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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.420, 21 maggio

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G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCH I, F E R R O V IE , IN TE RESSI P R IV A T I

A n n o l i - V oi. X III

D o m en ica

21

M a g g io

1882

N .

420

NUOVA LEGGE SÜLLE FERROVIE COMPLEMENTARI

Pro mettemmo d’occuparsi di questa nuova legge sulle ferrovie complementari decretate il 29 luglio 1879, e teniamo.la parola data. Fu nella seduta del 2 scorso marzo che essa venne presentata alla Camera dagli onorevoli Baecarini e Magliani e prevediamo che in breve essa verrà a galla, perchè la Com­ missione scelta ad esaminarla se ne occupa con alacrità pari all’ urgenza di decidere se le proposte ministeriali meritino approvazione. Questa legge ha quattro obbiettivi. Il primario è quello d’ accelerare la costruzione delle ferrovie della seconda e della terza categoria. In secondo luogo essa provvede all’esecuzione della linea Lecco-Colico che , per disaccordo delle due provincie di Sondrio e di Conio, non ha finora progredito d’ un sol passo. Cosi pure vi si risolve l’importante problema della succursale al varco dei Giovi in modo da soddisfare al grande incremento preso dal commercio di Genova ed al maggiore che si prevede per l’apertura del valico del Gottardo. In ultimo vi si prende in considerazione la necessità di studiare una galleria sottomarina per congiungere colle rotaie la rete continentale alle linee Siciliane. Stimiamo che, a ben intendere il valore delle pro­ poste governative, sia necessario di far precedere la descrizione dei tre ultimi obbiettivi della legge, riser­ vando l’esame del primo fra essi, che importa una questione finanziaria assai complicata, ad altro ar­ ticolo.

Stando alla legge del luglio 1879, la ferrovia Lecco-Colico è della 4 a categoria ed esige un no­ tevole concorso pecuniario delle due provincie i n ­ teressate. La provincia di Sondrio, priva attualmente d’ogni ferrovia, si indusse facilmente a fare i sacri­ fizi richiesti; ma l’ altra di Como si mostrò fin’ ora relattante; e siccome dovea fra esse due provincie formarsi un consorzio, il diniego della seconda ar­ restò il buon volere della prima. Fortunatamente si verificò un grave errore nel calcolo della spesa di questa linea , dovuto ad esame inesatto fatto dagli ingegneri del genio civile. Il preventivo cioè di 14 e mezzo milioni, pei 41 chilometri di questa ferro­ via, dovrebbe ora ridursi a 7 milioni e 800 mila lire. Il Governo che, stando alla relazione ministe­ riale, doveva contribuire per di e mezzo milioni potrebbe dunque con questa sommo, fare da sè solo tutta la linea, glie ne avanzerebbe. Se è veramente così, approviamo la proposta degli onorev. Ministri di pas­ sare la linea dalla 4 a alla 2a categoria , riducendo in tal modo l’ onere delle due provincie ad un

de-cimo del dispendio totale, cioè a circa 800,000 lire ; poiché in questa ipotesi cesserà presumibilmente la opposizione della provincia di Como. Anche dopo questo passaggio il contributo dello Stato per la Lecco-Colico, diminuirebbe di 4 milioni e mezzo sul previsto. Fatta credenza, colla dovuta dubbiezza, a questo grave errore, ne verrà che, per mantenere invariata la som­ matotale indicata nella legge 1879, il dispendio delle linee di 2 a categoria, crescerà nominamente da L. 233,556,000 a 265,056,000 e si avrà, in corri­ spettivo, una diminuzione eguale di L. 11,500,000 nella compartecipazione dello Stato alle ferrovie di 4 a categoria, che sarà così ridotta a L. 94,130,000. Quanto all’ importo della 5 a e della l a categoria, nulla è innovato.

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l’at-tivilà dell’emporio genovese : l’aumento naturale del commercio, indipendentemente da ogni altra causa.

Per chiarir meglio la questione, adduciamo al­ cune cifre. 11 numero medio dei veicoli che varcarono giornalmente i Giovi nel 1875 fu di 572. Nel 1881 crebbe fino alla media di 597. In questo stesso anno il maximum fu di 814. Il direttore generale del­ l’Alta Italia reputa che, per un solo giorno e non normalmente, la p oten zialità del tronco Pontedeci- mo-Busalla potrebbe giungere ad 860. Il maximum è dunque fin da ora quasi raggiunto. Notisi che, per ot­ tenerlo, si deve ricorrere a degli espedienti dispen­ diosissimi. Ne diamo un cenno. Una locomotiva Sigi, del peso di 52 tonnellate, senza contare il suo tender che ne pesa 20, può trascinare 57 vagoni di merci da S. Pier d’ Arena a Pontedecimo. Quivi giunta, bisogna attaccarla, quando i vagoni si presentano numerosi, con altre due, ed operare così la tripla trazione, benché la velocità della salita sia ridotta a 16 ehil. l’ora; anzi, soli 24 dei 57 vagoni si possono così rimorchiare. Una locomotiva trova dunque la sua efficacia commerciale ridotta ad '¡i od Qs, nonostante la diminuzione di velocità. I 24 vagoni contengono circa 175 tonn. di merci, benché pesino in totale 500. Perciò, sulle 516 tonn. brutte, non si hanno che 175 tonn. utili; cosicché il peso utile sta al peso nocivo, commerciamente parlando, all’ incirca come 1 sta a 2 ; mentre, nel tronco inferiore, l’uno è pari all’ altro. Astrazion fatta da questi dati tecnici, è evidente, per quanto sopra, che è urgente di fornire al’commercio genovese delle nuove risorse di transito, perchè fra poco tempo, giusta l’ opinione del diret­ tore generale dell’Alta Italia, la media dei veicoli che si presenteranno giornalmente al varco dei Giovi, sarà di 1000 almeno, ed il massimo risulterà di 1600, cioè quasi il doppio dell’attuale potenzialità di questo tronco ferroviario.

Il commercio di Genova da parecchi anni si preoc­ cupa di tale questione, ed il Governo ha dovuto te­ nerne calcolo. Perciò venne inclusa, fralle linee di 2 a categoria della legge 1879, la succursale al passo dei Giovi. La scelta della linea non era però ancora decisa, dal punto di vista, sia della maggiore poten­ zialità da conseguire,sia dall’altro del costo d’impianto come di quello d’esercizio. I progetti della succursale caddero perciò come la grandine; ond’ e che il Mi­ nistro dei lavori pubblici fece ammettere che si dif­ ferisse la scelta fra di essi. Ora che gli studii sono abbastanza completi, il Ministero ha dovuto risolversi. Accenniamo brevemente quali siano i progetti di-SCUSSI.

Vi sono* anzitutto 4 progetti che, secondando le insistenti richieste del commercio genovese, aggiun­ gono all’attuale ferrovia con duplice binario che dal Polcevera giunge alla Scrivia, altra linea, pari- menti a duplice binario che, innestandosi in valle Polcevera all’ esistente linea, recapita in valle di Scrivia alla ferrovia attuale, sia a Busalla, sia un poco più in giù, cioè a Borgo Fornari, ove si farebbe una nuova ampia stazione. Fra queste 4 linee venne data la preferenza a quella che da Kivarolo in valle di Polcevera giungerebbe a Borgo Fornari. Essa avrebbe circa 4 chilometri di lunghezza più dell’attuale, risulterebbe cioè di 25 chilometri e co­ sterebbe, nel preventivo, 26 milioni e mezzo. Il Go­ verno però è d’ opinione, che possa effettuarsi con soli 21 milioni. L ’aumento di lunghezza sulla fer­ rovia ora esistente sarebbe compensato dal grandis­

simo vantaggio di non presentarsi essa con pendenze maggiori del l o per mille. Ammessa l’esecuzione di questa linea, v’ha chi propugna inoltre una dirama­ zione da Serravalle, in valle Scrivia, a Tortona e Mor- tara, allo scopo di ridurre la distanza fra Genova ed il confine svizzero; oppure da Serravalle a Vigevano e Gallarate, nello stesso intento. V’ ha inoltre un altro progetto che va da Genova a Gallarate, ma profittando della vai Bisogno, anziché del Polcevera. Similmente profittando della vai di Bisagno havvi un progetto per giungere direttamente a Voghera transitando per la valle° Trebbia. V’hanno infine i progetti propugnati dai Piemontesi. Uno consiste nell’esecuzione d’ una linea di 75 ovvero di 72 chilometri fra Genova ed Alessandriti per le valli dell’ Orba e della Stura; colla prima lunghezza le pendenze non supererebbero il 15 per 1 OOtT; colla seconda arriverebbero al 20. Il costo di questa linea, a duplice binario, sarebbe di 42 milioni. Altra linea Piemontese, che sembra preferibile all’ antecedente, giungerebbe da Genova ad Acqui ed Asti; sarebbe lunga 90 chilometri e, costruita a semplice binario, importerebbe 57 mi­ lioni. Essa risparmierebbe 19 chilometri fra Genova, da un lato, Asti, Torino e Modane dall’ altro.

Tenendo in mente l’ obbiettivo da raggiungere, non era difficile fare la scelta fra tutti questi pro­ getti. Lo scopo consistendo nell’ aumento della po­ tenzialità del varco dei Giovi in modo da renderlo bastante al massimo sviluppo del commercio geno­ vese, bisognava vedere se, colla costruzione di una delle linee piemontesi, si otteneva l’intento di sgra­ vare a sufficienza il transito dei Giovi. Quanto ai progetti per vai Bisagno, essi sono di troppo costo in confronto agli altri.

Fattasi attenzione alla destinazione dei carri merci che attraversano i Giovi si è riconosciuto che due terzi del totale numero sono diretti alla Lombardia, Emilia, Veneto ed oltremonte ed un terzo verso il Pie­ monte. Le linee piemontesi potrebbero dunqueassorbire 400 dei 1200 carri che prevedibilmente fra breve, ed indipendentemente dal traffico del Gottardo, si presenteranno giornalmente a S. Pier d’Arena. Quanto ai 400 carri d’aggiunta, dovuti al nuovo traffico pel Gottardo, essi si aggiungerebbero ai 400 delle linee piemontesi, se non si facesse l’abbreviamento Serra- valle Mortara o Serravalle Gallarate; ovvero si ag giungerebbe agli 800 rimasti ai Giovi, se uno di questi abbreviamenti fosse eseguito. Adunque sareb­ bero 1200 od almeno 800 i vagoni che in un giorno si presenterebbero ai Giovi, senza contare 50 vetture, anche dopo eseguita una delle linee piemontesi. Ciò stante è chiaro che le linee piemontesi, oltre ad es­ sere di maggiore importo della vera succursale che attraversa con due binari l’ Appennino in pros­ simità del varco esistente, non servirebbero all’uopo di sgravare questo varco, che sarebbe, fra bre­ ve, nelle stesse angustie in cui ora si trova. Ese­ guendo invece il secondo attraversamento ai Giovi, sarebhe questo suscettibile, a causa delle non gra­ vissime acclività, di dar passaggio a 2590 carri e, assieme al varco attuale, di far passare, occorrendo, i Giovi fino a 5580 carri al giorno. La potenzialità esuberante di questa linea e il costo moderato d’im - pianto e d’ esercizio la rendono dunque preferibile all’altre.

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21 maggio 1882

L ’ E C O N O M I S T A

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questa congiunzione in uno scritto pubblicato nel

1864-, osservando cbe sarebbe stata preferibile una galleria ad un ponte metallico simile benché assai più grandioso di quello del Niagara'. Alcuni anni dipoi l’in­ gegnere Navone fece un progetto di tunnel a questo scopo, che rimase giacente.

Nel congresso degli ingegneri di Napoli del 1879 riproponemmo il quesito della congiunzione ferro­ viaria delle linee Siciliane alle Calabresi, ponendo in confronto il transito sopra pontoni rimorchiati col vapore, ovvero il varco sopra un ponte metallico a più travate, od infine con galleria sotto-marina e dando, per molte ragioni, la preferenza a quest’ultimo. Do­ mandavamo cbe si adduttasse di eccitare il Governo a fare studii dettagliati su varie direzioni. Ma il vento spirava contrario e la proposta cadde. Ora sono pochi mesi l’ ingegnere Gabelli fece uno studio di massima per sottopassare lo stretto di Messina con una galleria ; ma anche questo progetto non ha avuto seguito.

Frattanto si fa ognor più evidente cbe, per molte ragioni d’indole commerciale ed ancora d’ interesse militare e politico, la congiunzione delle ferrovie si­ ciliane alle continentali deve operarsi. D’altro lato i progressi dell’arte delle costruzioni rendono di giorno in giorno ognor più chiara la somma probabilità di riescire in quest’intento, quando siasi ben scanda­ gliata la traccia da seguire nella perforazione sotto­ marina a line di evitare sulla sua lunghezza, che sarà 3 a 4 chilometri il pericolo di trovare delle scre­ polature nella roccia da perforare. La totale lun­ ghezza del tunnel sarebbe meno di metà di quella dell’altro che si spera d’eseguire sotto la Manica e, per maggior vantaggio, si praticherebbero dei pozzi sulle due tratte che accostano lo stretto nella traccia stessa del tunnel. Ciò stante l’onorevole Bacearini ha chiesto alla Camera, nell’ art. 9 del progetto di legge, cbe gli siano accordati i fondi per fare questi studii. Le costruzioni già decretate delle ferrovie Pa­ lermo Messina in Sicilia, Eboli Reggio sul continente, rendendo fino da ora opportuna questa proposta, che speriamo che sia acconsentita dal Parlamento.

IL CREDITO AGRARIO

DELLA CASSA DI RISPARMIO DI BOLOGNA

Il consigliere direttore della Cassa di Risparmio di Bologna Sig. Cesare Zucchini, ha presentato al ministro del commercio una sua Relazione sull’ar­ gomento espresso nel titolo posto qui in fronte. Ivi sono riassunte le operazioni compiute dal Credito Agrario di Bologna ed illustrate con altrettanti spec­ chietti delle relative cifre.

Principalissimo e quasi esclusivo modo di azione del Credito Agrario di Bologna fu sempre, fino dalla sua origine, lo sconto delle cambiali presentate da agricoltori e da proprietari di beni stabili. Nel bilan­ cio del 1881 gli sconti rappresentano il 75 per cento del totale delle operazioni. Per altro L. 9,411,331. 50 di cambiali scontate non corrispondono tutte a quelle operazioni agrarie di breve durata cbe il legislatore aveva voluto maggiormente fovorire. La modicità del saggio degli sconti ha indotto, oltre gli agricoltori, anche molti proprietari a chiedere prestiti. Ne è ve­

nuto di conseguenza che le sovvenzioni raggiungano in media la durata di qualche anno; cosa non vie­ tata dalla legge, per la quale, scrive il Sig. Zucchini, la scadenza dei recapiti può, mediante rinnuovamenti, essere protratta fino ad un anno, giacché le rinno­ vazioni delle prime cambiali scontate cessano in realtà allo spirare dell’anno e la legge non vieta, nè po­ trebbe ragionevolmente vietare, che alle stesse persone venissero poi accordati sconti di altri effetti per somme e con date diverse. « Tuttavia, aggiunge egli, se la pratica a cui le circostanze hanno indotto il nostro Credito Agrario è perfettamente legale, forse non ri­ sponde in tutto al concetto del legislatore che, rife­ rendosi, a quanto sembra, più specialmente alle spese di coltivazione ricuperabili all’epoca della raccolta, ritenne potessero nel giro di un anno compiersi tutte le operazioni agrarie agrarie favorite dalì’Istituto. A togliere quindi qualsiasi apparenza di discordanza e

a rendere la lettera della legge più conforme alle esigenze della pratica, parrebbe fossero da sopprimersi nell’ art. 1° § 1° le parole fino a d un anno, lasciando

solo le seguenti : questa scadenza p o t r à m edian te

rinnuovam enti essere prolu n gata. »

Il Credito Agrario provvede per regola alle anti­ cipazioni che nel corso di un anno o poco più siano con frutto restituite dal terreno; il credito fondiario a quelle invece che sono ammortizzabili in un lungo volger di tempo. Ma, secondo l’autore della Relazione, resta da provvedere al bisogno di anticipazioni che si possano ammortizzare in un breve periodo di anni. Tale bisogno aveva avuto in considerazione la legge sul Credito fondiario, stabilendo i conti correnti garantiti da ipoteca; ma poiché questi non hanno ottenuto al­

cun pratico risultato, sembra utile all’autore che al Credito agrario venga permesso di aprire conti cor­ renti passivi ad agricoltori e possidenti con oppor­ tune norme e garanzie, sia ipotecarie che personali 0 di pegno ed in limiti rispondenti ai fondi sociali e d( riserva ed alle condizioni di giacenza e disponi­ bilità dei depositi, esclusa per tali operazioni la cor­ rispondente emissione di boni agrari.

Da uno specchio annessso alla Relazione si rileva che il valore medio degli effetti scontati è di L. 12,000. L’ A. spiega I’ elevatezza di cotesta media, dicendo che furono eseguite alcune forti sovvenzioni con unico recapito e destinate piuttosto a trasformazione di de­ biti patrimoniali che a bonifici agrari, e da anticipa­ zioni che l’Istituto (quando ne riconosca la sicurezza) accorda a chi, trattando operazioni col Credito fon­ diario, abb sogni di liberare dai pesi che li colpiscono 1 beni offerti in ipoteca, per rendere più facile e spe­ dita la conclusione dei mutui.

Crede il signor Zucchini, e noi crediamo con lui, che male gli stabilimenti di Credito agrario possano raggiungere il fine per cui furono istituiti se non estendano la loro azione nelle campagne. E ciò, meglio che col fondare succursali obbedienti a nor­ me rigide ed uniformi, nè scevre da rischi, favo rendo lo spirito d’iniziativa locale cui debbonsi tante Casse di Risparmio e Banche Popolari e Società di Mutuo Soccorso e Cooperative. Questo concetto ha già avuto un principio d’esecuzione nella provincia di Bologna, ove favorite dall’Istituto di Credito Agra­ rio, sono sorte piccole associazioni per raccogliere depositi e fare tenui prestiti a basso frutto.

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tanto che nello scorso anno una sola ne fu eseguita sopra una partita di risone per L. 89,000.

L’autore lo attribuisce: 1° alla mancanza di ma­ gazzini generali; 2° alle difficoltà poste dalla Legge che esige la materiale tradizione del pegno presso il depositario, obbligando così a dispendiosi, nè sem pre possibili, trasporti dei generi; 3° alla prescri­ zione della notoria solvibilità del depositario stesso, con che alla fiducia nella persona di questo per la buona conservazione delle derrate, le quali, dovreb­ bero formare la base dell’operazione, si sostituisce la garanzia delle sue sostanze, rendendo in tal modo difficilissimo il rinvenire depositari.

Secondo il signor Zucchini, la premura affannosa del legislatore per la sicurezza di tali operazioni ha ottenuto che queste sieno rese quasi impossibili, riuscendo assai più conveniente ad un agricoltore onesto e solvibile il ricorrere per credito diretto al­ l’ Istituto; senza contare, come egli osserva, la pub­ blicità che necessariamente accompagna le anticipa­ zioni su generi agrari, il discredito a cui possono temere di andare incontro gli agricoltori o i possi­ denti che vi ricorrano e l’inceppamento che tali ope­ razioni portano nella libera contrattazione e consegna delle derrate. Per ovviare a siffatti inconvenienti, l’ autore reputa conveniente modificare la legge sul pegno di prodotti agrari nel senso di escluderne la materiale tradizione, provvedendo ad opportuna pub­ blicità per garanzia dei terzi, ovvero favorire la limitazione del privilegio del proprietario rispetto alle cose immesse nel fondo ed anche tutelare la buona fede delle contrattazioni mediante sanzioni penali da applicarsi al debitore che avesse costituito sullo stesse cose un nuovo pegno. Noi non possiamo approvare quest’ ultimo provvedimento e ne diremo altrove il perchè.

Poco sviluppo hanno avuto presso l’ Istituto bolo­ gnese anche le anticipazioni e i conti correnti su cartelle fondiarie. — Invece ha avuto felici risultati l’emissione dei Buoni agrari pagabili a vista. L’ Isti­ tuto si è valso fino dal 1873 della facoltà conces­ sagli dalla legge, ma ne ha usato con prudenza. Le emissioni finora sono state quattro, e alla fine del 1881 il numero totale dei Buoni di vario taglio (L. 30, L. 30 e L. 100) era di 32721 per un am­ montare di L. 1,883,800. Essi riscuotono la fiducia del pubblico, specialmente nelle campagne ove si suole essere diffidenti, anche perchè non ne fu mai eseguita e neppur tentata la falsificazione. Per far sì che' essi si diffondano su larga zoua mediante la fa­ cilità del cambio in moneta legale, l’ Istituto ha ot­ tenuto da varj stabilimenti di credito che siano aperti sportelli di baratto a Modena, a Ferrara, ad Imola, a S. Giovanni in Persicelo ed in altri centri minori della provincia *) ed oltre a ciò che i Buoni sieno accettati nel pagamento delle tasse in varie esattorie delle provincie di Bologna e di Ferrara.

« Utilissimi, dice con ragione il sig. Zucchini, anche per la diffusione dei Buoni potrebbero riescire i piccoli Istituti disseminati nelle campagne, impe­ rocché Col cambio a vista ne agevolerebbero gran-’ ) I Comuni della provincia di Bologna nelle cui esattorie sono ricevuti i boni agrari in pagamento di tasse, sono: Bologna, Borgo Panigaie, Calderara, Ca- salecchio, Castenaso, Ozzano, Pianoro, Praduro e Sasso San Lazzaro, Zola, Minerbio, Malalbergo, Baricella, Cento, Crevalcore, Loiano, Vergato.

demente il corso, e così porgendo modo agli Istituti centrali di emetterne in maggior copia senza rischio protebbero riceverne aiuto più largo e meno costoso e fornire in tal guisa il credito a miglior mercato, condizione da cui solo è lecito sperare un potente impulso allo sviluppo dell’ industria agraria ».

L’ Istituto bolognese non ha mài emesso biglietti nominativi all’ordine, non riconoscendone l’opportu­ nità. I conti correnti con Chègues sono andati sempre aumentando e nello scorso anno le somme depositate ammontavano a L. 3 ,5 0 1 ,9 4 9 .9 4 ; quelle ritirate a L. 3,603,515.16. L’ammontare delle prime dal 1873 a tutto il 1881 è di L. 13,132,833. 8 9 ; quello delle seconde, L. 12,148,987.88, con una rimanenza al 31 Dicembre 1881 di L. 983,816. 01.

La Relazione avverte che il desiderio di sommi­ nistrare ai possidenti ed agricoltori i capitali a tenue saggio, mentre ha indotto I’ Istituto a diminuire il frutto degli sconti, non ha permesso poi di mante­ nere il frutto dapprima corrisposto sui depositi. —

Operazioni abbastanza rilevanti sono state pure quelle dei depositi a scadenza fissa. L ’ ammontare del 1881 è, per le somme versate, di L. 623,149.08, per le somme ritirate, di L. 473,932.20. Questo to­ tale dal 1873 al 1881 inclusive, è per le prime di L. 8,111,915.78, per le seconde,di L. 6,480,974.18, con una rimanenza al 31 dicembre di L. 1,630,941.60. — Lo stesso Istituto largì prestiti per lavori destinati allo svolgimento dell’industria agraria, in favore di Comuni e Consorzi che abbisognavano bensì di ca­ pitali per tale scopo, ma non di tale entità da giu­ stificare l’emissione di prestiti. In proposito, l’autore della Relazione scrive : « E ben opportuna mo­ strassi questa forma dì operazioni quando nella cruda invernata 1880 l’istituto potè così concorrere ad a l ­ leviare la grave condizione delle classi laboriose nelle campagne, agevolando ai Comuni della provincia nostra l’eseguimento di lavori stradali e di altri, fra quelli contemplati nel § 6 dell’ art. 1°, coll’ aprir loro un credito ad ammortamento rateale ed al frutto del solo 4 per cento senza alcun aggravio di tasse e di spese. — Sebbene nell’eseguire tali operazioni il nostro Credito Agrario sia convinto di essersi at tenuto esattamente allo spirito delia legge, pure non essendo le operazioni stesse chiaramente indicate nel paragrafo citato, sembrerebbe opportuno modificare la redazione di questo, togliendo ogni possibile dub­ biezza in proposito. »

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Ri-21 maggio 1882

L ’ E C O N O M I S T A

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sparmio di Bologna nell’assumere l’esercizio del Cre-

dito Agrario non si propose alcun fine di lucro. Gli Azionisti noti percepiscono frutto sulle loro azioni, e gli Amministratori prestano opera gratuita. Furono assegnati pretnj per le esposizioni agricole, somme per incoraggiare la cultura della vite, la fabbrica­ zione perfezionata dei vini, là introduzione di nuove piante, la razionale rotazione agricola, la coltiva­ zione della canapa e l’ allevamento del bestiame. Essa ha dunque reso non indifferenti servizi. Per altro, scrive il relatore, per la forza della circostanze non è riuscito ad esclusivo vantaggio dell’agricoltura, ma in molta parte ba giovato eziandio la proprietà fondiaria, sla col diminuire a questa il peso dei de­ biti^ sia coll’agevolare le operazioni di Credito Fon­ diario mediante le anticipazioni fornite nel periodo delle trattative dei mutui.

Insomtna qualunque siano le utili operazioni com­ piute finora da 11’Isti tato, il credito agrario non ha cor­ risposto al principale intento del legislatore. Prestare ai proprietari, massime ai proprietari piccoli, sov­ venire i comuni rurali, i consorzi, scontare gli e f - feti degli agricoltori che godono già un tantino di credito, sono tutte ottime cose; ma lo scopo più importante, piu caratteristico del credito agrario, quello pel quale venne istituito colla speranza che potesse soddisfare a un bisogno vivamente sentito e che pur troppo non ha altro modo di soddisfarsi, è quello di effettuare prestiti sopra pegno di pro­ dotti agrari. Qui sta il punto. Largire il credito a chi non possiede terreni nè fabbricati in proprio, a chi non può depositare valori pubblici nè industriali, nè oggetti preziosi, nè altre cose simili, a chi non può fuorché offrire una parte dei prodotti di un terreno non suo, parte guadagnato col lavoro deile proprie braccia, ecco il fine che si propose obi im­ maginò il meccanismo del credito agricolo. Che tale meccanismo sia imperfettissimo, che il fine non sia peranco raggiunto, è cosa nota. Lo provano le ci­ fro di tutti gli istituti di credito agrario, cifre ma­ grissime nella partila di cui discorriamo. Lo prova la franca dichiarazione del sig. Zucchiui, già riferita, per l’Istituto bolognese.

E i rimedi? Non crediamo che possano, almeno per ora, riuscire completi. Finché si propone di li­ mitare il privilegio del proprietario sulle cose im­ messe nel fondo e volgerlo a profitto dell’ istituto sovventore, non ci sapremmo opporre, quantunque prevediamo che non potrà applicarsi in tutti i casi, finché si propone di modificare le disposizioni del Codice civile intorno al pegno nel senso di escludere la necessità della materiale tradizione di questo, te­ miamo che si voglia foggiare un atto giuridico di natura ibrida die del pegno non conservi più il carattere essenziale; pur tuttavia crediamo la cosa meritevole di studio ed ii problema non impossibile a risolversi, massime qualora si giudichi sufficiente guarentigia pei terzi la pubblicità' che si faccia sul pegno costituito a vantaggio dell’ istituto sovventore. Ma quando si parla d’ introdurre sanzioni penali, non possiamo dare il nostro voto, fermi come siamo nell’opinione che si darebbe luogo a pericoli e danni tali da non compensare i vantaggi che si potrebbero sperare.

Ma questa semplice asserzione richiede maggiori schiarimenti. Troveranno posto in un prossimo'ar­ ticolo.

Gli sconti degli istituti di emissione nel 1881

É notevole l’ aumento di sconto degli istituti di emissione durante l’ anno 1881.

La cifra complessiva degli sconti fatti nell’ anno è la seguente:

Banca Nazionale N. Banco di Napoli » Banca Romana » Banco di Sicilia » Banca Naz. Tos. »

764,813 per L. 1,527,277,298 115,240 31,660 30,557 71,337 320,994,886,24 125,900,760,79 95,622,827 - 83,222,590 -Totale N. 1,013,607 L. 2,153,018,362,03 Non abbiamo ancora il resoconto della Banca To­ scana di credito, ìa più piccola e la meglio ordinata fra le Banche di emissione; al 31 Dicembre 1881 però il suo portafoglio rappresentava la cifra di circa 4 milioni di lire.

È da notarsi che lo sconto della Banca Nazionale supera quasi del doppio lo sconto complessivo delle altre quattro Banche.

Tutte le 5 Bauclie presentano un considerevole aumento negli sconti, eccetto la Banca Naziona^ To­ scana ove non si calcoli nello sconto di essa la l e t­ tera sull’ Italia, tratta per far fronte a! Baratto, sempre considerevole, di quell’ Istituto.

L ’ aumento nello sconto si ripartisce nel modo seguente:

Banca Nazionale N. Banco di Napoli » Banco di Sicilia » Banca Romana » Banca Naz. Tos. »

117,168 per L. 248,530,429 -18,388 » » 67,422,369,07 5,742 » » 2 3 ,1 5 4 ,4 1 5 -1,849 » » 13,815,673,71 181 » » 1,616,055,35 Totale N. 143,323 L. 354,538,942.13 E notevole che il solo aumento di sconto della Banca Nazionale supera di molto il doppio della cifra complessiva delle altre quattro Banche.

Hanno contribuito piu largamente all’ aumento dello sconto della Banca Nazionale.

Genova per 30 milioni; Milano per 6 2 ; Napoli per 2 6 ; Roma per 17; Torino per 2 1 ; Venezia per 11 ; Alessandria per 9 ; Bari per l i ; Castellammare per 5 ; Catania per 3; Ferrara per 5 ; Livorno per 9 ; Messila per IO; Savona per 5.

Hanno contribuito più largamente all’ aumento dello sconto del Banco di Napoli.

Milano per 14 milioni; Napoli per 10; Roma per IO ; Firenze per 1 0 ; Torino per 6 ; Venezia per 1 ; Lecce per 1.

Hanno contribuito all’ aumento dello sconto del Banco di Sicilia.

Roma per 13 milioni; Messina per 5 ; Palermo per 2; Catania, Siracusa e Trapani per 1.

Dalia ripartizione dell’ aumento complessivo di sconto di tutti gli istituti per città si rileva che le città che vi hanno più contribuito sono Milano, Roma, Napoli, Genova e Torino colle seguenti cifre:

I Banca Nazionale 62 milioni

(6)

Genova Banca Nazionale 30 milioni Torino Banca Nazionale 21 27

Banco di Napoli 6 »

Quest’ aumento straordinario di sconti, verificatosi nell’ anno scorso non si può spiegare intieramente con un movimento maggiore negli affari ; prova che noi eravamo sopra una china troppo rapida; che la crisi di Francia fu un salutare avvertimento e ci frenò a tempo; e che il rialzo dello sconto, quan­ tunque fosse troppo a lungo protratto, fu una neces­ sità in Italia più che altrove.

IL IY CONGRESSO

delle Banche Popolari Italiane

14 Maggio 1C82

Seduta an tim erid ian a a ore IO '],

Al Banco della Presidenza siedono l’on. Luzzatti, il sindaco di Firenze, il Presidente della Banca Mutua popolare di Firenze, on. comm. Sansone D’ Ancona e 1 i Presidenti delle Banche Popolari di Milano, Padova, Cremona, Pieve di Soligo, Poggibonsi, on. Petroni, Trieste, Vacchelli, Schiratti, Pieraccini e gli altri com­ ponenti il Comitato centrale dell’ Associazione delle Banche Popolari. Numerosi sono i rappresentanti ve­ nuti da ogni parte d’ Italia.

Dopo che il Sindaco di Firenze ebbe dato il benve­ nuto ai delegati e il comm. D’ Ancona ebbe espressa la convinzione che le discussioni del Congresso sareb­ bero riescile specialmente utili alla recente Banca mu­ tua fiorentina, prese la parola l’on. Luzzatti.

Egli rivolse cortesi parole all’ indirizzo di Firenze; poi si compiacque giustamente dei progressi degli Isti­ tuti popolari di credito, dei quali disse :

« Sono 102 mila soci addetti segnatamente alle pic­ cole industrie della città e della campagna, o ascritti al ceto degli artigiani indipendenti, fabbri, falegnami stipettai ecc. fra i quali si è distribuito in credito di varia specie quasi mezzo miliardo in un anno, e che nulla devono alla carità, nulla allo Stato; essi sono i veri e gloriosi redentori di sè medesimi. I nostri isti­ tuti che erano 3 nel 1866 sono 171 oggidì con 41 mi­ lioni e mezzo di capitale versato, 11 milioni e mezzo di fondi di riserva, 191 milioni di conti correnti e di depositi a risparmio. E tutte le cifre che qui sono ana­ liticamente investigate attestano una floridezza ed una salute di tal fatta che rallegra considerando le virtù del nostro popolo, e fra tante delusioni e malinconie che ci assalgono si dilata il nostro cuore con un re­ spiro di speranza. »

Aggiunse che i cooperatori tedeschi resistono oggi alla corrente del socialismo di Stato ed espresse la fiducia che all’uopo saprebbero resistervi i cooperatori italiani. L’ eloquente discorso dell’ on. Luzzatti inter­ rotto più volte da vivi segni di approvazione fu co­ ronato da lunghi e fragorosi applausi.

Dichiarato aperto il Congresso, il prof. M oren a espri­ me sensi di simpatia per la Toscana, di cui ritesse brevemente la storia economica.

Indi il P resid en te comunica varii telegrammi e let­ tere e porge ringranziamenti a varii delegati che si sono resi singolarmente benemeriti. Propone si invii un saluto allo Schultze-Delitzch, non che ai coopera­ tori del Belgio, della Russia, di Francia.

Avendo il P resid en te toccato dei notevoli progressi della istituzione nelle provincie meridionali, gli ono­ revoli B ro cco li, R ogadeo e M asuri presidente della Banca di Cajazzo che fu la prima in Terra di Lavoro ringraziano ed il secondo esprime il voto che il Co­

mitato Centrale si rechi a Bari al Congresso che vi sarà tenuto più tardi.

P resid en te chiede facoltà di invertire 1’ ordine del

giorno per varie ragioni che egli spiega.

Si approvano per primi i bilanci, relatore P ed ro n i.

P resid en te, annunzia che si ha una somma di circa

12,000 lire ancora intatta, parte della quale sarà de­ stinata a diffondere a migliaia un Manuale che potrà riuscire utile specialmente per spiegare il modo di transizione dalle disposizioni vecchie a quelle del Nuovo Codice di Commercio.

Pone in discussione il tema 3° R elazion e su lle m o­

dificazion i p rop oste d a d iv erse B a n ch e a llo schem a di Statuto presen tato a l Congresso d i B ologn a, avvertendo

che sarebbe impossibile entrare nei particolari e aprendo invece una discussione generale.

P ed ro n i, relatore, si riferisce al rapporto stampato;

crede il progetto migliorato, ma non perfetto. Nel Co­ mitato stesso vi sono divergenze, tantoché la discus­ sione procederà senza preconcetto. Propone che si in­ dichino i punti principali da correggersi e si dia al Comitato il mandato di tener conto delle osservazioni fatte nel compilare il progetto definitivo di Statuto, che, si noti bene, sarà come uno Statuto ideale da pro­ porsi ad imitazione, salvo il valutare particolari cir­ costanze.

Il rappresentante dcdia Banca di S on drio trova che il limite delle 50 azioni in certi luoghi può riescire troppo basso; sostiene che il valore effettivo dell'azione è solamente il prezzo a cui si può vendere ; crede che il Comitato di sconto debba essere eletto dal Consiglio di Amministrazione, e quindi sugli articoli 12, 20 e 73 non è d’accordo col relatore.

T rieste, presidente della Banca di Padova, opina che

la Banca di Milano si trova in condizioni molto di­ verse da quelle degli altri istituti in generale, e ciò che può essere opportuno da parte di essa non lo sa­ rebbe per gli altri.

Non crede che si debba mettere negli statuti come operazioni da farsi i prestiti e gli sconti ed anco il servizio di cassa ai non soci. Non approva la distin­ zione di operazioni ordinarie e straordinarie, e in ogni caso crede che alcune operazioni poste fra le seconde dovrebbero trovar posto tra le prime, come l’impiego in buoni del Tesoro ed il deposito di somme disponi­ bili presso altre solide istituzioni, che egli raccomanda. Acconsente alla riserva portata alla metà del capitale, ma vorrebbe una seconda riserva che chiamerebbe mobile, che si dovrebbe formare man mano negli anni buoni per sopperire alle eventuali peripezie e per ras­ sicurare nel caso di una liquidazione. Una commissione di castelletto dovrebbe determinare il fido secondo certe norme. Il Presidente, il vice-Presidente dovreb­ bero essere esclusi; quanto ai Consiglieri ed a coloro che hanno rapporti stretti coll’ amministrazione, cioè censori, arbitri, Comitato di sconto, vorrebbe una Commissione speciale, che potrebbe essere eletta dal­ l’assemblea.

Il rappresentante della Banca di F o r lì crede che il Comitato di sconto debba essere nominato dal consi­ glio. Vorrebbe che le cariche sociali durassero un quin­ quennio e si rinnovassero ogni anno per un quinto.

Qalassi, consigliere della Banca di Firenze, ammette

che per certe questioni, che non possono dar luogo a controversie giuridiche, gli arbitri possano essere soci ma non è così nel caso contrario. Cita esempi in cui i Tribunali hanno dichiarati nulli gli arbitrati, jillo r - chè erano stati arbitri persone interessate.

Il rappresentante della Banca di Brescia combatte la proposta del relatore di portare il contributo men- suale da una lira a due, negando che specialmente in certi luoghi si possa affermare che ogni povero pre­ vidente possa mettere da parte due lire al mese.

(7)

21 maggio 1882

L’ E C O N O M I S T A

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Dopo alcune osservazioni di D al M ercato che vor­ rebbe una continua rinnovazione di cariche e di S car­

toni che combatte cotesta opinione, la seduta è sospesa

a ore 1 e mezza pom.

S eduta p o m erid ia n a a o re 3 e 2 0 .

L en. Lu zzatti dopo avere accennato alla necessità di procedere speditamente, riassume la discussione av- vonuta intorno allo schema di Statuto, osserva che redigendo e studiando questo progetto non si è inteso affatto di imporlo a tutte quante le Banche, ma di dare solo un tipo che corrisponda ai più comuni bisogni e spiani ed agevoli la via ai promotori di nuove istitu­ zioni cooperative ; che se vi sieno speciali località dove il limite di 50 azioni per ogni socio sembri troppo basso per raccogliere un discreto capitale , potrà ivi benissimo la Banca formulare uno .statuto in cui si permetta di possedere anco un maggior numero di azioni, purché con queste non si oltrepassi le 5000 lire, che dal nuovo codice di commercio sono poste come limite della partecipazione che può avere un individuo in una Società cooperativa.

Dimostra poi _ qual differenza passi tra le Banche cooperative e gli Istituti di credito ordinario, e come per la vendita delle azioni di questi, anco se nomina- tive, sia tanto più facile la trasmissione e la nego­ ziabilità e quindi l’ esatta determinazione del prezzo, mentre per le azioni di quelle non avendo modo di manifestarsi la legge dell’ offerta e della dimanda si rende necessario che il Consiglio d'amministrazione ne determini il valore nella quota di capitale attivo, che rappresentano.

Gli piace riserbato all'Assemblea generale dei soci soltanto il diritto di decretare 1 apertura di succursali. In quanto all’elezione del Comitato di sconto accenna ai diversi modi con cui si fa da varie Banche, e come il più comune sia quello di farla eseguire all’Assem­ blea dei soci e perciò appunto essere nello statuto pro­ posto in questa forma ; ma esso vuole sì 1’ armonia fra le varie Banche popolari, non però una monotona simmetria.

In quanto all’incarico da darsi da un socio ad altra persona perchè lo rappresenti all’adunanza dell’Assem­ blea espone come nel Codice di Commercio , che tra breve si promulgherà, sia stabilito che quando per un legittimo impedimento un socio non possa inter­ venire all’ adunanza abbia il diritto di farsi rappre­ sentare da un altro socio, ma di non potere il rap­ presentante avere più di un voto oltre il proprio.

Rispondendo poi al sig. Trieste rappresentante della Banca di Pàdova, lo assicura che sarà tenuto conto di molte delle sottili sue osservazioni, e che le opera­ zioni coi terzi si faranno solo in caso straordinario, che sarà indicata tra le operazioni, come esso chie­ deva, anco quella di risconto. Poi si muove la seguente dimanda : Il Presidente ed il Vice-Presidente deve es­ sere escluso dal credito?

Al Congresso di Bologna fu espresso un tal voto, ma non fu pronuncialo un deliberato: è perciò che il relatore P ed ro n i non apportò in tal punto alcuna mo­ dificazione.

Potrebbesi ora mettere in postilla il voto di Bologna rinnuovato, oggi che l’ideale della delicatezza vuole che il presidente ed il vice-presidente non partecipino al credito della banca, che amministrano.

In quanto alle due mozioni opposte una a che sieno, l’altra a che non sieno rieleggibili gli amministratori scaduti, esclama, ricordiamoci che noi siamo qui in Firenze dove ha avuto sede l’Accademia del Cimento col motto p rov an d o e rip rov an d o ; e quindi poniamo in una parte dei nostri statuti, come alcuni furono di opinione, che gli amministratori possano rinnuovarsi indefìnitivamente, e in altri invece che non si possano rinnuovare: facciamo insomma la prova dei due opposti sistemi.

L ’on. Luzzatti è d’opinione con il rappresentante di

Brescia che il contributo mensile su ciascuna azione si debba lasciare, come era prima, in una lira, ma che per le grandi città, per quelle località insomma dove ■avvi esuberanza di vita possa accettarsi la proposta Pedroni di L. 2 al mese.

Rispondendo alla proposta del rappresentante di F i­ renze avv. G alassi, dice che va d’accordo con esso che gli arbitri possano essere scelti tra i soci in tutti quei casi in cui sono chiamati a decidere e pronunciarsi intorno al rifiuto di credito o d’ammissione, ed è già un servigio non indifferente che essi possono rendere alla società; ma non cosi per la seconda parte della sua proposta, della nomina cioè di arbitri scelti fra estranei alla società per le vertenze e liti tra la Banca ed i suoi soci, non trovando giovevole l’intromissione di elementi eterogenei, fino a che al signor Galassi non riesca di escogitare un modo che tolga l’ Istituto alla possibile balia di . estranei.

Propone, ed è accettato all’unanimità, di invitare il Comitato Permanente a volersi incaricare della revi­ sione dello Statuto tenendo conto delle osservazioni presentate al congresso, d'inviarlo poi ai rappresentanti perchè possano riesaminarlo, e fare nuove osservazioni, occorrendo.

È chiamato al banco della presidenza il signor E t­

to re L evi relatore sul tema 5. P rogetto d i un com une m odu lo d i bilancio e d i situazione e ad ozion e d i un term in e com une dopo il q u ale f a r p a s s a r e in soffe­ r e n z a g li effetti rim asti insoluti.

Dando per -letta la relazione, propone il seguente voto :

« Il Congresso consiglia alle Banche popolari ita­

liane di registrare gli effetti non pagati nel giorno stesso della scadenza nel seguente modo.

« Come un sospeso di cassa sotto titolo di effetti

in sospeso p resso il C assiere nel giorno che segue a

quello della scadenza.

« Come effetti protestati in sospeso per i tre giorni successivi a quello in cui avvenne il protesto o si è ricevuta la rivalsa se il cedente risiede nel luogo stesso della Canea e per sette giorni se risiede in al­ tro luogo.

« Infine come effetti in sofferen za se trascorsi i ter­ mini sopra indicati non si ottenne il rimborso del proprio credito. »

Dopo una discussione a cui prendono parte il si­ gnor T rieste, il signor Panum zin, il rappresentante di F o r lì, il signor S tefa n i e il rappresentante di Mot­ ta di Livenza, si elimina l’articolo 1° e il 2° è sosti­ tuito dal seguente emendamento dei rappresentanti di Forli e Monteleone: che Teffetto, fino a che non viene consegnato all’avvocato, o dopo 15 giorni dal protesto, debba stare a conto sospeso. Dopo tal termine debba passare ad effetto in sofferenza.

Sul modulo comune da adottarsi dalle Banche, per le situazioni ed il bilancio parlano i rappresentanti di Sondrio e di Brescia.

Dopo diverse osservazioni il signor T rieste rappre­ sentante di Padova legge un articolo del nuovo Co­ dice di Commercio nel quale è detto che le Banche cooperative dovranno in ciascun mese rimettere al Governo la loro situazione conforme al modulo, che verrà stabilito dalla legge.

Dopo la lettura di un tale articolo, l ’Assemblea chiude la discussione, rimettendosi al Comitato per­ manente che potrà anco prendere gli opportuni con­ certi col Governo.

Seduta an tim erid ian a d e l 15 m aggio

L’adunanza è aperta a ore 10 ant.

E portato in discussione il quesito : In quale forma e con quali garanzie più facili e meno dispendiose dell’atto autentico si possano compiere le operazioni di credito cogli illetterati.

M an fred i (relatore) espone le difficoltà in cui si av­

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beti. L e disposizioni legislative che prescrivono la firma del debitore nel' pagherò o biglietto all’ordir.e, recano talvolta confusione a’ ie minori Banche, che hanno una clientela di agricoltori; o altri operai, di . cui molti non sanno scrivere. Il rimedio ammesso dalle leggi è troppo gravoso, perchè spesso il costo detratto notarile è sproporzionato all’entità dell’obbligazione che si vorrebbe contrarre. Enumera i diversi altri modi proposti per provvedere in proposito. Conclude presentando un ordine del giorno, secondo il quale il Congresso fa voti al Governo che nella compilazione del Codice di Commercio sieno introdotte delle dispo­ sizioni, che ammettano la validità delle cambiali o bi­ glietti all’ordine accettati mediante un crocesegno dal debitore, e con certe .determinate garanzie.

Dopo una discussione a cui prendono parte i si­ gnori P o rro , T rieste, C alassi, F u cin i è approvato nella sostanza l'ordine del giorno proposto dal relatore, con qualche modificazione.

E portato in discussione il quesito 13: come le Banche Popolari possano concorrere ad agevolare la erezione di case operaie sul sistema dell’operaio pro­ prietario.

P resid en te. Espone come alcune banche operaie ab­

biano assunto in proposito una lodevole iniziativa, portando praticamente ad effetto alcuni loro progetti. Nomina a cagione d’onore quelle di Cajazzo, di Pe­ saro, e di Vicenza, e invita i loro rappresentanti ad esporre quanto da esse fu operato in proposito.

Dopoché i predetti rappresentanti hanno fornito queste spiegazioni, il Congresso accoglie un ordine del giorno, col quale si fanno voti onde il Governo in un progetto di legge, di cui si ritien prossima la presentazione, relativo .alle case operaie, esoneri per un numero determinato di anni l’erezione delle me­ desime dagli oneri fiscali.

La seduta è sospesa.

S eduta pom . d e l 1 5 m aggio

La seduta è ripresa alle ore 1 1 pomeridiane. Viene portato in discussione il quesito settimo. Or­ dinamento del risparmio e partecipazione che può avervi lo Stato : quali provvedimenti debbano essere accolti dalle Banche Popolari per agevolare ulterior­ mente la collezione dei piccoli risparmi.

"Vacchelli (re la to r e ) si parte dal dimostrare come le

Banche popolari, che meglio hanno corrisposto alla loro istituzione , sono quelle che hanno avuto il loro principale fondamento nel riunire ed amministrare il risparmio, e come per creare e dar credito alle casse destinate a raccoglierlo sia meglio affidarsi all’ azione individuale, piuttostochè all’iniziativa dello Stato. D’al­ tronde occorre che il denaro sia impiegato là donde è tolto, onde possano trarne vantaggio le industrie locali, e specialmente il credito agrario. Lo Stato, che ha ingerenza nelle casse di risparmio, impiega i ca­ pitali raccolti in rendita pubblica per destinarli quindi a grandi cose, se vuoisi, e di utilità generale, ma non di utilità locale. Dietro questi concetti l’ uratore pro­ pugna che sia riconosciuta l’autonomia delle casse di risparmio , ammettendovi però, ma limitatamente, il controllo governativo.

Passa quindi ad enumerare i diversi provvedimenti che occorrerebbe mettere in atto, all'effetto di facili­ tare la collezione del risparmio, e fra questi pone l’i­ stituzione di speciali collettori e l'uso dei francobolli. Conclude proponendo che il congresso esprima il voto che le Banche di Risparmio possano costituirsi senza bisogno di autorizzazione governativa; che cia­ scuna di esse debba esercitare la propria sfera.d'azione nell' ambito del luogo, ove ha la sua sede ; che anco a riguardo delle Casse di Risparmio ordinarie sia estesa la disposizione di favore accordata alle Casse di Ri­ sparmio postali, secondo la quale le donne e i minori possono ritirare liberamente i risparmi da essi depo­ sitati senza' autorizzazione del marito, del padre o del

tutore; che sia ammessa la collezione del risparmio anche nelle scuole.

A questo punto sorge una importante discussione, a cui prendono parte i signori Zaccetti, Sanguinetti,

B e r ti F erd in a n d o , T rieste, Zucchini.

Si propongono diversi emendamenti che vengono respinti e risulta approvato a grandissima maggioranza l'ordine del giorno proposto dall’on. Vaechelli.

Si passa al tema 8°: Provvedimenti fiscali e giuri­ dici necessari a promuovere il credito agrario; come importi scemare le spese dei piccoli mutui ipotecari.

P resid en te chiede assenso all’Assemblea di prendere

esso pure la parola sull’ argomento.

Enuncia le diversi questioni che si riferiscono al cre­ dito agrario. Non crede che tutte possano essere trat­ tate e discusse in questa Assemblea. Egli si limita a quella di vedere come possa risolversi il problema di dare un capitale al credito agrario, che abbisogna di lunga scadenza e di miti ragioni.

Il credito agrario è esclusivamente personale, e quindi non può essere sussidiato che da istituzioni esistenti nel luogo ove dimora la .persona che lo richiede. Le Casse di Risparmio direttamente non possono servire all'uopo, perchè esse debbono impiegare i loro capitali con. solide garanzie.

Ora, l’oratore, prendendo il concetto da istituzioni che esistono nel Belgio, crederebbe che quanto non possono fare le Casse di Risparmio direttamente, lo po­ trebbero fare coll'intervento delle Banche Popolari, le quali sono in caso di offrire la loro sicura e cauta ga­ ranzia.

L’oratore conclude proponendo il voto che il Governo, riconosciuto inefficace a favore del credito agrario quanto fu disposto colla legge analoga del 1869, solleciti altri provvedimenti.

Sim on elli dichiara di non parlare come rappresen­

tante il Governo. Dice però che il Governo si è preoc­ cupato del credito agrario, e dell’ ordinamento delle istituzioni di credito a vantaggio delle classi che vivono del lavoro e in particalar modo a vantaggio delle la­ boriose popolazioni rurali. Crede che sarà presentato prossimamente un progetto di legge apposito al Par­ lamento.

P resid en te dichiara che attesa l ' urgenza assoluta

che molti congressisti, che sono direttori di banche, tornino sollecitamente alle loro residenze, occorre che il congresso sia chiuso questa sera. Quindi, col con­ senso dell' assemblea, rimette al futuro congresso la trattativa dei temi che sono ancora nell’ordine del giorno.

Passa in rassegna questi temi di cui segnala la im­ portanza, specialmente di quello che tratta della con­ venienza di istituire presso le Banche popolari le ope­ razioni di anticipazioni su pegno di oggetti preziosi. Egli crede che quando la miseria onesta troverà aiuto presso istituzioni migliori e ai Monti di Pietà rimarrà la clientela impura, questi cadranno di per sè stessi o si rinnuoveranno.

Si passa all'ultimo tema, come ordinare e di quali cauteli giuridiche circondare l’operazione dello sconto delle fatture di lavori compiuti dagli operai soci delle banche.

Relatore sul tema medesimo era 1’ avv. D al P in o , ma essendo egli assente per ragioni di professione, il

P resid en te dà la parola all’ avv. C alassi, il quale

non stima difficile trovare un sistema cauto e sicuro per procurare lo sconto delle fatture.

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21 maggio 1882

L ’ E C O N O M I S T A

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Dopo breve discussione il P resid en te invita l'avvo­ cato Gettassi a tradurre in iscritto le sue proposte formulando anche uno schema di regolamento che valga a concretarle.

Esaurito 1* ordine del giorno, Y onorevole Lu zzatti con nobilissime ed acconcio parole scioglie l ’assem­ blea, la quale per acclamazione designa Bari a sede del futuro Congresso, che avrà luogo fra due

anni-IL MOVIM ENTO COMMERCIALE DI ADEN

durante 1’ anno 1880-1881

Il cav. G. Bienenfeld Ilo!pii console italiano in in Aden ha, non è molto, pubblicato un suo rap­ porto sul commercio di Aden durante l’anno 1880 81. .Avendo 1’ Italia estese relazioni commerciali con quelle regioni, abbiamo erabuto non senza interesse il far conoscere ai nostri lettori gli elementi prin­ cipali di cui si compone il movimento di una delle principali stazioni africane, servendoci della pubbli­ cazione fatta dal Sole di Milano.

Cominciando dal movimento marittimo troviamone! citato rapporto che nell’anno ufficiale 1880-81 tanto le importazioni quanto le esportazioni per via di mare aumentarono notevolmente. Questo aumento è tanto più importante che in seguito al cattivo raccolto del calfè nel Yemen vi fu una diminuzione fortissima nell’importazione .di questo articolo e conseguente­ mente nell’esportazione.

L’ importazione di caffè fu minoro nel 1 8 8 0 -8 1 , in confronto a quella del 1 8 7 9 - 8 0 , di rupie 1,831,388, e l’esportazione di rupie 2,500,130. Ciononostante, come sopra si è detto, il commercio ebbe un au­ mento di rupie 1,260,098 cioè di rupie 910,815 nelle importazioni e di rupie 319,273 nelle espor­ tazioni; non compreso il commercio per via di terra, il quale ebbe a subire invece una diminuzione di rupie 555,387 nelle importazioni e rupie 25,612 nelle esportazioni.

Perciò che riguarda l’Italia, è confortante il vedere che- tanto il commercio d’ importazione che quello d’esportazione coll’Italia ha subito un aumento con­ siderevole e che promette di divenire sempre mag­ giore. Nel 1 8 7 9 - 8 0 s’ importarono per sole rupie 8,045 di merci e denaro e s’ esportarono per rupie 30,072 di merci; iu questo ultimo anno 1880-81 s’importarono per rupie 42,762 e si esportarono per rupie 162,126, dimostrando un aumento di rupie 42,762 sulle prime, e di rupie 132,054 sulle se­ conde.

Berbera e B u k a r sulla costa Somali, dove sem­ bra portarsi di preferenza il commercio italiano es­ sendo mercati di rilevante importanza, e dove fu già istituita un agenzia consolare dipendente dal regio Consolato in Aden, offrono al commercio diversi ar­ ticoli, che non crediamo inutile farli conoscere ai nostri^ lettori. Essi sono i seguenti: Montoni, bovi, cavalli ed altri animali; carbone di legna, caffè, Wares (tintura), penne di struzzo, gomme, canape, pelli bovine, pelli ovine, avorio burro, madreperla e grasso.

Da un quadro statistico delle esportazioni da Aden all’ultimo quinquennio resulta una diminuzione no­ tevole in tutti ì citati articoli d’esportazione tranne nelle pelli, il cui enorme aumento deve ascriversi

alla sola ragione della grande mortalità di bestiame avvenuta per causa di mancanza d’acqua.

L’importo del commercio totale d’importazione ed .esportazione tra la Costa dei Somali (da Zeyla a Baskafun) ed Aden pei due anni 1 8 7 9 -8 0 e 1880-81 fu il seguente:

1S79-SO 1880-81

Importazione . . . Rupie 2,201,372 2,430,184 Esportazione . . . » 1,745,933 2,203,017 Totale Rupie 5;94S,505 4,653,201 con un aumento totale in favore del 1880-81 di ru­ pie 087,896.

Scedendo a riassumere il movimento commer­ ciale operato per via di terra troviamo che 236,289 cammelli con carico diverso entrarono in Aden du­ rante l’ anno 1880-81 dall’ interno dell’ Arabia. In confronto all’anno precedente, entrarono cammelli 19,800 in meno, come dimostra il seguente quadro:

1879-80 1880-81 Caffè . 10,151 6,966 Erutta e vegetabili » 9,117 10.689 Fieno.

. .

» 51,888 65,967 Crani e semi . . » 25,692 4,081 Acqua

.

» 85,990 65,676 Carbone e legna . » 65,778 77.518 Diveisi

.

.

. .

)) 6,573 7,589 Totale Camm. 256,189 236,289 Media al giorno » 702 647

Il valore delle merci importate per la via di terra venne stimato a rupie 1,979,195, contro un valore di rupie 2,531,582 per l’ anno precedente, sicché nell’ anno 188 0 -8 1 furono importate merci per un valore in meno di rupie 555,387.

Il valore delle merci esportate fa per quest’ultimo anno di rupie 1,111,420 con rupie 25,612 in meno dell’anno precedente.

Riassunto il commercio del 1 880-81 si ha un to­ tale valore delle importazioni ed esportazioni per la via di mare e di terra, non comprese le provviste ed il numerario del Governo per il 1880-81 fu di rupie 38,400,915, nel mentre non fu che di rupie . 37.721,826 per l’anno precedente, sicché un aumento

netto di rupie 679,089 in favore del 1880-81. La somma di rupie 38,400,915 si divide come segue :

Irnp. per via di mare R. 17,898,401 )) » terra » 1,979,195

Numerario )) 1,877,404 21,755,000 Esp. per via di mare R. 12,989,109

» » terra » 1,111,420

•Numerario » 2,545,386 16,645.915 Totale 38,400,915 Il valore totale delle importazioni ed esportazioni durante i cinque nltimi anni fu il seguente:

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e il numerario del Governo, nè il commercio di tran­ sito o trasbordo che è importantissimo.

Da uno specchio infine riflettente il movimento marittimo resulta che 219 piroscafi mercantili di tonnellate 311,388 entrarono nel porto di Aden in più dell’anno precedente, invece il numero dei ba slimeuti a vela è diminuito di 8 d’ un tonnellaggio di 9,615 in meno. Nelle barche indigene vi fu un aumento di 177 d’nria portata di tonnellate 3,77 .

Piroscafi 495 scaricarono merci e passeggieri, 44 carbone, 498 si fermarono per fare solo carbone, 6 per patente di sanità, 17 per provviste ed acqua, 2 per sola acqua, 18 entrarono per prendere o shar care solo passeggieri, 4 per invio di dispacci, 9 per prendere ordini, 8 per riparazioni, 5 per ordinare il carico e 6 rientrarono causa il cattivo tempo.

Dei 19 bastimenti a vela arrivati in Aden, 6 por­ tarono riso, 5 manifatture americane e petrolio, 4 carbone, 1 legnami Peuang, 1 carico diverso, 1 per patente di sanità ed 1 riappoggiato.

Sopra 2122 bastimenti che passarono il Canale di Suez, dall’ aprile 1880 al marzo 18<81 — 953 si fermarono in Aden, non compresi 10-3 bastimenti da guerra.

Il commercio di Aden è in continuo progresso come la sua popolazione che da 21,000 anime au­ mentò in 10 anni a ben 35,000 non compresa la guarnigione.

Notizie economiche e finanziarie

Le ratifiche al trattato di commercio con la Francia furono scambiate lunedi 15 corr. e il trattato stesso entrò in vigore il giorno successivo.

— L ’onor. Maglioni ba dichiarato che sperava ri­ cavare almeno 2ò milioni dalla perequazione fondia­ ria, per beni non ancora censiti. Non è possibile però che si possa discutere questa legge nell’ attuale le­

gislatura.

— I giornali ufficiosi annunziano che l’oro con­ tinua ad arrivare e che pel novembre saranno ver­ sati nelle casse dello Stato tutti i 630 milioni del prestito per l’abolizione del corso forzoso. Le nostre zecche frattanto seguitano a rifondere e coniare tutte le monete non decimali.

Secondo il piano d el ministro, la circolazione mo­ netaria dovrebbe essere ristabilita nel primo seme­ stre del 1883.

— Nella commissione della Camera dei deputati che esamina il progetto di legge per la proroga dei trattati col Belgio, colla Gran Bretagna, colla Ger­ mania e colla Svizzera, si fa strada l'idea di prov­ vedere alla materia con leggi interne anziché con patti internazionali e in ogni caso di limitare le pro­ roghe al 1 luglio 1883.

— La commissione incaricata di studiare la que­ stione del monopolio dei tabacchi si è definitivamente pronunziata per riavocarne la gestione allo Stato esclu­ dendo l’idea di appallarlo a società private o proro­ gare l’attuale contratto colla Regia.

Nello stesso mentre ò probabile si introdurranno alcune leggere modificazioni nelle tariffe, giacché quelle apportatevi nel 1878 non hanno dati tutti i resultati che se ne aspettavano.

— Il Jo u r n a l Officiel ha pubblicato 1*8 corrente una relazione del ministro delle poste e dei telegrafi, colla quale a partire dal 1° giugno prossimo la ta­ riffa per parola dei telegrammi spedili dalla Francia in Italia è ridotta a 20 cent. La tariffa sotto-marina da riceversi in Algeria e Tunisia per dispacci a de­ stinazione d’Italia è pure ridotta.

— Il Tribunale di commercio di Lione ba condan­ nato i fondatori ed amministratori della Batique

L y o n et L o ir e fallita, a pagare al sindacato del fal-

menlo l’ammontare integrale del passivo ed a rim­ borsare i versamenti degli azionisti.

Questo giudizio, che aprirà una grande serie di processi, ha prodotto nei Circoli finanziari una pro­ fonda impressione.

— Il Senato degli Stati Uniti adottò un bill per la nomina di una Commissione incaricata dt stu­ diare sulla convenienza di modificare le tariffe do­ ganali.

— Il Senato spagnuolo approvò il trattato colla Francia. La Camera dei Pari del Portogallo ha in­ cominciato a discutere quello franco-portoghese.

— Discutendo sulla riforma della tariffa doganale, la Camera dei deputati austriaca respinse la proposta della minoranza della Commissione, che voleva au­ mentato il dazio sui tessuti di lana al confronto delle proposte del Governo.

Furono poi votati gli aumenti proposti dalla Com­ missione, d’accordo col Governo stesso, sulle sete­ rie, sui pellami, sulle pelliccerie e in generale su tutte le altre merci appartenenti alle categorie 2 6 a a 3 4 a.

— La Banca Nazionale Toscana a imitazione della Banca Nazionale Italiana ha ribassato dal 6 al 5 per cento il tasso di anticipazione sopra i depositi pignoralizi delle sete.

— La revisione della tariffa doganale sarà pre­ sentata la settimana prossima alla Camera dei de­ putati dal ministro Magliani.

— A surrogare i biglietti da centesimi 50, il Go­ verno ba fatto spedire in varie città d’ Italia in rag­ guardevole quantità dei pezzi da cent. 50 in argeuto.

Cam ra di Commercio di Firenze. {S ed u ta dél-

X 11 m aggio). — Furono risoluti dapprima alcuni

affari concernenti la propria amministrazione e quella degli edilizi e gualchiere:

Indi „sulla proposta della 3 a Commissione ed a relazione del presidente di questa, sig. Laudi, la Ca­ mera deliberò di porre a disposizione della commis­ sione ordinatrice del concorso provinciale, industriale che avrà luogo in Arezzo, in occasione del concorso agrario regionale di quest’ anno una medaglia d’ oro, due d’ argento e quattro di bronzo.

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