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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1250, 17 aprile

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BAN CH I, FER R O V IE, IN T E R E S SI P R IV A T I

Anno XW — Voi. XXIX

Domenica 17 Aprile 1898

N. 1250

LA CONVERSIONE DEI DEBITI

Nella relazione sul disegno di legge per I’ asse­ stamento del bilancio, l’ on. Rubini con sobria ma efficace analisi rende conto degli effetti portati sul bilancio dalle leggi di conversione del debito pub­ blico, proposte dall’on. Sonnino.

E ’ noto che per dette leggi di conversione è fatto obbligo alle Opere Pie, di convertire il consolidato 5 e 3 per cento lordo, di cui sono proprietarie, in consolidato 4,SO per cento netto; con questo, che viene loro accordato il compenso dell’aum ento del 13,20 al 2 0 p er cento dell’imposta di ricchezza mobile.

L e concessioni effettuate nell’ esercizio 1 8 9 6 -9 7 e nel 1° semestre dell’ esercizio in corso per questo titolo, am montarono ad una rendita annullata lorda di L. 2,731,686.32, da cui detraendo l’ am m ontare della imposta 20 p er cento in L. 54 6 ,3 3 7 .2 7 rim ane una rendita di L. 2 ,1 8 5 ,3 4 9 .0 5 ; - la rendita netta 4,50 p er cento creata fu di L. 2 ,1 8 5 ,3 4 9 .0 5 più L. 185,754.61, in totale quindi L. 2,371,053.66.

Il bilancio quindi è aggravato di un maggiore onere perpetuo di L. 185,704.61.

In quanto al capitale nominale iscritto, esso era i di L. 55,2 9 8 ,2 3 2 .4 7 ed ora è di L. 52 ,6 9 1 ,1 9 2 .4 4 , quindi un minor debito capitale di L. 2 ,6 0 7 ,039.03 Questo risparmio di circa due milioni e mezzo di debito capitale, costa dunque oltre 185 mila lire l’anno in perpetuo.

P e r ò in questa conversione del consolidato a p ­ partenente alle Opere pie, la legge si obbligava a p ­ punto di dare agli stessi enti morali un compenso per la maggiore imposta del 6.80 per cento portata dalla nota legge S o nnino; è naturale quindi che dovesse risultarne u n onere e l’onorevole R ubini nella sua relazione non si trattiene nem m eno a rilevarlo.

Ma la detta legge 8 agosto 1 8 9 5 di conversione, dava facoltà ai privati di convertire in 4 e 4 .5 0 per cento netto il consolidato 5 e 3 per cento lordo, come pure alcuni dei debiti redimibili ed i buoni del T e­ soro a lunga scadenza, concedendo anche su p p le­ menti di ^rendita per le grosse partite che si pre­ sentavano* alla conversione.

Il risultato ottenuto da queste disposizioni si r ia s ­ sume nelle seguenti cifre :

Rendite al lordo annullate... L. 9 ,9 0 2 .2 6 2 .7 8 Meno ricchezza mobile e ta ssa di ne­

goziazione p e rd u ta p er il bilancio » 2 ,0 3 2 ,8 5 0 .5 9 Onere effettivo del bilancio an nullato L. 7, 869,412.19 R en d ita nuova al n e tto c r e a t a .. » 8 ,0 9 1 ,9 8 2 .0 8 Maggior onere risu lta n te per il b i- --- --- .— lancio... L . 2 2 2 ,5 6 9 .8 9

Se invece della rendita si osserva l’effetto delle conversioni riguardo al capitale, si ha :

Capitale a valor nominale annul­

lato... L. 2 2 7 ,5 0 2 ,9 9 9 .2 0 Capitale a valor nominale creato » 1 87,184,057.33 Minor capitale... L. 4 0 ,3 1 8 ,9 4 1 .8 7

Osserva qui l’on. Rubini :

« Contro un vantaggio, quindi di L. 40,3 1 8 ,9 4 1 .8 7 di debito capitale a valor nominale in più del creato, che si sarebbe dovuto estinguere gradatam ente nel corso di molti anni, si ha il danno fra maggiori in­ teressi e perdita di tasse, di annue L. 222,569.89 delle quali la parte che riflette i maggiori interessi è a tempo indefinito ».

Esam inando alcune delle singole operazioni si nota che le obbligazioni del Tevere al 5 p e r cento lordo ammortizzabili da 3 4 a 44 anni e non soggette a tassa di negoziazione furono convertite per un c a ­ pitale nominale di L. 37,5 5 2 ,5 0 0 che richiedeva per interessi al netto L. 1,702,100. La rendita 4 ’/, per cento al netto creata, rappresenta una cifra di lire 1 ,5 5 5 ,5 0 8 di interessi ed un capitale di 84,566,844.44 lire, compresi i 16 centesimi per ogni lire 4 ,5 0 di rendita data in cambio, accordati come premio.

Ma dai prospetti allegati alla relazione risulta che il valore di borsa dei titoli annullati era di Li­ re 35,118,090.61 e quello dei titoli dati in cambio, di L. 35,307,611.92. «Q uindi — osserva anche qui l’on. Rubini — registriamo bensì un debito in capitale nominale di L. 2,98 5 ,6 5 5 .5 6 minore, ma ci assog­ gettiamo a pagare ogni anno L. 5 3,408 di interessi in più a tempo indefinito, sin quando, cioè, si r e n ­ derà possibile una conversione del 4 1/t per cento ». Egualm ente per le obbligazioni ferroviarie 3 0 /o convertite p®1 la som m a di L. 3 5 ,6 2 4 ,7 0 0 di ca­ pitale n o m in a le , si è ridotto il capitale a L. 21,182,199.96 in 4,50 per cento al netto, ma si ha un maggiore sborso annuo a tempo indefinito, di L. 5 0 ,1 6 6 di interessi oltre la perdita della tassa di negoziazione, di L. 27,089.

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242 L’ E C O N O M I S T A 17 aprile 1898

Infatti, le leggi Sonnino si risentono della fretta i con cui furono studiate e compilate, non solo, ma hanno il grave difetto di essere state concepite ed approvate in un momento, nel quale egli aveva dipinta la situazione del bilancio e del debito pub­ blico con tinte così oscure che si doveva credere che per luoghi anni sarebbe continuato il discredito nel quale era caduto il nostro consolidato. Giudi­ cando quindi delle operazioni considerate in se stesse, ha ragione l’ on. Rubini di affermare che esse si risolvono nello anticipare oggi delle scadenze per evitarle più tardi, aggiungendo un premio non di- spregevole e pagando con rendita valutata a u n prezzo che con tutta probabilità fra dieci, venti, cinquanta anni, sarebbe migliore.

E tal premio rappresenta una somma annua la quale, coi frutti produrrebbe a suo tempo più della differenza tra il capitale nominale annullato e quello c re a to ; può ren d e re consigliabile tale operazione solo la speranza che si possa in breve tempo so­ stituire al consolidato creato, altro titolo a più basso saggio di interesse.

Se la potenzialità del bilancio non permette di - provvedere alle scadenze al rimborso dei debiti redi­

mibili, potremo allora rico rrere al consolidamento — osserva il relatore — ; e in allora i titoli ven­ duti in piccole partite, non eccedenti la facoltà di assorbimento naturale del mercato, si collocheranno verosim ilmente a condizioni migliori.

T utto questo dimostra quanto delicata sia la m a ­ teria del credito pubblico e come sia consigliabile che non si ponga mano a riforme se non dopo studi ponderati e in ogni caso mai sotto l’ impero di con­ dizioni eccezionali, che possano prem ere sui corpi de­ liberanti.

Lf HSE DEÜ'M HE ■SIILE E CUBILE

d e l l a G e r m a n i a

L’Economista ha pubblicato, or non è molto, uno

studio statistico sulla espansione commerciale della Germ ania ’), dal quale i lettori hanno potuto rilevare l’ importanza del fatto di cui si tratta. Ma non bisogna limitarsi a constatare quella espansione industriale, com merciale e coloniale; occorre anche cercarne le cause, o per meglio dire i fattori. Non tutti coloro che si sono occupati di questo interessantissimo a r ­ gom ento sono concordi nell’ attribuire a certe cause ¡1 progresso economico generale delliuG erm ania, nè forse è ancora possibile di determ inar ®con precisione le cause m edesime. Ma è p u r sem pre interessante di conoscere a quale concorso di circostanze si at­ tribuisce, da chi ha studiato lo sviluppo economico della G erm ania, il progresso industriale e com m er­ ciale di quel paese negli ultimi tempi. Questo è stato fatto da uno scrittore francese, Georges Blondel, che dopo essersi occupato in un pregevole volume, insieme ad alcuni collaboratori, delle popolazioni ru ra li e della crise agraria nella G erm ania, ha vo­ luto esam inare l’ espansione com merciale di questo Stato la cui potenza politica è stala uno stimolo ef­ ficacissimo a progredire anche nel campo economico. 11 Blondel crede che tre cause meritino special— *) *) V eggasi i numeri 1236 e 1237 (9 e 16 gennaio u.s.

àz\\' Economista.

mente l’attenzione, e cioè: il tem peram ento delle razze germ aniche, l’ istruzione data ai giovani tedeschi, e il metodo scientifico col quale agiscono. Considera in seguito P azione del governo, riguardo cioè agli incoraggiamenti dati alle scuole e al commercio e rispetto alla politica commerciale che, è noto, si è ispirata al protezionismo. Noi lasciamo da parte l’ a ­ zione del Governo, almeno in questo articolo, per considerare le tre cause dal Blondel ritenute come principali coefficienti dello sviluppo economico della Germania, non senza ricordare che il nostro autore è un francese e nei confronti che istituisce ha in mira il suo paese.

Del tem peram ento germ anico, egli dice, bisogna soprattutto notare che la razza tedesca è essenzial­ mente invadente. Essa ha avuto a traverso le età trascorse, ha ancora oggidì una forza considerevole di espansione.

P er convincersene basta studiare il modo con cui i tedeschi hanno occupato I’ Europa centrale, coloniz­ zato e germanizzato a poco a poco paesi a lungo abitati dagli Slavi.

Lo spirito industriale è in Germania più energico che in F rancia; questo fatto è ammesso dal Blondel senza contestazione. Nè meno incontestabile è la ten­ denza ad em igrare delle razze g erm a n ich e ; è con una forte emigrazione che si manifesta la forza di espansione di quelle razze; l’ aum ento della popola­ zione spinge ad em igrare e l’emigrazione alla sua volta stimola la produzione um ana. L'em igrazione degli uomini ha per conseguenza quella dei capitali la quale suscita una folla d’ imprese nuove.

E la forza d’ espansione della razza germ anica dà dei risultati tanto più importanti, inquantoche va con­ giunta a una tenacia, alla quale bisogna rendere omag­ gio. Il tedesco non ha di quei colpi di testa eroici e di quegli slanci di entusiasmo, di cui le razze latine sono talvolta troppo fiere. Esso ha conservato nel suo carattere qualche cosa di quella vis durans di cui parlava Tacito, e che in ogni materia è una condizione di successo. La sua volontà è a lunga portata, ed egli cerca di mantenerla con un entrai-

nement giudizioso, con una intensità moderata, ma

sem pre eguale, in modo da non avere mai bisogno di dom andarle dei prodigi, di cui la giudica a ragione incapace.

Ma in fatto di temperam ento c’ è u r i altra qualità delle razze germaniche che va messa in luce, ed è lo spirito di associazione. 1 tedeschi sembrano oggi convinti che è in una specie di equilibrio tra la concorrenza individualista e l’associazione, che bi­ sogna cercare il vero regim e economico moderno. E ’ in materia economica specialmente che l’ uomo isolato non può quasi nulla. Il concorso degli ele­ menti più differenti è indispensabile, quando si vo­ gliano ottenere dei resultati di molta importanza.

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17 aprile 1898 L ’ E C O N O M I S T A

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necessario per l'Inghilterra di rinunziare all’ azione separata, divisa, isolata, per sostituirvi lo accordo, l’associazione, l’ unione.

E ’ certo che in Germania alcune industrie, com e quelle estrattive m inerarie, sono oggidì dirette controllate, come si dice, da potenti sindacati; — uffici centrali di sindacato sorvegliano e dirigono lo andamento della produzione e del commercio nelle industrie metallurgiche. Così un sindacato potente si è formato qualche anno fa tra 73 stabilimenti di costruzioni e di metallurgia ; diffuso oggidì nel mondo intiero ha fondato esposizioni permanenti in un certo numero di citta e si studia di conquistare l’America meridionale. Non c’ è ora città di qualche importanza in Germania che non possegga una società di in- coragginmento dell’ industria tedesca in generale o dell industria locale. Molte di esse promuovono espo­ sizioni, distribuiscono ricompense e pubblicano o r ­ gani speciali per la cura dei loro interessi tecnici ed economici. Fra tutte, l’Associazione Centrale degli industriali tedeschi ( Centralverband deutscher In -

dnstriellen) fondata nel 1876, spiega una grande

attività; il suo segretariato serve d’ ufficio d i'in f o r ­ mazioni e di punto di riunione per num erose a s ­ sociazioni locali, cam ere di commercio, e privati.

La potenza dello spirito di associazione si fa se m ­ pre più sentire nella vita industriale contemporanea; esso può aver trovato alimento in cause di varia natura, come nel bisogno di difendersi contro le coa­ lizioni operaie, nella tendenza a prem ere sul governo per ottenere vantaggi e favori, può anche derivare dalla necessità di dare alla produzione, artificialmente sviluppata dal protezionismo, un andamento sicuro e pi udente ; ma il fatto è che quei sindacati, quelle associazioni, hanno cooperato efficacemente a svolgere d commercio esterno della Germania.

La seconda causa che spiega lo sviluppo economico (h quel paese è l’ istruzione em inentem ente pratica data alla gioventù tedesca. Senza estendersi su questo punto, basta osservare che i giovani tedeschi sono educati ora molto più dei giovani francesi (possiamo aggiungere: e italiani), pel lavoro, la vita attiva, lo sterzo di tutti gli istanti. In tutti i modi si cerca che la istruzione di coloro che direttamente o no si occupano di affari sia pratica, cioè formata di cognizioni utili di geografia, delle lingue estere, dalle cognizioni sulle costituzioni, sugli usi e costumi dei popoli ecc. Nè i tedeschi più agiati sdegnano di i n ­ viare i loro figli all’ estero perchè vi imparino un mestiere, la lingua, il modo di condurre gli affari e simili. E tutto ciò contribuisce a formare un p e r ­ sonale capace, attivo, istruito che conosce con chi deve mttare, dove ha da fare i maggiori sforzi per vincere, i bisogni, i gusti, le tendenze dei mercati, dove si propone di esitare le merci, che la m adre patria produce.

Ma questa educazione pratica dà frutti tanto m i­ gliori di quelli ottenuti in altri paesi, perchè non è nnetta a caso, bensì con metodo scientifico. La scienza lla una funzione decisiva nella vita economica dei popoli ; e in Germania si è elevato lo studio del c o m ­ mercio e dell’ industria a vera dignità scientifica ; essa 3 P?rlat0 allo sviluppo del suo meccanism o co m ­ merciale, per così dire, lo stesso spirito metodico che

’ r.ness° nelle aItre materie. Vi sono oggidì in G er- ania nou meno di ventiquattro scuole superiori di ramerete ( Hochschulen) senza contare le scuole m e

-e T 16116 inf-eriori. M-entr-e in F rancia l-e 11 scuol-e

superiori di commercio hanno 633 allievi la sola scuola di Annover ne ha più di mille, con ottanta professori, quella di Lipsia più di settecento. La

Technische Hochschule di Berlino aveva nel 1896,

2 3 1 3 studenti. Ed è da queste scuole che sortono quegli « esploratori » che vanno in lutti i paesi del mondo incaricati di visitare i porti, gli arsenali, le grandi officine ecc. e che sono autorizzati, per meglio dissimulare la loro nazionalità, a stabilirsi all’ estero a farsi naturalizzare, alla condizione, dice il Blondel, che rimetterranno agli agenti consolari e diplomatici i particolari esatti di tutto ciò che avranno appreso e sorpreso.

• Ma oltre la istruzione commerciale è assai curala quella tecnologica. Tutto ciò che riguarda i progressi dell’industria, l’insegnamento professionale in genere è favorito continuamente nel pensiero che si tratta di u n ’ opera patriottica e altamente proficua. Lo svi­ luppo delle scuole professionali ha agevolato il pro­ gresso scientifico dell’industria, che approfitta di tutte le innovazioni ; è ad esempio alle scuole di tessitura che l’ industria tessile tedesca deve una buona parte della sua forza e della sua estensione. E lo sviluppo preso dalle industrie chimiche è dovuto al gran n u ­ m ero di tecnici di scienziati e di abili direttori che le scuole professionali hanno formato. Oggidì ogni mestiere ha in Germania le sue scuole speciali or­ ganizzate in vista dell’ applicazione scientifica: la Gassa di previdenza dei minatori di Vestfaglia, per citare un solo caso, mantiene 13 scuole preparatorie al mestiere di minatore. Queste scuole sono tanto più utili dacché l’antica forma del tirocinio si è modificata a misura che si svolgeva la grande industria. Il pa­

drone non desidera insegnare ai suoi apprendisti tutti i particolari del mestiere, come faceva un tempo per­ chè teme di crearsi dei concorrenti. L ’ insegnamento professionale specializzato vi supplisce efficacemente.

Ora il concorso delle cause sopraindicate e di al­ tre, che per brevità qui omettiamo, ha dato per r e ­ sultato la grande espansione commerciale e industriale della Germania, fatto sul quale avrem o occasione di richiam are ancora l ’attenzione dei lettori, perchè è certo dei più importanti di questo momento storico.

INTORNO IL CENSIMENTO GENERALE BEL REGNO

E ALLA SUA ESECUZIONE *)

È noto ai cultori della Geografia, non meno che a quelli della Statistica, come fra queste due disci­ pline vi siano relazioni attive e passive. Poiché, se la Statistica riceve dalla Geografia fisica molte no ­ tizie riguardanti i fenomeni fisici territoriali, la cui cognizione le è necessaria per investigare la influenza dei fenomeni naturali su quelli sociali e politici, non è men vero che la Statistica presta alla Geografia, e in ¡specie a quella politica, il proprio materiale num erico per le sue descrizioni.

Ma la Geografia politica, limitala un tempo alla descrizione delle divisioni am m inistrative delle loca­ lità e città notevoli, dei prodotti industriali, delle *)

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244 L’ E C O N O M I S T A 17 aprile 1868 forze militari ecc., si appoggia ormai in modo spe­

ciale alla Demografia, o statistica della popolazione, la quale ci fa conoscere com e le società amane, considerate dall’ aspetto quantitativo, si perpetuano, aumentano o diminuiscono, come gli uomini si ag ­ gruppano o si distribuiscono sulla superficie della T e r r a ; così analizzando in certo modo la vita e la m orte nella specie um ana, ne misura la intensità e indaga lo cause che determ inano i cambiamenti nella composizione e nello stato delle popolazioni.

Donde la necessità pei cultori della Geografia di seguire continuam ente le operazioni statistiche, che si^vanno compiendo nei vari paesi, allo scopo di conoscere le mutazioni avvenute nel num ero, nella composizione e nella distribuzione delle popolazioni, di cui può dirsi, come degli atomi di Democrito, che sono in una condizione perenne di movimento.

O r bene, tra i paesi che negli ultimi anni hanno dato alla Geografia il ricco materiale statistico che si raccoglie con i censimenti della popolazione, non può trovar posto l’ Italia, la quale, invece, ha dato nel 1891 il non bello esempio di rim andare ad altro mom ento la esecuzione di u n 'o p e ra altamente civile e d ’ incontestabile necessità, qual’ è appunto il Cen­ simento. E ’ nota la causa di questo deplorevole, e più volte deplorato rinvio: la situazione finanziaria dello Stato, che non consentiva nuove o maggiori spese, ma anzi imponeva la riduzione di quelle già assunte, nonché la condizione dei bilanci dei Co­ m u n i, furono addotte a giustificazione di un rinvio di spesa, la quale non è certo grave nel suo com­ plesso e che ad ogni modo doveva essere ripartita fra tre esercizi finanziari.

Com unque sia riguardo alla entità della spesa e all’aggravio che ne avrebbe risentito la finanza, ò fuor di dubbio che il Censimento doveva farsi alla epoca stabilita, perchè esso è indispensabile per la stessa amministrazione dello Stato. P e r convincersene, basta considerare che sono numerosissime le dispo­ sizioni di leggi e di regolamenti che richiedono, per la loro applicazione, la conoscenza del num ero esatto degli abitanti dei Comuni. Se ne dà qui appresso un saggio, onde apparisca chiaro che il censimento è reso necessario dallo stesso nostro ordinamento a m ­ ministrativo *) :

I . Legge sulla pubblica istruzione 13 novembre I8b9, agli articoli 195, ‘100, 321. — II. Legge 28 lu­ glio D 6 I, n. 132 sui pesi e misure a ll’a lt. 17. - III. Legge 20 marzo 1865, n. 2248 sulle opere pubbliche [atlf F della legge di unificazione amministrativa) all'art. 42. — IV. L eggi 20 marzo 1865, n. 2248 e 23 dicembre 1888 sulla tutela della sicurezza pubblica a ll’art. 2. — V. Legge 15 giugno 1865, n. 2397 sulle privative erariali all’art. 17. — VI. Legge 25 g iu ­ gno 1865. n. 2360 sull’espropriazione per utilità pub­ blica all’art. 87. — VII. Convenzione monetaria

') Alcune di queste leggi sono state modificate da altre di data posteriore; ma le disposizioni sopra r i­ chiamate furono riprodotte, almeno nella sostanza loro, nelle leggi successive. L ’ elenco riportato qui come saggio delle disposizioni che richiamano i dati sulla popolazione in parte è tolto dal volume: Studi p rep a ra to ri p e r il 4° Censimento decennale della po­ polazione del Begno.(Roma.. tip. Bertero, 1892), in

parte risulta da ricerche compiute per merito del­ l’avvocato G. Bertolini di Portogruaro, con qualche aggiunta suggerita da G Marinelli; — ma è ben lontano dall’essere completo.

(Lega latina) 23 dicembre 1865. dove gli stati del­ l’Unione si obbligano di non coniare più di 6 lire per abitante. — V i l i . Decreto legislativo 28 giu­ gno 1866, n. 3018 sul dazio consumo a ll’ art. 3. — IX . Legge 30 agosto 1868 concernente la costru­ zione e sistemazione delie strade all’art. 1. — X . Legge 11 agosto 1870, n. 5784 sulle tasse d’esercizio riven­ dita, vetture, domestici, all’art. 17. — XI. Legge 20 aprile 1871, n. 192 (serie II) concernente la riscos­ sione delle imposte dirette all’art. 2. — X II. Legge 8 giugno 1874, n. 1937 sui giurati agli articoli 2,

14 , 21. — X III. Legge 8 giugno 1874, n. 1938 sul-

l’ esercizio delle professioni di avvocato e procura­ tore all’art. 13. — X IV . Legge 15 luglio 1877, sul l’istruzione obbligatoria all’ art. 9. — X V . Legge per l’imposta sui redditi di ricchezza mobile, approvata con R. D. 24 agosto 1877, n. 4021 a ll’ art. 42. — X V L Legge 25 maggio 1879, n. 4900 (serie II) sul­ l ’esercizio del notariato agli articoli 2, 17, 78, 135. — X V IL Regolamento per l’esecuzione della legge sul riordinamento del notariato ; approvato con R. D. 23 novembre 1879, n. 5170 agli articoli 2, 52, 77, 94, 95. — X V III. R. D. 19 aprile 1885, n. 2099 col quale è approvato il testo unico delle leggi 1 maizo 1885 e 9 luglio 1876, sui maestri elementari all’ art. 1. — X IX . Tabella per la tassa del registro ammessa alla legge 17 maggio 1886, n. 2933 in materia delle fiere e mercati. — XX. Regolamento per i sali e tabac­ chi approvato con R. D. 14 luglio 1877, n. 4809 al- l’art. 114. — X X I. Regolamento unico per l’ istru­ zione elementare approvato con R D . Ì0 febbraio 1888. n. 5292 agli articoli, 3, 9, 21, 108, 109. 110, 111, 112, 113, 115, 116, 117, 128, 129. — X X II. Legge 6 agosto 1888, n. 5655 sul reclutamento del R. eser­ cito all’art. 15. — X X III. Legge 22 dicembre 1883, ri. 5840 sulla tutela dell'igiene e della sanità pub­ blica agli art. 3, 8 — X X IV . Legge 22 dicembre 1888, n. 5858 che modifica la legge 16 dicembre 1878 pel monte delle pensioni per gli insegnanti nelle scuole pubbliche elementari all’art. 3 . —• X X V . Te­ sto unico della legge comunale e provinciale, appro­ vato con R. D . 10 febbraio 1889 agii art. 13, 14, 16, 17, 18, 21, 123, 136, 173, 209, 228. - X X V I. Regolamento per l’esecuzione della legge sull’ammi­ nistrazione comunale e provinciale approvato con R. D. 10 giugno 18S9 agli articoli 75. 86. — X X V II. L egge 17 luglio 1&89 sulle istituzioni pubbliche di beneficenza agli art. 5, 56 b, 59 c. — X X V III. Legge doganale approvata con R. D. 8 settembre 1889, n. 6387 all’art. 82. — X X IX . Regolamento 9 otto­ bre 1889, per la esecuzione della legge sulla tutela dell’igiene e della sanità pubblica agli articoli 37, 38, 39 e 102. — X X X . Legge 30 marzo 1890, m 6702 che dà facoltà al governo di modificare la circoscri­ zione giudiziaria del regno e migliorare gli stipendi della magistratura a ll’art. 2. — X X X I. Legge sulle opere pie 17 luglio 1890, n. 6972 agli articoli 51, 56, 59. — X X X II. Legge elettorale politica 5 mag; gio 1891, pubblicata con R. D. 14 giugno 1892 agli art. 3, 46, 47. — XXX ILI Legge 8 agosto 1895, sul consolidamento del dazio consumo, art. 6 e IL — X X X IV . — Regolamento generale per l’ istruzione elementare appi-ovato con R. D. 9 ottobre 189o, n. 623, art. 6 9, 15, 16, 91, 94, 95, 97, 98.

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crimino-17 aprile 1898 L’ E C O N O M I S T A 245

logia o di politica — bisogna ricorrere ancor oggidì ai dati forniti dal terzo Censimento che risale al 1 8 8!; o, con altre parole, si adoperano dati che, notoria­ mente, per quanto siano integrali con altri, non rappresentano esattamente la realtà delle cose. Poi­ ché, è ben vero che la Direzione Generale della Statistica pubblica ogni anno i volumi sul movimento dello stato civile, sull’ emigrazione, sulle cause di morte, ecc., e calcola in base al saggio d' in c re ­ mento della popolazione (ricavato dai due ultimi Censimenti) il num ero attuale degli abitanti ; ma è noto, da un lato, che la statistica del movimento della popolazione non può sostituire l’operazione del Censimento, del quale anzi ha bisogno come punto di partenza, e dall’altro che la popolazione calcolata non corrisponde a quella censita.

Sul primo punto, osserverò con un venerato m a e­ stro, con Francesco F e rra ra (Studi sulla popolazione,

della Sicilia, 1840) che « Censimento e movimento

di popolazione seno due cose affatto diverse, che il solo volgo dei lettori alcuna volta confonde, e che forse hanno men dipendenza fra loro di quella che uomini, anche intelligenti, suppongono. Diverse, per­ chè il Censimento non considera la popolazione che ad un’ epoca data, la quale tanto meglio sarebbe prescelta, quanto fosse più breve ; laddove il movi­

mento lien d’occhio le ulteriori mutazioni, che a c ­

cadono nel num ero fissato dal Censimento; e tanto più torna giovevole, quanto più lunga è la serie degli anni per cui le segue. Inoltre, il carattere peculiare di una tavola di Censimento è nella ipo­ tesi di una momentanea stabilità nella popolazione; la quale è supposta non aver sofferto alcun cangia­ mento in quel tempo che si è impiegato a racco­ gliere i num eri di cui si forma ; m entre che all’in­ contro una tavola di movimento, come il vocabolo stesso lo annuncia, si fonda appunto nei cangia­ menti quotidiani. Infine sono di un ordine affatto diverso i rispettivi significati dell’ uno, e dell’altro; come la costituzione di un corpo è diversa dalle funzioni che ne fanno la vita ; come il n u m e ro e la gerarchia di un ’armata differisce dalle nuove r e ­ clute e dalle morti che sopravvengono a modificarla. Quindi diversità di conseguenze ; e voi cercherete nel sesso, nell’ età, nelle professioni, ecc., che il

Censimento descrive, la forza, l’opulenza di un po­

polo; vi vedrete, o crederete vedervi la preponde­ ranza di una casta religios>, di una orgogliosa a r i ­ stocrazia, o di una mendicità disperata. Tutto ciò vedrete in un attimo, alla semplice esposizione delle cifre finali ; ma il senso di un movimento è più enigmatico, e meno evidente. Le nascite e le i m ­ migrazioni, le morii e le emigrazioni, i m atrim oni, non vi danno al momento che indizi, e spesso fal- aci, di uno stato buono o cattivo, di un passato fortunato o infelice, di un lieto o fosco avvenire ; ed è per lunga osservazione, ed è a forza di avvi­ cinare e disgiungere in mo'ti modi le molte cifre raccolte, che si rendono finalmente di una palpabile utilità. »

Parole che mettono in luce egregiam en'e le fun- Z|°ni differenti del censimento e del m cimento della popolazione e rispondono, parmi, in modo catego- r |co, a coloro che, richiamandoci alla memoria le pubblicazioni annuali di statistica sulla popolazione, vorrebbero mettere in dubbio la utilità e la neces­ i t a del censimento. Si aggiuuga — e qui mi rife- r,sco al secondo punto, più sopra accennato — che

ìa popolazione calcolata differisce sem pre da quella

censita-, e ciò per le inevitabili omissioni, se il cal­

colo è fatto utilizzando i dati relativi al movimento demografico, o perchè il saggio d’aum ento applicato ai dati dell’ ultimo censimento non corrisponde alla realtà, supposto che siasi preferito questo metodo per calcolare il num ero degli abitanti a un dato momento. Così nell’ Inghilterra, la differenza tra l’aum ento reale del'a popolazione accertato col Cen­ simento e quello calcolato, risultò di circa il 2 °/0 ; e un reputato statistico inglese, Sir Rawson W . R a w son, potè provare che in quasi lutti gli Stati d Europa i Censimenti hanno dato un aum ento di popolazione inferiore a quello calcolato con la diffe­ renza tra i morti e i nati ; e per contrario trovò che negli Stati Uniti d ’ America l’ aum ento m a g ­ giore è dato dai Censimenti, che comprendono nella numerazione il gran num ero d’ immigrati in quel paese.

(La fine al prossimo numero)

Banca d’Italia

LA RELAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE ') Buon! del Tesoro

e anticipazione statutaria.

I Buoni del Tesoro di proprietà, delia Banca ammon­ tavano alla fine del 1897 a L. 77,881,000, contro L. 72,020,000 alla fine dell’anno precedente.

Questi Buoni erano assegnati nel modo seguente: al fondo di scorta L. 66,440,000; alla massa di rispetto L. 6,080,000; alle immobilizzazioni L. 7,361,000.

II Tesoro dello Stato ha chiesto durante l’anno 1897 anticipazioni per la somma di L. 141,500,000, e ha fatto rimborsi per una egual somma, di guisa che alla fine dell’anno il' debito era intieramente estinto.

Compra e vendita di titoli.

Nell’ anno passato sono state effettuate le seguenti operazioni di acquisto e di vendita di litoli per conto di diversi: domande di acquisto n. 1,455 per L. 9,659,450; contro, nel 1896, n. .1,634 per L 12,010,335; con una diminuzione di n, 179 per L. 2,350,885; domande di vendita n. 2,354 per L. 14,430,200; contro, nel 1896, n. 1,869 per L. 14,314,800; con un aumento di n. 485 per L. 115,400.

Distinguendo le domande di acquisto e di vendita per le varie specie di titoli, si hanno i dati seguenti :

Acquisti Vendite

Titoli a debito dello Stato

(valore nominale) . . L. 8,701,900 L. 13,489,800 Azioni della Banca. . . » 756,800 » 726,400 Altri v a l o r i ...» 200,750 » 214,000

L. 9,659,450 L. 14,430,200

Fondi sull’ estero.

Il credito della Banca verso corrispondenti esteri ammontava alla fine dell’anno 1896 a L. 48,680,518, cosi diviso : per cambiali sull’ estero applicate alla ri­ serva, L. 18,188,357 ; per effetti e conti correnti,

Li-') Continuazione e fine; vedi il numero precedente

(6)

246 L’ E C O N O M I S T A 17 aprile 1898 re 6,713,874; per certificati di crediti applicati alla

riserva L. 23,768,257.

Durante l’anno 1897 vennero rimessi chèques e fatti versamenti ai corrispondenti stessi per l ’ammontare di L. 317,754,590 ; furono spedite in oro e scudi d’ ar­ gento L. 38,607,164; furono introitate valute metalli­ che contro chèques su Francia, Inghilterra e Svizzera

per L. 4,829,900. ,

Alla fine dell’ anno 1897 il credito della Banca am­ montava a L. 97,544,304 ; diviso come appresso : per | conti correnti L. 4,572,553; per cambiali all’estero ap- plicate alla riserva L. 57,896,978 ; per certificati di

i

credito sull’ estero egualmente applicati alla riserva i L. 32,964,212.

Buoni di Tesoro di Stati esteri L. 2,110,561.

Depositi.

I Depositi fatti durante l’anno 1897 nelle Casse delle sedi e delle succursali della Banca furono i seguenti ; depositi per custodia L. 266,834,341 ; id. id. garanzia L. 110,634,243. id. id. cauzione L. 2,551,210. In totale L. 380,019,794 ; contro, nel 1896, L. 385,707,683.

Conto delle sofferenze.

li cattivo raccolto dell’ anno passato ha avuto un effetto anche sulle sofferenze della Banca.

Le cambiali cadute in sofferenza nell’anno stesso am­ montano a L. 3,305,229.43; sulle quali furono ricupe­ rate nell’anno, o passate a conto diverso, L. 1,478,224.20. Rimasero L. 1,827,005.23; che furono ammortizzate con gli utili dello scorso esercizio, giusta l’articolo 14 della legge del 10 agosto 1893.

N ell’ anno 1897 furono conseguiti i seguenti ricu­ peri: sulle sofferenze degli anni 1894, 1895 e 1896 L. 441,244.69; sulle sofferenze della cessata Banca Nazionale L. 1,097,131 ; furono inoltre incassate L i­ re 162,607.06, per interessi sulle sofferenze stesse. In totale L. 1,700,982.75; di guisa che rimase una diffe­ renza passiva di sole L. 126,022.48.

Aggiungendo alle sofferenze non ricuperate nell’anno 1897, nell’accennata somma di L. 1,827,005.23, quelle degli anni 1894, 1895 e 1896 in L. 4,455,935.74, si ha un totale di 6,282,940.97 di sofferenze della Banca d’Italia ammortizzate con gli utili.

Questa somma di sofferenze proviene per L.4,672,882.91 da operazioni delle cessate Banche e per L. 1,610,058.06 da operazioni nuove della Banca d’Italia.

Risulta dunque che le sofferenze non ancora ricu­ perate dalla Banca d’Italia dànno, nei quattro anni di esercizio, una media annuale di L. 402,514.52, pari a 4,68 per cento circa dell’ utile ottenuto dalla Banca sulle operazioni di sconto.

Ricevitorie provinciali.

Le Ricevitorie provinciali amministrate dalla Banca nell’anno decorso sono state 49. Il servizio di queste Ricevitorie ha proceduto regolarmente.

Le riscossioni sono ammontate a 255,125,411 lire. I versamenti fatti al Tesoro e alle Provincie a 253,759,749 lire.

II movimento complessivo di cassa è statò minore di 8 milioni 848 mila lire di quello dell’anno 1896.

Alla fine del 1897 gli arretrati, compresi quelli pas­ sati al conto delle operazioni non consentite dalla legge, ammontavano a L. 319,496.77. A fronte degli arretrati e delle spese, la Banca ha una riserva di utili accan­ tonati per la somma di L. 329,471.60.

Durante l ’anno 1897 la Banca ha provveduto a rin­ novare per il quinquennio 1898-1902 le 49 Ricevitorie già amministrate da essa, ed ha assunto, per lo stesso periodo, il servizio di quelle di Como e di Sondrio. Le condizioni alle quali è stato concluso l’appalto delle Ricevitorie, essendo più favorevoli di quelle del quin­ quennio precedente, fanno sperare da questo servizio un utile maggiore.

Esattorie di Firenze e di Livorno.

Il contratto per le Esattorie comunali di Firenze e di Livorno, già stipulato dalla cessata Banca Nazionale Toscana, fu, dietro accordi col Governo, l'innovato dalla Banca d’Italia per il quinquennio 1898-1902. •

Queste esattorie hanno dato anche nell’anno passato soddisfacienti risultati.

Gli utili sono ammontati a L. 247,393.48; le spese a L. 161,307.53; l’utile netto fu quindi di L. 86,085.95 contro L. 91,600.18 nell’anno 1896.

Tesorerie provinciali.

Possiamo confermarvi che il servizio delle Tesorerie provinciali, assunto dalla Banca in conformità della Convenzione dei 30 ottobre 1894, procede con regola­ rità, in guisa da soddisfare il Governo, il pubblico e la vostra Amministrazione.

L’esperienza fatta ha dimostrato quanto sia regolare l’ordinamento amministrativo del vostro Istituto, ed ha confermato le previsioni fatte sugli effetti che l’assun­ zione di questo importante servizio avrebbe avuto per la Banca.

Il fondo di dotazione è risultato nell’ammontare medio di L. 34,380,012, contro L. 36,760,269 nell’anno 1896. Le spese per questo servizio sono salite a L. 776,774.35 contro L. 701,077 dell’esercizio precedente.

Confidiamo sempre che si potrà procedere di accordo col Governo a molte ed economiche semplificazioni, allo scopo di contenere le spese nella misura più ristretta che sarà possibile.

Fondi pubblici e valori di proprietà della Banca.

L’ammontare dei titoli di rendita italiana e degli altri valori emessi e garantiti dallo Stato, costituenti il fondo di scorta è rimasto nell’anno 1897 invariato in L. 75,000,000, giusta 1’ art. 32 della legge 8 ago­ sto 1895.

Nello stesso anno sono state impiegate L. 6,985,328, provenienti dagli accantonamenti, effettuati in confor­ mità della Convenzione del 1894, e dagli interessi sugli stessi accantonamenti e su quelli precedentemente fatti.

Al 31 dicembre 1897 la Banca aveva per questo ti­ tolo un impiego di L. 22,563,968.

La Banca aveva inoltre, alla stessa data, altri titoli per L. 13,608,495 applicati al fondo di riserva, com­ prese L. 151,150 di rendita italiana 5 per cento.

Immobili.

Il patrimonio immobiliare della Banca ammontava, al 31 dicembre 1896, alla somma di L. ¡5,860,067.42; alla quale, durante l’anno 1897, sono state aggiunte le seguenti partite :

Pagamenti in conto della nuova costruzione in pro­ secuzione del Palazzo di Roma verso Via de’ Serpenti L. 17,791.12; rinforzo delle fondazioni, nuova condut­ tura dell’ acqua e sistemazione dei locali nello stabile di Avellino L. 24,564.59; ampliamento dello stabile di Bari L. 14,000 ; compimento della sistemazione dello stabile di Grosseto per collocarvi la succursale Li­ re 22,480.94.

Prezzo e spese d’acquisto dello stabile ove risiede la succursale di Sassari e di quello attiguo L. 148,533.65.

Lavori diversi di miglioramento .degli stabili di Fi­ renze, Genova, Milano, Roma, Torino, Alessandria, An­ cona, Ascoli Piceno, Bari, Belluno, Benevento, Caserta, Catanzaro, Cremona, Ferrara, Foggia, Forlì, Lucca, Mantova, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pisa, Porto Maurizio, Prato, Rovigo, Siena, Siracusa, Taranto, Tre­ viso, Vercelli, Verona, Vicenza L. 142,464.59. — To­

tale L. 16,229,902.31.

(7)

17 aprile 1898 L* E C O N O M I S T A 247

Da essa si deve dedurre 1’ ammortamento annuale delle spese di costruzione del palazzo in Roma, in L. 200,000; restano, al 31 dicembre 1897, L. 16,029,902.31.

Le sedi e le succursali stabilite in locali di proprietà della Banca, erano alla fine dell’anno, n. 51.

Agenzie.

L’Amministrazione del vostro Istituto, nello intendi­ mento di diffondere i benefici effetti della sua azione in altri centri di operosità economica del paese, ha deliberato, nell’anno passato, di istituire quattro agen­ zie nelle città di Biella, Brindisi, Marsala e Rimini, dalle quali, come da altre città, era stata fatta domanda per avere una diretta rappresentanza della Banca. Que­ ste agenzie potranno in breve cominciare le loro ope­ razioni.

La vostra Amministrazione ha limitato la istituzione delle agenzie alle città accennate, nel desiderio di espe- rimentare questo nuovo strumento di lavoro, il quale, per la semplicità dell’ordinamento, riesce meno costoso di quello degli altri stabilimenti della Banca.

Quando, come vi è ragione di credere, l’esperimento riesca di vantaggio per l’ Istituto e per il pubblico, la vostra Amministrazione non esiterà ad aprire altre agenzie in località nelle quali vi sia attività commer­ ciale ed industriale sufficiente a giustificarne la istitu­ zione e_a renderne produttiva l’azione.

Dobbiamo dirvi che, dopo un accurato studio degli ordinamenti in uso anche in altri paesi, abbiamo cre­ duto di stabilire che le agenzie sieno uffici dipendenti direttamente dalla Banca, e serviti da impiegati respon­ sabili di fronte all’ Amministrazione.

Questo partito ci è sembrato preferibile a quello di affidare le agenzie ad Istituti od a privati, perchè me­ glio risponde al concetto della unità di indirizzo, che deve prevalere in una grande azienda, e consente di tenere stretti i vincoli della disciplina e bene determi­ nate le responsabilità tra le varie parti nelle quali è divisa l’Amministrazione della Banca.

Aggiungiamo che, nel desiderio di diminuire le spese di esercizio, la Vostra Amministrazione ha pur deli­ berato, a titolo di esperimento, di trasformare le due succursali di Monteleone, di Calabria e di Prato in Toscana, in Agenzie. La trasformazione di quelle suc­ cursali non recherà alcun pregiudizio alle industrie e ai commerci delle due città, che avranno dalle Agenzie gli stessi aiuti e la stessa prestazione di servigi che hanno avuto dalle succursali.

Utili.

Il bilancio del 1897, dopo prevveduto all’ accantona­ mento di 8 milioni, in conformità della convenzione del 30 ottobre 1894, e allo ammortamento delle soffe- renze ^dell'anno, dà per risultato la somma di lire 0,124,724.09; contro, nelTanno precedente, 5,727,775.48 lire con un aumento di L. 396.948 61.

Deducendo dagli utili netti 1[20 da passarsi in au­ mento pel fondo di riserva, si ha un residuo di utili ai L. 5,856,488.49.

La vostra Amministrazione, inspirandosi a criteri di prudenza, e confortata dal parere del Collegio sinda­ cale, ha, con voto unanime, stabilito il dividendo nella somma di L. 18 per azione.

Deducendo dagli utili netti nella suddetta somma 21 L- 5,856,488.49 1’ ammontare del dividendo in lire 0,400,000 si ha un residuo accantonato di 456,488.49 lire.

Attenderemo con ogni solerzia ad aumentare i red- i l del nostro Istituto ; e confidiamo di riuscire allo ^ntento con la sistemazione delle partite incagliate, e specialmente di quelle più importanti accennate in questa relazione, e col miglioramento delle condizioni f. Patrimonio immobiliare. Le condizioni del portafo- 6 io aranno diminuire di molto le sofferenze, e ci com­ penseranno di alcuni profitti eccezionali, in attesa dei

enencn che ci assicura la legge bancaria.

Spese»

La vostra Amministrazione sente il dovere di conte­ nere le spese entro i più stretti confini, e nella rela­ zione sulle operazioni dell’anno 1896, vi dimostrammo che le spese della Banca sono di molto inferiori a quelle di altri principali Istituti di emissione, i quali non si trovano nella necessità di sopportare le ingenti spese straordinarie che gravano sulla vostra Banca.

Notiamo intanto che, nell’ anno passato, si è avuta una diminuzione nelle spese. Quelle di Amministrazione, ch’erano ammontate nell’ anno 1896 a L. 6,096,837,42 sono scemate nel 1897 a L. 5,871,087.85.

Le spese per indennità di viaggi e medaglie di presenza ai membri del Consiglio superiore, e per medaglie di presenza ai funzionari delle 9 sedi e delle 75 succursali sono ammontate nel 1897 a L. 624,247.05, contro, nel- T anno 1896, L. 666,959.71.

La spesa per il trasporto di numerario, biglietti ed altri valori, che nel 1896 fu di L. 100,649.54, è dimi­ nuita nel 1897 a L. 94,710.51, non ostante che si siano dovuti rifornire durante quest’ ultimo anno, gli stabili- menti della Banca di biglietti da L. 50 di nuova fab­ bricazione, e per la mancanza di biglietti dei vecchi tipi e di quelli degli altri tagli da emettersi, si siano dovute effettuare abbondanti e numerose spedizioni.

Le spese per la fabbricazione dei biglietti sono am­ montate nel 1897 a L. 101,183.34, contro, nel 1896, L. 174,764.55, non ostante il maggior lavoro per la fabbricazione del biglietto da 50 lire.

Le spese di manutenzione degli immobili di proprietà della Banca sono diminuite da L. 118,000.69, nel­ l’anno 1896, a L. 101,828.11, nell’anno passato.

Le spese, che presentano un aumento sono quelle pel servizio di tesoreria, le quali sono ammontate nel­ l’anno 1897 a L. 776,774.35 contro nell’anno prece­ dente L. 701,077.62.

L’aumento di queste spese deriva dalla sistemazione avvenuta, durante Tanno passato, del personale assunto per l’accennatQ servizio.

In complesso le spese sono ammontate a L. 7,813,820.40 contro, nelTanno precedente, L. 8,030,042.27.

La semplificazione di parecchie norme di servizio, da attuarsi gradatamente e con le cautele necessarie in una amministrazione di tanta importanza, e la trasfor­ mazione di alcuni altri Stabilimenti in agenzie dovranno concorrere in avvenire a scemare la spesa.

Azionisti.

Alla fine dell’anno 1897, le azioni della Banca erano rappresentate e divise nel modo seguente:

Azionisti possessori di certificati provvisori, emessi per il cambio delle azioni delle tre Banche cessate, n. 10,831, dei quali n. 10,514, per azioni n. 287,989 domiciliati nello Stato, e n. 317 per n. 11,852 domiciliati all’estero.

Cartelle di 1/10 da riunirsi n. 390, azioni n. 39; cartelle di 1/14 da riunirsi n. 1,680, azioni n. 120. Torna il totale di azioni n. 300,000.

Le azioni con la proprietà separata dall’usufrutto am­ montavano a n. 7.162. con 211 titolari per la proprietà e 131 per l’usufrutto.

Le azioni annotate di vincolo dotale erano 8,524, di proprietà di 221 azionisti.

Al 31 dicembre 1897 figuravano trapassate alla Banca, al Conto malleverie, 2,360 azioni. Inoltre erano trapas­ sate alla Banca, a maggiore garanzia di cambiali scontate, 2,263 azioni.

Durante Tanno 1897 furono eseguiti 4,864 trapassi tra azionisti per 96,754 azioni.

Decesso del comm. Domenico Morro.

Nel di 24 settembre dell’anno passato, inori in Roma, nell’età di anni 67, il comm. Domenico Morro, vice di­ rettore generale della Banca.

(8)

248 L’ E C O N O M I S T A 17 aprile 1898 operosità e per il grande amore all’ Istituto, al quale

dedicò tutto sè stesso. . .

Direttore di importanti succursali, capo divisione alla Direzione generale, direttore, dal 1876 al 1894, della sede di Genova e, da ultimo, vice-direttore generale della Banca d’Italia, il comm. Morrò fu nobilissimo esempio di quella rettitudine e di quella operosità, che sono tradizionali nella forte e laboriosa Liguria che

gli diò i natali. .

La sua perdita ha lasciato nella Amministrazione della Banca un vuoto che non sarà colmato e ha con­ tristato quanti, come noi, poterono ammirare le chiare doti della sua mente eletta e del suo animo buono.

Personale.

Gli impiegati della Banca con nomina effettiva erano,^ alla fine dell'anno passato, 1,793, dei quali 255 addetti al servizio di Tesoreria e 89 al Credito Fondiario e

all’ Ispettorato generale tecnico. . . _

L’aumento negli impiegati addetti al servizio^di t e ­ soreria, i quali erano 105 alla fine dell’anno 181)0, e

solo apparente, e deriva dalla sistemazione avvenuta nell’anno 1897 del personale provvisorio addetto al ser­

vizio stesso. ,

Siamo lieti di potervi confermare che il personale della Banca seconda con premuroso zelo, con intelligente operosità e con affettuoso attaccamento la vostra Am­ ministrazione, ed è perciò meritevole della vostra sol­ lecitudine e del vostro interessamento.

Signori,

Vi abbiamo detto che porremo ogni opera, a che l’Istituto possa corrispondere alla legge e possa godere i benefizi che essa gli assicura, oltre quelli che diver­ ranno dal progressivo miglioramento della sua situazione; e vi abbiamo detto ancora che noi siamo tratti a bene augurare delle sue sorti dai risultati ottenuti fin qui, i quali ci sembrano un affidamento di buon successo.

Ed invero, se noi volgiamo lo sguardo^ ai quattro anni di vita nuova dell’ Istituto, ed esaminiamo il cam­ mino che esso ha percorso sulla via del suo risanamento, non possiamo non trarne argomento di profonda sod­ disfazione e, consentite ancora di agggiungere, di le­

gittimo orgoglio. ,

Al momento della sua costituzione la banca a Italia aveva una riserva metallica di 309 milioni, una circo- lazione di 886 milioni ed una proporzione tra la riserva e la circolazione e gli altri debiti a vista che adeguava a 31.51 ° / 0. Ora la riserva metallica della Banca è di 445 milioni, mentre la sua circolazione è diminuita a 789 milioni, e la proporzione è aumentata a 50,79 ° / „. Adunque, nella parte che è di diretto interesse per la economia nazionale, il nostro Istituto ha ottenuto, in breve volgere di tempo, un miglioramento notevolissimo.

Nò meno importante è il miglioramento conseguito nella sua situazione patrimoniale. Le operazioni non consentite dalla legge, accertate nella somma di 449 mi - lioni, aumentate successivamente fino a 472 milioni, figuravano in bilancio alla fine dell’anno passato per 297 milioni. La Banca ha quindi liquidato molto più di quanto prescriveva la legge.

Inoltre, nei quattro anni decorsi, la Banca lia aumen- tato la sua riserva statutaria di oltre 1,105,000 lire, ed ha accantonato tanti utili per l’ammontare già indicato di oltre a 22 milioni e mezzo, oltre gli 8 milioni e mezzo accantonati per la Banca Romana.

Voi sapete che le operazioni non consentite ^ dalla legge, per la natura loro, per i legami con altri enti compartecipanti, per le vicende fortunose alle quali alcuni di essi andarono incontro costituivano un com­ plesso di cose intricato e confuso.

Per una parte assai importante di quelle operazioni la posizione della Banca non era nettamente determinata, giacche essa non aveva crediti liquidi, non aveva libertà di possesso delle garanzie, La Banca ha dovuto perciò

provvedere, come vi abbiamo già dichiarato piu volte, a sistemare, mediante accordi e transazioni, che sono stati il risultato di cure indefesse e di accurati studi, la situazione propria rimpetto ai debitori.

I risultati che noi abbiamo ottenuto in questa parte non sono meno soddisfacenti di quelli conseguiti^ nella materiale liquidazione delle operazioni incagliate, giacché hanno tolto di mezzo gli ostacoli che si opponevano alla liquidazione delle partite più importanti. Ed è in grazia di questi risultati che oggi possiamo guardare con fi­ ducia all’avvenire e possiamo essere tranquilli sulla liqui­ dazione delle operazioni lasciate in eredità dal passato. Se, infatti di fronte ai 297 milioni che ancora restano da liquidare, noi consideriamo la bontà dei titoli pos­ seduti dalla Banca a garanzia di operazioni di questa specie, i crediti sistemati e assistiti da valide garanzie ipotecarie, i beni già in possesso della Banca, gli ac­ cantonamenti fatti e da fare, abbiamo elementi di siculo giudizio i quali dimostrano che la liquidazione delle operazioni stesse si compirà in modo da non giustificare alcuno dei giudizi pessimisti che si è tentato di diffondere.

Tutto ciò dimostra chiaramente che la Banca, mentre ha potuto soddisfare, con sollecitudine, ogni legittima domanda, dimostrando di essere un elemento di pro­ sperità economica per il paese, ha continuato a raffor­ zare la sua situazione, tanto dal punto di vista del l’ interesse generale, che reclama la maggiore garanzia della circolazione, quanto dal punto di vista dell interesse suo particolare.

Siamo lieti di potervi dire ciò, mentre, non ostante i confortanti risultamenti della esperienza,^ ancor non quietano le ingiustificate critiche e le immeritate censure al vostro Istituto, il quale può opporre alle une e alle altre la parola dei fatti.

11 commercio italiano e le tariffe americane.

Il Bollettino di statistica doganale ha pubblicato alcune considerazioni sugli effetti delle tariffe do ­ ganali am ericane rispetto al commercio italiano. L im ­ portanza degli scambi fra l’ Italia e gii Stati Uniti è tale che crediamo utile il dare u n riassunto dello studio fatto dal citato bollettino.

Prem etterem o che nel corso di pochi anni il G o ­ verno degli Stati Uniti di America ha mutato tre volte il suo regim e doganale.

Fino al 5 ottobre 48 9 0 fu in vigore la tariffa del 4 8 8 3 ; dal 6 ottobre 4890 al 27 agosto 489 4 la tariffa Mac Kinley ; dal 28 agosto 4 8 9 4 al 23 l u ­ glio 4897, la tariffa W i ls o n ; dal 2 4 luglio 4897 a tuli’ oggi vige la tariffa Dingley.

L’ esportazione dell’ Italia verso il N ord America è sem pre superiore a quella degli Stati Uniti verso l’ Italia.

Tanto la statistica italiana, quanto quella am eri­ cana, sì accordano nell’ assegnare alla prima un v a ­ lore che in questi ultimi anni ha oscillato intorno a 400 milioni di lire, cioè al decimo circa della in ­ tera esportazione italiana.

Ecco 1’ am m ontare della nostra esportazione agli Stati Uniti per gli ultimi dieci anni, secondo le due statistiche : Tariffa 188S 1887- 88 1888- 89 1889- 90 1890- 91 Statistica italiana Lire Anno solare 66.496.000 61.030.000 75.586.000 78^337,000 Statistica americana D ollari (5 lire) eserc. 1 lugl. 30

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17 aprile 1898 L ’ E C O N O M I S T A 249

Tariffa Mac Kinley

1891- 92 1892- 93 1893- 94 73.607.000 100,147,000 81.629.000 21.678.200 22,161,600 26.250.200 Tariffa Wilsou 1894- 95 1895- 96 1896- 97 91,197,000 101.846.000 85.456.000 18,006,100 20,851,800 22,142,500 La statistica commerciale americana distingue il valore delle merci importate in due grandi g r u p p i: merci esenti da dazio e merci soggette à dazio d’ entrata.

Negli ultimi quattro esercizi questa distinzione dà, riguardo all’ Italia, questi risultati in d ollari:

Merci esenti Per o/o Merci daziate Per 0/o

1893- 94 13,749,100 1894- 95 7,582,900 1895- 96 9,942,900 1896- 97 10,567,500 52 12,501,100 48 42 10,423,200 58 48 10,908,900 52 48 11,575,000 52

Vediamo ora il trattamento cui vanno soggetti i principali prodotti della nostra esportazione colla ta­ riffa Dingley, ora vigente, in confronto alle due pre­ cedenti :

(Per norma dei lettori il cent vale 5 centesimi, la libbra equivale a 573 g ram m i e il gallone a 4 litri e mezzo).

P rodotti Tariffe

Mac Kinley Canapa greggia . . 25 doli, p. tonn.

Wilson esente Id. pettinata . Id. stoppa. . . Form aggio... Agrumi... Mandorle : col guscio . . . . senza guscio . . Noci e nocciuole: col guscio . . . . senza guscio . . Castagne. . . . Marmo ; greggio... lavorato ... Oli volatili : Essenze di aran­ cio ecc... Olio d’oliva . . . . 50 id . to n n . 1 Vs cen t3 p. lib . 6 c e n ts p . lib . d o lla r i 1.50 p e r 1000 f r u t t i p iù 80 o/o a d vaio- re m s u lle ta r e 5 cents p. lib. 7 V2 cents id. 3 cents id. 6 cents id. 1 Vs cents id. 65 c. per m. c. 50 ° / 0 ad vai. esenti 35 c. p. gallone 1 c. p. lib esente 4 c. p. lib. id. tare ri­

dotte al 15 7 , per le cassette di legno amer. 3 c. p. lib. 5 c. p. lib. 2 c. p. lib. 4 c. p. lib. 20 °/0 ad v. 50 c. p. lib. 45 ° / 0 ad v. e s e n ti 35 c. p. gal. D ingley 20 dollari p. tonn. 40 doll. id. 20 doll. id. 6 c. p. lib. 1 c. p. lib. 4 c. p. lib. 6 c. p. lib. 3 c. p. lib. 5 c. p. lib. 1 c. p. lib. 65 c. p. m. c. 50 p. °/0 ad v. esenti 60 c. p. g. Paste da minestra. Sapone... Manufatti serici. . Som m acco... Stracci v e g eta li. . Tartaro... Treccie di paglia . Vino Comune . . . Zolfo esenti per uso indus.

2 cents p. lib. 20 ° / 0 ad v. 12 c. p. lib. 20 #/o ad vai* 10 °/0 ad v. 20 °/# v.

50 ° / 0 ad vai. 45 °/0 ad v. 35 °/0 ad vai. 4/ , 0 di cents per 10 °/o ad v. 9l,omin. di c. per

lib. lib.

esenti esenti esenti

esente esente esente

esenti esenti esenti

dollari 160 per 30 c. per gal­ 40 c. p. g. casse di 12 bot­

tiglie. lone sopra i 14 cents

esente esente esente

Come si vede la nuova tariffa Dingley, meno qualche eccezione favorevole eome per le manifat­ tore di seta, ritorna a un dipresso alla tariffa Mac am ley , togliendo le mitigazioni portate dalla tariffa Wilson del 1894.

Rivista Bibliografica

J. E. Çourtenay Bodley. — France. — 2 volumi, Lon­ don, Macmillan and Co., 1898 pag. xvn — 328 e 476. Alfred Fouillée. — L a psychologie du peuple fr a n ç a is

-Paris, Félix Alcan, 1898, pag. 391 (fr. 7.50).

La pubblicazione quasi contemporanea di queste due opere è un fatto che non va passato sotto silenzio, neanche in queste colonne, perchè pur trat­ tandosi di opere che non trattano in modo speciale di questioni economiche, devesi riconoscere che p re­ sentano un indiscutibile interesse per chi si occupa della politica e delle scienze sociali. Il Bodley ha fatto u n ’ accurata analisi della F rancia politica dalla rivolu­ zione francese a oggi. Egli vi ha speso attorno sette anni di studi e di ricerche, raccogliendo però anche gli elementi per una nuova opera sullo stesso paese considerato da altri punti di vista e il libro che ora ci sta dir.nanzi è prova indubbia di osservazioni e di in ­ dagini fatte con grande serenità e acutezza. Questo, crediam o,dovranno riconoscere anche coloro che non sono disposti a sottoscrivere tutte le opinioni e i giudizi dell’Autore ; e vorranno pure am m ettere che non è piccol merito trattandosi d’ un paese come la F rancia. Nel primo volume il Bodley si occupa dei principi della Rivoluzione e della F rancia moderna, cioè^ degli aspetti storici della Rivoluzione, della li­ bertà, eguaglianza, fraternità e in seguito della c o ­ stituzione e del capo dello Stato; nel secondo volume sono invece presi in esame il sistema parlamentare e i partiti politici. In cotesto secondo volume, d’in­ teresse attuale-e vivo, si ha un quadro ben fatto del mondo politico francese e delle sue vicende in q u e ­ sto secolo, quadro che sarà per ogni lettore assai istruttivo e interessante.

Di carattere sociologico, com’ era da aspettarsi, è il volum e del filosofo Fouillée sulla psicologia del po­ polo francese. In esso il fecondo scrittore esamina dapprim a i vari elementi del carattere francese, la parte legittima che bisogna fare alle razze, l’impor­ tanza dei fattori psicologici e sociologici.

Passando in seguito a considerare il carattere fran­ cese ne ricerca le origini nel carattere gallico e nell'influenza romana.

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