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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.47 (1920) n.2424, 17 ottobre

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(1)

1/ ECONOMISTI

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Direttore: M. J . de Johannis

i n o XLVil - Voi. LI

F lie o z e -ìm o ,

17

Ottobre

1920

l R O M A :

56, Via G regoriana^

K.

2424

S O M M A R I O

PARTE ECONOMICA.

Cambi e titoli di Stato.

I l mercato finanziario nel mese di settembre 1920. I l bilancio dei tabacchi nel 1916-17.

Numeri indici delle quantità di merci importate ed esportate.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

L ’amministrazione delle finanze nell’esercizio 1918-19 - Il demanio pubblico - Acque pubbliche.

Votazione sul controllo sindacale delle fabbriche. Marina mercantile greca.

Il patrimonio ecclesiastico.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA.

R . A. Lehfeldt - Gold Prices and thè Witwatersrand. — Wil­

liam Smart - Economie Annals of thè nineteenth century. — Riccardo Dalla Volta - Questioni economiche di ieri e di domani. __ ^

LEGISLAZIONE.

/ premi per la costruzione delle case coloniche in Sicilia.

Il decreto che pone fine allo stato di guerra al 31 ottobre 1920.

FINANZE DI STATO.

Entrate di Stato - Imposte dirette. I l bilancio della Germania.

Partecipazioni industriali del tesoro inglese.

RIVISTA DEL COMMERCIO.

Commercio dello stagno negli Stati Uniti. Commercio della Norvegia.

Commercio della Nuova Zelanda. Commercio della Francia.

NOTIZIE VARIE.

Situazionede#li Istitutidi Emissione Italiani. Situazionedegli Istituti di Credito Mobiliare.

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ISTA

,,

Studi Economici Finanziar' e Statistici

P '.b b lic a ti a c u ra de L ’ E C O N O M I S T A

1) F E L I C E VINCI L. 2

L’elasticità dei consum i con te sue applicazioni

ai consum i attuali prebellici

2) G A E T A N O ZINGALI L . 1

DI ALCUNE ESPERIENZE M

ETODOLOGICHE

TRATTE DALLA PRASSI DELLA STATISTICA DEGLI ZEM

STW

O RUSSI

3) , Dott. É R N E S T O S A N T O R O L. 4

Saggio critico su la teoria del valore

nell'econom ia politica

4 ) A LD O C O N T E N T O - L . 2

Per una teoria induttiva dei dazi sul grano e sulle farine

5) A N S E LM O BERNA RDIN O L. 2

Il fenom eno burocratico e il momento

econom ico-finanziario

In vendita presso i principali librai-editori e presso V A m­ m inistrazione de L’Economista - 56 Via Gregtriana, ROMA 6..

PARTE ECONOMICA

Cambi e titoli di Stato

I ribassi considerevoli verificatisi negli ultimi tempi, sia nelle quotazioni dei valori di Stato e privati alle borse italiane, sia n e ll’apprezzamento della lira sui mer­ cati esteri, e, più che altro, la instabilità e le brusche oscillazioni di q u est’ultimo, denotano una irrequietez­ za nelle valutazioni, di cui non è facile determinare le cause, in genere di assai difficile diagnosi, e di ancor più difficile elim inazione. V ’ha chi riversa la colpa delle attuali circostanze esclusivam ente al regim e fiscale recentem ente approvato dal Parlamento e alla conse­ guenza di minorata potenzialità economica che ne con­ seguirà; v ’ha chi attribuisce allo aumento della circola­ zione e, più che tutto, alla necessità di maggiori cre­ diti a ll’estero, la ragione della peggiorata situazione; v ’ha chi non vede in giuoco che la speculazione; chi imputa alle divergenze politiche ed alla .agitazione delle m asse, il deprimersi dei mercati; v ’ha infine chi crede ch e la insipienza o la mancanza di forza nella reazione da parte del Governo segni la determinante di questo nuovo male.

Pochi intanto considerano che sia l ’uno che l'altro fenomeno di cui discorriamo, se pur in misure diverse, è però com une a quasi tutti i paesi europei, il che si­ gnifica che debbono anche esistere cause ch e non hanno soltanto carattere interno, ma ben più generali.

L ’ A va n ti! a sostegno della tesi che l ’inasprimento dei cambi sia dovuto alla speculazione, così ragiona : . « Mentre il giorno 5 ottobre la sterlina si quotava

a

Roma 8 7 ,0 5 e a Milano 8 7 ,8 5 , Londra mandava il corso di 8 4 ,2 0 e il giorno 6, Quando l ’Inghilterra era quotata 92 a Roma e 9 3 ,1 5 a Milano, nel mercato di Londra era segnata 89.

N elle stesse proporzioni era la differenza fra la quota Svizzera e quella italiana da! franco svizzero (giorno 6 a Roma 420, a Milano 428, a Ginevra 404). Con ciò è luminosamente dimostrato che la lira era mag­ giormente e sensibilm ente svalutala in Italia e che il deprezzamento era conseguenza dei prezzi praticati nei mercati italiani, nei quali giornalmente si quotavano dei corsi, di gran lunga inferiori( per la lira) a quelli stabiliti nei mercati esteri ».

Altri trae dallo stesso fenomeno della oscillazione deduzioni diverse e sembra ritenere seriamente ghe il mercato italiano abbia trascinato gli altri allo aumento. L ’aumento esagerato dei primi giorni della scorsa set­ timana aveva in sè — non soltanto, per la sua am­ piezza ma anche per alcune caratteristiche tecniche — molti elem enti ch e potevano facilmente far pronosti­ care una violenta reazione al ribasso. Due di questi e- lementi è necessario sopratutto rilevare : la rapidità improvvisa con cui i cambi aumentarono di quota (5 lire in un sol giorno per la sterlina) ; il fatto' che, .a de­ terminare questo balzo a ll’aumento non fu tanto il mercato estero quanto il mercato italiano. Per chi sap­ pia oráticamente cosa vuol dire m ercato dei cam bi, questi due dati di fatto significano che l ’impressionante rialzo dei cambi della settimana scorsa era determinato

'

(2)

578 L’ECONOM ISTA 17 ottobre 1920 - N. 2424

da un accaparramento frettoloso di divisa estera fatto sul mercato italiano, in apprensione di imminenti fattori che, agendo sul mercato internazionale, avrebbero de­ terminato un aumento dei cambi. Saturato il primo e più urgente fabbisogno, il mercato è rimasto come vuo­ tato di richieste ed i cambi sonò precipitati, con la stessa rapidità con la quale erano saliti, ai prezzi sui quali si erano andati sistemando.

Noi riteniamo che due cause principali presiedano al fenomeno del ribasso dei valori di stato e dei valori mobiliari ed allo inasprimento dei cambi, senza con questo escludere ch e anche tutti gli altri fattori, al principio di questo nostro scritto enumerati concorrano a rendere più grave e più nervoso il fenomeno.

Da una parte la crisi industriale, ed in specie della grande industria, che va sempre più delineandosi, de­ termina il precipitare delle quotazioni delle azioni nelle

borse. Ciò agisce naturalmente anche sui valori di Sta­ to per i quali, oltre la ripercussione, si verifica, d'altra parte, raggravante, non tanto del deficit del bilancio finanziario dallo Stato denunciato, quanto il suo accre­ scersi continuo, senza ch e provvedimenti sieno stati finora presi, particolarmente nel campo alimentare, che ne è il determinante principale, per arrestare.il disa­ vanzo e per infrenare la nostra necessità di acquisti e quindi di credito a ll’estero.

Se un programma definito e di applicazione ben deci­ so fosse stabilito per il riassetto delle nostre finanze, ed insiem e avessero tregua le competizioni politiche, noi coiremm o sperare di vedere arrestato il deprezza­ mento dei titoli a ll’interno e della lira a ll’interno ed a ll’estero.

Se questo programma non avremo, tempi peggiori, più o meno lontani, ci attendono ancora.

Il mercato finanziario nel mese di settembre 1920

Presentiamo nella tabella seguente i numeri indici

relativi alle quotazioni di compenso delle azioni per i primi nove mesi del corrente anno, per i vari gruppi di società, i cui titoli sono oggetto di più frequenti ope­ razioni nelle borse italiane; numeri indici calcolati pren­ dendo per base il prezzo del dicembre 1919, secondo le note norme metodologiche :

lo generale dei pressi è stata di oltre 7 1 /3 % : la di­ minuzione si è presentata per tutti i gruppi e per qua­ si tutti i singoli titoli. Le falcidie più sensibili sono avvenute per le società direttamente implicate nel con­ flitto (minerarie, siderurgiche, m eccaniche, automobi­ listiche); sensibili anche quelle avvenute per le indu­ striech im ich e, saccarifere, alimentari varie; colpiti

an-Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre

Variaz. per- ceutuale fra luglio e a- gosto Istituti di credito 104.26 ex 2.84 102.75 ex 2 50 99.13 91.09 89.60 89.76 88.94 — 0.91 Ex Ferroviari. . 103.85 102.25 ex 1.30 104.31 94.37 ex 1.53 80.51 80.32 • 74.04 — 7.82 Trasporti terrestri 102.95 102.39 ex 0.52 101.76 ex 0.61 95.41 ex 1.98 87.51 86.94 81.40 — 6.37 Trasp. marittimi 110.88 122.83 ex 1.50 120.53 98.49 87.60 ex 8.12 88.73 80.45 — 9.33 Cotone ... 137.67 ex 3.72 143.23 ex 2 56 159.39 129.47 113.78 ex 1.18 127.64 112.52 — 11.85 J u t a ... 161.00 ex 5.40 155.40 ex 6.00 181.60 158.40 145.40 139.60 132.00 — 5 4 4 L ana... 118.86 119.27 ex 0.54 126.51 ex 1.81 116.00 104.84 106.05 99.14 — 6.52 Lino e canapa . . 134.00 ex 6.38 148.90 176.60 136.17 121.30 131.90 112.76 — 14.51 S e t a ... 128.37 137.94 ex 3.63 169.58 127.00 119.42 135.89 114.47 — 15.76 Miniere... 113.56 119.02 ex 7.44! 116.92 100.51 93.98 88.35 74.43 — 15.76 Siderurgiche. . . 105.51 97.18 ex 5.97 I 95.90 86.50 71.55 68.86 59.48 — 15.62 Meccaniche . . . 101.98 94.09 ex 6.25 74.77 86.71 ex 0.45 83.49 76.78 68.09 — 11.32 Automobili . . . 111.07 ex 4.83 115.75 ex 0.60 108.73 91.31 ex 0.75 78.95 77.56 65.03 ■— 16.16 Elettriche. . . . 104.37 100.63 ex 2.24 102.43 93.81 86.27 ex 0.10 86.79 83.48 ex 0.34 — 3.42 Chimiche . . . . 106.39 100.03 ex 1.03 109.61 ex 0.98 103.79 96.82 94.01 83.63 ex 1.54 — 9.40 Zuccheri . . . . 119.55 126.21 ex 0.63 128.22 111.92 . 96.75 ex 3.82 101.24 ex 0.86 88.45 - - 12.63 Alimentari varie. 104.85 ex 0.40 112.56 ex 0.75 110.22 98.90 89.96 93.78 82.59 — 11.93 Acquedotti . . . 98.91 98.87 ex 1.42 97.53 ex 0.64 96.81 89.73 ex 2.18. 89.82 87.52 — 2.56 Immobil. costruz. 105.78 113.29 ex 1.12 111.19 103.30 97.06 98.35 93.98 — 4.44 Diverse... 126.88 145.43 ex 0.89 129.48 117.92 113.26 121.73 ex 3.59 119.87 — 1.53 Indice generale . 106.97 ex 1.00 106.49 ex 2.99 105.58 ex 0.07 1 1 94.07 ex 0.23 87.57 ex 0.57 8g,86 ex 0.09 80.33 ex 0.11 — 7.39

Gli indici per il m ese di settembre segnano una si­ tuazione veramente disastrosa nel mercato finanziario. 11 livello com plessivo dei prezzi segna un ribasso di circa il 19 1/2 % rispetto alla chiusura del dicembre 1919 e di circa il 25 % rispetto al maggio 1920 : si ha una brusca depressione più marcata ancora di quella tanto memorabile, ch e ha segnalato lo scoppio della guerra. Rispetto al dicembre la perdita sale circa al 40 % per i titoli siderurgici, al 32 % per i meccanici e al 35 % per gli automobilistici : sono queste le per­ dite m assim e constatate dai nostri dati : si presentano per i valori delle industrie direttamente colpite dal va­ sto conflitto operaio e corrispondono al senso di pani­ co oramai diffuso riguardo alle prospettive di queste in­ dustrie. specie rispetto alle maggiori imprese, nel nuo­ vo assettò dei rapporti fra capitale e lavoro. L e difficol­ tà così gravi per l ’esercizio delle industrie in genere si sono riflesse anche per i titoli di altri grunoi di so­ cietà. E il senso di sgomento che da parecchie setti­ mane domina il mércata finanziario ha provocato una corsa ai realizzi, facendo precipitare le quotazioni attra­ verso tutto il listino. Pochissim i titoli presentano ora­ mai un indice superiore a 100, cioè un prezzo suDe- riore a quello di chiusura del 1919 : si tratta quasi sol- talto di alcuni valori tessili, immobiliari, cartari e di imprese di

esportazione.-Fra l ’agosto e il settembre la diminuzione nel

livel-che i valori tessili, malgrado la ripresa del movimento commerciale e industriale ; relativamente resistenti i valori immobiliari ed elettrici e specialm ente i bancari : il sostegno che si manifesta per i bancari è veramente singolare di fronte ai gravi vincoli economici fra taluni istituti di credito e le grandi imprese siderurgiche e meccaniche.

(Vedi tabella a pagina seguente) Riccardo Bachi.

Il bilancio dei 'tabacchi nel 1916-17

Caro lettore, non è mia colpa se solo oggi ti parlo di questo bilancio, nè, credo, del direttore generale Aliprandi, che presentò la sua relazione il 31 dicem­ bre 1917. La pubblicazione ha la data d ell’anno cor­ rente.

Ma in due anni che si è fatto? e che vuoi ne sap­ pia io ? misteri della burocrazia italiana ! E, com e di­ nanzi a tutti i misteri divini, non vi è altro da fare che pregare : pregare che presto ci concedano leggere i non meno di tre bilanci già consumati.

Il prodotto lordo » stato di 603 milioni, con aumento di 105 sul precedente e di 182 sulle previsioni; l ’au- mento della spesa per fumo è confortante per la finanza e sconfortante per l ’economia italiana.

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tabac-17 ottobre 1920 — N. 2424 L ’ ECONOM ISTA

579

INDICI Divi P R E Z Z I 1 »1 COMPENSO D E L L E AZIONI

03 00 "S S PREZZO di compenso Indice SOCIETÀ .2 £ +* ®. “ s g-E ® $ O h O 'O ns Capit ale S d ie . 19 19 -dic embre 19 19 (1 ) settembre 1920 settembre Istituii di Credili B a n c a d ’ Italia 102.1 180 1470 1300 8 8 .4 C o m m e r c i a l e 126.3 2601170 990 8 9 .3 Ital. di S c o n t o 9 3 .3 315 620 546 88.1 B a n c o d i R o m a 102.5 150 116 110 9 4 .9 C r e d . Italian o 122.1 200 794 650, 8 5 .4 lst. It. c red . fon. 9 5 .5 40 516 465 90.1

(4)

580 L’ECONOM ISTA 17 o ttobre 1920 — N. 2424

chi quasi... uno per italiano (compresi le donne e i binubi), se aggiungi i quattro e più milioni di chilo­ grammi di prodotti secondarii. Fuori di quelli consu­ mati nelle terre liberate e dall’esercito. i quasi 20 milioni si ripartivano così : 2 da fiiuto, 6 trinciati, 7 sigari e 5 sigareite, pagandosi milioni 15, 74, 174 e 194. con aumento di tutte le categorie, malgrado i rincari, portati dalle tariffe.

Il consumo del tabacco da fiuto diminuì in tutta Ita­ lia, fuorché al nord ed in Sardegna ; di quello da fumo aumentò dovunque, fuorché in Basilicata : il consumo totale aumentò dell ’ 11 %, ma del 32 je l Veneto e 0.4 in Abruzzo e diminuì di 6 in Basilicata: salvo l ’Um­ bria e la Puglia, l ’aumento fu forte al nord. Per 19 milioni di lire fu venduto fuori confine e 104 a ll’eser­ cito. A ll’estero si esportò specialm ente in Argentina in Libia.

Le sp ese ascesero a 148 milioni, di cui 92 provvi­ sta di tabacchi (83 esteri) e 56, suddistinte in 2 pel personale chiamato alle armi, 7 per le guardie di fi­ nanza e 47 sp ese industriali.

Di esse 10 sono acquisti di macchine, 1.5 locali, 4 interessi su stocks e il resto personale (circa 3 a im­ piegati e il- resto agli operai).

La spesa aumenta n ell’anno di 52 milioni, dovuta quasi tutta ad acquisti a ll’estero.

Può interessare anche questo conto : coltivazione milioni 3. custodia 2, lavorazione 37 custodia e ven­ dita 5 ; ecco il concorso proporzionale d ell’agricoltura, industria e commercio al fumo italico.

Ed ecco il bilancio :

Entrata Spesa Differenza Monopolio . . . . 589 116 473 Extra-monopolio. . . 16 8 6

Totale . . . 603

e, più completamente :

R e n d i t e ... Canoni di vendita, ecc.

124 479 Spese Rendite Netto . Aumento rimanenza . 595 8 603 148 455 27 Prodotto netto . . . 479

Così fuma, o m eglio fumò nel 1916-17, l 'Italia !

G. Cur.

Numeri-indici delle quantità di merci

importate ed esportate

Le cifre indicanti il valore complessivo delle merci im­ portate (od esportate) da un paese in successivi anni — che designamo con le sigle T„ T,, T 3.... — risultano da due ordini di variabili: il prezzo di ciascuna fra le varie merci oggetto di importazione (o esportazione) — che desi­ gnamo con le sigle p \ , p ’2, p 'a...; p ’\ , p '\ , p " 3- p " ’\

p " \ , p’”3.... — e la quantità importata (od esportata)

nei successivi anni di ciascuna fra le varie merci — che designamo con le sigle q \, q'2, q a.... ; q’\ q”2, q"3... ; q " \,

q "\, q'"3...

In epoche normali e attraverso brevi spazi di tempo, la variazione di T nei successivi anni deriva assai più da variazioni nel complesso delle quantità di merci oggetto del traffico (<?) che da variazioni nel livello complessivo dei prezzi (P). Poiché il livello generale dei prezzi si si sposta solo lievemente attraverso gli anni, e poiché assai più forte è la variazione di Q, usualmente la con- siderazioue dei successivi valori assunti da T, dà una idea grossolana,ma sufficiente delle variazioni subite da Q.

In questi anni di guerra e di dopo guerra la variabi­ lità nei prezzi si è enormemente accentuata, esp esso in­ fluisce sulle variazioni di T assai più di quanto vi influi­ scano le variazioni di Q. La considerazione del valore complessivo delle merci scambiate con l’estero è pur sempre significativa nei riguardi dell’ economia nazio­ nale, di fronte all’economia degli altri paesi, quale fonda- mentale partita della bilancia dei pagamenti ; ma riesce

meno significativa (per l’incertezza sui fattori delle va­ riazioni) quale indizio dello svolgimento delle produzioni, dei consumi, dei traffici.

Si presenta, adunque, evidente la convenienza di con­ siderare distintamente le variazioni di Q, accanto a quelle di P, nelle variazioni di T : la convenienza di considerare distintamente le variazioni avvenute nelle quantità delle merci scambiate con l’estero eliminando gli effetti delle variazioni avvenute nel livello dei prezzi. La convenienza di questa distinzione è stata posta in chiara evidenza fra noi dal dott. Giovanni Nicotra in un notevole studio su

Le quantità delle merci importate ed esportate nell’esame del commercio internazionale, pubblicato nella JUvisla delle Società commerciali (30 aprile 1920) (1).

Il Nicotra esamina acutamente l ’importanza economica della considerazione della entità quantitativa degli scambi. Ma per giungere alla determinazione di tale entità egli ricorre a quella che chiama : “ rilevazione diretta „ delle quantità : egli addiziona cioè le quantità delle merci im­ portate (od esportate) in un dato anno. La cifra così ottenuta non è significativa, essendo illogico, irrazionale sommare pesi o volumi o lunghezze o capacità o numero di capi e colli di merci eterogenee. Le merci che entrano a costituire il traffico con l’estero sono svariatissime, assai dissimili fra loro economicamente e merceologica­ mente : la sola grandezza che le rende omogenee e che

consente una sintesi numerica, per esse tutte, è il valore (2).

L’addizione operata dal Nicotra (3) del peso delle merci importate od esportate adduce ad un aggregato, ad un accozzamento di cifre irrazionale, che si conclude con dati sintetici privi di qualsiasi significato : in esso i pesi delle materie prime si assommano bizzarramente con quelli dei prodotti elaborati; i pesi dell : merci “ povere „ si ag­ giungono a quelli delle merci “ ricche „ ; e poiché il traf­ fico delle materie grezze e delle merci povere si svolge, naturalmente, ih masse assai più considerevoli, così, nella deforme somma, le cifre attinenti a queste materie, a queste merci, signoreggiano, nascondendo le vicende nel traffico di merci più preziose, traffico che talora ha mag­ giore rilevanza economica. Così i dati raccolti e formati dal Nicotra traducono prevalentemente il movimento com­ merciale di merci grossolane, quali il carbone fossile, i fosfati, lo zolfo, il marmo e simili i cui negozi raggiun­ gono milioni di tonnellate e appena avvertite vi sono le variazioni negli scambi delle sete e di altre merci, che racchiudono un alto valsente in piccolo peso, variazioni che hanno pur tanta importanza per l’economia del nostro paese.

Per la considerazione delle variazioni quantitative nel movimento commerciale, non si può adunque procedere per somme di pesi, di volumi, ecc., ma si deve procedere invece per rapporti fra le quantità di ciascuna data merce scambiate nei vari anni fra cui si vuole istituire il raf­ fronto, ed operare poi la sintesi dei rapporti. Secondo il metodo usualmente adottato per seguire le variazioni nel livello dei prezzi, si possono computare i rapporti

V ’ -tìt'»... fra le quantità di ciascun tipo di merci

'l e 2 o 1 o

(1) Lo stesso Giovanni Nicotra aveva segnalato la convenienza d1 2 3 considerare il movimento quantitativo, per un giudizio sullo svolgi­ mento del nostro traffico con l’estero durante gli anni di guerra, in un più breve saggio (Importazioni, esportazioni e cambi in Italia) in­ serito nel Supplemento economico del giornale « Il Tempo » del 20 giugno 1919.

(2) La ragioneria ha dovuto affrontare il quesito di ricercare una grandezza che renda omogenei tu tti gli elementi patrimoniali e le « parti ideali » del patrimonio, come oggetti di conti in un sistema di registrature, e ha concluso essere soltanto il valore praticamente « grandezza comune a tu tti gli oggetti dei conti che si sogliono ac­ cendere nelle aziende, perchè è condizione caratteristica della ricchezza cui i conti direttamente o indirettamente riguardano » (Fabio Besta’

La ragioneria, 2a ediz., voi. II, parte I, pag. 342 e segg., vedi anche

pagina 299 e segg.).

(5)

17 ottobre 1920 — N. 2424 L ’ECONOM ISTA

581

scambiate nell’anno designato con la sigla 1 e nelFann o considerato come base del conteggio, designato con la sigla 0 (1). Per la sintesi si potrebbe fare la media aritme­ tica semplice fra questi rapporti; ma si verrebbe così ad at­ tribuire, nella media, una importanza pari a qualsiasi merce qualunque sia la entità economica sua nel movimento commerciale generale. Poiché le merci scambiate con l’estero hanno importanza economica assai varia, la quale è agevolmente misurata dagli stessi dati raccolti nelle sta­ tistiche doganali, è opportuno procedere alla sintesi de,i rapporti per mezzo della media ponderata, attribuendo ai rapporto pei ciascuna merce un “ peso „ corrispondente al prezzo unitario.nell’anno adottato come termine di rife­ rimento. Si computa così un indice per quantità rap­ presentato dalla formula

D* X ^ ^ -J- n ” y L i i o T P o * ree + ••

? » g o S Pii x ql

£ P, x q0 P'o + P ”o + p ' o

formula che corrisponde alla 12 nella nota analisi del Flsher sui metodi per il computo dei numeri indici dei

prezzi. *

P i (2) P i qJ w

Come è noto, le nostre statistiche degli scambi con l’estero, recano preliminarmente nei successivi fascicoli mensili, sino a quello che abbraccia l’ intero movimento per un dato anno, il valore delle merci entrate e di quelle uscite, calcolato secondo la quantità delle merci effetti­ vamente entrate o uscite in quel dato anno' e secondo il prezzo adottato come proprio di ciascuna merce n el­

l’anno precedente: poi, nei volumi annuali contenenti i

dati definitivi della statistica doganale, il valore delle merci entrate e di quelle uscite in un dato anno è cal­ colato secondo il prezzo proprio di ciascuna merce in

quel dato anno. La duplicità delle cifre statistiche per

valore, che così si posseggono rispetto al traffico di ogni anno, come rende agevole il computo di numeri indici delle variazioni del livello dei prezzi lungo la successione degli anni per la totalità delle merci scambiate o per gruppi (ti esse, così rende agevole il computo di numeri indici delle variazioni quantitative avvenute attraverso quegli anni nella massa totale delle merci scambiate o in gruppi di èsse.

Per misurare rispetto a due anni consecutivi l’effetto della variazione nei prezzi sul valore delle merci scam­

piesso o per dati gruppi), in base ai prezzi del primo anno, formato come media ponderata degli indici relativi a ciascuna singola merce, media in cui all’ indice di ogni merce si attribuisce un’ importanza corrispondente all’en­ tità per valore del traffico nel primo anno.

Istituendo il rapporto fra il valore provvisorio del s e ­ condo anno (per la totalità del traffico o per una sezione sua) e il valore definitivo del primo, si ha un indice delle variazioni di quantità fra il primo e il secondo anno, in base all’entità del traffico nel primo anno, ciq£ un rap­ porto che indica l’effetto medio del variare delle quan­ tità delle merci sul valore degli scambi, essendo ancora la media una media ponderata nella quale ciascuna merce entra con un’ importanza corrispondente all’entità per va­ lore del traffico nel primo anno. Questi indici, calcolati rispetto a più coppie di anni susseguenti, si possono con­ catenare mediante il prodotto dei successivi rapporti.

11 prodotto dell’ indice di quantità per l’ indice dei prezzi rispetto alla totalità delle merci importate o esportate o a date sezioni loro, è evidentemente pari al rapporto fra il valore del traffico nel secondo e nel primo degli anni considerati, essendo :

£ P o g i S , P t go £ i> i ?i S P o g r g ìP i 2i % P , 2o Tl rl \

Reciprocamente dividendo f ' per ^ r i 'tl si ha

Anni 1913 1914 1915 1916 1917 1918 1919 I M P O R T A Z I O N I Valore provvisorio (milioni) Valore definitivo (milioni)

Variazione rispetto all’anno preced. per quantità1 I

e prezzo I per prezzo .perquantità

3637.711 28 8 2 .0 5 0 3331.461 5 4 58.284 7 7 32.198 14101.644 16516.651 36 4 5 .6 3 9 2 9 2 3 .3 4 8 4 7 0 3 .5 5 0 8 3 9 0 .2 7 6 13990.210 16038.676 9 8 .4 8 8 0 .1 9 160.90 178.38 166.74 114.64 100.22 101.43 141.19 153.72 180.93 113.74 9 8 .2 6 7 9 .0 6 113.96 116.04 92. 16 100.79 102.98 E S P O R T A Z I O N I Valore provvisorio (milioni) 2 5 03.914 2217.901 2216.411 2292.691 2 258.933 24 8 3 .5 2 6 51 8 8 .6 2 4 Valore definitivo (milioni) 25 1 1 .6 3 9 22 1 0 .4 0 4 2 5 3 3 .4 4 4 3 0 8 8 .2 8 0 3 3 0 8 .5 1 5 33 4 4 .7 0 7

Variazione rispetto all’anno preced. per quantità1

e prezzo per prezz0 per quantità

104.79 88.01 114.61 121.90 107.13 101.09 100.31 9 9 .6 6 114.30 134.70 146.46 134.68 1 0 4 .4 6 8 8 .3 0 100.27 9 0 .5 0 7 3 .1 5 7 5 .0 6 1 5 5 .1 3

biate con l’estero, è sufficiente istituire rispetto al se ­ condo dei due anni il rapporto fra la valutazione defini­ tiva e la valutazione provvisoria dell’assiem e delle im­ portazioni o delle esportazioni o di date sezioni loro: si ha così un indice globale del livello dei prezzi delle merci importate od esportate nel secondo anno (nel loro coni­ ti) Mediante rapporti di questo tipo, ¡1 Federai reserve board di Washington opera mensilmente, a partire dal gennaio 1919, una m a­ gnifica analisi del physical volume of trade, non rispetto al commercio con l’estero, ma rispetto al commercio interno, ciò per talune fonda- mentali merci (usualmente grezze) prodotte in date zone degli Stati Uniti, o affluite in dati mercati, o imbarcate in dati porti, ecc. : il rapporto è istituito fra il movimento mensile attuale (per il peso, lun­ ghezza, numero dei capi, ecc.) e il movimento medio mensile 1911-913. Non è effettuata alcuna sintesi degli indici.

(2) Irving Fisher, The purchasing power of money, New York, 1916,

pag. 418; il Flsher accenna al calcolo di indici di quantità alla pa­ gina 385 e seguenti.

Concatenando i rapporti ed essendo pari a 100 i dati relativi all’anno 1912, si hanno per- il 1918 (ultimo anno per cui si hanno elementi definitivi) le cifre proporzio­ nali seguenti:

Importaz. Esportaz. Variazione complessiva per mutazione di

prezzi e di q u a n t i t à ... 433,35 Variazione per mutamenti di prezzi . . 454,01 Variazione per mutamenti di quantità . 95,43

139,54 305,60 45,96

T; per ! * £ ‘ si ha g * £ i

C , S P o g l £ p » go cioè, dividendo il rapporto fra il valore del traffico nei due anni per il corrispondente indice dei prezzi si ha l’ in­ dice di quantità. Pertanto, in base alle nostre statistiche degli scambi con l’estero, se si istituisce il rapporto fra ' la valutazione definitiva per valore delle importazioni o delle esportazioni o di sezioni loro, per due anni conse­ cutivi il rapporto viene a misurare cumulativamente la variazione avvenuta nel traffico per effetto del contem­ poraneo variare dei prezzi e delle quantità; e se si di­ vide tale rapporto per quello corrispondente, prima ac­ cennato, che costituisce l’ indice complessivo del livello dei prezzi, si ha l’ indice delle variazioni di quantità nel traffico fra l’uno e l’altro anno (1).

* * *

A titolo esemplificativo presentiamo qui appresso in- dici (2) delle variazioni per prezzo e per quantità a vve­ nute nel nostro traffico con l’estero (esclusi metalli pre­ ziosi) a partire dall’ anno 1912:

(1) L’indice delle variazioni quantitative riesce calcolato corret­ tamente se si adotta come divisore l’indice del prezzi computato, nel modo accennato nel testo, mediante i dati stessi della statistica degli scambi con l’estero: tale è il metodo adottato dal Jannacone, nello studio sulle Relazioni fra commercio internazionale, cambi esteri e cir­

colazione monetaria in Italia nel quarantennio 1871-913 (« Riforma sociale ». novembre-dicembre 1918, pag. ‘554 e segg.).

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582 L’ECONOM ISTA 17 ottobre 1920 — N. 2424

La comparazione fra gli scambi con l’estero nell’ultimo anno di guerra e nel penultimo anno di pace, mostra adunque un aumento dei 333% all’ importazione e del 40 % all’esportazione nel valore totale. Questa gran varia­ zione è prevalentemente dovuta al rialzo nei prezzi, poiché considerando il traffico nel suo volume fisico, nella quantità delle merci scambiate, si constata una diminuzione del 4% % nell’entrata e del 54% nell’uscita. Valutando, adunque, le merci importate e quelle esportate nel 1918, secondo f piezzi adottati per misurare il traffico nel 1912, 11 commercio dell’ultimo anno di guerra si compendie­ rebbe nelle modeste cifre di milioni 3533 (invece di 16039) all’ importazione e di 1537 (invece di 3345) all’esrorta- zione. Le necessità di guerra e la politica economica se ­ guita sia prima che durante il nostro conflitto, hanno addotto alla fortissima riduzione complessiva nella quan­ tità delle merci esportate, specialmente per i vincoli al­ l’uscita di derrate e di alcune materie industriali. All’en­ trata la variazione complessiva, per l’assieme del periodo del traffico, è modesta ma spostamenti notevolissimi sono avvenuti nell’uno o nell’altro senso per date merci. L’andamento non è stato uniforme lungo il breve spazio di tempo considerato. All’entrata la riduzione di quan­ tità avvenne fortissima (in ragione del 21%) nel primo anno della guerra europea colla brusca interruzione dei traffici: poi il flusso degli arrivi subì considerevoli dila­ tazioni nel 1915 e 1916, per i vasti eccezionali acquisii di materie alimentari, di metalli, di armi, di materie t e s ­ sili e tessuti, acquisti che superavano le riduazioni av­ venute per il carbone e altre merci; la contrazione si verificò di nuovo, ma in misura meno pronunciata, nel 1917, per gli intoppi al traffico determinato dalla guerra subacquea, e il basso livello continuò nel 1918. All’uscita, la diminuzione di quantità è stata meno marcata durante la nostra neutralità, poiché alle minori esportazioni di derrate agrarie, corrisposero allora vasti spacci eccezio­ nali di tessuti e di varie altre merci, la diminuzione si andò via via aggravando lungo gli anni 1916-17-18, colla politica commerciale più rigorosa, e colla gran diminu­ zione nell’attività produttiva, così che il volume fisico, esportazioni nel 1918, risulta inferiore alla metà di quello avvenuto nell’ultimo anno di pace.

Le cifre presentate nella tabella mostrano che, se im­ ponenti e caratttristiche sono state le variazioni nel vo­ lume fisico degli scambi con l’estero, anche più impo­ nenti sono state le variazioni nell’entità economica del nostro commercio con l’ estero dovute al mutare dei prezzo Naturalmente sui rappoiti sintetici indicanti l’ef­ fetto di queste mutazioni nei prezzi, (così come sugli in­ dici delle quantità) influisce alquanto il cangiare della

composizione del traffico lungo il tempo, da cui natural­ mente derivano variazioni nei pesi applicati nella forma­ zione della media ponderata. Senza procedere a partico­ lari considerazioni sui mutamenti di prezzi (che non rien­ trano nell’argomento di questo scritto), notiamo che la comparazione fra le cifre del 1912 e del 1918 mostra che l’aumento dovuto al rialzo dei prezzi è stato del 354 % all’entrata e del 203 % all’uscita. Sono rialzate maggior­ mente di prezzo le merci provenienti da paesi esteri, che quelle ivi vendute. Fattore massimo di questa divergenza di ascesa è stato il rialzo dei noli durante gli anni di guerra, essendo la gran maggioranza delle merci impor­ tate di provenienza oltremarina; le merci costituenti il nerbo della importazione negli anni di guerra, sono fra quelle per cui il rialzo dei prezzi è stato più marcato, essendo la produzione loro animata da una forte domanda e avvenendo spesso a costi crescenti ; data la impellenza militare e civile di molti acquisti, la nostra domanda era ooco elastica, e così le nostre importazioni non subivano grandi riduzioni per il fatto di aumenti nei prezzi: i rin­ cari ebbero una influenza selettiva e contrattiva minima all’ importazione, e alquanto più sensibile all’esportazione. A produrre la più rapida ascesa nei prezzi per le merci entrate che per le uscite, concorre il ben noto fenomeno della alquanto tardiva ripercussione sui prezzi interni dei rialzi nei prezzi esteri e nei cambi. Il rialzo nei prezzi per le merci entrate si è svolto specialmente lungo il triennio 1915-17 e per le merci uscite lungo il triennio 1916-18.

I dati sinora disponibili rispetto al movimento commer­ ciale per l’anno 1919 consentono solo la misura della va­ riazione nel volume fisico del commercio in confronto con Tanno precedente ; rispetto al 1918 si ha un aumento del 3 % all’entrata e del 55 % all’uscita, così che il traf­ fico del 1919 viene a corrispondere rispettivamente del ai 98)4% e al 71%% di quello del 1912,

A fine di meglio mostrare i caratteri dello svolgimento dei nostri scambi con l’estero lungo gli anni di guerra e il primo anno di pace, può essere conveniente scendere a qualche analisi per gruppi di merci. Anzi tutto presen­ tiamo qui appresso gli indici delle quantiià, per le grandi sezioni economiche del nostro traffico, cioè per le ma­ terie prime, i prodotti lavorati, le materie sem igreggie e le derrate. Il calcolo di questi indici può risalire solo sino alla comparazione del traffico del 1914 col 1913, l’anno 1914 essendo il primo per cui siano stati pubblicali i dati all’uopo necessari, cioè valutazioni preliminari basate sui preazi dell’anno precedente.

INDICI DELLE QUANTITÀ DI MERCI NEGLI SCAMBI CON L’ ESTERO PER CLASSI DI MERCI

Materie per le industrie, greggie

Prodotti fabbricati.

Generi alimentari e animali vivi

VARIAZIONE % RISPETTOall’annoPRECEDENTE VARIAZ. % fra 1913 e 1919 1914 1915 1916 1917 1918 1919 im p o rta z io n e e s p o r ta z io n e 8 3 .8 6 9 2 .1 5 126.39 6 0 .2 5 97 ; 54 1 0 6 .7 0 6 6 .4 7 66.91 9 1 .2 9 9 9 .8 6 122.88 141.88 7 7 .0 9 5 6 .1 6 im p o rta z io n e e s p o r ta z io n e 8 2 .3 6 84.71 9 9 .7 3 130.15 112.62 8 5 .3 5 116.69 7 3 .1 4 102.32 6 8 .5 6 7 9 .2 5 2 1 2 .1 0 8 7 .5 3 100.08 im p o rta z io n e e s p o r ta z io n e 7 9 .8 9 ■83.90' 6 6 .7 8 132.02 2 1 0 .9 5 J 0 0 . 14 110.48 7 4 .6 9 8 8 .6 6 6 2 .4 4 8 8 .9 5 158.45 9 8 .0 6 8 1 .9 6 im p o rta z io n e e s p o r ta z io n e 6 5 .2 3 9 3 .8 8 1 6 6 .4 4 6 8 .6 2 107.24 7 2 .4 7 102.30 7 3 .5 8 116.90 112.17 111.64 9 7 .3 5 155.44 37.51

materiale: ad es., William Beveridge in un recentissimo studio (Bri-

tish exports and thè barometer, nell’Economie Journal del marzo e,

giugno 1920) computa indici quantitativi, dividendo l’importo medio per abitante deile esportazioni inglesi per gli indici dei prezzi del Sauerbeck.—Stephen Bournein un lungo saggio presentato alla So­ cietà reale dì statistica britannica (On variation in thè volume and

value of exports and imports of thè United Kingdom in recent years,

in Journ. of thè R . S ta t. Soc., settembre 1889) calcola per diffe­ renza, voce per voce, la variazione nel valore del traffico dovuta al mu­ tare del prezzo e quella dovuta al mutare della quantità, rispetto a anni consecutivi. — Uno studio sulle variazioni nelle quantità nel

commercio di esportazione dagli Stati Uniti è stato compiuto dal Ber-

ridge(Analysis of thè exports of merchandises from thè United States, Review of economie statistics, ottobre 1919, citato da Wesley C. Mitchell, Prices and reconstruction, American econ. rev., marzo 1920,

suppl., pag. 133-34): di tale studio non ci è stato possibile avere diretta conoscenza.

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17 ottobre 1920 — N. 2424 L’ECO N O M ISTA 583

A ll’ importazione, il confronto quantitativo fra 1913 e 1919 segna un grosso aumento per le derrate, il quale, congiunto alla imponente diminuzione-avvenuta per l’e ­ sportazione parrebbe essere prova di un forte aumento nel consumo interno : questa impressione è però alquanto attenuata dalla ulteriore analisi del movimento commer­ ciale operata più innanzi, e dalla considerazione .della diminuzione avvenuta in alcune produzioni nazionali. Per i prodotti compiuti il volume degli arrivi nei 1919 in complesso inferiore solo del 2 % a quello del 1913, mentre per lo spaccio si è verificata una più sen ­ sibile contrazione pari a circa il 18%; questi dati potreb­ bero essere indizio di aumento del consumo interno, ma tale conclusione potrebbe risultare fallace di fronte alla diminuzione della produzione interna, quale è documen­ ti ta dalla gran contrazione negli arrivi di materie greggie e di materie semilavorate; per questi due aggruppamenti di merci, all’esportazione si avverte una fortissima espan­ sione nel 1919, in confronto col 1918, dovuta in maniera principale al traffico sericolo.

Al fine di porre in più chiara evidenza i fondamentali caratteri della evoluzione del traffico con l’estero lungo questi anni, sembra conveniente scendere a più partico­ lare analisi della variazione per prezzo e per quantità rispetto a ciascuna categoria della statistica doganale. I risultati dei laboriosi conteggi all’uopo istituiti sono presentati nella tabella seguente.

Questa analisi merceologica delle variazioni avvenute nel movimento degli scambi, con separazione delle va­ riazioni di entità da quelle di prezzo, mostra come le variazioni si siano svolte assai diversamente pei vari gruppi di merci.

Nei rispetti delle variazioni di prezzo, senza fare alcun richiamo ai singoli indici annuali, notiamo che; per la variazione complessiva dei prezzi dal 1912 al 1918, gli indici più alti si hanno; all’importazione, per le categorie dei colori e generi per tinta e concia (1038), per la carta (770), per le pietre e terre (672), pei cotone (619), per le bevande (521), per la canapa, lino, juta (519); all’esporta zione gli indici-di più alti progressidei prezzi si hanno per le categorie della canapa e juta (502), della lana (442), del cotone (437), dei minerali e metalli (427), della carta (415). Per date categorie di merci, gli ìndici dei prezzi presentano talora notevole discordanza rispetto ai due ordini di scambi, sia per i fattori generali, già ricordati che tendono a innalzare più sensibilmente i prezzi per gli acquisti che per le vendite operate all’estero, e sia per la differenza di composizione qualitativa delle due correnti di traffico. E’ notevole il fatto che gli indici dei prezzi mostrano una maggiore “ dispersione „ riguardo all’entrata che riguardo all’uscita: per le importazioni il campo di variabilità è compreso fra 121 (gomma elastica) e 1038 (colori), mentre per le esportazioni è compreso fra 101 (veicoli) e 502 (canapa lino e juta); sia all’en­ trata che all’uscita, è presso che identico e relativamente assai basso l’indice dei prezzi per la categoria della gomma elastica (120 - 121) in relazione alla tenue va­ riazione che sul mercato internazionnale ha snbito il prezzo della materia prima, col vastissimo sviluppo della pro­ duzione della gomma di piantagione, sviluppo superante ’incremento dalla domanda.

Gli indici di quantità per le singole correnti dei traf­ fici nell’uno e nell’altro senso segnano — a seguirli mi­ nutamente — in {paniera assai evidente i lineamenti del nostto commercio con l’estero lungo questo periodo su s­ sultorio e palesano le conseguenze degli straordinari bi­ sogni e delle straordinarie difficoltà provocate dalla guerra.

All’importazione, per molte categorie, l’indice pel 1914 è inferiore a 100, per la brusca contrazione dei traffici avvenuta colla paurosa crisi che ha scosso così periglio- samente l’economia internazionale allo scoppio della guerra. Poi, indici di nuovo inferiori a 100 si trovano negli anni 1917 e 1918, nella fase più aspra della guerra marittima. In via sommaria, notiamo per la categoria delle bevande e oli prevalere decisamente indici supe­

riori a 100, poiché la contrazione negli arrivi per qualche voce (vino, birra, ecc,) è meglio che compensata da co­ spicue importazioni di olio di oliva, di oli di semi, di oli minerali : l’indice quantitativo del 1919 rispetto al 1913 segna aumento del 31. % negli acquisti e segna di­ latazione di consumo interno.

Attraverso, oscillazioni varie nei diversi anni, la ten­ denza espansiva prevale decisamente per la categoria dei coloniali e tabacchi e palesa il grande incremento avvenuto nel consumo del tabacco, del caffè, dello zuc­ chero, della cioccolata: la quantità arrivata nel 1919 su ­ pera, quella del 1912 per oltre il 78 %, aliquota questa che mostra la enorme diffusione di questi consumi voluttuari avvenuta nel paese.

(8)
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17 ottobre 1920 - N. 2424 L’ECONOMISTA 585 ■ di dilatazioni e di contrazione nel volume complessivo

del traffico, attribuibili essenzialmente alle varie vicende negli arrivi di talune pelli greggie e pellami e negli ar­ rivi di calzature prevalentemente per i bisogni militari : attraverso queste oscillazioni, il traffico del 1918 mostra un volume di poco inferiore a quello del 1912: i più co­ piosi arrivi di pelli greggie e di pelli conciate nel 1919 hanno elevato il movimento per tale anno al 30 % al di sopra di quello del 1912: ciò malgrado la gran diminu­ zione negli acqui iti di calzature. La categoria della lana mostra attraverso i vari anni alternative di indici, molto alti e di indici molto bassi, i quali derivano in maniera prevalente dalla composizione delle oscillazioni negli arrivi delle materie prime e negli arrivi di alcuni indumenti fabbricati per uso militare: tanto gli uni che gli altri arrivi si sono svolti ad opera del governo e d’intesa coi governi alleati, con grandi variazioni di anno in anno: il movimento del 1918 supera del 22 % quello del 1912, e quello del 1919 lo supera del 3 % soltanto. - Fortis­ sime ineguaglianze mostrano pure i successivi indici per la categoria dei minerali e metalli : il dinamismo in questo traffico si è svolto lungo gli anni variamente per i vari nuclei delle molte voci costituenti questa categoria : così è prevalsa la tendenza al progresso negli arrivi dei me­ talli greggi e in articoli di prima lavorazione : sono in­ vece enormemente diminuiti gli arrivi di rottami di ferro e i acciaio: sono scemati gli acquisti di molti tipi di macchine, di utensili, di strumenti vari, mentre sono avvenute va­ riamente dilatazioni negli arrivi di armi e negli arrivi di taluni articoli non designati, che presumibilmente sono materiali d’artiglieria e altre forniture militari: in com­ plesso il volume degli arrivi così nel 1918 come nel 1919 appare inferiore di circa il 10 % al volume registrato nel 1912 — Grandi divergenze si avvertono nella succes­ sione degli indici per la categoria dei veicoli ; la eseguità del traffico raccolto in questa categoria mostra talora mutamenti di entità relativa imponente per effetto di pic­ coli spostamenti assoluti; durante la prima parte della guerra si sono avuti indici assai bassi, per l’arresto nel­ l’arrivo di materiale ferroviario e di materiale marittimo ; l’indice alto pel 1918 è dovuto ad acquisti di materiale navale e poi quello altissimo pel 1919 deriva dalle rile­ vantissime importazioni di veicoli ferroviari : il volume del traffici pel 1919 è cosi giunto al triplo di quello del 1912 — La successione di bassi indici per la categorìa delle pietre e terre rispecchia essenzialmente le dolorose difficoltà nei nostri approvigionarnenti di carboni e di : fosfati minerali; l’entità dell’ importazione nel 1918 am- ! monta appena al 50% di quella avvenuta nel 1913 e l’en­

tità del 1919 al 57 % soltanto — Gli indici per la cate­ goria delle derrate vegetali mostrano, anzi, tutto la gran depressione allo scoppio della guerra per la interruzioni negli arrivi dall’Europa orientale ; poi si è avuta n ell9 l5 una gran dilatazione che ha riportato il volume del traf­ fico all’entità iniziale e poscia per i vari anni variazioni complessivamente non notevoli le quali risultano dalla grande espansione negli arrivi di grano, di riso e di altre granaglie per l’approvvigionamento così militare come civile e dalla contrazione negli arrivi di molte altre der­ rate minori; in complesso il volume del traffico nel 1918 e 1919 superò soltanto del 13-14 % quello anteriore alla guerra e non corrisponderebbe, pertanto, a una grande dilatazione dei consumi.

Sul movimento complessivo del traffico per la cate- tegoria degli animali influisce sopra tutto la variazione avvenuta m Ha importazione di carne fresca : come è noto tale importazione è scesa a cifre piuttosto modeste lungo il primo biennio di guerra e poi andò via via salendo a cifre altissime mano mano che si manifestò più grave la nostra situazione zootecnica: la rilevanza di queste im­ portazioni è continuata nel 1919: l’indice quantitativo per [ questa categoria segna un volume doppio di quello del 1912 : la riduzione avvenuta, intanto, nella disponibilità di materiale zootecnico nazionale non consente di trarre dall’indice cennato sicure illazioni sulla variazione avve­ nuta nel consumo carneo da parte della popolazione ; l’osservazione comune mostra la dilatazione di tale con­ sumo presso le classi operàie ma mostra anche la riduzione

presso le classi medie, sia per le misure annonarie re­ strittive che per il rialzo nel prezzo. Gli indici per l’ul­ tima categoria segnano una graduale contrazione durante la guerra : le merci che la costituiscono — mercerie, gio­ cattoli, strumenti musicali, pellicole cinematografiche, cap­ pelli, ecc., — erano in buona parte di provenienza ger­ manica, o tale che il relativo traffico doveva subire gravi intralci durante la guerra : il movimento è sceso nel 1918 ad appena un quarto del volume iniziale.

All’esportazione, per molte categorie nell’anno 1914 si si hanno indici inferiori a 100 corrispondenti alla gran contrazione nei traffici allo scoppio della crisi ;. poi per varie merci l’indice è salito al di sopra di 100 nel 1915 colla transitoria espansione di alcuni traffici sino alla vigilia della nostra guerra ; poscia, per vari anni, prevai- . gono decisamente indici modestissimi corrispondenti alla depressione dello spaccio pei decreti di esportazione ; dopo di che, nel 1919, sono quasi generali gli indici ele­ vati per la vasta ripresa post-bellica del commercio. — i Gli indici per la categoria delle bevande si svolgono ondularmente più che altro secondo le vicende della espor­ tazione e della produzionevinicola, essendo cessata quella olearia : nel 1919 la esiguità nella disponibilità di vini ha determinato una nuova contrazione, cosi che il vo­ lume finale del traffico corrisponde ai % di quello ini­ ziale. Per la categoria dei coloniali, gli indici bassis­ simi registrati per gli anni 1916, 1917, 1918, corrispon­ dono alla enorme riduzione avvenuta nel collocamento all estero dei tabacchi in relazione al più vasto consumo interno : il traffico del 1919 rappresenta così quantitati­ vamente solo il 54 % di quello del 1912. — L’esiguo com­ mercio di prodotti chimici (costituito essenzialmente da acido tannico e dai derivati vinari e agrumari) ha con­ tinuato ad espandersi nei primi anni di guerra in rela­ zione alle applicazioni belliche di alcuni articoli, ma ha subito poi gravi riduzioni nel 1917 e 1918, così che il traffico del 1919 supera soltanto del 10 % quello del 1912.

Per la quarta categoria, la successione di indici, molto inferiori a 100, rispecchia la gran contrazione nello spaccio per il divieto di uscita del sommacco e di qualche altra materia conciante: malgrado l’espansione avvenuta nel 1919 il movimento per tale anno corrisponde solo al 68 % di quello del 1912. - Il commercio delle materie tessili secondarie minori ha subito gravi falcidie nella seconda parte della guerra, specie per i vincoli all’esportazione della canapa greggia : si è dilatato poi nel 1919 giun­ gendo però solo a rappresentare 1*89 % del movimento proprio del 1912. — Per il cotone la brusca interruzione del colloca mento di cotonerie sui mercati levantini e transoceanici ha abbassato l’indice del 1914 sino a 79; poi nel 1915 l'indice è salito a 169 colla vasta uscita di taluni articoli di uso militare; dopo di che si è avuta una serie di indici assai bassi per le rigorose limitazioni al­ l’esportazione durante la guerra : il traffico ha poi subito una magnifica dilatazione nel 1919 col vasto collocamento nei paesi centrali e colla rapida ripresa dello spaccio nel Levante e in alcuni mercati coloniali così che il volume raggiunto in tale anno suppra di quasi un terzo quello del 1912: si deve però rammentare che nel 1912 infierì in massimo grado la crisi cotoniera. — Enormi variazioni nel traffico sono documentate dagli indici per la categoria della lana : dopo la contrazione agli inizi del conflitto europeo, si è avuta la vasta espansione nel 1915, quando i nostri prodotti trovarono un eccezionale collocamento in Francia dopo l’invasione dei distretti lanieri: poi, con le difficili condizioni dell’approvvigio­ namento di materia prima e il vasto consumo militare l’esportazione si è contratta via via sotto il rigoroso controllo dello Stato sino a scendere nel 1918 a meno di L20 della entità propria del 1912 : cessati i vincoli e

mutate le condizióni lo spaccio si è pei enormemente dilatato nel 1919, così da giungere poco lungi dal livello primitivo.

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586 L’ECONOMISTA 17 ottobre 1920 - N. 2424 espansione del traffico verso la Francia e gli Stati Uniti

per la seta greggia e verso I nghilterra per i tessuti: il vo­ lume del movimento ha così raggiunto i tre quarti di quello anteriore alla guerra. — I bassi indici registrati per le categorie del legno e della carta documentano il de­ clinare dell’esigua corrente di uscita durante la guerra sino a che il traffico del 1919 è venuto ad equipararsi a circa i tre quinti di quello del 1912. — Coi rigorosi di­ vieti di esportazione, il commercio per la categoria delle pelli è stato più che altro limitato durante la guerra allo spaccio delle pelli bovine grevi provenienti dalle vaste macellazioni militari ed esuberanti ai bisogni interni: la I .successione dei bassi indici mostra come il volume del traffico sia sceso nell’ultimo anno di guerra ad appena un quinto di quello raggiunto nel 1912: l’entità è poi sen­ sibilmente aumentata nel primo anno di pace. •- Il modesto commercio per la categoria dei minerali e metalli si è ridotto a ben poca cosa via via durante, la guerra col decremento di produzione e i vincoli al commercio; gli in­ dici sarebbero anche più bassi per qualche anno di guerra, se non figurassero nel movimento commerciale conside­ revoli invii all’estero di armi e altro materiale bellico. Gli alti indici per la categoria dei veicoli lungo i pri­ mi anni di guerra corrispondono alla estesa esportazione di prodotti della nostra industria automobi'istica per uso degli Stati alleati, tale esportazione cessò poi nell’ultimo annodi guerra; in complesso il volume raggiunto nel 1919 è di poco inferiore a quello del 1912. — La successione degli indici per la categoria delle pietre e terre porta via via a valutare il traffico del 1819 sino a un volume presso che pari alla metà di quello det 1912; la gran fal­ cidia

è

avvenuta essenzialmente nello spaccio dello zolfo e del marmo: dello zolfo per la esigua produzione e per il consumo bellico, del marmo per la grande difficoltà nei trasporti.— I bassi indici prevalenti per la gomma elastica corrispondono alla limitazione nella esportazione delle pneumatiche per automobili, provocata dall’enorme con­ sumo militare interno; malgrado l’espansione avvenuta nel 1919, il traffico è ancora assai inferiore a quello del 191-2, sebbene la nostra industria si sia tanto allargata. Per le due categorie delle derrate, la successione dei bassi indici' mostra un volume finale del traffico pari ri­ spettivamente a circa la metà e circa un quinto del vo­ lume iniziale: la riduzione è dovuta rispettivamente alla riduzione di produzione e incremento di consumo all’ in­ terno, sia per le varie derrate agrarie che per i prodotti delle industrie casearia e salumiera. — I bassi indici per la categoria degli oggetti diversi sono prevalentemente at­ tribuibili alle difficoltà gravi incontrate durante la guerra per la esportazione dei cappelli, specialmente nei mercati transoceanici; il traffico del 1919 rappresenta poco più di un terzo di quello del 1912.

Riccardo Bachi.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

L’amministrazione delle finanze nell’esercizio 1918-919

Il Demanio pubblico - Acque pubbliche

I proventi del demanio pubblico (concessioni date di acque, pub­ bliche, d i spiaggie marittime, di spiaggie lacuali, riserve di caccia e di pesca, concessioni di aree annesse a strade nazionali ecc.) ebbero un notevole incremento nell’esercizio che esaminiamo, nonostante le condizioni delle Provincie Venete che subirono l’invasione nemica.

Le entrate accertate ammontarono complessivamente ad oltre 6 mi­ lioni, con un aumento di più di 1 milioni rispetto alla somma accer­ tata nel precedente esercizio.

All’aumento contribuirono in primo luogo le conessioni di acque pubbliche, essendo state accordate, durante l’esercizio, 171 nuove con­ cessioni come diremo meglio di seguito, per un canone complessivo di L. 702 mila e per ¡1 resto.

T utte le altre concessioni sono di vario genere, egli affitti di perti­ nenze idrauliche e di riserve demaniali di pesca. Notevole fra questi ultimi, il sensibile aumento (25.000 lire) ottenito nel nuovo appalto de diritti di Quarta Regia sui prodotti di caccia e di pesca nello Stagno di Santa Gilla (Cagliari).

Acque pubbliche. — La nostra legislazione fu integrata — nel­

l’esercizio finanziario che esaminiamo — con il D. L. 12 febbraio 1919, N. 242, di specialissima importanza, perchè diretto ad agevolare, mediante opportuni aiuti finanziari dello Stato, la costru­ zione di serbatoi e laghi artificiali e di altre opere regolanti il deflusso

delle acque. I principali aiuti accordati con l’accennato D. L. sono l’esonero parziale o totale del canone di derivazione dovuto allo Stato, la facolta di sottoporre a contributo i fondi irrigabile e sovvenzioni governative vincolabili, ammontanti sino a Lire 8000 all’anno per un milione di me. di acqua invasata, e che possono eccedere anche tale somma, quando la costruzione del serbatoio o lago renda in tutto o in parte inutile la esecuzione di opere idraulico-forestali, di bonifica ! ecc., da eseguirsi o sussidiarsi dallo Stato, oppure giovi alla irriga­ zione, alla creazione di impianti idro-elettrici ecc.

Nello stesso esercizio in esame fu poi riunita in un unico testo , tutta la legislazioni sulle derivazioni ed utilizzazioni di acque pub- 1 bliche, ed il nuovo testo fu messo in vigore col Decreto-legge 9 ot­ tobre 1919. N. 2161.

Concessioni — Nell’esercizio 1918-919 furono accordate per produ­

zione di forza motrice N" 125 concessioni per una portata di acqua complessiva di modoli 1970-78 (litri 197.078 a minuto secondo) atti a sviluppare la forza di H P . 221.926.87. Totale dei canoni 665 mila lire. Per irrigazione, bonifiche ed altri usi, escluso l’uso potabile furono fatte 42 concessioni.per una portata di acqua complessiva di modoli 383.48 (litgi 38348 al minuto secondo) allo scopo di irrigare Ea 3.800 di terreno. Totale dei canoni 36 mila lire.

Per uso potabile, quattro concessioni per una portata complessiva di acqua di 82 litri a ni” .

In totale al 30 giugno 1919 si avevano in Italia N° 3486 conces­ sioni per produzione di forza motrice, con una dotazione di acqua di modoli 36.720 ,— 92 per la produzione di H P . 1.701.628, con un canone annuo allo Stato di oltre 4 milioni: N. 1597 concessioni di acqua per irrigazioni bonificazione ed altri usi, meno il potabile, con una superficie Ea 119,327 di terreno irrigato, e una quantità di acqua di modoli 2565, un canone ci circa 116 mila lire: N. 166 con­ cessione per uso potabile per complessivi moduli 263, con un canone di 22 mila lire.

Il maggior numero delle concessioni per forza motrice è nel Pie­ monte (729 con cavalli dinamici 475 mila), seguono la Lombardia con 422 concessióni e cavalli dinamici 414 mila, l’Umbria con 107 conces­ sione e cavalli dinamici 143 mila. l’Abruzzi e Molise con 157 conces­ sioni e cavalli dinamici 117 mila, Calabria con 60 concessioni e ca­ valli dinamici 223 mila. Le altre regioni d ’Italia hanno uno sviluppo di forza motrice, in genere, al disotto di 50 mila H P. In alcune poi la produzione è minima come in Basilicata e Sardegna. In Puglia si produceva al 3Ó giuguo 1919 otto cavalli dinamici.

Altre concessioni sui beni di demanio pubblico. Anche l’incremento |

dei canoni per le concessioni sui beni diversi dalle acque pubbliche, è stato piuttosto notevole, circa 400 mila lire, giacché in occasione della rinnovazione dei contratti si sono sempre ottenuti sensibili au­ menti.

Da notare che, dovunque è stato richiesto, lo Stato ha concesso in preferenza gli affitti delie riserve di pesca e di pertinenze idrauliche alle. Società cooperative di pescatorio lavoratori, con contratti a trat­ tativa privata.

Votazione sul controllo sindacale delle fabbriche

Ecco l’esito della votazione avvenuta al Consiglio nazionale confe­ derale di Milano IMI settembre 1920:

Mozione D ’Aragona Biacco Astenuti Camera del Lavoro . . . 196.390 • 333.599 14.329 F e d e r a z io n i ... 394.855 75.970 79.294 T o t a l e . . . . 591.245 409.569 93.623

Totale votanti . . . N. 1.094.437

La mozione D ’Aragona ha riportato n. 181.676 voti di maggioranza ed è Ja seguente :

« Il Consiglio nazionale della Confederazione generale del Lavoro, udita la relazione del segretario generale della F. I. O. M. e del Con­ siglio direttivo della Confederazione sull'opera compiuta per ottenere una soddisfacente soluzione della vertenza sorta fra datori di lavoro e maestranze, e, visto l’ordine dei giorno approvato al Convegno di Milano del 5 settembre 1920;

riconosciuto che la causa delta mancata soluzione logica del con­ flitto deve ricercarsi nella caparbietà industriale ;

considerato che l’estensione e l’ importanza presa dal movimento j non comporta e non ammette soluzioni sul semplice terreno delia com- petizione sorta sul memoriale dei metallurgici, e che il momento sto- j rico non consente più gli attuali rapporti fra padronato e lavoratori; |

approva le deliberazioni prese nel Convegno di Milano proposte dalla C. G. del L. e dalla Direzione del Partito socialista, delle quali fa proprie le conclusioni, decidendo che la direzione del movimento sia assunta dalla C. G. del L. con l’ausilio del Partito Socialista.

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