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Trieste: offerta turistica di un patrimonio di Locali e Caffè Storici da valorizzare

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Academic year: 2021

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Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex

D.M. 270/2004)

in Sviluppo interculturale dei sistemi turistici

Tesi di Laurea

Trieste: offerta turistica di un

patrimonio di Locali e Caffè

Storici da valorizzare

Relatore

Ch. Prof. Jan van der Borg

Laureando

Francesco Da Ros

Matricola 850715

Anno Accademico

2015 / 2016

(2)
(3)

I

NDICE

INTRODUZIONE ... 5

CAPITOLO 1LOCALI STORICI COME OPPORTUNITÀ PER UNA NUOVA OFFERTA TURISTICA ... 8

1.1 Locali Storici: legame con il turismo culturale ... 10

1.2 Locali Storici: custodi dello heritage ... 12

1.3 Le Associazioni di promozione e tutela dei Locali Storici in Italia ... 13

1.3.1 Associazione Locali Storici d’Italia ... 14

1.3.2 Altre Associazioni ... 15

CAPITOLO 2CRITERI PER IL RICONOSCIMENTO DEL TITOLO DI “LOCALE STORICO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA” ... 18

2.1 L’iniziativa regionale ... 18

2.1.1 Criteri per il riconoscimento dei “Locali Storici” nella regione Friuli Venezia Giulia ... 20

2.1.2 Trieste e le altre province del FVG: dati a confronto ... 22

2.1.3 Presentazione della domanda di candidatura per il riconoscimento (Regione FVG)” ... 27

2.1.4 Promozione, tutela, valorizzazione (Regione FVG) ... 31

2.2 Alcune attività storiche dotate di imprimatur regionale a Trieste. ... 32

2.2.1 Il Buffet da Pepi ... 33

2.2.2 Antro del Profumo ... 35

2.2.3 Pasticceria Caffè Pirona ... 37

2.2.4 Farmacia Al Redentore ... 40

2.2.5 Libreria Antiquaria Umberto Saba ... 41

2.3 Alcune attività commerciali prive di imprimatur regionale ma di valore “storico” per la comunità ... 44

2.3.1 Drogheria Toso ... 44

2.3.2 Fioreria M. German ... 46

CAPITOLO 3ICAFFÈ STORICI DI TRIESTE ... 48

3.1 Brevi cenni storici sulle origini del caffè e sulle prime botteghe mondiali .... 48

3.2 Le prime botteghe del caffè a Trieste ... 51

3.3 Relazioni di lavoro e il fenomeno dei “recapiti” nei Caffè di Trieste ... 53

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3.4.1 Antico Caffè San Marco ... 55

3.4.2 Caffè Tommaseo ... 61

3.4.3 Caffè degli Specchi ... 63

3.4.4 Caffè Stella Polare ... 67

3.4.5 Antico Caffè Torinese ... 69

3.5 Altri Caffè Storici nazionali ... 71

3.6 Offerta turistica esperienziale e differenziazione ... 73

CAPITOLO 4ICAFFÈ STORICI VIENNESI ED ALTRI ESEMPI MITTELEUROPEI .... 78

4.1 Offerta turistica dei Caffè viennesi ... 78

4.2 La Caffetteria viennese e il riconoscimento di patrimonio culturale immateriale ... 79

4.3 Le principali Kaffeehaus Storiche viennesi ... 82

4.4 Altri Caffè Storici Mitteleuropei ... 87

CAPITOLO 5INIZIATIVE PER LO SVILUPPO TURISTICO NEI LOCALI E CAFFÈ STORICI TRIESTINI ... 92

5.1 Criticità dei Locali e Caffè Storici ... 92

5.2 Protocollo d’Intesa Trieste – Vienna, in data 8/04/2016 ... 95

5.2.1 Potenziale crescita dell’offerta turistica e ricaduta economica positiva ... 97

5.3 Caffè Storici e lo sviluppo di un’offerta di turismo creativo ... 97

5.4 Itinerari dei Caffè e Locali Storici a Trieste: consolidamento dell’offerta culturale-turistica e sviluppo dell’economia locale ... 100

5.4.1 Itinerario “Trieste in Tazzina” ... 102

5.4.2 Caffè Storici – Itinerario Viola ... 104

5.4.3 Percorso dei Caffè Letterari ... 106

5.5 Punti deboli degli itinerari ... 106

5.6 Proposte di nuovi itinerari turistici ... 107

5.6.1 Un segmento emergente di mercato a cui rivolgere l’offerta turistica degli itinerari ... 109

5.7 Progetto di formazione attraverso i laboratori didattici dedicati alle scuole ... 110

CONCLUSIONI ... 111 BIBLIOGRAFIA ... 114 1. Fonti ... 114 2. Articoli di giornale ... 117 RIFERIMENTI SITOGRAFICI ... 119 ALLEGATO I ... 124

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I

NTRODUZIONE

Una breve analisi che ha preceduto questo lavoro ha evidenziato il ruolo centrale assunto dai concetti di autenticità ed esperienza e quanto questi possano influire nei processi di scelta turistica al giorno d’oggi. Una valida risposta a questa richiesta può essere individuata nell’offerta turistica legata alla scoperta e valorizzazione dei Locali Storici.

Il primo capitolo prettamente introduttivo, è dedicato ai Locali Storici, al loro legame con l’offerta culturale, ed alle principali Associazioni di promozione e tutela sul suolo italiano.

Trieste vanta la fortunata presenza di diversi Locali Storici che conservano il carattere multietnico della città. Tra essi spiccano i Caffè Storici i quali, situati nel cuore cittadino, costituiscono un patrimonio storico-letterario-artistico di grande importanza. Queste attività commerciali, fortemente ancorate alla tradizione e che da diverse generazioni conservano l’identità del territorio di appartenenza, sono degli angoli talvolta nascosti ma ricchi di storia, che di sovente il turista non vede e che non compaiono nei percorsi tradizionali degli accompagnatori turistici.

Dal rilevamento di questi preziosi “monumenti vivi”, emerge il desiderio di approfondire alcuni aspetti del tessuto commerciale di Trieste, partendo innanzitutto dalle modalità di attribuzione della “storicità” e individuando i criteri che stanno alla base del processo.

Il secondo capitolo espone quindi l’iniziativa regionale di riconoscimento delle attività commerciali meritevoli del titolo di “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Essa sancisce i criteri di identificazione, i requisiti necessari, e le modalità di censimento, sottolineando inoltre l’importanza che questi Locali rappresentano per il tessuto regionale. Tale imprimatur conferisce maggior visibilità grazie al rilascio della targa di certificazione da esporre all’ingresso dell’esercizio e, altresì, di poter beneficiare di contributi per la tutela e la valorizzazione. Dapprima l’analisi dei grafici elaborati relativi ai dati dei Locali Storici riconosciuti, evidenzia la loro diffusione sul territorio regionale,

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mettendo a confronto le rispettive province. In secondo luogo i grafici per tipologia di attività commerciale e per requisiti soddisfatti, forniscono un’immagine completa ed esaustiva del censimento. La panoramica presentata di alcune attività commerciali triestine dotate di imprimatur, aiuta il lettore a comprendere la loro storia, le peculiarità, la passione, le fragilità, e la perseveranza che le caratterizza, e ad individuare le potenzialità future nel settore turistico.

Il terzo capitolo, fulcro dell’elaborato, è dedicato ai Caffè Storici di Trieste in quanto centri vitali di aggregazione che costituiscono altresì degli elementi ottimali di offerta turistica grazie al loro valore storico-culturale. Nel corso degli anni, come testimonia l’excursus storico riportato, hanno maturato un profondo legame con la città, caratterizzandone inoltre il fervore letterario grazie alla frequentazione di artisti e scrittori di fama internazionale. L’antico “rituale del caffè” vissuto in questo suggestivo contesto, permette inoltre al turista di vivere un’esperienza emozionale di valore, condivisa con i cittadini.

Nel capitolo seguente ad affiancare i Caffè Storici triestini, viene presentata la Wiener Kaffeehaus, che sottolinea il legame mitteleuropeo tra Trieste e Vienna e la comune “cultura dei Caffè”. La Caffetteria viennese è un modello di riferimento per la sua importanza, a tal punto che la propria Wiener Kaffeehauskultur è stata inserita nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale stilata dalla Commissione Austriaca per l’UNESCO. Costituisce inoltre una delle offerte turistiche principali della destinazione Vienna.

La parte finale dell’elaborato mette in luce una serie di problematiche che minano l’esistenza dei Locali e Caffè Storici e sottolinea altresì l’importanza del turismo come strumento strategico per la loro difesa. Il turismo può essere considerato la chiave per il benessere economico di queste storiche attività poiché attraverso l’aggregazione di Locali e Caffè, che ora risultano sconnessi sul mercato, permette di creare un piano di promozione ed un prodotto di valore attirando nuovi potenziali visitatori.

Tra i progetti futuri che riguardano la loro valorizzazione, viene presentato il recente Protocollo d’Intesa Trieste-Vienna a ribadire il legame tra le due municipalità, e che persegue tra i suoi obiettivi principali lo sviluppo di sinergie turistiche, come la programmazione di eventi da realizzare nei rispettivi Caffè e città. Altro aspetto analizzato, è l’offerta creativa che alcuni Caffè Storici triestini hanno recentemente

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introdotto nel loro programma, e come questa risulti una preziosa occasione per la costruzione di una proposta più completa e coinvolgente sia per la comunità locale che per i turisti. In ultima battuta, alla presentazione ed allo studio degli itinerari già esistenti dedicati ai Locali Storici, sono integrate alcune proposte e suggerimenti al fine di migliorare e potenziare l’offerta turistica.

In sintesi, gli obiettivi principali dell’elaborato prevedono l’individuazione e lo studio dei Locali Storici di Trieste, in un’ottica di valorizzazione e promozione della loro offerta culturale e turistica, che possa contribuire al loro benessere economico ed allo sviluppo del turismo in città. Un’offerta non convenzionale ma innovativa che si focalizza in particolar modo sul turismo esperienziale e sul turismo creativo.

(9)

Capitolo 1

L

OCALI

S

TORICI COME OPPORTUNITÀ PER UNA NUOVA

OFFERTA TURISTICA

L’aggettivo “storico” deriva dal latino historĭcus e si riferisce a ciò

«che ha per oggetto la storia; che è proprio della storia; che risale ad un’epoca passata; che è realmente accaduto o esistito; vero; accertato e che quindi non si può mettere in dubbio;

che merita di essere tramandato, di passare ai posteri per la sua importanza.»1

Si è soliti pensare al “Locale Storico” come un’attività commerciale che ha saputo sopravvivere nel tempo e mantenere inalterata la propria identità, conciliando il passato con il presente. Queste attività commerciali racchiudono una piccola parte della storia del Paese nel quale si trovano e sono considerate di valore storico da istituzioni, cittadini e turisti. Non si tratta di un semplice caso che spesso i loro nomi compaiano all’interno delle guide turistiche di diverse destinazioni mondiali. A partire dal Nuovo Continente, nella città di New York, la White Horse Tavern situata nel Greenwich Village e fondata nel 1880, è divenuta famosa negli anni cinquanta grazie alla frequentazione di Dylan Thomas, Bob Dylan e Jim Morrison.2 In Inghilterra a Nottingham, il Ye Olde Trip to Jerusalem, fondato nel lontano 1189 d.C e scavato in gran parte nella roccia, è uno dei pub più antichi del Paese.3 Altrettanto noti sono il pub londinese Mayflower, risalente al sedicesimo secolo,4 e il Prospect of Whitby del 1520, il pub più antico situato lungo il Tamigi e famoso per aver ospitato Charles Dickens, Samuel Pepys e celebrità del mondo dello spettacolo degli anni sessanta come Kirk Douglas e Paul Newman.5 Anche l’Irlanda del Nord annovera molti locali antichi tra cui il Crosskeys Inn nella contea di Antrim,

1 Treccani.it http://www.treccani.it/vocabolario/storico/

2 Katherine FLYNN, “New York City’s White Horse Tavern”, National Trust for Historic Preservation

(2015) – Ultima consultazione febbraio 2016 https://savingplaces.org/stories/historic-bars-new-york-citys-white-horse-tavern/#.Vsh2MMfiRLx)

3 Ye Olde Trip to Jerusalem – Ultima consultazione febbraio 2016 http://triptojerusalem.com/the-pub/ 4 The Mayflower – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.mayflowerpub.co.uk

5 Taylor Walker – Ultima consultazione febbraio 2016

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costruito nel 1654 e singolare per le sessioni di musica tradizionale irlandese che animano i suoi interni.6 Nella Repubblica d’Irlanda il Sean’s Bar, risalente al 900 d.C, è attestato come il pub più antico d’Europa7; altrettanto prestigioso è il Brazen Head a Dublino, datato 1198.8 In Spagna a Madrid il ristorante La Bola, che vanta più di cent’anni di vita, propone piatti tipici della cucina castigliana ed è rinomato per il cocido madrileno.9

Gli esempi sopracitati sono solo alcuni dei moltissimi Locali Storici presenti sul suolo mondiale.

In un contesto socio-economico italiano sempre più frenetico ed in continua trasformazione, le storiche attività rappresentano dei “monumenti vivi”10 ancorati alla tradizione, così come alle loro peculiarità e al savoir-faire, mantenendo viva l’identità del territorio di appartenenza. Si tratta spesso di proprietari di botteghe, drogherie, farmacie, caffetterie, confetterie, coltellerie, pasticcerie, profumerie, negozi di arredamento e di tante altre categorie merceologiche, da quelle più note, ad altre meno usuali che risultano essere perlopiù sconosciute alle nuove generazioni.11

Si contraddistinguono dai comuni Locali grazie alle conoscenze del mestiere che si tramandano di generazione in generazione all’interno di un “piccolo regno” caratterizzato da arredi d’epoca, banconi in legno, strumentazioni specifiche, fotografie datate e dall’accoglienza dei proprietari che con i loro aneddoti e la volontà di raccontarsi e farsi conoscere, intrattengono clienti e curiosi.

Titolari e gestori, grazie alla loro tenacia e alla perseveranza, conservano il «patrimonio imprenditoriale, sociale e culturale […] degli esercizi storici che è parte integrante della storia della città e contribuisce a sviluppare e a radicare un collettivo senso di appartenenza e di identità negli abitanti»12

6 Ireland.com – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.ireland.com/it-it/itinerari/itinerari-turistici/i-pub-più-antichi/

7 whyGo IRELAND – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.irelandlogue.com/best-of/seans-bar-athlone-oldest-pub-in-ireland.html

8 The Brazen Head – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.brazenhead.com 9 La Bola Taberna – Ultima consultazione febbraio 2016 http://labola.es

10 Camera di Commercio di Milano – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.mi.camcom.it/upload/file/1347/673989/FILENAME/Costa.pdf

11 Sito Regione Lombardia – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.test-

nuovoportale.lispa.it/wps/portal/HP/Servizi-e- informazioni/dettaglioRedazionaleServizi/cittadini/turismo-e-tempo%20libero/fare-acquisti/red-fare-acquisti-negozi-storici-cmt

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1.1 Locali Storici: legame con il turismo culturale

Il turismo è una risorsa preziosa per il territorio e la diversità degli elementi peculiari che costituiscono le componenti di attrattiva di una destinazione, permettono di attirare visitatori spinti da molteplici motivazioni, offrendo di conseguenza differenti tipologie di turismo. È opportuno sottolineare che, come sostiene Roberta Radini, il turista contemporaneo di leisure ma anche di business, tendenzialmente organizza la propria esperienza di viaggio inserendo beni e servizi di tipo culturale, quali visite ai musei, monumenti, percorsi enogastronomici, ma inoltre si concede momenti di shopping, di cura del proprio corpo e di svago.13 I Locali Storici da un lato sono classificabili come servizi correlati all’offerta turistica di una determinata destinazione, rispondendo quindi ai comuni bisogni dei turisti quali lo shopping, l’acquisto di prodotti tipici locali e le pause di ristoro. Dall’altro lato essi possono fungere da attrattiva turistica andando ad implementare l’offerta culturale della destinazione o essere motivo stesso di spostamento turistico.

Essi possono essere infatti inseriti nell’offerta di turismo culturale in quanto le ultime tendenze rivelano che il turista culturale non si limita ad usufruire di monumenti, musei, eventi folkloristici, spettacoli teatrali, bensì visita anche Caffè, ristoranti tradizionali, negozi e cantine che vengono segnalati nelle guide turistiche in virtù del loro pregio artistico e/o del legame con il passato di un luogo. Da ciò si evince che i Locali Storici rappresentano delle attrattive informali che vanno ad aggiungersi a quelle convenzionali, offrendo ai turisti un’opportunità nuova di scoprire la città, la sua storia e le tradizioni più antiche, gustando prodotti tipici realizzati con ricette originali e apprezzando l’artigianato locale.14 Il turista si trova pertanto di fronte ad un patrimonio culturale tangibile ma allo stesso tempo ad un patrimonio culturale immateriale costituito, appunto, dai modi di vivere e dalle tipicità enogastronomiche locali.

La United Nations World Tourism Organization (UNWTO) nel 1985 ha definito il turismo culturale come uno spostamento di persone spinte da motivazioni culturali, visite

13 Roberta GARIBALDI, Il turismo culturale europeo: prospettive verso il 2020 (FrancoAngeli 2012), 18. 14 Ministero dei Beni e delle Attività culturali – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1266332066827_OpuscDef_bassa.p df

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a siti e monumenti, viaggi per studiare la natura, il folklore, le arti e la storia di un Paese. In quest’ottica il turismo culturale viene considerato uno strumento volto alla comprensione ed interpretazione di un determinato contesto locale e le storiche attività che rappresentano un punto di riferimento sociale, culturale ed economico per la collettività di appartenenza, costituiscono la fonte d’analisi. Riprendendo quanto già affermato in precedenza, il concetto di turismo culturale che tradizionalmente era collegato alla visita di un monumento, di un museo o di un centro storico, si è ampliato abbracciando una nuova vasta gamma di esperienze che il turista desidera “vivere” nel luogo selezionato. Il turismo culturale, attraverso il suo dinamismo, è un fenomeno in continua crescita e i suoi potenziali orizzonti risultano essere notevoli.15 L’acquisto all’interno di un Locale Storico, il consumo di un pasto o di una bevanda, così come una veloce visita, possono trasformarsi in esperienze culturali. Queste storiche attività commerciali sono infatti degli esempi viventi di cultura e di tradizioni, che possono contribuire alla comprensione profonda dell’identità del luogo e della sua gente, delle abitudini di una comunità e altresì dei suoi prodotti enogastronomici. Per di più il turista culturale urbano, come sostiene Enrico Ercole, è «in cerca di distinzione ma anche di senso e autenticità attraverso la sua esperienza turistica, sia essa legata alla cultura “alta” oppure alla cultura “popolare” oppure alla cultura intesa come stile di vita, oppure a un mix di esse».16 I Locali Storici rispondono perfettamente a questa domanda di autenticità poiché come si è visto, oltre a mantenere la loro identità da diverse generazioni ed il legame con il territorio, si caratterizzano in modo particolare per un dialogo continuo con la sua gente. Quest’ultimo aspetto consente al turista di avere una profonda e vera conoscenza della cultura del luogo e della sua comunità, grazie all’intreccio relazionale genuino e spontaneo che si crea tra comunità locale e turisti. Tale ricerca di autenticità e conoscenza profonda attraverso un’immersione nella cultura locale può essere definita, come teorizzato da Emilio Becheri, come “Sindrome di Herman Hesse”. Becheri ricorda infatti l’episodio in cui il giovane H. Hesse, in visita a Firenze, il dieci aprile 1901 decise di stracciare la guida turistica Baedeker (manuale d’eccellenza in quell’epoca), al fine di abbandonare le classiche attrattive per turisti, dedicandosi alla scoperta di luoghi

15 Roberta GARIBALDI, Il turismo culturale europeo: prospettive verso il 2020 (FrancoAngeli 2012), 28. 16 Ivi, 18.

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“nascosti” e punti di ritrovo della società fiorentina, vivendo in modo più autentico e intenso i suoi usi, costumi e tradizioni gastronomiche.17 Un desiderio quindi da parte del turista di vivere un un’esperienza di turismo autentico e reale, confondendosi con la gente locale e vivendo in modo più profondo la città anche grazie al suo tessuto commerciale, al fine di capirla e non limitarsi alla visita delle classiche attrattive turistiche ed al mero acquisto di oggetti e ricordi appositamente confezionati.

Anche nei loro aspetti storici tali Locali sono testimonianza di un passato di avvenimenti legati al territorio e talvolta, come nel caso dei Caffè Storici, sono stati dei punti di ritrovo di personaggi illustri legati al mondo politico, artistico e letterario. I Caffè, infatti, come si vedrà in seguito nel caso di Trieste, vantano la fortuna di poter conciliare la loro componente storica con quella letteraria, per cui si inseriscono perfettamente nel turismo culturale e nella sua sottocategoria di turismo letterario.

1.2 Locali Storici: custodi dello heritage

Per heritage si intende un legame con il passato che rappresenta un’eredità degna di essere trasmessa alle generazioni presenti così come a quelle future, sia in termini di tradizioni culturali che di oggetti materiali.18 La conservazione di tali elementi richiede un processo di selezione del passato da parte di una società e da ciò ne consegue una sostanziale discrepanza tra componenti che si desiderano conservare a discapito di altre. Tali elementi diventano quindi “heritage” solo in seguito al significato sociale ad essi attribuito da una comunità.

I criteri di selezione non sono costanti ma mutano nel tempo e nello spazio. Prentice individua l’esistenza di una distinzione di heritage: risorse immobili tangibili (edifici, aree naturali), risorse mobili tangibili (oggetti museali) e intangibili (valori, usi e costumi ed eventi culturali).19 Tunbridge e Ashworth sostengono che nell’ultimo decennio la parola “heritage” ha assunto varie dimensioni abbracciando non solo il mero concetto di

17 Emilio BECHERI, Il turismo a Firenze, un modello per le città d’arte (Mercury 1995). 18 Dallen J. TIMOTHY, Stephen W. BOYD, Heritage e Turismo (Hoepli 2007), 1. 19 Richard C. PRENTICE, Tourism and Heritage Attraction (Routledge 1993).

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eredità o lascito20 ma considerando, come afferma Graham, «qualunque tipo di relazione intergenerazionale».21

I Locali Storici entrano a far parte di questo patrimonio che negli ultimi anni è stato rivalutato attraverso il senso civico dei cittadini, la sensibilità dei Comuni e delle Regioni e il prezioso contributo delle Associazioni finalizzate alla tutela del patrimonio culturale. Va inoltre considerato il valore economico ricavato dall’attività di tali esercizi sul suolo cittadino e il valore sociale che contribuisce al mantenimento del senso di identità individuale e collettivo. La loro attività insita nel tessuto urbano da molti anni, il loro pregio architettonico, storico, artistico e culturale, diventano quindi elementi imprescindibili e degni di essere valorizzati e tutelati in quanto “heritage”. Le Associazioni di tutela del patrimonio culturale, così come le Associazioni dei Locali Storici, costituiscono dei punti di riferimento assai preziosi per la sopravvivenza di questo patrimonio. La loro diffusione si attesta in buona parte d’Italia, in modo particolare nelle città storiche.

1.3 Le Associazioni di promozione e tutela dei Locali Storici in Italia

Le Associazioni finalizzate alla tutela del patrimonio culturale, svolgono un ruolo di grande importanza nell’individuazione e segnalazione ai comuni dei Locali meritevoli di essere censiti, fornendo inoltre supporto nella preparazione della documentazione necessaria. Altro aspetto rilevante del loro operato è la tutela e la promozione, anche a scopi turistici, delle attività storiche affinché possano mantenere inalterate le proprie caratteristiche e imporsi sul mercato. Dal lavoro di ricerca riguardante le Associazioni presenti sul suolo nazionale e legate ai Locali Storici, si evince che ciascuna di esse, in molti casi, ha dei criteri differenti di riconoscimento-selezione dei propri associati. Nonostante ciò, gli obiettivi perseguiti risultano essere i medesimi.

20 J. E. TUNBRIDGE, Gregory John ASHWORTH, Dissonant Heritage: The management of the past as a

resource in conflict (J. Wiley 1996).

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La DMO può beneficiare del contributo delle Associazioni che grazie alla tutela ed identificazione dei Locali, raggruppano una serie di attrattive storiche che possono essere messe insieme per la creazione di un’offerta turistica.

1.3.1 Associazione Locali Storici d’Italia

L’Associazione Locali Storici d’Italia (Hystorical Places of Italy), costituita ufficialmente nel 1976 dal giornalista Enrico Guagnini e da Angelo Pozzi, si prefigge di tutelare e valorizzare i più antichi e prestigiosi Locali italiani che hanno rappresentato un ruolo significativo nella storia d’Italia. Il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, così come gli sponsor, contribuiscono alla vitalità dell’Associazione supportando gli autofinanziamenti dei soci.22

Per quanto concerne l’iscrizione di un nuovo membro, lo statuto dell’Associazione prevede l’ammissione dei Locali «che hanno almeno settant’anni di vita e sono stati protagonisti o artefici di pagine della storia d’Italia attraverso gli avvenimenti di cui sono stati sede e i personaggi che li hanno frequentati».23

A seguito di una verifica comprovante l’esistenza dei suddetti criteri, il Consiglio direttivo decide l’inserimento del nuovo associato. La domanda di ammissione può essere presentata direttamente dal titolare del Locale o attraverso la segnalazione di altri soci, stampa e clienti. I Locali iscritti all’Associazione sono 240. Essa comprende hotel, ristoranti, caffetterie, confetterie-pasticcerie presenti sul suolo italiano, ed una minoranza di “soci corrispondenti”, ovvero attività ubicate all’estero «di grande prestigio e di tradizione italiana, per fondazione, per gestione o per ceppo linguistico».24

Uno dei punti cardine, soprattutto sul versante turistico, è la Guida Locali Storici d’Italia, giunta nel 2016 alla sua quarantesima edizione e disponibile in lingua italiana ed inglese. Grazie alla direzione del giornalista Claudio Guagnini e del pittore Gianni Renna, così come al suo leitmotiv, rappresenta una Guida unica nel suo genere, dedicata ai turisti ed agli amanti della cultura e delle tradizioni. Al suo interno sono elencati ed analizzati i

22 Locali Storici d’Italia – Ultima consultazione: febbraio 2016

http://www.localistorici.it/it/pages/static/name/chiSiamo

23 Ibidem 24 Ibidem

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240 Locali Storici attraverso il racconto del passato, la descrizione delle peculiarità, ripercorrendo inoltre i passi dei personaggi illustri della storia che hanno animato gli interni di questi edifici lasciando un segno indelebile del loro passaggio. Altro punto di forza della Guida è costituito dagli itinerari tematici che, a partire dal 2011, hanno contraddistinto ogni successiva edizione.25

1.3.2 Altre Associazioni

Esistono molte altre Associazioni minori che operano sul territorio regionale, provinciale, comunale, svolgendo un ruolo rilevante.

Nel 2008, per volontà di cinque titolari di attività storiche, nasce l’Associazione dei Negozi Storici di Eccellenza di Roma che prevede tra alcuni dei suoi obiettivi la tutela, lo sviluppo e la divulgazione delle attività commerciali storiche di eccellenza romane, la promozione di iniziative per valorizzare il centro storico di Roma così come le attività stesse e la creazione di una sinergia tra Comune e Istituzioni per rendere conosciute, anche grazie ai circuiti turistici, queste “realtà” a livello mondiale.26

L’Associazione prende in esame due tipologie di attività commerciali, distinguibili in base ai seguenti criteri:

a) Negozio storico di eccellenza: l’attività commerciale, gestita dalla stessa famiglia da almeno 3 generazioni per oltre 70 anni nello stesso settore merceologico, anche se non nello stesso locale, ma sempre all’interno del perimetro “città storica”. b) Attività storica di eccellenza: l’attività commerciale, gestita dalla stessa famiglia

da almeno 3 generazioni per oltre 70 anni nello stesso settore merceologico, anche

se non nello stesso locale, ma sempre all’interno del perimetro “città storica”.27

Altra Associazione operante nel Comune di Roma è l’Associazione Botteghe Storiche che, a differenza della precedente, accoglie le botteghe che «operano da oltre 50 anni

25 Locali Storici d’Italia – Ultima consultazione: maggio 2016

http://www.localistorici.it/it/pages/static/name/guida

26 Roma Associazione Negozi Storici di Eccellenza – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.negozistoricieccellenza.it/it/negozi.html

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nella città di Roma. Ne sono incluse anche quelle che, per motivi funzionali o commerciali, non hanno potuto conservare le strutture di origine o hanno dovuto spostare la loro sede».28 A partire dal 2015 è stato realizzato il “Botteghe Storiche Magazine”, una guida orientativa per i turisti e per i cittadini romani, con il principale scopo di raccontare e documentare questo patrimonio locale. La guida è disponibile in lingua italiana ed inglese ed è reperibile presso alcuni hotel e il circuito Botteghe Storiche di Roma.29

L’Associazione Esercizi Storici, Tradizionali e Tipici Fiorentini, nasce nel febbraio 2013 per volontà degli imprenditori Gherardo Filistrucchi e Elisabetta Bongi, con il supporto di una cinquantina di altri soci fondatori. L’Associazione gode inoltre del gemellaggio con l’Associazione Negozi Storici di Roma, precedentemente citata, e con l’Associazione Osservatorio Mestieri d’Arte (OMA) finalizzata all’informazione, conservazione e promozione del settore dei mestieri d’arte legati alle loro antiche tradizioni.

Per l’inserimento di un nuovo socio è necessario che questi sia già iscritto all’Albo degli Esercizi Storici del Comune di Firenze e che venga successivamente presentata una domanda, tramite apposito modulo, al Consiglio Direttivo dell’Associazione, il quale valuterà l’eventuale approvazione della richiesta.30

A Padova nel 2006 viene costituita la Fondazione Negozi Storici di Padova con lo scopo di difendere e tutelare i negozi padovani testimonianza di tradizione, qualità e cultura, grazie ad un lavoro di censimento congiunto con la Camera di Commercio di Padova. Tale operato ha portato nel 2008 alla realizzazione della prima guida delle attività storiche di Padova, per poi giungere ad un’edizione su scala provinciale negli anni 2009 e 2010.31

28 Associazione Botteghe Storiche Roma – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.botteghestoricheroma.com/botteghestoriche-chi-siamo

29 CNA Roma – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.cna.it/notizie/nasce-botteghe-storiche-magazine

30 Associazione Esercizi Storici Tradizionali e Tipici Fiorentini – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.esercizistoricifiorentini.it

31 Confesercenti Padova – Ultima consultazione febbraio 2016

(18)

Altro esempio nella regione Veneto è rappresentato dall’Associazione Botteghe Storiche di Vicenza.32

Siamo di fronte ad una realtà caratterizzata da una moltitudine di Associazioni su scala nazionale, provinciale e comunale, che si occupano della tutela, valorizzazione e promozione turistica dei Locali Storici ma, come asserito in precedenza, i criteri di affiliazione e quindi il riconoscimento della “storicità” risultano essere differenti. È pertanto corretto interrogarsi sull’eventuale esistenza di una serie di parametri uniformi e su scala maggiore, che permettano di individuare e riconoscere i Locali Storici. La risposta è sì ma, come si vedrà in seguito, non esiste un’omogeneità a livello nazionale e la loro identificazione compete alle rispettive regioni. Il capitolo seguente prenderà in esame l’iniziativa regionale del Friuli Venezia Giulia, ambito di studio di questo elaborato, ed i criteri stabiliti per il riconoscimento di tali attività commerciali sul suolo regionale.

(19)

Capitolo 2

C

RITERI PER IL RICONOSCIMENTO

DEL TITOLO DI

LOCALE STORICO DEL

F

RIULI

V

ENEZIA

G

IULIA

Ci sono attività commerciali la cui storicità viene attribuita tramite criteri provenienti dalla comunità locale che riconosce in esse, oltre all’anzianità, una parte dell’identità e della tradizione territoriale. Esse assumono valore socio-culturale in tale contesto cittadino. Un’altra modalità per un riconoscimento più attendibile e meno soggettivo invece, può essere rilevata in base ad alcuni Decreti regionali studiati ad hoc per poter attestare, tramite dei requisiti rigidi, la “storicità”. Questo è il caso dei “Locali Storici del Friuli Venezia Giulia”. Al fine di una maggior chiarezza è opportuno sottolineare che, come esposto in precedenza, con il termine “Locali Storici” verranno prese in considerazione le attività commerciali. Non si farà quindi riferimento al singolo bene immobile di interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico la cui verifica di interesse del patrimonio immateriale appartenente allo Stato, alle regioni, agli enti pubblici ed alle persone giuridiche senza fine di lucro, ai sensi del decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n.42, compete alla Soprintendenza belle arti e paesaggio regionale.

L’operazione di riconoscimento è la fase iniziale che consente di individuare gli elementi di attrattiva che compongono l’offerta turistica dei Locali Storici di Trieste.

2.1 L’iniziativa regionale

L’Amministrazione regionale FVG, con la collaborazione dei Comuni, dell’Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale con sede a Villa Manin (Passariano di Codroipo - UD), delle Associazioni di categoria e delle Camere di Commercio, con la legge regionale 5 dicembre 2005 n.29, ha dato il via ad un processo di censimento dei Locali Storici in possesso degli appositi requisiti stabiliti. Questo progetto, frutto di tale sinergia, ha portato alla luce diversi esercizi appartenenti alla vita commerciale della città che si fanno

(20)

garanti della tradizione grazie alla loro continuità che perdura talvolta da diverse generazioni. L’ex vicepresidente della Giunta regionale, Luca Ciriani, ha espresso la volontà di identificare tali attività e raggrupparle sotto il marchio distintivo di “Locale Storico”, ponendo come obiettivo la loro riscoperta, valorizzazione, conservazione della tradizione commerciale regionale e il mantenimento della vitalità delle aree urbane.33

La possibilità di creare una rete commerciale dei Locali Storici in relazione con il territorio, permette di raggiungere uno sviluppo del centro urbano all’insegna della modernità ma nel rispetto della storia, far diventare tali attività conosciute aumentando la capacità di attrarre nuovi visitatori mediante la promozione di inediti itinerari turistici34 rendendo, di conseguenza, l’offerta turistica regionale più completa ed esauriente.

Il successo di tale iniziativa è comprovato dai dati raccolti nel primo anno e rielaborati dall’Amministrazione regionale in riferimento alle schede compilate per la domanda di riconoscimento, dai quali si evince che nelle prime due fasi del censimento, la prima conclusa il 30/09/07 e la seconda il 30/11/07, vi hanno partecipato 481 soggetti. Dei quali 254 pubblici esercizi di somministrazione, 172 esercizi commerciali, 47 farmacie e 8 attività miste.35 Di queste domande esaminate sono state riconosciute 316 attività alle quali è stato assegnato il marchio di “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia” per l’anno 2007.36

Tale iniziativa di censimento delle storiche attività nel proprio territorio, non è stata intrapresa solamente dalla regione Friuli Venezia Giulia. Anche la regione Veneto, seppur con modalità differenti, con la legge regionale 28 dicembre 2012, n.50, ha dedicato l’art. 11 ai luoghi storici del commercio ai fini della loro valorizzazione e promozione di interventi conservativi. Con la successiva delibera della Giunta regionale 13 maggio 2014, n.696, ha individuato i criteri richiesti per il loro riconoscimento. Altra regione che ha adottato un’iniziativa simile è la Lombardia con l’attuazione del d.lgs 31 marzo 1998 n.114, e con la successiva D.g.r 20 gennaio 2009, n 8/8886, ha sancito le modalità di riconoscimento dei propri luoghi storici del commercio. Anche la regione Piemonte con

33 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Riconoscimento dei locali storici del Friuli Venezia Giulia:

continuità nella modernità (2010).

34 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Attrattività e valore sociale dei locali storici nel Friuli

Venezia Giulia: La valorizzazione di una risorsa per lo sviluppo del territorio (Impresa fvg 2008).

35 Ivi, 49.

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la Legge regionale 14 marzo 1995, n.34 ha dedicato l’attenzione a tali esercizi commerciali, così come l’Emilia Romagna con la Legge regionale 10 marzo 2008, n.5. Dagli esempi riportati si nota come le attività commerciali storiche rientrino tra gli interessi di diverse regioni ed inoltre il grado di autonomia che esse godono per lo sviluppo di tali iniziative di riconoscimento.

2.1.1 Criteri per il riconoscimento dei “Locali Storici” nella regione Friuli Venezia Giulia

Il primo passo fondamentale di questo elaborato è stabilire i criteri di riconoscimento dei cosiddetti “Locali Storici del Friuli Venezia Giulia”. Dallo studio condotto sui vari decreti regionali riguardanti le storiche attività, si evince una differenza tra le varie regioni dei requisiti necessari per il loro riconoscimento e quindi la mancanza di uniformità. A conseguenza di ciò, differenti saranno i criteri per l’attribuzione della qualifica ma medesimo lo scopo perseguito, finalizzato alla difesa del patrimonio storico, culturale e socio-economico del territorio, ed alla sua promozione turistica.

In Friuli Venezia Giulia, con la legge regionale del 5 dicembre 2005, n.29, già citata in precedenza, e con la successiva delibera della Giunta regionale del 28 luglio 2006, n.1798, sono stati sanciti i criteri e i requisiti richiesti per l’individuazione delle attività commerciali di valore “storico”, quali negozi, ristoranti, farmacie.37

I requisiti necessari per ottenere l’imprimatur di locale storico sono i seguenti:38

a. Continuità della gestione per almeno sessanta anni

b. Localizzazione dell’attività all’interno di un edificio di comprovato pregio architettonico

c. Possesso di arredi e strumenti di valore storico-artistico

È necessario che vengano soddisfatti almeno due requisiti contemporaneamente.39

37 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione 30 gennaio 2016

http://www.regione.fvg.it/ravfvg/cms/RAFVG/economia-imprese/commercio-terziario/FOGLIA9/

38 Ibidem

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Ai sensi della delibera regionale del 23 febbraio 2009, n.376, ai Locali ufficialmente conferiti del marchio di “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia” verranno consegnate le apposite targhe da apporre esternamente all’ingresso dell’esercizio, affinché possa essere prontamente riconosciuta l’appartenenza dell’attività al contesto storico e tradizionale del luogo.40 La targa nella sua declinazione d’oro sarà assegnata alle attività che soddisfano contemporaneamente i tre criteri sopraccitati, in caso contrario (due requisiti soddisfatti), sarà attribuita quella color argento.41 Tali targhe possono essere considerate un brand ovvero, «un nome, un termine, un simbolo, un design o una combinazione di questi elementi che identifica i beni o i servizi di un venditore o di un gruppo di venditori e li differenzia da quelli dei concorrenti».42 Esse infatti consentono ai Locali riconosciuti di differenziarsi dalle altre attività commerciali diventando inoltre garanzia di “storicità” rilevata con parametri oggettivi, sottolineando altresì, come detto in precedenza, lo stretto legame con il territorio. Il logo di Locale Storico diventa sinonimo di qualità e unicità. Anche in ottica turistica le targhe assumono importanza, andando ad evidenziare al turista la presenza di queste attività storiche che, in assenza dell’apposita segnalazione, presumibilmente passerebbero inosservate in buona parte dei casi.

Figura 1 – Presentazione delle targhe per la definizione di “Locale Storico del Friuli

Venezia Giulia” (Udine 02/03/09)

Fonte:

http://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta&n m=20090302173832018

40 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione 30 gennaio 2016

http://www.regione.fvg.it/ravfvg/cms/RAFVG/economia-imprese/commercio-terziario/FOGLIA9/

41 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 11. 42

(23)

2.1.2 Trieste e le altre province del FVG: dati a confronto

Dalla rielaborazione dei dati aggiornati all’ultimo censimento effettuato, si evince come i Locali Storici, con un totale di 428 riconoscimenti, siano una realtà che costella l’intera regione Friuli Venezia Giulia toccando tutte e quattro le province.

Figura 2 – “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Distribuzione per provincia.

Fonte: elaborazione personale. Dati elenco locali storici a maggio 2012 – Allegato A Delibera n.132 30 gennaio 2013. Regione FVG

Sebbene Udine con i suoi 242 Locali sia la provincia che dispone del maggior numero di certificazioni rispetto alle altre, Trieste, come si vedrà nel grafico successivo, si colloca al primo posto per il rapporto tra Locali Storici presenti e maggior numero dei tre requisiti soddisfatti.

(24)

Figura 3 – “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Distribuzione per criteri.

Fonte: elaborazione personale. Dati elenco locali storici a maggio 2012 – Allegato A Delibera n.132 30 gennaio 2013. Regione FVG

Trieste infatti tra i suoi 58 Locali vanta di 26 unità che soddisfano tutti e tre i requisiti e che possono per cui fregiarsi della targa color oro. Al contrario Pordenone si distingue come seconda provincia con il maggior numero di storiche attività ma con il rapporto più basso. Udine in quanto provincia con più Locali riconosciuti, ha naturalmente il maggior numero sia di attività che soddisfano i tre requisiti sia di quelle che ne soddisfano due ma il rapporto tra targhe oro e argento è orientato in modo netto verso queste ultime.

I grafici successivi metteranno in luce le differenti tipologie di attività commerciali storiche presenti nelle diverse province: pubblici esercizi; esercizi commerciali; farmacie; esercizi misti.

(25)

Figura 4 – “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Distribuzione per tipologia e per

provincia.

Fonte: elaborazione personale. Dati elenco locali storici a maggio 2012 – Allegato A Delibera n.132 30 gennaio 2013. Regione FVG

Dall’analisi dei dati dei quattro grafici riportati, si nota la presenza a Trieste di tre tipologie di attività commerciali storiche riconosciute. Gli esercizi commerciali, con 27 unità, costituiscono la tipologia prevalente mentre i pubblici esercizi (17 unità) e le farmacie (14 unità) risultano essere quasi in pari ma è rilevante sottolineare l’elevata

(26)

presenza di quest’ultime che raggiungono poco più del 24% del totale; percentuale occupata dalle farmacie che è la più elevata delle quattro province considerate. A Trieste non si riscontra inoltre la presenza di attività miste (P.E+E.C) come invece a Gorizia e Udine.

Di seguito il grafico unico di confronto tra le varie province.

Figura 5 – “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Province a confronto.

Fonte: elaborazione personale. Dati elenco locali storici a maggio 2012 – Allegato A Delibera n.132 30 gennaio 2013. Regione FVG

La lista successiva evidenzia i Locali Storici riconosciuti a Trieste. A differenza di quanto riscontrato nelle altre provincie, tali attività commerciali sono situate tutte all’interno dell’omonimo Comune. Per quanto concerne i requisiti, come si vedrà, la totalità dei Locali Storici triestini soddisfa il criterio A, ovvero la continuità della gestione per almeno sessanta anni. Anche il requisito B, di localizzazione in un edificio di pregio architettonico, è presente in tutti i Locali riconosciuti ad eccezione di un singolo caso. Il requisito meno soddisfatto è il C, che richiede il possesso di arredi e strumenti di valore

(27)

26

storico-artistico; probabile manifestazione della difficoltà di preservare gli arredi e di conciliarli con le esigenze della clientela moderna.

Figura 6 – Lista Locali Storici di Trieste.

Fonte: Direzione centrale attività produttive, turismo e cooperazione. Dati aggiornati al 30 gennaio 2013.

ESERCIZI INDIVIDUATI QUALI "LOCALE STORICO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA" Edizioni censimento - anni 2007 e 2008 - (dati aggiornati a gennaio 2010)

A B C

032006_001 TS Trieste Antico Caffè San Marco Via Battisti, 18 P.E. 1914 x x x 032006_002 TS Trieste Antico Caffè Torinese Corso Italia, 2 P.E. 1921 x x x 032006_003 TS Trieste Bar Cattaruzza Piazza Duca degli Abruzzi, 5 P.E. 1938 x x x 032006_004 TS Trieste Caffè Tommaseo Piazza Tommaseo, 4 P.E. 1830 x x x 032006_018 TS Trieste Calzature Martini Viale XX Settembre, 7 E.C. 1927 x x x 032006_019 TS Trieste Calzature Pelletterie Rosini Via Dante, 1 E.C. 1925 x x x 032006_024 TS Trieste Farmacia Ai due Mori Capo di Piazza Santin, 2 F. 1750 x x x 032006_025 TS Trieste Farmacia Al Cedro Piazza Oberdan, 2 F. 1792 x x x 032006_052 TS Trieste Farmacia Al Giglio Via Belpoggio, 4 F. 1924 x x x 032006_026 TS Trieste Farmacia Al Redentore Piazza Cavana, 1 F. 1801 x x x 032006_027 TS Trieste Farmacia Al S. Andrea Piazza Venezia, 2 F. 1902 x x x 032006_028 TS Trieste Farmacia Al Samaritano Piazza dell'Ospitale, 8 F. 1924 x x x 032006_029 TS Trieste Farmacia Alla Basilica Via San Giusto, 1 F. 1913 x x x 032006_030 TS Trieste Farmacia Alla Borsa Piazza della Borsa, 12 F. 1779 x x x 032006_031 TS Trieste Farmacia Alla Redenzione Piazza Garibaldi, 6 F. 1932 x x x 032006_032 TS Trieste Farmacia All'Aquila Imperiale Via Tor San Piero, 2 F. 1630 x x x 032006_033 TS Trieste Farmacia Biasoletto all'Orso Nero Via Roma, 16 F. 1821 x x x 032006_034 TS Trieste Farmacia de Leitenburg Piazza San Giovanni, 5 F. 1805 x x x 032006_020 TS Trieste Giuseppe Maizen Elettricità Via Giulia, 5 E.C. 1920 x x x 032006_051 TS Trieste Libreria Antiquaria Umberto Saba Via San Nicolò, 30 E.C. 1904 x x x 032006_053 TS Trieste Pasticceria Caffè Pirona Largo Barriera Vecchia, 12 E.C. 1900 x x x 032006_021 TS Trieste Pasticceria La Bomboniera Via XXX Ottobre, 3 E.C. 1896 x x x 032006_022 TS Trieste Pescheria Davide Viale D'Annunzio, 2 E.C. 1942 x x x 032006_023 TS Trieste Profumeria Portici Portici di Chiozza, 1 E.C. 1928 x x x 032006_055 TS Trieste Ristorante Bar Harry's Grill Piazza Unità d'Italia, 2 P.E. 1908 x x x 032006_054 TS Trieste Silvio Rustia Via Mazzini, 29 E.C. 1925 x x x 032006_005 TS Trieste Antica Trattoria Suban Via Comici, 2 P.E. 1865 x x -032006_035 TS Trieste Antonio Bosco Piazza Goldoni, 10 E.C. 1884 x x -032006_036 TS Trieste Antro del Profumo Via Mazzini, 36 E.C. 1926 x x -032006_007 TS Trieste Buffet da Pepi Via Cassa di Risparmio, 3 P.E. 1927 x x -032006_008 TS Trieste Caffè degli Specchi Piazza dell'Unità d'Italia, 7 P.E. 1839 x x -032006_009 TS Trieste Caffè Stella Polare Via Dante, 14 P.E. 1867 x x -032006_037 TS Trieste Calzature Mameli Castiglioni Corso Saba, 2 E.C. 1938 x x -032006_038 TS Trieste Calzaturificio Donda Largo Barriera Vecchia, 5-6 E.C. 1887 x x -032006_058 TS Trieste Carpani Viale XX Settembre 32 E.C. 1934 x x -032006_039 TS Trieste Cavallar Via San Lazzaro, 15 E.C. 1919 x x -032006_040 TS Trieste Cobez Snc Via Nazionale, 30/1 - Opicina E.C. 1904 x - x 032006_041 TS Trieste Enoteca Bischoff Via Mazzini, 21 E.C. 1865 x x -032006_010 TS Trieste Ex Urbanis Piazza della Borsa, 15 P.E. 1903 x x -032006_049 TS Trieste Farmacia Al Cammello Viale XX Settembre, 6 F. 1787 x x -032006_050 TS Trieste Farmacia Al Corso Corso Italia, 14 F. 1801 x x -032006_011 TS Trieste Gelateria Arnoldo Viale Miramare, 15 P.E. 1924 x x -032006_057 TS Trieste Guina Via Genova 12 E.C. 1948 x x -032006_013 TS Trieste Menarosti Via del Toro, 12 P.E. 1940 x x -032006_042 TS Trieste Monti Via Mazzini, 27 E.C. 1832 x x -032006_014 TS Trieste Osteria Ai Giardinieri Via Scussa, 3 P.E. 1943 x x -032006_043 TS Trieste Panificio pasticceria cioccolateria Giudici Via Oriani, 9/A E.C. 1937 x x -032006_056 TS Trieste Panificio Pasticceria Romi Via Torino, 30 E.C. 1933 x x -032006_044 TS Trieste Panificio Sircelli Via Gallina, 2 E.C. 1908 x x -032006_045 TS Trieste Pasticceria Penso Via Diaz, 11 E.C. 1933 x x -032006_046 TS Trieste Rigutti abbigliamento uomo Via Mazzini, 43 E.C. 1908 x x -032006_015 TS Trieste Ristorante Al Granzo Piazza Venezia, 7 P.E. 1920 x x -032006_047 TS Trieste Servadei Via Dante, 7 E.C. 1912 x x -032006_048 TS Trieste Smolars Via Roma, 22 E.C. 1872 x x -032006_016 TS Trieste Trattoria Al Moro Via del Destriero, 1 P.E. 1904 x x -032006_017 TS Trieste Trattoria Sociale di Contovello - Drustvena Gostilna Località Contovello, 152 P.E. 1933 x x -032006_059 TS Trieste Gran Bar Italia Piazza Goldoni, 6 P.E. 1935 x x 032006_060 TS Trieste Antica Salumeria Masè Via Gallina, 4 E.C. 1915 x x

LEGENDA

REQUISITI D.G.R. 1798/2006 P.E. = Pubblico esercizio E.C. = Esercizio commerciale F. = Farmacia ANZIANITA' ATTIVITA' DOCUMENTATA* INDIRIZZO TIPOLOGIA ATTIVITA' CODICE

(28)

Tuttavia è necessario precisare che la rielaborazione dei dati sopraccitati, così come la lista presentata, fanno riferimento all’ultimo DGR 30.01.2013, dopo il quale non ci sono più stati riconoscimenti di nuovi Locali Storici. Su gentile informazione di Scialino Ilaria della Direzione centrale attività produttive, turismo e cooperazione FVG, si è appurato che negli ultimi tempi a Trieste è stata notata «sia la cessazione di alcune attività che la dismissione degli arredi storici». In aggiunta è stato segnalato che «le farmacie “Alla Borsa” e “Alla Redenzione” non possiedono più gli arredi originali e dovrebbero quindi essere inserite tra i Locali in possesso di due requisiti di cui alla DGR 1798/2006».

In seguito alla mancanza di dati aggiornati e precisi, relativi ai Locali Storici della regione, risulta difficile identificare i casi nei quali si sono verificate delle perdite dei requisiti o addirittura la cessazione dell’attività e quindi la conseguente modifica delle voci in lista. Sebbene, come sostiene Scialino, la Direzione centrale attività produttive, turismo e cooperazione, abbia richiesto ai Comuni di segnalare le eventuali variazioni intervenute, non tutti hanno risposto. Da tali informazioni si può dedurre che il lavoro di riconoscimento si trovi in una fase di “arresto”, probabilmente per motivi economici ed oltretutto, talvolta, manca la presenza di soggetti incaricati dai rispettivi Comuni che si occupino dell’aggiornamento dei dati e del monitoraggio dei cambiamenti subiti dai Locali Storici.

2.1.3 Presentazione della domanda di candidatura per il riconoscimento (Regione FVG)”

Ai sensi dell’articolo 87 della legge regionale 29/2005, i Comuni provvedono al censimento dei Locali, rilevando la localizzazione dello stabilimento, la descrizione del locale e dell’attività svolta, l’inventario degli arredi e strumenti d’epoca così come il loro stato di conservazione, la datazione del locale e delle attività storicamente significative.

Le spese dei comuni per l’attuazione di tale censimento, sono sostenute da un contributo regionale fino al 50% della spesa effettuata.43

A sostegno del lavoro di censimento da parte dei Comuni, possono intervenire le Associazioni per la tutela dei Locali Storici o altre Associazioni con finalità di tutela del

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patrimonio culturale, le quali individuano e segnalano ai Comuni, i Locali meritevoli di essere censiti e collaborano alla preparazione della documentazione necessaria.44

Qualora il Comune non abbia provveduto al censimento, i titolari degli esercizi, così come le Associazioni finalizzate alla tutela del patrimonio culturale, possono inviare ai Comuni la documentazione necessaria affinché l’attività sia inserita nel censimento entro trenta giorni dal ricevimento della stessa.45

Ai sensi dell’articolo 2 comma 52, della legge regionale 24/2009, tale censimento è soggetto a revisione periodica annua entro il mese di marzo e il mese di settembre.

La copia della documentazione del censimento, effettuato all’interno dei territori comunali, viene inviata alla Direzione centrale lavoro, commercio e pari opportunità ed alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura, presenti sul territorio Friuli Venezia Giulia. L’iter si conclude con la nomina, da parte della Regione, dei Locali meritevoli del titolo di ‘Locale Storico del Friuli Venezia Giulia’ pubblicandoli sul Bollettino Ufficiale della Regione.46

Il seguente schema, reperibile nella sezione modulistica, del sito Regionale FVG, elencherà le linee guida necessarie per la preparazione della documentazione cartacea o digitale, ai fini del censimento.

44 Art. 87 comma 5, legge regionale 29/2005 45 Art. 87 comma 9, legge regionale 29/2005

46 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione 30 gennaio 2016

(30)

DOCUMENTAZIONE CARTACEA

Elenco dei locali storici segnalati suddiviso in due livelli di riconoscimento che

identificano i pubblici esercizi commerciali e le farmacie che corrispondono ai tre requisiti a), b) e c) e quelli che corrispondono al requisito a) e ad almeno uno dei due requisiti b) o c) – rif. DGR 1798 dd. 28.7.2006 Linee guida

Una o più mappe di inquadramento territoriale in scala 1:5000 (C.T.R.N) o su

cartografia a scala minore con l’individuazione e numerazione di tutti i locali segnalati (in rosso: pubblici esercizi; giallo: esercizi commerciali; verde: farmacie; azzurro: attività miste).

Per ogni locale segnalato un fascicolo contenente:

Scheda di censimento compilata in ogni suo campo, sulla base del relativo fac-simile

– rif. DGR 1798 dd. 28.7.2006 allegato A

Relazione tecnica compilata, sulla base del relativo fac-simile, in ogni suo campo –

rif. LR 29/2005 art. 87, comma 3 lett. a.

Documentazione attestante il requisito di anzianità dell’esercizio (almeno 60 anni

di vita), prodotta dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura o costituita da altra idonea documentazione archivistica, bibliografica, iconograica – rif. LR 29/2005 art 87, comma 2 lett. c e comma 4.

Inventario di tutti gli elementi significativi (arredi storici, finiture, attrezzature,

strumentazioni storiche, apparati decorativi, insegne storiche) e relativo stato di conservazione – rif. LR 29/2005 art. 87, comma 2, lett. b.

Fotografie attestanti lo stato di fatto attuale dell’edificio (requisito a), esterno:

-facciata/e, vestrine, ingresso, particolari e apparati decorativi, ecc. – e del locale, interni: dal generale al particolare compresi arredi storici e strumentazioni storiche inventariati (requisito b) – rif. LR 29/2005 art. 87, comma 3 lett. a.

Planimetria dello stato di fatto del locale – rif. LR 29/2005 art. 87, comma 3 lett. a. Documentazione bibliografica: estratti di pubblicazioni a stampa, articoli di riviste,

ecc. citati nella scheda di censimento – in copia.

Documentazione archivistica: documenti d’epoca citati nella scheda di censimento –

in copia.

Documentazione iconografica: fotografie storiche, elaborati grafici d’epoca, ecc.

(31)

DOCUMENTAZIONE DIGITALE (da riportare su cd/dvd) Elenco dei locali segnalati, di cui sopra, in formato Word.

Inquadramento territoriale dei locali, di cui sopra, in formato JPG o PDF. Per ogni locale segnalato una cartella contenente: Scheda di censimento, di cui sopra, in formato Word.

Relazione tecnica, di cui sopra, in formato Word.

Documentazione attestante il requisito dell’anzianità, di cui sopra, in formato JPG

o PDF.

Fotografie, di cui sopra in formato JPG.

Planimetria, di cui sopra, in formato JPG o PDF.

Eventuale documentazione bibliografica, archivistica, iconografica, di cui sopra, allegata in formato JPG o PDF.

(32)

2.1.4 Promozione, tutela, valorizzazione (Regione FVG)

L’articolo 89, comma 2 della legge regionale ed il successivo disciplinamento del 30 ottobre 2007, n.0351/Pres., regolamentano le modalità di ripartizione dei finanziamenti regionali applicabili unicamente in presenza di due o più Locali Storici in un dato territorio comunale. 47

I proprietari o aventi diritto dei Locali Storici che hanno ottenuto l’imprimatur regionale, qualora fossero interessati ad effettuare interventi di tutela, valorizzazione e restauro, potranno accedere a delle forme di sostegno da parte della Regione nella misura del 30% della spesa effettivamente sostenuta e di un ulteriore 50% da parte del Comune nel quale la attività è situata. 48

La domanda di contributo va presentata al Comune con l’apposita documentazione richiesta e, ricevute tali domande, i Comuni predispongono una graduatoria di contributo sulla base di tre criteri: importo del progetto, anzianità del Locale ed altri criteri da essi stabiliti.49

Ai fini della concessione del contributo regionale del 30%, spetta ai Comuni predisporre un bando per la selezione dei beneficiari presenti sul proprio territorio, con scadenza annuale non oltre il 31 marzo. La graduatoria definitiva dei beneficiari viene presentata alla Regione entro il 31 luglio di ogni anno, affinché questa possa erogare il riparto delle risorse disponibili fra i vari Comuni che hanno presentato i bandi. Il contributo regionale viene ripartito sulla base di una graduatoria di priorità che considera il numero dei progetti di tutela e valorizzazione presenti e il numero dei Locali Storici risultanti dai dati dell’ultimo censimento.50

I Locali Storici che hanno beneficiato del contributo regionale, sono vincolati per un periodo di 10 anni a partire dalla data di concessione «[…] al mantenimento della destinazione d’uso, dei caratteri salienti degli arredi, della conformazione degli spazi

47 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione 30 gennaio 2016

http://www.regione.fvg.it/ravfvg/cms/RAFVG/economia-imprese/commercio-terziario/FOGLIA9/

48 Decreto del Presidente della Regione FVG, 30 ottobre 2007, n.0351, art.4, commi 1 e 2. 49 Decreto del Presidente della Regione FVG, 30 ottobre 2007, n.0351, art.6, comma 4. 50 Decreto del Presidente della Regione FVG, 30 ottobre 2007, n.0351, art.7, comma 3.

(33)

interni, delle vetrine e di ogni altro elemento di decoro, arredo e funzione descritti nella relazione tecnica come meritevoli di tutela».51

In caso di mancata osservanza di questi vincoli, il contributo viene revocato ed è inoltre richiesta la restituzione delle somme erogate maggiorate degli interessi.52

2.2 Alcune attività storiche dotate di imprimatur regionale a Trieste.

La fortuna di Trieste ha inizio nel 1719 quando fu dichiarata porto-franco da Carlo VI d’Asburgo,53 raggiungendo nel 1740 un salto qualitativo grazie a Maria Teresa d’Austria, attraverso la promozione della navigazione e del commercio, che contribuì notevolmente al benessere socio-economico ed alla prosperità triestina, trasformando la città adriatica nello sbocco al mare per eccellenza dell’Impero austriaco. L’economia subì un passaggio da uno status di pigrizia ed isolamento ad uno status di maggior dinamismo e apertura,54 nonostante la posizione di confine di Trieste ed il suo centro appartato.

Crescono in modo significativo le società banchiere, le attività commerciali, le grandi compagnie di navigazione e assicurative, e la città inizia a richiamare l’attenzione delle genti di mezzo continente. «La multi-nazionalità di Trieste non è […] solo un fenomeno legato a una vocazione mercantile e commerciale, ma è anche determinata dall’influsso della geografia e della storia».55

Tutt’oggi passeggiando per le vie triestine è possibile respirare un’aria caratterizzata dalla mescolanza di origini, culture, tradizioni che, grazie ai Locali Storici, vengono conservate e tramandate.56 Questo “prezioso mosaico” consente agli operatori turistici di poter creare un prodotto di qualità da offrire ai turisti desiderosi di addentrarsi nel tessuto commerciale cittadino, favorendo una conoscenza profonda degli usi, costumi e tradizioni degli abitanti locali e mettendo inoltre in rilievo il carattere multietnico della città.

51 Decreto del Presidente della Regione FVG, 30 ottobre 2007, n.0351, art.8, comma 1. 52 Art. 49 legge regionale 7/2000

53 Girolamo AGAPITO, Descrizione della fedelissima città e porto-franco di Trieste (Lulu.com 2013), 13. 54 Angelo ARA,Claudio MAGRIS, Trieste. Un’identità di frontiera (Einaudi 2014), 74-76.

55 Ivi, 97.

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Di seguito verrà presentata una panoramica di alcune attività storiche di Trieste dotate dell’imprimatur regionale, senza considerare i Caffè Storici che saranno analizzati nel capitolo successivo.

2.2.1 Il Buffet da Pepi

Il Buffet da Pepi conosciuto anche come “Pepi S’Ciavo” fino al 1952, ovvero Pepi lo sloveno come da abitudine triestina dei soprannomi, è una piccola trattoria situata in Via Cassa di Risparmio.

L’attività fu fondata nel 1897 da Pepi Klajnsic e ha mantenuto la gestione in gran parte a carattere famigliare anche dopo il decorso dei due Conflitti Mondiali, a seguito di chiusure, lutti, incendi e depredazioni, finché Emma, moglie di Pepi ed ultima erede rimasta, nel 1981 cede l’attività.57 Dal 2010 fino ad oggi la gestione del locale è affidata a Paolo Polla ed il Buffet ha il pregio di aver mantenuto il suo spirito originario anche in tempi moderni, acquisendo notorietà nazionale e mondiale.

Il celebre giornale d’oltreoceano, The New York Times, il 20 maggio 2007 ha dedicato un articolo riguardante il Buffet da Pepi esaltando profumi e i sapori dei suoi piatti tipici.58

La cucina di Pepi è di tradizione austro-ungarica e la sua peculiarità consiste nella particolare tecnica di cottura “in caldaia” di ogni taglio di carne di maiale. I piatti proposti sono genuini e caratteristici, come la rinomata porzina, ovvero la coppa o spalla di maiale, le luganighe viennesi, il prosciutto cotto di Praga, il cragno, tipica salsiccia slovena, il cotechino, conditi con senape e cren fresco ed accompagnati da capuzi garbi. Per addolcire il pasto sono immancabili un calice di vino Terrano di produzione carsica o un boccale di birra Dreher.59

Il Buffet è frequentato quotidianamente da lavoratori, turisti, giovani, studenti, conciliando alla perfezione piatti misti di carne, da consumare seduti comodamente ai

57 Trieste Rivista – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.triesterivista.it/cultura/austria/pepi.htm

58 Mark BITTMAN, “Trieste, Italy: Buffet da Pepi”, The New York Times (2007):

http://www.nytimes.com/2007/05/20/travel/20Bite.html?_r=1

59 Trieste Rivista – Ultima consultazione febbraio 2016

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piccoli tavolini di legno-ceramica, e gustosi panini da mangiare rapidamente al banco nei casi di minor tempo a disposizione. «I gesti che accompagnano la preparazione dei piatti e il loro arrivo ai tavoli o al banco sono rapidissimi, perché la velocità è uno degli ingredienti che ha fatto funzionare il buffet».60

Nei mesi estivi la clientela può gustare le prelibatezze di Pepi all’aperto, sullo spazio antistante al locale.

Pepi è diventato parte integrante della vita triestina e quotidiano rito di passaggio per i clienti abituali, facendosi garante di un piccolo frammento della storia di Trieste.

Figura 8 – Buffet da Pepi, interno.

Fonte: http://adsl.siol.net/trendi/kulinarika/ocenili_smo/2015/04/buffet_da_pepi_trst_italija.aspx

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Figura 9 – Buffet da Pepi, piatto misto di bollito.

Fonte:http://www.touristeye.com/Buffet-da-Pepi-Pepi-Sciavo-Trieste-p-689167

2.2.2 Antro del Profumo

«Venite a trovarci per scoprire un piccolo paradiso, non ancora perduto», è l’esortazione rivolta agli utenti impressa sulla homepage del sito ufficiale dell’attività e che, attraverso semplici parole, sottolinea la singolarità di questo negozio storico situato in Via Mazzini n.36.

Il negozio originario risale al 1873 e nel 1926 fu acquistato da Giovanni Wurner per poi passare nelle mani di Pietro Baschiera nel 1942.61 L’attività inizialmente non aveva l’impronta attuale poiché si trattava di una drogheria nella quale era possibile acquistare tè, infusi, detergenti, colori ed altri articoli per la casa. L’attuale proprietario Aldo Zanne, nel 1950 iniziò a lavorare per Pietro Baschiera e nel 1972 decise di rilevare l’attività, che

61 Laura TONERO, “Un antro da scoprire tra profumi e gesti che sanno di passato”, Il Piccolo (2011):

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/07/17/news/un-antro-da-scoprire-tra-profumi-e-gesti-che-sanno-di-passato-1.733687

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in seguito al restauro del 1988 assunse la veste attuale. Significativa è l’eliminazione del reparto drogheria per concentrarsi esclusivamente sulle essenze e prodotti per l’igiene e cura della persona.62

L’ingresso del locale è affiancato da due vetrine nelle quali sono collocati accuratamente pennelli da barba, vecchi rasoi, forbici, pettini di corno, saponi, vaporizzatori per il profumo e fragranze ricercate che conducono il cliente alle porte di un’esperienza sensoriale unica, che richiama ad un passato nostalgico ed elegante. I diversi prodotti degli anni trenta e cinquanta rendono l’Antro del Profumo un luogo esclusivo per gli amanti delle essenze e i collezionisti, ma non mancano i turisti e molti giovani affascinati dalle tecniche raffinate e dai prodotti di qualità per curare la loro barba.63 L’essenza di Zagara e il Calycanthus (fragranza cipriata-talcata) sono due rarità reperibili nell’Antro,64 così come l’antica acqua di colonia “Bei Fiori” di Satinine del 1938 che porta ancora la vecchia etichetta in lire65 o il profumo Sonia, dedicato all’imperatrice di Russia e commercializzato fino agli anni sessanta.66 Spesso i prodotti esposti sono introvabili nelle profumerie odierne, talvolta gli stessi nomi sembrano perduti e dimenticati.

Aldo, rigorosamente in giacca e cravatta, è un uomo di altri tempi che porta avanti il proprio mestiere con la passione ereditata dal padre, ex proprietario di una fabbrica di brillantina, shampoo e sapone.67 Grazie alla dedizione per la sua attività e la sua competenza nel servire i clienti, Zanne è stato nominato cavaliere del lavoro nel 2010 e il 12 ottobre 2015 ha festeggiato i sessantacinque anni di lavoro.68

L’Antro del Profumo è una realtà che vanta la possibilità di conservarsi negli anni a venire grazie al ricambio generazionale garantito dalla figlia Consuelo, che è intenzionata a condurre il negozio nel futuro.69

62 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 57.

63 Laura TONERO, “Un antro da scoprire tra profumi e gesti che sanno di passato”, Il Piccolo (2011):

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/07/17/news/un-antro-da-scoprire-tra-profumi-e-gesti-che-sanno-di-passato-1.733687

64 InVoga – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.invoga.info/2015/09/lantro-del-profumo/ 65 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 57.

66 Laura TONERO, “Un antro da scoprire tra profumi e gesti che sanno di passato”, Il Piccolo (2011):

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/07/17/news/un-antro-da-scoprire-tra-profumi-e-gesti-che-sanno-di-passato-1.733687

67 L’Antro del Profumo – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.antrodelprofumo.it 68 InVoga – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.invoga.info/2015/09/lantro-del-profumo/ 69 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 58.

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