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3.4 I Caffè Storici di Trieste ancora esistenti

3.4.1 Antico Caffè San Marco

Marco Lovrinovich, di origine istriana, nel 1901 si trasferì a Trieste incaricato della vendita dei vini di produzione famigliare. Entusiasta della città e del gran numero di botteghe del caffè, decise di aprire in città un locale elegante con la collaborazione del cognato Bartolino Quarantotto. Lovrinovich dovette immediatamente scontrarsi con una precisa e rigorosa regolamentazione che non permetteva l’apertura indiscriminata delle caffetterie. Alla prima domanda di ottenimento della licenza, il Consorzio Triestino si

125 Ivi, 400-447-455-462-464-465-482-483-485 126

oppose alla richiesta poiché nella zona desiderata erano già presenti ben otto attività simili. La svolta avvenne quanto il commerciante Sisto Albino, possessore di una licenza di caffetteria, cedette il diritto a suo nome in favore di Marco Lovrinovich. L’ultimo ostacolo a cui dovette far fronte fu l’assegnazione del nome “Marco” al Caffè, che l’autorità austriaca riteneva sospettoso ma, giustificato dalla vanità di omaggiare il suo omonimo padre, il nome scelto da Lovrinovich fu accettato. Il nuovo locale sarebbe sorto in Corsia Stadion n.18 nell’edificio nel quale sorgeva la latteria Centrale Trifolium, che a seguito dei lavori venne trasformata in un Caffè signorile, venendo inaugurato il 3 gennaio 1914. La gioventù irredentista fece del San Marco il proprio ritrovo per eccellenza tant’è che iniziò subito a diventare sospetto alla vigilanza austriaca e la vita del Locale a farsi incerta. Il 23 maggio 1915, il Caffè vessillo dell’irredentismo, venne brutalmente saccheggiato, distrutto e incendiato dagli austriaci, ma non fu l’unico a subire queste ritorsioni, infatti vennero vandalizzate anche altre botteghe quali il Caffè ai Portici di Chiozza, il Caffè Fabris, il Caffè Milano, il Caffè Edison e il Caffè Stella Polare. Marco Lovrinovich fu arrestato dalla milizia austriaca a Lubiana e rinchiuso in una Strafbaracke per diverso tempo; il cognato Bartolino fu internato insieme alla sua famiglia. A seguito di questi eventi il Caffè San Marco fu chiuso dopo sedici mesi di attività. Il locale riaprì ufficialmente i battenti dopo i lavori di ristrutturazione dalle barbarie, nel maggio 1919 in un rinnovato contesto cittadino poiché al termine del Primo Conflitto Mondiale, la città venne annessa all’Italia. Dopo tre anni seguenti alla riapertura, Lovrinovich decise di cedere l’attività che il 10 maggio 1922 divenne una società in accomandita di cui uno dei soci fu il romano Alberto Finzi. In quegli anni la bottega iniziò ad essere frequentata dalla media ed alta borghesia triestina, fu inoltre ritrovo per i giocatori di scacchi e biliardo e per i lettori di giornali alla ricerca di un antro tranquillo. Nel 1936 il Caffè ebbe una nuova gestione transitoria di Peri-Pelosi, sostituita nel novembre 1938 da Antonio Stock che diresse il locale fino al 1960, anno della sua morte, a partire dal quale subentrarono le due figlie (Daria e Pia) dirigendolo fino al 1987. Nel 1960 il locale ha subito una parziale ristrutturazione nella quale è stata ridotta l’ampiezza della sala biliardo (oggi non più presente), nonostante ciò ha mantenuto inalterata la propria immagine. Il regista italiano Mauro Bolognini nel 1962 girò alcune scene del film “Senilità” esaltando la cornice del San Marco e contribuendo ad aumentare la notorietà internazionale e la sua attrattività turistica. Gli anni sessanta sono inoltre

caratterizzati da un “ricambio intellettuale” all’interno del Caffè, grazie alla presenza di Giorgio Voghera, Claudio Magris e Fulvio Tomizza, che creeranno un polo di attrazione per giornalisti, scrittori ed intellettuali aumentando la sua popolarità nelle vesti di Caffè letterario. Nel 1987 una produzione RAI girò alcune scene della miniserie televisiva “La coscienza di Zeno” tratta dall’omonimo romanzo di Italo Svevo, all’interno del Locale. Nello stesso anno le sorelle Stock cedettero l’attività a Mario De Vita e a Dario Zini, i quali fondarono una cooperativa finalizzata al rilancio del Locale e ad una maggiore competitività economica attraverso un ampio programma di eventi ed iniziative culturali, quali: incontri musicali e letterari, teatro, dibattiti ed esposizioni artistiche. I lavori di ristrutturazione iniziati nei primi mesi del 1988 e l’iniziale allarmismo di una possibile modifica pregiudizievole degli interni, venne smentito attraverso la riapertura del 3 novembre 1989 la quale, senza modificarne l’identità, conferì nuovo vigore al Caffè.127 Un ulteriore lavoro di restauro avvenne nel 1997 con il contributo delle Assicurazioni Generali, sotto la nuova gestione di Franco Filippi che durò fino al dicembre 2012, anno della sua morte. La decisione dei parenti più prossimi di Filippi di non rilevare l’attività e la chiusura del locale per vari mesi, fece pensare che il Caffè avesse cessato la propria attività per sempre. Fortunatamente viene rilevato qualche mese dopo dalla famiglia di origine greca Delithanassis, che nell’ottobre 2013 riapre i battenti in qualità di Caffè letterario.128

3.4.1.1 Antico Caffè San Marco oggi e la sua offerta (Via Battisti 18 – 34125 Trieste)

La gestione di Alexandros Delithanassis iniziata nell’ottobre 2013, ha rilanciato il San Marco attraverso un progetto innovativo ed attento che grazie a piccoli cambiamenti seppure significativi, come l’ampliamento dell’illuminazione e l’eliminazione delle tende alle finestre, ha portato una “luce nuova” al suo interno. La chiusura al traffico dell’adiacente Via Donizetti e il piano di pedonalizzazione, ha permesso inoltre di

127 Stelio VINCI, Caffè San Marco: un secolo di storia e cultura a Trieste, 1914-2014 (Comunicarte 2015),

35-37-38-40-43-45-50-53-55-60-68-69-70

128 Alessandro MARZO MAGNO, “Il Caffè San Marco di Trieste: cent’anni vissuti pericolosamente”, Il

realizzare una piccola terrazza esterna usufruibile durante i mesi estivi. A conferma della sua vocazione letteraria, nel Caffè è stata allestita una libreria permanente che dispone opere di autori triestini del passato e contemporanei, saggi di storia, di filosofia e rare illustrazioni. I prodotti possono essere acquistati dai clienti del locale ed anche da curiosi turisti che si recano nel Caffè per dare una sbirciatina. Oltre ai classici caffè preparati con una miscela singolare ed aperitivi accompagnati da abbondanti stuzzichini, il locale offre servizio ristorante a base di piatti ispirati alle varie cucine appartenenti alle molteplici comunità di Trieste: greca, slava, istriana, ebraica.129 Non mancano le tipiche torte di stagione e il grande assortimento di pasticceria da gustare insieme ad una tazza delle migliori miscele di tè appositamente selezionate.130 Altra proposta di successo introdotta dalla gestione Delithanassis è il ricco programma di eventi quali piccole esposizioni di artisti locali, conferenze stampa delle compagnie teatrali in scena al Teatro Rossetti, incontri con autori di libri, degustazioni e concerti. A gennaio 2016 il San Marco ha inoltre ospitato diversi incontri con i registi internazionali della 27ª edizione del Trieste Film Festival. Nonostante la veneranda età, il Caffè ha saputo innovarsi nel rispetto della tradizione dando vita, come dice il gestore, ad un «caffè storico, ma 2.0»dotato anche di connessione wifi gratuita. Le informazioni relative al Caffè e ai suoi eventi sono reperibili nelle pagine ufficiali su Facebook e Instagram. La clientela attuale del San Marco è molto varia: ci sono arzille anziane che chiacchierano tra amiche sorseggiando una tazzina di caffè, studenti delle superiori che vi passano le mattine quando saltano la scuola, studenti universitari che preparano i loro esami studiando ore e ore seduti ai tavolini, lettori di libri e giornali, giocatori di scacchi e naturalmente i turisti. Come da tradizione non mancano politici e intellettuali tra cui Claudio Magris, che saltuariamente continua a frequentare il Caffè131 e che nel 2007 nel suo romanzo “Microcosmi”, vincitore del premio strega, gli ha dedicato un intero capitolo.

129 Greta Sclaunich, “Libreria, staff di 30enni e social: il Caffè storico di Trieste torna di moda”, Corriere

della Sera (2014) http://www.corriere.it/cronache/14_dicembre_24/libreria-staff-30enni-social-caffe- storico-trieste-torna-moda-1b4500e2-8b96-11e4-9698-e98982c0cb34.shtml

130 ScopriTrieste – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.scopritrieste.com/caffe-san-marco/ 131 Greta Sclaunich, “Libreria, staff di 30enni e social: il Caffè storico di Trieste torna di moda”, Corriere

della Sera (2014) http://www.corriere.it/cronache/14_dicembre_24/libreria-staff-30enni-social-caffe- storico-trieste-torna-moda-1b4500e2-8b96-11e4-9698-e98982c0cb34.shtml

L’atmosfera fin de siècle, lo stile liberty, le lampade dorate, le decorazioni delle foglie di caffè sui soffitti, il bancone di legno intarsiato, la vecchia macchina da caffè, i tavolini in marmo con le gambe in ghisa a forma di zampa di leone, i grandi specchi che riflettono la luce e i quadri rotondi ed ovali appesi alle pareti raffiguranti le maschere carnevalesche veneziane, rendono unica la cornice del San Marco.132 Le produzioni artistiche che hanno caratterizzato e che caratterizzano gli interni, sebbene alcune di esse siano incerte, vengono attribuite ai noti pittori Napoleone Cozzi, Giuseppe Barison, Glauco Cambon, Ugo Flumiani, Guido Marussig e al dibattuto intervento di Vito Timmel.133 Gli interni e gli arredamenti sono vincolati dalla Soprintendenza della regione Friuli Venezia Giulia.134

Sebbene sia un ambiente colto, raffinato, studentesco, ogni cliente che vi sosta, turista compreso, si sente a proprio agio ed è accolto da un clima intimo e famigliare. Si tratta di un luogo ideale per coloro che sanno ed hanno la possibilità di dedicare del tempo a sé stessi prendendo una pausa dai ritmi frenetici quotidiani. Il Caffè San Marco è un esempio lampante di locale storico che ha saputo mantenersi fedele alla propria filosofia e identità, pur restando competitivo e proiettandosi sul futuro: «Può essere considerato un dinosauro, non certo per la sua età, ma per il fatto di essere sopravvissuto alla società che distrugge o tende a relegare tutto ciò che può essere valido e bello».135 L’esercizio pubblico è

membro dell’Associazione Locali Storici d’Italia.136

132 ScopriTrieste – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.scopritrieste.com/caffe-san-marco/ 133 Stelio VINCI, Caffè San Marco: un secolo di storia e cultura a Trieste, 1914-2014 (Comunicarte 2015),

40-53.

134 Greta Sclaunich, “Libreria, staff di 30enni e social: il Caffè storico di Trieste torna di moda”, Corriere

della Sera (2014) http://www.corriere.it/cronache/14_dicembre_24/libreria-staff-30enni-social-caffe- storico-trieste-torna-moda-1b4500e2-8b96-11e4-9698-e98982c0cb34.shtml

135 Stelio VINCI, Caffè San Marco: un secolo di storia e cultura a Trieste, 1914-2014 (Comunicarte 2015),

68.

Figura 17 – Antico Caffè San Marco. Gli interni del Locale.

Fonte: http://www.caffesanmarcotrieste.eu/gallery/antico-caffe-san-marco-gallery/

Figura 18 – Antico Caffè San Marco. La libreria interna.