• Non ci sono risultati.

L’ITALIA FORESTALE E MONTANA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L’ITALIA FORESTALE E MONTANA"

Copied!
14
0
0

Testo completo

(1)

– I.F.M. n. 1 anno 2004

ORAZIO CIANCIO (*) - VITTORIO GARFÌ (**) - FRANCESCO IOVINO (***) GIULIANO MENGUZZATO (**) - ANTONINO NICOLACI (**)

I CEDUI DI CASTAGNO IN CALABRIA: CARATTERISTICHE COLTURALI, PRODUTTIVITÀ E ASSORTIMENTI RITRAIBILI (1)

FDC 222 : 176.1 Castanea sativa : (450.78)

Si analizza la gestione dei cedui di castagno in Calabria, si valuta la capacità produt- tiva e si stimano gli assortimenti ritraibili in funzione dei turni adottati.

1. PREMESSA

Il castagno (Castanea sativa Mill.) è una delle specie forestali che deve la sua vasta diffusione all’azione dell’uomo. Nell’antichità è stato l’albero del pane. Contribuiva all’alimentazione delle popolazioni contadine, forniva legname per le costruzioni, paleria per le colture agrarie, tannino per la con- cia delle pelli, legna da ardere per cucinare e riscaldarsi. In breve, era un ele- mento essenziale per la sopravvivenza delle popolazioni rurali, caratterizzan- do, tra l’altro, l’ambiente in cui si è sviluppata la civiltà contadina.

L’epoca rinascimentale, con lo sviluppo delle grandi città e l’inurbamento delle genti del contado, ha visto una prima crisi del castagno che su ampie superfici ha lasciato il posto alla coltivazione dei cereali. Un fenomeno che dalla fine del XVIII secolo è andato crescendo per l’aumento della popolazione.

(*) Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali, Università degli Studi di Firenze.

(**) Dipartimento di Agrochimica e Agrobiologia, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.

(***) Dipartimento di Difesa del Suolo, Università degli Studi della Calabria - Arcavacata di Rende (CS).

(1) Il lavoro è stato svolto dagli A.A. in parti uguali.

L’ITALIA

FORESTALE E MONTANA

RIVISTA DI POLITICA ECONOMIA E TECNICA

ANNO LIX - NUMERO 1 - GENNAIO-FEBBRAIO 2004

(2)

2 LITALIA FORESTALE E MONTANA

L’abbandono dei castagneti a seguito del processo di industrializzazio- ne del Paese, avvenuto dopo il secondo conflitto mondiale, ha accentuato lo stato di precarietà di molte realtà castanicole. Nonostante il declino del- l’importanza come albero da frutto, ancora oggi il castagno caratterizza il paesaggio agrario e forestale di molte regioni. Un paesaggio che rappresen- ta una mirabile sintesi fra cultura e coltura che non può andare perduto (BELLINI, 2002).

Nei castagneti da frutto, a partire dalla fine del XIX secolo si sono verificati significativi attacchi di Phytophthora cambivora (Petri) Buiss. e, nella prima metà del XX secolo, di Cryphonectria (Endothia) parasitica (Murr) Barr. La crisi colturale e il diffondersi di tali patologie hanno favori- to la conversione dei castagneti da frutto in cedui.

Questi cedui presentano alcune importanti peculiarità: facoltà polloni- fera praticamente illimitata, elevata rapidità di accrescimento, molteplicità di assortimenti, versatilità del legno di castagno che si presta agli usi più svariati, possibilità di variare il turno in rapporto alle richieste del mercato senza compromettere la continuità della coltura.

Tutto ciò ha portato all’applicazione di turni variabili in relazione alle richieste di particolari assortimenti. La produzione di paleria di varie dimensioni, in alcune aree, è divenuta un vero e proprio volano per lo svi- luppo dell’economia rurale.

La coltivazione del ceduo di castagno costituisce un termine di passag- gio tra selvicoltura e arboricoltura da legno. In Calabria questo tipo di bosco è una delle realtà forestali più interessanti per la superficie investita, per i redditi che assicura e per i paesaggi forestali che caratterizza.

Il presente lavoro si pone l’obiettivo di analizzare la gestione tradizio- nalmente adottata, evidenziare le caratteristiche selvicolturali dei cedui di castagno in Calabria e fornire indicazioni sulla variazione degli assortimenti ritraibili in funzione dei turni applicati.

2. MATERIALI E METODO

I cedui di castagno in Calabria interessano una superficie di 87413 ettari, con una prevalenza nel settore occidentale, dove il castagno trova condizioni igrometriche e caratteristiche dei suoli rispondenti alle proprie esigenze ecologiche. Essi assumono particolare importanza sul versante orientale della Catena Costiera e nella Presila di Cosenza e di Catanzaro, rispettivamente, nel bacino del Fiume Crati e del Savuto, sulle Serre Catan- zaresi e Vibonesi e sul versante occidentale dell’Aspromonte prospiciente lo Stretto di Messina e la Piana di Gioia Tauro (ARCIDIACOet al., 2004).

Altimetricamente interessano aree che non superano 900-1000 m di

(3)

3

I CEDUI DI CASTAGNO IN CALABRIA

quota nel settore settentrionale e 1200 in quello meridionale. Verso il basso i limiti di diffusione sono molto differenti ed essenzialmente dipendono dalle condizioni di umidità. Sul versante occidentale dell’Aspromonte, nella zona di Scilla e Bagnara Calabra, i cedui si spingono fino quasi al livello del mare. Negli altri casi non scendono al di sotto di 600-700 m s.l.m..

Dal punto di vista climatico le aree sono riferibili al tipo mediterraneo, con marcata oceanicità secondo Rivas-Martinez e al tipo umido di De Mar- tonne e sono ascrivibili, in funzione della quota, alla sottozona fredda del Lauretum (in Aspromonte alle quote inferiori addirittura nella sottozona calda) e a quella calda del Castanetum di Pavari.

Le piogge in media sono superiori a 900-1000 mm annui, di cui alme- no 80 mm nel periodo estivo (giugno, luglio e agosto).

I suoli sono riferibili al grande gruppo dei Dystrudepts (suoli bruni mediterranei e suoli lisciviati) formatisi prevalentemente su rocce metamor- fiche e graniti (ARSSA – REGIONECALABRIA, 2003).

2.1. La gestione dei cedui di castagno in Calabria

Per esaminare la gestione tradizionalmente adottata nei cedui di casta- gno in Calabria sono state analizzate le autorizzazioni al taglio rilasciate dai Coordinamenti Provinciali del Corpo Forestale dello Stato. Per il decennio 1990-2000 sono state prese in considerazione tre stagioni silvane2: 1989/1990, 1994/1995 e 2000/2001.

L’analisi è stata limitata alle province di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria nelle quali ricade la quasi totalità dei cedui di castagno. Sono state prese in considerazione l’ampiezza delle tagliate, l’età al taglio dei cedui, e il tipo di proprietà.

2.2. Caratteristiche dei cedui di castagno in Calabria

Per evidenziare le caratteristiche selvicolturali sono state esaminate 44 aree di saggio di dimensioni variabili (300÷1200 m2) – delimitate nelle zone più rappresentative della Calabria – in cedui semplici e semplici matricinati di età comprese tra i turni normalmente adottati. Per quanto riguarda la matricinatura, si fa notare che al momento del rilievo nelle aree di saggio non sono state riscontrate matricine tranne nelle aree n. 6 e 7 – ubicate in Provincia di Reggio Calabria al confine con le Serre Vibonesi – dove erano presenti, rispettivamente, 2 e 10 matricine su una superficie di 550 e 900 m2 pari a 36 e 111 matricine ad ettaro.

2Con il termine stagione silvana si intende il periodo in cui, secondo le Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale (P.M.P.F.), è ammessa la ceduazione, che, come è noto, è compresa tra i mesi di ottobre e marzo.

(4)

4 LITALIA FORESTALE E MONTANA

Nelle aree di saggio sono stati rilevati i seguenti parametri: il numero di ceppaie e quello dei polloni; il diametro; l’altezza totale di un numero di polloni, non inferiore al 30%, omogeneamente distribuiti tra le diverse classi diametriche.

I dati acquisiti hanno permesso di definire le caratteristiche dendro- auxometriche dei soprassuoli al variare dell’età: numero di ceppaie e di pol- loni a ettaro, area basimetrica a ettaro, volume a ettaro, incremento medio annuo di massa.

L’altezza media è calcolata con l’equazione hm = ae+be·ln(d1.3) in cui i coefficienti numerici (ae; be) variano in funzione della classe d’età.

Il volume a ettaro (Tabella 5) per classi di età e in relazione alla distri- buzione in classi di diametro (Figura 2) è calcolato in base agli assortimenti ottenuti con la funzione di profilo [1].

2.3. Assortimenti ritraibili

Sulla base di un set di 150 alberi modello (polloni) di diverse dimen- sioni e di età tra 10 e 40 anni, è stato elaborato un modello che descrive, al variare dell’età e delle dimensioni dei polloni, gli assortimenti mercantili ritraibili.

I polloni modello, comprensivi del cimale ma non dei rami, sono stati cubati con la formula di Heyer. I volumi così ottenuti sono stati utilizzati per la definizione della seguente funzione di sviluppo del profilo del fusto (Taper function) (NEWNHAM, 1988):

( ) ( )

( ) ( ) ( )

( )

( )

( )

( )

( - )

- + -

- + -

- + - + -

-

+

=

4 3

2 3

.

1 1 1.3 1.3 1.3 1.3

tot s tot tot

s tot tot

s tot tot

s tot

h h c h

h h b h

h h c h

b a h

h a h

d

ds { [ ] [ ] [ ] } [1]

in cui:

ds = diametro della sezione all’altezza hs; d1.3 = diametro a 1,30 m da terra;

htot = altezza totale della pianta;

hs = altezza della sezione di diametro ds;

a, b, c = parametri stimati dell’equazione.

La funzione permette di seguire la variazione del diametro lungo il fusto e consente di determinare le altezze alle quali si raggiungono le dimensioni minime che caratterizzano i diversi assortimenti.

Gli assortimenti presi in considerazione sono quelli tradizionalmente ottenuti dall’utilizzazione dei cedui in Calabria (Tabella 1).

(5)

5

I CEDUI DI CASTAGNO IN CALABRIA

3. ANALISI DEI RISULTATI

3.1. Età dei cedui al momento della ceduazione

L’età minima per la ceduazione, fissata dalle P.M.P.F., è di 5 anni in provincia di Reggio Calabria, di 10 anni in provincia di Cosenza e di 12 in quelle di Catanzaro e Vibo Valentia.

L’età media al momento del taglio dei cedui di castagno in Calabria, pon- derata in funzione dell’ampiezza della superficie utilizzata, è pari a 16.8 anni.

I dati evidenziano come nelle tre annate silvane esaminate, nell’ambito della stessa provincia, non vi siano sostanziali differenze di età media. Quella più bassa è risultata in provincia di Reggio Calabria con 14.9 anni (1989/90), quella più alta a Catanzaro con 18.3 anni (2000/2001) (Tabella 2).

I cedui utilizzati a età inferiore a 15 anni costituiscono circa il 50% del totale in provincia di Cosenza e di Reggio Calabria; il 45% in provincia di Catanzaro e Vibo Valentia (Tabella 3). Quelli utilizzati tra 16 e 20 anni il 20÷30% nelle prime due province e il 30÷40% nelle altre due. I cedui uti- lizzati a età comprese tra 21 e 25 anni variano tra il 5 e il 15% del totale, mentre quelli tra 26 e 30 anni sono meno del 10%. Le utilizzazioni dei cedui di età superiore a 30 anni si aggirano nell’intorno dell’1%.

In una area ristretta della provincia di Reggio Calabria ancora oggi vengono utilizzati soprassuoli con età compresa tra 5 e 10 anni. L’adozione di turni brevi rappresenta una tradizione consolidata, affermatasi sin dalla metà del XIX secolo. Questa tipologia colturale, circoscritta ai comuni di Scilla, Bagnara e Sant’Eufemia – la cosiddetta zona dei cedui – costituiva quella che BEVILACQUA e PLACANICA (1985) definiscono «l’unica impresa silvana di rilievo dell’intera regione».

Tabella 1 – Tipi di assortimenti.

Assortimento Lunghezza Diametro limite

(m) (cm)

Pali telegrafici 7.5-10.5 17-20

Travi 6 16

Puntellame 5 15

Morali 6 12

Pali per chiudenda, Picchetti per graticciate e fascinate 2 10

Ginelle (puntelli) 3 8

Vergoni o archi per serre 5 5

Pali Palermo (orti - floricoltura) 2.12 4

Cimali per fascinate 3 3

Verghe per graticciate 4 2

(6)

Tabella 2– Variazione dell’età, del numero delle utilizzazioni e della superficie in funzione dell’estensione delle tagliate. Stagione silvana1989/19901994/19952000/2001 Estensione tagliate(ha)0.1-0.50.51-11.01-22.01-5>50.1-0.50.51-11.01-22.01-5>50.1-0.50.51-11.01-22.01-5>5 COSENZA Etàmedia15.316.11616,114,916,216,616,61616,415.415.516.316.917.8 media stag.15.716.416.4 Interventi eseguiti numero 9384595249113955871408081725644 %27.624.917.515.414.530.025.215.418.810.624.024.321.616.813.2 Superficie percorsa (ha)totale46.3082.80103.50185.50566.0054.9693.00102.00246.48482.7240.0079.11128.60201.42448.26 %4.708.4110.5218.8557.515.619.5010.4225.1749.304.468.8214.3322.4549.95 media0.500.991.753.5711.550.490.981.763.4712.070.500.981.793.6010.19 CATANZARO Etàmedia14.316.617.217.516.116.618.416.917.817.217.617.719.517.918.9 media stag.16.317.418.3 Interventi eseguiti numero511869251955176531224515601815 %28.09.937.913.710.428.98.934.216.311.629.49.839.211.89.8 Superficie percorsa (ha)totale14.5545.1259.7092.80153.3017.4811.6873.7095.16241.4312.889.6684.5964.08155.50 %3.9812.3516.3425.3941.953.982.6616.7721.6554.943.942.9625.8919.6147.60 media0.292.510.873.718.070.320.691.133.0710.970.290.641.413.5610.37 VIBO VALENTIA Etàmedia17.11816.317.816.418.31518.518.215.217.817.31616.519.5 media stag.17.117.017.4 Interventi eseguiti numero 5531191111822281056736151510 %43.324.415.08.78.764.617.36.37.93.946.925.210.510.57.0 Superficie percorsa (ha)totale15.5725.3132.8635.30141.6022.0719.1513.5033.6036.0019.0430.0025.1054.91102.00 %6.2110.1013.1114.0856.5017.7515.4010.8627.0328.968.2412.9810.8623.7744.15 media0.280.821.733.2112.870.270.871.693.367.200.280.831.673.6610.20 REGGIO CALABRIA Etàmedia16.712.412.71319.819.315.913.416.617.317.915.614.616.516.4 media stag.14.916.516.2 Interventi eseguiti numero 2732192086446232514302018189 %25.530.217.918.97.537.226.713.414.58.131.621.118.918.99.5 Superficie percorsa (ha)totale8.5330.3635.3976.3097.0017.4539.5537.1198.38137.409.6017.3531.1264.95103.84 %3.4512.2614.2930.8239.185.2911.9911.2529.8241.654.237.6513.7228.6345.77 media0.320.951.863.8212.130.270.861.613.949.810.320.871.733.6111.54

(7)

Tabella 3– Variazione del numero delle utilizzazioni e della superficie in funzione dell’età. Stagione silvana1989/19901994/19952000/2001 Età del ceduo (anni)<1010-1516-2021-2526-30>30<1010-1516-2021-2526-30>30<1010-1516-2021-2526-30>30 COSENZA Interventi eseguiti numero 222082239112081193212551849933102 %0.665.324.36.82.70.30.355.231.68.53.21.31.555.329.79.93.00.6 Superficie percorsa (ha)totale11.50668.60213.0067.7022.301.003.00459.66294.19154.0160.807.508421.31243.90144.1240.0640.00 %1.1767.9421.646.882.270.100.3146.9430.0515.736.210.770.8946.9527.1816.064.464.46 media5.753.042.602.942.481.003.002.212.474.815.071.501.62.292.464.374.0120.00 CATANZARO Interventi eseguiti numero 105522329364267505931121 %57.728.612.61.148.933.713.73.732.738.620.37.80.7 Superficie percorsa (ha)totale182.06130.41485204.26140.1655.6839.389.45131.485.9919.450.33 %49.8235.6813.131.3746.4931.9012.678.9427.3940.2326.335.950.10 media1.732.512.092.502.202.192.145.611.792.232.771.620.33 VIBO VALENTIA Interventi eseguiti numero 684141225145209259611751 %53.532.33.19.41.640.235.415.77.11.641.342.711.93.50.7 Superficie percorsa (ha)totale121.60107.4810.209.552.1549.2552.2516.805.650.4080.44109.5830.409.980.65 %48.4542.824.063.810.8639.6142.0213.514.540.3234.8147.4313.164.320.28 media1.792.622.550.801.080.971.160.840.630.201.361.801.792.000.65 REGGIO CALABRIA Interventi eseguiti numero 303429562452950202172424229142 %28.332.127.44.75.71.926.216.929.111.612.24.125.325.323.29.514.72.1 Superficie percorsa (ha)totale43.8688.4378.847.927.331.273.9746.1126.9230.539.3513.0549.7365.3370.3915.9022.574.50 %17.7235.7231.853.1911.040.4822.4213.9738.479.2511.933.9621.7728.6030.826.969.881.97 media1.462.602.721.584.560.601.641.592.541.531.871.862.072.723.201.771.612.25

(8)

8 LITALIA FORESTALE E MONTANA

3.2. Numero, superficie complessiva e ampiezza delle tagliate

L’analisi del numero delle tagliate e della superficie complessiva percor- sa nelle tre annate silvane evidenzia un andamento sostanzialmente analogo.

Le tagliate variano fra 866 e 724 l’anno, rispettivamente, nella stagione silvana 1994/95 e 2000/01, interessando una superficie compresa tra 1873 e 1683 ettari (Tabella 4).

Il numero più elevato di ceduazioni si è verificato in provincia di Cosen- za (333 ÷ 377) dove, peraltro, la superficie a castagno riveste particolare importanza; il più basso in provincia di Reggio Calabria (95÷172) (Tabella 4).

In termini di superficie totale i valori più elevati sono stati rilevati in pro- vincia di Cosenza (897 ÷ 984 ettari); i più bassi in quella di Vibo Valentia (124

÷ 251 ettari) (Tabella 4).

Per quanto riguarda l’ampiezza delle singole tagliate nelle diverse pro- vince e nelle tre annate silvane considerate si è riscontrato un andamento fon- damentalmente analogo.

In media nel 35% dei casi gli interventi erano di superficie inferiore al mezzo ettaro, nel 21% l’ampiezza era compresa tra 0.5 e 1 ettaro, nel 20% tra 1 e 2 ettari, nel 14% tra 2 e 5 ettari e solo nel 10% dei casi superiori a 5 ettari.

Il 97% delle utilizzazioni ha interessato boschi di proprietà privata, il restante 3% proprietà demaniali. Per queste ultime si è trattato quasi sempre di interventi eseguiti su grandi superfici, spesso oltre 10 ettari.

Tabella 4 – Numero e superficie delle tagliate.

Stagione Cosenza Catanzaro ViboValentia Reggio Calabria TOTALE Silvana n. sup. (ha) n. sup. (ha) n. sup. (ha) n. sup. (ha) n. sup. (ha)

1989/1990 337 984 182 365 127 251 106 248 752 1848

1994/1995 377 979 190 439 127 124 172 330 866 1873

2000/2001 333 897 153 327 143 231 95 228 724 1683

3.3. Caratteristiche selvicolturali

Le P.M.P.F. in vigore nelle varie province prevedono che al momento della ceduazione vengano rilasciate un minimo di 50 matricine in provincia di Catanzaro e Vibo Valentia e di 20 in quelle di Cosenza e Reggio Calabria.

In questi ultimi anni si nota una tendenza generale da parte dell’auto- rità di controllo a prescrivere il rilascio di un numero di matricine superiore a quello previsto, soprattutto, nel caso di utilizzazioni che interessano oltre 1 ettaro di superficie. Come prima rilevato, in alcune aree sono state riscon- trate fino a 110 matricine a ettaro.

(9)

9

I CEDUI DI CASTAGNO IN CALABRIA

Nel caso di cedui in ottime condizioni vegetative, con un numero ele- vato di ceppaie distribuite in modo regolare sul terreno e turni non supe- riori a 15 anni, il trattamento più frequente è a ceduo semplice.

I cedui, in molte aree, sono il risultato della conversione di castagneti da frutto per cui, sulla stessa superficie vengono a coesistere vecchie grandi ceppaie delle piante da frutto e giovani ceppaie ottenute per rinnovazione gamica del castagno. Questa si è insediata in parte già durante il periodo di abbandono dei castagneti e in parte a seguito del rimescolamento degli orizzonti superficiali del suolo durante l’esbosco nel succedersi delle cedua- zioni (CAVAe CIANCIO, 1976).

Dai rilievi effettuati è risultato che il numero medio delle ceppaie a ettaro varia da 700-800 fino a 2000-2600. I valori più bassi si riscontrano nei cedui dove la conversione è recente. Quelli più alti nei popolamenti dove il processo di rinnovazione naturale a seguito dell’abbandono del castagneto da frutto è stato particolarmente accentuato.

Tali valori sono ancora più elevati, da 3000-3700 e fino a 5000 ceppaie a ettaro, nei cedui del versante occidentale dell’Aspromonte trattati con turni molto brevi. In questi popolamenti, dove la densità media delle cep- paie è di circa 3700 a ettaro, sono stati contati, a 3 anni di età, oltre 58000 polloni, dei quali solo l’1.5% secchi (DILORENZO, 1986-87).

Il numero medio dei polloni a ettaro è elevato. Nei primi anni dopo la ceduazione, però, si manifesta una forte riduzione per effetto della concor- renza fra i singoli polloni sulla stessa ceppaia, attribuibile, secondo CIANCIO

e MENGUZZATO (1987), alla retroazione con la quale si realizza e mantiene l’equilibrio dinamico a spese di un continuo flusso energetico. Ciò è dimo- strato dalla bassa percentuale – circa 10% – di polloni aventi dimensioni inferiori a 5 cm di diametro all’età di 13-18 anni (Figura 1).

I polloni di dimensioni uguali o superiori a 5 cm variano, invece, da circa 5000 a 10 anni di età a 2500-3000 in popolamenti di 25 anni. In cedui di oltre 30 anni sono stati rilevati, mediamente, da 1400 a poco oltre 2100 soggetti (Figura 1). Le curve di distribuzione normale dei polloni in classi di diametro per le diverse classi di età sono riportate nella Figura 2.

È significativo osservare che diversi polloni, anche di piccole dimensio- ni, riescono con relativa facilità ad affrancarsi e, in occasione della ceduazio- ne, si comportano come microceppaie distribuite attorno alla ceppaia madre.

Le osservazioni effettuate confermano l’opportunità di eseguire sfolla- menti non appena si verifica la differenziazione dei polloni. In tal modo si anticipa la retroazione di controllo e si accelera la realizzazione di uno sta- dio di equilibrio dinamico, indispensabile per l’ottimale sviluppo e accre- scimento dei polloni rilasciati (CIANCIO e MENGUZZATO, 1987) e si attenua il rischio di eventuali incendi.

(10)

10 LITALIA FORESTALE E MONTANA

14351545

16751830

20192252

25502942

3485

4288

5602

8164

15544

0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000 18000

7-9 10-12 13-15 16-18 19-21 22-24 25-27 28-30 31-33 34-36 37-39 40-42 43-45

Classe età

Numero piante

d>1 cm d>5 cm

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

1 4 7 10 13 16 19 22 25 28 31 34 37 40 43 46 49

dbh (cm)

frequenze %

7-9 10-12 13-15 16-18 19-21 22-24 25-27 28-30 31-33 34-36 37-39 40-42 43-45 Figura 1 – Variazione del numero di polloni al variare delle classi di età.

Figura 2 – Distribuzione normale dei polloni in classi di diametro per le diverse classi di età.

(11)

11

I CEDUI DI CASTAGNO IN CALABRIA

Tabella 5 – Parametri dendro-auxometrici (N° piante con d1.30≥ 5 cm; V = volume cormometrico).

Classe N° piante/ha dm hm G/ha V/ha Im/ha

di età (cm) (m) (m2) (m3) (m3anno-1)

7-9 5613 5.8 10.5 15.02 80.977 10.1

10-12 4975 8.3 13.6 26.79 170.906 15.5

13-15 4410 9.5 14.9 31.59 227.631 16.3

16-18 3909 10.7 16.0 34.84 273.997 16.1

19-21 3465 11.7 17.0 37.44 314.087 15.7

22-24 2942 13.1 18.1 39.63 349.591 15.2

25-27 2550 14.4 19.1 41.61 382.059 14.7

28-30 2252 15.7 19.9 43.39 411.692 14.2

31-33 2019 16.8 20.6 44.81 436.658 13.6

34-36 1830 18.0 21.2 46.42 463.102 13.2

37-39 1675 19.1 21.8 47.90 487.515 12.8

40-42 1545 20.1 22.3 49.23 509.657 12.4

43-45 1435 21.1 22.7 50.25 527.837 12.0

Nella Tabella 5 sono riportati i valori dei principali parametri dendro- auxometrici. Questi dati – che peraltro sono simili a quelli esposti da CASTELLANI, 1963; CANTIANI, 1965; LAMARCA, 1981 – però sono indicativi e, in funzione delle caratteristiche stazionali e/o gestionali, possono variare fino a un massimo del 20%.

3.4. Produzioni e assortimenti

Le analisi effettuate evidenziano una elevata capacità produttiva dei cedui di castagno. Il volume calcolato per le diverse classi di età passa media- mente da 80 a 530 m3ha-1 rispettivamente per cedui di 7-9 e di 43-45 anni (Tabella 5).

L’incremento medio annuo, sempre sostenuto, presenta il valore massi- mo di 16.3 m3ha-1all’età di 13-15 anni (Tabella 5).

Oltre alle produzioni elevate, i cedui di castagno sono in grado di fornire una molteplicità di assortimenti destinati agli usi più diversi, in relazione alle richieste del mercato.

Sulla base della funzione di profilo elaborata e dell’età alla quale preva- lentemente vengono utilizzati i cedui in Calabria (13-18 anni), è risultato che circa l’85% degli assortimenti è dato da paleria destinata a usi diversi. Di que- sti il 54% è rappresentato da pali per chiudende, vergoni e archi per serre.

L’allungamento del turno fino a 25-27 anni – turni massimi riscontrati in alcune aree dell’Aspromonte e delle Serre Vibonesi su soprassuoli di pro- prietà demaniale – determina una diminuzione non sostanziale dei pali per chiudenda che, tuttavia, insieme ai morali costituiscono ancora oltre il 50%

degli assortimenti. Al tempo stesso si ha una discreta produzione di pali

(12)

12 LITALIA FORESTALE E MONTANA

telegrafici (8%) e di legname per travatura (15%, travi e puntellame). Oltre tale età aumenta, significativamente, la percentuale di pali telegrafici, rag- giungendo anche il 45% degli assortimenti ritraibili all’età di 43-45 anni (Figura 3). Parte di questi assortimenti possono essere destinati alla produ- zione di segati.

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

45%

50%

7-9 10-12 13-15 16-18 19-21 22-24 25-27 28-30 31-33 34-36 37-39 40-42 43-45

classe età

frequenza %

Pali telegrafici Travi Puntellame Morali Pali per chiudenda, e fascinate

Ginelle (puntelli) Vergoni o archi per serre

Pali Palermo floricoltura) Cimali per fascinate

Verghe per graticciate

Volume residuo Picchetti per graticciate

(orti -

4. CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI

Quanto prima esposto conferma l’importanza dei cedui di castagno in Calabria. Le caratteristiche strutturali e biometriche dei popolamenti, l’am- piezza delle tagliate, i turni e gli assortimenti ritraibili – emerse dall’analisi dei dati rilevati e delle utilizzazioni effettuate nelle tre stagioni silvane sud- dette –, evidenziano gli aspetti peculiari della gestione di questi cedui e mostrano in quale misura essa sia legata al tipo di proprietà e alle richieste del mercato.

Il 56% delle aree annualmente utilizzate ha superficie inferiore a 1 ettaro e il numero medio di ceduazioni è praticamente costante nel tempo. La gestione dei cedui di castagno in Calabria è quella tipica della piccola proprietà che tende a distribuire le ceduazioni nel tempo e nello spazio in modo da assicurarsi un reddito pressoché costante.

Figura 3 – Variazione degli assortimenti al variare dell’età.

(13)

13

I CEDUI DI CASTAGNO IN CALABRIA

Le utilizzazioni su ampie superfici (spesso molto superiori a 5 ettari) sono assai poche. Riguardano prevalentemente le proprietà demaniali, ma incidono per il 50% circa della superficie totale annualmente sottoposta a ceduazione.

I turni, in provincia di Cosenza e di Catanzaro, per il 60% sono compre- si tra 10 e 15 anni; in provincia di Reggio Calabria, per il 30% sono inferiori a 10 anni.

Questi turni consentono di ottenere, quasi esclusivamente, paleria per usi agricoli (pali Palermo, vergoni, pali per chiudenda, ginelle) che, attual- mente, sono gli assortimenti più richiesti dal mercato locale e da quello delle regioni vicine.

Se si considera l’estensione della superficie media annua utilizzata (1801 ettari), tendenzialmente costante nel tempo, e la durata media del turno (16.8 anni), scaturisce che la superficie complessiva dei cedui regolar- mente utilizzati è pari a 30262 ettari – superficie di poco superiore a quella riportata nell’Inventario Forestale Nazionale del 1985 (27900 ettari). Ciò significa che i cedui di castagno sono regolarmente utilizzati secondo cano- ni gestionali esperiti nel tempo. Si conferma, cioè, che in Calabria esiste una pianificazione non scritta delle utilizzazioni, rispondente alle esigenze della proprietà e alle richieste del mercato.

Si fa rilevare, però, che la gestione è limitata alla sola utilizzazione a fine turno. Tranne rari casi, in genere non vengono eseguiti gli interventi colturali indispensabili per il miglioramento della produzione e per la pre- venzione degli incendi.

SUMMARY

The chestnut coppices in Calabria:

silvicultural features, production and assortment types

This paper focuses on the silviculture and management of chestnut coppices in Calabria.

The productive potential of these stands and the assortment yield according to rotation are also assessed.

BIBLIOGRAFIA

ARCIDIACO L., CIANCIO O., GARFÌ V., IOVINO F., MENGUZZATOG., NICOLACI A., 2004 – Area di vegetazione e campo di idoneità ecologica del castagno in Calabria. (In corso di stampa).

(14)

14 LITALIA FORESTALE E MONTANA

A.R.S.S.A. – REGIONECALABRIA(Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura), 2003 – I suoli della Calabria. Carta dei suoli in scala 1:25.000 della Regione Calabria. Rubettino Industrie Grafiche ed Editoriali, Soveria Mannelli (Catanzaro): 387 pp.

BELLINIE., 2002 – Coltura e cultura del castagno. Associazione Nazionale Città del Castagno. [http://proxy.racine.ra.it/cittadelcastagno/cultura.asp].

BEVILACQUAP., PLACANICAA., 1985 – Storia d’Italia. Le Regioni dall’Unità a oggi. La Calabria. Giulio Einaudi Editore S.p.A., Torino: 23-219.

CANTIANI M., 1965 – Tavola alsometrica dei cedui di Castagno dei Monti Cimini.

Ricerche sperimentali di dendrometria e di auxometria, fasc. 4: 27-31.

CASTELLANIC., 1963 – Ricerche dendrometriche e auxometriche su fustaie di pino e faggio e su cedui di castagno della Calabria. Coppini, Firenze.

CAVA S., CIANCIO O., 1976 – Osservazioni sperimentali sui cedui originatisi per conversione di castagneti da frutto. Annali dell’Istituto Sperimentale per la Selvicoltura, Arezzo, Volume VI: 203-230.

CIANCIO O., MENGUZZATO G., 1987 – Sull’epoca di taglio dei cedui di castagno.

Annali dell’Istituto Sperimentale per la Selvicoltura, Arezzo, Volume XVI:

251-277.

DI LORENZO P., 1986-87 – I cedui di castagno (Castanea sativa Mill.) sul versante tirrenico dell’Aspromonte. Tesi di Laurea, Università degli Studi di Reggio Calabria, Facoltà di Agraria.

LAMARCAO., 1981 – Ricerche dendrometriche ed auxometriche sui cedui di castagno (Castanea sativa Mill.) della Valle dell’Irno (AV e SA). Annali Accademia Italiana di Scienze Forestali, Vol. 30: 3-43.

NEWNHAMR.M., 1988 – A variable-form taper function. Inform. Rep. PI-X83 Petawa Nat. For. Inst. Chalk River, Ontario.

Riferimenti

Documenti correlati

In aree sperimentali d i douglasia sottoposte a regimi di diradamento diversi per sistema, tipo e grado degli interuentz; sono state analizzate le variazioni nel

Profondi sono gli studi sull’agente del cancro del Cipresso, Seiridium cardinale: si accerta che il ciclo biologico ben si identifica con il clima mediterraneo, l’incidenza

L’analisi della biodiversità nei sistemi forestali e in particolare delle sue interazioni con la gestione, deve quindi tener conto di processi che attraversano più scale temporali

Nell’uso del suolo rilevato nel 1998, che si può considerare non molto diverso dall’attuale, le zone boscate occupano quasi l’80% dell’intera superfi- cie oggetto di studio, le

All the papers highlight the involvement of the Italian scientific community in the identification, characterization and definition of old- growth forests from Alpine to

Individuazione delle diverse tipologie strutturali di faggete in relazione alle modalità di insediamento della rinnovazione: sono stati presi in esame alcuni dei più

(in tali casi quale conduttore è stata considerata la per- sona che si occupava della gestione corrente dell'azienda). Da quanto premesso consegue: a) che sono

Tra i coloni impropri sono compresi anche i compartecipanti, vale a dire quei lavoratori ai quali vengono affidati, nel corso di una annata agraria, tutti o