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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1238, 23 gennaio

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L ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FER RO V IE, IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno XXV - Voi. XXIX

Domenica 23 Gennaio 1898

N. 1238

IL DAZIO SUL GRANO

Se il M inistero com prendesse bene la situazione attuale e valutasse con largo criterio le condizioni del m om ento, si presenterebbe senza dubbio alla Cam era con un progetto di legge per sospendere im m ediatam ente la riscossione del dazio sui cereali almeno fino al prossim o luglio : ingiungendo ai co­ m uni di far altrettanto per il dazio consum o sulle farine e sul pane.

Non vogliam o trarre argom ento dai disordini delle M arche e da quelli di Sicilia o da altri m inacciati in altre regioni ; in genere non dovrebbero m ai i G overni civili venire illum inati sulle necessità delle popolazioni dalle violenze che queste com m ettono.

Il fatto nella sua ru d e sem plicità è q u e s to : - il popolo potrebbe avere da più anni il pane a v en­ ticinque centesim i tutto al più ed è stato costretto a pagarlo a trenta e tren tad u e, perchè tra Stato e Com uni venne stabilita una tassa sul pane quasi del 5 0 per cento del suo prezzo. I M inistri hanno giu­ stificata la m isura asserendo che' il dazio di L. 75 la tonnellata sul grano non ne rincarav a il prezzo, ma m anteneva il prezzo p rec ed en te; lo Stato non usufruiva che del ribasso avvenuto, sottraendo tale benefizio al consum atore. - Ma oggi che il prezzo è salito così alto per lo scarso raccolto, oggi che per questa e tante altre cause è notorio che una parte notevole della popolazione soffre per in su ffi­ cienza del nutrim ento fondam entale, il m antenere ancora il dazio sul grano, che ai prezzi odierni rap ­ presenta una im posta più del trenta per cento sui prezzi stessi, è, a nostro avviso, una aberrazione perchè contrasta in modo stridente con quei principi um anitari che devono essere la guida di u n Go­ verno civile.

Sono avvenuti già dei disordini ; il M inistero che ha I obbligo di m antenere la tranquillità pubblica ha m andato delle truppe per ristabilire la c a lm a ; credendo che una parte dei tum ultuanti appartenes­ sero a partiti che approfittano delle circostanze a scopi politici, ha operato degli arresti su scala ab­ bastanza la rg a ; non ci occuperem o di ciò — sebbene crediamo che in g en e re un G overno perda sem pre bel suo prestigio quando non sa rispondere alla vio­ lenza che colla violenza.

Ma non vi è dubbio che tra i tum ultuanti ve ne erano m olti, i quali erano spinti ad infrangere T or­ me pubblico perchè il solito peculio giornaliero non basta più a portare alla fam iglia tanto pane che sta sufficiente a tran q u d lare la fam e. Se ai cittadini c 'e sono scesi nella pubblica piazza per far sentire

l’orro re della loro situazione, e se a quei m olti altri che non hanno preso parte a dim ostrazioni m a sof­ frono egualm ente del rin caro del pane, il G overno non sa rispondere altro che m andando guard ie e carabinieri e truppa, ordinando delle inchieste e rim ovendo dei Prefetti, il G overno non m erita più T appoggio di chi sente tutta la gravità della situ a­ zione e la ingiustizia del regim e fiscale.

Siam o al gennaio e non si può fare fondato a s ­ segnam ento sugli effetti di un nuovo raccolto che verso l’agosto. Abbiamo sotto gli occhi una statistica delle provviste gran arie degli Stati Uniti d’A m erica e dell’ E uropa, ed appare da essa che la provvista di grano va dim inuendo dal gennaio al settem bre e che il rifornim ento non com incia che nell’ottobre.

Ne diam o le cifre in m ilioni di bushels per gli anni 1891, 1896 e 1 8 9 7 , essendo stato il 1891 anno

1891 1896 1897 111. 4 169.9 139.1 105. 0 160. 4 128. 6 99. 5 154. 0 119. 1 99. 8 144. 8 121. 6 95. 4 131. 3 107. 2 90.2 117.9 97.0 83.4 105.2 78.4 85. 8 97. 1 66. 3 86. 8 97. 0 66. 9 111.4 115.6 92.1 133.6 137.5 116.4 157.7 148.4 129.6

Basta dare u n ’occhiata a questa tavola p er com ­ p rendere che devono ancora passare dei m esi molto lunghi ed una situazione m olto più grave della a t­ tuale, prim a che si possa sentire la influenza del nuovo raccolto, nella supposizione che sia abbondante.

Nè si deve pensare ad u n facile approvvigiona- | m en to ; non solo gli Stati più ricchi hanno già,' com e la F ra n cia , fatto larghe provviste a tem po, e perch è avvertono molto meno sensibilm ente di noi il rin ­ caro del grano ; ma è probabile che continuino nei m esi prossim i ad accrescere la provvista, anche al di là di quanto non sia loro strettam ente necessario, prim a di tutto per intendim ento di previdenza fino all’epoca del nuovo raccolto, e poi perchè sono si­ curi di poter vendere la eccedenza a quei paesi che non hanno saputo o voluto fare la provvista in tem po.

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BO L’ E C O N O M I S T A 23 gennaio 1898

È possibile atten d ere il luglio o l’ agosto senza andare incontro, non diciam o a pericoli m ateriali di disordini o di som m osse, m a, ciò che pur deve v a ­ lere anche nella coscienza degli uom ini di Stato, senza andare incontro a gravi responsabilità morali per le sofferenze di cui tanta parte della popolazione sarà vittim a ?

Certo proponendo la sospensione del dazio sul grano il G overno in co n trerà forte opposizione alla Cam era perchè m olti sorgeranno a difendere 1’ e q u i­ librio del bilancio. Ma supposto pure che il Tesoro abbia a perdere nei sei m esi un m assimo di venti milioni di lire, può questa perdita trattenere il G o­ verno dal proporre e difendere una m isura che non è solo finanziaria o fiscale, m a deve essere prin ­ cipalm ente ispirata dal sentim ento della giustizia d i­ strib u tiv a ?

A vrem o buon giuoco se volessim o valerci delie circostanze attuali e di quelle più grav i che m inac­ ciano, p er rinfacciare ai protezionisti le previsioni che a suo tem po abbiam o fatte e per rico rd are il biasim o che abbiam o loro inflitto quando, calpestando ogni sano principio dem ocratico, ogni buona dottrina econom ica, ogni sentim ento di giustizia, si sono costi­ tuiti in partito agrario per strappare il prim o aum ento del dazio sul grano da L. 1 .4 0 a L . 3.00 il q uin­ tale. A llora abbiam o avvertito che una volta m essi su quella via sarebbero precipitati nell’assurdo. E d ecco ora che abbiam o il dazio a L. 7 ,3 0 e la scar­ sezza del raccolto in gran parte del m ondo.

E così questa seconda m età del secolo che collo sviluppo delle com unicazioni te rre s tri e m arittim e m enava vanto di avere im pedite per sem pre le c a ­ restie, è stata capace, m ercè il protezionism o, di ri­ piom barci nella ignoranza del m edio ev o ; leggiam o infatti nei giornali di saccheggi ai forni ed ai ruo­ lini, n è piu nè m eno di quello che avveniva tre secoli or sono.

L ’on. Luzzatti a q u est’ ora sarà già inform ato di u na lodevolissim a iniziativa presa dalla G iunta M u ­ nicipale di F iren ze, la quale ha deliberato di pro­ po rre al Consiglio C om unale la sospensione del dazio di consum o sulle farine e sul pane.

L’on. Luzzatti non ha che da im itare la G iunta di F ire n z e ; pensi che s e ia C am era non approvasse la proposta, m ai M inistero sarebbe caduto più ono­ revolm ente ; e se in un m om ento di felice isp ira­ zione, di fronte a un voto contrario, fosse concesso all’attu ale M inistero di in terro g are i Com izi, come dovrebbe essere (giacché in così alta questione non vi è alcun potere che possa arrogarsi di dire l’u l­ tim a parola, m a spetta alla nazione di dich iarare la propria volontà) il M inistero avrebbe il trionfo. Il che auguriam o principalm ente perchè è tem po, ci sem bra, di cancellare tutti gli errori sm quali fino a qui si è costituito il nuovo Stato ed è consiglia­ bile che si m etta subito m ano a quella finanza ri­ voluzionaria, di cui l’on. Sonnino ha tanta p au ra, ma che noi riteniam o il solo mezzo per evitare quel- l’aitra. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

L i FINE DI UN GRANDE SCIOPERO

L o sciopero dei m eccanici inglesi, nel m om ento in cui scriviam o, può dirsi term inato. Q uesta che reste rà u na delle lotte più grandiose fra lavoro e capitale, che si sieno avute nel nostro secolo, avrà

d u n q u e d urato quasi 7 m esi, perchè com inciato ai prim i di luglio, term in erà il 2 4 corrente. 1 lettóri dell’e c o n o m is ta sono stati inform ati più volte intorno alle cause del conflitto e per essi la notizia che i m eccanici hanno dovuto ritira re la dom anda delle otto ore di lavoro non può affatto so rp ren d erli. Ma ciò non toglie ch e la disfatta dei m eccanici in questa lotta sia un fatto di grande im portanza e ricca di insegnam enti non solo per le parti interessate, ma anche per gli spettatori disinteressali e gli stu ­ diosi delle questioni operaie. . . .

Di che si trattava infatti, alm eno sul principio dello sciopero? Di rid u rre le ore settim anali da 54 a 4 8 , senza una corrispondente riduzione della m er­ cede. I m eccanici spiegavano la loro dom anda o sser­ vando che da un pezzo non avevano avuto alcuna dim inuizione nella durata del lavoro, m entre I inten­ sità di esso era aum entata e che la considerevole distanza da p erco rrere per recarsi alle officine ac­ corciava il tem po nel quale essi possono dedicarsi alla fam iglia ed alle soddisfazioni in tellettuali. F a ­

cendosi forti di alcuni casi in cui la richiesta ri­ duzione a otto ore era stata accordata, i m eccanici credettero di poter sostenere che la loro dom anda non avrebbe danneggiata l’industria m eccanica, che la concorrenza europea e am ericana non avrebbe avuto la possibilità di v incere il m ercato inglese, nem m eno se fosse stata adottata la giornata di otto ore, perchè 1’ efficacia del lavoro nelle otto ore sa ­ reb b e stata eguale o poco m eno di quella ottenuta in nove ore. C ontestarono però gl’industriali la esat­ tezza di queste afferm azioni, osservando che i salari più alti pagati in In g h ilterra rispetto a quelli della G erm ania, della F ra n cia eco., non consentivano un nuovo aum ento sotto la form a in diretta di una m i­ no r d urata del lavoro, che la concorrenza estera era già assai forte e un aum ento del costo di produzione avrebbe dato l’ultim o colpo alla industria m eccanica inglese, che inoltre la asserita m aggiore efficacia del lavoro nelle otto ore, la quale avrebbe dovuto com pensare l’ora di lavoro soppressa, non corrispon­ deva alla realtà delle cose.

S u questo punto anzi gl’industriali facevano notare che negli ultim i tem pi l’attività degli operai am eri­ cani era piuttosto in dim inuzione che in aum ento, il loro lavoro diveniva, essi afferm avano, m eno p ro ­ duttivo, le m acchine nuove erano accolte con molta riluttanza e in certi oasi si m irava a re n d e rn e meno effettiva la produttività. Nè occorre spiegare le ra ­ gioni che potevano in d u rre i m eccanici unionisti a seg u ire questa tattica ; essi hanno un certo num ero di°disoccupati che natu ralm en te costituiscono un a g ­ gravio per la Società dei m eccanici riu n iti, quindi hanno tutto l’ interesse a p ro cu rare loro im piego nello officine m eccaniche e a tal scopo a rallen ta re p iu t­ tosto che ad accelerare il lavoro, in m odo che sia necessario u n m aggior num ero di lavoranti.

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23 gennaio 1898 V E C O N O M I S T A

i capi dell’ Amalgamateci Society of Engineers p o ­ nendo ferm ine allo sciopero prim a d’ ora, con non lieve vantaggio finanziario

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m orale. La ostinazione a volere ottenere quella concessione ha fatto invece rim ettere in discussione le basi stesse della politica unionista, provocando quella serie di proposte e di controproposte sul lavoro supplem entare, sul lavoro a cottimo, sull’ impiego degli operai non u n io n i­ sti, ecc., che tanto com m ossero non solo le U nioni di m estiere, ma anche l’ opinione pubblica inglese, come ne fa fede la protesta dei professori di O xford e altre manifestazioni pubbliche occorse in Inghil­ terra negli ultim i mesi.

Le cause della ostinata condotta della U nione dei meccanici vanno ricercale, com e già notam m o in altro articolo, nelle tendenze socialiste dallo quali i suoi capi sono dom inati, dal proponim ento di assu ­ m ere rispetto al capitale una ingerenza m aggiore nelle officine, dall’ idea di applicare praticam ente quanto più è possibile il contratto collettivo di lavoro. Ma tutto ciò, tradotto nella dom anda di una giornata di lavoro di otto oro, era forse troppo im m aturo e troppo pericoloso e anche troppo aleatorio perchè gl’industriali finissero per cedere, della qual cosa in verità i capi dell’U nione dei m eccanici potevano convincersi ben prim a d ’ora. Se VAmalgamateci fosse stala ispirata ancora dal vecchio unionism o è da credere che il conflitto non avrebbe durato tanto a lungo e l’ insuccesso non sarebbe stato così grave, perchè le dom ande delle vecchie U nioni furono quasi sem pre dettate da una reale e profonda c o ­ noscenza della condizione dell’ industria..

Lo sciopero dei m eccanici inglesi dovrebbe ser­ vire d ’ insegnam ento al m ondo operaio che lo scio­ pero è un mezzo di offesa e di difesa che va ado­ perato con grande prudenza e sagacia. E dovrebbe anche in d u rre operai e industriali a ric o rre re più spesso ai m etodi della conciliazione e dell’arbitrato per evitare sim ili disastrosi conflitti, nei quali non tanto sono in causa gli argom enti prò e contro una data dom anda, ma le som m e accum ulate nei periodi di pace industriale. Sem brava infatti troppo spesso che tutto si riducesse a una questione di fondo di cassa e che se questo perm etteva una lunga re si­ stenza, il trionfo degli operai sarebbe stato sic u ro ; m entre è evidente che la bontà della causa degli ope­ rai doveva essere buona

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cattiva affatto indipendente­ m ente dalla loro potenza finanziaria. Un esam e spas­ sionato, accurato, profondo, fatto in contradiltorio d i­ nanzi a un Consiglio di conciliazione

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di arbitrato, avrebbe sei m esi fa dim ostrato la im possibilità in cui si trovano gli industriali a concedere le otto ore, e molti dolori, m olte sofferenze, una perdita conside­ revole di salari sarebbero state evitate.

I meccanici hanno im parato a loro spese che in certe condizioni è somm a inabilità il non sapersi ritirare a tem po da un passo sbagliato; p er evitare che altri cadano nello stesso erro re , per rid are al- 1 unionismo inglese il carattere, che ha avuto in altri m omenti di prudente e oculata tutela del lavoro, conviene eh’ esso consideri lo sciopero com e u n mezzo eccezionale e pericoloso di lotta e si affidi più spesso agli accordi conciliativi e agli arbitrati. L esperienza passata e quella odierna sta a provare da che parte stanno le probabilità di successo.

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I Dia Donili SULLE FINE E SUL CIMO

L e agitazioni di questi ultim i giorni pel rincaro del pane devono rich iam a re l’attenzione del G overno, del P arlam ento e del pubblico tanto sulla gravezza del dazio di confine sul g ran o , quanto sugli esage­ rali dazi di consum o com unali, che colpiscono le farine e il pane. L e statistiche devono serv ire a qualche cosa, specie quando, com e ora, si tratta di p rendere dei provvedim enti a sollievo delle classi più n u m e­ rose, per le quali il rincaro del pane riesce sem pre oltrem odo gravoso e ad d irittu ra intollerabile quando vi è defieenza di lavoro. O ra i disordini avvenuti nelle M arche ci hanno suggerito di sfogliare il volum e pubblicato nel -1896 dalla D irezione G enerale di S ta ­ tistica, sui Bilanci Com unali, nel quale sono date le tariffe daziarie dei Com uni chiusi in vigore al 1° g e n ­ naio 18 9 5 , appunto per rip o rtare alcuni dati. In questi ultim i tre anni saranno forse avvenute delle variazioni che, p u r troppo, per la lentezza con cui si pubblicano le statistiche italiane, non possiamo ora conoscere; ad ogni m odo, è interessante ved ere quali erano allora i dazi com unali sulle farine e s u l'p a n e . I com m enti ai dati che riportiam o ci sem brano su ­ perflu i; il lettore potrà vedere da se m edesim o, non solo le notevoli differenze che ci sono da città a città, ma anche l’ altezza veram ente inaudita, alla quale sono, od alm eno erano allora, i dazi sulle farine in alcune città.

Ecco il prospetto, che raccom andiam o all’ a tte n ­ zione dei le tto ri:

Dazio comunale io vigore al 1° gennaio 1895 per p io ta le li

Farina

di frumento Panedi Pastadi Farinadi COMUNI abburattata frumento frumento granturco

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52 V E C O N O M I S T A 23 gennaio 1898 1.70 2.20 4. 20 1.40 5.10 5.10 5.10 1.20 3.20 3.20 4. 20 O.BO 1.08 0. 70 10.8 0. 68 2. 00 2. 60 2. 60 — 0. 80 0. 80 0.80 — 3.70 3. 20 5. 20 1 .— 0. 40 0. 40 0.40 — 3.40 2.60 4 . — 1. — 0. 90 0. 50 0. 50 —. 0. 90 — — — 0. 45 — — — 1.90 1.90 1.90 0. 25 1.80 1.80 2. 60 — 1. 40 0. 48 0. 48 — 1.70 1.60 2. 80 — 3.60 2. 95 3. 60 0. 20 0. 40 0. 40 0. 40 — 1. 60 1.20 1.20 — 1. 40 2. 40 2. 40 1 .— 0. 80 0.80 1.40 — 2. 70 2. 10 2. 10 — P isa... _• ReggiodiCalabria S assa ri... Siena... E o v ig o ... _■ All am ura (B a ri) Aquila... Arezzo ... ... Avellino... P o rli... F a e n z a ... P arm a... N ovara... Perugia... Pesaro... Pistoia ... S en ig ag lia... P ra to ... Bavenna... Viareggio... T erni... M a ce ra ta...

L ’ elenco potrebbe continuare, perchè i C om uni chiusi erano allora 3 4 5 e, salvo una ventina, tutti gli altri applicavano i q uattro dazi, o solo alcuni di essi. L e differenze nei dazi che vi sono da città a città spiegano, alm eno in parte, le differenze nei prezzi del pane e fanno risa lta re , se non erriam o, la necessità che in questa m ateria in cui lo Stato, pei fini della protezione, è andato a un eccesso e m olti C om uni pei bisogni dei loro bilanci e la pes­ sim a distribuzione dei trib u ti, sono andati a un altro eccesso, si porti u n po’ d’ ordine e di m oderazione se non si vuole o non si sa avere il coraggio di com piere u n atto di giustizia sopprim endo quei dazi.

Intanto è confortevole e altam ente lodevole lo esem pio dato dal C om une di F irenze, la cui G iunta C om unale il 21 c o rr. ha deliberato di p roporre al Consiglio, che certo l’ ap p ro v erà, di abolire, in via transitoria e fino a nuova disposizione, tanto nel C om une chiuso che in quello aperto il dazio sulle farine e sul pane, nel m en tre esprim e la sua fiducia che il G overno si risolva a p rendere i provved.im enti che sono del caso, senza indugio. Firenze, così, senza venir m eno alle sue antiche tradizioni liberali in m ateria di provvedim enti econom ici a favore delle classi lavoratrici, ha segnata la traccia che dovreb­ bero se g u ire m olti altri C om uni, grandi e piccoli, del paese.

LA LEGISLAZIONE ESTERA DEGLI ZUCCHERI

In questo secolo, p ro p rio dell’ econom ia capitali­ stica e della grande in d u stria, poche fabbriche, com e quelle dello zucchero di barbabietotola, possono v a n ­ tare una così m eravigliosa rapidità di perfezionam ento e di sviluppo.

É u n secolo e mezzo preciso che il M arkgraf riuscì ad e stra rre , per la prim a volta, lo zucchero dalla bietola, e già la nuova in d u stria, dotata di una strao rd in a ria forza d’ espansione, ha battuto quella dello zucchero coloniale, che pure disponeva di sin­ golari condizioni di favore, rese più vigorose dal con­ tinuo, incontrastato dom inio del m ercato m ondiale.

*) D a u n libro di prossim a pubblicazione.

Econom isti di grande valore, in dustriali avveduti, uom ini di governo sagaci e previdenti non tralascia­ rono occasione p er diffondere la nuova in d u stria ; la quale secondo il W alkhoff, « est plus profittale que

la dècouverte de mines d'un mètal précieùx ». E col

W alkhoff vi sono il K aufm ann, il Gorz, 1’ H u m b e rt e m ille altri cultori di discipline econom iche ed in ­ dustriali i quali additarono l’ industria dello zuc­ chero com e una fonte in esauribile di guadagno, di m iglioram ento econom ico e sociale.

Il celere progresso dovuto, in gran p arte, alle doti ra re e fecónde dell’ industria saccarifera, ha profondam ente influenzato l’ econom ia ag raria dei fortunati paesi in cui s’ è trapiantata questa forma nuova di attività industriale. L ’ intim a e necessaria fusione dell’ interesse agricolo con quello delle fab­ b rich e , il m iglioram ento delle qualità ingenite del suolo, la rivoluzione nei mezzi di produzione ed il benessere sociale che all’ in d u stria si collegano, giu­ stificano gli sforzi energici, pertinaci e sapienti con cui i varii Stati d’ E uropa vollero e seppero allevare, co rreg g e re , rin v ig o rire gli organi della nostra indu­ stria. La storia di questi sforzi, che è poi quella della protezione doganale, viene da noi tracciata nelle linee generali, ed abbraccia le più im portanti disposizioni legislative che in G erm ania, in A ustria ed F ra n cia si credettero più utili al progresso delle fabbriche. Si è cercato di condensare in un esam e rapido e sintetico una m ateria vasta, com plessa e

tu tt’ ora controversa.

Ma prim a d’ in tra p re n d ere la nostra disam ina è bene av v ertire ch e i m etodi di tassazione dello zu c­ chero indigeno si possono dividere in q u attro cate­ g o rie : 1° "imposta sulla m ateria prim a, 2° im posta sul prodotto, 3° im posta sui succhi, 4° im posta per

contingente. . . .

O gnuno di questi sistem i ha pregi e difetti suoi proprii : la scelta riesce tanto più utile quanto meglio si sa adattare il m etodo d’ im posta al grado di p ro ­ gresso conseguito dall’ industria. Così l’ im posta sulla m ateria prim a si è dim ostrata p articolarm ente v an ­ taggiosa all’ industria quando essa era sul n asce re ; m en tre quella sul prodotto, che tutela con m aggior diligenza gl’ interessi fiscali, m eglio si adatta alle fabbriche che hanno conseguito notevoli progressi. C om unque, l’ im posta sullo zucchero è stata una delle più controverse che si sieno avute nel secolo ; essa, com e la chiam ò sir Stafford N orthcote, è tu tt’ ora « l' eroe di tanti bilanci e tormento di tanti mi-

fusivi ®

La legislazione sugli zuccheri in Germania;

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23 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 53

esem plare, approfittato di questo lungo periodo di stabilità nel sistem a dell’ im posta per rafforzare se m ­ pre più i suoi organi costitutivi, e rinvigorirsi sino al punto da conquistare un posto em inente nell’eco­ nomia dell’ im pero. Dal prospetto che segue è facile form arsi un esatto concetto della cu ra colla quale venne incoraggiata l’ industria tedesca ; poiché da esso si vede che il graduale aum ento del saggio dell’imposta seguì sem pre l’ accresciuta vigoria delle fabbriche, di modo che queste, non distolte da ec­ cessive pretese fisali, tutte si dedicarono a su p erare le difficoltà del m om ento che non erano poche, n è di poca entità.

Il regime degli zuccheri in Germania dal 1841 al 1883

Come si vede dal 1841 al 1885, cioè in q u a ra n ­ tadue anni di prosperoso esercizio , le fabbriche tedesche non subirono che cinque aum enti nel saggio dell im posta, ^ e questi aum enti furono in tal modo ed in tale m isura distribuiti, da spingere gli opificii ad una attività sem pre m aggiore, ad una utilizzazione della m ateria sem pre più razionale e com pleta. Ciò non ostante, notevole è sem pre stata la proiezione doganale,

poiché lo zucchero estero im portato in G erm ania veniva colpito colle più alte gabelle. Così, secondo la legge dell’ 11 settem bre 1841, la qualità di zu c­ chero estero m eno colpita da dazio era soggetta ad un diritto di m archi 30 al quintale, m entre lo zuc­ chero indigeno era gravato di m. 0 .1 0 per ogni quintale di bietola lavorata, il che costituiva un’ im ­ posta di q uasi due m archi per ogni quintale di p ro ­ dotto ottenuto - essendo necessari'! 1591 chilogram m i di barbabietola per averne 100 di zucchero. Di modo che la produzione indigena godeva di una pro ­ tezione di quasi 28 m archi per quintale. Nè questo è tutto, poiché, quando nel 1861 fu concesso il rim ­ borso agli zuccheri indigeni esportati, nella ragione di m archi 1 6 ,5 0 per i greggi e di m archi 20 per ogni quintale di raffinati, il draw back era così poco in relazione coi rapporti di rendim ento, da contenere prem i elevatissim i che divennero, in seguito, sem ­ pre più forti. Tali p r e m i, per la esportazione dello zucchero di m elassa, equivalevano alla som m a rim ­ borsata in quanto che la m elassa non era soggetta ad im posta. B enché questo stato di cose costituisse un serio pericolo per la finanza, pure il governo tedesco non se ne diede per inteso, e con legge del 1 S ettem bre 1866 portò i rim borsi a m archi 17 .2 0 e 21 p er ogni quintale di zucchero greggio e can ­ dito. P erò, nel 18 6 9 si ebbe un rim aneggiam ento notevole nel regim e degli zuccheri tedeschi, poiché il 1 settem bre dello stesso anno l’ im posta venne por­ tata a m archi 1,60 per ogni quintale di barbabietola lavorata, ed il draw-back fu elevato a m archi 18,80 per gli zucch eri greggi aventi 88 ° /0 di polarizzazione, a m . 23 p er ¡ canditi in pani, ed a m. 2 1 ,6 0 per tutti gli altri. Ciò non ostante il rim borso conteneva un prem io tu tt’ ora notevole, che fece sem pre più a u ­ m entare I’ esportazione germ anica.

Q uesto sistem a im poneva sacrifizi non lievi al bilancio dello Stato, sacrifizi che non eran più g iu ­ stificabili colle condizioni dell’ industria. I rim borsi sullo zu cchero esportato crebbero da m. 5 ,8 7 5 ,9 1 6 nel 1 8 7 1 -7 2 a m archi 1 1 ,3 8 9 ,5 4 1 nel 187 6 -7 7 , a m. 7 3 ,5 0 7 ,5 9 5 nel 1 8 8 2 -8 3 . Q uesto celere aum ento nei rim borsi dell’ im posta influiva notevolm ente sul reddito netto alla tassa, che ne risentiva gli effetti in m isura tale che ne rim asero allarm ati i finanzieri tedeschi. E la loro preoccupazione fu condivisa dalla C om m issione d’ inchiesta nom inata, nel 1884, per studiare lo stato dell’ in d u stria saccarifera tedesca. E ssa calcolò a 1 0 ,0 0 0 .0 0 0 di m archi la perdita annua subita dall’ era rio ; poiché era aum entato il consum o, era rim asto inalterato il saggio d ell’ im posta, m a il gettito com plessivo della tassa non si era accresciuto in relazione a questi d ue fattori. Q uesto stato di cose dovea necessariam ente portare ad u n aum ento del saggio dell’ im posta, e tale fu il p arere della C om m issione d’ inchiesta : la quale, dopo una lunga disam ina dei mezzi più adatti a vin cere il lam en ­ tato inconveniente, p u r consigliando di m antenere il principio dell’ im posta sulla m ateria prim a, pro­ pose di levarne il saggio da m. 1 ,6 0 a m. 1,70, e di d im inuire il d ra w -b a c k sullo zucchero greggio da m. 48 a m. 17,15.

Il G overno, pu r accettando i consigli della com ­ m issione, m odificò alquanto le sue proposte e p re ­ sentò, nel 1 8 8 5 , un progetto di assestam ento della im posta, ch e acquistò forza di legge il 1 giugno 1886.

(6)

L’ E C O N O M I S T A 54

e lo restituzioni furono così regolate: per i zuccheri greggi non inferiori al 90 % di polarizzazione e per i canditi inferiori al 9 8 ma non al 90 °/0, per un periodo di tem po dal I agosto 1 8 8 6 al 50 settem b re 1887, m archi 18 al quintale, ma dal 1 ottobre 1887 tale restituzione sarebbe stata ridotta a m. 4 7 ,2 5 . P e r lo zucchero candito e per quello in pani, tavolo ecc., non inferiore al 9 9 ‘/ , °/0 di polarizzazzione, nel periodo dal 1 agosto 188 6 al 31 ottobre 1887, m a r­ chi 2 2 ,2 0 ; dal 1 n ovem bre 1887 in poi, m archi 2 1 ,5 0 . P e r tutti gli altri zuccheri non contenenti più dell’ 1 °/0 d’ acqua, nel prim o periodo, m archi 20,80, nel secondo, m archi 2 0 ,1 5 .

Ma questi provvedim enti legislativi non raggiunsero lo scopo desiderato ; ed in vero, essi erano troppo blandi p er potere d eterm in are un forte aum ento nel gettito d ell’ im posta. D’ altra parte, le esigenze finan­ ziarie rim anevano im m utate e si rendeva inev ita­ bile u n nuovo rim aneggiam ento nel sistem a di tas­ sazione. Il progresso raggiunto dall’ industria non avea più bisogno di speciali rig u ard i ; era, quindi, concesso di procedere con m aggiore energia alla r i­ cerca del reddito im ponibile e di colpirlo nella m i­ sura e nel modo che al fisco sarebbe parso più conve­ niente. Bisognava iniziare un periodo nuovo nei r a p ­ porti tra la Finanza e l’industria, m odificando, in modo sostanziale, il procedim ento finale sin’allora seguito.

Q uesto nuovo periodo venne inau g u rato con la legge de! 9 L uglio 18 8 7 , la quale portò l’ imposta sulla m ateria prim a da m . 1 ,7 0 a m . 0 ,8 0 per q u in ­ tale ; m a colpì con u n diritto di consum o di m. 12 per ogni 1 0 0 chilogram m i, lo zucchero posto in co m ­ m ercio all’ interno dell’ im pero. Modificò inoltre i d ra w -b a c k s sugli zuccheri esportati, regolandoli nel m odo seguente. A p artire dal 1 agosto 1888 veniva corrisposta la restituzione di m . 8 ,5 0 per ogni q u in ­ tale dì zucchero greggio avente il 90 °/0 di conte­ nenza saccarina, o dì zucchero raffinato con più del 9 0 ma m eno del 9 8 °/0- Gli zuccheri canditi v e n i­ vano poi a godere dei rim borso in ragione di m a r­ chi 1 0 ,6 5 p er ogni quintale di prodotto esportato.

Questa legge é certam ente una -delle più im por­ tanti della legislazione tedesca, poiché segna il p rin ­ cipio dell’ evoluzione verso l’ imposta sul prodotto, cioè verso quel m etodo di tassazione che più parti­ colarm ente rispondeva al grado di sviluppo raggiunto dall’ industria. Ma il nuovo regim e conservò, quasi inalterato, quel carattere spiccato d’ industria d’ espor­ tazione, che da g ran tem po era m anifestato nell’ in­ dustria saccarifera tedesca. Infatti, il m aggiore ag­ gravio colpiva soltanto lo zucchero consum ato in paese, m en tre quello esportato era soggetto ad una im posta di gran lunga m inore, che dopo veniva rim ­ borsata con I' aum ento del prem io. Poiché i perfe­ zionati m etodi d’ estrazione facevano sì che p er avere un quintale di zucchero bisognasse una quantità sèm ­ pre m inore di barbabietola, di modo che in realtà dim inuiva l’ im posta p a g a ta - p u r rim anendone inal­ terato l’ am m ontare del saggio - m en tre si aveva di­ ritto allo stesso rim borso all’ atto in cui lo zucchero veniva esportato. In altri term ini, il prem io era co ­ stituito dalla differenza tra l’ imposta effettivam ente pagala e quella restituita al m om ento dell’ esp o rta­ zione. O ra il rim borso era invariabile perchè com ­ m isurato alla quantità di prodotto esportato, non così l’ im posta la quale era suscettibile di dim in u zio n e; e di quanto dim inuiva q uest’ ultim a di tanto a u m e n ­ tava ii prem io.

23 gennaio 1898

In tal m odo, i soli consum atori tedeschi venivano più du ram en te c o lp iti; non quelli stranieri che con­ tinuarono a godere dei prem i e di tutti quei v a n ­ taggi che derivavano dall’ accresciuta attività espor­ tatrice dell’ industria tedesca.

Ma bisogna dire che con tale sistem a il tributo era assiso su più solide b asi: poiché se prim a l’ am ­ m ontare com plessivo dei rim borsi rendeva incerto il reddito netto dell’ imposta ; dopo 1’ adozione del nuovo m etodo alla Finanza era assicurato un più largo e sicuro provento colla tassa nel consum o, m entre colla riduzione del d r a w b a c k era dim inuito quell’ elem ento aleatorio che per tanto tem po avea reso instabile il gettito netto del tributo. E com ’ era da p revedere notevoli furono i vantaggi finanziari prodotti dalla nuova legge.

Nel prim o esercizio del nuovo regim e, cioè nel 1 8 8 8 - 8 9 , furono destinati al com m ercio interno 3 ,5 1 0 ,1 4 9 quintali di zucchero, che, a ragione di m . 12 al quintale, diedero allo Stato u n reddito lordo di m. 4 1 ,481,788. Togliendo da questa somm a il rim borso per I’ esportazione di sostanze contenenti zucchero, m . 2 3 ,2 3 6 ; e le spese d’ am m inistrazione, m . 1 ,6 9 9 ,2 7 2 , si ottenne dall’ im posta di consum o

(verbrauchsabgabe) un introito netto di m. 4 0 ,7 5 9 ,2 8 0

- Q uanto al reddito dell’ im posta sulla m ateria prim a

(materialsteuer) si ebbero le seguenti cifre: 7 8 ,9 6 1 ,8 3 0

quintali di barbabietola lavorata, in ragione di m ar­ chi 0 .8 0 per quintale, m. 6 3 ,4 6 9 ,4 6 4 ; rim borsi di esportazione m. 5 4 ,4 0 3 ,2 8 4 ¡rim anenza m. 9 ,0 6 6 ,4 8 0 . Togliendo da q u est’ ultim a som m a le spese d ’ am ­ m inistrazione per m. 2 ,5 2 6 ,7 7 9 ,l’ introito netto del- l’ im posta sulla m ateria prim a venne ridotto a m a r­ chi 6 ,5 3 9 .4 0 1 . L’ una e l'a lt r a imposta diedero quindi un reddito netto com plessivo di m. 4 7 ,2 9 8 ,6 8 4 , m en tre nell’ esercizio precedente si era appena ra g ­ giunta la cifra di m . 4 4 ,6 7 7 ,0 0 0 . Questi risultati finanziari divennero in seguito sem pre m igliori.

Ma questo stato di cose non poteva d u rare a lungo, perchè troppo elevata era l’ imposta sul consum o p e r u n paese che aveva una produzione saccarifera tanto copiosa. Infatti, lo zucchero messo in com m er­ cio all’ in terno del paese era colpito dall’ im posta sulla m ateria prim a in una m isura che andava da m . 40 a m. 40 ,6 5 al quintale, alla quale ag g iu n ­ gendo l’ im posta sul consum o di m. 42, si avea un aggravio com plessivo variante da m . 22 a 2 2 ,6 5 . Inoltre,¡m o lti erano gli inconvenienti che derivavano dal fatto di av e re due m etodi diversi d’ im posta per la stessa m ateria im ponibile, di modo che u na più radicale riform a si rendeva inevitabile. T ale riform a dovea se rv ire di com plem ento a quella parziale in a u ­ gurata con la legge del 9 luglio 4 887, e dovea d e ­ finitivam ente adottare il sistem a d’ im posta che si basa sullo zucchero prodotto.

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23. gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 55

teria dei rim borsi venne regolata nel seguente m odo: per un periodo transitorio dal 1 agosto 189 2 al 31 luglio 1897 venne concessa una riduzione d’ im po­ sta in forma di prem io (Zuschuss) nelle seguenti m isu re : dal 1 agosto 1892 al 31 luglio 1895.

a) per lo zucchero greggio col 9 0 °/0 di ric ­

chezza saccarifera, e per il raffinalo con più del 90 ma meno del 98 °/0, m. 1 ,2 5 al quintale.

b) per lo zucchero candito o d u ro in pani ecc.

col 9 9 ^2 °/0 di ricchezza saccarifera, m . 2 al q uin­ tale.

c) per tutti gli altri zuccheri d u ri non conte­

nenti più dell’ 1 °/0 di acqua, m . 1 ,6 5 al quintale. Ma dal 1 agosto 189 5 al 31 luglio 1 8 9 7 , i prem i venivano così ridotti :

per gli zuccheri della categoria a m. 1 al quint.

» » » b » 1,75 »

» » » c » 1,40 » ’)

T ra le leggi che in G erm ania si sono seguite dal 1841 in poi, quella del 31 m aggio 1891 è certo la più im portante, poiché nessun’ altra aveva prodotto cam biam enti sì profondi e sostanziali. E ssa era resa inevitabile dalle esigenze finanziarie dell’ Im pero e rispondeva esattam ente allo stato raggiunto dall’ in­ dustria, che non avea più bisogno d’jnco rag g iam en ti per au m entare la sua attività e per perfezionare i suoi mezzi tecnici. E d in vero, l’ im posta sulla m a­ teria prim a se riesce di grandissim a u tilità nei prim i anni dell’ industria, essa è im potente, in seguito, a regolare in modo razionale le com plesse questioni che si collegano a questa specie di tassa di fabbri­ cazione. Q uando l’ industria si trova ai suoi p rim i passi è necessaria, infatti, una form a di im posizione facilm ente sindacabile, senza num erosi controlli, se m ­ pre m olesti ed im pacciosi. Nè questo è tutto, poiché ]’ imposta sulla m ateria prim a facendo rin cariro il costo della barbabietola spinge l’ industria tassata ad una utilizzazione sem pre più intensiva della so ­ stanza zuccherina ; la spinge, cioè, ad un grado più elevato di perfezionam ento tecnico. In tal modo gli industriali sono stim olali a ren d ere sem pre m i­ nore l’ incidenza dell’ im posta sulla quantità dello zucchero prodotta. Supponendo che p e r p ro d u rre un quintale di zucchero fossero necessarii dieci quintali di barbabietola e che l’ im posta nella m ateria prim a fosse di due lire per ogni cento chilogram m i, lo zuc­ chero prodotto sarebbe colpito nella m isura di venti lire per quintale. O ra se il coltivatore offre una b ie ­ tola più ricca di sostanza zuccherina e l’ in d u striale, con mezzi nuovi e più perfetti, la sfrutta m a g g io r­ m ente, tanto da rid u rre ad otto quintali la m ateria prim a necessaria ad avere cento chilogram m i di prodotto netto, l’ imposta viene ridotta effettivam ente a sedici lire, pu r rim anendo invariato il suo saggio. In tal modo, la riduzione di quattro lire per q u in ­ tale agisce com e prem io per l’ industriale avveduto e coraggioso, e nessun prem io è forse più di questo efficace e legittim o perchè viene esattam ente c o m ­ m isurato al progresso della tecnica industriale. Ma

') Con questa legge, a rt. 65, si colpiva con un da­ zio di m. 36 al quintale lo zucchero solido o liquido importato dall’ estero. Si autorizzava, inoltre che lo zucchero greggio estero venisse importato, sotto la vigilanza fiscale, per essere lavorato, e che fosse de­ tra tta dall’ ammontare del dazio la tassa interna di m. 18: calcolando, quindi, detto zucchero come quello indigeno greggio chenon avesse ancor pagata l’ im ­ posta di fabbricazione.

questo sistem a im pone sacrifizi sem pre m aggiori alla pubblica finanza, ed è bene abbandonarlo non appena T industria avrà raggiunto quel grado di perfezionam ento che perm ette di lasciarla a sè stessa.

Così fece la G erm ania con la leggo del 1891. P erò, col nuovo regim e s’ in augurò apertam ente il sistem a dei prem i d’ esportazione che fu una conse­ guenza necessaria dei prem i sim ulati sino allora m antenuti.

[Continua).

APPUNTI

IL SAGGIO DELLO SCONTO

L’ Opinione esam inando le considerazioni che fu­

rono svolte nell’ Economista del 16 corr. perchè venga lasciata com pleta libertà agli istituti di em is­ sione di fissare il saggio dello sconto alm eno al di sotto di un lim ite m assim o, si dichiara in sostanza favorevole ai concetti che vennero esposti su questo colonne. Soltanto ritiene che non sia questo il m o­ m ento opportuno per ribassare lo sconto in quanto dalle condizioni del m ercato, crede VOpinione di po­ ter rica v are la deduzione che per ora e per qualche tem po non si potrà toccare nè a Londra nè a B erlino ai m iti prezzi di alcuni mesi or sono. L ’ avvenire è sulle ginocchia di Giove e non possiam o arriv are fin là per leggere quali saranno le cose fra qualche m e se; notiam o però che proprio m entre l'Opinione pubblicava il suo articolo, sì poco fiducioso, la B anca dell' Im pero G erm anico, riduceva lo sconto dal 5 al 4 per c e n to ; e siam o appena alla m età di G e n ­ naio cioè ancora sotto la solita influenza dei saldi della fin d’anno, che richiedono sem pre notevole di­ sponibilità di fondi il che produce più o m eno sensi­ b ile u n inasprim ento nel saggio officiale dello sconto. Ad ogni modo, più che un ribasso im m ediato del saggio dello sconto, abbiam o chiesto la libertà, sia pure lim itata da un m assim o, per gii Istituti di em issione, affinchè essi possono acquistare quella ela­ sticità che è necessaria per seguire le vicende del m ercato in un paese com e il nostro, dove la econo­ mia gracile e quindi m olto sensibile, produce oscil­ lazioni frequenti nel prezzo di tu tte le cose e specialm ente in quello del denaro. D ate le condizioni nostre, crediam o che gli Istituti di em issione debbano precipuam ente aver di m ira di av e r un portafoglio di prim o ordine e quindi debbono sopratutto offrire alle B anche ed ai banchieri la facilità del risconto.

Ma incidentalm ente la Opinione, rilevando una frase dell’ articolo dell’ Economista nella quale era lam entato che le sofferenze della Banca d ’ Italia fos­ sero troppo alle a paragone di quelle che accurano le B anche estere di em issioni ed anche altri Istituti di credito italiani, ci av v e rte che la cifra a cui noi alludevam o per la B anca d’ Italia si riferisce agli strascichi di affari v ecchi che ancora pesano su lla B anca-stessa.

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L’ E C O N O M I S T A 23 gennaio 1898 56

sotto il nom e di sofferenze vecchie, la som m a di L. 1 4 ,0 6 0 ,9 4 0 .5 5 ; e sotto il nom e di sofferenze del­

l’esercizio in corso, (capitale) L. 1 ,9 5 3 ,8 5 7 .8 2 ; spese

giudiziali ed accessori L. 81,95 2 .8 7 ; totale delle sof­ ferenze dell’ esercizio in corso L. 2 ,0 3 3 ,8 1 0 .6 9 .

E per il Banco di Napoli : - sofferenze vecchie L . 3 0 ,1 1 9 ,0 6 3 .5 6 ; sofferenze dell' esercizio in corso L. 3 ,1 4 2 ,7 9 1 .3 9 oltre L. 38,975.91 di spese g iu ­ diziali ed accessori.

E per il Banco di S ic ilia : - sofferenze vecchie L . 6 ,9 8 6 ,2 3 8 .5 0 ; sofferenze dell’esercizio in corso L . 1 7 2 ,7 5 7 .5 3 , più L. 3,882.21 di spese giudiciali ed accessori.

O ra, se i bollettini sono redatti con esattezza e con­ siderando che gli Istituti hanno tutto l’ interesse di m ettere le sofferenze dipendenti degli affari del pas­ sato tra le sofferenze vecchie, - fino a che non si sia dim ostrato il contrario - dobbiam o riten ere che le sof­

ferenze dell'esercizio in corso siano corrispondenti

al significato chiaro ed esplicito di quelle parole. L asciando adun q u e da parte i 51 milioni di sof­ ferenze vecchie che accusano i tre Istitu ti, ripetiam o che i cinque milioni abbondanti di sofferenze de’lo

esercizio in corso accusati nel novem bre dagli Isti­

tuti stessi ci sem brano eccessivi, quando vediam o che il totale delle cam biali in portafoglio ra p p re ­ senta appena 231 m ilioni.

Rivista Economica

I docks internazionali a Genova - I l mercato di Chi­ cago - I l ribasso dei p rezzi - La colonia italiana

nella Scozia.

I docks internazionali a Genova. — Dopo i

silos, ossia depositi speciali pel grano, di cui si è

parlato tanto nei mesi passati, siam o ai docks in te r­ nazionali. Q uesta è la notizia che ci danno i g io r­ nali di G enova.

Nei locali della Società L igure-L om barda per la raffineria zuccheri a R ivarolo saranno im piantati dei

docks internazionali per deposito di m erci, quali si

hanno da tem po con gran d e vantaggio del co m m er­ cio nelle principali città com m erciali del m ondo.

Com’ è noto, i com m ercianti possono dal punto di deposito rip a rtire la loro m erce nell’ interno ai vari clienti, possono fare operazioni sulla m erce stessa e possono v en d ere per l’ im barco. È un grande v a n ­ taggio pei com m ercianti e industriali, oltreché l’isti­ tuzione torna utilissim a alle ferrovie, che non sa ­ ran n o più costrette a te n ere im pegnati m olti v a ­ goni, e riesce utile pure al traffico del porto perchè si sbarazzeranno più presto le calate.

I docks internazionali di G enova saranno eserci­ tati dai F .lli G oudrand, ai quali si deve essenzial­ m ente di averli prom ossi. N essuna Ditta avrebbe potuto, stante la vasta organizzazione internazionale dei F .lli G ondrand, assum ere con m aggiore intelli­ genza e praticità u n servizio così im portante.

II mercato di Chicago. — Chicago è senza d u b ­

bio il più grande m ercato agricolo del m ondo. Si calcola che il suo com m ercio sia di 750 0 m ilioni all’ anno. N e w -Y o rk soltanto lo supera. P er avere u n ’ idea del m ovim ento basteranno alcune cifre che

ci fornisce il « P rogresso italo-am ericano. »

Nel 1 8 9 2 — anno dell’ esposizione — arrivarono a Chicago 3 0 0 ,0 0 0 vagoni di grano ed entrarono in città 7 ,7 1 9 ,7 0 0 porci che si sparsero poi nel m ondo sotto forma di prosciutti, di strutto e di salam i. I buoi sdaziati nell’ annata furono 3 ,5 7 1 ,0 0 0 ed i m ontoni 2 ,1 4 5 ,0 0 0 . È noto che m ediante i potenti elevatori di fama m ondiale, a Chicago si carica un vagone di 20 tonn. in un m inuto e mezzo, una nave di 2 4 0 0 tonn. in due ore.

Gli stock-yard, non m eno celebri, perm ettono ad un operaio solo di am m azzare oltre m ille porci al giorno. M ediante insaccatrici a vapore con una sola m acchina si fabbricano 1 0 0 ,0 0 0 libbre di salsi ccie al giorno.

Nello stabilim ento principale « A rm our Packing H ouse » sono im piegate 1 1 ,0 0 0 persone. Nel 1896 furono m acellati 1 ,7 5 0 ,0 0 0 suini, 1 ,0 8 0 ,0 0 0 buoi e 6 7 5 ,0 0 0 m ontoni.

Nello stesso anno furono spedite da Chicago lib ­ bre : 1 ,6 0 9 ,0 0 0 ,0 0 0 di carne preparata, 1 7 7 ,0 0 0 ,0 0 0 di b urro e 9 2 ,2 0 0 ,0 0 0 di form aggio.

Sono cifre che sem brano incredibili. E p p u re sono vere.

Basti d ire che ora stanno facendo anche delle navi speciali p er portare le uova sul m ercato in ­ glese, dove finora noi abbiam o tenuto per questo prodotto il prim o posto.

II ribasso dei prezzi. — L 'Economist di L ondra

ha pubblicato recentem ente i num eri-in d ice eh’ esso stabilisce periodicam ente sui prezzi delle principali m erci e d errate ; questi ora pubblicati si riferiscono all’ intero anno 1897.

L ’ Economist constata che, se è am m esso che i prezzi aum entano generalm ente d urante i periodi di attività e di espansione com m erciale, nel 1897 questa regola ha subito u n ’eccezione. Gli affari in generale sono stati veram ente assai attivi, non so l­ tanto In In ghilterra, ma anche in F ran cia, in G er­ m ania e agli S tati U niti, e tuttavia i prezzi sono ribassati continuam ente, per resta re a un livello assai inferiore a quello del 18 9 6 .

Ecco infatti quali sono i num eri-indice del p re­ cedente triennio e quelli di ogni trim estre del 18 9 7 .

F in e dicem bre del 1894 . . . . 1,9 2 3 » » )) 1895 . . . . 1 ,9 9 9 » » » 1896 . . . . 1 ,9 4 6 » m arzo » 1897 . . . . 1 ,9 4 2 » giugno » 1897 . . . . 1 ,8 8 5 » settem bre » 1897 . . . . 1 ,8 9 6 » dicem bre » 1897 . . . . 1,891 Il m ovim ento più im portante constatato nel 1897 è forse 1’ aum ento dei prezzi di certi generi di alim entazione, dovuto al cattivo raccolto in E u ropa e nell’ India. Gli agricoltori hanno realizzato, senza dubbio, dei benefici im portanti, ma ciò a p reg iu d i­ zio del resto della popolazione, poiché il costo della vita è aum entato.

Yi è stata una leggera com pensazione nella d i­ m inuzione del prezzo della carne, dello zucchero e di altri articoli di consum o generale. La classe operaia se ha dovuto pagare di più per il pane, ha però avuto il vantaggio di salari m igliori.

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23 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 57

L a co lo n ia ita lia n a n e lla S cozia. — Da un

rapporto del cav. G. Breen regio console in Glasgow

si desum e che la colonia italiana nella Scozia è negli ultim i 6 anni aum entata considerevolm ente. N on è possibile precisare il num ero dei suoi com ­ ponenti, trovandosi essi sparsi in diversi punti, o vagando per le cam pagne com e suonatori am bulanti. P er quanto, però, li è stato riferito dai principali m em bri della colonia, e per quanto ho potuto p er­ sonalm ente rilevare, si deve ritenere che oggidì essa ascende a circa 20 0 0 persona, com presi donne e ragazzi ; m entre che nel 1891, coniava non più di un migliaio di persone.

Ad onor del vero, egli dice i nazionali, qu an tu n ­ que in m assim a parte poveri, sono in g en erale di buona condotta m orale e civile, e la b o rio si; e di rado si vedono com parire davanti le autorità di polizia. G lasgow è il centro dove resiede il grosso della colonia.

P redom inano nella colonia confettieri, gelatieri e suonatori am bulanti. Pochi hanno m estieri diversi, e sono i seguenti :

10 com pagnie di fig u risti; 10 p a rru c c h ie ri; 8 m ercanti di vini e com m estibili ; 6 calzolai ; I fa­ legnam i ; 3 sarti ; 1 fabbricante di m obili e spec­ chi ; 2 fornai.

In G lasgow solam ente si possono contare più di 200 negozi di gelati e confetti. I suonatori a m b u ­ lanti rappresentano circa il sesto della totalità degli italiani.

L 'a u m e n to della colonia italiana nella Scozia av ­ viene com e segue :

Molti nazionali ivi residenti posseggono tre o quattro botteghe di gelati ciascuno, ed havvi chi ne possiede fino a IO o 13. In ciascuna di esse ten­ gono im piegati due o tre garzoni, a seconda degli affari. Ogni anno molti dei garzoni, che term inano il contratto coi loro padroni, aprono p er proprio conto nuove b o tte g h e; e scrivono ai rispettivi p a ­ renti in Italia, affinchè procurino loro dei com m essi coi quali fanno un contratto per due o tre anni, e cui pagano il viaggio dall’ Italia in Scozia.

E siste in G lasgow una Società italiana di m utuo soccorso fondata, dietro proposta di alcuni m em bri della colonia, il I o marzo 1 8 9 1 ; è l’ unica Società italiana in tutta la Scozia, e si com pone di circa 70 m em bri. Essa aveva al 31 dicem bre 189 6 un capitale di lire sterline 6 6 .1 7 .1 0 .

COMMERCIO E NAVIGAZIONE DI GENOVA

La Camera di Commercio di Genova ha p u b b li­ cato il resoconto statistico del com m ercio e della Navigazione di Genova d u ran te il 1896. Il resoconto è diviso in due parti. La prim a com prende il m o­ vim ento com m erciale rig u ard an te le m erci sdoganate di im portazione e di esportazione, quelle in transito uscite per via di m are e p er te rra, le m erci uscite dal Deposito franco classificate in m erci sdoganate in m erci riesportate e quelle spedite con bollo a cauzione, il m ovim ento delle m erci nei depositi, e le m erci im barcate e sbarcate nel porto. La seconda riguarda il m ovim ento m arittim o, le costruzioni n a ­ vali e le m erci im barcate e sbarcate nel porto.

11 m ovim ento com plessivo del com m ercio con

l’estero nel 1896 Importazione-Esportazione e Tran­

sito ascese a valore ad una som m a di L. 6 3 2 ,3 7 3 ,4 1 5

e a peso a tonn. 5 ,1 7 6 ,2 5 0 che confrontato con quello del 1895 dà una differenza in più sul Valore di L. 77,732,171 e sul Peso di tonn. 47,763.

1 seguenti prospetti riepilogano il m ovim ento delle diverse classificzioni di co m m ercio:

VALORE 1896 1895

Importazione . . . . L. 386,433,256 367,635,318

Esportazione . . . » 172,020,871 138,092,607

Merci estere in transito

uscite per via di mare » 20,114,120 10,142,840 E per via di terra . . » 73,807,168 58,772,479 L. 652,375,415 574,643,244

PESO 1896 1895

Importazione . . . . Tonn. 2,692,420 2,696,200

Esportazione . . . » 156,098 143,508

Merci estere in transito

uscite per via di mare » 18,827 9,591

E per via di terra . . » 309,505 279,788

Tonn. 3,176,850 3,129,087

La difierenza fra il 1896 e il 1895 resulta dai seguenti specchietti :

VALORE

Commer. comples. di Genova nel 1896 L. 652,375,415

» » » » 1895 » 574,643,244

Differenza in piu nel 1896 L. 77,732,171

PESO

Commer. comples. di Genova nel 1896 Tonn. 3,176,850

» » » » 1895 » 3,129,087

Tonn. 47,763

11 com m ercio speciale di G enova nel 1896 diviso per categorie dà in valore i seguenti risultati:

Categ. 1. Spiriti bevande ed

I M P O R T A Z I O N E E S P O R T A Z I O N E

olii. . . L. 5,446,017 21,858,091 » 2. Generi colon., dro­

ghe e tabacchi » 33,345,433 4,208,994

» 3. Prodotti chim ici, generi medicinali, resine e profume­

r ie ... » 17,171,271 7,127.166 » 4. Colori e generi per

tin ta e concia » 7,6S7,531 1,011,693 » 5. Canapa, lino, ju ta ed altri vegetali filamentosi, esclu­ so il cotone . » 5,364,167 5,543,451 » 6. Cotone . . . » 97,588,853 26,323,129

» 7. Lana, crine e peli » 9,238,248 5,140,306

» 8. Seta . . . . » 18,582,268 34,256,509 8 9. Legno e paglia » 6,584,421 22,789.992 » 10. C arta e libri . » 605,362 5,510,312 » 11. Pelli . . . . » 18,313,489 3,967,880 8 12. Minerali, metalli e loro lavori . . » 26,795,011 6,838,281 > 13. Pietre, terre, va­

sellame , vetri e cri st al l i . . . »

'

(10)

58 L’ E C O N O M I S T A . 23 gennaio 1898

Catog. 14. Cereali, farine, pa­ sta e prodotti ve­ getali non compre­ si in altre cate­ gorie . . . . » 72,766,337 » 15. Animali, prodotti e spoglie di animali non compresi in altre categorie » 24,700,198 » 16. Oggetti diversi ¡> 3,885,122 Totale Generale del Com­

mercio speciale. . L. 386,433,256 172,020,871

I diritti incassati dalle dogane di Genova nel 1890 per dazi di im portazione (L. 8 8 ,7 6 0 ,0 2 1 ); di esp o r­ tazione, bolli a oollaggio, diritti per la legge sul bollo, sopratassa sulla fabbricazione della b irra , spi­ rili, acque gassose, sulla preparazione della cicoria, e sull’olio di cotone, diritti m arittim i di ogni genere, ascesero a L. 9 2 ,0 3 3 ,6 2 0 contro L. 9 3 ,6 5 7 ,7 8 2 al 1896. T u tti gli altri porti del Regno nel 1896 per gli [stessi totali incassarono L . 1 5 8 ,9 6 6 ,1 4 5 cioè poco m eno del doppio della dogana di Genova.

II seguente specchietto riassum e il m ovim ento com plessivo della navigazione del porto di G enova nel 1896 in confronto al 1893 :

TOTALE D E I BASTIMENTI TONNELLAGGIO

E ntrati ed Usciti nel 1896 N. 12,288 Tonn. 8,120,534

» » nel 1895 » 11,980 » 7,894,598

Differenza in p iù nel 1896 N. 308 Tomi. 225,936

Entrati nel 1 8 9 6 . . . . N. 6,141 Tonn- 4,033,751

» nel 1895. . . . » 6,062 » 3,965,685

Differenza in più nel 1896 N. 79 Tonn. 68,066

Usciti nel 1896. . . . N. 6,147 Tonn. 4,086,783

» nel 1895. . . . » 5,918 » 3,928,912

Differenza in più nel 1896 N. 229 Tonn. 157,870

Il resultato com plessivo della N avigazione in te r­ nazionale e di cabotaggio dei bastim enti a vela e a vapore, en trati ed usciti p er operazioni di co m m er­ cio, è stato frattanto il seguente :

I bastim enti entrati ed usciti carichi e vuoti fu­ rono nel -1896 in num ero di 1 2 ,2 8 8 della portata di 8 ,1 2 0 ,5 3 4 tonnell. con una differenza in con­ fronto del 189 5 di una differenza in più di 308 bastim enti e di 2 2 5 ,9 3 6 tonnellate.

D istinguendo adesso la vela dal vapore si hanno i seguenti resultati :

A VELA A VAPORE

Arrivi . N. 2,716 Tona. 290,525 N. 3,425 Tomi. 3,743,226 Partenze » 2,746 » 307,400 » 3,401 » 3,779,383 Totale flouer. N. 5,462 Tona. 597,525 N. 6,896 Tona. 7,522,600 Le costruzioni navali eseguite dai Cantieri del

Com partim ento M arittim o di G enova furono nel 1898 di 12 bastim enti della com plessiva portata di 2 ,2 1 7 tonn. contro 30 di tonn, 1,694 nel 1895 ossia 18 bastim enti meno e 5 2 3 tonn. di più nel 1896.

La situazione economica e finanziaria della China

A fianco della vecchia China che si ostina a ri­ m anere fedele alle an tich e tradizioni e respinge tutti i tentativi dell’ O ccidente, è nata una nuova China che si ren d e perfettam ente conto delle sue ricchezze, che conosce la sua forza, e che non ignora i peri­ coli che corre, rim anendo nell'isolam ento. E ssa vuole rico stitu irsi con le necessità dell’ora presente, e ge­ losa di stabilire più tardi la sua indipendenza, a c ­ cetta di servirsi m om entaneam ente dello straniero per riform are la situazione del paese.

Uno dei mezzi im piegati dalla giovane C hina per m odificare le condizioni odierne, e far p enetrare il più rapidam ente neH’interno del paese il com m ercio e le industrie affratellando così I’ avvenim ento dell’ era delle riform e, è la costruzione di ferrovie.

Senza en tra re nei dettagli delle linee costruite e progettate costaterem o che vi sono attualm ente due ferrovie nel N ord della C h in a ; una che va da T ie n -T sin a C han g -K ai-K o u an e oltre la gran m u ­ raglia, in M anciuria ove è destinata un giorno a congiungersi alla transm anciuriana russa ; e T altra che va da T ien-T sin a P ekino. A m bedue queste linee m isurano 467 chilom etri. Inoltre altre due linee sono state concesse : una ai belgi da Pekino a K au - K eon e l’altra agli am ericani da Changhai a K ankin per F o u -T h e o n con una diram azione da F o u -T ch e o n a H ang-T cheon.

Il successo dalle linee che funzionano è attestato da tutti coloro che le hanno vedute, ne può esservi dubbio per chi conosce 1’ enorm e circolazione interna della C hina, m algrado la prim itività dei mezzi attual­ m ente esistenti, ed è inutile insistere sulle co n se­ guenze com m erciali, che avrà la m oltiplicazione, in uno spazio di tem po più o m eno lungo, delle ferro ­ vie n e ll' interno della China.

Ma per creare queste ferrovie, e per profittare della ricchezza del paese bisogna creare dei capitali di en tra ta, e la prim a ricostituzione da farsi è quella della finanza dell’ Im pero.

P e r il trattato di Sim onosaki la China si è obbli­ gata di pagare al G iappone 2 6 0 m ilioni di taels al tasso di 3 sh, 3 d. p er tael, e 30 m ilioni sono stati in seguito aggiunti com e indennità per la retro ce s­ sione di L ia o -T u n g . La C hina ha dovuto p er con­ seguenza fare dei p restiti, coi quali ha saldato i p a­ gam enti più u rg en ti. P e r ciò che rig u ard a le rim a ­ nenti som m e da pagare, la C hina ha una certa lar­ ghezza, ohe ha p er conseguenza di recare variazioni sensibili all’ am m ontare deli’ in dennità. E ssa può li­ qu id are nel Maggio prossim o con 3 0 0 m ilioni di fran­ chi, m e n tre il totale com prendendo 1’ interesse, e la spesa dell’occupazione giapponese, raggiunge la somm a di fr. 4 1 2 ,5 0 0 ,0 0 0 , se il pagam ento v errà fatto nel m aggio del 1892.

C om unque sia, è m ercè i capitali europei che la China può far fronte all’ im pegni contratti. Il seguente specchietto riassum e il debito esteriore attuale della China.

10,541,510

(11)

23 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 59

F ran ch i

di emis­

sione ai ammor- tamonto Interesse di em issioneTasso

6.250.000 1887 1902 5 V, % oro 106 '/,» /. 40.875.000 1894 1914 7 °/o argento 98 • / . 75.000.000 1895 1914 6 % oro 96 */2 °/° 25.000.000 1895 1915 6 % 106 7o 25.000.000 1895 1915 6 % 1 0 4 '/.% 895.500.000 1895 1931 4 % 99 20 ° /0 250.000.000 marzo 1896 1932 5 °// 0 98 Va % 150.000.000 settemb. 1896 1932 5 0 / lo 99 »/o

Il debito esteriore della China am m onta per tanto a 9 6 7 ,6 2 3 ,0 0 0 franchi, di cui tutto il peso cade sui proventi delle dogane m arittim e, che rappresentano u n reddito di circa 22 m ilioni di taels k a ik -w a n s , ossia il doppio dell’ am m ontare richiesto per il ser­ vizio dei prestiti garantiti con questa entrata.

Il bilancio della China è rappresentato dalle se­ guenti cifre e capitoli che m eritano di essere esa ­ minati.

Entrate

TaSls

Imposta fondiaria pagabile in arg en to .. . 25.088.000 detta in grani... 6.502.000

Proventi del sale... 13.659.000

Likin (dogano interne)... 12.952.000 Dogane m arittim e... 21.989.000 Dazio consumo... 1.000.000 Dazi sull’oppio indigeno... 2.229.000 D iritti diversi... 5.500.000

T o ta le .... 88.979.000

Uscita

Amministrazione metropolitana (guarni­ gione Manciuria e Casa Im periale). . Ammiragliato (squadra di P eiyang).. . . Squadra del N o rd ... ... Difesa delle coste e soldo alle truppe

straniere... Difesa della M anciuria... Difesa dell’Asia ce ntrale... Sussidio all’Y u n n a n ... Servizio dei prestiti esteri... Costruzioni di ferrovie... .. Lavori p u b b lici... Amministrazione delle dogane... Amministrazione delle 18 provincie e

mantenimento delle truppe provinciali T o ta le .. 19.478.000 5.000. 000 5.000. 000 8.000. 000 1.848.000 4.800.000 1.655.000 2.500.000 500.000 1.500.000 2.478.000 36.220.000 88.979.000

GLI STATI DI PREVISIONE

pei Ministeri del Tesoro e delle Finanze 1898-1899

corrente (prim a previsione), la spesa aum enta di L. 6 0 8 ,3 1 3 .9 7 ; in confronto d eT asseslam ento (p re ­ sentato testò alla C am era) dim inuisce di L . 9 3 9 ,4 2 0 .4 9 . L ’aum ento di L. 6 0 8 ,3 1 3 .9 7 predetto, è il risultato dell’aum ento di L. 1 ,2 4 4 ,6 7 9 .6 2 nelle spese effettive ordinarle e straordinarie e della dim inuzione di lire 6 3 6 ,4 5 3 .6 5 nel m ovim ento dei capitali.

La dim inuzione, Invece, di L. 9 3 9 ,4 2 0 .4 9 , che il bilancio 1898 -9 9 presenta in confronto del bilancio corrente assestato, è il risultato della dim inuzione di lire 1 ,8 1 4 ,4 2 0 ,4 9 nelle spese effettive ordinarie e strao rd in arie e dell’aum ento di L. 875,000 nel m o­ vim ento dei capitali.

Cou la scorta della som m aria relazione, che ac­ com pagna il bilancio, analizziam o, scom posta nei suoi fattori principali, la spesa com plessiva (prim a p r e ­ visione) del M inistero del Tesoro nei rapporti dei due esercizi 1897-98 e 1898-99.

Oneri dello Stato. — E ran o previsti in lire

7 0 9 .1 3 0 ,1 5 8 .2 9 per l’ esercizio c o rren te ; a u m en te­ ranno a L. 7 1 0 ,5 4 4 ,8 5 7 .2 4 nell’esercizio futuro. A um ento L. 1,4 1 4 ,6 9 8 .9 5 .

Com pongono questa categoria :

a) il debito perpetuo con . . b) i debiti redim ibili con . .

c) i debili variabili c o n . . .

d) le dotazioni con . . . . e) le spese por ¡1 P arlam ento con f) il debito vitalizio con . .

4 7 6 .5 9 3 .6 4 3 .7 5 8 8 ,3 0 1 ,3 7 1 .8 4 1 2 1 .6 7 4 .8 4 1 .7 5 16 ,0 3 0 ,0 0 0 .0 0 » 2 ,1 5 3 ,0 0 0 .0 0 I 5 ,3 7 0 ,0 0 0 .0 0

La spesa, che dovrà sopportare il M inistero del Tesoro nell’ esercizio 189 8 9 9 , è preveduta in lire 7 5 6 ,5 2 3 ,1 4 5 .4 7 , dedotte, com e sem pre, le partite

di giro.

Stabiliamo subito che, in conformità dell’esercizio

L ’aum ento predetto di L. 1 ,4 1 4 ,6 9 8 .9 5 è la ri­ sultante delia dim inuzione di L. 1 ,3 1 9 ,1 1 9 .4 5 nei debiti redim ibili e dell’aum ento di L. 9 5 5 ,2 5 6 .7 8 nel debito perpetuo, di L. 1 ,7 7 8 ,5 6 1 .6 2 nei debili va­ riabili.

L e conversioni in rendila 4 e 4 ,5 0 per cento netto di titoli del debito perpetuo e del debito redim ibile spiegano sufficientem ente le variazioni che si verifi­ cano in questi due capitoli di spesa.

L e m aggiori garanzie chilom etriche che si p re ­ vede doversi pagare alle Società ferroviarie per le nuove costruzioni, che si apriranno all’esercizio entro l’anno, sono la causa principale dell’ accrescim ento presunto nei debiti variabili. *

Spese d i amministrazione. — Sono previste in

lire 1 0 ,0 3 0 ,6 6 3 .9 3 ossia in dim inuzione di lire 1 4 8 ,6 2 9 .3 3 al p aragone della prim a previsione 1897-98. Nelle spese diverse che sono il necessario com plem ento delle spese di am m inistrazione predette, si verifica una nuova econom ia di L. 2 1 ,3 0 0 la previsione discendendo da L. 2 ,7 8 9 ,2 6 0 (esercizio 1 8 9 7 -9 8 ) a L. 2 ,7 6 7 ,9 6 0 (esercizio 189 8 -9 9 ). In d i la dim inuzione com plessiva dì L . 1 6 9 ,9 2 9 .3 3 .

Contribuiscono a questa dim inuzione in prim o luogo le m inori spese di cam bio per i pagam enti da farsi all’estero , poscia la dim inuzione delle indennità di residenza e dei sessenni.

T irata la som m a n e risulta nelle spese effettive la m aggiore spesa di L . 1 ,2 4 4 ,7 6 9 .6 2 che abbiam o determ inato più sopra.

Movimento di capitali. — P e r questa categoria,

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