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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.11 (1884) n.519, 13 aprile

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SC IEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B A N CH I, F E R R O V IE , IN T E R E S SI P R IV A T I

Anno XI - Voi. XV

Domenica 13 Aprile 1884

LE CONVENZIONI FERROVIARIE

Come i giornali hanno annunciato il giorno otto corrente il Ministro Genala quale rappresentante del Governo ed il comm. Borgnini quale rappresentante della Società italiana per le ferrovie meridionali hanno firmate le Convenzioni, cioè il contratto ed il capi­ tolato, per 1’ esercizio della rete Adriatica.

Ora il Ministero spinge attivamente le trattative colla Società, che assumerà l’esercizio della rete Me­ diterranea, ed è a credersi che tali negoziati, già resi facili dalla discussione fattasi per determinare le convenzioni per la rete Adriatica, saranno in po­ chi giorni conclusi.

Come pure sollecitamente si stipuleranno quelle per la rete Sicula, la quale era finora esercitata dalla Società delle Meridionali.

È naturale che, pendenti le trattative con queste due Società, si mantengano segreti i patti stipulati colla rete Adriatica e perciò mettiamo in guardia il pub­ blico sulle notizie che quà e là vengono pubblicate da diversi giornali politici, notizie che a noi con­ sterebbero per la maggior parte inesatte.

Non è fuori di luogo però notare quali sieno, a quanto sappiamo, le basi generali di questi contratti di esercizio, sulle quali del resto l’ Economista ha parecchie volte date ampie notizie. A rendere più facile la intelligenza di siffatto argomento molto com­ plesso, enumeriamo in altrettanti paragrafi queste basi, le quali, quantunque in gran parte note, è bene rias­ sumere affinchè non circolino per il paese notizie contradditorie, o meno veritiere.

1* Lo Stato appalta l’esercizio delle attuali linee e di tutte quelle che nell’avvenire si costruissero per un periodo di sessanta anni, diviso in due periodi di trenta ciascuno.

2° Le Società assumenti 1’ esercizio di tali linee hanno I’ obbligo di provvedere a tutte le spese or­ dinarie e straordinarie di esercizio e di manutenzio­ ne, salvo quelle causate da forza maggiore, quelle per il rinnovamento dell’ armamento stradale e del materiale mobile, e quelle domandate dall’aumento del traffico, alle quali provvedono i fondi di riserva.

3* Le Società hanno l’ obbligo di accettare il personale ferroviario, attualmente in servizio, in base ai diritti che ha acquisiti, e debbono mettere la Cassa Pensioni in condizioni tali da poter far fronte agli impegni che questa ha assunti verso il personale stesso.

4,° Le Società assuntrici non possono aumentare le tariffe stabilite; hanno però facoltà d i diminuirle dietro approvazione del Governo e quando i vantaggi

che abbiano ed accordare non costituiscano alcun particolare privilegio.

5® Le Società saranno risarcite dal danno de­ rivante da ogni diminuzione delle tariffe che il Go­ verno loro imponesse, salvo il caso che si tratti di diminuzioni prescritte per trasporto di generi alimen­ tari quando dominassero carestie od altre calamità

pubbliche.

6° Le Società hanno pure l ’obbligo di costruire le nuove linee quando il Governo lo richieda tanto a base dei preventivi quanto^a base dei rimborsi di spese.

7° L ’ esercizio di tali linee è reso obbligatorio alle Società in base alle condizioni generali del con­ tratto quando il loro prodotto lordo oltrepassi una determinata cifra.

8° Le Società debbono acquistare il materiale mobile ora esistente a prezzo di stima e versare l ’ importo nelle Casse dello Stato entro un brevis­ simo termine.

9° La base finanziaria dei contratti è a com­ partecipazione dello Stato sul prodotto lordo e sugli ù tili netti.

10“ Sul prodotto lordo con quota sopra una ci­ fra iniziale stabilita nel contratto e con due quote di­ verse sopra un primo e secondo aumento del pro­ dotto lordo ; sugli utili netti quando essi oltrepas­ sino una certa misura.

11° Dal prodotto lordo sono pure prelevate quote diverse per i tre fondi di riserva e per la Cassa degli aumenti patrimoniali.

12° Il rimanente prodotto lordo rimane a cor- respettivo della Società per le spese di esercizio e per gli altri obblighi che assume col contratto.

13° Le due Società debbono mantenere una sede nella capitale del Regno e sono facoltizzate di tenere anche altrove la sede amministrativa del loro ufficio.

\4° Le due Società hanno divisa la rete in base alla ripartizione longitudinale. M olli tronchi però sono comuni, tra cui la linea Milano-Chiasso, della quale viene regolato il modo con cui tutte e due le So­ cietà debbono egualmente servirsi e per la divisione in parti eguali degli utili da essa derivanti.

I o 0 La Società delle Meridionali rimane esistente come proprietaria delle sue linee, ma cede allo Stato i suoi diritti quale esercente delle linee stesse ed as­ sume 1’ esercizio della rete Adriatica.

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tratto sia fissato in base del sessantuno per cento lasciato alla Società, se, come dicemmo la quota, è varia secondo la entità del prodotto.

Non è vero che gli impiegati ferroviari sieno ab­ bandonali senza tutela al beneplacito delle Società assuntrici, che anzi sarebbero rispettati i loro diritti acquisiti, e migliorati od assicurati quelli che hanno verso la cassa pensioni.

Non è vero infine che la linea Milano-Chiasso sia stata assegnata alla Mediterranea, ma invece essa è comune alle due Società.

Queste, a quanto crediamo sapere, sarebbero le basi generali delle convenzioni firmale colla Società delle Meridionali; analoghe convenzioni stanno trat­ tandosi con la Società della Mediterranea. Il M ini­ stro avrebbe intenzione di presentare sollecitamente questi contratti preliminari al Parlamento, ritirando il progetto di massima presentato dal Baccarini fino dal 18 Gennaio 1883 e da lui modificato nel Gen­ naio u. s.

N el mentre ci congratuliamo vivamente coll’ on. Genala di aver superate le non poche nè piccole difficoltà che gli studi e le trattative gli presenta­ vano, e di aver raggiunto tale risultato in un tempo che tutti debbono riconoscere molto breve a para­ gone della entità della questione, gli auguriamo che i suoi progetti riscontrino nel Parlamento e nel Paese quella accoglienza che meritano le fatiche a cui si è sobbarcato.

L A C O N V E N Z I O N E

tra la Francia e la Reggenza di Tunisi In sul principio di questo mese è stato presentato alla Camera dei Deputati Francese e votato a grande maggioranza il progetto di legge per la ratifica della Convenzione conclusa col Bey di Tunisi 1’ 8 G iu ­ gno 1883.

La Francia col trattato concluso a Kars-Sai'd il 12 Maggio 1881, che prese il nome di trattato del Bardo, ha posto la Tunisia sotto il suo protettorato, e di conseguenza colla legge del 17 Luglio 1882 stabiliva le basi principali della riorganizzazione della Reggenza, collo scopo precipuo di rimuovere i due ostacoli che impedivano lo sviluppo della preponde­ ranza francese cioè: il regime delle capitolazioni, o della giurisdizione consolare, e il mantenimento della Commissione internazionale, alla quale fino dal 1870 erano stati rimessi la direzione ed il controllo delle finanze tunisine. F u già rimosso il primo degli osta­ coli, perchè il governo francese ottenne T adesione delle Potenze per ciò che riguarda 1* unità della giu­ risdizione, e fu ormai accettato che quirid’ innanzi i tribunali francesi saranno i soli competenti a co­ noscere le contestazioni che potranno insorgere tra nazionali e stranieri.

Mirandosi quindi allo scopo di sopprimere anche la Commissione internazionale, si sono poste le basi della riorganizzazione finanziaria colla Convenzione conclusa dal Governo francese col Bey di Tunisi 1’ 8 Giugno 1883, denominata della Marsa.

Reputando che possa interessare ai nostri lettori, diamo un riassunto della Convenzione esponendone i sommi capi :

A rh 1° Per facilitare alla Francia l ’ esercizio del protettorato, risultante dal trattato del 12 Maggio

1881, il Bey s’ impegna di fare le riforme ammi­ nistrative giudiziarie e finanziarie che saranno giu­ dicate necessarie dal governo francese.

Art. 2° Il Governo francese s'obbliga di garan­ tire, per quell’ epoca e sotto le condizioni che gli sembreranno migliori, un prestito da emettersi dal Bey per la consolidazione, conversione o rimborso del debito consolidato elevantesi alla somma di 123 milioni e del debito fluttuante fino alla concorrenza di un maximum di 17,530,000 franchi.

Il Bey di Tunisi si fa obbligo di non contrarre per 1’ avvenire alcun prestito per conto della Reg­ genza senza 1’ autorizzazione del governo francese.

Art. 3° Dalle entrate della Reggenza il Bey dovrà prelevare: I o le somme necessarie per assicurare il servizio del prestito garantito dalla Francia; 2° la somma di due m ilioni di piastre cioè 1,200,000 fran­ chi, ammontare della lista civ ile ; il di più delle rendite dovrà essere impiegato nelle spese d’ ammi­ nistrazione della Reggenza ed al rimborso delle spese sostenute dalla Francia pel protettorato.

La proposta del governo, che domandava la ra­ tifica pura e semplice della Convenzione, sostenuta validamente dal relatore Sig. Dubost dal Sig. Lam­ bón, ministro di Francia a Tunisi, e dal Presidente del Consiglio dei Ministri, provocò un’ accanita op­ posizione da parte degli avversari al progetto di legge, pei quali sembrava evidente che I’ approvazione della Convenzione avrebbe impegnata la Francia nel ri­ schio di dover rispondere del proprio dei 140 mi­ lioni occorrenti per la consolidazione del debito della Tunisia, ritenendo essi molto problematico che la Reggenza colle sue sole risorse sia in grado di equi­ librare il bilancio, che fino all’ anno scorso presen­ tava un deficit di quasi due milioni, di riorganiz­ zare 1’ amministrazione secondo il sistema francese, e di sostenere gli oneri che le verrebbero imposti dalla nuova operazione finanziaria.

I difensori del progetto di legge contrapposero a queste obbiezioni i vantaggi che la Francia può r i­ promettersi dal miglioramento delle finanze tunisine e dimostrarono la necessità del suo intervento che sarà soltanto morale e non pecuniario.

La Francia, essi dissero, ha bisogno di far pre­ valere più potentemente la sua influenza nella T u ­ nisia, e conviene quindi riorganizzare secondo il si­ stema francese 1’ amministrazione, l ’istruzione, l ’ ar­ mata. Per far ciò è d’ uopo consolidare il bilancio e sopprimere almeno di fatto la Commissione inter­ nazionale. Oltre aver ottenuto il vantaggio di aver assicurata la tranquillità di una frontiera dell’ Algeria, la Francia si è aperta colla Tunisia un vasto campo alla attività commerciale francese, si è aumentata l ’ influenza nel Mediterraneo. È necessario conser­ varsi questi vantaggi e togliere affatto qualsiasi in­ gerenza straniera dalla Tunisia,

Riguardo alla questione strettamente finanziaria dimostrarono che la garanzia del prestito non sarà mai effettiva, perchè la Tunisia è un paese ricco che, sapientemente amministrato e sorvegliato, non avrà bisogno dell’aiuto del denaro francese ; gli effetti del protettorato francese si risentono già attualmente ; come lo comprova il quasi perfetto equilibrio del bilancio tunisino.

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13 aprile 1884 L’ E C O N O M I S T A

235 perchè i portatori dei titoli tunisini non hanno alcun

interesse di essere rimborsati del loro credito, fa­ cendo ora le azioni la pari, e tendendo al rialzo che sarebbe subito raggiunto se non vi fosse la aspetta­ zione della conversione. È un dovere per la F ra n ­ cia, imposto dagli obblighi assunti col protettorato, di accordare la garanzia, perchè, prescindendo dai van­ taggi su cui la Francia stessa può calcolare, darebbe mezzo al governo tunisino di realizzare sul servizio del debito un economia di un milione e mezzo fino a due milioni di franchi in confronto di quanto ha pagato e deve pagare tuttora a’ suoi creditori per gl interessi del debito come è attualmente costituito.

La Camera francese rassicurata e convinta da que­ ste dimostrazioni approvava, come si è detto, a grande maggioranza la convenzione, introducendo al progetto di legge due emendamenti, o meglio due aggiunte, che erano state preventivamente accettate dal governo, e che riguardano specialmente l ’ inge­ renza delle due Camere francesi negli interessi finan­ ziari della Tunisia.

Per completare il riassunto della convenzione r i­ produciamo integralmente le due aggiunte introdotte. L emendamento presentato dal Desson de Saint Aignan

è cosi concepito: °

« Quantunque volte il Bey di Tunisi domanderà al governo francese l’ autorizzazione di contrattare un prestito, questa autorizzazione non potrà essere accordata che per legge ».

E l’altro proposto dal deputato Floquet stabilisce che un rapporto dovrà essere presentato ogni anno . presidente della Repubblica sulle operazioni finan- ziarie della Reggenza di Tunisi, sull’azione e lo svi- juppo dei protettorato. Questo rapporto sarà distri­ buito al Senato ed alla Camera dei Deputati ».

La legge è stata immediatamente presentata al Senato e sta ora esaminandosi dalla Commissione di finanza ; è da presumersi che verrà quanto prima approvata senza modificazioni.

Riservandoci di far conoscere a’nostri lettori, quando la legge sarà promulgata e posta in esecuzione in qual maniera il governo francese intenda eseguire I’ ope­ razione del consolidamento o della conversione del prestito tunisino, non crediamo inutile di trascrivere alcuni dati sul debito tunisino e sul bilancio del- 1 anno scorso, raffrontati col bilancio preventivo, che si suppone possa stabilirsi colla effettuazione della operazione finanziaria contemplata nella convenzione. E d uopo premettere che, come sarà noto ai lettori il Governo della Reggenza ha ceduto fin dal 1870 ai suoi creditori e per essi alla Commissione finan­ ziaria quasi due terzi delle entrate in garanzia de- g ’ interessi del debito consolidato composto di 25000 obbligazioni di 500 franchi 5 0[o portanti l ’interesse annuo di 6,250,000 franchi e un capitale di 125 milioni di franchi, e del debito fluttuante che am ­ monta a fr. 17,549,300 ; in totale fr. 142,549,300. Esaminando la situazione finanziaria della Tunisia' nel 1883 si riscontra :

Entrate sequestrate dalla Commissio­

ne Intern azionale... Fr. 7)S68S00 A ltre entrate libere . . . . » 5,809,400 Totale . . . Fr. 13,377,900 Da dedursi per esazioni indebite e

somme in e s ig ib ili... Fr. 2,810,000 Totale residuo F r. 10,567,900

Il bilancio passivo è diviso in due parti così d i­ stinte :

Spese per il servizio del debito conso­

lidato e del debito fluttuante . . F r. 8,000,000 Spese ordinarie . . . » 3,996,900 Totale Attivo F r. 11,996,900 » 10,567,900 Deficit F r. 1,429,000 Questo deficit ha finora accresciuto il debito flut­ tuante. Colla riorganizzazione finanziaria si spera di ottenere un risparmio di F r. 2,000,000 calcolandosi che possano bastare 6 m ilioni per il servizio del pre­ stito, o della operazione di conversione F r. 2,000,000

Altre economie nell’ Amministrazione » *420000 Economia delle spese della Com­

missione Internazionale... » go 000 Totale F r. 2,500,000 f “ o Ì i T T 0 ridurrebbe le spese alla cifra di j-r’ 3 ^ 6,900 che> messa a raffronto con l’ attivo di 10,o67,900, darebbe T avanzo di un milione il quale verrebbe impiegato nell’ aumento di spese’ di certi pubblici servigi e nel pagamento delle spese che vengono sostenute dalla Francia per il Protet­

torato. r

Secondo l’ intendimento e le previsioni del Governo francese a cui s’ associa quasi unanime la stampa repubblicana, coll’attuazione della riforma finanziaria stabilita dalla convenzione, il Bey sarà in grado d’of­ frire ai portatori dell’ antico debito sia dei titoli del nuovo prestito, sia il rimborso alla pari del loro ca­ pitale; verrà quindi soppressa la Commissione finan­ ziaria internazionale, e tale soppressione, con quella già ottenuta della giurisdizione dei consoli stranieri sui loro nazionali .avrà per effetto di rendere alla Reggenza la sua indipendenza rispetto alle altre po­ tenze, eccetto la Francia, la quale potrà stabilire de­ finitivamente il suo protettorato indipendentemente da qualsiasi ingerenza straniera ed esercitarvi l ’ azione politica nel modo più assoluto quod erat in votis.... del governo francese.

SOI TIMORI DELLA CONCORRENZA AMERICANA

Ci è pervenuto il giornale della Società siciliana di Economia Politica, notissima per la dottrina de’suoi componenti e pel suo culto costante delle libertà eco­ nomiche.

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-verno, e se finalmente in ogni caso potessero gio­ vare misure protettive.

Noi abbiamo recentemente (x toccato di questo ar­ gomento e abbiamo espressa la opinione che i timori manifestatisi fossero esagerati e ingiustificati. Da un lato ci pareva che la concorrenza di fuori riuscisse di vantaggio ai consumatori, dall’altro ci sembrava indubitato che colf estendersi della produzione dei grani in America dovesse aumentare la popolazione. Nè ripeteremo qui altre considerazioni. Siamo lieti di trovarci d’accordo con uomini egregi, fra i quali noteremo particolarmente il chiarissimo Prof. Bruno, le cui osservazioni sono piene di dottrina e di senno.

Tornando alla Società Siciliana, la seduta del 23 decembre presentò un singolare interesse. Presero parte alla discussione fo n . Senatore T u rrisi Colonna, il Comm. D i Menza, i l Comm. Chiara, il Sig. Abbate. Il Presidente Prof. Bruno riassunse in fine della se duta quanto era stato detto dai precedenti oratori, aggiungendo interessantissime osservazioni, alle quali ci associamo pienamente. Ci duole che lo spazio non ci consenta di riferire per intero la discussione in parola. C i limiteremo a darne un sunto il più pos­ sibile esatto.

11 Barone Turrisi incomincia dall’aceennare come in tutti i paesi d’Europa una voce concorde si eleva dalla numerosa classe degli agricoltori, che avverte i respettivi governi e le classi dirigenti essere ornai tempo di salvare Vagricoltura minacciata dalla con­ correnza dei prodotti di estere e lontane nazioni, di salvare il lavoro nazionale per il basso prezzo a cui è disceso il frumento e più specialmente le fa­ rine, per le lane d’ Australia, per gli animali da ma­ cello e le carni fresche conservate che vengono dal­ l’America, il riso delle Indie, le sete della China e del Giappone. Sicché si vaticina oggi una crisi so­ ciale in Europa non più per carestie, come in pas­ sato, ma una crisi economica p er abbondanza. — Con cifre tolte da documenti degni di fede arriva a provare come quasi tutte le grandi nazioni di Europa non producano il frumento e le altre derrate dette di prima necessità indispensabili al nutrimento delle crescenti loro popolazioni, e l’Italia, per il frumento in special modo, sia di queste; come la concorrenza mondiale sia una necessità assoluta ed un bene per ]’ Europa, perchè la granicultura non produce più tutti i cereali occorrenti; come di questo fatto nes­ suno dei diversi Stati si preoccupi fin ora inquan- tochè col ritratto dai prodotti delle altre industrie si comprano le granaglie che mancano; come l ’ Italia pur non avendo grandi industrie, possa tuttavia con la moltiplicità dei suoi prodotti agrari sopperire al bisogno. Tuttavia per sostenere la lotta negli interni ed esterni mercati occorre migliorare i prodotti e diminuire le spese di produzione, invece che invo­ care dei dazii, così detti protettori, con i quali non si otterrebbe altro che delle rappresaglie sui non pochi prodotti che oggi esportiamo.

Chiede infine alle classi dirigenti, Governo e M u ­ nicipi di meglio applicare le imposte, di migliorare la viabilità e quando ciò si faccia insieme con una grande evoluzione dalle culture erbacee alle arboree spera che, almeno in Sicilia, non si debba avere di­ minuzione nel valore fondiario e locativo delle terre. Il Comm. Di Menza nota come la concorrenza del

grano d’America esercita due influenze diverse nel mercato d’ Italia, una verso i consumatori e l’altra verso i produttori di grano. E un beneficio per i primi che sono i più, e nemmeno un grave danno per i se­ condi, almeno rapporto ai grani di Napoli e di S i­ cilia, inquantochè la statistica dimostra che le nostre esportazioni di grani non hanno in 12 anni se non aumentato, neppure diminuito, essendo di 178 mila tonnellate nel 1871 e 174 mila nel 1882, e ciò perchè se i grani del Mar Nero e di Turchia pos­ sono far concorrenza per la quantità, e basso prezzo, non la reggono però per la qualità.

11 Comm. Chiara fa notare come ogni anno si diriga verso l’America una mondiale emigrazione di più che un milione di individui, quasi nella totalità composta di braccia validissime che si dedicano tutte ai lavori agricoli ; mentre in Europa appena la set­ tima parte è occupata nella coltura della terra. Nota come i terreni d’ Europa sieno smunti, sfrut­ tati, per tanti secoli di produzione, mentre in Ame­ rica non si coltivano oggi che terreni vergini, dei quali ne rimangono sempre estensioni immense.

Le facilità dei trasporti pei canali e le ferrovie che attraversano l'America, ed i noli bassissimi con­ corrono in gran parte ad invilire le derrate euro­ pee, che non possono reggere al confronto de! mer­ cato americano, costando più il nolo di una tonnel­ lata di mercanzie da Palermo a Castellamare anziché da Palermo a N e w -Y o rk ; vi sono molte altre ra­ gioni concomitanti come la scarsezza di capitali, la mancanza assoluta di credito agricolo, l’emigrazione dei capitali dalle campagne, 1’ abolizione del corso forzoso, le tasse eccessive. Non disconosce la insi­ gnificanza della diminuzione dell’ esportazione come quantità, ma non in valore. Crede difficile il potere indurre le nostre popolazioni agricole dedite da tanti secoli alla coltivazione del grano a cambiar sistema in un momento. Il tempo e la convenienza sugge­ riranno nuovi sistem i, esperienze e coltivazioni da noi finora non tentate. In conclusione l’ attuale crisi è agricola e fra poco si cambierà in agraria. Tale catastrofe mettendo più tardi in giusta proporzione il prezzo delle terre fino ad oggi esageratissimo, col valore dei grani e di altre derrate ora bassissimo, porterà una soluzione del problema nei rapporti tra produttori, proprietari, consumatori e capitalisti. La ricchezza nazionale ne sarà molto scemata. Il Go­ verno aiuti prontamente l’agricoltura col favorire lo sviluppo del credito agrario, il miglioramento della condizione degli agricoltori, la pastorizia, coll’ im ­ piantare scuole e depositi di macchine nei centri agricoli e con buone leggi sociali.

Il Sig. Abbate pone in rilievo ì timori suscitati specialmente in Inghilterra e in Germania dalla con­ correnza americana. Molto si studiò e si discusse in proposito. Loda fra noi il periodico La Sicilia Agricola e così alcuni scrittori e il Ministero di Agricoltura e Commercio per la pubblicazione nei bollettini di notizie agrarie.

Osserva che confrontando per un periodo più che decennale i dati della importazione e della esporta­ zione di parecchi prodotti agrari, le cifre delle espor­ tazioni, menochè delle granaglie o di qualche altro articolo di pochissima importanza, sono molto supe­ riori a quelle delle importazioni, minime per mol­ tissimi articoli, nulle per altri. L e esportazioni an­ nuali poi sono aumentate.

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L ’ E C O N O M I S T A 237 13 aprile 1884

di importazioni quasi al quintuplo di quelle della esportazione all’ estero; il qual fatto pare abbia ori­ gine nella inversione delle colture ed è estraneo alla tanto predicata concorrenza americana, essendo questa importazione venuta quasi tutta dalla Russia e dalla Turchia. L ’ allarme non deriva dunque da espe­ rienze proprie. Il numero delle derrate agricole espor­ tate da noi supera il 100, e il loro commercio è in aumento. L ’ allarme per la concorrenza straniera gioverà a promuovere il miglioramento dei nostri sistemi agrari e lo sviluppo delle industrie che d i­ rettamente ne derivano o vi sono affini.

Il Presidente Prof. Bruno riassume quanto fu detto dai precedenti oratori. Per quanto la Società non abbia modo di fare le estese e accurate indagini che oc­ correrebbero per valutare i pericoli prossimi o lon­ tani di una concorrenza straniera, gioverà spingere gli agricoltori a migliorare i terreni coltivati a fru­ mento, che in rapporto alla semenza danno un pro­ dotto molto inferiore a quello che si ottiene negli altri paesi di Europa, e a studiare la convenienza di una trasformazione di colture.

Pare al Prof. Bruno che la Società debba, lim i­ tarsi a discutere l’ argomento principalmente dal punto di vista economico. V i sono interessi allar­ mati che nel frattempo invocherebbero misure re­ strittive o anche proibitive.

Mentre in generale si parla di concorrenza ame­ ricana, sembra che 1’ America sia impensierita della concorrenza dell’ India. Da un brano che cita del De Molinari rileva due fatti. L ’ uno che due con­ trade granifere, la Russia e l’ America, le quali fa­ cevano larga esportazione di frumenti per 1* Europa, non han trovato difesa alla loro produzione nel si­ stema protettore, perchè l ’ India col libero scambio ha potuto talmente accrescere la produzione dei grani da fare una larga concorrenza nei mercati stessi di quelle due nazioni. L ’ altro fatto è che l’ India attese alla produzione dei grani senza curarsi d’ altro, e non essendovi colà t’ ostacolo di dazi doganali, i paesi stranieri vi mandano più facilmente le loro merci, che vendute sui mercati indiani rendono pos­ sibile la estesa esportazione di grani a basso prezzo. A l Presidente ha fatto impressione il discorso del Sig. Chiara che non va d’ accordo col Barone Turrisi.

Anzitutto esclude i timori di una concorrenza dei prodotti di qualità inferiore od uguale. La concor­ renza possibile è quella che può farsi con prodotti di prezzo inferiore e di una qualità identica o di poco inferiore ai prodotti indigeni. In questo caso osserva che gli stranieri non ci regalano i loro pro­ dotti, ma li paghiamo in sostanza coi nostri prodotti. I proprietari nel loro interesse sapranno difendersi e resistere alla concorrenza straniera. L ’ interesse privato è in ciò la stella polare. La statistica ci prova che i timori manifestatisi finora non hanno fonda­ mento. La larga importazione di granaglie dall’estero ha giovato ai consumatori senza nuocere ai produt­ tori. L ’ esportazione infatti si è mantenuta presso a poco la stessa. E fuori i nostri prodotti si sono ven­ duti a più caro prezzo di quel che si sarebbero ven­ duti in paese, e ciò principalmente per la qualità speciali dei nostri frumenti cosiddetti duri che sono molto ricercati. E questo fenomeno crescente gioverà ai produttori, mentre la concorrenza estera sui nostri mercati varrà a mantenere più basso il prezzo del grano sul mercato interno. Una ragione di timore si

trae dall’ estendersi sempre più in America la col­ tura dei cereali in terre non ancor dissodate e non possedute da alcuno. Crescendo così la produzione americana, la concorrenza per la nostra agricoltura si farà vieppiù difficile sul mercato nazionale e su quelli esteri, e giungerà il momento in cui la nostra produzione sarà impossibile.

Contro questi timori si può osservare: che nello stato attuale il prezzo dei grani nei mercati ame­ ricani non è molto minore di quello che corre nei mercati europei e ci vorrà tempo perchè il suo prez­ zo discenda al punto da escludere i nostri grani — che la coltura americana si estenderà principal­ mente col concorso dei capitali, il quale non avverrà se non quando lo smercio dei prodotti per I’ Europa potrà farsi senza ostacoli e con tenue spesa — che, mentre i capitali dovranno in parte rivolgersi a svi­ luppare ferrovie e canali, 1’ Europa avrà tempo di provvedere alle convenienti trasformazioni. Si osservi inoltre che la popolazione del nuovo mondo segna un raddoppiamento ogni 25 anni ; anzi nel Canadá il raddoppiamento si nota ogni 17 anni. Ora quanto più abbondante e meno costosa sarà la produzione delle derrate alimentari, tanto più rapido sarà 1’ in­ cremento della popolazione.

Tuttociò non toglie che dobbiamo .fare ogni sforzo per lottare e per vincere nel mercato interno e nei mercati esteri, migliorando la produzione. Ricorrere alla protezione sarebbe un rincarare il prezzo delle sostanze alim entari, con danno specialmente delle classi meno agiate. Ci troveremmo nelle condizioni dell’ Inghilterra prima del 1846. Oltre a ciò un au­ mento di dazio alla importazione dei frumenti ame­ ricani provocherebbe oggi una rappresaglia, per la quale verrebbero gravati i numerosi prodotti che noi mandiamo in America. La Francia ebbe nel 1881 a farne la esperienza.

Il Prof. Bruno nota finalmente che di fronte al- l’ ingrossare della questione sociale sarebbe improv­ vido provocare in questo modo una diminuzione di lavoro in tutte le industrie e un ribasso delle mer­ cedi. E conclude: « Laonde mi sembra per tutte le osservazioni fatte dagli onorevoli oratori che han preso parte a questa importante discussione che la nostra Società, anche in questa grave questione, non debba smentire i dettami della scienza, e che potrà alteramente sventolare la sua bandiera di libertà. »

RIVISTA DELLA STAMPA

SU LLA QUESTIONE F E R R O V IA R IA

L a nostra stampa quotidiana tutta intenta a di­ scutere intorno ai recenti avvenimenti parlamentari, e alle sue possibili conseguenze, non ci offre oggi che una messe scarsissima per questa nostra rassegna settimanale.

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sieno improvvisamente e con ragioni quasi identiche a sostenere con eguale calore, l ’idea di eseguire in­ vece il reparto delle nostre ferrovie in senso tra­

sversale.

L a caldeggia il Caffaro perchè nella divisione tra­

sversale delle ferrovie, trova l ’ unico mezzo di conci­

liare gli interessi di Genova con quelli di Venezia, e di far si che senza creare una rivalità certo non pro­ ficua fra le due città, si possano accordare all’ una e all’ altra gli stessi vantaggi; e perchè affidando tutte le linee dell’A lta Italia ad una società, questa potrà più facilmente vincere la concorrenza che dalle So­ cietà ferroviarie Austriache e Francesi si fa al nostro traffico, per favorire Trieste e Marsiglia.

E la Gazzetta di M antova, o per dir meglio certo signor Leonida Capra, in un suo articolo pubblicato da quel giornale, dal canto suo non crede che la di­ visione trasversale possa essere di ostacolo allo svi­ luppo dei nostri traffici, così interni come internazio­ nali, ma crede invece che sia urgentemente richiesta dalla diversità grandissima che a parer suo intercede fra le condizioni in cui versano, e gli intenti coi quali debbono essere esercitate le linee dell’Alta Italiane quelle della parte peninsulare del regno. Queste per la prossimità del mare e per la felice disposizione delffi nostra carta, non possono servire che come ausiliari ai trasporti marittimi; quelle invece deb­ bono non solamente soddisfare ai bisogni della parte più popolata, più operosa e più ricca della penisola ma servire anco al traffico internazionale, cercare di attirarlo a noi e vincere la concorrenza delle ferrovie estere degli stati finitimi. Da ciò la necessità di co­ stituire per le ferrovie dell’A lta Italia una Ammini­ strazione unica e affatto separata da quella del ri­ manente della rete ferroviaria italiana.

L ’ A d ria tico del 10 corrente, annunziando che la linea Milano-Chiasso fu assegnata alla liete Medi­ terranea, si dichiara insoddisfatto della condizione ap­ posta a tale concessione, che cioè la Società della Rete Adriatica potrà far correre sulla Milano-Chiasso i suoi treni, esercitare mediante commissari presso ogni stazione il controllo al servizio e dare il suo voto sovra ogni proposta concernente un mutamento di tariffa, e fa le seguenti osservazioni che riproduciamo per debito d’ imparzialità :

* Queste sono lustre, e nient’ altro, e non ingan­ neranno se non quelli che nuli’ altro desiderano se non d ’ essere ingannati. Per noi diciamo che il sa­ crificio di Venezia è consumato: 1’ accesso al G ot­ tardo per il traffico del nostro porto dipenderà ormai dal beneplacito dei concessionari della Rete Mediter­ ranea, e quei signori non sono gonzi ; pur concedendo ai treni della Rete Adriatica di correre su quella linea non ci permetteranno certo di valerci della linea stessa che ad essi appartiene, per far vantaggiosa concorrenza ai traffici che hanno interesse di favorire.

_ Il controllo sul servizio, il parere sui mutamenti di tariffa, non si possono efficacemente esercitare in casa_ d ’ altri : immaginarsi se quei signori della Rete Mediterranea non sapranno rendere inutile qualsiasi intervento dei commissari della Rete Adriatica !

« Nella peggior ipotesi prima penseranno a far cor­ rere lesti i loro treni; poi lascieranno la strada, e non sempre libera, a quelli dell’altra rete. Accidenti ne nascono tanti, e cause di forza maggiore se ne possono inventare di mille specie per aver sempre ragione a malgrado di tutti i controlli imaginabili.

« Notisi inoltre che il dispaccio aggiunge : « Così la Milano-Chiasso diventa linea quasi comune alle due reti. » Dunque nemmeno la comunione del ser­ vizio avrà la Rete Adriatica sulla linea Milano- Chiasso ; il quasi fa abbastanza comprendere il grado d ’ inferiorità nelle condizioni in cui verrà a trovarsi su quella linea la Rete Adriatica in confronto della Mediterranea.

« È il colmo delle ingiustizie possibili ! »

Fa quindi caldo appello alle autorità locali, alla stampa, ai deputati veneti di sinistra perchè alla Camera vengano propugnati e difesi i diritti di V e­ nezia conculcati dal Governo.

Il Caffaro del 10 prevede che non sia possibile im­ pedire l'alienazione delle ferrovie alla speculazione privata, e dice che sarebbe tuttavia necessario di allar­ mare la cosciènza nazionale contro il sistema di alie­ nare i grandi rami del pubblico servizio. Osserva che per ragioni economiche e per ragioni commerciali è condannabile questo sistema. Secondo il Caffaro l’ e- sercizio privato delle ferrovie è dannoso per ragioni militari, le quali impongono che le ferrovie, questo elemento efficacissimo della difesa nazionale, debbano amministrarsi dallo Stato. Accenna quindi alla sfug­ gita ai motivi che nell’ interesse della difesa nazionale si oppongono al passaggio dell’ esercizio ferroviario alla speculazione privata. Conclude dicendo che con­ servandosi allo Stato l’ esercizio delle ferrovie sarebbe sciolta da se la questione ch ’ agita Genova e Venezia per la linea Milano Chiasso.

Rivista Bibliografica

Ugo Rabbeno. — L ’ evoluzione del lavoro. Saggio di

sociologia economica. Parte I. Il lavoro esostorico.

L ’ autore premette al suo libro una confessione, che mi pare di eccessiva modestia, dicendo che egli non ha pretesa nè di molta originalità nè di molta erudizione.

Per quello che è dell’ erudizione, io trovo che la qualità è preferibile assai alla quantità. Inten­ dere bene le opere dei pochissimi veri maestri, l i ­ berarsi la mente dalle infinite e vuote parole che ci è toccato di leggere, di sentire e di studiare, per ignoranza nostra e altrui ; questa è l’ erudizione che ci occorre.

Ora un libro che serve a divulgare le dottrine più moderne, può passare benissimo per originale, mentre originali e maestri continuano a dirsi e a farsi dire coloro che ripetono per la millionesima volta le vuote astrazioni della vecchia filosofia.

E s’ intende che volendo divulgare le dottrine più moderne, più originali e più vere, sia estre­ mamente difficile aggiungervi qualche elemento di nuova originalità, salvo che l’autore ci dia il frutto di sue particolari e dirette investigazioni sulle leggi del mondo, e pigli posto tra gli stessi creatori della scienza ; ciò che per parte mia gli augurerei ben di cuore.

Ma venendo agli argomenti trattati dall’ autore in questo lib ro, esso ci vuole far conoscere l’ evolu­ zione del lavoro, incominciando a considerarlo nelle funzioni stesse degli organismi, poi nelle società di animali, poi nell’ uomo preistorico, e infine nelle so­ cietà dei selvaggi attuali.

Questa essendo l ’orditura generale del libro, par­ rebbe di dover credere che tra il lavoro come fun­ zione organica ed il lavoro come azione sul mondo esteriore passi non solo qualche rapporto di analogia, ma anche un rapporto di successione. Invece l’a u ­ tore incomincia mettendo in dubbio e anzi conte­ stando adirittura che vi sia questa connessione consecutiva tra i fatti biologici e i fatti sociologici. A suo avviso * biologia e sociologia comprendono

(7)

sub-13 aprile 1884 L’ E C O N O M I S T A 239 « strato comune, 1’ animalità ; questo substrato co-

« mune ci dà ragione delle grandi ed evidenti « analogie, mentre poi la non meno manifesta di- « versità degli ambiti della biologia e della socio- « logia non permette di accomunarle nè di ritenerle « consecutive. Per tutto questo crediamo sia, se « non altro, meno inesatto l ’affermare che biologia « e sociologia seguono due evoluzioni parallele, « analoghe e sincrone. » (pag. 52, 53).

Confesso che per me tutto questo, e il resto che è detto nello stesso senso, non ha più o non ha ancora la chiarezza caratteristica di una dottrina positiva. Se i fatti sociologici sono diversi dai b io ­ logici, assai probabilmente sarà anche vero, che non in tutto identico ne deve essere il punto di origine, non in tutto analoghe, non in tutto parallele e non in tutto sincrone ne devono essere le evoluzioni. E la stessa distribuzione degli argomenti trattati nel libro fanno appunto fede di una naturale e logica successione delie due diverse specie di fenomeni.

Per dire tutto, io non trovo nemmeno tanta ana­ logia tra le funzioni degli organismi e il lavoro degli animali, e tra il lavoro^ degli animali e quello del­ l’uomo, da poter comprendere l ’ intiera serie di questi fatti in una sola generalizzazione, la quale non abbia il difetto delle generalizzazioni del vecchio stampo. Volendo stare nel vero, e volendo riescire a scoprirlo sempre più e sempre meglio, bisogna guardarsi dall’ esagerare sia le analogie che le di­ versità ; mentre quello che importa è di vedere le cose come sono. Con che intendo unicamente di avvertire che dalle vagheggiate analogie, in cui l’autore si compiace, egli non potrà forse ricavare quei concludenti resultati, che mostra di sperare, sebbene in questo io sarei felicissimo di ingannarmi.

E lo stesso avviso mi parrebbo di dovere esten­ dere anche in riguardo alla supposta costante e in ­ variabile influenza degli ambienti sulle evoluzioni degli ordinamenti sociali e del lavoro umano. A me sembra, che in ambienti sim ili siano possibili evo­ luzioni diverse, come in ambienti diversi siano pos­ sibili evoluzioni sim ili ; e ciò perchè infinita è la varietà possibile di combinazioni di dati così com­ plessi come sono quelli degli organismi e delle cir­ costanze in cui si svolgono'. L a q u a l cosa appare evidente, considerando il fatto stesso dall’ autore egregiamente rilevato, che cioè si trovino i selvaggi più rozzi nei luoghi dove è possibile la più elevata civiltà, e si trovi, per esempio, in Australia una flora e una fauna tanto straordinaria, sebbene vi si possa facilmente sostituire la flora e la fauna del nostro emisfero.

L ’ autore termina questo suo primo saggio di so­ ciologia economica con un appropriato riassunto sui caratteri del lavoro esostorico. Fa notare, che da prima fi lavoro è puramente individuale e corri­ spondente alla soddisfazione dei bisogni più urgenti; che in seguito il lavoro si va specializzando e d i­ videndo; e che in fine l ’ ordinamento del lavoro incomincia ad assumere la forma della schiavitù.

P e r questo ultimo punto io forse abbonderei nel senso dell’ autore, perchè parmi che la forma della schiavitù sia quasi universale tra i selvaggi, se è vero che quasi lutti opprimono con lavoro eccessivo le donne.

E anche questa forma di schiavitù persiste pur troppo ad essere vera nei tempi storici, come l’au­

tore stesso avrà campo di insegnarci, quando pro­ segua il suo interessantissimo studio, secondo le sue promesse.

R eggìo-Em ilia 1884.

Luigi Rameki.

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al 29 febbraio 1884

Ecco i risultati del conto del Tesoro al 31 gen. 1884: A t t i v o !

Fondi di Cassa alla scadenza del 1883 L. 596,582,337 Crediti di T e s o r e r ia ... » 69,000,477 Entrata o r d in a r ia ... » 210,350,495 Detta straordinaria... » 27,169,556 D ebiti di Tesoreria...» 579,017,769 L . 1,482,120,636 P a s s i v o :

D ebiti di Tesoreria alla scad.del 1883 L. 562,569,077 Pagamenti a tutto febbraio 1884. . » 182,793,727 Crediti di Tesor. a l 29 febbraio 1884 » 159,316,644 Fondi di Cassa al 29 febbraio 1884. » 577,441,186

L . 1,482,126,636 G l’ incassi verificatisi presso le Tesorerie del Re­ gno durante il mese di febbraio ultimo scorso asce­ sero a L . 130,824,129 e presentano 1’ aumento di L . 9,712,906 in confronto del febbraio 1883.

I principali capitoli che ebbero aumento furono i seguenti: imposta sui fondi rustici e sui fabbricati per L . 1,192,001,81. L ’ aumento per altro deriva in parte dalla circostanza che nel 1883 mancò la riscossione delle imposte nelle provincie venete per effetto della legge di sospensione del 27 decembre 1882, ed in parte dall’ essere stata prorogata la r i­ scossione della prima rata- per il 1883, per non avere taluni nuovi esattori, prestata in tempo debito la voluta cauzione. Fra le tasse di consumo troviamo un aumento di L . 16,309,332 nei tabacchi, ma que­ sto incasso rappresenta il prodotto delle vendite nel mese di febbraio, essendo rientrato col 1° gennaio 1881, il monopolio dei tabacchi in amministrazione diretta dello Stato per cessazione della convenzione con la Società della Regìa cointeressata dei Tabac­ chi. Un anmento di L . 2,830,000 Io troviamo nel capitolo — Strade ferrate di proprietà dello Stato — ma questo aumento proviene dai versamenti fatti nel febbraio p. p. per 2 milioni dall’ amministrazione delle ferrovie dell’ Alta Italia, e per L. 850,000 da quella delle ferrovie Romane, versamenti che non si verificarono nel mese corrispondente del 1883. U n altro aumento per l’ammontare di L . 1,949,033 si è verificato nel capitolo dei residui attivi, ma 1’ aumento deriva per la massima parte, dai versa­ menti fatti dei residui della tassa di macinazione.

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Nei prim i due mesi del 4884 gl’ incassi ascesero a L . 237,520,051 contro L . 205,945,094 nei due mesi corrispondenti del 4883 con un aumento cosi a fovore del 4° bimestre dell’ anno in corso di L . 34,604,957.

I pagamenti fatti dalle Tesorerie per conto dei varj ministeri ascesero nel suddetto mese di febbraio a L . 84,311,423 con un aumento di L . 9,391,327 nel mese corrispondente del 4883.

L ’ aumento maggiore spelta al Ministero dei lavori pubblici con L . 4,427,523; vien poi il Ministero delle finanze con L . 3,788,547, e quello della guerra con L . 2,026,685. L ’ unico Ministero che diminuì i suoi pagamenti fu quello del Tesoro, che ebbe una diminuzione di L . 4,124,779.

Passeremo ora a paragonare alcune cifre degli incassi del febbraio scorso, col bilancio preventivato dal 1 gennaio al 30 giugno 1884.

Le ent. sono state prevent. in L . 699,689,701,37 che divise per sei poiché il bilancio è semestrale, danno L . 116,614,930 al mese. A risparmio di spa­ zio, e perchè i nostri lettori possano vedere a colpo d’ occhio gli aumenti e le diminuzioni riassumeremo in prospetto le principali cifre delle entrate e delle spese col respettivo preventivo.

Entrata

Redditi patrimoniali... L, Tasse in amministrazione della

D ir. Gen. del Demanio, Tassa sul prodotto del m ovi­

mento a grande e piccola ve lo c ità ... D iritti delle Legazioni e dei

Consolati a ll’ estero... Tassa sulla fabbricazione degli spiriti, birra, eco... Dogane e diritti m arittim i... D azi interni di consum o.. . . . T abacchi... S a l i ... L o t t o ... ... Poste... Telegrafi... Strade ferrate dello S tato.. . . Servizi d iv e r s i...

Le imposte dirette venendo riscosse bimestral­ mente cominciando dal 1° febbraio di ciascun anno, il confronto fra T incassato e il preventivato anziché mese per mese come abbiamo fatto per le altre en­ trate, lo faremo bimestre per bimestre. Eccone frat­ tanto i risultati.

Imposta sui fondi rustici e sui fa bb rica ti... L. Tassa sui redditi di ricchezza

m o b ile ...

terzo della Incassi

somma nel preventi­ febbraio vata 1884 31,640,721 31,136,797 32,401,116 18,337,811 differenza 503,924

Circa alla tassa sui redditi di ricchezza mobile tra­ lasciamo il confronto fra il preventivo e l ’incassato perchè riescirebbe incompleto non essendo comprese nella somma di L . 18,337,811 le ritenute sopra i fondi, valori pu bblici, ed altri cespiti d’ entrata che lo Stato incassa direttamente semestre per semestre.

Passiamo adesso alle spese. Esse sono preventi­ vate per il 1° semestre 4884 in L. 751,240,137 che divise per sei danno L . 125,206,693 per ciascun mese. Nel complesso dai dieci ministeri furono spese nel mese di febbraio L . 84,311,423 e quindi una minore spesa sul preventivato di L . 40,895,270.

Ecco adesso il prospetto:

Ministero del Tesoro... L. Id. delle fin a n z e ... Id. di grazia giustizia e dei culti... Id. degli affari esteri. Id. dell’ istruzi. pubb. Id . dell’ in tern o... Id. dei lavori pubblici Id. della guerra... Id. della m a rin a ... Id . dell’agric. industr. e com m ercio.. . sesto della spesa preventi­ vata 59,856, ( 14,063, : 2,813, 553, 2,548, 5,173, 14,003, 20,142, 4,908, 1,082,106

spesa nel differenza febb. 1884 — 20,663.893 — 39,192, 795 12,905,684 — 1,157,637 2,506,939 — 296,844 542, 343 — 10,863 3,452,601 + 904,431 4,005,324 — 1,168,672 14,295,093 -4- 291,226 19, 175,697 — 967,004 5,022,033 53,125 1,741,811 + 659,705 84,311,423 — 40,895,270 Finalmente se paragoniamo i resultati del feb­ braio 1884 con quelli del febbraio dell’ anno prece­ dente si hanno i seguenti resultati :

mese di feb. 1884 diff. col feb. 1883

Entrate ordinarie sesto della somma preventi­ vata Incassi nel febbraio differenza 2,081,433 1,037,393 - 1 ,0 4 4 ,0 4 0 13,335,000 11,652,737 - 1 ,6 8 2 ,2 6 3 1,367,658 1,272,840 — 94,818 88,333 31,973 — 56,360 1,598,833 13, 333,333 6,614,937 13.616.666 6, 716.668 6.041.666 3.066.666 897,410 4,558,433 1,339,466 1,087,478 14,502,874 6,801,143 16, 509,352 6,879,197 5, 304,470 2,921,494 726,405 2,850,000 1,351,415 — 511,355 + 1,169,541 + 176,206 + 2,892,686 + 162,529 — 737,196 — 145,172 — 171,005 — 1,708,433 + 11,949 .L. Redditi patrim oniali.. Imposta fondiaria . . . Imposta sui redditi di ricchezza

m obile... Tasse in amministrazione della

Direzione Generale del De­ manio ... . Tassa sul prodotto del m ovi­

mento a grande e piccola v e ­ locità sulle fe r r o v ie ... • D iritti delle Legazioni e dei Consolati a ll’ estero... Tassa sulla m acinazione.. . . Tassa sulla fabbricazione degli

alcool, della birra, acque ga­ sose, e cc... Dogane e diritti m arittim i.. . . Dazi interni di co n su m o ... Tabacchi... S a l i ... Multe e pene pecuniarie... L o t to ...«... P oste... Telegrafi... Strade ferrate dello Stato... S ervizi diversi...-Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse... Partite di g ir o ... • • • Entrate straordinarie effettive. Movimento di ca p ita li...

1,037,393 31,136,797 18,337,811 11,652, 737 1,272,840 34,972 1,087,478 14,502,874 6,801,143 16,509,352 6,879,197 5,304.470 2,921,494 726,405 2,850,000 743.611 1,070,076 — 624,898- 1,351,415 2,085,587 . 1,391,100! + 109,331 1,192,001 775,698 676,881 67, 740 56,973 3,731,452 500,131 740,875 751,719 16,509,352 379, 485 77, 56 925,528 286,198 6,963 2,850,000 11,119 78, 413 383,472 1,350,640 2,246,335 1,322,643 E nel totale si ebbero incassi per L. 130,821,129 cioè L . 9,712,906 più del febbraio 1883. Dobbiamo però osservare che nel mese di febbraio 1883 non vi è compreso il prodotto dei Tabacchi, il quale si pagava dalla Società a epoche diverse.

I pagamenti nel febbraio dei due anni dettero i seguenti resultati :

° nel feb. 1884

Ministero del T esoro... L. Id. delle fin a n ze... di grazia e giustizia, degli affari esteri.. . della pubb.istruz. .. dell’interno... dei lav. p u b b lic i.... della guerra... della marina . . . . dell’agr. ind. e com.. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. To t a l e L.

diff. nel feb. 1884 20,663,893 12,905,684 2,506,939 542,343 3,452,601 4,005,324 14,295,093 19,175,697 5,022.033 1,741,811 -f* 4,124,779 3,788,647 11,365 72,922 903.214 441.215 4,427,523 2,026,685 1,165,794 678, 737 84,311,423 + 9,391,327 Facendo ora il confronto fra g l’ incassi ,e i paga­ menti si avrebbe :

Entrate nel febbraio 1 8 8 4 ... L . 130,821,129 Pagamenti » » . . . » 84,511,123 Differenza -f- L . 46,309,706 Nel febbraio 1883 si aveva avuto :

(9)

13 aprile 1884 L ’ E C O N O M I S T A 241

I PRODOTTI DELLE FERROVIE NEL « .

Dal Ministero dei lavori pubblici è stato recen­ temente pubblicato il prospetto dei prodotti delle Strade Ferrate del Regno nello intero anno 1883 in confronto con quelli del 1882. Ecco i risultati.

1 8 8 3 1 8 8 2 Differenza Alta Italia... L . 104,159,013 96,362,133 4 - 7, 796, 880 R om a n e... 34,907,957 32,712, 213 4 - 2,195,744 Calabro S ic u le ... 12,584,913 12,348,827 266,086 F errovie di diverse So­

cietà eser.dallo Stato 16,559,686 18,190,032 4 - 369,654 Ferrovie M eridionali.. 26,095,139 24, 939,103 -+. 1,156,036 » V enete... 1,261,644 1,163,413 4- 98,231 » Sarde.. . . 1,524,557 1,419,319 4 - 105,238 » diverse ... 3, 763,603 3,115,674 4 - 674,929 Totale generale L. 202,856,512 190, 220, 714 ■+■ 12,635,798 Da questo prospetto resulta che tutte le linee det­ tero nel 1883 un maggior prodotto, e che l’ aumento raggiunse la cifra di L . 12,635,798 in confronto del­ l’anno precedente.

Ecco adesso il prodotto chilometrico nel 1883 in confronto col 1882.

18 83 1SS* Differenza L . 37,467 36,695 4- 722 . . . . 20,692 19,413 4- 1,279

9,172 4- 47

Ferrovie di diverso Società

esercì-353 tate dallo Stato... 19,454 4

-Ferrovie Meridionali... 16,048 4- 10

. . . . 9,209 8,492 4- 717 » S arde... . . . . 3,811 3,648 -h 163 9,499 4- 672

Totale gen erale.. . . L . 21,810 21,142 4- 668

Y i è stato pertanto nel 1883 un aumento nella media del prodotto chilometrico per l’ammontare di L . 668, al quale aumento parteciparono tutte le linee.

Dal 1° gennaio al 31 decembre 1883 vennero aperti all’esercizio i seguenti tronchi di linee : Meridionali — Rete Adriatica..

A lta Ita lia - Lineecomplementari

Barino Casacalenda.. Chil. 13 i Vinchiaturo-Bar anello.. . f . 5

Baranello-Campobasso... 8 | Campobasso Casacalende. . 37 ^ Terni Rocca di Corno . . . . 79 142 / Robbio V e rce lli... 13 L Novara R om agnano... 30 ? Parma F ern ovo... 23 i Cava Manara-Cava Carbonara 4 \ Ferrara A rgen ta ... 34 104 „ , „ , .... j , rr- , f Sassuolo-M odena... 18 Saaauolo-Modena-Mirandola-Finalej Modena-Mirandola . . . . 31

Ì

x i a u i p a g u o " 6 1 U 1' U “ . . • • Catanzaro-Marina , Oa tanzaro-Sala. 49 9 39 S a rd e ... Terranova-Golfo degli aranci 22

Ventoso-Scandiano-Reggio Guastalla— Reggio Em. Ventoso 15

Parma-Guastalla-Suzzar a ... — Parma-Guastalla-Suzzara 44

Totale Chil. 415 N el 1883 furono aperti all’ esercizio 415 chilometri di nuove ferrovie.

Notizie economiche e finanziarie

Situazione delle Banche di emissione italiane

(in milioni)

Banca Nazionale del Regno

20 marzo 31 marzo differ. r Cassa e riserva .. L. 287,0 289,0 + 2,0 I Portafoglio... 174,4 187,7 - f 13,3 [ A n t ic ip a z io n i... 2 4 ,4 2 4 ,3 0 ,1 / Capitale...L. 200,0 200,0 \ Massa di rispetto.. 33,9 33,9

I S S a S S - . l ® « * * “ ;li18M+ 711

Banco di Napoli

10 mar. 20 mar. differ.

/ Cassa e riserva.. L . 120,2 120,1 0,1 \ Portafoglio... 49,6 47,7 1,9 l Anticipazioni... 31,3 30,9 0,4 [ Sofferenze... f Capitale...L . 48,7 48,7 , A Massa di rispetto.. . 4,8 4,8 Circolazione. 132,9 )1980 —

V Altri debili a rista. 65,1 i 65,6)

Banca di Francia

3 aprile 10 aprile diff. (Incasso metallico Fr. 2,010,6 1,994,4 16,2 fittili) (Portafoglio... 1,076,5 970,6 105,9

(Anticipazioni... 306,1 305,5 0,6

Do ,oi»n 1 Circolazione... 2,973,4 2,966,7 06,7 PlbSiVO (0Qnti correnti... 510,2 482,3 — 27,9

Banca Imperiale di Germania

22 marzo 31 marzo differ. Incasso m etallico. . . St. 30,9 29,8

Portafoglio e anticipaz. 16,7 21,3 + 4,6 C ircolazion e... 34,2 39,0 + 4,8 IConti correnti... 10,5 9,7 0,8

Banca nazionale del Belgio

20 marzo. 27 mar. differenza

r Incasso metallico Fr.101,2 105,0 -J- 3,8 1 Portafoglio... 276,5 281,4 -j- 4,9 ( Anticipazioni... 16,3 13,4 — 2,9 ( C ircolazione... 343,7 344,4 -j- 0,7 ( Conti correnti... 64,0 67,4 -f- 3,4

Banche associate di Nuova York.

22 marzo. 29 mar. differenza i Incasso m etallico.. . St. 13,4 13,4 — j Portafoglio e anticipaz. 69,5 69,2 — 0,3

(Circolazione... 2,8 2,8 —

( Conti correnti... 69,9 69,3 — 0,6

Banca dei Paesi Bassi

28 marzo 5 aprile differ.

Incasso metallico Fior. 118,6 118,6 —

P o r t a f o g l i o ... 4 2 ,3 4 9 ,8 - f - 7 ,5 A n ticip azion i... 42,4 43,1 + 0,7 Capitale... 16,0 16,0

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Banca Austro-Ungherese

31 marzo 7 aprile. differ. .... ( Incasso metallico Fior. 186,0 187,4 -4- 1,4 flttlVO ] Portafoglio... 130,4 130,7 -j- 0,3 ( Anticipazioni... 22,5 22,6 -j- 0,1 Passim Circolazione... 350,0 353,8 4- 3,8 ' Conti correnti... 86,4 86,7 -j- 0,3 Banca d’ Inghilterra (2 aprile.)

Aumentarono: la circolazione di st. 904,585; i conti correnti particolari di sterline 1,690,314 e il portafoglio di sterline 858,131.

Diminuirono : i conti correnti del Tesoro di ster­ line 1,949,704; i fondi pubblici di st. 1,099; Xin­ casso metallico di st. 858,131 e la riserva biglietti di ster. 1,033,126.

Clearing House. Le operazioni ammontarono nella settimana che terminò eoi 2 aprile a st. 135,338,000 cioè a dire ster. 33,708,000 più che nella settimana precedente e ster. 11,856,000 meno che nell’ ottava corrispondente del 1883.

— La Banca Nazionale Toscana ha affidato la pro­ pria rappresentanza, nella città e provincia di Faen­ ze, alla Banca Popolare Faentina. In conseguenza di ciò la Società delle Ferrovie Meridionali ha disposto che, a termini dell’ articolo 15 della legge 30 aprile 1874, e di quelle successive che hanno prorogato il corso legale dei biglietti propri degli istituti di emis­ sione, le stazioni di Ravenna, Godo, Russi, Bagna- cavallo, Lugo, Solarolo e Castel Bolognese debbano accettare i biglietti della suddetta Banca Nazionale Toscana.

— Nel mese di Marzo ultimo le vendite dei ta­ bacchi superarono di 400,000 lire quelle del mese corrispondente dell’ anno 1883.

— Nell’ anno 1883 sopra 2,611,553 ettolitri di vino esportati dall’ Italia, ettolitri 1,190,869 avevano ricevuto una aggiunta di spirito che si ragguagliava in media al 3,80 per cento.

— Nel marzo scorso 1’ Italia ha ricevuto dalla Germania 54,102 tonnellate di carbon fossile, men­ tre nel marzo dell’ anno scorso furono soltanto 45,300 tonnellate. Questo maggior consumo si deve naturalmente al Gottardo. È dà notarsi però che la esportazione di carbone tedesco per la Russia e l’A u ­ stria è in sensibile diminuzione.

— L ’ esportazione da Milano agli Stati Uniti di Am erica dal 1° gennaio 1784 al 31 marzo 1884 ammonta a fr. 3,252,179.65, ripartiti come segue:

F orm ag gio... Fr. 17,398 05 G u a n t i... ,, 278,180 48 Bottoni di Corna... » 3,287 55 Bevande m e d ic in a li... » 815 40 Medicinali prep arati... » 1,357 40 Istrumenti m u s ic a li... » 1,562 30 Q u a d r i... ... » 386 00 Seta g re g g ia ... » 7,862,499 SO Tessuti di seta... ,, 47,945 80 Statue in marmo... » 7,113 00 Treccia di p a g lia ... » 9’,950 00 Ornamenti per te a tro ... » 19,785 35 Miscellanea... » 1,366 20 Totale Fr. 3,252,179 65

BOLLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI (Situazioni al 29 febbraio)

Il giorno 17 febbraio ultimo scorso, fu tenuta a Siracusa l'Assemblea ordinaria dagli azionisti della Banca Mutua P op ola re Siracusana. Dal resoconto dell’ esercizio 1883 che abbiamo sott’ occhio, rile­ viamo la eccellente situazione di quell’ Istituto.

Il capitale sociale al 31 dicembre 1883 era di lire 400 mila diviso in 4000 azioni da lire 100 e il fondo di riserva ascendeva a 55,592 lire. Il com­ plessivo movimento di Gassa fu di lire 27,268,000 con una rimanenza al 31 dicembre di lire 80,674.

G li effetti scontati furono 4864 per lire 6,176,000, e i prestiti ascesero a 163 per lire 72.409. I de­ positi a risparmio chiudono colla cifra di L . 1,164,000, e di questi per lire 601,000 sono vincolati a tempo o ritirabili colla disdetta di 3 mesi.

L ’ utile netto è risultato in lira 45,597, e a norma dello Statuto sociale fu assegnato ai soci un d iv i­ dendo di lire 31,918,26 pari a lire 7,979 per ogni azione; però prelevando lire 2081 74 dal fondo r i­ masto in sospeso degli 1881-1882, il dividendo è portato a 8 50 per azione. In questa cifra sono com­ prese lire 3 pagate come acconto di dividendo nel primo semestre dell’ esercizio, per cui rimangono a complemento lire 5 50.

Il fondo di riserva viene poi a figurare Der

lire 62,780 43. H

È stato pubblicato il resoconto della gestione della Banca Mutna P op ola re di Firenze per l’anno 1883. Eccone i resultati principali:

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13 aprile 1884 L ’ E C O N O M I S T A 243

CRONACA BELLE CAMERE HI COMMERCIO

Camera di Commercio di Firenze. — Nella riu ­ nione del 5 Aprile fu letta alla Camera una rela­ zione circa all’ andamento dell’ uffizio di Stagiona­ tura delle sete, e presentato il relativo bilancio pre­ ventivo per l’ anno in corso che venne approvato. F u letta quindi una officiale del Ministero di agri­ coltura, industria, e commercio che annunziava che la Camera di Firenze era stata designata ad aver voto nel Consiglio dell’ industria e del commercio anche nel corrente anno. Finalmente il presidente annunziava due nuove esposizioni universali. La prima d’ igiene verrà tenuta a Londra nei prossimo Maggio e avrà per fine il miglioramento morale e materiale delle classi operaje, e la seconda avrà luogo in Vienna nel prossimo ottobre e comprenderà i motori, le macchine e gli attrezzi per la piccola in ­ dustria. Il presidente a nome del governo esprime la speranza che nonostante l ’ Esposizione di Torino, i produttori italiani vorranno prender parte ad am­ bedue le esposizioni.

— Il Presidente della Giunta Distrettuale di F i ­ renze ci prega di far noto che malgrado le solleci­ tazioni perchè venga pubblicato l’elenco dei giurati che furono nominati nelle elezioni della decorsa Do­ menica 6 corrente, non può aderire a tale domanda in quanto che le elezioni parziali delle Giunte deb­ bono formare oggetto di uno scrutinio generale di Lista sui resultati delle votazioni avvenute presso ognuna delle Giunte del Regno.

Camera di Commercio di Verona. — Dopo varie comunicazioni fatte dalla presidenza la Camera di Verona nella tornata del 15 marzo prendeva nota della risposta ministeriale in esito alle proposte fatte nella seduta del 31 novembre 1883 sulla de- fìcenza dei carri di trasporto ferroviario per servizio delle merci specialmente nei mesi di autunno. Fecero osservazioni sulla stessa vari consiglieri e il resul­ tato della discussione fu che il commercio non può ritenersi soddisfatto dalle dichiarazioni fatte dal mi­ nistero e si riconobbe che il traffico locale di espor­ tazione segnando sempre un maggior progresso, vi è realmente deficenza di carri di trasporto per cor­ rispondere al detto movimento. In conseguenza di che la Camera deliberò di presentare nuove istanze al Governo affinchè si provveda a dotare stabilmente le ferrovie italiane, e specialmente quelle stazioni nelle quali ha luogo un maggior movimento di tra­ sporto di un sufficiente numero di veicoli, prendendo per base le richieste di questi ultim i anni. Inoltre la Camera dopo avere discusso sul riordinamento della pianta degl’ impiegati di ufficio e deliberato L . 7000 per il restauro di un fabbricato camerale, appro­ vava il proprio bilancio consuntivo del 1883 nella somma di L . 35,018,42 all’entrata e di L . 24,587,36 all uscita, e così con un avanzo di cassa per l ’am­ montare di L . 10,431,06.

Camera di Commercio di Savona. — Nella tor­ nata del 28 Marzo dopo avere preso nota di varie comunicazioni e espletato varie incombenze di ordine amministrativo deliberava quanto appresso.

In conformità alle pratiche già fatte per ottenere dal governo la istituzione di una tariffa unica a be­ nefizio del commercio in generale, e per semplifi­

care il sistema attuale tanto costoso complicato e difficile per gli stessi impiegati ferroviarj e spedi­ zionieri, deliberò di appoggiare la istanza della Ca­ mera di commercio di Pisa diretta ad ottenere dal Ministero dei lavori pubblici che sulle reti delle fer­ rovie italiane vengano applicate le tariffe differen­ ziali computando l ’ intera percorrenza senza dividerla fra le singole linee, in modo che la merce ottenga le riduzioni stabilite come se percorresse una sola linea.

Aderendo alla proposta della Camera di Siena re lativa agli spezzati d’ argento, deliberò di ricorrere al governo affinchè provveda con disposizioni eque e razionali a far cessare o almeno attenuare i danni derivanti al commercio tanto piccolo, che grosso dal- 1’ obbligo imposto alle pubbliche casse di non potere ricevere più di L . 50 in spezzati d’ argento per ogni singolo pagamento.

Votò L. 20 come suo contributo al dono nazio­ nale al Senatore Magliani prelevandole sui fondi delle spese casuali stanziate nel bilancio del 1883.

Camera di Commercio di Pavia. — La rappre­ sentanza commerciale di Pavia nella tornata del 27 marzo deliberava quanto appresso :

Ritenute presenti le condizioni dell’ industria sa - lumiera nella provincia di Pavia deliberò di appog giare la rimostranza della Camera di Modena tendente ad ottenere che « sieno esentati dal pagamento del dazio consumo nei Comuni aperti, e nella zona dei Co­ muni chiusi fuori del recinto daziario, gli stabilimenti per la lavorazione e salagione di carni non vendute direttamente ai particolari consumatori, ma solo fornite ai negozianti e rivenditori del luogo e di altri paesi ; e chè tale esenzione si estenda tanto agli animali bovini e suini che si macellano negli stessi stabilimenti, quanto alle carni fresche già ma­ cellate che vi si introducono » limitatamente però nel senso che venga restituito il dazio che si per­ cepisce sui prodotti di esportazione. Raccomandò al Ministero dei lavori pubblici la domanda della Ca­ mera di Pisa per ottenere che sulle due reti di ferrovie Romane e dell’Alta Italia, vengano applicate le tariffe speciali differenziali computando l ’intiera percorrenza senza dividere i percorsi fatti dalla merce sulle singole linee, in modo che la medesima ottenga la riduzione di tariffa di cui godrebbe se percor­ resse una sola linea. Passò all’ ordine del giorno sulla domanda della Camera di Siena e Grosseto relativa agli spezzati d’ argento di mezza lira, una lira, e due lire, di cui abbiamo parlato riassumendo le discussioni di altre Camere di commercio.

RIVISTA D E L L E BORSE

Firenze, 13 Aprile 1884.

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