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QUADERNI del Consiglio Superiore della Magistratura

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QUADERNI

Consiglio Superiore della Magistratura del

LA PARTECIPAZIONE

EQUILIBRATA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI

AL PROCESSO DECISIONALE

Progetto a finanziamento europeo coordinato dal Consiglio Superiore della Magistratura

italiano con il partenariato del Ministero della Giustizia italiano, del Ministero della Giustizia francese,

del CGPJ spagnolo

e della Procura Generale di Romania

Seminario finale

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QUADERNI DEL

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA Anno 2005, Numero 145

Pubblicazione interna per l’Ordine giudiziario curata dal Consiglio Superiore della Magistratura

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PRESENTAZIONE

Il presente volume dei quaderni del Consiglio Superiore della Magistratura raccoglie gli atti del seminario finale, tenutosi a Roma il 13-15 dicembre 2004, nell’ambito del progetto dal titolo “La partecipa- zione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale”, finanziato dall’Unione europea e promosso dal Consiglio Superiore della Magistratura e al quale hanno aderito: il Ministro della Giustizia francese, il Consiglio Generale del Potere Giudiziario Spagnolo, l’Ufficio del Pubblico Ministero presso la Suprema Corte di Giustizia Rumena ed il Ministero della Giustizia italiano.

I principi della parità di trattamento e della non discriminazione sono al centro del modello sociale europeo e rappresentano uno dei capisaldi dei diritti e dei valori fondamentali dell’individuo che sono alla base dell’ Unione europea.

È necessario predisporre punti di osservazione costante per con- trollare il rispetto della parità, attuare sistemi di verifica dell’efficien- za delle azioni positive nonchè dell’attualità e idoneità degli strumen- ti per rimuovere gli ostacoli alla parità adottati nei vari settori dei paesi che compongono l’Unione europea.

Affinché i controlli non si atteggino a sterili esercizi accademici è indispensabile che all’eventuale rilevamento di discriminazioni segua la predisposizione di attività specifica idonea a ricondurre all’equili- brio.

L’obiettivo del progetto, finanziato dall’Unione europea e coordi- nato dal Consiglio Superiore della Magistratura al quale hanno parte- cipato Francia, Spagna, Romania e il Ministero della Giustizia italia- no “La partecipazione equilibrata degli uomini e delle donne al processo decisionale” per le ragioni che ho esposto era estremamente impegna- tivo, si trattava di verificare il livello di “parità” nell’ambito della magi- stratura francese, italiana, spagnola e rumena.

Dai risultati esposti nel corso del seminario finale è emerso un dato rilevante, comune ai paesi partecipi del progetto, ovvero che ad una crescente presenza delle donne in magistratura non corrisponde una proporzionale presenza delle medesime negli incarichi di direzio- ne ed organizzazione degli uffici giudiziari, nella magistratura di legit- timità, nelle cariche istituzionali e funzionali al governo della magi- stratura, nonché nelle strutture deputate alla formazione dei magi- strati.

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La rilevata difficoltà nell’accesso da parte delle donne alla diri- genza depone per l’obiettiva esistenza di ostacoli sociali e strutturali che impediscono alle donne europee il passo finale verso l’integrale parificazione.

Il risultato obiettivo circa la scarsa partecipazione delle donne nel settore della dirigenza chiarisce che la “questione femminile” non è del tutto risolta.

Nel corso dei lavori per la realizzazione del progetto si è lavorato per individuare le cause del divario perché solo individuando le cause è possibile escogitare gli strumenti per la rimozioni degli ostacoli.

Attraverso l’analisi dei risultati dei questionari, predisposti nel- l’ambito del progetto e compilati dai magistrati italiani francesi e spa- gnoli, è stata osservata “la questione femminile” dal punto di vista interno.

La rappresentazione circa la percezione che i magistrati hanno riguardo alla partecipazione non paritaria in taluni settori dell’orga- nizzazione giudiziaria e riguardo alle possibili ragioni della scarsa presenza delle donne costituisce un utile tema di approfondimento.

L’analisi dei risultati dei questionari è esposta nelle relazioni dal titolo “Pari opportunità e magistratura: osservazioni sui risultati del questionario” (Parte II - sez. I relativa ai risultati italiani) “Illustrazio- ne esiti del questionario, criticità” (sez. II relativa ai risultati francesi)

“Illustrazione esiti del questionario, criticità” (sez. III relativa ai risulta- ti spagnoli).

La consapevolezza dell’esistenza di una partecipazione non parita- ria di uomini e donne al processo decisionale – dato che emerge nella sua esatta entità dalla lettura dei capitoli intitolati “Analisi dei dati acquisiti nel corso della realizzazione del progetto” sez. I, II , III e IV – è un tratto importante del percorso verso la parificazione come è impor- tante la corretta enucleazione delle possibili cause dello squilibrio.

Nell’ambito del quadro ricostruttivo delle ragioni che tengono lon- tano le donne dalla dirigenza non va sottovalutato il profilo sociologi- co e anch’esso è stato affrontato nel corso dei lavori con riguardo ai diversi sistemi giuridici di Francia, Italia, Spagna e Romania. Di que- sto argomento trattano le relazioni “I profili sociologici dei dati emersi dalla ricerca con riguardo al sistema giuridico italiano” (sez. I cap. III)

“I profili sociologici dei dati emersi dalla ricerca, con riguardo al sistema giuridico francese” (sez. II cap. II) “Conclusiones generales (comparati- va entre la judicatura y el resto de funcionarios pubblicos y anàlisis de las quiebras de paridad en accesos, promiciòn y ocupaciòn de cargos)”

(sez. III cap. II).

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Le azioni europee e nazionali per la parificazione come emerge dalle relazioni che questo volume raccoglie “La strategia quadro dell’a- zione comunitaria per la soppressione delle disuguaglianze per la parità tra uomini e donne”, “Il ruolo del Ministero della Giustizia italiano nelle promozioni delle pari opportunità”, “Le politiche delle pari opportunità nel sistema giuridico europeo” non sono di poco conto, ma non ci si può accontentare dei risultati sino ad ora raggiunti perché il percorso verso la parificazione non può ancora dirsi concluso e tale certo non è soprattutto quanto alla dirigenza.

La problematica relativa alle azioni positive necessarie per risol- vere la questione della scarsa partecipazione delle donne in taluni set- tori è stata affrontata infine da gruppi di lavoro ai quali hanno parte- cipato i rappresentati di ciascuno dei quattro paesi partecipanti al pro- getto.

La questione della rarefazione femminile nell’ambito della diri- genza nei vari settori dell’organizzazione giudiziaria è stata affrontata avuto riguardo alla concreta esperienza negli uffici giudiziari francesi, italiani, spagnoli e rumeni.

La consapevolezza di una non paritaria presenza delle donne in alcuni settori della magistratura, l’individuazione delle cause ed al tempo stesso degli strumenti per la parificazione sono passi impor- tanti, occorre però che ad essi segua il passo finale dell’adozione di ulteriori azioni positive.

Tali strumenti sono stati indicati nel documento di sintesi con il quale è stato concluso il seminario finale, il nostro augurio è che esso non rimanga un mero auspicio.

Il Vice Presidente

del Consiglio Superiore della Magistratura Prof. Avv. Virginio ROGNONI

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INDICE

Introduzione del Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura

prof. avv. Virginio ROGNONI . . . . Pag. 15 Intervento del Ministro della giustizia

on.le Roberto CASTELLI . . . . » 19 Introduzione ai lavori del Seminario conclusivo sul pro-

getto a finanziamento europeo “Partecipation équilibrée des hommes et des femmes dans la prise de décision”

avv. Mariella VENTURA SARNO . . . . » 23 Componente del C.S.M.

PARTE I

Il progetto comunitario “Partecipation équilibrée des hommes et des femmes dans la prise de décision”

CAPITOLO I

Presentazione del progetto Considerazioni introduttive

dott. Wladimiro DE NUNZIO . . . . » 29 Componente del C.S.M.

Inquadramento delle problematiche inerenti il progetto

dott.ssa Maria Giuliana CIVININI . . . . » 33 Componente del C.S.M.

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CAPITOLO II Documentazione

Delibera del C.S.M. di approvazione del progetto . . . » 41 Delibere del C.S.M. di costituzione di un gruppo di lavoro . . » 55 Delibera del C.S.M. di trasmissione del questionario sulla

partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al

processo decisionale . . . » 61 Relazione sull’attività svolta per l’attuazione del progetto -

Rendiconto finale

dott.ssa Silvia COPPARI . . . . » 79

CAPITOLO III

La strategia quadro dell’azione comunitaria per la soppres- sione delle disuguaglianze per la parità tra uomini e donne

dott. M. Andrea STEIN . . . . » 91

PARTE II

Dati raccolti e studi svolti dai Partners del progetto

SEZIONE I

La ricerca relativa alla magistratura in Italia

CAPITOLO I

Analisi conclusiva dei risultati

Pari opportunità e magistratura: osservazioni sui risultati del questionario

dottori: Fabrizio AMATO, Marco BOUCHARD, Giuseppina CASELLA, Roberta CAPPONI, Margherita CASSANO, Maria Giuliana CIVININI, Wladimiro DE NUNZIO, Camilla GAT- TIBONI, Maria Grazia GIAMMARINARO, Silvia GOVER- NATORI, Paola LUCARELLI, Vincenza MACCORA, Luisa 10

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NAPOLITANO, Gabriella REILLO, Manuela ROMEI PASETTI, Iside RUSSO, Irene TRICOMI, Mariella VENTU-

RA SARNO . . . . » 107

CAPITOLO II

Analisi dei dati acquisiti nel corso della realizzazione del progetto

Quadro d’insieme della composizione e articolazione della magistratura e delle problematiche emerse in ragio- ne delle risultanze della ricerca statistica effettuata

dott.ssa Manuela ROMEI PASETTI . . . . » 181 Sintesi degli esiti del questionario sulla condizione della

donna nella magistratura. Spunti di analisi, individuazio- ne delle criticità, tracce di percorsi per l’effettiva egua- glianza di genere

dott. Fabrizio AMATO . . . . » 217 Relazione di sintesi sull’esito delle interviste

dott. Jacopo GRECO . . . . » 245

CAPITOLO III

Le problematiche emerse a confronto con le dinamiche della società

I profili sociologici dei dati emersi dalla ricerca con riguar- do al sistema giuridico italiano

prof.ssa Adriana LUCIANO . . . . » 271

CAPITOLO IV

Istituzioni e pari opportunità

Il ruolo del Ministero della Giustizia italiano nella promo- zione delle pari opportunità

dott.ssa Adele RANDO . . . . » 281 Magistrato addetto all’Ufficio Legislativo del Ministero della

Giustizia ialiano

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Le politiche delle pari opportunità nel sistema giuridico europeo

prof. Mario SERIO . . . . » 287 Capo di Gabinetto del Ministero per le Pari Opportunità

SEZIONE II

La ricerca relativa alla magistratura in Francia

CAPITOLO I

Analisi dei dati acquisiti nel corso della realizzazione del progetto

Presentazione dei risultati della ricerca svolta dal Partner francese del progetto

M.me Marie Dominique SOUMET . . . . » 301 Illustrazione esiti del questionario, criticità

M.me Marie Thérèse PFEIFFER . . . . » 307

CAPITOLO II

Le problematiche emerse a confronto con le dinamiche della società

Profili sociologici dei dati emersi dalla ricerca, con riguar- do al sistema giuridico francese

M.me Anne BOIGEOL . . . . » 317

SEZIONE III

La ricerca relativa alla magistratura in Spagna

CAPITOLO I

Analisi dei dati acquisiti nel corso della realizzazione del progetto

Presentazione dei risultati della ricerca svolta dal Partner spagnolo del progetto

dott.ssa Angeles VIVAS . . . . » 329

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Illustrazione esiti del questionario, criticità

dott.ssa Angeles VIVAS . . . . » 333

CAPITOLO II

Le problematiche emerse a confronto con le dinamiche della società

Conclusiones generales (comparativa entre la judicatura y el resto de funcionarios pubblicos y anàlisis de las quie- bras de paridad en accesos, promociòn y ocupaciòn de cargos)

prof.ssa Pilar RIVAS VALLEJO . . . . » 353

SEZIONE IV

La ricerca relativa alla magistratura in Romania

CAPITOLO I

Analisi dei dati acquisiti nel corso della realizzazione del progetto

Illustrazione del progetto: dati statistici e profili ordina- mentali

dott.ssa Claudia ARNAUTU . . . . » 431

PARTE III

Il confronto tra i Partners del progetto

CAPITOLO I

Tematiche, documentazione di base, coordinamento, metodo e composizione dei gruppi di lavoro Vita professionale e vita familiare: come conciliarle

dott.ssa Luisa NAPOLITANO . . . . » 453 Gruppo di lavoro “Maternità”: aspetti problematici

dott.ssa Gabriella REILLO . . . . » 457

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Metodologie e sviluppo del dibattito nel gruppo di lavoro sul tema della dirigenza degli uffici giudiziari

dott.ssa Irene TRICOMI . . . . » 461 Formazione professionale dei magistrati e pari opportunità

dott.ssa Margherita CASSANO . . . . » 463

CAPITOLO II Relazioni di sintesi Lavoro e relazioni familiari

dott.ssa Giuseppina CASELLA . . . . » 467 Disciplina legislativa europea in tema di maternità

dott.ssa Iside Germana RUSSO . . . . » 479 Riflessioni in tema di partecipazione equilibrata di uomini

e donne agli incarichi direttivi nelle magistrature europee

dott.ssa Silvia GOVERNATORI . . . . » 487 Presenza e partecipazione delle donne agli organismi isti-

tuzionali

dott.ssa Vincenza MACCORA . . . . » 495 Formazione professionale e presenza femminile

dott.ssa Paola FILIPPI . . . . » 501 Pari opportunità in magistratura. Una prospettiva interna-

zionale

dott.ssa Maria Grazia GIAMMARINARO . . . . » 507

PARTE IV

Le conclusioni del seminario

CAPITOLO I Documento finale

Documento di sintesi dei lavori del seminario conclusivo » 519

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INTRODUZIONE DEL VICE PRESIDENTE

DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

Prof. Avv. Virginio ROGNONI

In qualità di Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magi- stratura mi fa piacere, in primo luogo, portare a voi tutti il saluto del Presidente della Repubblica.

Egli mi ha mandato una lettera nella quale si rammarica molto di non poter, per impegni precedenti, ricevere al Quirinale una delega- zione dei rappresentanti qui presenti a Roma per questo importante seminario.

Esprime tuttavia il Presidente della Repubblica il suo più vivo apprezzamento per i lavori di questo seminario e la sua più convinta adesione.

A nome vostro ringrazio il Capo dello Stato per questa sua atten- zione sempre premurosa e sempre gratificante per noi.

Voglio poi leggervi, perché è molto importante a mio giudizio, la lettera che il Commissario Europeo Frattini, Vice Presidente della Commissione Europea, e Commissario per la libertà, sicurezza e giu- stizia e membro del Gruppo dei Commissari per i diritti fondamenta- li, ha scritto in occasione di questo nostro seminario: “Signor Vice Pre- sidente, nella mia qualità di Vice Presidente della Commissione Euro- pea, di Commissario per la libertà, sicurezza e giustizia e membro del Gruppo dei Commissari per i diritti fondamentali, sono lieto di rivol- germi a Lei e ai partecipanti all’importante iniziativa sulla parità tra uomini e donne nella presa di decisione promossa dal Consiglio Supe- riore della Magistratura nel quadro del programma sulle Pari Oppor- tunità della Commissione Europea.

I principi della parità di trattamento e della non discriminazione sono al centro del modello sociale europeo e rappresentano uno dei capisaldi dei diritti e dei valori fondamentali dell’individuo che sono alla base dell’attuale Unione europea.

I risultati dell’impegno di tutti sono straordinari, basti pensare alla relativa rapidità con la quale si è arrivati all’attuazione di misure comuni per affrontare la discriminazione fondata sulla razza, l’origine etnica, la religione, le convenzioni personali, l’età, gli handicap e le tendenze sessuali. Rapidità che è stata resa possibile soprattutto dalla notevole esperienza acquisita dall’Unione Europea nell’affrontare la discriminazione sessuale.

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È comunque importante sottolineare come la persistenza della discriminazione di ordine strutturale basata sul sesso, la discrimina- zione duplice e spesso multipla che molte donne subiscono richieda il proseguimento e il rafforzamento per azione comunitaria in questo ambito e l’adozione di ruoli, metodi ed approcci. Con questi obbietti- vi è nato ed è stato costantemente rinnovato il programma d’azione della Commissione per sostenere la strategia comunitaria in materia di parità tra donne e uomini, di cui voi avete usufruito con questo pro- getto sulla presa di decisione, che si inserisce nel solco di quello straordinario percorso iniziato a Pechino nel 1995.

Sono fermamente convinto” – così conclude Frattini – “che que- sti progetti costituiscano un importantissimo valore aggiunto al percorso intrapreso insieme, un momento di scambio e di sensibi- lizzazione eccezionalmente utili nel perseguimento dell’obbiettivo del superamento di una delle forme più persistenti di discrimina- zione”.

Ho voluto leggere questa lettera perché mi pare importante pro- venendo dal Commissario che ha il compito di curare i grandi proble- mi della sicurezza, libertà e giustizia in Europa.

Questo seminario è l’atto finale del progetto dal titolo “La parteci- pazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale”, finanziato dall’unione europea e promosso dal Consiglio Superiore della Magistratura e al quale hanno aderito: il Ministero della Giustizia francese, il Consiglio Generale del Potere Giudiziario Spagnolo, l’Ufficio del Pubblico Ministero presso la Suprema Corte di Giustizia Rumena ed il Ministero della Giustizia italiano.

Il progetto ha come finalità quella di realizzare un’analisi sull’at- tuale presenza femminile in magistratura e, nell’ambito di questa, negli incarichi di vertice.

È emerso che ad una crescente presenza delle donne in magistra- tura non corrisponde una proporzionale presenza di uomini e donne negli incarichi di direzione ed organizzazione degli Uffici giudiziari, nella magistratura di legittimità, nelle cariche istituzionali e funzio- nali al governo della magistratura, nonché nelle strutture facenti capo al C.S.M. deputato alla formazione dei magistrati. Ai fini della ricerca ci si è avvalsi di rilevamenti statistici, di questionari, interviste mirate, seminari di verifica tra i partners.

In Italia una legge del 1919 precludeva l’accesso delle donne in magistratura.

L’assembla costituente, pur avendo affermato all’articolo 3 il prin- cipio dell’uguaglianza dei cittadini senza distinzioni di sesso, non riu-

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scì ad affermare la parità dei diritti degli uomini e delle donne sino ad acconsentire, come ci si sarebbe aspettati, l’accesso delle donne in magistratura.

Nel 1948, quando la donna francese già dal 1946 aveva accesso alla magistratura, in Italia l’assemblea costituente, nonostante gli accorati appelli delle onorevoli Nilde Iotti, Maria Federici, Maria Mad- dalena Rossi e Angelina Merlin (quattro delle nove parlamentari elet- te per la costituente), lasciò prevalesse l’opinione secondo la quale i diritti delle donne dovevano essere “in tutto pari a quelli dell’uomo però con qualche riserva”.

Tra i requisiti previsti per l’ammissione al concorso in magistratu- ra, sino al 1963, era compreso il requisito del sesso maschile.

Fu una donna che proseguì e realizzò l’obiettivo che era stato, invano, perseguito nel corso dei lavori dell’assemblea costituente.

Erano gli anni sessanta, i tempi erano maturi.

Quella donna, dottoressa in giurisprudenza, chiese di essere ammessa ad un concorso e successivamente ricorse contro il diniego alla domanda di ammissione e nel corso del giudizio amministrativo sollevò la questione di costituzionalità invocando la parità dei diritti.

La Corte Costituzionale, con la storica decisione del 1960, dichiarò l’illegittimità costituzionale della disposizione di cui all’art. 7 della legge 17 luglio 1919, n. 1176, disposizione che escludeva le donne da tutti gli uffici pubblici che implicano l’esercizio di diritti e di pote- stà politiche perché in contrasto con il principio della parità dei sessi sancito all’art. 51, primo comma, della Costituzione.

Il legislatore finalmente intervenne con la legge del 9 febbraio 1963 n. 66 intitolata “Ammissione della donna ai pubblici uffici ed alle professioni”.

Solo nel 1965 entrarono “nel sacro tempio della giustizia”, nomi- nate con decreto ministeriale del 9 aprile 1965, le prime otto donne.

Le donne italiane ebbero così modo di dimostrare, come l’onore- vole Maria Federici aveva previsto, che avevano le qualità per svolge- re la funzione giurisdizionale.

In Spagna le donne ebbero per la prima volta accesso alla Magi- stratura nel 1966.

Le donne magistrato italiane compiranno quaranta anni il prossi- mo aprile. Nel 2006 le francesi compiranno sessanta anni quando le spagnole compiranno i loro quaranta anni. Cosa è accaduto da allora?

In Italia in totale, su 8470 magistrati, le donne magistrato sono ora 3187, ma pochissime ancora nella dirigenza.

A questo punto per concludere ed augurarvi buon lavoro vorrei

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ricordarvi i nomi di due donne, al fine di lasciarvi lavorare idealmen- te in loro compagnia e per tribuire loro, insieme al vostro, il mio omaggio a Lidia Poet e Rosa Oliva.

Due donne che hanno testimoniato e determinato importanti svol- te riguardo alla partecipazione femminile nel campo della giurisdizio- ne, due donne legate l’una all’altra, loro ignare, da una legge.

Testimone la prima della discriminazione in campo giuridico e motore propulsivo la seconda, della svolta epocale che ha determina- to in Italia l’eliminazione del divieto alle donne di accedere a concor- si pubblici.

Due donne che vi voglio evocare perché idealmente collegate a noi oggi qui riuniti per questo seminario finale “Sulla partecipazione equi- librata delle donne e degli uomini al processo decisionale”. Ricordarle ci serve per richiamare la loro pacata, ma ferma determinazione.

La prima, Lidia Poet, che dopo essersi laureata in giurisprudenza ed aver svolto il prescritto periodo di pratica forense si iscrisse all’al- bo degli avvocati di Torino, ma subì l’onta della cancellazione perché donna. Ella non ottenne giustizia nemmeno ricorrendo alla Corte di Cassazione che, richiamando il diritto naturale e leggi non scritte, confermò la sua cancellazione dall’albo.

Solo nel 1920, l’avvocato Lidia Poet poté iscriversi nuovamente a quell’albo dal quale era stata cancellata, e lo fece in forza della legge del 1919 intitolata “Disposizioni in materia di capacità giuridica della donna” la stessa legge che nel disciplinare l’accesso alle professioni libere sanciva il divieto per le donne di accedere a concorsi pubblici, quel divieto che la dott.ssa Rosa Oliva, perché come la Poet non si arrese, contribuì ad eliminare. Ma i tempi erano ormai maturi, come del resto dovrebbero essere ora all’integrale parificazione.

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INTERVENTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

On.le Roberto CASTELLI

Il Vice Presidente del C.S.M., Prof. Virginio ROGNONI apre la sedu- ta e da’ la parola al Ministro della giustizia on.le Roberto CASTELLI.

On.le Roberto CASTELLI:

Grazie, Presidente. Intanto ti ringrazio per la sensibilità che avete avuto di voler assistere a questo intervento, e concordo assolutamente che il tema sia degno della massima attenzione. Io credo che rappre- senti l’occasione per ribadire l’interesse di questo Ministero, ed anche mio personale, in ordine alla questione femminile, favorendo l’indagi- ne nell’ottica di genere mirata all’accertamento delle cause della con- statata partecipazione minoritaria delle donne magistrato agli incari- chi direttivi. Questo è un dato oggettivo ed io non so se questo semi- nario ha avuto modo di indagare sulle cause per cui ciò accade, ma sarebbe veramente interessante riuscire a capirlo. C’è infatti anche una dimensione internazionale su questa questione. Ho visto peraltro anche dei dati europei che dimostrano come questo sia un tema, una problematica non soltanto inerente l’Italia ma tutti i Paesi europei e quindi direi che questo seminario assume una dimensione comparati- va che ci permette di riconsiderare anche quei problemi che siamo abituati a prospettarci come questioni interne e quindi da risolvere nell’esclusivo contesto domestico. Io credo invece che da questo con- fronto, che ha assunto appunto dimensione europea, possano deriva- re indicazioni circa il percorso eventuale da seguire. Tale prospettiva peraltro si identifica con quella della Unione Europea in materia di parità tra sessi, nel contesto della quale è particolarmente avvertita l’e- sigenza di superare disuguaglianze che incidano su qualsiasi aspetto della vita economica e sociale e quindi, ovviamente anche professio- nale.

Io qui devo dire che il Ministero della Giustizia sfugge a questa logica. Ho dei dati che sono, credo, interessanti perché noi abbiamo fatto una ricognizione di cui non abbiamo mai avuto contezza e credo di poter dire con la massima franchezza che tutte le volte che c’è stata la necessità di nominare capi degli uffici, non abbiamo mai conside- rato, e non è mai stato un elemento di attenzione da parte nostra, il sesso del candidato. Questo Ministro ha agito nel senso per cui sono state individuate delle persone, indipendentemente dall’appartenenza

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al sesso, e sono state poi indicate a capo degli uffici. Questo ha porta- to, credo, ad una situazione che forse, comparata alle statistiche che abbiamo visto, è abbastanza sorprendente. Io cito anche gli ultimi casi: noi abbiamo avuto anche ultimamente tre casi, credo importati.

Abbiamo nominato Capo del Dipartimento per gli Affari di Giustizia, che è una delle posizioni cruciali del Ministero, una donna; il Diretto- re Generale della Giustizia Penale è una donna; l’Ufficio del secondo Vice Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero è una donna. Ripeto, sto facendo mente locale in questo momento su questo tema impor- tante, quello che vorrei ribadire è che noi non abbiamo mai usato una sorta di manuale Cencelli su questo tema per dare attenzione alle donne. Addirittura, se facciamo un quadro completo della situazione attuale delle posizioni apicali al Ministero, io scopro che per quanto riguarda i Capi Dipartimento il 25% sono donne, per quanto riguarda i Vice Capi Dipartimento il 25% sono donne, sui Vice Capi del Legi- slativo il 50% sono donne, i Direttori Generali, ad esempio, nel Dipar- timento dell’Organizzazione Giudiziaria, 3 su 7 sono donne. Quindi posso dire, forse anche con una punta di orgoglio (lo scopro soltanto da poco avendo appunto organizzato queste idee sul tema, quindi rin- grazio gli organizzatori che mi hanno consentito, poi, di evincere que- sti dati), che da questo punto di vista il Ministero della Giustizia è assolutamente scevro da qualsiasi critica, anzi, può essere indicato come un esempio positivo, perché, ribadisco, non abbiamo mai consi- derato assolutamente l’appartenenza al sesso.

C’è un altro tema di assoluta attualità che viene discusso proprio in questi giorni. Esso è relativo alla esclusione dall’indennità giudizia- ria, in caso di congedo obbligatorio per maternità, della retribuzione della donna magistrato. È una questione sulla quale si è dibattuto a lungo e non è da oggi alla nostra attenzione. Fino ad oggi non aveva mai avuto un esito positivo per questioni relative soprattutto a con- giunture di bilancio (sappiamo tutti quali sono i problemi che si stan- no dibattendo, proprio, in questo momento anche in Parlamento).

Non vi è dubbio che è una sorta di penalizzazione economica iniqua, e che tra l’altro interviene nel contesto di un congedo imposto dalla legge. In proposito va inoltre osservato che deponeva nel senso dell’u- tile superamento di tale esclusione anche il trattamento previsto per il resto del pubblico impiego, rispetto al quale la stessa indennità veniva decurtata limitatamente all’ipotesi del congedo facoltativo. Io ricordo che su questo tema si è battuta tantissimo il Ministro per le Pari Opportunità, Prestigiacomo, che grazie alla testardaggine, e forse in questo caso, sì, tipica del sesso femminile, è riuscita ad arrivare là

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dove il Ministro non era riuscito ad arrivare e quindi ottenere quei fondi di bilancio per cui questa situazione potesse essere superata.

Quindi, se tutto andrà come io auspico che vada e come assolutamen- te è presumibile che vada, con l’approvazione di questo testo della finanziaria, noi dal 1° gennaio avremo risolto anche questa sorta di discriminazione. Credo che questo sia un segnale importate in gene- rale, non soltanto perché indirizzato all’universo femminile.

Infine consentitemi di spendere una parola per fare un’analisi del perchè oggi noi vediamo che nelle posizioni apicali degli incarichi direttivi della magistratura ci sono poche donne. È un’analisi assolu- tamente personale, quindi assolutamente contestabile, questo lo pre- metto. Ritengo però che tutto ciò sia anche dovuto all’attuale mecca- nismo di conferimento degli incarichi direttivi, che privilegia, come voi mi insegnate, in particolare l’anzianità dei candidati.

Ecco, io mi illudo, in senso positivo ovviamente, che il nuovo siste- ma di concorsi e di accesso agli incarichi direttivi che viene previsto dall’ordinamento giudiziario, che da poco è stato approvato dal Parla- mento, possa essere un mezzo per cui i soggetti più intraprendenti, più attivi, e quindi anche le donne più intraprendenti e più attive, possa- no accedere ad incarichi direttivi più rapidamente, soprattutto attra- verso meccanismi che sono più oggettivi di quelli attuali e quindi pos- sono superare anche questo. Considerando anche la composizione dell’attuale Consiglio, che vede in stragrande maggioranza gli uomini, non so se poi nella valutazione delle candidature per gli incarichi direttivi ci sia una sorta di riserva mentale che poi inconsciamente porti a privilegiare gli uomini. Io sono convinto di no, però anche que- sto è un tema, comunque un dubbio, che doverosamente dobbiamo porci. Credo che il sistema che invece è stato pensato nella nuova riforma dell’ordinamento giudiziario, inserendo dei dati meramente oggettivi, possa superare anche questo eventuale dubbio.

Io non ho altro da dirvi se non augurarvi un buon esito dei lavori e l’augurio che ne vengano fuori anche delle interessanti conclusioni, che esaminerò con grande interesse. Grazie.

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Introduzione ai lavori del Seminario conclusivo sul progetto a finanziamento europeo “Partecipation équilibrée des hommes et des femmes dans la prise de décision”

Avv. Mariella VENTURA SARNO Componente del C.S.M.

Rivolgo innanzitutto un caloroso benvenuto e un cordiale saluto alle Autorità e a tutti i partecipanti. È con viva soddisfazione che rile- vo questa folta presenza al Seminario promosso da questo C.S.M., sulla equilibrata partecipazione degli uomini e delle donne alle posi- zioni decisionali.

Il Seminario si svolge nell’ambito del progetto europeo sulla parteci- pazione equilibrata degli uomini e delle donne alle posizioni decisionali, promosso dal C.S.M. a cui hanno aderito il Ministero della giustizia ita- liano e francese, il Consiglio generale del potere giudiziario spagnolo e l’Ufficio del pubblico ministero presso la Suprema Corte di giustizia rumena. L’impegno (sia in termini di risorse umane e finanziarie impie- gate) e la determinazione con la quale il C.S.M. ha ideato e portato a con- clusione questo progetto – anche grazie al contributo dei partners e degli organi aderenti –, sottolinea, ancora una volta, l’attenzione e la sensibi- lità dedicata dal Consiglio alle problematiche legate alle questioni delle pari opportunità in magistratura. Il tutto nell’ottica di cercare di perse- guire costantemente l’adozione delle possibili azioni positive, volte a eli- minare dalla vita professionale del magistrato ogni discriminazione sia diretta che indiretta in ragione del sesso. In una occasione fu chiesto a Giuliano Amato quale riteneva essere il più grande spreco.

La risposta è arrivata immediata e sintetica: le donne.

La battuta è perfetta perché la valorizzazione della componente femminile è un percorso tuttora in atto.

Certamente si arriverà ad un risultato finale che si concluderà nel vede- re i generi parimenti valorizzati e considerati. Certo molto rimane ancora da fare, ma l’occasione che ci vede qui riuniti testimonia del crescente e sempre maggiore impegno consiliare alla piena attuazione dei principi introdotti in materia dalla normativa nazionale e da quella europea.

La natura, lo scopo, le finalità e i risultati del progetto saranno ampiamente dibattuti in questi tre giorni di lavoro.

Mi limito a delinearne, per sommi capi, alcuni aspetti. Il progetto si è sviluppato intorno alle tematiche riguardanti la presenza delle donne nei processi decisionali all’interno della magistratura e si è prefissato lo scopo

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di verificare l’esistenza di disuguaglianze di genere nella vita professiona- le del magistrato e di dare impulso a strategie per la promozione delle pari opportunità. In questa sede verranno esaminati i risultati della ricerca.

Ricerca che ha preso avvio con la elaborazione del questionario inviato ai magistrati in servizio.L’esame dei dati raccolti rifletterà un duplice aspet- to. L’uno giuridico, riguardante lo status e l’accesso alle posizioni di mag- giore rilievo nella carriera del magistrato; l’altro, sociologico, legato a fat- tori socio-ambientali connessi alla vita familiare e all’ambiente sociale in cui il magistrato opera. I dati raccolti sia attraverso le risposte acquisite con il questionario, sia mediante l’utilizzo di interviste, sono articolati per aree. Tali aree concernono: l’attuale condizione professionale, gli elemen- ti anagrafici e la situazione familiare, l’organizzazione del lavoro, i per- corsi personali antecedenti all’attuale professione, la formazione profes- sionale, il curriculum in magistratura, gli incarichi extragiudiziari e l’ap- partenenza agli organismi istituzionali associativi.

Il lavoro di assemblaggio e di incrocio dei dati ha richiesto un notevole sforzo lavorativo sia alla struttura consiliare sia, in particola- re modo, al gruppo di lavoro costituito in seno al Comitato per le pari opportunità del C.S.M..

A questo gruppo va tributato un sentito ringraziamento e un vivo compiacimento per l’impegno profuso nel portare a termine il progetto e per l’ottima qualità della ricerca svolta. È una ricerca che consentirà un utile monitoraggio sulla effettiva presenza e incidenza della componente femminile nei vari uffici in cui è strutturata la magistratura e potrà for- nire utili supporti a formulazioni propositive di miglioramento.

Voglio concludere estendendo tale vivo ringraziamento e compia- cimento a tutti coloro che si sono attivati con autentico fervore e impe- gno alla realizzazione di questo progetto, al quale hanno contribuito in modo significativo i magistrati segretari con il fattivo ausilio dei funzionari amministrativi del C.S.M.. Un particolare e meritato rin- graziamento va altresì dato al cons. Maria Giuliana Civinini, compo- nente del C.S.M. e del Comitato per le pari opportunità dello stesso Consiglio per la sua preziosa attività di coordinamento e di organiz- zazione di questo Seminario.

Il percorso prosegue verso il giusto risultato. Se vi sono state delu- sioni e sconfitte non sono state inutili, valgono come prezzo, hanno merito e hanno giovato in quanto la costante risolutezza nel superare la prova viene sempre premiata.

La componente femminile, “l’altra metà del cielo della magistra- tura”, non mente quando attesta il proprio impegno e si attiva con orgoglio e convinzione rispettandolo.

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PARTE I

Il progetto comunitario

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CAPITOLO I

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Considerazioni introduttive

Dott. Wladimiro DE NUNZIO Componente del C.S.M.

Un benvenuto a tutte le delegazioni, ai rappresentanti delle istitu- zioni che sono qui presenti e a tutti i magistrati che sono stati invitati a partecipare a questo incontro.

Il programma è così nutrito che è opportuno accelerare il più pos- sibile l’inizio dei lavori.

Limito pertanto il mio intervento ad alcune brevi considerazioni, da una parte per testimoniare il ruolo e l’attenzione prestata dal C.S.M. e dalla sua VI Commissione all’iniziativa perchè potesse decol- lare e procedere spedita verso il risultato prefisso, dall’altra, e soprat- tutto, per rappresentare quanto sia alta nel Consiglio la consapevolez- za dei valori fondamentali sottesi ad una sostanziale parità tra i sessi.

“La partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai pro- cessi decisionali è considerato (così incisivamente si è espresso il ple- num del C.S.M. nella prima delibera del 20.3.2003) un elemento fon- damentale senza il quale una reale uguaglianza tra gli uomini e le donne non potrà mai essere raggiunta”.

E nella stessa occasione il C.S.M. ha ritenuto, per una evidente, profonda condivisione, di ricordare che “ la partecipazione equilibra- ta ai processi decisionali è considerata dal Consiglio d’Europa un ele- mento <vitale per la democrazia> e un beneficio per la società poichè permette di diffondere valori e idee differenti nel processo decisiona- le, pervenendo a dei risultati che tengono conto degli interessi e dei bisogni del complesso della popolazione”.

E per conseguire questi alti obiettivi di civiltà il C.S.M. è ben con- scio che occorre dare piena attuazione in tutti gli atti consiliari (dalla normazione secondaria alle risoluzioni, alle risposte a quesiti) al det- tato costituzionale e alla normativa primaria.

Mi riferisco innanzitutto alla recente modifica dell’art 51 della Costituzione secondo cui “ la Repubblica promuove con appositi prov- vedimenti le pari opportunità tra donne e uomini” e in secondo luogo alla L. n. 125 del 1991 che non ha perso di attualità e che anzi, alla luce del successivo intervento costituzionale, va valutata quale riconosci- mento giuridicamente rilevante della permanenza di ostacoli di fatto alla piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne, a cagione del protrarsi dello squilibrio nella riparti-

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zione per genere delle responsabilità familiari e sociali tra uomini e donne, con una minore partecipazione femminile nei più elevati pro- cessi decisionali.

E ciò indubbiamente vale anche per le donne magistrato, chiama- te più degli uomini a dover conciliare gli impegni professionali con la cura dei figli e dei congiunti, come confermano i dati obiettivi sulla scarsa presenza delle donne nei posti semidirettivi e direttivi.

E ciò nonostante che la crescita della presenza femminile nella magistratura ordinaria dal 1965 sia stato costante e appare ormai inarrestabile, tanto che si può prevedere che nel prossimo ventennio le donne rappresenteranno la maggioranza assoluta dei magistrati.

Anche se l’apparente incoerenza dei due dati trova una parziale spiegazione nel fatto che il prolungamento dell’età pensionabile a 75 anni ha mortificato le aspirazioni delle donne magistrato come pure quelle degli uomini entrati in magistratura dopo il 1965.

Questa nostra assemblea rappresenta una occasione straordinaria perchè i lavori non potranno limitarsi alla fase ricognitiva dei dati acquisiti con la ricerca, ma dovranno approfondire i momenti discri- minatori diretti e soprattutto indiretti individuabili oltre che nella fase conclusiva dell’attribuzione della funzione apicale, in quella prepara- toria, di sviluppo della carriera, prodomica alla domanda per l’attri- buzione di un posto direttivo o semidirettivo.

E questo perchè le circolari consiliari danno rilievo, per il confe- rimento dei ruoli apicali, alle funzioni di dirigenza di fatto, di presi- denza dei collegi, di coordinamento, di responsabilità nell’organizza- zione dell’ufficio o del servizio svolte dai magistrati durante la carrie- ra e non di rado le donne magistrato sono costrette a declinare tali impegni di fatto sempre per la loro c. d. “doppia presenza”. Ragione che, come è noto, spesso spiega anche la mancata domanda da parte delle donne magistrato di un ufficio direttivo o semidirettivo.

Dinanzi a queste prospettive e al rischio concreto che vengano

“tarpate le ali” delle donne magistrato ben prima di arrivare alla valu- tazione comparativa per l’attribuzione dell’ufficio direttivo, è auspica- bile un approfondimento che possa portare a suggerimenti operativi che stimolino una particolare attenzione da parte del C.S.M. all’orga- nizzazione del lavoro giudiziario in tutte le sue articolazioni, per con- sentire alle donne di usufruire delle medesime opportunità dell’uomo e di aspirare concretamente anche a tutte le responsabilità organizza- tive di fatto.

Questo è uno dei tanti problemi da affrontare.

Sono anche certo che l’assemblea non mancherà di valutare le

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ricadute del progetto di riforma dell’ordinamento giudiziario all’esa- me del Parlamento sulla carriera della donna magistrato.

Il C.S.M., come è noto, ha espresso un parere critico giacchè i cri- teri di progressione in carriera previsti nella delega sono tali da “svan- taggiare in modo proporzionalmente maggiore i magistrati donna piuttosto che i magistrati uomini, in contrasto con l’art. 3 della Costi- tuzione e con il disposto della L. 125/91.”

Ma è auspicabile un ulteriore approfondimento in questa sede – anche col conforto e con le esperienze che possono portare le delega- zioni degli altri Paesi – che consenta di evidenziare profili di criticità ulteriori dinanzi al concreto rischio di una involuzione legislativa che può produrre un effetto pregiudizievole discriminando in via indiretta le donne magistrato.

Prima di concludere, consentitemi di esprimere un particolare ringraziamento ai componenti il gruppo di lavoro, ai magistrati segre- tari e ai magistrati dell’Ufficio Studi del C.S.M. che si sono impegnati intensamente per la riuscita di questa iniziativa e alla struttura ammi- nistrativa di supporto che con la sua abnegazione ha sostenuto lo straordinario peso operativo.

Un impegno eccezionale che ha trovato sempre nella VI Commis- sione consiliare un puntuale e solerte punto di riferimento che ha con- sentito di superare le molteplici difficoltà, anche imprevedibilmente insorte. Ne sono testimonianza le numerose proposte deliberative por- tate al plenum dal marzo 2003 al luglio 2005 (delibere: 20.3.2003, 17.12.2003, 10.3.2004, 19.5.2004, 9.6.2004, 20.10.2004, 10.11.2004, 2.12.2004, 12.5.2005).

Mi fermo qui. Prego M.me Pfeiffer di venire al tavolo della presi- denza per coordinare con me i lavori della prima sessione.

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Inquadramento delle problematiche inerenti il progetto

Dott.ssa Maria Giuliana CIVININI Componente del C.S.M.

1. Come nasce l’idea della ricerca

L’idea della ricerca nasce dalla enucleazione di un problema: quel- lo della scarsa presenza delle donne magistrato negli organi rappre- sentativi (Consiglio Superiore della Magistratura e Consigli giudizia- ri), negli uffici direttivi e in generale nelle posizioni decisionali o negli incarichi speciali, dalla formazione all’informatica.

Le risposte tradizionalmente fornite (soprattutto dagli uomini) – l’ingresso delle donne in magistratura solo nel 1965, i problemi legati alla maternità, la preferenza accordata alle scelte familiari – sono appar- se sempre più insoddisfacenti, soprattutto mano a mano che quella mitica data di accesso alla magistratura si allontanava nel tempo senza che cambiamenti sostanziali neppure si profilassero all’orizzonte.

Così, mentre la presenza femminile in magistratura andava cre- scendo in modo esponenziale, sempre più forte è divenuta l’esigenza di comprendere le ragioni della disuguaglianza e di superarle:

– per realizzare un’organizzazione del lavoro ispirata al principio di uguaglianza sostanziale

– per valorizzare le persone, le loro attitudini e capacità, costruen- do una cultura organizzativa rispettosa delle diversità, dei significati della femminilità e della mascolinità, capace di tradurle in fattori di efficacia e miglioramento della qualità del servizio giustizia

– nella convinzione che un corpo che va sempre più “femminiliz- zandosi” ha davanti a sé una sfida per una nuova organizzazione del lavoro che deve necessariamente raccogliere

– nella coscienza che le donne magistrato, più sensibili al proble- ma della maggior parte dei colleghi uomini, auspicano un mutamento di cui uomini e donne devono essere coattori nella condivisione di una cultura ugualitaria cara, in democrazia, a ogni giurista; le donne scel- gono la magistratura sulla base di un’opzione ideale forte (non per avere le comodità del pubblico impiego): siamo professioniste di gran- de valore, non ci riconosciamo certo in un ritratto di donne come vit- time, non abbiamo controparti maschili né vogliamo protezioni o favori, ma solo la possibilità concreta di dare il contributo di cui siamo capaci all’organizzazione della giustizia in ogni sua articolazione.

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2. L’adesione al programma comunitario e la costruzione del pro- getto

Il programma comunitario, che per il 2004 proponeva come tema prioritario quello della partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini nelle posizioni decisionali, è apparso subito il luogo naturale dove far confluire la nostra aspirazione di conoscenza e ricerca di soluzioni.

Lo studio del progetto e la ricerca dei partners più idonei hanno visto da subito il coinvolgimento attivo del Comitato per le Pari Opportunità in magistratura.

Le relazioni con le Autorità straniere sono state agili e produttive durante tutto il percorso compiuto grazie al lavoro prezioso di colla- borazione dei magistrati di collegamento (Stefano Mogini per la Fran- cia e Elena Raganelli per la Spagna) e ai rapporti instaurati nell’ambi- to della Rete Europea di Formazione Giudiziaria (penso in particola- re all’aiuto offerto da Carlos Gomez per la Spagna e da Angela Nicolae per la Romania).

Il Ministero della Giustizia italiano, il Ministero della Giustizia francese, il Consejo General do Poder Judicial spagnolo, la Procura Generale della Repubblica della Romania hanno accettato con entu- siasmo di prendere parte al progetto, segno evidente che alla base di questo c’è un’esigenza profonda, condivisa e di grande attualità, posto che la femminilizzazione della magistratura è un fenomeno diffuso in tutta Europa.

3. Finalità del progetto

“Il progetto intende offrire un’analisi ragionata e propositiva di un aspetto particolarmente rilevante della partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale, e cioè le dinamiche di accesso agli incarichi dirigenziali e istituzionali nella magistratu- ra. Scopo dell’iniziativa è quella di migliorare … la comprensione delle questioni connesse alla parità tra gli uomini e le donne mediante un esame della disciplina di settore e delle strategie di attuazione, valu- tandone l’impatto. Il progetto intende altresì operare un esame delle possibili cause della partecipazione minoritaria delle donne magi- strato agli incarichi direttivi ed istituzionali, promuovendo l’adozione di possibili azioni positive, in particolare attraverso il sostegno allo scambio di informazioni e buone pratiche a livello comunitario”.

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4. Strutturazione, fasi e risultati della ricerca Il progetto è stato gestito e realizzato dal C.S.M..

Il lavoro di studio, ricerca, elaborazione è stato posto in essere dal Comitato per le Pari Opportunità presso il C.S.M. integrato da un gruppo di lavoro composto da sei magistrati, dai gruppi di lavoro costituiti presso i vari partners e composti per lo più da magistrati e dirigenti ministeriali.

La scelta per una ricerca sul campo ideata e realizzata da magi- strati può apparire scientificamente inadeguata, richiedendo gli obbiettivi che ci siamo posti l’apporto multidisciplinare degli studiosi di statistica e di scienze sociali.

Tale scelta ha, peraltro, un fondamento forte: la necessità di guardare al mondo della giurisdizione con un “occhio interiore”

capace di individuare i nessi tra dati fattuali, disciplina giuridica e prassi attuative. Come ci dimostrano, infatti, le esperienze compiute nel campo della formazione, dell’organizzazione e del management, gli “esperti” tendono ad applicare meccanicisticamente alla giurisdi- zione chiavi di lettura e strumenti pensati in altri contesti e del tutto inadeguati al nostro e solo l’intermediazione di chi è “interno” alla giurisdizione e la costruzione di una “cassetta degli attrezzi” ad hoc consente di conoscere, interpretare e migliorare il sistema. Si è dun- que ritenuta prioritaria una ricerca centrata sull’acquisizione di una conoscenza tendenzialmente completa e sull’effettuazione di un’ana- lisi delle ragioni di fatto e di diritto che ostacolano una piena parte- cipazione delle donne alle posizioni decisionali. Una ricerca di secondo livello, in un prossimo futuro, potrà realizzare i necessari approfondimenti statistici e sociologici ed analisi mirate su singoli aspetti del problema.

Sul piano del metodo, si è proceduto all’acquisizione dei dati di conoscenza necessari attraverso fonti diversificate: la raccolta di dati statistici, la diffusione di un questionario, l’effettuazione di interviste.

I risultati sono stati quindi analizzati in connessione con le normati- ve. In tal modo si è pervenuti alla descrizione della realtà ed alla enu- cleazione delle criticità, presupposto indispensabile per elaborare ipo- tesi migliorative ed individuare possibili soluzioni.

Non spetta a me anticipare i risultati del lavoro svolto ma posso dire che un primo risultato certo è stato quello di “costringere” i magi- strati, i magistrati uomini e i magistrati donne, di tre Paesi dell’Unio- ne Europea a discutere e a confrontarsi col problema dell’uguaglianza di genere.

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4.1. Dalla ricerca sul campo al seminario

Conclusa la ricerca sul campo, il seminario, che oggi inizia, ha per obbiettivo il passaggio dalla enucleazione delle criticità alla elabora- zione delle soluzioni.

A tal fine i partners del progetto illustreranno i risultati della ricer- ca statistica e i risultati dei questionari in una lettura coordinata coi dati normativi e regolamentari e in una prospettiva di analisi sociolo- gica e comparatistica. Individuati per tal via i nodi problematici comu- ni ai diversi orientamenti, il seminario si articolerà in gruppi di lavo- ro. Questi, avvalendosi dei dati conoscitivi raccolti per ciascun Paese (dati statistici, questionario, normativa, prassi, comparazione tra ordi- namenti) e sotto un coordinamento che garantisca la stretta finalizza- zione della discussione, hanno il compito di elaborare le strategie e individuare gli obbiettivi in relazione alle singole criticità e alle fina- lità generali della ricerca.

4.2. Gli obbiettivi possibili

Più specificamente la nostra azione, attraverso la ricognizione delle conoscenze acquisite e il lavoro dei gruppi, deve svolgersi a più livelli, elaborando strategie operative differenziate:

– con riferimento al soggetto cui si rivolge: la Commissione Euro- pea, le istituzioni nazionali, le altre magistrature;

– con riferimento all’oggetto: la rappresentanza, l’organizzazione del lavoro, l’allargamento del coinvolgimento di più soggetti istituzio- nali e della società civile.

Tenuto conto di ciò, possiamo individuare alcuni obbiettivi possi- bili:

Promuovere gli organismi istituzionali per le pari opportunità in magistratura nei vari Paesi dell’Unione Europea, rendendoli sempre più influenti e autonomi; creare una rete tra questi enti; promuovere e favorire le relazioni tra i comitati per la magistratura e gli enti di altri organi costituzionali o soggetti istituzionalmente rilevanti (comi- tati parlamentari, enti ministeriali …).

Promuovere sistemi elettorali che favoriscano le pari opportu- nità e la presenza delle donne nelle istituzioni della giurisdizione (Consigli Superiori, Ministeri della Giustizia, Organismi di decentra- mento), analizzando il problema della rappresentanza, valutando le

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interazioni tra sistemi elettorali e rappresentanza di genere e i mecca- nismi di riequilibrio della rappresentanza come le quote, affrontando il problema generale dei selezionatori.

Promuovere un’organizzazione del lavoro ispirata al principio delle pari opportunità: dibattere e definire il significato di “genere”

nel contesto dell’organizzazione giudiziaria, definire le priorità di una politica di genere nell’organizzazione del lavoro, gestire le risorse e promuovere i cambiamenti organizzativi indispensabili, effettuare un’analisi delle attività in un’ottica di genere estendendola all’analisi delle leggi finanziarie e delle scelte budgetarie.

Fare proposte, avanzare suggerimenti e proporre riflessioni rivol- gendosi alla Comunità e alle nostre istituzioni nazionali; le nostre pro- poste devono riguardare sia interventi legislativi o di normazione secondaria sia l’individuazione e la diffusione di strumenti di presa di coscienza.

Realizzare un documento finale che sarà presentato all’esito dei report dei gruppi di lavoro.

I gruppi devono lavorare in vista di questo documento che deve essere sintetico schematico e propositivo secondo le linee finalistiche tratteggiate.

5. Conclusioni

Il 21 novembre del 1945, l’anno in cui le donne francesi votavano per la prima volta, usciva il numero 1 di “Elle” con un’editoriale della sua mitica fondatrice, Hélène Lazareff, dal titolo Francia record del mondo di deputate; erano state elette, infatti, 32 donne su 575 deputa- ti, una rappresentanza ben più sostanziosa che negli USA (9 su 426 al Congresso) o in Gran Bretagna (50 su 617 ai Comuni), dove pure le donne godevano dei diritti elettorali fin dagli anni ’20. Nel commenta- re i risultati anche alla luce del sistema elettorale, la Lazareff ricorda- va la risposta data dal Presidente Roosvelt a chi si meravigliava del ruolo così poco importante giocato dalle donne nella politica degli Stati Uniti, dopo oltre un quarto di secolo di vita pubblica: «A noi piace che le donne votino ma non che si voti per loro», «E perché?»,

«Perché siamo femministi ma mica idioti!».

Il senso della nostra ricerca e del lavoro che andremo a fare oggi e nei prossimi due giorni sta in questo: superare, per sempre, la cul-

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tura che sta dietro questa frase, ancora purtroppo attualissima;

costruire, donne e uomini insieme, col sostegno delle istituzioni nazio- nali e comunitarie, con nuove regole ma soprattutto con un nuovo atteggiamento culturale e politico finalmente rispettoso dei principi sanciti dalle nostre Costituzioni, un’organizzazione del lavoro in magi- stratura ispirata al principio di uguaglianza e alla valorizzazione delle differenze di genere; contribuire per tale via alla realizzazione di una giustizia più efficace.

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Delibera del Consiglio superiore della magistratura di approvazione del progetto

(20 marzo 2003)

“Il Consiglio Superiore della Magistratura, premesso:

che con decisione del Consiglio dell’Unione Europea del 20.12.00 è stato istituito un Programma Quadro in materia di parità tra donne e uomini;

che il predetto programma, come chiarito all’art. 2 della decisione del Consiglio menzionata, costituisce uno degli strumenti necessari all’attuazione della strategia globale comunitaria in materia di parità tra donne e uomini, che comprende tutte le politiche e azioni comu- nitarie volte a raggiungere la parità tra le donne e gli uomini, com- prese le politiche volte all’integrazione orizzontale della dimensione di genere e le azioni specificamente mirate alle donne;

che tale programma intende coordinare, sostenere e finanziare l’at- tuazione delle attività orizzontali nei settori di intervento della strate- gia quadro comunitaria in materia di parità tra le donne e gli uomini;

che obiettivo del programma quadro è quello di “sviluppare la capacità dei soggetti di promuovere efficacemente la parità tra le donne e gli uomini, in particolare attraverso il sostegno allo scambio di informazioni e buone pratiche e al lavoro in rete a livello comuni- tario” (art. 3 della decisione menzionata del Consiglio);

che il programma è destinato a finanziare delle iniziative transna- zionali quali riunioni e seminari al fine di sostenere e migliorare le sinergie nelle politiche nazionali in materia di eguaglianza tra le donne e gli uomini nonché creare un valore aggiunto a livello comunitario;

che per la realizzazione degli obiettivi del progetto è necessaria una partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle discus- sioni, alle azioni, alle conferenze e ai seminari che venissero eventual- mente realizzati, e ciò al fine di permettere un reale scambio di idee e una migliore comprensione reciproca;

che in particolare, per l’esercizio di bilancio 2003, il comitato del programma ha deciso di attuare e finanziare prioritariamente azioni concernenti la “partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale”;

che la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai processi decisionali è considerato un elemento fondamentale senza il quale una reale eguaglianza tra gli uomini e le donne non potrà mai

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essere raggiunta; la partecipazione equilibrata ai processi decisionali è considerata dal Consiglio d’Europa un elemento “vitale per la demo- crazia” e un beneficio per la società poiché permette di diffondere valori e idee differenti nel processo decisionale, pervenendo a dei risultati che tengono conto degli interessi e dei bisogni del complesso della popolazione;

che il programma concerne, tra l’altro, la situazione delle donne nei posti di responsabilità nella funzione pubblica e negli organismi pubblici in generale;

che il termine per la presentazione delle domande di sovvenzione per il 2004 è il 31 marzo 2003;

delibera

di approvare il seguente progetto ed il relativo preventivo di spesa;

delibera altresì

di rimettere alla Segreteria della Sesta Commissione di operare ogni necessaria integrazione del progetto per l’adeguamento ai parametri fissati a livello europeo con riferimento alle informazioni richieste nel bando di gara, entro il termine ultimo del 31 marzo 2003 fissato per la presentazione del progetto.”

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COMMISSION EUROPÉENNE

DG EMPLOI ET AFFAIRES SOCIALES Affaires horizontales et internationales Égalité entre les femmes et les hommes

FORMULAIRE DE DEMANDE PARTIE III

(Description détaillée du projet)

MISE EN OEUVRE DE LA DÉCISION DU CONSEIL DU 20 DÉCEMBRE 2000 RELATIVE À UN PROGRAMME CONCERNANT LA STRATÉGIE-CADRE COMMUNAUTAIRE

EN MATIÈRE D’ÉGALITÉ ENTRE LES FEMMES ET LES HOMMES (2001-2005)

APPEL À PROPOSITIONS RESTREINT VP/2002/7

Ligne budgétaire B3-4012

(une version électronique de ce formulaire peut être obtenue sur demande à l’adresse suivante: empl-g01@cec.eu.int)

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Comment remplir ce formulaire ?

• Avant de remplir le formulaire, veuillez vous assurer d’avoir bien pris connaissance des critères d’éligibilité, de sélection et d’attribution contenus dans l’appel à propositions et dans le guide du candidat.

• Vous pouvez compléter le formulaire dans l’une des 5 langues suivantes: anglais, français, allemand, espagnol et italien (1).

• Remplissez le formulaire au moyen d’une machine à écrire ou d’un ordinateur. Les formulaires remplis à la main ne seront pas pris en considération.

• Veuillez noter que le format doit être respecté.

• Complétez toutes les rubriques du formulaire. Les formulaires incomplets seront rejetés.

• Ne dépassez pas le nombre maximum de pages indiqué, sauf s’il vous est demandé d’annexer des pages supplémentaires.

• Le présent formulaire (partie III: description détaillée du projet), accompagné des deux autres parties du formulaire de demande (partie I: informations générales concernant le candidat et partie II: budget), la lettre de présentation sollicitant un soutien communautaire et tous les documents faisant partie de la demande doivent être envoyés sous forme papier, par voie postale en triple exemplaire (un original et deux copies (2)), dûment remplis et signés par la personne responsa- ble, pour le 31 mars 2003 au plus tard (le cachet de la poste ou l’ac- cusé de réception du courrier exprès faisant foi) à l’adresse ci-dessous.

Le numéro de l’appel à propositions doit être indiqué sur l’enveloppe.

• Commission européenne, DG “Emploi et affaires sociales”, Archives - Courrier DG EMPL (JII 37 00/26) Rue de la Loi 200 B- 1049 Bruxelles.

• En outre, une version électronique du formulaire de demande (parties I, II et III) comprenant la fiche d’identification bancaire, com- plété conformément au modèle établi, doit également être transmise par courrier électronique pour le 31 mars 2003 au plus tard, en men- tionnant le numéro de l’appel à propositions, le nom de l’organisation soumettant la proposition et le pays d’origine, à l’adresse suivante:

empl-g01@cec.eu.int

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(1) Pour des raisons pratiques, nous préférerions que le formulaire soit également complété en anglais, en français ou en allemand.

(2) Veuillez noter que les copies doivent également être signées.

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1. DESCRIPTION DU PROJET

1.1. Principaux objectifs du projet

Indiquez les principaux objectifs du projet et précisez comment ceux-ci contribuent à la réalisation des objectifs du programme sur l’é- galité entre les femmes et les hommes et du présent appel à proposi- tions, ainsi qu’au thème prioritaire de la “participation équilibrée des femmes et des hommes à la prise de décision”.

1.2. Description détaillée du projet Veuillez décrire en détail:

• les questions et/ou la situation à traiter, y compris les raisons pour lesquelles ce projet est jugé nécessaire;

• le(s) groupe(s) cible(s) concerné(s);

• la logique de l’approche et des méthodes qui seront adoptées;

• les activités à réaliser dans le cadre du projet, en insistant sur les éléments transnationaux et en précisant les personnes qui seront chargées de les réaliser;

• les résultats escomptés. Ajoutez une page si nécessaire.

Il progetto intende offrire un’analisi ragionata e propositiva di un aspetto particolarmente rilevante della partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale, e cioè le dinamiche di accesso agli incari- chi dirigenziali e istituzionali nella magistratura. Scopo dell’iniziativa è quella di migliorare, in questo specifico ambito, la comprensione delle que- stioni connesse alla parità tra gli uomini e le donne mediante un esame della disciplina di settore e delle strategie di attuazione, valutandone l’im- patto. Il progetto intende altresì operare un esame delle possibili cause della partecipazione minoritaria delle donne magistrato agli incarichi direttivi ed istituzionali, promuovendo l’adozione di possibili azione positive, in parti- colare attraverso il sostegno allo scambio di informazioni e buone pratiche a livello comunitario.

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1.3. Responsabilités et contributions des partenaires

Veuillez indiquer clairement et en détail dans le tableau ci-dessous les responsabilités et la contribution de chacun des partenaires du projet, y compris du coordinateur. Ajoutez une page, si nécessaire, en gardant la même présentation.

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Il progetto opererà un’analisi dell’attuale presenza delle donne in magistratu- ra e, nell’ambito di questa, negli incarichi di vertice. Ad una crescente pre- senza delle donne in magistratura non corrisponde infatti una proporzionale presenza di uomini e donne negli incarichi di direzione e organizzazione degli Uffici giudiziari (ad. es. Presidente Tribunale, Presidente Corte d’Appello, Pro- curatore Repubblica, Procuratore aggiunto) nella magistratura di legittimità (Corte Cassazione, Procura Generale presso Corte Cassazione), nelle cariche istituzionali funzionali al governo della magistratura (Consiglio Superiore della Magistratura. Consiglio giudiziario), nonché nelle strutture facenti capo al C.S.M. deputate alla formazione dei magistrati (Comitato scientifico, Rete magistrati referenti distrettuali per la formazione). In questa prima fase del progetto ci si intende avvalere di rilevamenti statistici, di interviste mirate, seminari di verifica dei risultati raggiunti da ciascun partner dapprima al proprio interno e, successivamente, in comune.

I risultati del lavoro di indagine costituiranno la base per la fissazione di linee guida che i partner proporranno alle diverse istituzioni competenti per pro- muovere efficacemente la parità tra le donne e gli uomini nella partecipazio- ne al processo decisionale in magistratura.

I gruppi dei destinatari sono individuati negli organismi della magistratura ordinaria.

La metodologia di cui ci si intende avvalere risponde alle esigenze di acquisi- re dati oggettivi su cui confrontarsi con i partners per una riflessione prodro- mica a formulare possibili strategie di intervento per azioni positive.

Le attività del progetto, che prevedono riunioni tra i partners ed un semina- rio transnazionale, saranno curate dai partners avvalendosi di proprie strut- ture e coinvolgendo i magistrati dei diversi Paesi.

Ci si aspetta di potere tracciare una mappa della partecipazione agli incarichi direttivi di uomini e donne in magistratura che chiarisca le ragioni della diversa quota di presenza sotto il profilo delle eventuali condizioni ostative per l’accesso e sotto il profilo della possibile carenza di vocazioni.

I risultati saranno messi a disposizione, attraverso una pubblicazione, di tutti i magistrati italiani, nonchè dei magistrati francesi, di quelli spagnoli e delle istituzioni comunitarie.

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N∞ Nom de l’organisation Rôle Tâches

Coordinatore del progetto Promotore Coordinamento e impulso C.S.M. – Comitato per le dell’iniziativa del lavoro, collaborazione pari opportunità in e del progetto nella individuazione delle

magistratura griglie di ricerca,

sottoposizione delle stesse ai magistrati italiani, valutazione degli esiti, organizzazione del seminario e redazione del documento finale e della pubblicazione

Partenaires transnationaux

1 Ministère de la Justice Partner Collaborazione nella

Française individuazione delle griglie

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