PER NOZZE VALMARANA-
PIOVENE
[FEDELE
LAMPERTICO]
Fedele Lampertico, Giustino Valmarana, Livia Piovene
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PER NOZZE
VALMARANA PIOVENE
Vicenza, Tip. Naz. Porcili.
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LIVIA PIOVENE
NEL GIORNO DELLE SUE NOZZE
CON'
GIUSTINO VALMARANA
OMAGGIO ED INVITO
DI
Fedele
Lampertico
1873
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MONTE GALDA
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Avvertenza preliminare
Forse il lettore
non
crederà,ma
pure è vero: per mettere insieme questo poche pagine misi alla prova la pazienza di mezzomondo. Ho
fatto perderenon
soquantotempo
algentilissimoBartolommeo
Cecchetti nelPArchivio dei Frari: penetrai negli inventari degli ArchiviGrimani, enon
contento di tutte queste liberalità del nobiluomo,
il conte Marcantonio Grimani, rubai persinoad
un
libric- ciuolo di ricordi che 1'egregio conte Giovanni credeaaver riservato a suo padre: a D. Giovanni Conti, oltre ilgio- varmi della suadescrizione diMonte
Galda, chiesi novelli aiuti, enon
lasciai pace all'ottimo Sindacofino achenon mi numerò
i polli e le uova del mercato.Non
parlo della splendida pagina geologica e d'una
dissertazione erudita ancor più sotterranea, che ottenni a decoro, e via! dirò pure, ad orgoglio delmio
libretto.Con
tutto ciò, il mionon
è lavoro completo: parla diMonte Galda
solo enon
del
Comune
vecchio e odierno, edancheperMonte
Galda, niente della popolazione, nulladellacampagna,
quasi nulla della storia Ecclesiastica, e,temo,meno
che nulla d1arte:anche nella storia civile, se talepuòdirsi nuella di guerre fraterne, chi volessesaperne piùa lungo,Teggatra lealtre la bella storia dei Carraresi.
Che
bella cosa cogli aiuti d1oggi rifere ilMaccà!
Forseci siarriverebbema
sarebbe d'uopo che villa per villa ciascuno mcttesscviun
po' di amore! IlMaccà
pei suoi tempi fece miracoli, eppurean-
che solo a giovarsideisuoi materiali quanti equantoim-
portanti lavori
non
restano intentati! Per questomi
piac-que
sin dalmio
primo capitolo accennare a promesse cho poi nel corso del libro il lettore non trova adempiute: sicompiaccia di prenderle
come un
addentellato!DigitizedbyGoogle
Capitolo Primo
ITINERARIO
Lòngara,dallacittàmigliametriche 6.2 cgeografiche 3,4
Longarc 10.5 5,7
Cosloza 12.4 6.7
PomediCostoza 11.7 6,3
Colzé 14,6 7.9
Mootegalda 18.5 10
Monlegaldella 17.5 9.4
I.
Chi
vuol passareuna
bellagiornata cTautunno, prenda conun buon
carrozzino la strada della Riviera, e visiti il castello diMonte
Galda. Sino a Longàre, a sei migliadalla città, a sinistra si ha, ora vicino,ora ne1suoi avvolgimenti discosto il fiume,eposciail canale: adestra,i monti Borici, che dopoessersi dallastrada allontanati in vaghissimo cerchio
non
tardano a venirle incontro perco- steggiarla.A Longàre
si passa sull1altra riva, o perSe—
cula e Colze si trovano ben presto i collidi
Monte
Galda.e lungo essi si arriva dopo
un
miglio alla piazza.Ma
come
i gran capitani tauto per dare ilnome
auna
bat- taglia, lo cercano qualche voltafuori delcampo, noimolto più innocentemente diciamMonte Galda
peresprimeretutto ud centro di operazioni.Faremo dunque come
i nostri vecchi, chealmeno
sino al1833
si eranobensìspintisino a Colzè,ma
non aveano scoperto che da Còlze aMonte
- 2 —
Galda è breve tratto; e a
Monte
Gal da non ciandavano
che pigliando la svolta diMonte
Galdella, ovvero nientemeno
che quella diBarbano
(1), nou senza pericolo di conquassarsi e ribaltarsi, com' ebbemi a dire chi provò queste glorie.Noi dunque
proseguiamo per lastrada della Riviera, sino a quella che lunghessoun muro
di cinta se ne diparte entrando neimonti eciconduce aCostozza,ove sono a vedere i covoli o grotte, le cave, le ville, illustri memorie, amenissimi poggi, e dove vi affido ai sigen-
tili e sì colti Conti
Da
Schio. Rimettiamoci poscia,ma
Senza uopo di rifareil
cammino,
sullastrada della Riviera, questa volta solo per attraversarla: si passa il ponte, o con breve viaggiosiò già nelComune
diMonte
Galdella.Non
abbiamocene amale, se lastrada quicipardisamena, e Vuniformità dell'aspetto deicampi non
è interrotta senon
daun
ceppo di case, daun
elegante tempietto e daun
villino, con cui faromo poi conoscenza: ben presto,sempre ammesso
che il cocchiere siasi tenuto in guardia dalla diversione che trovasi poco dopo,ci si spiegheranno davanti all'occhio, di là delfiume e diuna
bella prateria, in tutta la loro severa gaiezza le colline diMonte
Galda.Continuando la nostravia,si mette capoad
una
cappellina, ove si starebbe in dubbio di pigliar la diritta o la sini- stra, so por risolvere idubbinon
siintendesse a colpo di occhio, che è venuto ilmomento
di piantar letende,en-
trando nella più che decente osteria che siha
di fronte, conosciutÌ6SÌma da quantecompagnie
e brigate dai ColliEuganei
e dai Borici,da Padova
eda
Vicenza fanno la^ita di
Monte
Galda.È
osteria ed anchealbergo conca-
ri Nell'AlmanaccoEcclesiastico Vicentino per l'anno tS."3 • da Vicenza mpuò andare a Mon'egalda per le due seguenti strade: sor- tendo dalla Portadi Monte, e passando per Longara, Debba. Longàre.
Fontedi Costosa e Montegaldella; visono miglia 10 2|5:o sortendo dalla Portadi Padova, epassando per Sette-Cà. Torri di Quartcsolo, Barbano, ef.risignano,visonomiglia11*. Eppuresino aColzè visi in- dica la strada per Longara. Debba, Longàre, e Secula: miglia S 1i5 pag. 1C2.299.
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—
3—
mere assai pulite per chi pure volesse farne sua dimora autunnale: ò poi nello stesso
tempo
il caffè, il salumaio,il pizzicagnolo,
un
emporioinsomma,
in guisa eh1io ne feci ilmio
cavai di battaglia per dimostrare,come qual- mente
la divisione dei lavoro e dello spaccioha
i suoi limiti. 11 piano dicampagna
è ormai fatto conuna sem-
plicità da disgradarne Moltke: lasciaileparticolarità
eru-
dite, che ora snocciolerò
una
ad una, lasciando ilcampo
libero alla discussione:
ma
sulla bontà dell'itinerarionon ammetto
discussione.II.
Appena
fuori diPorta aMonte
(direbberoiTo-
scani), di Porta dlk
Monte
(diremo noi),un
saluto alle villoValmarana
e poi alla Rotonda,un tempo
di casa Capra, ora degli Albertini di Verona. Vi rammenterete la belladescrizioneche nedàilGòthe
nellesuelettere,quando
la visitò il
22
Settembre1786;
e se no, vi consiglio di leggerla nel bel libretto che il nostro Zanella intitolò:Wolfango Gòthe
a Vicenza (I).L
1anno
dopo lavisitòAr-
turo
Young,
ed avea per suo Ciceroneildottissimo Pieropan«
È una
delle tre più bollo opere, che Vicenza posseda di quelgran genio cheèilPalladio.Lo
stiletiensimirabilmente nel mezzotra lasemplicità eladecorazione;ladistribuzione apparenuova
e originalo, più adatta però per VItalia che per FInghilterra, ove, inuno
spazio di cento piediVi-
centini, si avrebbe, in causa del nostro clima e delleno-
stre abitudini, molta più abitazione».
Lamentava Young
di vederla in
abbandono
: scrostavansi lecolonne. Oggi, a dir vero,meno
negletta, resta però sempre secondo Y os- servazione del Gòthe,un
granmonumento
di opulenza, eun
gran fedecommesso. Intanto ci lasciamo addietro ilMonte
Berico, e lo spettacolo de1colli, delle ville, della città, che di là si gode cosi incantevole cheYoung
disse, son proprio parole sue: la bellezzadoi dintorni diVicenza supera quanto vidi in Italia; eppure avea traversato la(ì) Vicenza,lip. ParoRi, I8C3, (per notte Scola- Palella;.
A**
— 4 —
Lombardia
!-
Trovasinon molto dopouna
villaconelegante loggia del Calderari, evagoboschetto,che pochi anni sono, per cura de1Signori Boschetti e per opera,del Miglioranza vennerinnovellata.Appartennedapprima
al Tòdaro, rino-mato
nell'arte della seta;ono purtroppo degli ultimichela abbiano tenuto viva. Poi fu di ragione del generaleGio-
vanniDe
Villata, di Villatburg, morto a Vicenza il22
Di cembro 1843. Soggiornavi oraun
bravo cittadino o poeta gentile:VautoredelCamoenf;e diTommaso
ContediSavoia ed'altre sì care e sì nobili cose.- Ad
oscure ricercheci fa invece ripensarela chiesetta,conosciutadatuttiper S.Croce Bigolina, e ne' diari ecclesiastici col titolo: inveiitionis jS. Crucis in Bigolino. Di siffatto titolonon
è la sola:e di quella nel
Padovano
il Conte Cittadella ne derive- rebbe ilnome
dallafamiglia la quale vi fece costruire e dipingere la Chiesa (1).Ma
perchè noinon
possiamo trarci <Timpaccio così, a dirittura risorge la solitacon-
troversia, se la famiglia dia il
nomo
alla villa, o la villa al casato. Ci pensai persino a Pompei,quando
nelleggerele grafiti elettorali
una
ne vidi, con cui 60 ni viri ticulani voleano ad edilenon
so chi per far dispetto a quelli che invece voleanonon
so chi altri. In LiviotrovaiilTempio
di Giove Vìcilino, che Forcellini deriva da Vicilinus, in analogiacogli Iddii Vìcanù Per tutto ciò fantasticai, che altro
non
significhi se non S. Croce del Sobborgo; forse anche sostituitasi aduno
di quegli Iddii pagani.D'al-
tronde ilnome
potrebbe esserlo stesso chefigulina, 0per- chè in originePimagino
fosse di terra cotta,0 perchè vi- cina avasai:com
1ebberoforseoriginealtrinomi
di luoghi, quali Figlino,Figghinc. (2)Mi
risovvengo quasi delcampo
del vasaio, per la sepoltura deiforestieri,delquale parlail
Vangelo
;ma
òmemoria non
lieta, e tiriamo innanzi. In ciò tutto lamia
sola paura è di apparire erudito troppo.(!) Andrea Gloria:ilterritorioPadovano illustrato,v.2. Padova I8C5. p.256.
(2) V.ildizionario diTommaseo.
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III.
A
destradovemmo
lasciare sul colle laCow-
menda,
una
villache vemicdalCavaliereFrancesco 13ressan nei Brcganzc, ederacommenda
dell'ordine Gerosolimitano,come
eravene un'altra aMontcbcllo; fu soppressa il 1806.Più su scorgonsi i bei cipressi de1 Mavgaritoni, o,
come
vuole l'inelegante vezzo del nostro dialetto Margaretoni.Questa amenissimavilla,ordei Rambaldo,era già l'ospizio di Santa Margberita:
un
di quei romitori, sparsi ne1monti Borici, ovesotto il titolo di fratelli dellaCompagnia
della Croce senz'obbligo del voto cerca vasi pace e ritiro (1). Li istituì il Padre Antonio Pagani solilo scorcio del cinque cento; vennero soppressi fin dal 1768.Avean
cremi nel colle di Recarnaro,di Grancona,dellaBastiadì S. Felice,di S. Cassano,diS. Tecla. Incadaun
luogonon
avealaCom-
pagnia più di nove stanze per se, e tre per la servitù, eccetto la casa grande del colle di Recarnaro, eh' era dei Conti Sareghi, fondatori e conservatori di tal luogo della compagnia, dove alloggiavanoaltri signori,loroamicispi- rituali. Per gli amanti la vita romita fabbricavansi
appo-
site cello. Il
tempo
dispeusavasi in preghiere e per alcuni nello studio, per altri nelle opere pie fuori dell'eremo come
istruire nelladottrina cristianaeportare ai bisognosi limosine c conforto, ovvero in lavori, corno «esercizi di pitture e miniatura: ricami per Chiese, lavori divoti di scoltura in cera e di getto, lavori di vari stucchidicarta pesta, gessi,gomme,
e altre misturo daaqua
eda
fuoco, lavori di dorature a mordente e imbruuite, lavori di fia- schi senza vetro, di legar libri,di far materie di vari co-ti) Gli ordini delladivotacompagniadellaSantissimaCroce furono compilali dalP. Antonio Pagani ededicali da lui con lettera del I. di selt. 1585dalMonte di S. Felice al conte Fedrigoeal conte Antonio Sareghi e ilconte Alessandro Torto,divoti della compagniae atulligli onorandi fratelli: venendo poi approvaliil 27 oli. 1586 dal Ycscovo di Vicenza.Michele Priuli, e confermali il 30 ottobre dalCard. Agostino Valier. Vescovodi VeronavisitatoreApostolicodella diocesi Vicentina, e quindistampatic dedicati al Priulidal capoe fralei della compagniail I. Aprile 1587,coi tipi di DomenicoNiccolini di Venezia inquell'anno 1587.
—
G—
lori: di far sporte, cesti, e capelli: di varie sorti di co- rone: di aque utili^l^orpo untano lambiccatoin vetri di varie sorti ordinarie:jgtk preziosi per varie infermità
or-
dinarie e straordinarie : lavori del torno diversi di cose piccole. Eraviun
inferra iero,anche speciale,cheper le sue erbe e pe1suoi semplici aveaun
orto particolare, e dovea far scroppi, succhi, infusioni, e far lambiccare aque,olii, e altre cose utili al corpoumano.
A
Lòngara, la villa che fu di casa Squarzo, c poiCaldogno,
ed ora dei Fogazzaro di Padova: con sullaviauna
Chiesetta daun
-lato eduna
Cappellina dell1altro.Di fronte ilbarco, che era di casa Capra: questo
nome
di barcovicentinamente non soloma
anche italianamente èlo stesso di Parco o Ricinto (1). Passati i «moliui diDeba»
rasentanolastrada icollidi
Bugan,
forsedal tedesco Bufici colle,che anticamenteerabiugan(2).Noteròdipassaggio che questa etimologiaha
ilsuoriscontro inquellenotissime di Bacchiglione e diBerya,lequali alla lorvoltatrovano cor- rispondenza inBaach
eBilrg,borgatedelWurtemberg,
sul fiume la prima, e in alto la seconda, e parimenti conFlaach
e Bcrg, che nel cantone di Zurigo all'imboccatura dellaTkvr
esprimonolostessissimocontrapposto.(3)Adagio
però con queste etimologie germaniche: si sa che iTe-
dischi
non
si fanno pregare a dedurnenon
so quali di-ritti di stirpe. Per
me
non significano senon una
popo- lazione primitiva, la qualeha
dovuto da secoli cedere ij()) Macca, t. 2. p. 102. • La nobilcasa Cbiericala di Vicenza ba quivi(alla Longa) unpalagio incblusodeulrouu vastorecinto di mura,
ilqualecomprendo 'Jl) campidi terreno e chiamasi volgarmente Barco che più correllameolo dovrebbesi appellare l'arco• t. XI p. I. p. 12 ricinto di mura assai vasto in Liviera,appartenente a casaPriorato Vi- centina chiamalo volgarmente ilbarco, c Narzari, cil. da Maccat. XII.
p. 14 parlandodel palazzo Porloa 1biette lo diceornalolutto didentro di pittureeie.et fuoridisopra bumanigiardini elbarelli tuli'intorno di mureciuli.t. 1*2.p. 2. p. 206.. barcon ebarco di casa Pranzatia a
Sarcedo..
(2> V.il vocabolario dei (munii.
(3) V.Egli nominageogralica. Lipsia.BranJstctler1871. f. I.
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—
7—
posto alla civiltà latina. L'argomento non fu ancoratrat- tato con queir ampiezza che merita, e quindi nacquero gli equivoci. Si sono confuse popolazioni antichissime,che già dovettero ritirarsi escomparire prima de1
Romani,
e colo- nie o migrazioni recenti: quelle non rappresentano in ogni caso senon una
popolazione vinta, queste soltanto degli ospiti o dei padroni: la popolazione, che li vinse oli ospitò e subì, resta sempre latina. I
nomi
di Lòngara, e diLongàre mi
rammenterebberoquasi incompenso
eti- mologia romana, distesecome
si trovano loduo
ville lungo il fiume, se il paragonenon
è audace, nè più nòmeno
a quei modo, che aRoma
lungo il Tevere laLon-
gàra e la Zongaretta;«
Le
genti di Custoggia eLumignano
Di Pianezze, di Debba, e Castagnara,Guida
il Trenti gentil con tutto il piano,Che
va da Santa Croce alla Lungara. »(ildottori nfjll'ascioc. 3. ST.49).
IV. Poiché siamo in vena di etimologie, vi prego di rammentarvi quel ceppodicase, quel villino,quel
tem-
pietto,che piùsopraaccennaidicorsa, edenominasi Contro, delle Ghizzole.
A
Guizza si dà solitamente dainostri storici il si- gnificatodibosco.(1)Qualchevolta saràanchevero:sinchési parla dei
campi
di boscaglia sulmonte
di S. Vito di Leguzano, chiamata Guizza; o dello Statuto Vicentinodel 1264, che accenna a pascoli in nemore siveguizza,ancora ci stiamo.Ma
che cosa vorrebbe direnemus
guizae,come
si trova in
un documento
del1307
citato dalMaccà me- desimo? E
in quei documenti dove accennasi adun
diritto di guize e mariganza* e nello statuto di Carré del 1172, ove UbertoCapra
parla del diritto di suafamigliadi fare« regulas et guizas » e di nominare Decani e
Campai,
e(1) Waccà, l.IV. p. ICC cSeg.. e i.Vili.p. C5 p. 136.
— 8 —
d'anno
inanno
mutare Decani,Campai,
rcgulas etgui-
tasi e a Lerinoquando
innome
dell'Abbadessa si va a guizzare il bosco del Monastero? Nel trovare in qualche altro statuto sotto la rubrica de reguh'sgli stessissimi or- dini, che nel nostro del 1264 trovansisotto la rubrica de guizis,mi
vennesospetto, che regola eguùa
sia tutt1uno.Mi
spiego: trattasi di regole cheprovvogouo allacustodia deicampi
e dei boschi col porvi do'saltavi o campari e col punire i furti campestri. Eccodunque come
possono benissimo avere ilnome
di gutza e le regole stesse o ilterreno mediante esse preservato dai furti odanni,ed anco le multe
eoa
cui si puniscono. Quindi ove dicesi jtts quartac partis guizarun et mariganciaes'intende il diritto alla quarta parte delle multe: ove ricordasinemus
guìzae s1intende bosco soggetto a queste regole e multe, efunere snò gutza, assoggettarvelo: ove parlasi di far regulas et gutzas, significa appunto il prendere questi provvedimenti:ed ove in fine
un
terreno denominasi Guiza,campo
obosco che sia, vuol dire terreno già soggetto a questi statuti.Era
venuto in queste supposizioni per dare alla parolaun
significatoche quadriaidiversiusidi essa:quando
nella storia di Maurer, della costituzione dei villaggi inGer-
mania, m' accadde di trovare appunto denominati Wtzzig- dtnge i giudizi di villa, nel senso nòpiù uèmeno
digiu-
dizileggittimi. Per questi il
Maurer non
accetta la deri- vazione da witze o wize cioè pena, perchè non eranogiu-
dizi penali:
ma
rimane intanto la parola anche nel senso di pena, e in ogni caso 1'uso di essa nel senso di legge statuto, regola.Dunque
?dunque
Ghizzole nonèaltroche Guiza,come
il Gazo, o bosco, diventa talora Gazolo:non
èinsomma
se nonun
terreno, a guisa di bandita, pre- munito dai furti e danni campestri.Oggi
per fortunas'intendono appena tutte queste belle coso, poiché havvi la legge dello Statuto a difesaditutteleproprietà:allora occorreva
un
provvedimento speciale, enemmeno
per tuttoDigitizedbyGoogle
—
9-
un Comune, ma
por una parto soltanto, c talora anzi per qualche podere: e quello che adesso dipende dalla sovra- nità, allora dipendevada un
diritto di proprietàcheescr- citavasi o dalComune
o dai particolari suicampi
di loro apparteneuza. Benissimo si scorge,cheilComune
innomo
della sua autorità cominciò primaa regolare questodiritto dei particolari, per esempio col prescrivere che
non
si scegliesse a campai se non uomini onesti:ma
ciònon
toglie che fosseun
diritto dei particolari di così preser- vare i propri campi, sinché a poco a poco il dirittocome
dicesi di polizia rurale acquistò
un
vero caratteredi diritto publico, 8Ìa poi esercitato direttamente dallo Stato, sia affidato dallo Stato aiComuni.
V.
Anche
con questo traino di erudizione, percor-remmo
felicemente la via:una
volta, per leggero cheuomo
fosse, correva rischiod
1impaludarsi.E
a dire,che un
tempo,amemoria
d1domini, erail Bacchiglionecol suo serpeggiare in meandri e rigiri la via regale, la via dei commerci,dei viaggi! Del 1260lanavigazionetra Venezia e Vicenza ed il trafficoformaronoargomento
d'un
trattatoi
come
oggi farebhcsi tra Stato e Stato: lo citano tutti i nostri storici,ma
appunto per questomi
dispenserò dal citarlo io. Si pensi chequando
Vicenzaerainguerracon Padova,non
sapea far di meglio cheasserragliareaLon-
gàre il corso del fiume:una
rosta famosa (dicea l'arguto nostro Novelliere) per le tante ceffate, che si diedero
a
tenerla ed a torla i due popoli diPadova
e di Vicenza, vaghi di bere Vuno
a preferenza dell' altro, nel più tor- bido Medoaco. Chi oggi sale intempo
di fiumana sul collenon ha
difficoltà d'imaginare,come da
Vicenza aLo
ngàro si stendesse il palude, su cui la fiera Canizza pronostica scrii guai ai Padovani. I documenti in 'vero ci fanno dare ognimomento
il piede in terrenoacquidoso:ma
ancor meglio che i documenti, lecase rade, e nessuna
an-
tica, lo scarso declivio, e quelle antiche barre, fatte
ap-
posta perchè il fiume ritorni indietro, ci
pongono
ilpa-
lude sott'occhio.Rammentiamo
che i classicichiamano
palude ancoun
fiume,quando
è fiume lento e ches'im-
paluda (1). Volle ai dì nostriAndrea
Gloria portare al- trove ilcampo
di battaglia: anzi la profezia di Cunizza riferendo al territorioPadovano
e aquell1operazione, per cui i Padovani assicuraronsi Vacqua
anchequando
loro mancasse il Bacchigliene, ridusseun
fatto di tatticabat- tagliera ad operazione d'innocente strategia.Ma uu
verso dell'Alighieri ècome
quei poveri fili d1acqua, che legrandi Potenze a chi li
guada
mettono l 1alto là.
Ne
nacque
una
forte tenzone, cui s*intromisero nientemeno
che Potentati di primo ordine:ma
per fortuna non ne derivò male di sorta, anziun
bene perchè fu posto in chiaro, che sipuò
contendere persino di letteratura re- stando amici (2).(1)Guicciardini, lib. 3.c. t. Passo della Palude delle Chiane.
Landino, eouim. alc. XIIIdel Paradiso «Quantodi là dalmuoverdela Chiana: cioè si muove più cheuna Chiana cioèun'acqua morta. Vellu- tello. Chiana ttumcche lentamente corretra Perugiae Montepulciano.
Boccaccio, nel l.brodei monti,selve,boschi, fonti, laghi, Dumi, stagni, paludieie. trad.di Nicolò MburniO:ove distingue paludiesla- gni: palude,unacena largaraunanza d'acque ellepiùvoltemancante di fondoeldi qua di lamovenlesi per qualunque cagionesi diinì- nuisce etaccrescesi etlepiùvolle vediamoiluoghi infra terraelbase per abondanzadi fiumisoverchia farsi lepaludi...lepaludinudrisconu gli pesci cquailo fiumepadre seco porla....
(2) Dauna letturadel Gloriaall'Academiadi Padova,e dallalet- tura mia all'islituloVeneto inrisposta al Gloria ebbero occasionedue letterepublicale dal Tommaseo nell'ArchivioStorico Italiano.Unanuova lettura delGloria diedecampo ad una discussione cuipreseroparie lo Zanella eil professoreSerafino RaffaeleMinich insiemealsegretariodel-
l'Academia Veditulio ciòegregiamenteriepilogalo dalFcrrazzi nelsuo Manuale Dantesco, ultimò volume.
Capitolo Secondo GEOLOGIA
Avvi
di Montegaldauna
descrizione geologica del Fortis nel Giornale d' Italia, rifatta poscia dal Fortis per le sueMemorie
pubblicate a Parigi nel 1802.Dopo
il Fortis, com' ebbe a dire testéun
dotto straniero (ilSi-
guor F.Bayan
)(1)questa «località interessante»
sembra
essere sfuggita a tutti i Geologi. Troverà oracompenso
nella cortesia del Prof. Meneghini,un
di quegli uomini, a cui col pensiero corsero moltiquando
in solenne occa- sionemi
venne detto,che la poesia divieneispiratrice alla scienza, siccomo si pensaal Prof. Zanellaquando
siparla di quegli uomini che trovano nella scienza il terreno, donde liberare agli inni più sicuro il volo. Volea ilMe-
neghini, eh'io nTaccontetassi di ripublicare la seconda descrizione del Fortis, cui egli
mandavami
appositamente tradotta, notando,come
queir esimio osservatore sapesse mantenersi fedele interprete deliaNatura
nella lotta che(i)Memoriasui terreni tentarti della Venezia, nel boli, dela Soc.geologica di Francia, 2.Ser. XXVII, 1870p. 468.
— 12 -
allora ferveva fra ciucili che, seguendo il
Werner,
tutto volevano spiegare coli1azionesedimentaredell'acqua,e gli altri che con LazzaroMoro
in Italia ed Huttou inIn-
ghilterra esageravano 1'azione dei fuochi vulcanici; onde Nettuniani quelli, Plutoniani questi venivano denominati.«
Questa lotta, soggiungeva il Meneghini,non
è ancora • cessata, si può dire anzi che si riproduco adesso sotto nuove forme e col sussidio di fatti, di scoperte, di teorie, di linguaggio,che per lanovità fanno metter da canto ed ohliare gì' insegnamenti dei vecchi maestri. Si cerca, si osserva e si scrive tanto oggidì, cho i giovani studiosihanno
molto che fere, se in ogni singoloramo
di scien- za attendono con diligenza al pascolo che quotidiana- mente offre loro la stampa.Non
e quindi a meravigliare se non apprezzano e non conosconogli antichi, se credono scoperta reconte ogni verità ed ognihuoua
dottrina, e procedono baldanzosi nella via ches'illudonoavere schiusa essi stessi, perchè aperta allanuova
generazione della quale fan parte. I veneratori dell'antichità cadono spesso neJTeccesso opposto, credono trovarvialmeno
i germian-
che delle maggiori scoperte moderne, e nou conoscono onon
curano il vero e grandissimo progresso delle scienze.Tocca a noi nutriti nello studio dei vecchi libri, e per quel po' di lena che ci resta partecipi al
moto
rapido d'oggidì, Vassociare il passato al presente, affrettarci coi più ardimentosi verso Fignoto,ma
imprimereadessi pure nell'animo
il sentimentodi rispettosagratitudinechedob- biamo
ai precursori e maestri che con fatiche ora ignote, senza i mezzi oggi comuni, collo studio, coli'ingegno, e perfino cogli errori contribuirono a render possibile questo ardimento». Parole d' oro, degne dell' illustre dotto che dinanzi al Congresso degli Scienziati in Venezia insieme ad illustricolleghi, ilCatullo, ilPasini, loZignc, si stima in dovere di porre nel Panteon Venetouna
lapide aGio-
vanni Arduini, che «nello statuire Yorigine c Y ordiua-DigitizedbyGoogle
— 18 —
mento
dei terroni autivenne il sapere dei Geologi a lui succeduti».Ed
io publico volontieri il capitolo del Fortis, tradotto dal Meneghini:ma
via!mi
si sarebbe chiesto troppo dinon
pubblicare la lettera, che quasi in via di conversazionem
1avea scrittoilMeneghini
medesimo,co- m'
egli argutamente osserva, venutagli lunga perchènon
ebbetempo
discriverlabreve.Di Montegaldaeprecisamente della terra ocraceo -ferrigna fa menzione lo Straugc nel Catalogo Ragionato di varie Produzioni Naturali delRe- gno
Lapideo(l);e altrove diun gruppo
diglobi laminari, nello scavo artificiale d'una
collina mista di vulcanico e di marino, detta volgarmenteMonte
Buso, regolarmente collocati gli uni sopra gli altri a foggia di pilastri(2).IlP.
Macca
ne attesta, che nella sua raccoltaavea variepe- trificazioni marinedi Montegalda.IlMaraschinnelSaggio
Geologico sulle formazioni del Vicentino (3) annoveraMonte Gafda
fra i luoghi, in cui si trovano leAgateni-
dri; edi recente
Bajan
accenna alla brecciuola diMonte
Buso, ponendola sullo stesso orizzonto di quella diCa-
stelgomberteMa
non voglio esser di quelliche«con
al- cuninomi
sonori, parole di greca radice, e non sempre approvate dai filologi edun
velodi oscuritàsapientemente steso sulla dicitura salvano la dignità». Corro subito a publicare la lettera del Meneghini, e la foseguire dal ca- pitolo del Fortis, tradotto dalMeneghini
medesimo.(U Dei Vulcanio Monli Ignivomi et. t.2 p.98 iu 12 Livorno 1799.
(2; DeMonti colonnariec. in 4. Milano1778.
(3) PietroMaraschini sulle formazioni dellerocce del Vicentino, saggio geologico, Ciò però che merita special menzione, in \isla sopralutlo della singolarità del fallo, chesembrumi unico,mentri; fino ad ora non so chesiasi in alcun altro luogoverificato, si è I'esistenza nellanostra Provincia di alcuniglobetti dicalcedonia internamentecavi,
ma racchiudenti, oltre a poca aria, anche una goccia d*acqua, chein grazia appuulodell'ariache Vaccompagna riesce manifeslaraeute mira- bile Questa calcedoniaaeroidra, conosciutafra noi sottoilno-
me
diAgalenidra, è troppo improprwmeote anche di Opala, trovasiin- cassatain un Basalte particolare eie. etc. Nominapoi Montegalda, ove accade di rinvenirnealcuna, pag. I8?>.Padova 1824.64*
— 14 —
(
Da
lettera)Pisa
2 Maggio
1872.Della posizione, dell'aspetto e delle particolarità storiche dei Colli di Montegalda
non
tocca ame
di par- lare;ma
pur restringendomi allaparte delfreddo geologo, a quanti titolinon
dovreimai
celebrarli! Isolati ed umilihan
pur vaghezza di contorni e di pro61i, ai qualinou può
ameno
di prestar attenzione anche chi delle arcane cose di naturanon
ricorca il quia,non
essendo consuetoil vedere nelle leggere ondulazionidel suolo così erto
pen-
dici, squarci cosi profondi e tanta varietà di forme.
Che
se Tocchio è addestrato adosservare,tosto avvertoiuquei tagli o naturali od operati da
mano
d'uomo
ledao con-
dizioni desiderate tantoda
chi peregrina po'monti adog-
getto di studiarne la struttura e laorigine, e che talvolta indarno,largamente,faticosamentesi ricercanonellegrandi ed estesemontagne:
qualità molteplice di terrcui diversi gli uni agli altri sovrapposti, e copia di avanziorga-
nici là dentro petrefatti.
È uno
di quei tanti esempi cheanche
nella nostra scienza frequentemente s'incontranodi pregi reali sotto forme modeste, di fronte alla vacuità di orgogliose grandezze.Or
che dicono quei terreni, quali erano gli animali che vi rimaserosepolti ? Svolgetequelle sublimi pagine della Natura, leggetene i misteriosi ca- ratteri, uomini della-Scienzache vantate dischiuso ilgran volume
e decifrati i simboli.Talemi sembra
doveressere la fattami richiesta. Alcuninomi
sonori, parole di greca radice, enon
sempre approvate dai filologi,edun
velo di oscurità sapientemente steso sulla dicitura per salvarla dalla volgarità, farebbero al caso, e salverebbero anche laDigitizedbyGoogle
— 15
dignità di chi scrive, noi) importa con quanta soddisfa- zione di chi si dia poi la pena di leggere.
Ma mi
par udire V. S. osservare che quella vesto di orpellonon
è punto necessaria alla scienza, chenon
tutti i dotti sono della suposta tempera, e citarmene ad esempio la chiara, pittoresca,amena
e pur dottissima esposizione dellastoria geologica del Vicontino che faceva nel Teatro Olimpicoun
simpatico Straniero allaadunanza
dei Naturalisti Ita- liani ed al fiore della gentile Cittadinanza Vicentina ivi accolto a festeggiarli.Oh!
sapessi e potessi imitare ilSuess! Posso solo rannodare alla suaesposizione anche la geologia di Montegalda.
In
un tempo
molto remotoma
che pure, rispetto alla storia della terra e degli esseri su di essa viventi, risulta tantomoderno da
meritareun nome
allusivo al-l'auroradell'ultimagiornata della creazione
(Eocene,)era tutta coperta dal
mare
la regione nellaquale vediamoog-
gidì allungarsi verso sirocco,
come
speroni paralleli le prealpi Vicentine, innalzarsi con miteacclività e trasver- salmente alla indicata direzione i Monti Borici, i quali prospettano coli'opposto ripido fianco alla pianura, esor- gere poida questaisolati edindipendenti i Colli Euganei.Fu
il teatro di numerosi e grandi avvenimenti: vulcani sottomarini vi prorupperoqua
e là ed in epoche succes- sive più omeno
lontane; coliate di basalti c tufi vulca- nici di eruzioni piùoccidentali vi sidistesoro largamente;il suolo alternamente vi oscillò
emergendo
dalmare
e sprofondandovisinuovamente
per poiemergerne
ancora.Furono
forso isole staccate od arcipelaghi diversi,ma
più volte e forse in direzioni diverso dovetto più omcn
vasta porzione di queirarea divenir terva ferma, sulla quale ebbe agio di estendersi la vegetazione caratteristica di allora; ed i Palmizii ed altre forme di alberi oggidì tro- picali addensatisiin foresteche sepolte e schiacciate sotto al pesodeisuccessivi depositi niariui vi si addensarono in6
> 0— 10
preziose masse dicarbone. Noi laghi, ueglistagni, noi fiu- mi, albergavanoCoccodrilli eTartarughe, erravanoinquelle selve gli Antracoterii, e nel
mare
circostante e che ir-rompendo
alternativamentesommergeva
e copriva lasu-
perficie di nuovi depositi
abbondavano
e con fecondità straordinaria si molteplicavano coralli, conchiglie ed ogni generazione di animali marini di fisonomia e di affinità straniere ai luoghi ed ai tempi di adesso.A
quallun-
ghezza ditempo
si debba riferireV
avvicendarsi ed ilcompiersi diquegliavvenimenti è impossibile Vassegnarlo,
ma
molti e molti secoli al certo occorsero• perchè lentimovimenti
raggiungessero così gransomma,
perchèacqua
e fuoco formassero così estesi e potenti depositi, perchesi effettuassero nel
mondo
organico così profondicambia-
menti.Le
piante che originarono le più anticheaccumu-
lazioni carboniose (Pulii presso
Valdagno
) e quelle che vegetavano sulle sponde bagnate dalle acque oveguizza-
vano i pesci rimastivi sepolti dalle irruzioni fangoso cheli impietrirono nelle lustrare di Bolca e di
Monto
Postale, erano affatto diverseda
quelle degli ultimi strati di li- gniti(Zovencedo,
Monte
Viale), precedute alla lor volta dalle selve di palme di Salcedo e di Chiavon. da quelle più antiche de1Vegroni e dalla flora che lasciava nelle
filliti di Novale la testimonianza del suo temporario
do-
minio.
Nè
bastano, avvertiva il Suess, lo ripetuto eru- zioni vulcaniche a spiegare quella successione nelmondo
organico, e se le sommersioni distruggevano, le susse- guenti emersioni dovevano e per connessioni e perdurata esser talida
consentire che da regioni più omeno
lon- tane passo a passo vi pervenissero le nuove forme ve- getali ed animali.Lunghissima
fudunque
la durata di quelle vicende,ma una
fine fu anche ad esse imposta.Ncir
avvenimentofinale furono scosseanchele fondamenta del suolo, il quale inabissandosi in profonda flessione al piede delle prcalpi si rialzò a formare i Berici, perchèDigitizedbyGoogle
- 17 -
rotto in tutto lo spessore da grecale a libeccio, ed il
margine disgiunto potè esserne spinto in alto a formare la ripida pendice meridionale (S.E.) di essi Colli.
La
continuazione di quel suolo che si estendeva a mezzogiorno restavadunque
disgiunta dalla sollevata e rimaneva sommersa.Ma
in un' area non lontana visiera esercitata V attivitàstessa vulcanicacon così ripetutema-
nifestazioni evidente nei Berici, ed
una
diversa e più poderosa vulcanicità vi succedeva coneruzioni trachitiche, inmassima
parte esse puro sottomarine,od accompagnate da alterne oscillazioni del suolo, fino a che col solleva-mento
ditutta Yarea, collaestinzione dei sotterraneifuo- chi e colla profonda denudazione dell'ossatura di quegli antichi vulcani, si originava Varcipelago, del quale pos- siamo anche oggidì figurarci la incomparabile vaghezza sol che col pensiero sostituiamo alla alluvione della pia- nura l'azzurra onda delmare
ad occupare i seni, ica-
nali, i golfi, a lambire le spiaggie, a riflettere gli
sva-
riati ed elegantissimi profili degli Euganei.
Berici ed
Euganei
sonodunque
fratelli,ma
questi oltreché secondi a quolli per 1'epoca di formazione, diffe- riscono ancora dai primogeniti perchèun nuovo
elemento vulcanico concorsead
originarli.E
ad attestare viemag-
giormente la primitiva parentela sussistono
come
colliiso- lati alcune delle isole intermedie (Lovcrtiuo, Albettone), che forse erano inmaggior numero ma
che o non suffi- cientementeemergevano
o per altre ragioni sonoscom-
parse.
E
fra i colli isolati che rappresentano le isole in- termedie figurano appunto quelli di Montegalda,ma
al-l' opposta (N. E.) estremità della serie stessa degli or oranominatie nell'allineamento dellafratturacheda Schio
si può seguire fino a Vicenza passaudo per Malo„ oltre la quale la zona dei terreni terziarii si stringeal piede delle Alpi e va a perdersi sotto alle alluvioni dellapianura.
Se
non che mentre lo formazioni marino e letrachiti diLo-
— 18 —
vertino rannodano direttamente quel collo agli Euganei,
t«d il basalto di Albettoncsenzascemarela
medesima con-
nessione pure accenna amaggior
correlazione,come
di vicinanza, così di struttura edi età coiBerici, icolli in- vece di Montegalda non serbano altracomunanza
cogliEuganei
se nonquella stessaebe v1ebberoprimitivamentei Berici.
Sono
formati dalle stesse alternanze di tufi, di marne, di calcari ricchi diNummuliti,
e di altri fossili caratteristici del secondo in ordine ascendente fra i sei grandi gruppigeologici distinti dalSuess nelleformazioni terziarie delle prealpi Vicentine edei Berici.Nessuna
roc- cia eruttiva, che iosappia, vi comparisce a nudo';ignoro se v1abbia ancora alcuna sorgente termale a giustificareinomi
di Afons calidae(Montegalda) e
Mons
caliduhe(Montegaldella),
ma
molti e grandi movimenti concor- sero nel breve spazio a rendereinegualee riccadi svariate pendenze la superficie, fino a che fosse tanto elevata da emergere da quelmare come
oraemerge
dalla pianura.E quando
fu che quella emersione ebbe suocom-
pimeuto? Nulla autorizza a collegarla a quella degliEu-
ganei, ed in quanto alla precedente dei Berici nulla in vero direttamente si oppone a riguardarla
come contem-
poranea;ma,
se vero fosse (nò posso asserirlo) che vimanchino
i rappresentanti dei quattro successivi gruppi di formazioni posteriori aquello che certamente vipredo- mina, ed i quali furono tutti compresi nel sollevamento dei Berici, si avrebbe ragione a sospettare che le umili collinette di Montegaldafosseroanche più antichedi quelli.Or
veda V. S.se nella discussione di attenenza si possa applicare a questomembro
intermedio ai maggioriT
allusionedi TerzoPartito,cheuna
Celebritàscientifica e politica (Quintino Sella) proferiva scherzando nella gita dei Naturalisti ai colli Berici, inun
colloquio, del quale Ella serba corto al pari dime
gratissima memoria.Disposto a celebrarne i pregi io non accetto il paragone,e
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vanto porgli
amen
issimi Oc-Ili ciiMontegalda indipendenza, antichità ed importanza, che senza toglierne i vincoli coi vicini sistemi montuosi, li costituisconouna
individualità orografica e geologica meritevole di considerazionemag-
giore di quella die la umile loro apparenza potrebbe ad
altri far giudicare.
Giuseppe Meneghini
§.
XV.
dell'opera dell'Àb.Alberto
Fortis.Mèmoires pour
serviràV Histoire
natureìle etprincipale- ment à V Oryctographie
deV
Italie etdespays
adjacens, tradottoda Giuseppe Meneghini.
GRUPPO ISOLATO
DIMONTE GALDA
Sei o sette poggi fra loro collegati, ed
un
colle staccato, costituiscono il gruppo diMonte
Galda, chequantunque
isolato nella pianura fraPadova
e Vicenza, può considerarsi qual dipendenza dei Monti Borici.Sono
circa trentanni che nediedi meschina descrizione inuno
dei nostri poco accreditati giornali.
Fu
anzi lamia
prima e poco felice prova nella carriera geologico -vulcanica,quando
io non aveva ancora veduto dappresso né l1
Etna
uh il Vesuvio.
M'
attenterò adesso arinovarlaun
po'men
male di allora.11 gruppo di
Monte
Galda è vulcanico-marino: vi si trovano in copia delle grandi Madrepore astroiti, delle Fungiti, delle Cerebriti ed altri Corallarii completamente petrificati inmarmo
salino, o nello spato calcare, che spessohanno
Foladi edaltri Litofagi innicchiati entroalla loro massa. Vi sitrovano purauco de belli Buccini esva-
riate specie di Turbiniti. Il luogo che più ne abbonda è
il
Monte Buso
: si possono raccogliere a fior di terra neiDigitizedby
- 21 -
rigagnoli delle vigne che ne coprono il lato di scirocco.
La
parte opposta e lasommità
del collo sono di natura vulcanica,comechè
costituite daun
trasso grossolano in banchi od in concrezioni sferoidali.E
vulcanicaè purenel mezzo ed allasommità
la collina denominata Montelongo, benché calcare alle sue due estremità: in alcuni filoni di lava porosa e terrosa, nonché nelle sferoidi di lavacom-
patta vi si trovanodelle Agatenidri. Verso Vapice diesso poggio,
un
po' sotto alla piccolama
graziosa abitazione che lo domina, ho osservatouna
combinazione assaicu-
riosa in fatto di litologia vulcanica.
È un
filone di dia- spro verde e talvolta giallo-dorato, semidiafano, cheha
riempitouna
fenditura verticale apertasi verosimilmente nel raffredamento dellamassa
vomitata dal vulcano.Beu-
chè esso diaspro non sia sempre omogeneo, spesso anzi screpolato e compenetrato di sostanza ferruginosa, se ne possono ottenere de1pezzi buoni ai lavori del lapidario, ed abbastanza grandi per farne ornamenti ed anche ta- bacchiere. Piccoli frammenti di lava porosa vi sono di frequente inclusi, cosa dame
nonmai
veduta altrove.Avverto qui ed a titolo solo di curiosità, giacché la somiglianza proviene probabilmente solo dal caso, che Gnidi in lingua tartara significa la divinità del fuoco.
Sembra
che il più alto fra i colli delgruppo
isolato diMonte Galda
avesseun
cratere informad'imbuto,delqualesi valessero quelliche, verso il decimosecolo della nostra era, eressero
una
fortezza su questo posto isolato, oppor- tuno alla tattica diquel tempo,permunirla di sotterranei.Lo
si disseMonte
del Castello; e la fortezza che tuttora sussistedomina
dall' alto tutta la piauura del Vicentino, delPadovano
e del Trevigiano, fino alle Alpi e fino almare.
È
divenutauna
villa in possesso dell'antica fa- miglia Donado, eh'era distintissima nel patriziato Veneto per i molti uomini di lettere e ài stato che vi apparten- nero. Si direbbe che leimmense
.sostruzioni del castello6 f 6
* .
- 22 -
poggiassero sul fondo del catino ossia del cratere:
una
gran volta le ricopre e costituisce il pavimento del cortile interno, al quale siha
accesso mercèun
ponte levatoio, e che sta adun
livello molto più alto dei margiui del cratere stesso, coronati da due magnifiche file di cipressi.Ma
quelmargine
e quellaescavazionenon
sono essi forse del pari opera dellamano
dell'uomo
? Potrebbe a eiò ri- spondere il cittadinoDolomicu, nostro confratelloed amico,il quale benconosco illuogo,cosi legatocom'era in
ami-
cizia cogli attuali possessori il Signore e la Signora
Do-
nado, coppia più d1ogni altra, in queste contrade,
amata
e rispettata, per ospitalità, coltura e beneficenza.Voi ben vedete esser io lungidall'avere la convin- zione necessaria a dimostrare, che il
Monte
Castello avesse allasuasommità un
cratere:ogni qualvoltal'arteha
sfi- guratouna
località, conviene staro in guardiacontro alle apparenze, edio sonotautomaggiormente
in sull'avviso in quantochc non conosco cheun
solo cratere o resto di cra- tere ben chiaramente pronunciato in tutta la nostra re- gione vulcanica del territorio che fu Veneto; e questo diMonte
Galda sarebbeil secondo. Questa assenza quasi as- soluta di crateri, anche ove si tratta di monticelli isolati,come
sono parecchi di quelli che contornano lagrande
isola
Eugauea
e quelledei MontiBerici,mi
raffermasem-
pre più neir opiuionc della
immensa
loro antichità e della loro preesistenza alla formazione delle stratificazioni cal- cari anche le più antiche ecompatte. Vedrete che i centri vulcanicinon mancano
neppure allo Alpi che ci sono li- mitrofe, sulle cuicime si trovano frequentidelle areecir- colari vulcaniche che sbuccano attraversogli strati calcari, senza la più piccolaapparenza in essi diun
disordineche autorizzi a sospettarli assoggettati alla violenza diuna
eruzione sotterranea.Devo
confessarvi che dopo aver esa- minato da presso le opera/ioni dei vulcani attuali, iomi
trovomeno
che mai disposto ad ammettere leiniezioni edDigitizedbyGoogle
- 23 -
i getti di lave basaltiche, cui prestati fede non pertanto
non
pochi illustri naturalisti.Se
aneleremo insiemeaMonto
-Galda,eh'è adoltre sei leghe da qui (San
Pietro d'Arziguano), e vorremo concederequalchesguardo a tuttii luogfii interessantiche fiancheggieranno a destra ed a sinistra ilnostrocammino,
prima di arrivare a Vicenza,la nostra corsa dureràqual- che giorno,ma.
vi riuscirà grafito il conoscere la brava ebuona
popolazione di questabellacontrada,edil provaro lanostra franca ospitalità. Voi ci renderete giustizia al- lorché sarete di ritorno a Parigi", ove talunoha
voluto dipingerci con nere tinto; e potrete assicurare i vostri concittadini, chopresso noinon
v1èquasi famigliachenon rammenti
conpiacere ilnomo
di qualchemilitare francese, ogni qualvolta questi siasi diportato verso di essa inmodo
conveniente e gentile.Capitolo terzo
<
STORIA
I.
La
geologia qualche Tolta ci fornisce date ed originimeno
aggrovigliate della storia. Di Montegalda è incerta persino l1
origine genuina del nome.
La
curiaVe-
scovile battezza
Monte
Galda per Alons cah'dac, e quindiMonte
Galdclla perMons
calidulaetmeritandosi cosiilrim-
provero cheAugusto
fa a Cesare del diro calidum invece di caldum (l). In documenti Padovani VOrologio,ilGen-
nari, il Brunacci leggono (così accertami
Andrea
Gloria)Montegauda
e Montegaudelìa, onde non e meraviglia che al dilettoso luogo si attribuisca da taluno il significato diMons
Gaudii eMons
Gaudioliy essendo di lingua e Galdio e Galdento, e vivendo nel dialetto il Galdimento, .ella frasealmeno
di « dareun
prato iu galdimento » Tanto per dir tutto,il franceseMontjoic e cumulo,acervo, montiechio di confine: passò il Mongioia auche in ita- lianoma
in tutt'altro significato. Vifu chi pensòalWald
(I) AuKu>lusquoquein cpistolisad<:.Caesareui scriplis emendai, quodig calidum dicerc «pianicaldum fitalit . non quia illud non sii Lati*
nanised quia siiodinsumel ut ipsc Gracco verbo significai 77tono}01
•
"uiniiliano. r r'
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— 25 —
ossia bosco:
come
si haMonte
Boschetto ad Angarano,Monte Faeo
a Malo,Monto
Fratta ad Arzignano, Fratte ad Arsiero, Fora, Rotzo:ma
d'altronde il tedescoWald
per lo più si trasforma italianamente in Gualdo,
non
solocome nome
proprio,ma
inoltre pernome comune
(1).Più
ovvia sarebbe Petimologiase stesse ladenominazione usata da Albertino Mussato:Mons
Gardae.Non
vorrebbe dire se nonMonte
della guardia, della vedetta, dellatorre,dal tedesco Warte, chenonscema
della sua forza percon-
servare abito femminile così in italianocome
in tedesco.Ed
e vero che le due lettere si scambiano facilmente (2);è anche vero che l'a/, elt o/, si scambia in
au
yove però sarebbe da notare conAmpère
che quella è la forma più antica: si disso tal prima di vauy capei primadi chapeau, fol prima diJou
(3).Insomma
sarebbe succeduto anche per Montegalda quello che osservò Quintiliano:plitterae qua Demosthenes quoquelaòoravit\
succeditiquarnm
vis estapud
nos quoque (4). Ilnome
di Montegalda in talesup
- posizione corrisponderebbe alMonte
Bastia di Montecchio Precalcino, alMonte
Castelleròdi Angarano,Salcedo,No-
garole, Castelletto diRozzo, Castelliero di
Grumolo Pede- montano
ePaninsacco,Castello diBreganze,Picvebelvicino, Valmarana, Castellone, di Cogolo, laGuarda
a Rocco di Tretto, Torrione ad Angarano,T
orricella a Marostica, TorraroadArsiero,ed a Montegalda pure ilmonto
oveè il castellodiecsimonte
dellaRocca(5).Tuttaviadubitoquando
veggo, che la denominazione di guardia ove fu voramento ivi mantennesi: aDue
Ville p. ts. nel sec.XIV
in ora(») Gio. Vili. lib. 10 c. 109.Carlo flgliuolodel ReRubetlo mori perfebre presa auccellare net Gualdo (bosco).Uurch. Sappieh'ioson qua sucol Mica Anneri. Diconelgualdo Tra molti slarnoni.
(2) Vedi ildiz.del Tommaseo, Fanfani,vocab.del»'uso Toscanoe Nuova Antologia anno 1871.
(3; Ampère. Hisloire de la formattali de la langucfrancalse 5/
ediz. Paris 1871. pag.245.
(4) Quinlhb. 1. c. XI.
(5)Macca l.7. p. 31.
— 26 —
castelarii a guardia* a Montebello in capo al pouto la chieda chiamata Guarda, uno dei castelli di Montecchio Maggioro, chiamato Bella Guardia, cosi a
Monte Mezzo
nel secolo XIII, prò villa, castro, terra, et guarda, cosi a Campiglia nel secoloXIV
: così infine al Trotto,con-
tri della
Guarda
(l). Quasi quasi inclinereiaduna nuova
etimologia; dal tedescocioèhalde, che nelvecchio alto te- desco eraappuntohalda, e vuol direclivo,china(2);einSve-
via e anche ilcampo
chestendesiad erba,o bosco sopra il clivo.Bergeshalde e il clivo del monte.Non
fa difficoltà il tramutarsidi haldein galde;siccomo avviene nel nostro stesso dialetto p.e.nelverboavere, non essendo d'altronde lanuova
forma cheuno
spirito ingrossato.Insomma Monte Galda non
vorrebbe dire che declivio delmonte,ma
assai meglio e più semplicementemonte
con doppiadenomiua-
zionc tedesca eitaliana: laqualenon
cideeparere strana,se, pernon
andare tanto di lontano, neabbiamo una
affatto identica nei nostri Monti Borici, e simili raddoppiamenti o accompagnature sihanno
nelle due lingue od anchesolo nella stessa lingua in altrinomi
parecchi: p. es.Monte
Spitzo (cima)a Tonezza, a Recoaro, a Valstagna, a Velo.II. Sulle
memorie Romane
ci tolse ogni illusioneun
erudito senza pietà: riserbo alla fine lo strazio chefa delle Iscrizioni che ci avrebbero fatto tanto insuperbire.Accontentiamoci di confessareclic lastoria di
Monto Galda
in que1tempi buinon
si conosce più delle altre.Avrà
veduto ancheMonte Galda
passare o ripassare l'escursioni de1Barbari: chi sa chenon
sia divenuta essamedesima una
loro colonia odaccampamento
!Non
molto discosto, tutto lungo la strada che da Vicenza conduce a Venezia,(1) Maccà passim.
(2) Vediil Urimm. Diehaldeeinet Herys, il declivio«li un colle:
ma anche assonilo: p. es. ihrgàrlen,weinber^.fòrst, ihracker,haldcw haideu, orli,vigtieli. e boschi, campi, clivi,o lande: ovvero iu berg Ut»)Ihal. auf. (irsitimi hulden. in colle e in valle,su cimee clivi.Zwi- schenfitti timibergcshalden:tra i bolli e la chinarioli sfami aufberges baldo, si.tvostilla (binadel monte.
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