L ’ E C O N O M I S T A
GAZZETTA SETTIMANALE
j SCIENZA ECONOMICA, -FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Direttore : M. .1. de Joliannis
Inno M I! ■ Voi. LI
F k n u i M . 14 i n o 1920 j
F I R E N Z E : 31, Via della PergolaR O M A : 56, Via G rego riana
H. 2393
1920Alcune combinazioni che abbiamo potuto stipulare con periodici che andremo assorbendo nel corso del l’anno prossimo ci permettono di riportare l’Economista al numero di pagine che esso aveva prima della guerra e di completarne quindi in modo notevole la redazione; la circolazione, per effetto delle fusioni accennate, verrà ad aumentare tanto da superare di gran lunga la somma delle tirature dei periodici congeneri. I miglioramenti accennati, che dobbiamo alla fedele assistenza dei vecchi e nuovi lettori, cui siamo altamente riconoscenti, po tranno essere attuati solo col mese di aprile a causa di difficoltà tipografiche.
B I B L I O T E C A D E “ L ’ E C O N O M IS T A „
St o d i Ec o n o m i c i Fi n a n z i a r i e St a t i s t i c i p u b b l i c a t i A c u r a d e L’ ECONOMISTA
1 ) Fe l i c e Vi n c i
L’ ELASTICITÀ’ DEI CONSUMI
con le sue applicazioni ai consumi attuali e prebellici
== L. 2 ==
Ga e t a n o Zi n g a r i 2 >
0i alcune esperienze
tratte dalla arassi della statistica
L. 1 '■
3 ) Do t t. Er n e s t o Sa n t o r o
Saggio critico su la teoria del valore
nell’economia politica___________________________- - L . 4 = ___________________________
* ) Al d o Co n t e n t o
Per una teoria induttiva dei dazi
sul grano e sulle farine
_ _ = L . 2 = f = I n v e n d i t a p r e s s o i p r i n c i p a l i l i b r a i - e d i t o r i e p re s s o l ’ A m m in is tr a z io n e d e l l ’ E c o n o m is ta — 56 V ia G r e g o ria n a , R o m a . S O M M A R I O : PARTE ECONOMICA.Lo sbilancio dei pagamenti all'estero.
Il risparmio nella crisi bellica I9I4- I9 ( Bo t e r à An t o n i o). Europa e. America pel futuro traffico.
La Confederazione generale dell’agricoltura. Circolazione e riserve metalliche, RIVISTA BIBLIOGRAFICA.
FINANZE DI STATO.
D e b iti d i S ta to . — S p e s e d i g u e r r a .
NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.
C o sto d e l l a v ita . — I n d i c e d e i p r e z z i d e l l e m e r c i.
RIVISTA DEL COMMERCIO
C o m m e rc io c o n la T r i p o l i t a n i a , c o n l a T u n i s ia e c o n l ’E g itto . C o m m e rc io d e l c o to n e . — P e tr o l io n e g l i S ta ti U n iti.
S it u a z io n e d e g li I s t i t u t i d i C re d ito .
P A R T E E C O N O M IC A
Lo sbilancio dei pagamenti all’estero.
Un recente articolo del prof. Porri (1) analiz zava il valore reale della nostra bilancia com mer ciale nei riflessi dei pagamenti co ll’estero e m i rava giustamente a condurre alle dovute propor zioni la impressione della differenza fra le cifre della importazione e della esportazione.Uno studio non meno interessante è dovuto ad uno scrittore di cose econom iche, valente quanto modesto, il quale nel Giornale degli Economisti dell’agosto e settembre u. s. lia tentato, con acume, di stabilire le partite di attivo e passivo nel b i lancio dei pagamenti all’estero d ell’Italia, a lfin e di trarre conferma delle com plesse difficoltà che si oppongono a iscrivervi le cifre relative.
Prima dello scoppio della guerra si può dire che per l ’ Italia, le partite di attivo e passivo nei pagamenti all’estero avessero queste prime nove partite.
PA SSIV O .
1. Valore delle importa zioni all’estero secondo le statistiche doganali. 2. Sbilancio dei conti con
le amministrazioni po stali telegrafiche estere, se a debito del paese. 3. Noli incassati dalla ban
diera estera per tra sporto di merci nazio nali esportate franche al luogo di destinazione. 4. Spese di turisti indigeni
viaggianti all’estero. 5. Somme recate con loro
da cittadini nell’ emi grare all’estero.
6. Interessi e rimborsi di titoli nazionali (di Stato e privati) collocati al l’estero.
7. Reddito di capitali stra nieri altrimenti impie gati nel paese, non rein vestito all’ interno di questo.
8. Premi pagati dal mer cato nazionale a società estere di assicurazioni. 9. Indennità pagate all’e stero da società nazio nali di assicurazioni.
A T T I V O .
- Valore delle esporta zioni all’estero secondo le statistiche doganali. - Sbilancio dei conti con
le amministrazioni po stali telegrafiche estere, se a credito del paese. - Noli incassali dalla ban
diera nazionale (al netto) in generale, compresi, cioè, quelli relativi a importazioni e a espor tazioni nel e dal paese. - Spese di turisti fore stieri viaggianti nel ter ritorio nazionali. - Somme spedite in patria
da cittadini emigrati al l’estero, o da essi por tate al loro ritorno (e- sclusi i vaglia postali e telegrafici).
Interessi e rimborsi di titoli esteri (di Stato e
privati) esistenti nel
paese.
Reddito di capitali na zionali altrimenti im piegati all’estero, non
reinvestito in p a e s i
stranieri.
Premi pagati da mercati stranieri a società na zionali di assicurazioni.
Indennità pagate nel
paese da società stra niere di assicurazioni. A queste partite che hanno perfetta analogia con quelle di un qualsiasi conto di profitti e per dite, vengono aggiunte quelle che rivestono più
122 L’ ECONOMISTA 14 m arzo 1920 — N. 2393
specialm ente il carattere di m ovim ento di capi tali, e cioè :
PA SSIV O .
10. Rimpatrio di capitali d’impiego esteri già col locati nel paese. 11. Nuove emigrazioni di
capitale nazionale per investimento, stabile o temporaneo, all’estero. 12. Rimpatrio di titoli na
zionali (di Stato e pri vati) già collocati all’e stero.
A TTIV O .
- Rimpatrio di capitali di impiego nazionale già collocati all’estero. - Nuove immigrazioni di
capitale dall’estero per investimento, stabile o temporaneo nel paese. - Rimpatrio di titoli stra
nieri (di Stato o privati) già collocati nel paese. Osserva giustamente lo scrittore che nella fase iniziale del conflitto europeo, mentre la partita segnata al n. 1, cioè il m ovimento com merciale, subiva, all’ attivo ed al passivo, una transitoria contrazione ovunque, si fece luogo, da parte dei paesi entrati in guerra, a un m ovim ento di ricu pero delle attività di cui essi disponevano all’e stero — sia ritirando i loro crediti fluttuanti che liquidando quanto era possibile dei loro impie ghi — per modo che si ebbe un rapido sviluppo delie partite 10 e 12 (attive) della bilancia di cia scun belligerante, col quale coincideva quello delle corrispondenti passive presso i suoi alleati e specialm ente presso i neutri.
Il fenomeno ebbe notevoli effetti in danno della bilancia del nostro paese che, già normalmente debitore dell’ estero per capitali stranieri im pie gati presso di essi e per titoli nazionali (di Stato e privati) piazzati fuori del Regno, vide assotti gliarsi i primi e dovette riassorbire in larghe pro porzioni i secondi riaffluiti in Italia durante la sua neutralità e anche nel periodo bellico che pre- | cedette la dichiarazione di guerra alla Germania. Devesi osservare che durante la guerra nella par tita n. 11 rientra, al passivo, l’importo delle sotto- scrizioni a nuovi prestiti di Stati alleati raccolte nel paese, e, all’attivo l ’ ammontare di quelle ai prestiti nazionali di guerra avvenute all’estero, il prodotto delle quali rimaneva sul mercato acqui- | rente dei titoli, ma andava, in ambedue i casi, a I dim inuzione dei pagamenti che il governo em it
tente si trovava a dovere eseguire.
Coll’estendersi e l’ intensificarsi della guerra la ! bilancia dei pagamenti delle nazioni belligeranti j veniva ad essere aumentata di nuove voci attive ; e passive, quali le seguenti :
PA SSIV O .
I- a. Valore della impor tazione di merci dal l’estero non registrate dalle statistiche doga nali perchè sbarcate di rettamente nei porti del territorio straniero sul quale operavano corpi militari nazionali cui esse erano destinate. 1 -b. Valore dell’iifiporta-
zione di merci dall’e
stero non registrate
dalle statistiche doga nali perchè impedite di giungere a destinazione dall’azione del nemico. II- a. Prestiti concessi dal
governo nazionale a
Stati alleati, per la par te del relativo importo non spesa nel paese ma destinata a pagamenti su altri mercati per conto del contraente. 11-b. Prestiti privati con
cessi a governi o mer cati alleati, per la parte del relativo importo non
A TT IV O .
- Noli incassati dalla ban diera nazionale per la parte da essa presa al trasporto delle impor tazioni indicate di con tro.
- Prestiti stipulati dal go verno nazionale all’ e- stero come contropar tita di acquisti di merci e pagamenti vari ivi ef fettuati o da effettuarsi. - Prestiti privati stipu
lati all’estero destinati a compensare acquisti di merci e pagamenti
PA SSIV O .
spesa nel paese ma de stinata a pagamenti su altri mercati per conto del contraente.
T-a. Interessi via via ma turati sui prestiti otte nuti dal governo nazio nale all’estero, indicati al n. 11-a.
6-b. Interessi via via ma turati sui prestiti pri vati ottenuti dal mer cato all’estero indicati al n. 11-b.
13. Spese governative al l’estero inerenti a corpi nazionali operanti in territori fuori del pae se, o comunque pre
senti in tali territori. '
A TTIV O .
vari del mercato indi geno.
- Interessi via via matu rati sui prestiti concessi dal governo nazionale a Stati alleati, indicati al n. 11-a.
- Interessi via via matu rati sui prestiti concessi a governi o mercati al leati, indicati al n. 11-b. - Spese di corpi militari
alleati operanti entro i confini del territorio nazionale, o comunque in esso presenti. Quindi in più della bilancia ordinaria dei pa gamenti vi faceva luogo ad una bilancia straor dinaria o di guerra in cui in sostituzione di altre (n. 4 e 5) o a colmare la dim inuzione di alcune (n. 2) si iscrivevano nuovi capitoli d’entrata e cioè il prodotto di accensione di debiti, specialm ente governativi. La com pensazione del deficit com m erciale (n. 1) fu tentata dapprima con i trasfe rimenti di oro all’estero e insiem e col realizzo di titoli originari del paese creditore per merci espor- 1 tate ; poscia con forme diverse di prestiti esterni, | governativi e privati per destinare il prodotto al j pareggio di altrettanta parte di importazioni e, in fine, fu adottato il regime delle anticipazioni di- j rette da Stato a Stato prima d all’ Inghiltegra, po
scia dagli Stati Uniti (1). !
In qualche caso le partite a ll’ entrata n. 12 e la 11 a e 11 b si elidono parzialmente in quanto ai prestiti all’ estero, che, com e è noto, as sunsero le forme di anticipazione concessa dal paese com m ercialm ente creditore contro pegno di titoli originari di questi offerti in pegno dal con- ! traente.
Per l’ Italia, a differenza della Francia e del- 1’ inghilterra (che potevano supplire con esporta zioni di capitali e ricavo di noli della loro flotta mercantile) la deficienza di adeguati crediti al l’estero, anzi aggravata da un debito esterno per titoli nazionali, di Stato e privati, fuori del paese e per investim enti di capitali esteri all’ interno, I per l’arresto dei proventi delle rimesse degli em i granti (n. 5) e delle spese dei forestieri (n. 4) si accompagnò con ingenti disborsi per ritiri di capitali esteri e per riafflusso di titoli indigeni (n. 10 e 12).
Devesi aggiungere che l ’Italia ebbe ad avvan taggiarsi in misura assai minore che la Francia ed altri paesi, delle spese di corpi m ilitari alleati operanti nel territorio (n. 13).
Se ne deduce facilm ente che al deficit della bi lancia com m erciale la aggiunta dei prestiti con tratti all’estero durante la guerra non arriveranno mai a colmare lo scoperto che per l ’Italia è sfato ed j è di assai maggior volum e che per gli altri paesi.
(1) Ecco l’ammontare dei prestiti reciproci degli Stati alleati:
P restiti fatti dagli dalla d alla
Stati Uniti Inghilterra Francia Totale
14 m arzo 1920 — N. 2393 L’ECONOMISTA 123
Il risparmio nella crisi bellica 1914-1918.
In un recente articolo L’Economista (1) ha accen nato agli spostamenti ed accentramenti di ricchezze avvenuti durante e per effetto della guerra. Il feno meno interessante, intorno al quale si rivolgono già molti studi e molte ricerche, ha avuto manifestazioni varie, alcune delle quali, per i dati che si possono più facilmente raccogliere, sono più prontamente os servabili.Affermano chiari economisti che nella distribu zione geografica della ricchezza si è avuto uno spo stamento dal mezzogiorno al nord, al meno se si li mita la osservazione ai risultati delle imposte sugli extra-profitti di guerra. Non neghiamo che il feno meno possa esser vero, sebbene riteniamo che non possa essere completamente controllato da un così
ristretto campo di osservazione. Il movimento del risparmio e le considerazioni che se ne possono trarre offrono la possibilità di altre indagini intese a chia rire il fenomeno.
Tale elemento si può osservare attraverso le isti tuzioni che attendono al risparmio pel raggiungi mento di finalità statutarie ; e dappoiché le loro ri sultanze contabili si riferiscono solo alle date di chiu sura di gestione, 31 dicembre d’ ogni anno, ed es sendo la guerra europea scoppiata nell’agosto del 1914 fa d’uopo porre in evidenza oltre i dati dagli eser cizi 1914-15-16-17 e 18 anche quelli al 31 dicembre 1913, ultima gestione del normale svolgimento di attività nella vita pacifica dei popoli.
E pertanto le giacenze dei depositi per gli anni su elencati per tredici Istituti di cui undici Casse di Risparmio ordinarie (tra le principali) e due Banche di emissione, sono le seguenti:
ISTITUTI 1913 1914 1915 1916 1917 1918
Cassa di Risparmio di Bologna. . 67.719.000 66.348.000 67.941.000 79.692.000 93.470.000 117.316.000
» » Firenze. . 137.746.000 134.002.000 141.385.000 157.874.000 183.375.000 228.550.000 » » Genova . . 52.091.000 51 975.000 54,802.000 61.719.000 71.539.000 89.973.000 » » Lucca . . 59.561.000 58.064.000 56.507.000 59.101.000 70.655.000 89.818.000 » » Milano . . 828.943.000 822.263.000 802.379.000 894.709.000 967.443.000 1.245.945.000 » » Padova . . 41.764.000 43.184 000 45.519.000 56.830.000 54.729.000 72.806.000 » » Palermo . 55.239.000 45.981.000 44.548.000 54.560.000 67.591.000 84.746.000 » » Parma . . 29.856.000 27.168.000 24.123.000 30.767.000 35.845.000 50.064.000 » » Torino . . 182.127.000 192.346.000 209.297.000 255.157.000 329.203.000 448.626.000 » » Venezia. . 34.489.000 32.876.000 32.764.000 40.201.000 35.639.000 48.364.000 » » Verona . . 115.055.000 110.484.000 1 15.146.000 130.708.000 109.224.000 129.580.000 Banco di N apoli. . . 148.329.000 141.405.000 172.708.000 192.546.000 245.970 000 296.560.000 » Sicilia . . . 40.078.000 35.463.000 54.490.000 81.590.000 110.306.000 148.236.000
Da un esame sommario del movimento del ri sparmio incettato dagli Istituti durante la crisi del 1914-18 si rilevano le seguenti caratteristiche :
1° confrontando le risultanze dei due primi eser cizi, si denota che nel 1914 rispetto ai 1913, undici Isti tuzioni presentano delle minorative di depositi. Tale sensibile e generale contrazione del risparmio nazio nale è derivata da due principali cause : a) per ef fetto della nota ripercussione dei fatti economici, per cui una nazione viene a soffrire dalle mancate o rallentate relazioni con le altre ; b) in conseguenza di disposizioni di legge, che, col limitare in un primo tempo la disponibilità dei rimborsi, produssero mag giore panico nei depositanti che preterirono custo dire personalmente i frutti della savia previggenza, anziché continuare ad affidarli alle ben sicure casse forti delle Banche, dalle quali potevano essere distolti per finalità belliche, come fu loro fatto credere;
2° nel 1915, entrata in azione dell’ Italia, i ri sparmi anziché continuare a decrescere riprendono il loro normale corso di afflusso presso le Casse di Risparmio ;
3° tutte le Istituzioni qui elencate segnano a fine gestione 1918, rispetto a quella del 1913, e conseguen temente anche rispetto al 1914: un notevole aumento nella massa dei depositi, a cui peraltro risponde un aumento fittizio di ricchezza nazionale.
Ma, se il raffronto in senso assoluto delle cifre avanti esposte vale a determinare gli effetti della crisi sul movimento generale del risparmio, le stesse cifre, se confrontate nelle loro percentuali, valgono a mettere in evidenza, ancora una volta, le diverse fonti produttive cui la ricchezza attinge pel suo in cremento.
Poniamo a raffronto l’ aumento verificatosi attra verso il periodo bellico nei depositi dei seguenti Istituti : 1
(1) V e d i L ’E c o n o m is ta N. 2392 d e l 7 m a rz o 1920, p a g . 113 « T r a s f e r i m e n t i d i r ic c h e z z a ».
Banco di Sicilia e Cassa di Risparmio delle Pro vince Lombarde in Milano.
Il primo ha raggiunto una percentuale di L. 296,86 per cento, mentre, la seconda, si aggira appena al 50,30 per cento.
Ciò, di certo, non lascia intendere che nell’ Isola la ricchezza si sia vertiginosomente riprodotta in cicli di produzione sì da elevarne al triplo il suo am montare, bensì la spiegazione giace per intiero nel l’esame delle condizioni economiche preesistenti e diverse delle due regioni.
La Lombardia, fiorente d’ industrie, ha ad esse ri volto il capitale circolante distogliendolo, col mi- raggio di maggior margine di lucro, al normale mo desto impiego del deposito a risparmio; mentre le regioni'isolane non potendo consacrare in industrie di guerra, ultra produttive, i propri valori monetarii, dovettero limitarsi a lasciarli impiegare dal Banco.
Da quanto esposto è da trarre l’ auspicio che la virtù al risparmio del popolo italiano se coltivata anche nel periodo delle più severe ristrettezze possa unitamente alla sua innata laboriosità far risorgere presto a vita finanziariamente florida l’ Italia le cui condizioni del momenlo non costituiscono che feno meni comuni anche ad altre Potenze europee.
Trapani, febbraio 1920.
Ra g. Bu t e r a An t o n i o.
Europa e America pel futuro traffico.
La Missione Economica Internazionale che visitò gli Stati Uniti di America dal 12 ottobre al 26 novem bre scorso, risultò costituita dai rappresentanti del nostro Paese, da quelli del Belgio, della Francia e del l’Inghilterra.124 L’ECONOMISTA
senta 670,000 consociati. La Missione partecipò ai la vori della Conferenza di Atlantic City durata sei giorni ed alla quale intervennero circa 5000 fra ban chieri, esportatori ed industriali del Nord America.
Il prof. Vittorio Meneghelli, che fece parte della Missione Italiana, cosi espone i problemi dinanzi ai quali essa si trovò. Come è noto, la Camera di commercio degli Stati Uniti aveva provocato l’an- data in America della Missione interalleata e la Con ferenza di Atlantic City, allo scopo di accertare le le condizioni dell’Europa in linea politica ed econo mica, di sentire dalla viva voce dei competenti, quali fossero i bisogni dei vari paesi in ordine a materie prime e prodotti compiuti, avvisare infine ai mezzi migliori per fronteggiare la questione del cambio che preoccupa gravemente finanzieri e uomini di af- tari, tanto di qua, come al di là dell’Atlantico.
Merita di far anzitutto conoscere su quali punti il Presidente del Comitato esecutivo della Conferenza, il signor Alfredo Bedford, Presidente altresì della Stan dard Oli Company, abbia più particolarmente richia mato 1 attenzione degli ospiti europei.
Egli chiese:
1. Vi sono pericoli di bolscevismo nei vostri
paesi? Vi sono pericoli di confisca di proprietà pri vata, di minorazione del diritto di proprietà, di limi tazione di libertà individuale?
2. — Quali credete che possano essere in avve nire i rapporti tra il Governo da una parte, ed il com mercio e l’industria dall’altra nei vostri rispettivi paesi? Ritenete che si ritornerà tosto o tardi com pletamente al regime della libera concorrenza per mettendo ai più agili, ai più intelligenti, ai più adatti, di servire ancora e nel miglior modo la col lettività.
3’ ” Noi americani siamo pronti a sovvenire 1 Europa, ad aiutarla coi nostri capitali e colle nostre usorse a facilitarle la soluzione della terribile crisi eh,essa attraversa, come già l’Europa ha aiutato noi all inizio del nostro sviluppo industriale; ma per farlo noi abbiamo bisogno di sapere se i vostri Governi intendono di rispettare e favorire, oppure di intral ciare le iniziative che potremmo prendere d’accordo con voi, nei vostri paesi.
4. — Certamente non è nostra intenzione di in tervenire nei vostri affari interni, ma noi abbiamo bisogno di sapere fino a qual punto sareste disposti a seguire i nostri sistemi moderni di stendardizza- zione e di sviluppo dei commerci internazionali,
a n a Pai’te sua signor James Alexander presidente
della National Bank of Commerce di New York e del Comitato Generale finanziario, mise in evidenza la gravita del problema del cambio coi paesi europei
segnalandone le cause principali. ’
Mentre prima della guerra gli Stati Unili erano debitori verso l’Europa di circa 3 miliardi di dollari e dovevano mandarci annualmente in più per mezzo miliardo di dollari di merci; onde compensare gli interessi di tale debito, le rimesse degli emigranti, le spese dei turisti, i noli e premi d’assicurazione; oggi non solo essi hanno riscattato i propri debiti’ ma sono rimasti privatamente creditori verso l’Eu ropa di oltre 4 miliardi di dollari, senza contare gli otto miliardi di prestiti di guerra agli alleati. La com pensazione non sarebbe troppo diffìcile per l’Europa, se essa potesse o sapesse produrre ed esportare.
Invece se noi diamo un’occhiata alle statistiche, constatiamo che l’afflusso di merci e derrate ameri’ cane in Europa continua ad essere, anche dopo l’ar mistizio, straordinariamente superiore alla contro corrente di merci che dall’Europa vengono mandate in America.
Lo sbilancio che era appena di 44 milioni di dol- ari al mese, nell’ante guerra, ràggiunse circa i 300
di 1? ens,i,I,i durante il 1918, sorpassò i 450 milioni
di d J o r- nejla Prlle 1919 e si avvicinò ai 600 milioni
reffsin doìi’tle Slu8no stesso anno, portando lo spa-4 mihard! dallanspa-4; SteSSa’ 3 SfaV°re de,]’EuroPa ad oltre
14 marzo 1920 — N. 2393 Lio ha notevolmente contribuito a rialzare i cambi | coll Europa e spiega in gran parte assieme all’abbon- danza delia circolazione cartacea, perchè occorrano ugg'» grosso modo, 5 scellini invece di quattro l 9 ! !na"Chl ,i!lvece di cinque, oltre 13 lire invece di 5, 40 marchi invece di 4, 160 corone invece di 5 per ot- , tenere un dollaro.
Occorre quindi che l’Europa cambi rotta, che essa si metta sul serio a produrre ed esportare, perchè nemmeno l’America con tutte le sue risorse, potrebbe continuare a lungo su questa via.
Già il .Federai Reserve Board (Tesoro Americano) ha dichiarato che per ragioni di finanza pubblica esso non può più continuare a sovvenire gli alleati e che d’ora in poi i bisogni dell’Europa non potreb bero essere fronteggiati che dalla iniziativa privata di gruppi finanziari ed industriali in America, di con- certo con altrettanti gruppi in Europa.
Senonchè difficoltà pratiche ostacolano l’intervento delle banche Americane in Europa, la legislazione degli Stati Uniti proibendo loro le investite a lunga scadenza che immobilizzerebbero i fondi dei deposi tanti, e tanto meno consentendo, le investite all’estero.
Una deroga a questo principio era però già stata ventilata prima dei nostro arrivo in America per la I quale le banche americane avrebbero avuta facoltà , di investire fino al 10 per cento del proprio capitale e riserve, in imprese all’estero (Edge Bill). Rilevo ora con compiacimento dai telegrammi d’America’ che questa riforma, vivamente caldeggiate ad Atlantic City ha già ottenuta la ratifica del Presidente della Confederazione.
Con ciò, siamo però ancora molto lontani dal corri spondere ai presenti bisogni dell’Europa, per i quali e dubbio se il più largo concorso delle banche ame ricane sarebbe sufficiente.
Venne pertanto ventilata ad Atlantic City l’oppor tunità di lanciare al pubblico degli Stati Uuiti un’ap Pedo per indurlo ad accogliere favorevolmente Un nuovo titolo estero inteso a finanziare le Nazioni in teralleate per i loro bisogni di ricostruzione e ri presa industriale. Le difficoltà pratiche che si affac ciarono per tradurre in atto questa proposta, in dussero il Comitato finanziario di Atlantic City, a rimandarne lo studio e la possibile applicazione ad un Comitato permanente di finanzieri con sede a New Y’ork, il quale si è già prospettato le seguenti soluzioni:
1- - - Il pagamento differito degli interessi dei prestiti europei, mediante creazione di un titolo speciale.
2. - - Il pagamento a lunga scadenza dei noli spettanti alla flotta governativa americana (Shipping- Board) per i trasporti in destinazione ai paesi al leati. Per il nostro paese, se l’America ci mandasse il 50 per cento del carbone che ci occorre, questa concessione rappresenterebbe 150 milioni di dollari, (quanto dire al cambio attuale attorno a 2 miliardi di lire).
3. - - Un prestito interno americano per finan ziare gli acquisti di prodotti alimentari e di materie prime necessari ai paesi interalleati, fino a che essi possano riprendere l’esportazione.
4. — La cooperazione finanziaria americana a favore di speciali industrie europee.
5- La creazione di una moneta fiduciaria in
ternazionale garantita dagli alleati. Quest’ultima pro posta venne tuttavia considerata la più artificiosa e inconsistente, mentre la quarta è parsa la più pratica e facilmente attuabile.
Importanza speciale nel programma di lavoro as sunse il progetto di creare un Ente permanente, atto a favorire la fraternizzazione dei piu eminenti uomini d’affari dei due continenti, nonché lo studio e la so luzione dei problemi tecnici commerciali e finanziari, che tutti indistintamente li interessano.
14 m arzo j920 — N. 2393 L’ ECONOMISTA
125
1° — E’ riconosciuta la massima opportunità di creare una Camera di commercio permanente, con sede a Parigi, costituita per intanto delle rappresen tanze commerciali delle cinque nazioni che hanno partecipato alla Conferenza di Atlantic City, ed esten sibile più tardi alle altre.
Scopo di questo Ente sarà quello di promuovere il commercio internazionale, facilitare i rapporti com merciali fra le nazioni, assicurare unità d’azione in tutte le questioni internazionali concernenti il com mercio e 1 industria e collaborare al mantenimento della pace internazionale e delle cordiati relazioni tra i popoli, mediante la cooperazione degli uomini d’af- fai i, e delle associazioni commerciali, aventi per iscopo lo sviluppo dei traffici e delle industrie.
La Camera di commercio Internazionale dovrà svol gere la sua azione:
a) creando un ufficio di informazioni per accer tare le condizioni sociali, i bisogni, le possibilità tec niche presenti e future di ogni singolo paese;
b) agendo come esponente di coordinazione per suggerire misure legislative e regolamentari atte a favorire gli scambi internazionali;
c) informando l’opinione pubblica dei vari paesi sulla situazione reale degli affari e delle industrie nei vari paesi, e diramando rapporti espressamente redatti agli interessati.
La prima riunione del Comitato organizzatore per insediare la Camera di commercio internazionale ed iniziare i lavori dovrà seguire il giugno prossimo a Parigi.
La spèsa a carico del nostro paese per questa prima riunione, è stata prevista in lire 50 mila che dovrebbero venire erogate in parte dal Governo ed ed in parte da enti e privati interessati alla ini ziativa.
E’ superfluo rilevare l’influenza che potrà avere questo Istituto nel favorire Ip sviluppo del commercio internazionale e la migliore intesa fra gli uomini di affari dei due Continenti, e quanto sarebbe impor tante che il nostro Paese vi partecipasse con delega zione propria.
lia Confederazione generale dell’agrkoltura.
Nei giorni 3 e 4 marzo si è svolto in Roma l’ an nunciata assemblea dei delegati provinciali al Segre tariato agricolo nazionale.L avv. Donini parlò, riferendo ampiamente sulle origini del Segretariato e sull’ azione da esso svolta durante la gestione provvisoria del Comitato promo tore. L ampia relazione rifacendosi alla prima idea della costituzione del Segretariato, partita da Bo logna e specialmente per opera del conte Filippo Gavazza, prende in esame tutta la complessa materia trattata in questi mesi dall’Ente, della propaganda che esso ha esercitata e delle principali azioni che esso ha svolto. Cosi la relazione passa in esame la questione tributaria, quella doganale, i Comitati prò vinciali di conciliazione, le Camere agrarie ed il ri- conoscimento giuridico delle organizzazioni e l’ inva- sione delle terre, ecc. Parla poi dell’azione politica svo ta dal Segretariato e della costituzione dei gruppi parlamentari in difese dell’agricoltura, prospettando una soluzione in breve termine della questione del artito agrario italiano, richiesto a gran vóce dagli agricoltori di alcune regioni.
,Ap®r^ la discussione sulla relazione, il dott. Pa rodi Delfino presenta un ordine del giorno di appro vazione e di plauso, approvato dall’assemblea. Il dot- ore Parodi Delfino pone sul tappeto la necessità ci una organizzazione agraria centrale che possa completare 1 azione del Segretariato ; egli prospetta quindi la opportunità che tutte le Associazioni che ad esso hanno aderito diano vita ad una Confedera zione generale dell’Agricoltura nazionale, che si uni ficherà col Segretariato, il quale ne diventerà l’organo esecutivo. Termina il proprio discorso con un caldo
appello all’assemblea perchè voglia accogliere i con cetti che egli ha svolti.
Alla discussione partecipano vari oratori fra cui il comm. Maggioni di Verona, che presenta un ordine del giorno, l’avv. Gabriele Galliani di Genova, che so stiene la necessità della contemporanea costituzione del Partito Agrario Italiano; T on. Carboni Boy, l’av vocato Donini, il comm. Dario Franco ed altri.
Viene infine presentato un ordine del giorno Pa- rodi-Maggioni che viene approvato all’unanimità dal l’assemblea fra vivissimi applausi.
L’ordine del giorno suona così :
«l’assemblea dei delegati provinciali, udita la relazione dell’opera compiuta e lo stato attuale delle organizzazioni delle forze agricole in Italia;
ritenuto che P importanza e l’efiicacia dell’azione svolta dal Segretariato a vantaggio dell’ agricoltura nazionale ha sorpassato il valore che poteva avere Tirttervento di un semplice organo esecutivo, poiché in molteplici e gravi circostanze ha valso a coordi nare e armonizzare l’ atteggiamento delle islituzioni aderenti, valorizzando così efficacemente i legittimi desiderata dei produttori agricoli ;
ritenuto che la massa delle istituzioni rappre sentate dal S. A. N. si estende ormai a tutte le re gioni d’Italia ech e per parecchie ragioni si sono già costituite o stanno per costituirsi organismi regionali o interprovinciali i quali presuppongono essi pure la esistenza di una organizzazione nazionale ;
ritenuto che fino dal suo sorgere il Segretariato dimostrò di volere costituire uno stimolo decisivo per realizzare l’unione di tutte le forze agricole na zionali, unione che in questo momento per la parti colare gravità della situazione, si manifesta come una inderogabile necessità per esplicare una efficace tu tela della produzione, e facilitare la produzione e l’as setto sociale ;
delibera la costituzione della Confederazione Na zionale dell’Agricoltura che si unificherà col S. A. N. il quale ne diventerà l’organo esecutivo, approvando fin d’ora quelle modificazioni allo Statuto del Segre tariato che rendano più facile la creazione dalla nuova organizzazione ; e a tale scopo :
convoca il Congresso dei rappresentanti di tutte le Associazioni aderenti perchè approvi la costitu zione dello Statuto della Confederazione Nazionale dell’ Agricoltura, che dovrà essere predisposto dal nuovo Consiglio direttivo, cui viene demandato anche l’ incarico di stabilire la data del Convegno.
Viene a questo punto presentata la situazione del Segretariato Agricolo Nazionale nei riguardi dell’or ganizzazione e, a conforto maggiore della tesi testé approvata per la costituzione della Confederazione Nazionale dell’ Agricoltura, vengono esposti questi dati di fatto : sono aderenti a tutt’oggi 280 istituzioni agricole rappresentanti circa una massa di 300,000 or ganizzati.
Viene poi in discussione il progetto per uno sta tuto transitorio del Segretariato che consenta la pre parazione alla Confederazione Nazionale dell’Agricol- tura.
Il cav. Pietro Castoldi di Milano, richiamando la deplorevole circostanza per la quale in tutti gli or gani consultivi centrali, e specialmente in quelli isti tuiti dal Ministero per l’ agricoltura, gli agricoltori non sono convenientemente rappresentati o lo sono a mezzo di persone che sono T esponente delle or ganizzazioni agrarie, richiama l’ attenzione dell’ as semblea sulla necessità di far presente al Ministero questa situazione di cose, affermando il principio che le legittime rappresentanze degli agricoltori deb bano essere richieste al Segretariato Agricolo Nazio nale. La proposta del cav. Castoldi trova T adesione dell’assemblea.
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L’avv. Galliani presenta pertanto il seguente or dine del giorno, che l’ assemblea approva per accla mazione :
« L’ assemblea dei rappresentanti provinciali del Segretariato Agricolo Nazionale :
ritenuto che l’agricoltura italiana non potrà mai avere una vera ed efficace difesa senza una propria e diretta rappresentanza politica e che la classe degli agricoltori, la più importante e numerosa, ha il do vere ed il diritto di ottenerla;
delibera di promuovere la costituzione del Par tito Agrario Italiano e plaudendo alle provincie di Alessandria, Novara, Pavia, Catania e Palermo che hanno dato l’ esempio, dà mandato al Consiglio di rettivo di tradurre in atto tale deliberazione ».
Si procede quindi alla nomina del Consiglio di rettivo, in conformità delle nuove disposizioni sta- tutane che portano a 30 il numero dei consiglieri, 18 dei quali debbono rappresentare le 18 regioni ita liane. La votazione unanime, dà i seguenti risultati • Avv prof. Carlo Righini di Sant’Albino, comm. avv. Gabriele Galliani, cav. Pietro Castoldi, comm. avv. Bruno Maggiori, dott. Timeus, Giulio Cotoni, iug, cav. vico Mantovani, Alfredo di Frassineto, dott. Ales sandro Baviera, dott. Luciano Valentini, Pietro Afan de Rivera, Luigi PignatjJli, Giuseppe de Montmayer, on. avv. Eugenio Maury, prof. Indrio, Lorenzo Zinzi, comm. dott. Antonino Bartoli, on. Enrico Carboni Boy, comm. Carlo Arborio di Gattinara, prof, comm, Eugenio Masè Dari, dott. Andrea Carrega, ing. comm. Ugo Casalicchio, dott. Parodi Delfino, Guido Paso lini, prof. Filippo Gavazza, Lucangelo Bracci Testa secca, Scipione Borghese, Giuseppe Pavoncelli, Fran cesco Gencarelli, Pietro Lanza di Scalea.
Circolazione e riserve metalliche.
La Direzione centrale della Banca Commerciale ha potuto adunare intorno alla entità della circola zione cartacea e alle riserve metalliche prima e dopo guerra degli Stati europei che maggiormente con tano sul mercato finanziario i seguenti dati:Circolazione di biglietti di Banca.
a l 31 d ie . 1913 a l 31 o tt. 1918 m ilio n i Fr. Svizzera Francia Inghilterra Germania Austria. Italia . Olanda. Svezia . Spagna. Svizzera FYancia Inghilterra Germania Austria. Italia . Olanda. Svezia . Spagna. 313,8 987,0 » 6.034,0 36,973,0 Lst. 29,6 42.1,0 Mk, 9,593,4 40,330,8 Cor. 2,493,6 49,403,1 L. 2,283,4 11,955,4 Fl- 312,6 1,010,4 Cor. 234,4 732,8 Pes. 1,924,2 3,797,9
Riserva metallica (oro e argento).
a l 31 d ie . 1913 a l 31 o tt. 1918 m ilio n i Fr. » Lst. Mk. Cor. L. Fl. Cor. Pes. 190,7 4.196.2 34.9 1,446,8 1,502,5 1.661.2 160,5 107,3 1,195,7 536,3 5,863,1 116,5 1.113.4 317.1 1.540.5 637,0 300,7 3,048,3 Copertura metallica della circolazione (per cento).
Svizzera Francia Inghilterra Germania Austria. Italia Olanda. Svezia . Spagna. a l 31 d ie . 1913 a l 31 o tt. 1918 Fr. 60,8 54,3 » 68,7 15,8 Lst. 118,1 27,63 Mk. 55,7 2,7 Cor. 60,2 0,6 L, 72,3 12,8 Fl. 51,3 63,0 Cor. 45,7 40,4 Pes. 62,1 80,2
(Sono inclusi, per la Germania i Darlehenskassen scheine, e per l’Inghilterra le Currency Notes. Per la Svizzera, nella Riserva non sono computate le cambiali estere oro).
Per gli Stati Uniti d’America, si hanno solamente e cifre al 10 novembre ultimo che dànno una circo- lazione di doli. 2,806,760 con una riserva metallica di doli. 2,18/,450, coperta pertanto al 77,8 per cento.
Da tali cifre si ricava:
a) che in tutti gli Stati europei la circolazione e fortemente aumentata: moltissimo negli Stati bel ligeranti, sino a 25 volte quella prebellica in Austria, poco meno in Germania, e; discendendo, in Inghil terra. Italia e Francia che pur la ha accresciuta di piu che sette volte. L’aumento è stato forte, ma in minor proporzione negli Stati neutrali, Olanda, Sviz zera. Spagna e Svezia, nei quali in media è stato al- 1 incirca triplicato;
b) che le riserve sono, anche in cifra assoluta, diminuite nei soli Stati sconfitti : enormemente in Austi ia, dove si sono ridotte da un miliardo e mezzo a poco oltre 300 milioni di corone ; abbastanza no tevolmente anche in Germania, da poco meno di un miliaido e mezzo a poco più di un miliardo e cento milioni di marchi. Invece sono aumentate, in cifra assoluta presso le Potenze vincitrici e specialmente presso l’Inghilterra che le ha triplicate (da meno di 3° milioni a oltre 116 milioni e mezzo di lire ster line); seguono la Francia e l’Italia. Le potenze neu trali hanno notevolmente accresciuto tutta la propria riserva, e più di tutte l’ Olanda che la ha quadru plicata;
c) confrontando i due elementi, circolazione e
riserva nelle rispettive proporzioni, si possono fare due gruppi, il primo, costituito dalle potenze belli geranti : in tutte queste la copertura è diminuita ! per l’ Inghilterra dal 118 al 27,68 per cento ;• per la
Francia dal 68,7 al 15,8; per l’ Italia dal 72,8 al 12,8;
I
per le potenze sconfitte è addirittura un precipizio’ la Germania scende dal 55,7 a! 2,7, e l’Austria tra colla dal 60,2 al 0,6. L’altro, comprende le potenze neutrali, le quali hanno assorbito più metallo che non abbiano emesso carta, e quindi hanno migliorato la loro copertura, la Spagna dal 62,1 all’80,2 p. cento; 1 Olanda dal 51,3 al 63. Per la Svezia e per la Sviz zera, risulta invece una lieve diminuzione (rispetti vamente dal 45,7 al 40,4 e dal 60,8 a! 54,3 per cento ; ma per la prima è dovuta a cause transitorie, per 1 altra vi influisce il non essere calcolato nella ri serva metallica l’ammontare delle cambiali in oro.
lisposte queste cifre, giova elencare i cambi e pren dendo come base quelli su New-York dell’8 gennaio. L ordine è quello stesso del quadro antecedente. I prezzi sono nelle monete di ciascun paese riportate al dollaro emericano. p a n Ginevra Parigi Londra Berlino Vienna Italia Amsterdam Stockholm Madrid c o rs o 8 g e n n . 1929
franchi per doli. 5,185 5,66
franchi per doli. 5,185 11,19
dollari per steri. 4,866 3,75
cents per marco 25 2
cents]per corona 22 0.6
lire per dollaro 5,185 14,40
cents per guilder 40,195 37,50
cents per corona 26,50 21,10
cents per pesetas 19.30 19,05
14 m arzo 1920 — N. 2393 L’ ECONOMISTA
127
R I V I S T A B I B L I O G R A F I C A
Doti. Co r r a d o De Bi a s e, Antonio Salandra. Roma,
Si-gnorelli, 1919, L. 4,50.
Di monografie su uomini del giorno, fatte bene, non mi pari abbondi la letteratura italiana : eppure per giudicare gli uomini più in vista, bisognerebbe cono scerli e bene, anche nella vita intima. Perciò il libro, ! che indico ai lettori de «L’Economista», mi pare no- j tevole. E’ un libro assai interessante per il soggetto e per il modo con cui è trattato. Piace vedere riuniti, con diligenza amorosa, i dati della vita intima, da fan ciullo a uomo di Stato, ed i principii fondamentali dell’ opera scientifica e politica di un uomo, di cui molto si discute e si discuterà ancora. Ma piace anche vedere che il libro è scritto con forma adeguata, con ottima lingua italiana, con giusto criterio di disposi- i zione e di proporzione.
Oltre a ciò, il libro ha una parte eminentemente originale e personale, quella in cui giudica l’uomo e j Ia sua opera e giudica quasi sempre serenamente ed esattamente. Questa parte originale è sparsa in tutto il volume, ma specialmente nel capitolo sul tempera mento del Salandra. Il lavoro si arresta al 1914, quando cioè comincia veramente l’opera nazionale dell’uomo di Stato : ma anche ciò è molto ben fatto e risponde ad un concetto organico dell’ autore. Egli ha voluto farci conoscere l’uomo, che dichiarò la guerra, nel suo temperamento, nella sua concezione scientifica e politica, nel suo patriottismo. Perciò il libro è una magnifica promessa, che ci rivela un ri-cercatore di- ! Rgente, ma nasconde anche un'criterio critico, sereno.
Auguriamo al giovane autore una maggiore opera
i sull’argomento stesso. Gi u l i o Cu r a t o.
Je a n Dy b o w s k i, Notre force future. Paris, Payot e Ci.,
1919, pag. 271. Frs. 4,50.
Dopo un rapido sguardo sulla nostra organizza zione industriale ed economica, l’A. ricerca quali sono i mezzi che potrebbero mettersi all’opera per trion fale ancora nella terribile lotta economica. Lo svi- luppo delle nostre industrie non può da solo esser sufficiente a permettere di riparare la enorme brec- | eia fatta dalla guerra. Le città distrutte, le officine i abbattute, il materiale rubato, le terre rovinate, gli ' stoks esauriti, rappresentano la perdita di un terzo della nostra ricchezza. Dove trovare nuove forze per I ^Parare tanto disastro? L’A. ne vede il mezzo nella i torza ancora intatta costituita dal vasto impero d’ol- j tremare. Colla precisione che deriva dalla esperienza ! acquisita sui luoghi, egli appunto descrive le colonie
i francesi sótto nuova luce, insospettata. Secondo l’A.
nessuna industria metropolitana potrà assicurare l’av- ; venire se esso non possiede le occorrenti materie pri me. La Francia che ha una natalità che ne riduce la j forza, troverà nella aggiunta di popolazioni indigene una potenza accresciuta dello sviluppo delle sue co- I Ionie.
An d r é Le b o n, Problèmes économiques nés da la querce
Paris, Payot, 1919, pag. 285. Frs. 5.
In questa nuova serie di studi che fa seguito al vo lume pubblicato l’anno precedente, l’A. continua l’e sanie dei principali problemi economici causati dalli guerra.
„„ gl* sottolinea l’imperiosa necessità di modificar«
■ f '” e.ntf 1 metodi francesi in materia di legisla
,,, ’ A lndustrie e di commercio, che egli oppon« a l empirismo anglo-sassone, la quale si adatterà me g io alle esigenze del tempo presente. Mostra che ls 1 er a commerciale, quale la si conosceva prima del
.f.,n° n Potrebbe essere sufficiente a ristabilire Te quihbrio economico, perchè l’universo non dispone, in questo momento, nè di stoks, nè di trasporti, nè di mezzi di pagamenti internazionali indispensabili all esercizio di questa libertà. Insiste infine nel ca- lattei e economico che debbono avere le stipulazioni essenziali del trattato di pace, se si vuole che la pace
sia durevole, e stabilisce che il progetto interalleato del 7 maggio .contenga, a tale riguardo, il minimo di precauzioni e di garanzie utili.
An d r e Li e s s e, Les entreprises industrielles. Paris, Lib.
de l’Enséignement técnique, 1919, pag. 210. Il libro/del Redattore capo'dell’Economiste francais, ha per origine la Conferenza 1916-1917 al Conserva- torio nazionale delle Arti e Mestieri. Il soggetto scelto derivava dalle preoccupazioni sorte dalla guerra per l’avvenire economico della Francia. L’organismo, per e eccellenza della produzione economica, sotto il regime «li libertà di lavoro, è l’impresa, e il lavoro del Liesse ha appunto per oggetto di definire quell’organismo e di studiarne le condizioni di vita, nelle quali si trova la responsabilità di coloro che la dirigono, di quelli che le forniscono i capitali, materie prime di tutte le imprese. E’ sembrato perciò utile all’ A. di risve gliare lo spirito di coloro che, bene considerando la funzione del capo di imprese, possono misurare la estensione e la grandezza del loro compito nella so cietà economica. Senza entrare in dettagli tecnici egli ha avuto di mira di dare delle idee generali basate sui principii di diritto e sulle leggi economiche.
F I N A N Z E D I S T A T O
Debiti di Stato. — Consistenza è il collocamento dei cinque debiti consolidati (consolidato 2,50 per cento netto 1906 ex 3,75 per cento netto, consolidato 3 per cento, consolidato 3,50 per cento netto, cate goria A creazione 1902, antiche rendite consolidate nominative 4,50 per cento nette conservato esclusi vamente a favore delle pubbliche istituzioni di be neficenza consolidato 5 per cento netto è la seguente :
Capitale L. 23.493.388.671.96 Rendita . . . . » 1.032.243.136.17 T i t o l i N u m e ro r e n d i t a r e n d i t a m e d ia is « riz io n i c o m p le s s iv a p e r is c r iz io n i Al nome N. 747 599 L. 344,945.575.97 L. 467 40 Al portatore »8.471.591 » 686,267.039.70 » 8101 Misti » 7.954 » 1.030.50050 » 129,55
Differenza nel collocamento del 3,50 per cento, e del 5 per cento,
T i t o l i N u m e r i is c r iz io n i Al nome Al portatore Misti 3,50 p e r c e n to 552.013 1.886.925 7.455 6 p e r c e n t o 103.378 6.482.903 Totale 2.446.393 6,586.281 T ito li Al nome Al portatore Misti r e n d i t a c o m p le s s iv a L. 138.204,137,65 L. 150,317.680.00 » 149.288 956.64 » 528.232.535,00 » 111.177.111.00 Totale L. 283.420.195.29 L. 678.549.675,00
128 L’ ECONOMISTA
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Da ciò si rileva come finalmente, guerra è finite! i paramenti da parte Militari sono cominciati in
da quando la dei Ministeri complesso a diminuire.
NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE
Costo della vita. — In seguito ad una interpellanza diretta da Mr. Clough al Ministro degli approvvigio namenti circa l’aumento del costo della vita nei paesi alleati, in paragone con l’aumento corrispondente per il Regno Unito, Mr. McCurdy ha pubblicato la se guente tabella che mostra l’aumento percentuale avu tosi sui prezzi d’ante guerra nel 1919 per i principali generi alimentari nei paesi alleati che vengono in dicati.G e n e re R e g n oU n ito F r a n c i a I ta lia B elgio . U n itiS ta ti
Carne di bue 106 111 362 115 65 Lardo . . . 156 330 322 136 109 Pane . . . . 02 44 89 277 84 Zucchero . . 290 433 233 167 110 Latte. . . . 212 500 138 256 81 Burro . . , 110 242 296 419 93 Formaggio . 122 292 155 403 83 Uova. . . . 341 266 893 953 62 Margarina. . 83 107 _ 188 4 Maccaroni. . 150 _ 82 250 The . . . . 86 _ _ 81 29 Caffè. . . . 47 — - - 193 60
Il- signor McCurdy ha dichiarato inoltre che nel 1919 il 73 per cento del grano consumato in Inghil terra è stato importato, così il 34 per cento della carne di vaccina, il 43 per cento di quella di montone, l’81 per cento di quella di maiale, il 42 per cento di burro ed il 7 per cento di formaggio.
Indice dei p re zzi delle m e rci. — I seguenti dati mettono in particolare evidenza il movimento dei prezzi delle merci dallo scoppio della guerra a tutto lo scorso dicembre. Nu m e r o i n d i c e Cereali e carni: Avanti guerra . . . Massimo raggiunto . Penultimo mese . . Ultimo mese . . . Altre derrate: Avanti guerra . . , Massimo raggiunto . Penultimo mese . . Ultimo mese . . . ’ . Fibre tessili : Avanti guerra . . . Massimo raggiunto . Penultimo mese . . Ultimo mese . . . Minerali e metalli: Avanti guerra . . . Massimo raggiunto . Penultimo mese . . Ultimo mese . . . Merci varie: Avanti guerra . . . Massimo raggiunto . Penultimo mese . . Ultimo mese *. . • Complessivamente :
Avanti guerra . . . - Luglio 1914 - 115.7
Massimo raggiunto . - Dicem. 1919 - 572.8
Penultimo mese . . -.Novem. 1919 - 549.3
Ultimo mese . . . - Dicem. 1914 - 572.8
P roduzione del carbone in G e rm ania. — Ecco una tabella comparativa che mostra l’ammontare della produzione di carbone ottenuta in complesso dalla Germania durante l’anno scorso ed In ciascuno dei sei anni precedenti.
D E I P R E Z Z I. - Luglio 1914 - Novem. 1918 - Novem. 1919 - Dicem. 1919 - Luglio 1914 - Dicem. 1919 ■ Novem. 1919 - Dicem. 1919 • - Luglio 1914 - Dicem. 1919 - Novem. 1919 - Dicem. 1919 - Luglio 1914 - Luglio 1918 ■ ■ Novem. 1919 ■ Dicem. 1919 • Luglio 1914 -■ Dicem. 1918 - Novem. 1919 - Dicem. 1919 -- 114.4 - 414.5 - 394.8 - 406.1 127.2 • 544.9 542.4 544.9 116.9 - 793.5 - 764.0 • 793.5 1 1 2 . 2 992,8 ■ 687,1 706.4 108.1 509.5 414.1 477.1
Le cifre rappresentano milioni di tonnellate.
A n n o Carbone fo ssile Lignite 1919 116,5 9 3 ,8 1918 " 180,5 100,6 1917 167 95 1916 159 94 1915 147 88 1914 161 84 1913 1 9 0 87
RIVISTA DEL COMMERCIO
p iù
C o m m e rcio c olla Trip o lita n la . - L e u l t i m e i n f o r m a - z io n i i n t o r n o a l c o m m e rc io t r a l ’I ta lia e la T r i p o l i t a n i a e C ire n a ic a , e c io è i d a ti p r o v v i s o r i c irc a i l v a lo r e d e l c o m m e r c io s p e c ia le d ’im p o r t a z i o n e e d ’e s p o r ta z io n e , e s c lu s i i m e t a l l i p r e z io s i, d u r a n t e i p r i m i d ie c i m e s i d e l l ’a n n o s c o rs o o s sia d a l 1 G e n n a io a l 31 O tto b r e 1919, m o s tr a n o c h e le e s p o r t a z i o n i h a n n o s u p e r a to le im p o r ta z io n i d e l t r e c e n t o t t a n t a p e r c e n to .
p ifa tti le prim e sono state di quasi ottantun m ilio n i e mezzo di lire m entre le secon de non hanno raggiunto i d iciassette mi- lion i di lire. I g e n e r i d a n o i e s p o r t a t i i n T r i p o l i t a n i a e C ire n a ic a p e r d i c i n q u e m i l i o n i d i l i r e , s o n o s ta t i i s e g u e n t i : F a r i n e e p a s te . . . # C e r e a l i ... C a r n i p r e p a r a t e . V in i e V e rm u t M a n u f a tt i d i c o to n e E ra le im p o r ta z io n i u n so lo g e n e r e h a s u p e r a t o i l v a lo re d i c in q u e m i l i o n i d i l i r e e p r e c i s a m e n t e : L a n a e c a s c a m i d i la n a , p e r q u a s i n o v e m ilio n i e m e z z o d i l ir e . (L. 9.346.520). N el p e r io d o p r e s o i n c o n s id e r a z io n e ta n t o l e i m p o r ta z io n i p r e s e n ta to u n a n d a m e n t o f o r t e m e n t e o s c il la n te . I n c o m p le s s o c o m e le e s p o r t a z i o n i h a n n o p e r ò si p u ò d i r e c h e le p r i m e s ia n o a n d a t e p i u t t o s t o c r e s c e n d o m e n t r e le s e c o n d e h a n n o p r e s e n t a t o u n a d i m in u z io n e m o lto fo r te . N e lla t a b e l l a c h e s e g u e s o n o e s p o s te le c if r e m e n s i l i r e l a t i v e a l v a lo re d e lle im p o r t a z i o n i e d è lie e s p o r t a z i o n i d a n o i e f f e ttu a te ric e v u te o e f f e tu a te d a e p e r la T r i p o l i t a n i a e C ir e n a ic a n e l p e rio d o G e n n a io - O tto b r e 1919. 11,304.570 8,629.600 8.603.500 6.818.500 6.192.150 M ese G e n n a io F e b b ra io M aezo . A p rile . M aggio . G iu g n o . L u g lio . A g o sto . S e tte m b re O t t o b r e . V a lo re im p o r ta z . V a lo re im p o r ta z . 578,704 1.937.981 813,605 880.980 1.176.069 1.946.743 6,265.260 063.285 573.424 1.433.016 T o t a le L. 16.809.147 17.638.457 7.381.693 6.367.664 7.791.031 8.010.726 6*289.143 9.735.746 6.131.075 7.438.314 4.618.366 91.322.215 C o m m ercio con la T u n is ia *1_T .. ‘ „ . , u n i s i a . L e c if r e p i u r e c e n t i r a c c o lte d a g li u ffic i c o m p e te n ti i n t o r n o a l n o s t r o tra ff ic o c o n l a T u n is ia , e c io è i d a t i p r o v v i s o r i i n t o r n o a l v a lo r e d e l c o m m e rc io SPGC.ia e im p o r ta z io n e e d * S * 7 * * * 11 e s p o r ta z io n e , e s c lu s i i m e t a l l i p re -Ziosi, d u r a n t e 1 p r i m i d ie c i m e s i d e l l ’a n n o s c o rs o o s s ia d a l l g e n n a io a l 31 o t t o b r e 1919, m o s tr a n o c o m e le i m p o r t a z i o n i s o n o a s s a i p iu in g e n ti d e lle e s p o r la z io n i, e d i n p a r t i c o l a r e c h e le p r i m e (d i o ltr e o tta n ta m il i o n i e m e z zo d i l i r e i h a n n o s u p e r a t o l e s e c o n d e i poco p iù d i v e n t i n o v e m i l i o n i d i l i r e ) p e r c ir c a li c e n t o s e t- ta n ta s e i p e r c e n to .