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DELLE DIVERSE VICENDE DEL
FIUME ANIENE US TIVOLI
SINO
ALLA
DEVIAZIONEDEL MEDESIMO
NEL TRAFORO DEL MONTE CATILLO DI SANTE VIOLA
SOCIO CORRISPONDENTE
DELLA ROMANA ACCADEMIA
DIARCHEOLOGIA
ROMA TIPOGRAFIA DELLE BELLE ARTI
18
SS
CRONACA
DELLE DIVERSE TICERDE DEL
FIUME ANIENE IN TIVOLI
TinoILLlOSVUZIORE DSLMEDISIUO
NE»CUNICOLI
DEL MONTE CATILLO
PARTE
I.CAPITOLO
1.1.
I^econdo
lestorichenotiziedal dotto e giu- dizioso Plutarco ai posteri tramandate, il fiume Anionene’ vetustitempiPareiisioappellavasi.2.Anio, redeliaEtruria,ilquale, secondola cronologiadeitempi,nell’anno dei
mondo
3039, e primadell’eravolgare 932, vivea, erapadrediuna figliadisingolarebellezzafornita.Saléa(cosilafan*ciullachiamavasi)sebbene gelosamentenellepaterne stanze custoditafosse,tuttaviaCateto,giovine della più cospicuanobiltà della nazione,avendolaveduta, mentre conaltresue
compagne
scherzava, ne con- cepìun
violentoamore; nèallaforza deliapassione il toscanogiovinettoreggere potendo,s’indusse a rapirla, efuggendolamenò
secoinRoma.Alla dis- gustevole notizia delrapimentoedellaperdita della figlia,Aniosiaccinsead inseguireilrapitore,ma non
essendogliriuscitodi raggiungerlo,siprecipitò nelleacquedel fiume Pareusio, chedallareinotis-DigitizedbyGoogle
4
•ima epoca di quell* avvenimento, lasciato
ilvec- chio nome, prese quello di jinio o Aniene (1). Il nostro Aniene pertanto, considerato
iltempo della esistenza e del regno del sullodato re toscano
,ri-
monta a circa ventotto secoli indietro, da che fu di quel nome rivestito, che anche oggi conserva.
3. Alcune critiche osservazioni da qualche scrit- tore
sisono affacciate sul divisato racconto di Plutar- co. Se quel re di Etriiria,
sic detto,
ilquale porta- va
ilnome di Anio, regnava circa Tanno 932 prima della volgare era, come può narrarsi che
ilgiovinetto Cateto colla rapita Salda
sifuggisse in Roma ? Que- sta citta in detta epoca non esisteva ancora, conclo- siachè, secondo
ipiù accreditati cronologi, la di lei fondazione è collocata alTanno 751 prima del Reden- tore
;per cui
ilrapimento di Salda
,e la fuga di Cateto fissandosi circa Tanno 932 prima della era vol- gare, avrebbe preceduto di anni 181
ilmemorando progetto ed
ilregno di Romolo.
4. L* eruditissimo Dempstero nella sua Etruria Regale^ opera dì squisito lavoro, dolente
simostra
,per avere osservato che
ilgreco storico non abbia precisato T anno dell* evento delle avventure di Sa- lda e Cateto. Egli però è di avviso, e crede che
ilcontesto della storia di Plutarco inviluppi una pre- sunzione, cioè che .Cateto colla rapita fanciulla tosca fuggisse verso quella contrada, nella quale fu quindi fabbricata Roma
;tanto piò, aggiunge
ilDempste- ro, che
ilriferito avvenimento deriva da greci scrit- tori,
iquali pensavano che quella citta destinata dal
(*)^latarco PitUco Lexicon
aniitj.rom.
art»jinio.DIgitizedbyGoogle
5 cieloadivenire reginadel
mondo
, avesse origine molto primadiRomolo(1).5.
Lo
stesso autore dellaregaleEtruriahacre- dutoditrovareun altrofiume Anicnenelle tosca- ne campagne,esuppone cheilmenzionatoreÀnia^inseguendoilrapitore dellafiglia, inquesto cnon inquello di Tivolisiprecipitasse,appoggiandosisu di un testo dell’antico geografo
Pomponio
Melay chedice cosi: UltraPirgi,yftiio,Castrum novuniy Graviscae, Cosa.Peraltroninnodeglialtriantichi geografi,nè alcunode’modernihannodataunatale interpretazionealpassodiMela;anzi loScoliaste delmedesimo,allaparola JÌnio,chiaramentecom-
mentaespiegachequell’Aniodellodato geografo èilfiumechebagnaletiburtinecampagne(2).D’al- trondesemiiranoncostareavereesistito edesistere nelle contradedell’anticaemoderna Etruriaun
fiumecoinome
diAnicne,echene abbia percorse le fertilicampagne.6.
Le
sorgentidelnostro fiumeAnienescatu- riscono sugliAppennini,ne’dintornidellecomuni diTrevi, Filettino, c Vallepietra. Poco doposorti- todallenatiesorgenti, epresso Subiaco, ne’ vetusti tempiformavatre amenissimilaghi, ledicuiac- que portavaeglinelTevere(3), dopoaver traver-(i)Dempst.Etrur. regni, cap.i5.
(3)Pompon. Mei. detiluorbielib. 4-nellenote allaparola Anio.ivi «anionomeafluviiest,qui in agro tiburtino,e sublimi locò, in vallemsubjectampraeceps fertur,»Dempst.loc.cit.(ap, i5.
(3)Pliniolib.3. cap.SI.<Anioinmonte Trebanorumortus treilacusamoenitate nobiles, quinomendedereSublaqoeo,defert inTibrìm.a
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6
satele tiburtinesponde,eformatapressole
mura
di Tivolilacelebre antica caduta.7.
La
vetustalocalitàdiquestacadutaerudita- menteèdescrittadalchiarissimo sig.cav.Settimio dischi, sull’autoritàdiDionigidi Alicarnasso,di Strahune, e dialtriclassiciscrittori,nelladisserta- zione storico-idraulica,inseritanella Tiburtinare- parationisAnienisproget.X. XI.8.Sebbeneduliedeposizionialluvionali,chein grandimasse,ne’dintorni dell’attualechiusadel fiume Anienc,all’occhio dello attento geologo si presentano, puussinonsologiustamentecongettura- re,
ma
eziandioconoscereappienoaquale altezza,einquante«liverseparti1’alveo delmedesimoAnio- nene’vetustissimitempiabbia corso,nulladimeno essendo noipriviaiTitttodimemoriea taleistorico puntorelative,nonpuòconoscersicon qualchepre- cisionerepoca incuisi formòlasopraddetta ve- tusta caduta.
9.Peraltro selanostra attenzioneelenostre Ricerchespingiamoaitempidel
romano
impero,e ponderiamolaplausibilissimacongettura eleosserva- zionidellodatosig.cav.Dischi,sembra ad eviden- zaravvisarsichel’Anienefacesselasuagrandeca- scatapressoiltempiodiVesta,precipitandosida
un
altoscoglio,cd.aun’alta rupe;che, formato colvolumedelle acque cadenti un lagoartefatto,sostenutodaun muraglionc,iruderidelqualean- che oggi veggonsi nelcosi dettoPonte
Lupo
,si scaricava sottoildettotempiodiVesta, ccon nuo- va cadutasboccandodall’indicatomuraglionc, di- scendeanellasottopostaprofondavalle, incaminan-DigitizedbyCoogle
7 dosiadirrigare leubertosissime tibortinecampa>*
gne(1).
10.11 pareredelsig.Biscbiseguironoivalen*
ti
membri
del consiglio diarte, quando,d’appresa soleloro osservazioni fatte suiprogetti dallostes- sosigiBìschiproposti, per la definitivasistema-*zione dell’Aniene,dopolarottadei 16nov.1826, proposero illoro sentimento.Sull’antica cadutail consiglio di arte si spiega
come
sicgue «Parein*« dubitatoche ilfiume Aniene pressoTivoli an-
« ticamente fosse diretto allabocca ocava delle cSalnitriere
,peruna lineaspiccandosi dal letto
< presente, vicino all’imbocco della stipa. Quindi
« precipitandosi daun’ altezza poco minore della
«caduta delVelino alle
Marmore
, formandoun
«laghettonel sottopostocatino;dondepoi conal*
«tracadutaa Ponte
Lupo,
prendeva corso per«la valle.Questo anticostato dell’Anienenonso*
«io si rendeprobabileper lecongetturoche il
« sig.cav. Bischi ha dedotte dalle testimonianze Idi autori classici,
ma
vieneconfe/mato daunaat-*tentaconsiderazione della topografia delsito (2). » 11.Perlospaziodianni441dallafondazione dellalorocittà,i
Romani
contentifuronodell’acqua(i)Strab.desitaorb.tib.Si<'TiburefanuihestHercnlù, etpraecepsaquaedejectus qucinfacitAdìooavigabilis.abezcelso locoincoDvallemseseprofundamdejiciens.,.indeperloca fructuosissima perlabitur.»Dinnis. Alicaf./Ib.5.«Taleriusprò*
pe bostemcastraposuitapudAnieneuiamnem. Hic ad Tiburop*
-fidum exallarupemagua molesepraecipitans,terminua intar Sa»
binoruin,Romanorumquedilabitur.» (ajTiburt. teparat. Anien.art.3.
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s
cheattingevano nelTevere,nellecisterne, e ne’ fon- ti,conformec’insegnaFrontino(1),efinoalseco- loquintodiessa fondazione il fiume Anienenel suo alveo colla interamoledelleacquepercorse; senon checircailsuddettotempola romanare- pubblica, inestensione epotenzacresciuta,ed au- mentatosiconseguentementeil
numero
degliabitan- ti,sitrovò nelbisognodimaggiorquantità di ac- quapotabile, eper procacciarsene fecericorso al fiumeAniene.12.
Roma
inquella etànonavea introdotta nel- lesuemura, chelasolaacqua Appia.Eratermina- talastrepitosaguerracontroil bellicoso Pirrore degliEpìroti, elarepubblicaneavearitrattoun riccobottino.Coll’ ajuto pertanto,ederogazione di questo, ilsenato deliberò diportare inRoma
por- zione delleacquedelfiume Aniene.13.Nell’anno
dunque
481 dalla fondazionedi quellacapitale,edopoanni40 da cheviera stata introdottalasuccennataacqua Appia, sendoCensori Manio CurioDentato, eLucioPapirio Cursore, fuil lavoro intrapreso,edato principioall’acquedotto,cheallepremureerialbisogno de’
Romani
soddis- faredovea.Questo acquedottofuchiamato,come
si dirà in appresso, Aniene vecchio.Fu
incomin- ciatoventimigliasopraTivoli, sortendodallapor- tararana,in que’ vetustitempi cosichiamata,ed ora dettaportadis.Giovanni, oi3ie\)ìAcquaregna,(i)Fronlin.de aquaed.Romaeart.4-•Aburbeconditaper annos
CCCCXLI
contentifueruntRomaniusuaquarum, quasaut tx Tiberi, autexputeii,autexfontibui hauriebant.•DigitizedbyGoogle
9 Tersolasinistraspondadelfìaine.Terminatoilcon- dotto,cheinparte traversava iltiburtinoterrito- rio,porzionedell’acqua chetrasportavarestò per lisoe
commodo
degliabitantidiTivoli, conforme attestaillodatoFrontino(1).Fu
moltorimarche- volelaquantità diacqua cheTAniencvecchiopor- tavainRoma, poichélostessoFrontinoaddita,che ascendeaa4738quinarie.14.
Dopo
varcato ilnon brevespazio di127 anni,enell’annodellaromanaera608,ilsenato conobbe che T acquedottodell’Anienevecchio stato eraanotabiliguasticdeteriorazionisottoposto, co- sichel'acqua inpartesidisperdea, e in parte da*privati frodolentementc veniva sottratta.
Adunque
nel suindicato anno,sendoConsoliAurelio Cotta, e Servio SulpicioGalba, ilsenatodiede1’incaricoal Pretore Marciodiristaurarenonsoloquesto,ma
anchequellodell’acqua Appia,ilquale più bisogno neavea(2).15.Nellostessoannodi
Roma
608ilpredetto senatopensòdiportare in quella capitale altraquan- titàdiacqua.Dopo
lepiùaccuratericerche fuque- sta trovata nella via Sublacensc in una sorgente che portavasi a discaricarenell’Aniene. Nellostes- so anno608 pertantodalsenato fu commessa la curaaQuinto MarcioRe
,dellafamiglia de’ Regii, di costruire il condotto per introdurvi la detta acquanella viaSublacenserinvenuta,poichécrasico-(i)Frootin.loc.cit.art.6.«ConeipiturAniovetussupra Tibur
XX
milliaria,exira portaniraranam,ubipartemdalinTi- burtiumuauni.»(x)Frontin.he.cil.art.j.
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<0
tioscluto,cheledueacque, l’Appia e quelladell’Anie' nevecchio,eranoallora già insudicientia dissetare inumerosiabitanti,ealloro
commodo
ediletto»16.Quinto Marciosiaccinsesubito ccontut- toil patriozeloallagrandee magnificaimpresa.
Narra Frontino(1),mentre Marciocrasigiàoccupa- tonel lavoro,essersidiffusa per
Roma
lavoce,cheiDecurioni nello svolgereilibriSibillini vi espi- scasserolapretesa notizia,chenonsidoveaintrodurre in
Roma
quell’acquatrovatanellavia Sublacense, e dicuicrasi giàincominciatalaconduttura,ma
sib- bene che lanuovaacquadoveaprendersi diretta- mentedal fìumeAniene.La
cosa soventi volte fu insenato discussa;ma
in fineprevalse ilpartito elainfluenzadiMarcio,e proseguiillavoro del nuovoacquedotto, chepresequindiilnome
di ac- quedottodeil'ac^uaMarciadalnome
del surriferito QuintoMarcio.17.Grandielogjdagliantichi scrittorisiseno datiallespecifiche qualità diquest’ acqua.Strabe- nedichiaradie gloria reliquas aliasvincit. Pli- niolachiama la più limpidadiqualunquealtra acquapossatrovarsi;perciòrecarnon dee mera- vigliachesolafossestabilitapotabile«Potaitota serviret •secondoFrontino(2), ilqualedescrive dettagliatamenteilgirodelprefato acquedotto.
18.Egliraccontache1’acquedotto dell’acqua Marcia aveail cominciamento altrentesimo sesto miglio lontanodaRoma,nella via ValeriaeSubla-
{i)hoc.eit.art. 6.
(a)Fronlin.loe.eit.art,
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11 rense,alladestradelfiumeAniene, eperveniva in
Uoma
dopoungiroeviaggio dimiglia sessantuno.Gli autori de’
monumenti
antichi diTivoli hanno datoilpiupreciso dettagliodelpassaggiodi tale acquedottopeltihurtinoterritorio(1).IlFabretti, econessoaltriarcheologi trovanoanchealpresen*telasorgentedell’acqua Marciainque’fontiche sottola
comune
diÀrsolipressolarurale chiesa di s.Marioscaturiresiveggono.19.Successivamente, cdopo altri cento epiù anni, sottoladominazionediCesare Ottaviano,non soloilcondottodeH’Anieneveccliio,
ma
quelliczian*diodell’AppiaedellaMarciadivenutieranoquasi cadenti edinservibili. Il valentee celebreAgrip- pa, allorailpiùfidoebenevoloconsiglieròdelno- minatoOttaviano,nepresetuttalacura,liristau- rò,ritornandoli inunostato soddisfacente(2).
20.IlCesare Tiberio, successorediCaligola,
avendorimarcato chepelnuovo aumentodellapo- polazione diRoma,edel lusso de’Romani,letreac- que che venivanoinessa capitalenon erano piùba- stcvoliatuttigliusiepiaceripubblici, nel secon- do annodel suoimpero, c nelconsolato diMarco Aquilio Giuliano, e diPublioMannio Asprenate,or- dinòdiportare nellamedesimacapitalealtreacque.
Perciòfecedar principioalla costruzionedi due nuoviacquedotti, iquali,non avendoegli potuto portarli a termine,furono quindi con istraordinarìa
(t)Cap.6.J5.
(a)Froutio.loc.cit.arl.j. eg.<tAgrippajductaiaquaa Ap- piae,Aoieola,Marciaepenediiapsoircitituit.>
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12
magnificenza dal Cesare Claudio ultimati, e la solen- ne dedica seguì sotto
ilconsolato di Siila e Tizia- no neir anno di Roma 803 (1), cioè
ilcondotto dell*
acqua Claudia, e quello deirAniene nuovo. Colle ac- que in questo introdotte, altra ragguardevole por- zione fu tolta dal volume del nostro Àniene
;qua- le condotto, per distinguerlo dalfaltro detto TAnie- ne vecchio, fu denominato col nome di Aniene nuo- vo. Lo stesso condotto delFAnìene nuovo avea
ilsuo principio, ed accoglìea la destinata acqua dal fiume nella via SuLlacense, al quarantesimo secondo miglio in distanza da Roma (2).
L’ acquedotto delfacqua Claudia sembra, secon- do Tacito, r imperador Claudio averlo incominciato presso
ilaghi Simbruini (3), ma Frontino narra più precisamente essersi derivata T acqua in esso condotto, al quarantesimo ottavo miglio da Roma
,nella via Sublacense, da due sorgenti, Tuna Cerulea, r altra Curzia chiamate (1).
Siccome poi lo stesso condotto deH’Aniene nuo- vo passava per terreni coltivati e smossi, e V ac- qua del medesimo diveniva torbida e limacciosa
,fra
ilfiume e rimbocco del condotto fu costruita- una piscina limaria, per farla quivi fermare e de- purare. Malgrado però siffatta precauzione, in tem-
(1)
Fronlin.
loc.cit.art. i5.(2)
Frontin.
loc.cit.art. x5.«Anio novus
viaSublacensì ad
^millianum XXXXII
insuo rivo excipitur ex flumine.
» (3)TaciU Annal.
lib. ii. <tClaudius
fontesaquarum a Sim- bruinis collibus deductos urbi
intulit.»(4)
Fronlin.
loc,cit.art. i5. «Alterinomen, quae ex
fonti-bus Caerulo,
etCurtio perducebatur, Claudiae datum.
»13 podipioggia,sempre torbidaallacapitaleperve- niva(1);
ma
ilCesareTrajanopensòdirimovere siffattoinconveniente.Perottenerel’intentostabili dilasciareil condotto, che direttamenteprendea r acqua delfìumc nelladestra sponda.A
taleef- fettocomandòlacostruzionedi altrocondottopiù superiormenteversoillagoaldiladellavillane*roniana,oveoperchèrAnienediscendessedaluoghi brecciosi,operche perlaprofondità del lago
me-
desimonelpassaggiosidepurasse, l’acqua limpidis- simanelnuovo acquedottos’introducea.Ilrisulta- todiquesto lavoro fu parialprogettoedallespe- ranze deir ottimo principe.21.Imperciocchécostruitol’altrocondotto, co-
me
sopra, racquadelcondottodell’Anienenuovo acquistòipregielequalitàdell’acquaMarcia,an- ziincopia fuquestadaquella superata pc’motivi accennati dalpiùvolte riferitoFrontino(2).22.
Ma
ilfiumeAnione diminuito datantamo- lediacquacheportava inRoma
cogliacquedotti dell’Aniene vecchio, delnuovo,dellaMarcia, e della Claudia, è statoqualchevoltanavigabile?Malgrado ladiminuzionedellapredettamolediacqua,siamo(>)Fronlin.loc. cit.
(a)FrontÌD.loc. cit.art.gS.<Mecaatis fuitprincipi nostro (Traiano) ceterarum aquarumrestituissecopiam,sed gratiam.
Anionisquoquenovivitiaexcludi posse vidicOmisso cnimflunii.
ne, repetiexlacu,qui est supra villaniMeronianam Sublacensem, ubi limpidissimaest, jussit.Nam cumoriaturAniosupraTrebam Augustam,seuquia per saxososmontesdecurrit,seuquia lacus altitudine,inquoexcipilur,depuratur,imminentiumquenemorum opacitateinuinbratu3,frigidisaimus,etlimpidissimus eoperveniL>
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14
assicurati cheai tempidiStrahonc ilnostrofiume era rivestitodella qualitàdi potersi navigare,ed erarealmentenavigabile.Strabenevissesottol’im- pero di Augusto, e morì sottoil CesareTiberio nell’anno 25dell’eravolgare.«Tivoli(scrive Stra-
«bone)citta,presso laqualeè
un
tempio ad£r- colededicato,ed una precipitosacaduta,cheil•navigabileAnienefadaun altissimoluogo,pre-^
«cipitandosiinuna profondavalle, tuttadiselve vestitafinoallacittà,quindiubertosissime
cam-
«pagne percorre(1).»
23.Potrebbe per avventura asserirsiche,dopo lasottrazione dalvolumedell'Aniene delleacquedei quattrosummenzionatiacquedotti, nonpotesse esso fiumeesseresuscettibiledi navigliedibarche da trasporto.
È
cosa però d'altronde indubitata,che nellaetà di Plinioilnaturalista1’Anieneera egual- mentenavigabile,comeaitempidiStrabene. Pli- niofacendoil noverode’fiumichealloraandavano ascaricarsinelTevere, vimetteanche1’Aniene, quale chiamanavigabile (2).Anche l’eruditissimo sig.avvocatoFeaammette chel’Aniene fosse inque*vetustitempinavigabile, echeservissespecialmente pel trasporto de’ travertini.
È
notoinfattichela maggiorparte degliedificjsacrieprofanidell’an-(i)Strabodesitaorbitlib.5.•TiburefaoumestHercalù, et praecepsaqaaedejectus(cataractam vocant
)quemfacitAnio navigabilis,abexcelsolocoioconTallemsesedejiciens,lucisquo obaitamad ipsamurbein,>Ddaperloca iructuosissima perlabitur.»
(a)Pliniolib.3.ari.9. Tiberis,antea Tibrìt,duobuset qnadragijitafloviitanetui,praeeipueautem...Aniene,qui et ipie navigabilit.*
DigilizetrtyQmogle
15 tica
Roma
eranocostruitidelsassotiburtino, ossia del travertino. • Dall’ ingiù di questobelponte«(scriveilsig.Fea) l’Anienecominciavasecondo
«Strabono ad essere navigabile,epare servisse
<particolarmente a trasportarein
Roma
itraver-« tini (1).»
24. Ne’tempia noi più viciniil primo che trovasiparlare della navigazionedell’Aniene,
dopo
Frocopionellib.3.dellaguerra gotica,citatodal sig.dottorCappello(2),èilcantore diLaura.Egli lodimostrainunaletterascrittaaGio:Colonna,secondoillodatosig.Fea, podagroso. « Ioti
mo-
«strerò(scriveilPetrarca)unastrada,nellaqua-
«le,malgradoilviziodeipiedi,nonsarairitarda-
«to, nòsaraicostrettoatoccarelaterra.
Accom-
«pagnatoesostenuto dai servi, teneonderai al
« fiume chescorrepressoletiburtinemura.Quivi
< nellanavicella collocato, ctrascorrendonell’indi- cnato alveo, finchealladestraincontreraiilTeve-
« re (3).»
25.Clemente XIIvolearipristinarelanaviga- zionedcH’Aniene.PaoloIIIdonòquestofiumealla basilicadis.Pietro, affinchèvirestituissequell’uso cheavea sotto GiulioIH,ilqualeloristabilì.Gre- gorio
Xin
losperò. PioVI
lotentònel1792 con chirografo amonsig.Ruffo alloratesorieregenerale,(i)FeaConsìderaMnistoriche, fiùckt, geologiche ec.pag.^i.
nella nota.Roma presso Bourlii.Cappello, saggio della to- pografia fisica del suolo di Tivoli pag. 434-
(a)Cappelloloc. cit.pag.i34- opuseoliscelti scientifici.
(3)Fealoc. cit.Cappelloloc.cit.
~ 'c Dtgitiz.edbyGoogle
16
che Io pubblicò con editto stampato
^con istorie e regolamenti, pe’ quali
sisperava di veder navigabi- le r Anione, anche più in su del ponte Lucano (1), 26. Vi è chi suppone che nella età di Plinio
,c sul principio del secondo secolo dell' era volgare
il
fiume Anione
,abbandonato
ilsublimo scoglio e r alta rupe donde formava la sua vecchia cascata
,di cui
siè fatto parola nel
§.9 e seguenti,
siget- tasse verso la sinistra sponda, c
sifacesse strada ed esito per formarne la nuova. Ma la memoria di que- sto storico e geologico avvenimento sembra non potersi collocare in tempi cosi rimoti. Si pone
,o piuttosto
sicongettura la cessazione della vecchia caduta essere seguita nelfanno 107 di Cristo, in se- guito di una strepitosa alluvione delPAniene, avve- nuta in detto anno
,c da Plinio con forbita ipoti- posi ai posteri tramandata.
«L’Aniene
(narra Pli-
c
nio
) ilpiù placido di tutti
ifiumi, da' ci rcostan-
« ti
borghi quasi trattenuto ed allettato
,minò e
«
distrusse la maggior parte delle selve, sotto Tom*
c bra dello quali trascorre. Screpojò
imonti, ed in
«
più luoghi ristretto dallo macerie de' caduti sassi,
5 mentre
sisforza di rientrare nel suo alveo
,ab-
«
batte le abitazioni
,e
sisolleva sulle vaste ruine
< di esse. Ancora quelli videro questo spettacolo
,«
che trovandosi in più elevati castelli, da tale pro-
« cella non furono sorpresi. Qui veduto avresti
«
quinci e quindi galleggiare fra le onde le pesanti
«
suppellettili de' ricchi proprietarj, e la gli attrez-
«
zi campestri, buoi, aratri e bifolchi, e minuti ar-
{o)
Fea
loe.eit.Cappello
/oc.cit»17
«menti,edinmezzoaquesti,itronchi deglialhe-
« ri,Itravi,edi tettide’villaggi.
Nc
esentifuro- no dasìfiattasciaguraque'luoghi, sui qualiil« fiumenonpotèpervenire; poichédaunapiog-
« giàdi turbinimista,dallenubiscagliati, quelli ancora furono conquassati. Le opere delle più
«splendidevilledissipatefurono, edi
monumenti
« atterrati(1).»
27.Sebbene questaalluvionecons'itetricolo- ridaPliniosiastatadipinta,sembra chenon pos- sa presentareargomento capace a convincere sull’
evento della dispersione della vecchiacaduta dell’
Anioneinepocasilontana.Imperciocchéèindubi- tato,chenellamedesima epoca Manlio Vopisco,ad- dettoallacorteimperialedelCesareDomiziano, e chefuConsolo conAnnioAstanell'anno116dell*
era volgare,sotto 1’imperodi Trajano,costruì la suamagnificavillapresso1’anticacaduta eil tem- pio di Vesta,ladicuiestensioneebellezzaconsi eleganteefioritostilefu descrittadal poetico genio
diPapinioStazio,autorecontemporaneo,ed amico dellostesso proprietario.
28.In quellaetà,incuiVopiscoviveaed ab- bellilepatriespondedicosirilevanteornamento,
mediante laesistenza de’ surriferiti condotti dell’
Anionevecchio enuovo,dell’acqua Marciae della Claudia,ilvolumedelfiumeAnionetrovavasisce- matoediminuitodellanotabilissimaquantità di di- ciotto mila novecentoe trentatre quinarie di ac-
(i)Pliniolib.8.epist. i-j.Fea/oc. cif.ntWAppend.n-i.
pag. 3l.
18
qua (1). Inoltre giunto
ilfiume circa cento e piu metri prima della sua vecchia caduta
,introduceasi nella suddetta età in un ampio condotto, posto nella sponda destra, che portava un grosso volume di ac- que e nella prossima suindicata villa di Yopisco, e nelle altre ville situate sul finire della via delle ca- scatene. Di questo condotto, trovato nel 1833 pres- so r imbocco dei cunicoli escavati nel monte Cadi- lo per la deviazione del fiume Aniene,
sitornerà a parlare a suo luogo.
29. Ora non sembra verosimile, ehe TAniene di- minuito nella mole delle sue acque di 18933 qui- narie di acque, ossia di quasi la meta del suo vo- lume, oltre quella deviata nel prefato condotto, ab- bia potuto, con queir alluvione di Plinio, tanti guasti e tante mine nelle vicinanze di Tivoli cagionare, e molto meno essersi discostato da quelFalto scoglio, donde solea precipitarsi colFantica sua caduta. Nella stessa opinione è ancora
illodato sig. Avvocato Fea,
il
quale sembra persuaso che la predetta alluvione non potè essere producitrice di tanti funesti effetti in Tivoli, e ne*suoi dintorni. «Di quest'alluvione, egli dice,
»
altra mai non
siè allegata, ehe la riferita da Pli-
»
nio
,
nella quale egli descrive con tetri colori
»
una pioggia straordinariamente copiosa, e in con-
»
seguenza danni spaventevoli alle campagne adja-
>
centi, e ville, ossiano case di campagne per deli-
» zie, e non mai alla citta e soborghi, come
sivuol
»
far credere da chi legge superficialmente, e senza
»
conoscere le località. Allora venivano in Roma
(i)
Cabrai
eDel He nionum.
nnt.di
Tivolicap.
6.19
>TAniencvecchio,l'aequaMarcia,TAniene nuovo, er acquaClaudia,edaltrefonti,lequalitutte
« assorbivanolametadelleacquedelfiume(1)*.
30.Alchesembrapotersiaggiungere chePlinio, scrittore dellasurriferita alluvione,eracontempora*
neodiManlio Vopisco,edelpoetaPapinio Stazio.
Nelsuccitatoanno 107dell’eravolgarelapredetta Vopischianavillaononera,odifresco,erecente*
menteultimata; cosi che se quella straordinaria pienaavesse apregiudizio di essa apportate tante mine,eladistruzione dituttiquegliabbellimenti, dondeeraornata e distinta,lostessoPlinioavreb- bepotutofarne qualche menzione; o almeno il poeta Stazio,ilqualencavea cantatolesublimi bel- lezze,con altro poetico slancioavrebbe potutola immaturaperditacompiangerne;poiché nel suddetto anno 107 lasuddettavillaappena, perdir cosisa- rebbe venutaallaluce,ed ancorbambinaperitasa- rebbe.
Non
potendopertanto sostenersi,néattribuirsi allaPliniana piena 1’abbandonodall’Anieuefatto dellavecchia sua caduta,elacessazionedellame-
desima,adaltraepoca,adaltrealluvioni, adaltre circostanze,qualineldecorso delmioscrittosipre- senteranno,siffattoavvenimento deveriportarsi,cd atempinontantoremotidevefarsene ricerca,coii- ciosiachédaitempidiPlinio finoalsecoloV
della volgare era altrestraordinarie piene,edaltre rivo- luzionidellanatura essereavvenutenonvi ha chi possa dubitarne.31.Nell’indicato secoloV, edallaetà in cuivisse
(i)Feahe.eil.cap,8.
DigitizedbyGoogle
20
s.Benedetto, fondatoredeU'OrdlncMonasticonell’oc- cìdcnte,sisachedeitre laghiSimbruini, nobili per ramenità,secondoleriportate espressioni di Plinio,esistentinellesuperiorivicinanze diSubiaco, vedeasenesuperstiteunosoltanto;cosichegli altri due, nello spazio di(juattrosecoliincirca, o per terremoto,operchèleacquesisperdesseronelle visceredellaterra,oporaltrasconosciutacagione nonesistevanopiù(1).
32.Successivamente,edopolaperditadei due laghiSimbruini, nonèdel tuttoimprobabileessersi abbandonati,osottopostiadelledevastazioniicon- dottiche portavanoin
Roma
lesurriferite acque,perlefuneste e moltiplici vicissitudini,dacui
Roma
fu travagliata nelle invasionidi tantebarbaregenti, esegnatamentede'Longobardi,sulfiniredeldetto secoloV
dellaredenzione.33.Ilpontefices.Gregorioilgrande,che sulla cattedra delprincipe degli Apostolisiassisedal590 al604,cisipresentacome testimoniocontempo- raneo ed oculare degli effettiterribili dellalon- gobardicainvasione neglistatiromani,e ne'dintorni dellacapitale.Ilsantoponteficepateticamente e dal piùvivodoloretrafittoracconta ccompiangelefe- ralitracce de'malicagionati daAgisolfo capo e condottiero diquellebrutaliciurmevomitate dall’
Orsa.«Inogniluogo (scrives.Gregorio)veggiamo adolore,inogniluogoudiampianti.Distruttele a città,spianatiicastelli,devastale lecampagne,
alaterraèdivenuta
un
solitariodeserto.Non
viha(i)Kircher Lat. Vet. Ub.4-pari,i,cap.i,
24
»
coltivatore ne’ campi
,non vi ha quasi abitante
»
nella cittk (1).
»34. Quindi in altro luogo collo stesso dolente c lagrimevole metro prosieguo
«Roma
,quella Roma
»
medesima, che già sembrava signora del mondo
,»
veggiamo qual sia rimasa. Abbattuta da diverse c
»
immense calamita, dalla desolazione de’ cittadini,
»
dall’impeto de’ nemici, dalle frequenti mine
•.. .»
Ove è ora
ilsenato, ove
ilpopolo ?... I fanciullit
» i
giovani,
i figlidel secolo, da ogni parte ad essa
»
accorreano in addietro, per avanzarsi nei mondo,
»
ma ora ohimè
Ieh’ ella è desolata, deserta, e op>
»
pressa da gemiti! (2).
»Finalmente
ilmedesimo santo pontefice altrove esclama.
«La feroce nazione
»
de’ Longobardi, uscita come spada dal fodero, con-
»
tro
ilnostro capo
sirivolse, e recò sterminio al
»
genere umano, che a guisa di folta messe era po-
»
poioso, e frequente.
»35. In tale Ingrimevole e desolante stato di cose che potrà essere accaduto de’nostri surriferiti acque- dotti P Ognuno può ìmaginarsi che, abbandonata dì essi la cura che ne* bei tempi della repubblica e dell*
impero erasi avuta per custodirli
:dispersi
icusto- di chiamati dagli antichi Acquarii (3), che di tratto in
(i)S.
Greg.
ilgrande homil,
8.inEzechieL
(a)Il
med. dialog. 3
.cap.
8.(
3
)Clemente
Bartolintantichità talentine pag.
107.riporta
laseguente
iscrizioneD. M.
LAETVS
.PVBLICVS
.POP. ROMANI AQVARIVS
.AQVAE
.ANIONIS
VETERIS
.CASTELLI
.VIAE LATINAE
.CONTEA
.DRAGONES
«
22
tratto lungo gli stessi acquedotti collocati erano
,
non possono non essersi devastati, se non in tutto
,nella massima parte almeno. Ma per avventura po- steriormente la condizione di Roma cangiossi, e so- praggiunsero giorni per essa più felici, e tranquilli?
Gli storici, ed
imonumenti tutti di que’ tempi, po- steriori alla longobardica dominazione, istruiscono
,ed hanno istruito
iposteri, che quindi
sifece luogo a que’ tenebrosi secoli che di rozzezza, e d’ignoran- za
labella Italia ricoprirono. Quali poi inconvenienti, e quale sconvolgimento producesse nelle cose di Roma
il
passaggio e la residenza della pontificale sedia di la degli Alpini monti, ed in quale stato per ciò Ro-
ma
siriducesse
,lo racconta ingenuamente
ilcan^
tore di Laura, contemporaneo testimonio.
«Giaciono
»
minate le abitazioni (scrive
ilPetrarca ad Urba-
»
no V), vacillano le mura, diroccano
itempli, van-
»
no in dimenticanza
isacri
fìcj,le leggi sono con-
»
culcate. Vacillano le abitazioni santissime degli
»
apostoli Pietro e Paolo, anzi può dirsi, che siano
»
divenute mine, ed un mucchio di sassi (1)
».Collo stesso tenore parla a Clemente V.
«Quanti sono
i»
templi, egli dice, che io rimiro, quante le rocche,
»
altrettante ferite lacerano V anima mia. Le mura
»
confuse colle frequenti mine non presentano che
»
gli avanzi funesti di una immensa e addolorata
»
città, c traggono dalle pupille degli spettatori un
»
fonte di lagrime (2)
».36. In tempo dunque de* succennati torbidi, e di
(i)
Petrarca
Epist.lib,3. epist.i.(a)
Loc.
eie.23 tantesciagure,cheper lungastagione,edintanti modi
Roma
elenostrecontradeafflissero,è molto probabile chesuccedesse ciòche soprasièaccen- nato,cioècheiquattro surriferitiacquedotti dalla incuria,dallavecchiezza,cdaaltrecircostanze ana*logheallaqualità dei tempi restassero devastatie distrutti,edilgrossovolumedelleacque,cheper mezzodiessiveniva inRoma,si riunisse all’Anie- ne,ilquale,cosiaccresciuto, epiùfurioso divenuto inforzadiqualcheforteestraordinariapiena,ab- bandonasseranticacadutadescrittada Strabene e daglialtriclassiciscrittori,epiegandoversolaspon- dasinistra si aprisse
un
nuovoesito fraigorghi piùbassi,edacquistatamaggiorviolenza e velocità, cformatoun
abbassamentodell’alveo,sifacessela nuovacaduta,laquale in seguito tanti guai e danni, etantemolestie ditempoin tempo alla città di Tivoliapportò.Ma
inquale età precisaunsìrile- vanteavvenimentopossa collocarsi,lovedremo fra poco.37.Intantosirilevadall’anonimo CronistaSubla- cense,dato in luce dalMuratori,unaspaventosaal- luvioneavvenutanell’anno 1305, nelmesedifebrajo.
Oltreunadirottissima pioggia,siattribuiscelater- ribilepienaacolpa,o piuttostoadinavvertenza di due monacidis.Scolastica,iqualiintaleoccasio- ne avendoindebolitol’argine,cheservivadisoste- gnoallagosuperstite,
come
sic sopra accennato,precipitò esso argine,leacquedel lago medesimo sidissiparono,edunitesial diluvio della pioggia, formaronouna terribilealluvione,idi cui danni sono raccontaticonmaggiordettaglio dall’altroCro-
t
24
nìstaposteriore Mirzio nel
moJo
seguente.•Imonaci»dis.Scolastica invistadellaimmensa inondazione
»dubitando chepotesseaccadere di peggio,daduedi
• essipiùnerborutied animosisistaccarono dal supe- riore
muro
disostegno del lago alcunigrandisassi, ondel’acquapiùprestamentecorresse:laviolenza• peròel’impetodellacorrente futale,cheildetto
»muro,indebolito dallarimozionedi detti grossima-
» cigni,nonpotendosiulteriormente sostenere, indi-
> natosidall’altraparte
minò
,elastessa violenza» sentitadal
muro
nellaparte inferiore delmedesimo» lagofeceprecipitareanchequesto,percui,essen*
»do mancatototalmentel’arginedisostegno della*
• go,lamoledellesovrabbondantiacque essendosi
» precipitata,ene’sottoposti luoghidiffusa, lainon*
dazionepiù che maicrebbe, e diroccòquantole
» siopponca,cportòviafortissimiponti,edaltri
»edifìcj.Quindi specialmenteleacquedel Iago di-
• scioltoperlavalleSublacensecon gran fracasso
»sospinte,e sorprendendocolla celeritàdel corso
»gliuominiagrestine’campi, elemasserie ne’pa- scoli,tuttifurono predadella inondante piena,
«Quindicollo stessoimpetoprogredendonella valle
>dell’Aniene,per lungotrattoville,seminati,ar>
• menti,edalberifuronoconsumatie distrutti (1)».
38.Dalla storia diquestastraordinaria alluvione sideduce 1'esterminio elaperdita deiriiltimo dei trelaghiSimbruini,cagionata dalla indiscretezzaed ignoranza di que’due buoni monaci,iqualicoldi- slocamentodique’ macigni,supponendodifare
un
(1
)Mirzio pressoilsig,Fealoc. cit.nell’appendiceart.3.
Digilizedby^^noglc
25 bene,fecero
un
immenso male ed irreparabile.Inforza di dettapienagrandidannisisarebberosof- fertie nellecampagne Sublacensi, e nella valledell’
Aniene;
ma
di tantaimportanzastatinonsarebbero, sealvolumeinterodel fiume, accresciuto colla dirot- tissimapioggia,nonsìfosse unita tuttalamoledelle acquedelpredettolago, precipitandosiindeclivio conorrìbileimpetoeviolenza.39.Nellamiseranda pienadei20febrajo 1305a
me
sembradivedere,fralealtremine,
succeduta la distruzione delponte Valerio^
chesorgeanella valledell’Aniene,non moltolungidaH'interno della cittadiTivoli,gli avanzi notabilidelqualesonosi discoperti,esiriconobberonell’abbassamentodell’
Aniene,seguito nella fatale rottadei 16novem- bre 1826;
ma
inquestaistessa circostanzaed epoca sidistrusseper avventuralavecchiacaduta dell’Anie*ne,eseneformòla nuovaP
A me
parechenò perquellochesidiràquanto prima.40.
£
qui èdarimarcarsicheintutti i secoli,allasurriferitapiena del1305precedenti, leacque dell’Anienc,benchéildi luialveo corresseinmag- giore altezza diquellochehafinora corso, e facesse lasuddettacadutaprecipitandosi dall’alto scoglio incontroiltempiodi Vesta,penetravano percanali scavatinellevìsceredelmonte,sulqualelacittàè fondata,perdare,ilmovimento c la forza attiva agli opificj costruiti nellaparte inferiore deliacittà.
La
provadichecivienesomministrata con auten- ticidocumentidallavastaerudizione dellodato si- gnoravvocato Fea, dai quali risultache idintorni deltempiodiErcole tantoinTivolicelebratopar-26
tecipavanoancora essi del beneficio delle acque dell’Aniene.
41.Fraicanali,o condotti sotterranei,chescoi*- reanoperleviscere della città,sinoveraquello
,
tuttora esistente,chiamatoilcorso oacquedottodella forma.Ne’secolialiOOOprecedenti questo corso chiamavasi formaantica,cheportavaleacquealle mole deirEpiscopio, a quelle inferiori, epiùlontane dellacittàbassa,callaPorta maggioreoradetta Portadelcolle.
42.
Una
bolla diNicolòpapaprimo di questonome
dell’anno 864, parla dimoleesistentiin Ti- volifuorilaPortamaggiore.Nell’anno982 Amiz- zovescovo diTivoli fauna donazioneallemona-
chedis.AgnesediRoma
fuoridiPortaPia, efra glialtribenidonatisilegge» Terra etaqua de- corrente incivitate Tiburis....abunolatorefor-MA
AiTTtQUA, qua intrataquaad
molasde
basso\etipsa aqua aliunde veniebatusqueinarco,qui estpurusetantiquusintraipsam».Altro privile- gio di conferma di Benedetto VII di una dona- zione,condata dell’anno 978, famenzionedi mole inTivolicollaformaanticapresso VEpiscopio(1).
43.Di piùnel Bollario Cassinese leggcsi altra confermadelpapa Clemente111del1189, nellaquale sifapur menzionedellemole posteinTivoli,in Presta
, enellaformaaPortaoscura. Finalmente inunacostituzione dipapa InnocenzoIIIdel 1205
sienunciano parimentilemolenellaforma a Porta oscura(2).
(i)Featoc. cit.nelsupplemento pag.45. e seg.
(3)Loc.cit.
DigilizedbyGooglc
2T
44.Dalfinquidetto,eco'lumide’ succitati do- cumentisirileva1’antichitàdelletantofamoseca- scatellediTivoli,formate daquellaporzionedelle acquedell’Àniene,lequali,dopoaver datol’attività allemole,e aglialtri opificjesistentiinVesta^sotto VEpiscopio eaPorta oscura,enellaparte bassa dellacittà,vannoariunirsi nella sottoposta valle all'altrovolumedelfiume,dopo essersi presentate sulmarginedell’erbosocolleinsiLeilaepittori- cavista.45. Sirilevainoltrecheilsuddettocondotto,o forma, che portavaleacquenellepreindicatemole dellacittàbassaesottoVEpiscopio,milleanniad- dietroedanche piùera giàchiamata formaantica, especialmente nella riferitadonazionediAmizzove- scovo di TivolidcH’anno982, e nelpiùvetusto di-
ploma
dipapa Benedetto VII del978.46.Oraquesta antichità atempipiùlontani,ed almenoai tempidiAugusto devefarsi rimontare;
essendonotochequesto Cesare sovente portavasi in Tivoli a fareusodel Beneficio delleacque Albule, avedereilsuoamico, e fido ministro, e consiglierò CajoCilnioMecenate,eda tenere nel portico del tempiodiErcole eministrare giustizia (1).Perlo chesembraaffattoincredibile,cheilpreindicato ce- leberrimo tempio e gli annessi edificj col foro nonfosseroanch’essidicopia diacquefornitiper loro
commodo,
uso ed abbellimento,somministrata daquellaformaantica disopraaccennata,laquale ancheoggi passaperque'luoghi,oveesistevailri-(i)BUchicap.4. loc.cit.
28
feritoErculeo tempio,elacuicostruzione e strut' tura portaicaratteridiunaimmemorabileantichità;
percuipotrebbesenz'azzardo asserirsichequest'an*
tichitàsiacontemporaneaallaelevazionee fabbrica dello stessotempio:onde
mi
uniformoalsavio pa- rere delsig.cav.Bischi,allorchédice «La
parte superiore,eprincipalmenteiltempio,edilforo» diErcoleprendealeacquedalcondotto della for- ma, chebipartitolinoaltempiodiErcoleservi-
» vaperesso,epel foro (1)».
47.
Dopo
lasurriferitastraordinariapienadell’an- no 1303,altrepiene ed alluvionisuccessivamente seguirono.La
storiaciaddita quella del1405 sotto GregorioXII, e1’altranel 1420sottoMartinoV
,edunaterzanel1432(2).Credo pertanto la mia Cronacaesseregiuntaadun’epoca, in cuisipuò con qualche fondamento, sebbene sempre presuntivamen- te,collocare il termine della vecchia caduta,che l’Anienc facca incontroaltempiodiVesta, e l’origine dellanuovadirezione delleacquepresa dallo stesso fiume,ilqualeessendosiabbassato nelsuo alveo, piegandoversolaspondasinistra,siaprisseilnuovo corso fra quellerocce,efra que’ dirupi, donde quindi contuttoilvolume sboccando,venisse a for- marelostraordinarioeinimitabilespettacolodella grottadiNettuno.
48.
Ed
inverocircaquestitempi,edopolametà del secoloXV
cominciòa parlarsi di riparazioni dclfAnicne.Monsig. Jannesio di Ciciliane, fattove-(i)Biicbi loc,eit.eup. 4-
(i)Fe»loc. cit, art. Volpilai.vetlib.iS. cap. 6.
DigitizedbyCoogle
29 scovo diTivoli nel 1427 e che cessò di vivere nel1450, improntòal
Comune
diTivolilasomma
di200ducati perservirsenenellariparazione del fiume Aniene,ilqualedeve avercagionato deidanni nellapienadel1432(1).CAPITOLO
IL49.
Dopo
avereabbandonatalavecchia caduta, edabbassato l’anticosuo alveo,doveal’Anienepre*cipitarsidall’altodelsuonuovoalveo,senza stabi- leriparo e sostegno, fra quellecaverneeque’mea-
ti,checoll’impeto dellesueacquescavatisierain*
controalponte;poichédelmuragliene fabbricato per formarelachiusa nonsi famenzioneprima del 1489, e 1490.Nell’anno1489 avvenne unafor- tissimapiena con danniespaventoallacittà. Re- gnavaallorasullacattedra dis.PietroilpapaIn- nocenzoVili. Consapevole questo,e dolentedella sciaguradacuiTivolitrovavasialilitta,vispedì su- bitolostessosuo nipotemonsig. MatteoCibo, della qualità dicommissarioapostolicorivestito,persor- vegliarealleriparazioni, cuisifecedarsubito prin- cipio
, edordinò chesisomministrasseal
Comune un
sussidiodi400ducati. Siccome peròilpubbli- coerarioCamerale trovavasiesausto,condonòallo stessoComune
perannidueilfissotributo delle millelibbrecheinque’tempiTivolisolcaannual- mentepagare.librevedelpapaportaladatadei(i)Fealoc. cil.pag.i3.Nicodeniilib.5.GiuttÌDÌiDÌvescovi di Tivoli pag. 55.
30
13luglio1489. «
Abbiamo
ordinato(diceilsanto .«PadreaiTiburtini)peraltrelettereinformadi•brevealdilettofiglionostro,affineecommissario
« apostolico,chea questanostracittàdiTivolicon- segnila
somma
di400ducati daservirsene ne*•ristauri,enelleriparazionidellarottachiusa del
«fiume:
ma
siccomealpresente1’erario della Ca-•meraApostolicatrovasidepauperato,eda molte
« spesecircondati siamo,cosiper orasuidenari
«deirannualesussidio,chesolitisietepagarealla
«detta
Camera
Apostolica, licondoniamo per due<annidadecorrere dalla data della presente,per cerogarlinelleriparazionididettachiusa(1).>
50.Seinquesta circostanza ècommendevolela generositàd’InnocenzoVili, cdegnadipari
com-
mendazione labontàdiAntonioValleranis,allora conte diTivoli, personadispecchiata probità, il
qualevolleconcorrerealsollievodellacittà,sapen- dosidairicordidella storia, averegli contribuito perloscopode'ristauridellacascatauna
somma
di denarogratuitamente (2).51.Sembra,comegiàsic accennato, chefino all'epocadicuisiparla lanuovacascata dell'Anie- ne nonavesse
un
parapettostabiledi sostegno,e che in occasione delleriparazioniallora ordinate sipensasse distabilirlo. Infattiillodatomonsignor Cibo,commissarioapostolico,venendoinTivoli seco portò rarchitettoLorenzoPietrasanta,il quale,istruitonelle idraulicheteorie per quantoallora
(i)Librotradotto delPetrarca pag.,..
(3)Giuitiniani governatori di Tivolipag. 3.Featoc.cit.pag. iS.
DigitìzedbyGoogle
31 portavanoitempi,dopoavereesaminatoe conosciu- to,che,esistendolachiusa nello stato incuiallorasi trovava,eranoinevitabiliidanniinoccasione di piene, opinòessere necessarialacostruzione di
un
muraglio- ne; esidiede principioall’opera,perlafacileco- struzione dellaqualesiformònel dettomuraglione unaportaperdare esito c scoloalleacque,duran- telalavorazione.Nello stessomuraglionefuimpres- solostemma
del sullodatoInnocenzoVili. Questo muro,questostemma,cquestaportafuronoricono- sciutine’ lavorifattinel1827, inseguitodellarot- taseguitanelgiorno16novembre 1826;ma
l’ar- co di questaportanon bencostruitodal Pietrasan- tafucagione della rottura delmuro,dicuisiavrà successivamente a parlare(1).Ilsig.Fearitrova in essomuraglionealtridifetti,chearchitettonicamen- teesaminaeriporta(2).52. Difattinon molto dopo,cioènell’anno1531 seguinuovaruina della chiusa collesolite funeste conseguenze. Ilpapa Clemente Vili ordinò cheve- nisseristaurataquellaporzionedelmuraglione ro- vinata,evisifeceroicorrispondenti lavori,
ma
con pocasolidità.Imperciocchè nell’anno1564sottoil pontificato diPioIV
nelmesedisettembre,stanteuna fortepienasifeceluogoadaltriguastinelsuddet- tomuraglione di Pietrasanta, Iclamori e Io spa- ventodegli abitanti e della cittafuronotali,chelo stessopontefice a fine di tranquillarlisiportòperso- nalmentein Tivoli,per vederelostatodella ruina, e(i)Bischìhe.cil. pa/r.6.
'(a)Fealoc. cit. ari. 3-j.
ed"byGooglc
32
per ordinarele opportuneesolleciteriparazioni.
In questa occasionePio
IV
riconobbe lo stemma d’InnocenzoVili,comesopra, inessomuraglione scolpito.Quindi,perchèinteressavaall'ottimopon- teficechelenecessarieriparazioni fosseroeseguite conperfezione e prestezza, incaricò dellasorveglian- za lostessoCardinal diFerrara IppolitoD' Este, alloragovernatore di Tivoli. IlmuraglionediPie- trasantafupertantoriattatoerialzatopertogliere tanto declivio, e frenare1'impetodelfiume.53.
Fu
inquesta occasionecheilpredetto Car- dinal diFerrara,avendo ultimata laceleberrima suavilla Estense nelle colline occidentali diTivo-li,
mandò
leacquedel fiumeAnienenelgrandeac- quedotto,scavato nelle visceredelcollesulqualeU
cittàdi Tivoliè fabbricata, colla introduzione delle quali acquedi tanti giuochietante fontane ladettavillarestòabbellita,come
loèancorapre- sentemente,e sentivasiilsuono armoniosodiunor- ganoidraulico, delladicui magnificastrutturae forma hanno con ammirazioneparlatogli storici contemporaneie posteriori, fraiqualiilBejerlinch nelsuoteatro della vitaumana
nefaspecialemen-
zione(1).54.
Dopo
lasuddetta rottura diquelmuraglio- neinostrimaggiori,per impedireinaltracirco- stanzadannisìforti,pensaronodiaprireun
diver- sivopelfiumesottolaportas.Angelo, chesucces-(i)Beyerlincb theat.vii.hunuui.art.organum.Mio ditterla- lienatuli'origina degli organi, e dellecampane,pressoZaccaria dittart.di storia ecclesiastica tom.io.Miastoria di Tivoli tom. S.
pag. j4i.
DigitizedbyCoogle
33
^iVaiticnte fu chiamatola stipa.Questo plausil>il<^
provvedimentofu eseguitonell’anno 1576,essendo papa GregorioXIII,conformerisultadallememorie delZappi. <Siprovvide(dice ilZappi)col fare
«latraversa di grossi travi per mezzodellafiu-
«mana,edivertirloper ima parte fuori le
mura
«dellacittà, ditalsorte benprevisto che, succe-
•dendounaltrocaso,siprovvederà con pocosti-
« pendio(1)i>
Non
sicomprendeperciò,comepos- sadaalcuni asserirsi essere stato fatto dettolavoro sottoladirezionodell’architettoLuigiBernini, il qualenonprimadell’anno1669siportòin Tivoli.55i
Ma
nèiltante voltemenzionatomuraglio- nedi Pietrasanta,nèisuccessivi ristauriin esso ese^guitinel1531enel 1564,furonobastantiagarantire lacittàda nuovi disastri nel 1589.In questoanno àvvennealtrafortissima alluvione,segueladicui,
secondoilsolitoeffetto,fulàinoperosità degliopi- ficj, essendosiabbassato1’alveo del fiumemedian- teunanotabilissimarotturanelsuddettomuraglio- ne.Siccomeilcanale dellastipastabilito,comeso- pra,perdeviarviporzione delleacquedelfiume,
anch’ esso avea giàsofferto,cosìprimadicomincia- releriparazioninellarottura delmuraglionè, si stabilìdifaredeiristaurialcondotto sottolapor- taCornuta(cheèlastipa)perdeviareleacque delfiume(2).
56.Intantosifeceprovvista dilegname,di pie- tre,cdialtri materiali, esiattivarono provviso-»
(i)Tiburlin. reparat. Anien. progett.X. pag.4- (z)Loe.dii
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n4
riamente imolini a cavallo (1). In siffalLa piena
minò
ilmuro
di parapettosopra1’arcodella ri- ferita porta,costruita dal Pietrasanta,cosi che
il fiumetraboccando daquella apertura,ed abbas- sandoralveo, oltreadaverlasciato inutiliedino- perosi gli opificj,abbattè novecase,e fecetemere la
mina
dellastrada dis.Lucia.57.Molti architettifurono chiamati adosser- vareildanno,efraglialtri GiovanniFontanace- lebre idraulicodel ponteficeSistoV, adoperato da essoin tante operedigran momento.Il Fontana fece lasua perizia ragionata,che formaun pre- zioso
monumento
esistente negli atti comunali di Tivoli. Egli non solo dettagliatamenteraccontaidanni eguastiallora avvenuti, eprevedei possi- bili,
ma
eziandiosalutari consiglisomministra, i qualiper economia dispesa, eperdisavventura di Tivolifurono messi in non cale. IlFontanaaven- doconosciutoclic il veloce corso delfiume avreb- be col tempo potuto produrrelaruinadella cit^ta,opinava che un nuovo
muro
si costruisse in- dietro all’antico diecicanne,per isfuggireigran- di pelaghiche sononellaplatea;cheun
talmu-
ro fosse altopalmi 40,e di proporzionata gros- sezza;che questonuovomuro
dovesseesserefian- cheggiatodaaltri duemuri, uno sulla sinistraver- sola città, ondeil fiume non facesse corrosioni nel terreno, eper sostenerelecase,ondenonaves- se asmanciare piùdiquelloaveafatto,poichéol- tre la ruina delle succitate case, altre molte|ijZappipressoilsig.Bischitoc.cit.nellenoie pag. 3o.
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35 cadute sarebbero, se non vi si prendesse rime- dio. Il valente architettoaveaprevedutoquelloclic nel 1826 succedette,pernon essere stato ascolta- to,eper nonessersi eseguitiidi luiconsigli. In fatti il progetto cpianodi esecuzione del mede- simononfuabbracciato.
58.Fragli altri,chein similecircostanzapor- taronsiin Tivoli a vedere edesaminare la qua- lità della rotta deU’Ànicne,lastoria fa menzione delP. Giovanni Roseo dellaCompagniadi Gesù, riputatoesimio architetto,ilqualepropose ancheesso ilsuo progetto.Egliopinò chesidovesse ringrossare di fuoriilmuraglionedelPietrasanta, ecosì,assicu- rarlo;sebbene
un
altroarchitettopernome
Cheru- bini,interrogatodallamagistratura, fossedi avviso cheilnuovomuro
sitirassepiùindietro,nonsottoil cerchioimmediatamente pernonbasarlosopracaver- ne, grotte, criperuinose. Taleparereeradegnodi considerazione;ma
quellodelP.Roseo prevalse, e fu eseguitonelgonnajodel1592.59.La sopraddetta rotta del 1589 puòquasi rassomigliarsia quella del 1826. Ilpatrio scrit- toreAntonioDel Re nellasua manoscritta storia, conservata nellabiblioteca della eccellentissima ca- saBarberini,neraccontail luttuosoragguaglio ne’
seguenti termini.«Viene detto Anieneda Orazio
«descritto precipitoso,perche da altofrasassicade
« inuna profondavalleo catarattadetta di sopra,
« e fagran rumore,di cui fa ancora menzione
«BiondoFlavio;c inessofìumevi entranomolti
•rivic fontiperlavallede’munti ondeeglipassa.
«Sicchédi
mano
inmano
dalsuonascimentocre-DigitizedbyCoogle
3G
« srendofinodiearrivi a Tivoli,cche siscari-
« diinel Tevere.Ne’tempidi pioggecresce tan-
« to che rende spavento. Sovente fa grandissimi
« danniaiponticvignee possessionidievicon-
« finano, c allecase, e
muro
che losostenta in« alto per prendere le acqueper servizio degli
« edificj dellacitta.Siccomeultimamente fecenell' anno 1589 nel mese di decembre,emoltealtre
«dopo fino all’anno1597,che guastò detta
mu-
« raglia,clic lososteoea, fino dai fondamenti,con
« una quantità di case cd orti e vigne che vi
« confinavano,con grandissimoeinestimabildanno privatoepubblico,edancoil ponte di Ponti-
«celli,e quellonaturaledel PonteLupo.
La
qual« parata,cioè muragliache sostentadetto fiume,
« furifatta con moltaspesa,dettoanno 1597,e
« detti pontie dettecaseancora si vedonorovi-
«nate. Dal che sipuòconsiderare ilgrandissimo
« danno che fece allacittà,tantoalpubblicoche
« alprivato,che ancoranedura la memoria; e fu piuttosto flagello di Dio,checosa naturale(1). » 60.Il Del
Re
accenna,come
si vede,che dal 1589fino al 1597 vifurono diverse fortissimeal- luvioni, fra lequaliquella è compresa del 1592.Idanni erano già incominciatinel 1589. Larotta del muraglione, che seguì in essoanno 1592,fu puredi grave momento. Secondogli autenticido- cumentiche ancoraci restano, nel 1593sembrano esserestate terminateleriparazioni.11Crocchian- tcnarra così.«L'anno 1592 ruinò talmentel’
im-
(i)Prestoiltig.Featoc, cil.pag
.
itì.
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37
«peto del fiumetina parte de’muri della cascaUi,
• eheoltreadaver sommerse molteease e chiese,
« più noncorrea 1’acqua per isuoi canali agli
€opificj, de’ qualine abbondalacittadiTivoli;
«ebenchévi usasseroiTiburtini tutte lediligcii-
«zc,anchecon spesaesorbitante,per farechele
«acqueritornasseroal suoletto,onde disperando-
« sidelsoccorsodell’arte,pensarono di ricorrere alladivina,implorando 1’ujuto dis.Giacinto.La
•notteprecedente alla sua festacadde un gran
«
muro
sullabocca,dovetutto precipitavail fiu-«
me
, e facendoargine adesso,ritornòl’acqua« negliedifiej.Tosto i cittadini fabbricarono un
•grosso
muro
su quella ruina(1).>61.
Lo
stesso autorequindi prosieguo adire, che que’religiosie buoni maggiori nostri,persua*sidelmiracolo dis.Giacinto,pereternarnela
me-
moria,sull’orlo dellacascata, versola sponda si- nistra, oltre le altrepieperpetuedisposizioni dalla pubbliearappresentanzastabilite,costruirono una icona,in cuifudipinta la immagine delSanto; quale iconahaesistitofinoal novembre dell’an- no 1834, in cuico’lavori delnuovopontedi pie- tra sullachiusa furicoperta.Da
documento au- tentico, estratto dall’archiviodella compagnia ed ospedaledi Sancta Sanctorum di Roma,clicS. E.ilsignor D. Vittorio Massimo principedi Arsoli,
si'cdegnato di farmiconoscere, colmezzodiS.E.
Reverend. monsig.Francesco Massimo,ilqualecon istancabilc attività e zelo sorveglia ai lavori del
(i}Croeciiiaoicloc. sit.
Vfc.--
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