degli animali da allevamento. La misura è articolata in sottomisure, a loro volta suddivise in azioni.

E’destinata a diverse categorie di operatori agricoli, singoli o organizzati in forme as- sociative. Nel Lazio, ad esempio, possono accedere agli aiuti anche le cooperative agrico- le, le associazioni di produttori, le cooperative di tecnici agricoli laureati o diplomati. Spes-

so vengono richiesti nei PSR requisiti aggiuntivi, quali l’iscrizione dell’azienda agricola al- la Sezione agricoltura, caccia e selvicoltura del Registro delle imprese delle Camere di Commercio o ad Albi degli imprenditori agricoli (Provincia autonoma di Trento, Puglia), il possesso della partita IVA (Campania), l’iscrizione all’INPS (Abruzzo).

Per l’accesso alle singole azioni, si prevedono requisiti specifici: ad esempio, per la produzione biologica è necessaria l’iscrizione all’Albo regionale degli operatori biologici (Emilia – Romagna). In altri casi, l’accesso agli aiuti è collegato ad una specifica attività agricola, quale ad esempio, l’esercizio dell’attività di allevamento (bovini, ovini, caprini, equini) in Abruzzo.

Per quanto riguarda la localizzazione dell’azienda beneficiaria, molte Regioni hanno individuato nelle aree ad elevato valore naturalistico e paesaggistico le zone in cui le misu- re agroambientali dovrebbero essere maggiormente promosse (es. in Calabria, le aziende ri- cadenti in area protetta; in Piemonte e Sicilia le aree protette istituite a livello regionale, Si- ti di interesse comunitario (SIC), Zone di protezione speciale (ZPS), ai sensi delle direttive Uccelli, (dir. CEE 79/409) e Habitat, (dir. CEE 43/92); in Molise, localizzazioni specifiche in parchi, aree protette, territori costieri. In Basilicata si prevede di integrare la misura in Progetti di filiera e/o di Parco rurale).

Tutte le Regioni hanno adottato interventi per l’introduzione o il mantenimento di si- stemi di produzione a basso impatto ambientale e in particolare, per la diffusione dei meto- di dell’agricoltura integrata e biologica. Assai frequente è la valorizzazione della qualità, at- traverso produzioni biologiche (Puglia, Abruzzo, Lazio, Calabria). Il mantenimento della di- versità genetica viene promosso con un articolato sistema di azioni, destinate, in particola- re, alla conservazione delle specie locali (animali e vegetali) minacciate di estinzione, alla tutela della fauna selvatica (coltivazioni a perdere, creazione di ambienti idonei a garantire la sopravvivenza e la riproduzione delle specie protette, quali le zone umide e i biotopi).

La Basilicata è l’unica regione che finanzia l’acquisto di brevetti, di attrezzature infor- matiche e di strumentazioni di verifica dei parametri di qualita?.

Per ulteriori approfondimenti si veda la Scheda Tecnica – A38 contenuta nel CD-ROM allegato.

Imboschimento delle superfici agricole (misura H)

La misura è finalizzata a migliorare le produzioni legnose, recuperare elementi tradi- zionali del paesaggio rurale, favorire la diversificazione dei redditi e delle attività azienda- li, proteggere il territorio da fenomeni erosivi e di dissesto idraulico. E’ diffusa sia nelle re- gioni del Nord che del Centro – Sud.

Le categorie di opere e lavori finanziabili vengono stabilite nei bandi delle singole Re- gioni. Ad esempio, nel caso dell’indirizzo arboricoltura da legno, la finalità è la realizzazio- ne di una coltivazione temporanea (con la possibilità di tornare alla coltura agricola dopo il taglio di utilizzazione) di alberi di specie forestali, da gestire con tecniche derivate in par- te dall’agricoltura e in parte dalla selvicoltura, con finalità produttiva, per lo più, di legna- me di pregio. Prima della presentazione della domanda di aiuto, il periodo entro il quale le superfici agricole debbono risultare coltivate in modo stabile, è fissato in maniera differen- te nelle Regioni: ad esempio, due anni in Piemonte e tre anni nelle Marche.

Per la determinazione degli aiuti si ricorre, di norma, ad un prezzario analitico regio- nale, da aggiornare periodicamente, che stima i costi medi delle singole lavorazioni. Ad esempio in Piemonte è stato fissato un massimale di 5.000 euro/ha per la superficie effetti- vamente interessata dall’impianto.

Gli importi dei premi per la manutenzione dell’impianto, di norma, sono fissati in mi- sura decrescente: sempre in Piemonte, si concedono 600 euro/ha/anno per i primi 2 anni e 350 euro per il 3°, 4° e 5° anno. Per concedere gli aiuti, in genere, le Regioni individuano una superficie minima da imboschire, che ad esempio, nel Lazio, è pari ad 1 ettaro, nel ca- so di un corpo unico e a 2 ettari, nel caso di più corpi.

Per ulteriori approfondimenti si veda la Scheda Tecnica – A39 contenuta nel CD-ROM allegato.

Altre misure forestali (misura I)

La misura è rivolta a sviluppare attività economiche ecocompatibili; salvaguardare gli habitat forestali; valorizzare la produzione di legname ed il patrimonio forestale. A seconda delle finalità, si hanno due o più sottomisure, articolate in singole azioni. La misura riguar- da sia i PSR delle regioni fuori Obiettivo 1, che i POR delle regioni in Obiettivo 1. Nel PSR della provincia di Trento la misura si articola in due sottomisure e otto azioni. Ad esempio per la sottomisura 1) - Valorizzazione della filiera bosco-legno, si prevedono le azioni “Raccol- ta, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della selvicoltura”, “Progetti filiera bo- sco e filiera legno” e “Associazionismo forestale per la gestione sostenibile delle foreste”

Anche la delimitazione del territorio interessato varia sensibilmente fra regione e regio- ne. In Friuli Venezia Giulia, la sottomisura 1) si applica su superfici non agricole di tutto il territorio regionale con esclusione delle zone ricadenti nel territorio delle comunità monta- ne, delle zone soggette a vincolo idrogeologico, dei prati stabili, delle zone umide, dei pasco- li, delle aree golenali o site all’interno degli argini dei fiumi.

I proprietari privati, incluse le loro associazioni possono aderire ad azioni per impian- ti con specie forestali su terreni non agricoli; miglioramento economico, ecologico e socia-

le delle foreste; miglioramento e razionalizzazione della raccolta, trasformazione e com- mercializzazione dei prodotti della selvicoltura, ecc.). I costi per le operazioni effettuate e la fissazione degli aiuti, vengono stimati in base a prezzari analitici regionali. Ad esempio in Piemonte, per l’azione “Impianti di specie forestali su terreni non agricoli” si è stabili- to un massimale di 10.000 euro/ha di superficie effettivamente imboschita.

Di norma, si prevedono estensioni minime di superfici ammissibili agli aiuti. In Li- guria, ad esempio, per le fasce tagliafuoco la superficie minima d’intervento è pari a 4 et- tari di superficie asservita; per le strade forestali occorre possedere una superficie foresta- le da migliorare non inferiore a 2 ettari. Le priorità seguono criteri differenziati da regio- ne a regione, in base agli obiettivi che si intende perseguire. Ad esempio, in Puglia è asse- gnata priorità alle domande relative ad interventi in zone protette, SIC (Siti di importanza comunitaria), ZPS (Zone di protezione speciale), Parchi, ecc. ; nel Lazio le domande ven- gono ordinate in funzione del punteggio attribuito, a prescindere dall’ambito territoriale di intervento e tenendo conto, ad esempio, se l’impresa svolge esclusivamente lavori di uti- lizzazione boschive e di commercializzazione; in funzione del numero di addetti, dell’età dell’imprenditore, con precedenza ai giovani.

Per ulteriori approfondimenti si veda la Scheda Tecnica – A40 contenuta nel CD-ROM allegato.

3.5.3 Sviluppo integrato del territorio rurale