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Queste fragili realtà, sebbene costituiscano una preziosa risorsa per la comunità locale ed il benessere economico della città, così come per il vigore del comparto turistico, vedono la propria esistenza continuamente messa a rischio. Ciò che accomuna gli esercizi storici quali negozi, macellerie e mercerie ai Caffè, è un presente e ancor più un futuro incerto.

Dall’analisi delle attività commerciali trattate in precedenza, si evince una moltitudine di fattori che minano il prosieguo delle diverse attività. Tra le principali cause vi è senza dubbio il problema degli elevati costi di affitto a cui devono far fronte i gestori-titolari dei Locali Storici, poiché la proprietà degli immobili, in buona parte dei casi, appartiene a Banche, Finanziarie e Compagnie Assicurative. La collocazione di questi esercizi che di frequente coincide con il centro cittadino, prevede un aggravio degli affitti rispetto alle zone periferiche, ai quali i piccoli negozianti talvolta non riescono a sostenere e sono costretti a cessare l’attività lasciando spazio alle grandi compagnie multinazionali, dotate di maggior disponibilità economica. Altro fattore significativo è il ricambio generazionale che, quando non è garantito da un componente della famiglia interessato a proseguire l’attività, in molti casi comporta una temporanea chiusura dell’esercizio in attesa di un terzo intenzionato al suo prelievo o, talvolta, la chiusura definitiva. La particolare natura di alcuni Locali, ad esempio le mercerie, coltellerie, empori dei tessuti, ed altri meno

usuali baluardo degli antichi mestieri, conciliano con difficoltà gli interessi delle nuove generazioni, rendendo il ricambio incerto. Il ricambio è un fenomeno da non sottovalutare poiché in molti casi la gestione che essi mantengono da generazioni, è sinonimo di passione, affidabilità e qualità, creando fiducia e garanzia per i clienti abituali. Gli edifici fascinosi, affrescati e stuccati, nei quali spesso sorgono queste attività commerciali, da un lato costituiscono un valore aggiunto all’offerta, dall’altro insidiano la loro gestione rendendola assai più complessa rispetto ad un bar di nuova apertura. Sulle spalle di alcuni Locali e Caffè Storici gravano infatti divieti e vincoli affinché venga rispettata la conservazione degli elementi architettonici originari e degli arredi. Nei suddetti casi la salvaguardia del loro pregio storico-artistico limita le modifiche che i gerenti possono apportare all’interno del locale. Tali vincoli creano delle complicazioni qualora sia necessario dotare i Locali di determinati ammodernamenti (ad esempio all’impianto di riscaldamento, telefonico, elettrico) che, oltre ad aumentare i costi dei lavori, ne prolungano le tempistiche, talora costringendo alla chiusura temporanea dell’attività. La medesima problematica si verifica con quanto concerne gli arredi (ad esempio una sedia, un tavolo) che, in caso di usura o eventuale rottura, non possono essere sostituiti mediante un rapido nuovo acquisto, bensì debbono essere riparati dalle mani esperte di un artigiano. Tra gli altri lavori si costatano spesso delle operazioni di restauro dell’edificio e degli interni nei quali l’attività commerciale è collocata. Nei casi in cui si riscontri la presenza di elementi artistici tra cui stucchi ed affreschi, può essere previsto il coinvolgimento della Sovrintendenza delle Belle Arti. Il rischio maggiore legato a queste operazioni, in particolar modo a quelle di ristrutturazione, è che vadano a snaturare l’identità e l’aspetto estetico del locale, in una affrettata rincorsa al moderno che compromette l’antico valore. A riguardare maggiormente i Caffè Storici rispetto ai Negozi Storici che sogliono essere di piccole dimensione e a gestione familiare, è l’elevato numero di addetti necessari per consentire il corretto funzionamento dell’attività. Ad un alto numero di componenti del personale sono associati maggiori costi da sostenere per il gestore. Tuttavia, come nel caso del Caffè degli Specchi di Trieste e di altri Caffè Storici italiani di grande dimensione, la presenza di un consistente equipe, è essenziale per l’espletamento di un servizio efficiente e di qualità. Nel caso di questi Caffè Storici risulta inoltre una sfida il saper adattare la propria offerta ai canoni odierni, ovvero restare fedeli al passato ma proponendo un’offerta e servizio al passo con i tempi e che possa coinvolgere anche i

turisti. Alcuni esempi significativi sono i menu rivisitati ed integrati con altre proposte quali brunch, pranzi veloci, cocktails e, naturalmente, il palinsesto degli eventi. Un altro aspetto che può causare dei problemi riducendo l’utenza locale a favore di quella turistica straniera, è la politica dei prezzi adottata dagli Storici Caffè. Un prezzo troppo elevato per una tazzina di caffè, rischia di limitare l’accessibilità, trasformandoli in luoghi esclusivi e maggiormente adatti ai portafogli dei turisti che, nell’ “unicità” dell’esperienza di viaggio, saranno più predisposti alla spesa rispetto ad un residente. Come il caso del celebre Caffè Florian di Venezia dove, come ha asserito già nel 2010 il direttore Renato Costantini, durante un’intervista del Club Gotha del Gusto, «la [...] clientela è fatta prevalentemente da stranieri». Il pericolo di trasformazione in mera attrazione per turisti e il decrescere della presenza della comunità locale al loro interno, va a danneggiare l’atmosfera e la qualità del consumo, rendendo a lungo termine il richiamo turistico stesso del locale poco autentico. Risulta quindi importante la presenza di un equilibrio tra turisti e gente locale poiché quest’ultimi costituiscono una componente stessa dell’attrattiva. Un ultimo fattore che rende travagliata l’attività di questi esercizi, è l’aiuto precario da parte di enti ed istituzioni.

Siamo quindi di fronte a delle realtà che nonostante il loro prezioso valore storico, denotano diverse fragilità e non sfuggono dalle stringenti regole di mercato che talvolta conducono alla cessazione dell’attività ed alla perdita di una testimonianza del passato. Fragilità alle quali sono soggette tutte le attività storiche indipendentemente dal contesto territoriale nel quale si trovano. Tra i Locali Storici di Trieste recentemente scomparsi, si ricorda infatti l’elegante Caffè Tergesteo, luogo d’incontro di uomini d’affari, al quale Saba dedicò una lirica del suo Canzoniere. Dal 1863 era situato all’interno dell’omonima Galleria affacciata su Piazza Borsa.211 In seguito ad un’opera di restauro e ai lavori di recupero della Galleria, perse la sua immagine originale per poi scomparire definitivamente.212

È evidente che né il riconoscimento di “Locale Storico del FVG” né le Associazioni di tutela, sono sufficienti per garantire la conservazione e la sicurezza economica di

211 Italia Mappe – Ultima consultazione maggio 2016

http://www.italiamappe.it/musica_divertimento/pub_e_discoteche/109861__Caffè-Tergesteo

212 Laura TONERO, “Pizzerie e un’enoteca attorno al Tergesteo”, Il Piccolo (2012)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2012/09/06/news/pizzerie-e-un-enoteca-attorno-al-tergesteo- 1.5653526

queste storiche attività commerciali. Tuttavia una risposta positiva può derivare dal turismo. Questo strumento consente di promuovere i Locali Storici mediante proposte quali gli eventi organizzati dai singoli Locali oppure, su scala più ampia, dalla DMO. Come si vedrà in seguito anche le iniziative Comunali come nel caso del Protocollo di Intesa Trieste-Vienna, se correttamente realizzate possono apportare dei grandi benefici e fare da volano per il benessere dei Locali Storici e della destinazione turistica stessa.