L ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FER RO V IE, IN T E R E S S I P R IV A T I
Anno XXV - Voi. XXIX
Domenica 23 Gennaio 1898
N. 1238
IL DAZIO SUL GRANO
Se il M inistero com prendesse bene la situazione attuale e valutasse con largo criterio le condizioni del m om ento, si presenterebbe senza dubbio alla Cam era con un progetto di legge per sospendere im m ediatam ente la riscossione del dazio sui cereali almeno fino al prossim o luglio : ingiungendo ai co m uni di far altrettanto per il dazio consum o sulle farine e sul pane.Non vogliam o trarre argom ento dai disordini delle M arche e da quelli di Sicilia o da altri m inacciati in altre regioni ; in genere non dovrebbero m ai i G overni civili venire illum inati sulle necessità delle popolazioni dalle violenze che queste com m ettono.
Il fatto nella sua ru d e sem plicità è q u e s to : - il popolo potrebbe avere da più anni il pane a v en ticinque centesim i tutto al più ed è stato costretto a pagarlo a trenta e tren tad u e, perchè tra Stato e Com uni venne stabilita una tassa sul pane quasi del 5 0 per cento del suo prezzo. I M inistri hanno giu stificata la m isura asserendo che' il dazio di L. 75 la tonnellata sul grano non ne rincarav a il prezzo, ma m anteneva il prezzo p rec ed en te; lo Stato non usufruiva che del ribasso avvenuto, sottraendo tale benefizio al consum atore. - Ma oggi che il prezzo è salito così alto per lo scarso raccolto, oggi che per questa e tante altre cause è notorio che una parte notevole della popolazione soffre per in su ffi cienza del nutrim ento fondam entale, il m antenere ancora il dazio sul grano, che ai prezzi odierni rap presenta una im posta più del trenta per cento sui prezzi stessi, è, a nostro avviso, una aberrazione perchè contrasta in modo stridente con quei principi um anitari che devono essere la guida di u n Go verno civile.
Sono avvenuti già dei disordini ; il M inistero che ha I obbligo di m antenere la tranquillità pubblica ha m andato delle truppe per ristabilire la c a lm a ; credendo che una parte dei tum ultuanti appartenes sero a partiti che approfittano delle circostanze a scopi politici, ha operato degli arresti su scala ab bastanza la rg a ; non ci occuperem o di ciò — sebbene crediamo che in g en e re un G overno perda sem pre bel suo prestigio quando non sa rispondere alla vio lenza che colla violenza.
Ma non vi è dubbio che tra i tum ultuanti ve ne erano m olti, i quali erano spinti ad infrangere T or me pubblico perchè il solito peculio giornaliero non basta più a portare alla fam iglia tanto pane che sta sufficiente a tran q u d lare la fam e. Se ai cittadini c 'e sono scesi nella pubblica piazza per far sentire
l’orro re della loro situazione, e se a quei m olti altri che non hanno preso parte a dim ostrazioni m a sof frono egualm ente del rin caro del pane, il G overno non sa rispondere altro che m andando guard ie e carabinieri e truppa, ordinando delle inchieste e rim ovendo dei Prefetti, il G overno non m erita più T appoggio di chi sente tutta la gravità della situ a zione e la ingiustizia del regim e fiscale.
Siam o al gennaio e non si può fare fondato a s segnam ento sugli effetti di un nuovo raccolto che verso l’agosto. Abbiamo sotto gli occhi una statistica delle provviste gran arie degli Stati Uniti d’A m erica e dell’ E uropa, ed appare da essa che la provvista di grano va dim inuendo dal gennaio al settem bre e che il rifornim ento non com incia che nell’ottobre.
Ne diam o le cifre in m ilioni di bushels per gli anni 1891, 1896 e 1 8 9 7 , essendo stato il 1891 anno
1891 1896 1897 111. 4 169.9 139.1 105. 0 160. 4 128. 6 99. 5 154. 0 119. 1 99. 8 144. 8 121. 6 95. 4 131. 3 107. 2 90.2 117.9 97.0 83.4 105.2 78.4 85. 8 97. 1 66. 3 86. 8 97. 0 66. 9 111.4 115.6 92.1 133.6 137.5 116.4 157.7 148.4 129.6
Basta dare u n ’occhiata a questa tavola p er com p rendere che devono ancora passare dei m esi molto lunghi ed una situazione m olto più grave della a t tuale, prim a che si possa sentire la influenza del nuovo raccolto, nella supposizione che sia abbondante.
Nè si deve pensare ad u n facile approvvigiona- | m en to ; non solo gli Stati più ricchi hanno già,' com e la F ra n cia , fatto larghe provviste a tem po, e perch è avvertono molto meno sensibilm ente di noi il rin caro del grano ; ma è probabile che continuino nei m esi prossim i ad accrescere la provvista, anche al di là di quanto non sia loro strettam ente necessario, prim a di tutto per intendim ento di previdenza fino all’epoca del nuovo raccolto, e poi perchè sono si curi di poter vendere la eccedenza a quei paesi che non hanno saputo o voluto fare la provvista in tem po.
BO L’ E C O N O M I S T A 23 gennaio 1898
È possibile atten d ere il luglio o l’ agosto senza andare incontro, non diciam o a pericoli m ateriali di disordini o di som m osse, m a, ciò che pur deve v a lere anche nella coscienza degli uom ini di Stato, senza andare incontro a gravi responsabilità morali per le sofferenze di cui tanta parte della popolazione sarà vittim a ?
Certo proponendo la sospensione del dazio sul grano il G overno in co n trerà forte opposizione alla Cam era perchè m olti sorgeranno a difendere 1’ e q u i librio del bilancio. Ma supposto pure che il Tesoro abbia a perdere nei sei m esi un m assimo di venti milioni di lire, può questa perdita trattenere il G o verno dal proporre e difendere una m isura che non è solo finanziaria o fiscale, m a deve essere prin cipalm ente ispirata dal sentim ento della giustizia d i strib u tiv a ?
A vrem o buon giuoco se volessim o valerci delie circostanze attuali e di quelle più grav i che m inac ciano, p er rinfacciare ai protezionisti le previsioni che a suo tem po abbiam o fatte e per rico rd are il biasim o che abbiam o loro inflitto quando, calpestando ogni sano principio dem ocratico, ogni buona dottrina econom ica, ogni sentim ento di giustizia, si sono costi tuiti in partito agrario per strappare il prim o aum ento del dazio sul grano da L. 1 .4 0 a L . 3.00 il q uin tale. A llora abbiam o avvertito che una volta m essi su quella via sarebbero precipitati nell’assurdo. E d ecco ora che abbiam o il dazio a L. 7 ,3 0 e la scar sezza del raccolto in gran parte del m ondo.
E così questa seconda m età del secolo che collo sviluppo delle com unicazioni te rre s tri e m arittim e m enava vanto di avere im pedite per sem pre le c a restie, è stata capace, m ercè il protezionism o, di ri piom barci nella ignoranza del m edio ev o ; leggiam o infatti nei giornali di saccheggi ai forni ed ai ruo lini, n è piu nè m eno di quello che avveniva tre secoli or sono.
L ’on. Luzzatti a q u est’ ora sarà già inform ato di u na lodevolissim a iniziativa presa dalla G iunta M u nicipale di F iren ze, la quale ha deliberato di pro po rre al Consiglio C om unale la sospensione del dazio di consum o sulle farine e sul pane.
L’on. Luzzatti non ha che da im itare la G iunta di F ire n z e ; pensi che s e ia C am era non approvasse la proposta, m ai M inistero sarebbe caduto più ono revolm ente ; e se in un m om ento di felice isp ira zione, di fronte a un voto contrario, fosse concesso all’attu ale M inistero di in terro g are i Com izi, come dovrebbe essere (giacché in così alta questione non vi è alcun potere che possa arrogarsi di dire l’u l tim a parola, m a spetta alla nazione di dich iarare la propria volontà) il M inistero avrebbe il trionfo. Il che auguriam o principalm ente perchè è tem po, ci sem bra, di cancellare tutti gli errori sm quali fino a qui si è costituito il nuovo Stato ed è consiglia bile che si m etta subito m ano a quella finanza ri voluzionaria, di cui l’on. Sonnino ha tanta p au ra, ma che noi riteniam o il solo mezzo per evitare quel- l’aitra. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
L i FINE DI UN GRANDE SCIOPERO
L o sciopero dei m eccanici inglesi, nel m om ento in cui scriviam o, può dirsi term inato. Q uesta che reste rà u na delle lotte più grandiose fra lavoro e capitale, che si sieno avute nel nostro secolo, avrà
d u n q u e d urato quasi 7 m esi, perchè com inciato ai prim i di luglio, term in erà il 2 4 corrente. 1 lettóri dell’e c o n o m is ta sono stati inform ati più volte intorno alle cause del conflitto e per essi la notizia che i m eccanici hanno dovuto ritira re la dom anda delle otto ore di lavoro non può affatto so rp ren d erli. Ma ciò non toglie ch e la disfatta dei m eccanici in questa lotta sia un fatto di grande im portanza e ricca di insegnam enti non solo per le parti interessate, ma anche per gli spettatori disinteressali e gli stu diosi delle questioni operaie. . . .
Di che si trattava infatti, alm eno sul principio dello sciopero? Di rid u rre le ore settim anali da 54 a 4 8 , senza una corrispondente riduzione della m er cede. I m eccanici spiegavano la loro dom anda o sser vando che da un pezzo non avevano avuto alcuna dim inuizione nella durata del lavoro, m entre I inten sità di esso era aum entata e che la considerevole distanza da p erco rrere per recarsi alle officine ac corciava il tem po nel quale essi possono dedicarsi alla fam iglia ed alle soddisfazioni in tellettuali. F a
cendosi forti di alcuni casi in cui la richiesta ri duzione a otto ore era stata accordata, i m eccanici credettero di poter sostenere che la loro dom anda non avrebbe danneggiata l’industria m eccanica, che la concorrenza europea e am ericana non avrebbe avuto la possibilità di v incere il m ercato inglese, nem m eno se fosse stata adottata la giornata di otto ore, perchè 1’ efficacia del lavoro nelle otto ore sa reb b e stata eguale o poco m eno di quella ottenuta in nove ore. C ontestarono però gl’industriali la esat tezza di queste afferm azioni, osservando che i salari più alti pagati in In g h ilterra rispetto a quelli della G erm ania, della F ra n cia eco., non consentivano un nuovo aum ento sotto la form a in diretta di una m i no r d urata del lavoro, che la concorrenza estera era già assai forte e un aum ento del costo di produzione avrebbe dato l’ultim o colpo alla industria m eccanica inglese, che inoltre la asserita m aggiore efficacia del lavoro nelle otto ore, la quale avrebbe dovuto com pensare l’ora di lavoro soppressa, non corrispon deva alla realtà delle cose.
S u questo punto anzi gl’industriali facevano notare che negli ultim i tem pi l’attività degli operai am eri cani era piuttosto in dim inuzione che in aum ento, il loro lavoro diveniva, essi afferm avano, m eno p ro duttivo, le m acchine nuove erano accolte con molta riluttanza e in certi oasi si m irava a re n d e rn e meno effettiva la produttività. Nè occorre spiegare le ra gioni che potevano in d u rre i m eccanici unionisti a seg u ire questa tattica ; essi hanno un certo num ero di°disoccupati che natu ralm en te costituiscono un a g gravio per la Società dei m eccanici riu n iti, quindi hanno tutto l’ interesse a p ro cu rare loro im piego nello officine m eccaniche e a tal scopo a rallen ta re p iu t tosto che ad accelerare il lavoro, in m odo che sia necessario u n m aggior num ero di lavoranti.
23 gennaio 1898 V E C O N O M I S T A
i capi dell’ Amalgamateci Society of Engineers p o nendo ferm ine allo sciopero prim a d’ ora, con non lieve vantaggio finanziario
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m orale. La ostinazione a volere ottenere quella concessione ha fatto invece rim ettere in discussione le basi stesse della politica unionista, provocando quella serie di proposte e di controproposte sul lavoro supplem entare, sul lavoro a cottimo, sull’ impiego degli operai non u n io n i sti, ecc., che tanto com m ossero non solo le U nioni di m estiere, ma anche l’ opinione pubblica inglese, come ne fa fede la protesta dei professori di O xford e altre manifestazioni pubbliche occorse in Inghil terra negli ultim i mesi.Le cause della ostinata condotta della U nione dei meccanici vanno ricercale, com e già notam m o in altro articolo, nelle tendenze socialiste dallo quali i suoi capi sono dom inati, dal proponim ento di assu m ere rispetto al capitale una ingerenza m aggiore nelle officine, dall’ idea di applicare praticam ente quanto più è possibile il contratto collettivo di lavoro. Ma tutto ciò, tradotto nella dom anda di una giornata di lavoro di otto oro, era forse troppo im m aturo e troppo pericoloso e anche troppo aleatorio perchè gl’industriali finissero per cedere, della qual cosa in verità i capi dell’U nione dei m eccanici potevano convincersi ben prim a d ’ora. Se VAmalgamateci fosse stala ispirata ancora dal vecchio unionism o è da credere che il conflitto non avrebbe durato tanto a lungo e l’ insuccesso non sarebbe stato così grave, perchè le dom ande delle vecchie U nioni furono quasi sem pre dettate da una reale e profonda c o noscenza della condizione dell’ industria..
Lo sciopero dei m eccanici inglesi dovrebbe ser vire d ’ insegnam ento al m ondo operaio che lo scio pero è un mezzo di offesa e di difesa che va ado perato con grande prudenza e sagacia. E dovrebbe anche in d u rre operai e industriali a ric o rre re più spesso ai m etodi della conciliazione e dell’arbitrato per evitare sim ili disastrosi conflitti, nei quali non tanto sono in causa gli argom enti prò e contro una data dom anda, ma le som m e accum ulate nei periodi di pace industriale. Sem brava infatti troppo spesso che tutto si riducesse a una questione di fondo di cassa e che se questo perm etteva una lunga re si stenza, il trionfo degli operai sarebbe stato sic u ro ; m entre è evidente che la bontà della causa degli ope rai doveva essere buona
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cattiva affatto indipendente m ente dalla loro potenza finanziaria. Un esam e spas sionato, accurato, profondo, fatto in contradiltorio d i nanzi a un Consiglio di conciliazione0
di arbitrato, avrebbe sei m esi fa dim ostrato la im possibilità in cui si trovano gli industriali a concedere le otto ore, e molti dolori, m olte sofferenze, una perdita conside revole di salari sarebbero state evitate.I meccanici hanno im parato a loro spese che in certe condizioni è somm a inabilità il non sapersi ritirare a tem po da un passo sbagliato; p er evitare che altri cadano nello stesso erro re , per rid are al- 1 unionismo inglese il carattere, che ha avuto in altri m omenti di prudente e oculata tutela del lavoro, conviene eh’ esso consideri lo sciopero com e u n mezzo eccezionale e pericoloso di lotta e si affidi più spesso agli accordi conciliativi e agli arbitrati. L esperienza passata e quella odierna sta a provare da che parte stanno le probabilità di successo.
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I Dia Donili SULLE FINE E SUL CIMO
L e agitazioni di questi ultim i giorni pel rincaro del pane devono rich iam a re l’attenzione del G overno, del P arlam ento e del pubblico tanto sulla gravezza del dazio di confine sul g ran o , quanto sugli esage rali dazi di consum o com unali, che colpiscono le farine e il pane. L e statistiche devono serv ire a qualche cosa, specie quando, com e ora, si tratta di p rendere dei provvedim enti a sollievo delle classi più n u m e rose, per le quali il rincaro del pane riesce sem pre oltrem odo gravoso e ad d irittu ra intollerabile quando vi è defieenza di lavoro. O ra i disordini avvenuti nelle M arche ci hanno suggerito di sfogliare il volum e pubblicato nel -1896 dalla D irezione G enerale di S ta tistica, sui Bilanci Com unali, nel quale sono date le tariffe daziarie dei Com uni chiusi in vigore al 1° g e n naio 18 9 5 , appunto per rip o rtare alcuni dati. In questi ultim i tre anni saranno forse avvenute delle variazioni che, p u r troppo, per la lentezza con cui si pubblicano le statistiche italiane, non possiamo ora conoscere; ad ogni m odo, è interessante ved ere quali erano allora i dazi com unali sulle farine e s u l'p a n e . I com m enti ai dati che riportiam o ci sem brano su perflu i; il lettore potrà vedere da se m edesim o, non solo le notevoli differenze che ci sono da città a città, ma anche l’ altezza veram ente inaudita, alla quale sono, od alm eno erano allora, i dazi sulle farine in alcune città.
Ecco il prospetto, che raccom andiam o all’ a tte n zione dei le tto ri:
Dazio comunale io vigore al 1° gennaio 1895 per p io ta le li
Farina
di frumento Panedi Pastadi Farinadi COMUNI abburattata frumento frumento granturco
52 V E C O N O M I S T A 23 gennaio 1898 1.70 2.20 4. 20 1.40 5.10 5.10 5.10 1.20 3.20 3.20 4. 20 O.BO 1.08 0. 70 10.8 0. 68 2. 00 2. 60 2. 60 — 0. 80 0. 80 0.80 — 3.70 3. 20 5. 20 1 .— 0. 40 0. 40 0.40 — 3.40 2.60 4 . — 1. — 0. 90 0. 50 0. 50 —. 0. 90 — — — 0. 45 — — — 1.90 1.90 1.90 0. 25 1.80 1.80 2. 60 — 1. 40 0. 48 0. 48 — 1.70 1.60 2. 80 — 3.60 2. 95 3. 60 0. 20 0. 40 0. 40 0. 40 — 1. 60 1.20 1.20 — 1. 40 2. 40 2. 40 1 .— 0. 80 0.80 1.40 — 2. 70 2. 10 2. 10 — P isa... _• ReggiodiCalabria S assa ri... Siena... E o v ig o ... _■ All am ura (B a ri) Aquila... Arezzo ... ... Avellino... P o rli... F a e n z a ... P arm a... N ovara... Perugia... Pesaro... Pistoia ... S en ig ag lia... P ra to ... Bavenna... Viareggio... T erni... M a ce ra ta...
L ’ elenco potrebbe continuare, perchè i C om uni chiusi erano allora 3 4 5 e, salvo una ventina, tutti gli altri applicavano i q uattro dazi, o solo alcuni di essi. L e differenze nei dazi che vi sono da città a città spiegano, alm eno in parte, le differenze nei prezzi del pane e fanno risa lta re , se non erriam o, la necessità che in questa m ateria in cui lo Stato, pei fini della protezione, è andato a un eccesso e m olti C om uni pei bisogni dei loro bilanci e la pes sim a distribuzione dei trib u ti, sono andati a un altro eccesso, si porti u n po’ d’ ordine e di m oderazione se non si vuole o non si sa avere il coraggio di com piere u n atto di giustizia sopprim endo quei dazi.
Intanto è confortevole e altam ente lodevole lo esem pio dato dal C om une di F irenze, la cui G iunta C om unale il 21 c o rr. ha deliberato di p roporre al Consiglio, che certo l’ ap p ro v erà, di abolire, in via transitoria e fino a nuova disposizione, tanto nel C om une chiuso che in quello aperto il dazio sulle farine e sul pane, nel m en tre esprim e la sua fiducia che il G overno si risolva a p rendere i provved.im enti che sono del caso, senza indugio. Firenze, così, senza venir m eno alle sue antiche tradizioni liberali in m ateria di provvedim enti econom ici a favore delle classi lavoratrici, ha segnata la traccia che dovreb bero se g u ire m olti altri C om uni, grandi e piccoli, del paese.
LA LEGISLAZIONE ESTERA DEGLI ZUCCHERI
In questo secolo, p ro p rio dell’ econom ia capitali stica e della grande in d u stria, poche fabbriche, com e quelle dello zucchero di barbabietotola, possono v a n tare una così m eravigliosa rapidità di perfezionam ento e di sviluppo.
É u n secolo e mezzo preciso che il M arkgraf riuscì ad e stra rre , per la prim a volta, lo zucchero dalla bietola, e già la nuova in d u stria, dotata di una strao rd in a ria forza d’ espansione, ha battuto quella dello zucchero coloniale, che pure disponeva di sin golari condizioni di favore, rese più vigorose dal con tinuo, incontrastato dom inio del m ercato m ondiale.
*) D a u n libro di prossim a pubblicazione.
Econom isti di grande valore, in dustriali avveduti, uom ini di governo sagaci e previdenti non tralascia rono occasione p er diffondere la nuova in d u stria ; la quale secondo il W alkhoff, « est plus profittale que
la dècouverte de mines d'un mètal précieùx ». E col
W alkhoff vi sono il K aufm ann, il Gorz, 1’ H u m b e rt e m ille altri cultori di discipline econom iche ed in dustriali i quali additarono l’ industria dello zuc chero com e una fonte in esauribile di guadagno, di m iglioram ento econom ico e sociale.
Il celere progresso dovuto, in gran p arte, alle doti ra re e fecónde dell’ industria saccarifera, ha profondam ente influenzato l’ econom ia ag raria dei fortunati paesi in cui s’ è trapiantata questa forma nuova di attività industriale. L ’ intim a e necessaria fusione dell’ interesse agricolo con quello delle fab b rich e , il m iglioram ento delle qualità ingenite del suolo, la rivoluzione nei mezzi di produzione ed il benessere sociale che all’ in d u stria si collegano, giu stificano gli sforzi energici, pertinaci e sapienti con cui i varii Stati d’ E uropa vollero e seppero allevare, co rreg g e re , rin v ig o rire gli organi della nostra indu stria. La storia di questi sforzi, che è poi quella della protezione doganale, viene da noi tracciata nelle linee generali, ed abbraccia le più im portanti disposizioni legislative che in G erm ania, in A ustria ed F ra n cia si credettero più utili al progresso delle fabbriche. Si è cercato di condensare in un esam e rapido e sintetico una m ateria vasta, com plessa e
tu tt’ ora controversa.
Ma prim a d’ in tra p re n d ere la nostra disam ina è bene av v ertire ch e i m etodi di tassazione dello zu c chero indigeno si possono dividere in q u attro cate g o rie : 1° "imposta sulla m ateria prim a, 2° im posta sul prodotto, 3° im posta sui succhi, 4° im posta per
contingente. . . .
O gnuno di questi sistem i ha pregi e difetti suoi proprii : la scelta riesce tanto più utile quanto meglio si sa adattare il m etodo d’ im posta al grado di p ro gresso conseguito dall’ industria. Così l’ im posta sulla m ateria prim a si è dim ostrata p articolarm ente v an taggiosa all’ industria quando essa era sul n asce re ; m en tre quella sul prodotto, che tutela con m aggior diligenza gl’ interessi fiscali, m eglio si adatta alle fabbriche che hanno conseguito notevoli progressi. C om unque, l’ im posta sullo zucchero è stata una delle più controverse che si sieno avute nel secolo ; essa, com e la chiam ò sir Stafford N orthcote, è tu tt’ ora « l' eroe di tanti bilanci e tormento di tanti mi-
fusivi ®
La legislazione sugli zuccheri in Germania;
23 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 53
esem plare, approfittato di questo lungo periodo di stabilità nel sistem a dell’ im posta per rafforzare se m pre più i suoi organi costitutivi, e rinvigorirsi sino al punto da conquistare un posto em inente nell’eco nomia dell’ im pero. Dal prospetto che segue è facile form arsi un esatto concetto della cu ra colla quale venne incoraggiata l’ industria tedesca ; poiché da esso si vede che il graduale aum ento del saggio dell’imposta seguì sem pre l’ accresciuta vigoria delle fabbriche, di modo che queste, non distolte da ec cessive pretese fisali, tutte si dedicarono a su p erare le difficoltà del m om ento che non erano poche, n è di poca entità.
Il regime degli zuccheri in Germania dal 1841 al 1883
Come si vede dal 1841 al 1885, cioè in q u a ra n tadue anni di prosperoso esercizio , le fabbriche tedesche non subirono che cinque aum enti nel saggio dell im posta, ^ e questi aum enti furono in tal modo ed in tale m isura distribuiti, da spingere gli opificii ad una attività sem pre m aggiore, ad una utilizzazione della m ateria sem pre più razionale e com pleta. Ciò non ostante, notevole è sem pre stata la proiezione doganale,
poiché lo zucchero estero im portato in G erm ania veniva colpito colle più alte gabelle. Così, secondo la legge dell’ 11 settem bre 1841, la qualità di zu c chero estero m eno colpita da dazio era soggetta ad un diritto di m archi 30 al quintale, m entre lo zuc chero indigeno era gravato di m. 0 .1 0 per ogni quintale di bietola lavorata, il che costituiva un’ im posta di q uasi due m archi per ogni quintale di p ro dotto ottenuto - essendo necessari'! 1591 chilogram m i di barbabietola per averne 100 di zucchero. Di modo che la produzione indigena godeva di una pro tezione di quasi 28 m archi per quintale. Nè questo è tutto, poiché, quando nel 1861 fu concesso il rim borso agli zuccheri indigeni esportati, nella ragione di m archi 1 6 ,5 0 per i greggi e di m archi 20 per ogni quintale di raffinati, il draw back era così poco in relazione coi rapporti di rendim ento, da contenere prem i elevatissim i che divennero, in seguito, sem pre più forti. Tali p r e m i, per la esportazione dello zucchero di m elassa, equivalevano alla som m a rim borsata in quanto che la m elassa non era soggetta ad im posta. B enché questo stato di cose costituisse un serio pericolo per la finanza, pure il governo tedesco non se ne diede per inteso, e con legge del 1 S ettem bre 1866 portò i rim borsi a m archi 17 .2 0 e 21 p er ogni quintale di zucchero greggio e can dito. P erò, nel 18 6 9 si ebbe un rim aneggiam ento notevole nel regim e degli zuccheri tedeschi, poiché il 1 settem bre dello stesso anno l’ im posta venne por tata a m archi 1,60 per ogni quintale di barbabietola lavorata, ed il draw-back fu elevato a m archi 18,80 per gli zucch eri greggi aventi 88 ° /0 di polarizzazione, a m . 23 p er ¡ canditi in pani, ed a m. 2 1 ,6 0 per tutti gli altri. Ciò non ostante il rim borso conteneva un prem io tu tt’ ora notevole, che fece sem pre più a u m entare I’ esportazione germ anica.
Q uesto sistem a im poneva sacrifizi non lievi al bilancio dello Stato, sacrifizi che non eran più g iu stificabili colle condizioni dell’ industria. I rim borsi sullo zu cchero esportato crebbero da m. 5 ,8 7 5 ,9 1 6 nel 1 8 7 1 -7 2 a m archi 1 1 ,3 8 9 ,5 4 1 nel 187 6 -7 7 , a m. 7 3 ,5 0 7 ,5 9 5 nel 1 8 8 2 -8 3 . Q uesto celere aum ento nei rim borsi dell’ im posta influiva notevolm ente sul reddito netto alla tassa, che ne risentiva gli effetti in m isura tale che ne rim asero allarm ati i finanzieri tedeschi. E la loro preoccupazione fu condivisa dalla C om m issione d’ inchiesta nom inata, nel 1884, per studiare lo stato dell’ in d u stria saccarifera tedesca. E ssa calcolò a 1 0 ,0 0 0 .0 0 0 di m archi la perdita annua subita dall’ era rio ; poiché era aum entato il consum o, era rim asto inalterato il saggio d ell’ im posta, m a il gettito com plessivo della tassa non si era accresciuto in relazione a questi d ue fattori. Q uesto stato di cose dovea necessariam ente portare ad u n aum ento del saggio dell’ im posta, e tale fu il p arere della C om m issione d’ inchiesta : la quale, dopo una lunga disam ina dei mezzi più adatti a vin cere il lam en tato inconveniente, p u r consigliando di m antenere il principio dell’ im posta sulla m ateria prim a, pro pose di levarne il saggio da m. 1 ,6 0 a m. 1,70, e di d im inuire il d ra w -b a c k sullo zucchero greggio da m. 48 a m. 17,15.
Il G overno, pu r accettando i consigli della com m issione, m odificò alquanto le sue proposte e p re sentò, nel 1 8 8 5 , un progetto di assestam ento della im posta, ch e acquistò forza di legge il 1 giugno 1886.
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e lo restituzioni furono così regolate: per i zuccheri greggi non inferiori al 90 % di polarizzazione e per i canditi inferiori al 9 8 ma non al 90 °/0, per un periodo di tem po dal I agosto 1 8 8 6 al 50 settem b re 1887, m archi 18 al quintale, ma dal 1 ottobre 1887 tale restituzione sarebbe stata ridotta a m. 4 7 ,2 5 . P e r lo zucchero candito e per quello in pani, tavolo ecc., non inferiore al 9 9 ‘/ , °/0 di polarizzazzione, nel periodo dal 1 agosto 188 6 al 31 ottobre 1887, m a r chi 2 2 ,2 0 ; dal 1 n ovem bre 1887 in poi, m archi 2 1 ,5 0 . P e r tutti gli altri zuccheri non contenenti più dell’ 1 °/0 d’ acqua, nel prim o periodo, m archi 20,80, nel secondo, m archi 2 0 ,1 5 .
Ma questi provvedim enti legislativi non raggiunsero lo scopo desiderato ; ed in vero, essi erano troppo blandi p er potere d eterm in are un forte aum ento nel gettito d ell’ im posta. D’ altra parte, le esigenze finan ziarie rim anevano im m utate e si rendeva inev ita bile u n nuovo rim aneggiam ento nel sistem a di tas sazione. Il progresso raggiunto dall’ industria non avea più bisogno di speciali rig u ard i ; era, quindi, concesso di procedere con m aggiore energia alla r i cerca del reddito im ponibile e di colpirlo nella m i sura e nel modo che al fisco sarebbe parso più conve niente. Bisognava iniziare un periodo nuovo nei r a p porti tra la Finanza e l’industria, m odificando, in modo sostanziale, il procedim ento finale sin’allora seguito.
Q uesto nuovo periodo venne inau g u rato con la legge de! 9 L uglio 18 8 7 , la quale portò l’ imposta sulla m ateria prim a da m . 1 ,7 0 a m . 0 ,8 0 per q u in tale ; m a colpì con u n diritto di consum o di m. 12 per ogni 1 0 0 chilogram m i, lo zucchero posto in co m m ercio all’ interno dell’ im pero. Modificò inoltre i d ra w -b a c k s sugli zuccheri esportati, regolandoli nel m odo seguente. A p artire dal 1 agosto 1888 veniva corrisposta la restituzione di m . 8 ,5 0 per ogni q u in tale dì zucchero greggio avente il 90 °/0 di conte nenza saccarina, o dì zucchero raffinato con più del 9 0 ma m eno del 9 8 °/0- Gli zuccheri canditi v e n i vano poi a godere dei rim borso in ragione di m a r chi 1 0 ,6 5 p er ogni quintale di prodotto esportato.
Questa legge é certam ente una -delle più im por tanti della legislazione tedesca, poiché segna il p rin cipio dell’ evoluzione verso l’ imposta sul prodotto, cioè verso quel m etodo di tassazione che più parti colarm ente rispondeva al grado di sviluppo raggiunto dall’ industria. Ma il nuovo regim e conservò, quasi inalterato, quel carattere spiccato d’ industria d’ espor tazione, che da g ran tem po era m anifestato nell’ in dustria saccarifera tedesca. Infatti, il m aggiore ag gravio colpiva soltanto lo zucchero consum ato in paese, m en tre quello esportato era soggetto ad una im posta di gran lunga m inore, che dopo veniva rim borsata con I' aum ento del prem io. Poiché i perfe zionati m etodi d’ estrazione facevano sì che p er avere un quintale di zucchero bisognasse una quantità sèm pre m inore di barbabietola, di modo che in realtà dim inuiva l’ im posta p a g a ta - p u r rim anendone inal terato l’ am m ontare del saggio - m en tre si aveva di ritto allo stesso rim borso all’ atto in cui lo zucchero veniva esportato. In altri term ini, il prem io era co stituito dalla differenza tra l’ imposta effettivam ente pagala e quella restituita al m om ento dell’ esp o rta zione. O ra il rim borso era invariabile perchè com m isurato alla quantità di prodotto esportato, non così l’ im posta la quale era suscettibile di dim in u zio n e; e di quanto dim inuiva q uest’ ultim a di tanto a u m e n tava ii prem io.
23 gennaio 1898
In tal m odo, i soli consum atori tedeschi venivano più du ram en te c o lp iti; non quelli stranieri che con tinuarono a godere dei prem i e di tutti quei v a n taggi che derivavano dall’ accresciuta attività espor tatrice dell’ industria tedesca.
Ma bisogna dire che con tale sistem a il tributo era assiso su più solide b asi: poiché se prim a l’ am m ontare com plessivo dei rim borsi rendeva incerto il reddito netto dell’ imposta ; dopo 1’ adozione del nuovo m etodo alla Finanza era assicurato un più largo e sicuro provento colla tassa nel consum o, m entre colla riduzione del d r a w b a c k era dim inuito quell’ elem ento aleatorio che per tanto tem po avea reso instabile il gettito netto del tributo. E com ’ era da p revedere notevoli furono i vantaggi finanziari prodotti dalla nuova legge.
Nel prim o esercizio del nuovo regim e, cioè nel 1 8 8 8 - 8 9 , furono destinati al com m ercio interno 3 ,5 1 0 ,1 4 9 quintali di zucchero, che, a ragione di m . 12 al quintale, diedero allo Stato u n reddito lordo di m. 4 1 ,481,788. Togliendo da questa somm a il rim borso per I’ esportazione di sostanze contenenti zucchero, m . 2 3 ,2 3 6 ; e le spese d’ am m inistrazione, m . 1 ,6 9 9 ,2 7 2 , si ottenne dall’ im posta di consum o
(verbrauchsabgabe) un introito netto di m. 4 0 ,7 5 9 ,2 8 0
- Q uanto al reddito dell’ im posta sulla m ateria prim a
(materialsteuer) si ebbero le seguenti cifre: 7 8 ,9 6 1 ,8 3 0
quintali di barbabietola lavorata, in ragione di m ar chi 0 .8 0 per quintale, m. 6 3 ,4 6 9 ,4 6 4 ; rim borsi di esportazione m. 5 4 ,4 0 3 ,2 8 4 ¡rim anenza m. 9 ,0 6 6 ,4 8 0 . Togliendo da q u est’ ultim a som m a le spese d ’ am m inistrazione per m. 2 ,5 2 6 ,7 7 9 ,l’ introito netto del- l’ im posta sulla m ateria prim a venne ridotto a m a r chi 6 ,5 3 9 .4 0 1 . L’ una e l'a lt r a imposta diedero quindi un reddito netto com plessivo di m. 4 7 ,2 9 8 ,6 8 4 , m en tre nell’ esercizio precedente si era appena ra g giunta la cifra di m . 4 4 ,6 7 7 ,0 0 0 . Questi risultati finanziari divennero in seguito sem pre m igliori.
Ma questo stato di cose non poteva d u rare a lungo, perchè troppo elevata era l’ imposta sul consum o p e r u n paese che aveva una produzione saccarifera tanto copiosa. Infatti, lo zucchero messo in com m er cio all’ in terno del paese era colpito dall’ im posta sulla m ateria prim a in una m isura che andava da m . 40 a m. 40 ,6 5 al quintale, alla quale ag g iu n gendo l’ im posta sul consum o di m. 42, si avea un aggravio com plessivo variante da m . 22 a 2 2 ,6 5 . Inoltre,¡m o lti erano gli inconvenienti che derivavano dal fatto di av e re due m etodi diversi d’ im posta per la stessa m ateria im ponibile, di modo che u na più radicale riform a si rendeva inevitabile. T ale riform a dovea se rv ire di com plem ento a quella parziale in a u gurata con la legge del 9 luglio 4 887, e dovea d e finitivam ente adottare il sistem a d’ im posta che si basa sullo zucchero prodotto.
23. gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 55
teria dei rim borsi venne regolata nel seguente m odo: per un periodo transitorio dal 1 agosto 189 2 al 31 luglio 1897 venne concessa una riduzione d’ im po sta in forma di prem io (Zuschuss) nelle seguenti m isu re : dal 1 agosto 1892 al 31 luglio 1895.
a) per lo zucchero greggio col 9 0 °/0 di ric
chezza saccarifera, e per il raffinalo con più del 90 ma meno del 98 °/0, m. 1 ,2 5 al quintale.
b) per lo zucchero candito o d u ro in pani ecc.
col 9 9 ^2 °/0 di ricchezza saccarifera, m . 2 al q uin tale.
c) per tutti gli altri zuccheri d u ri non conte
nenti più dell’ 1 °/0 di acqua, m . 1 ,6 5 al quintale. Ma dal 1 agosto 189 5 al 31 luglio 1 8 9 7 , i prem i venivano così ridotti :
per gli zuccheri della categoria a m. 1 al quint.
» » » b » 1,75 »
» » » c » 1,40 » ’)
T ra le leggi che in G erm ania si sono seguite dal 1841 in poi, quella del 31 m aggio 1891 è certo la più im portante, poiché nessun’ altra aveva prodotto cam biam enti sì profondi e sostanziali. E ssa era resa inevitabile dalle esigenze finanziarie dell’ Im pero e rispondeva esattam ente allo stato raggiunto dall’ in dustria, che non avea più bisogno d’jnco rag g iam en ti per au m entare la sua attività e per perfezionare i suoi mezzi tecnici. E d in vero, l’ im posta sulla m a teria prim a se riesce di grandissim a u tilità nei prim i anni dell’ industria, essa è im potente, in seguito, a regolare in modo razionale le com plesse questioni che si collegano a questa specie di tassa di fabbri cazione. Q uando l’ industria si trova ai suoi p rim i passi è necessaria, infatti, una form a di im posizione facilm ente sindacabile, senza num erosi controlli, se m pre m olesti ed im pacciosi. Nè questo è tutto, poiché ]’ imposta sulla m ateria prim a facendo rin cariro il costo della barbabietola spinge l’ industria tassata ad una utilizzazione sem pre più intensiva della so stanza zuccherina ; la spinge, cioè, ad un grado più elevato di perfezionam ento tecnico. In tal modo gli industriali sono stim olali a ren d ere sem pre m i nore l’ incidenza dell’ im posta sulla quantità dello zucchero prodotta. Supponendo che p e r p ro d u rre un quintale di zucchero fossero necessarii dieci quintali di barbabietola e che l’ im posta nella m ateria prim a fosse di due lire per ogni cento chilogram m i, lo zuc chero prodotto sarebbe colpito nella m isura di venti lire per quintale. O ra se il coltivatore offre una b ie tola più ricca di sostanza zuccherina e l’ in d u striale, con mezzi nuovi e più perfetti, la sfrutta m a g g io r m ente, tanto da rid u rre ad otto quintali la m ateria prim a necessaria ad avere cento chilogram m i di prodotto netto, l’ imposta viene ridotta effettivam ente a sedici lire, pu r rim anendo invariato il suo saggio. In tal modo, la riduzione di quattro lire per q u in tale agisce com e prem io per l’ industriale avveduto e coraggioso, e nessun prem io è forse più di questo efficace e legittim o perchè viene esattam ente c o m m isurato al progresso della tecnica industriale. Ma
') Con questa legge, a rt. 65, si colpiva con un da zio di m. 36 al quintale lo zucchero solido o liquido importato dall’ estero. Si autorizzava, inoltre che lo zucchero greggio estero venisse importato, sotto la vigilanza fiscale, per essere lavorato, e che fosse de tra tta dall’ ammontare del dazio la tassa interna di m. 18: calcolando, quindi, detto zucchero come quello indigeno greggio chenon avesse ancor pagata l’ im posta di fabbricazione.
questo sistem a im pone sacrifizi sem pre m aggiori alla pubblica finanza, ed è bene abbandonarlo non appena T industria avrà raggiunto quel grado di perfezionam ento che perm ette di lasciarla a sè stessa.
Così fece la G erm ania con la leggo del 1891. P erò, col nuovo regim e s’ in augurò apertam ente il sistem a dei prem i d’ esportazione che fu una conse guenza necessaria dei prem i sim ulati sino allora m antenuti.
[Continua).
APPUNTI
IL SAGGIO DELLO SCONTO
L’ Opinione esam inando le considerazioni che fu
rono svolte nell’ Economista del 16 corr. perchè venga lasciata com pleta libertà agli istituti di em is sione di fissare il saggio dello sconto alm eno al di sotto di un lim ite m assim o, si dichiara in sostanza favorevole ai concetti che vennero esposti su questo colonne. Soltanto ritiene che non sia questo il m o m ento opportuno per ribassare lo sconto in quanto dalle condizioni del m ercato, crede VOpinione di po ter rica v are la deduzione che per ora e per qualche tem po non si potrà toccare nè a Londra nè a B erlino ai m iti prezzi di alcuni mesi or sono. L ’ avvenire è sulle ginocchia di Giove e non possiam o arriv are fin là per leggere quali saranno le cose fra qualche m e se; notiam o però che proprio m entre l'Opinione pubblicava il suo articolo, sì poco fiducioso, la B anca dell' Im pero G erm anico, riduceva lo sconto dal 5 al 4 per c e n to ; e siam o appena alla m età di G e n naio cioè ancora sotto la solita influenza dei saldi della fin d’anno, che richiedono sem pre notevole di sponibilità di fondi il che produce più o m eno sensi b ile u n inasprim ento nel saggio officiale dello sconto. Ad ogni modo, più che un ribasso im m ediato del saggio dello sconto, abbiam o chiesto la libertà, sia pure lim itata da un m assim o, per gii Istituti di em issione, affinchè essi possono acquistare quella ela sticità che è necessaria per seguire le vicende del m ercato in un paese com e il nostro, dove la econo mia gracile e quindi m olto sensibile, produce oscil lazioni frequenti nel prezzo di tu tte le cose e specialm ente in quello del denaro. D ate le condizioni nostre, crediam o che gli Istituti di em issione debbano precipuam ente aver di m ira di av e r un portafoglio di prim o ordine e quindi debbono sopratutto offrire alle B anche ed ai banchieri la facilità del risconto.
Ma incidentalm ente la Opinione, rilevando una frase dell’ articolo dell’ Economista nella quale era lam entato che le sofferenze della Banca d ’ Italia fos sero troppo alle a paragone di quelle che accurano le B anche estere di em issioni ed anche altri Istituti di credito italiani, ci av v e rte che la cifra a cui noi alludevam o per la B anca d’ Italia si riferisce agli strascichi di affari v ecchi che ancora pesano su lla B anca-stessa.
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sotto il nom e di sofferenze vecchie, la som m a di L. 1 4 ,0 6 0 ,9 4 0 .5 5 ; e sotto il nom e di sofferenze del
l’esercizio in corso, (capitale) L. 1 ,9 5 3 ,8 5 7 .8 2 ; spese
giudiziali ed accessori L. 81,95 2 .8 7 ; totale delle sof ferenze dell’ esercizio in corso L. 2 ,0 3 3 ,8 1 0 .6 9 .
E per il Banco di Napoli : - sofferenze vecchie L . 3 0 ,1 1 9 ,0 6 3 .5 6 ; sofferenze dell' esercizio in corso L. 3 ,1 4 2 ,7 9 1 .3 9 oltre L. 38,975.91 di spese g iu diziali ed accessori.
E per il Banco di S ic ilia : - sofferenze vecchie L . 6 ,9 8 6 ,2 3 8 .5 0 ; sofferenze dell’esercizio in corso L . 1 7 2 ,7 5 7 .5 3 , più L. 3,882.21 di spese giudiciali ed accessori.
O ra, se i bollettini sono redatti con esattezza e con siderando che gli Istituti hanno tutto l’ interesse di m ettere le sofferenze dipendenti degli affari del pas sato tra le sofferenze vecchie, - fino a che non si sia dim ostrato il contrario - dobbiam o riten ere che le sof
ferenze dell'esercizio in corso siano corrispondenti
al significato chiaro ed esplicito di quelle parole. L asciando adun q u e da parte i 51 milioni di sof ferenze vecchie che accusano i tre Istitu ti, ripetiam o che i cinque milioni abbondanti di sofferenze de’lo
esercizio in corso accusati nel novem bre dagli Isti
tuti stessi ci sem brano eccessivi, quando vediam o che il totale delle cam biali in portafoglio ra p p re senta appena 231 m ilioni.
Rivista Economica
I docks internazionali a Genova - I l mercato di Chi cago - I l ribasso dei p rezzi - La colonia italiana
nella Scozia.
I docks internazionali a Genova. — Dopo i
silos, ossia depositi speciali pel grano, di cui si è
parlato tanto nei mesi passati, siam o ai docks in te r nazionali. Q uesta è la notizia che ci danno i g io r nali di G enova.
Nei locali della Società L igure-L om barda per la raffineria zuccheri a R ivarolo saranno im piantati dei
docks internazionali per deposito di m erci, quali si
hanno da tem po con gran d e vantaggio del co m m er cio nelle principali città com m erciali del m ondo.
Com’ è noto, i com m ercianti possono dal punto di deposito rip a rtire la loro m erce nell’ interno ai vari clienti, possono fare operazioni sulla m erce stessa e possono v en d ere per l’ im barco. È un grande v a n taggio pei com m ercianti e industriali, oltreché l’isti tuzione torna utilissim a alle ferrovie, che non sa ran n o più costrette a te n ere im pegnati m olti v a goni, e riesce utile pure al traffico del porto perchè si sbarazzeranno più presto le calate.
I docks internazionali di G enova saranno eserci tati dai F .lli G oudrand, ai quali si deve essenzial m ente di averli prom ossi. N essuna Ditta avrebbe potuto, stante la vasta organizzazione internazionale dei F .lli G ondrand, assum ere con m aggiore intelli genza e praticità u n servizio così im portante.
II mercato di Chicago. — Chicago è senza d u b
bio il più grande m ercato agricolo del m ondo. Si calcola che il suo com m ercio sia di 750 0 m ilioni all’ anno. N e w -Y o rk soltanto lo supera. P er avere u n ’ idea del m ovim ento basteranno alcune cifre che
ci fornisce il « P rogresso italo-am ericano. »
Nel 1 8 9 2 — anno dell’ esposizione — arrivarono a Chicago 3 0 0 ,0 0 0 vagoni di grano ed entrarono in città 7 ,7 1 9 ,7 0 0 porci che si sparsero poi nel m ondo sotto forma di prosciutti, di strutto e di salam i. I buoi sdaziati nell’ annata furono 3 ,5 7 1 ,0 0 0 ed i m ontoni 2 ,1 4 5 ,0 0 0 . È noto che m ediante i potenti elevatori di fama m ondiale, a Chicago si carica un vagone di 20 tonn. in un m inuto e mezzo, una nave di 2 4 0 0 tonn. in due ore.
Gli stock-yard, non m eno celebri, perm ettono ad un operaio solo di am m azzare oltre m ille porci al giorno. M ediante insaccatrici a vapore con una sola m acchina si fabbricano 1 0 0 ,0 0 0 libbre di salsi ccie al giorno.
Nello stabilim ento principale « A rm our Packing H ouse » sono im piegate 1 1 ,0 0 0 persone. Nel 1896 furono m acellati 1 ,7 5 0 ,0 0 0 suini, 1 ,0 8 0 ,0 0 0 buoi e 6 7 5 ,0 0 0 m ontoni.
Nello stesso anno furono spedite da Chicago lib bre : 1 ,6 0 9 ,0 0 0 ,0 0 0 di carne preparata, 1 7 7 ,0 0 0 ,0 0 0 di b urro e 9 2 ,2 0 0 ,0 0 0 di form aggio.
Sono cifre che sem brano incredibili. E p p u re sono vere.
Basti d ire che ora stanno facendo anche delle navi speciali p er portare le uova sul m ercato in glese, dove finora noi abbiam o tenuto per questo prodotto il prim o posto.
II ribasso dei prezzi. — L 'Economist di L ondra
ha pubblicato recentem ente i num eri-in d ice eh’ esso stabilisce periodicam ente sui prezzi delle principali m erci e d errate ; questi ora pubblicati si riferiscono all’ intero anno 1897.
L ’ Economist constata che, se è am m esso che i prezzi aum entano generalm ente d urante i periodi di attività e di espansione com m erciale, nel 1897 questa regola ha subito u n ’eccezione. Gli affari in generale sono stati veram ente assai attivi, non so l tanto In In ghilterra, ma anche in F ran cia, in G er m ania e agli S tati U niti, e tuttavia i prezzi sono ribassati continuam ente, per resta re a un livello assai inferiore a quello del 18 9 6 .
Ecco infatti quali sono i num eri-indice del p re cedente triennio e quelli di ogni trim estre del 18 9 7 .
F in e dicem bre del 1894 . . . . 1,9 2 3 » » )) 1895 . . . . 1 ,9 9 9 » » » 1896 . . . . 1 ,9 4 6 » m arzo » 1897 . . . . 1 ,9 4 2 » giugno » 1897 . . . . 1 ,8 8 5 » settem bre » 1897 . . . . 1 ,8 9 6 » dicem bre » 1897 . . . . 1,891 Il m ovim ento più im portante constatato nel 1897 è forse 1’ aum ento dei prezzi di certi generi di alim entazione, dovuto al cattivo raccolto in E u ropa e nell’ India. Gli agricoltori hanno realizzato, senza dubbio, dei benefici im portanti, ma ciò a p reg iu d i zio del resto della popolazione, poiché il costo della vita è aum entato.
Yi è stata una leggera com pensazione nella d i m inuzione del prezzo della carne, dello zucchero e di altri articoli di consum o generale. La classe operaia se ha dovuto pagare di più per il pane, ha però avuto il vantaggio di salari m igliori.
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L a co lo n ia ita lia n a n e lla S cozia. — Da un
rapporto del cav. G. Breen regio console in Glasgow
si desum e che la colonia italiana nella Scozia è negli ultim i 6 anni aum entata considerevolm ente. N on è possibile precisare il num ero dei suoi com ponenti, trovandosi essi sparsi in diversi punti, o vagando per le cam pagne com e suonatori am bulanti. P er quanto, però, li è stato riferito dai principali m em bri della colonia, e per quanto ho potuto p er sonalm ente rilevare, si deve ritenere che oggidì essa ascende a circa 20 0 0 persona, com presi donne e ragazzi ; m entre che nel 1891, coniava non più di un migliaio di persone.
Ad onor del vero, egli dice i nazionali, qu an tu n que in m assim a parte poveri, sono in g en erale di buona condotta m orale e civile, e la b o rio si; e di rado si vedono com parire davanti le autorità di polizia. G lasgow è il centro dove resiede il grosso della colonia.
P redom inano nella colonia confettieri, gelatieri e suonatori am bulanti. Pochi hanno m estieri diversi, e sono i seguenti :
10 com pagnie di fig u risti; 10 p a rru c c h ie ri; 8 m ercanti di vini e com m estibili ; 6 calzolai ; I fa legnam i ; 3 sarti ; 1 fabbricante di m obili e spec chi ; 2 fornai.
In G lasgow solam ente si possono contare più di 200 negozi di gelati e confetti. I suonatori a m b u lanti rappresentano circa il sesto della totalità degli italiani.
L 'a u m e n to della colonia italiana nella Scozia av viene com e segue :
Molti nazionali ivi residenti posseggono tre o quattro botteghe di gelati ciascuno, ed havvi chi ne possiede fino a IO o 13. In ciascuna di esse ten gono im piegati due o tre garzoni, a seconda degli affari. Ogni anno molti dei garzoni, che term inano il contratto coi loro padroni, aprono p er proprio conto nuove b o tte g h e; e scrivono ai rispettivi p a renti in Italia, affinchè procurino loro dei com m essi coi quali fanno un contratto per due o tre anni, e cui pagano il viaggio dall’ Italia in Scozia.
E siste in G lasgow una Società italiana di m utuo soccorso fondata, dietro proposta di alcuni m em bri della colonia, il I o marzo 1 8 9 1 ; è l’ unica Società italiana in tutta la Scozia, e si com pone di circa 70 m em bri. Essa aveva al 31 dicem bre 189 6 un capitale di lire sterline 6 6 .1 7 .1 0 .
COMMERCIO E NAVIGAZIONE DI GENOVA
La Camera di Commercio di Genova ha p u b b li cato il resoconto statistico del com m ercio e della Navigazione di Genova d u ran te il 1896. Il resoconto è diviso in due parti. La prim a com prende il m o vim ento com m erciale rig u ard an te le m erci sdoganate di im portazione e di esportazione, quelle in transito uscite per via di m are e p er te rra, le m erci uscite dal Deposito franco classificate in m erci sdoganate in m erci riesportate e quelle spedite con bollo a cauzione, il m ovim ento delle m erci nei depositi, e le m erci im barcate e sbarcate nel porto. La seconda riguarda il m ovim ento m arittim o, le costruzioni n a vali e le m erci im barcate e sbarcate nel porto.11 m ovim ento com plessivo del com m ercio con
l’estero nel 1896 Importazione-Esportazione e Tran
sito ascese a valore ad una som m a di L. 6 3 2 ,3 7 3 ,4 1 5
e a peso a tonn. 5 ,1 7 6 ,2 5 0 che confrontato con quello del 1895 dà una differenza in più sul Valore di L. 77,732,171 e sul Peso di tonn. 47,763.
1 seguenti prospetti riepilogano il m ovim ento delle diverse classificzioni di co m m ercio:
VALORE 1896 1895
Importazione . . . . L. 386,433,256 367,635,318
Esportazione . . . » 172,020,871 138,092,607
Merci estere in transito
uscite per via di mare » 20,114,120 10,142,840 E per via di terra . . » 73,807,168 58,772,479 L. 652,375,415 574,643,244
PESO 1896 1895
Importazione . . . . Tonn. 2,692,420 2,696,200
Esportazione . . . » 156,098 143,508
Merci estere in transito
uscite per via di mare » 18,827 9,591
E per via di terra . . » 309,505 279,788
Tonn. 3,176,850 3,129,087
La difierenza fra il 1896 e il 1895 resulta dai seguenti specchietti :
VALORE
Commer. comples. di Genova nel 1896 L. 652,375,415
» » » » 1895 » 574,643,244
Differenza in piu nel 1896 L. 77,732,171
PESO
Commer. comples. di Genova nel 1896 Tonn. 3,176,850
» » » » 1895 » 3,129,087
Tonn. 47,763
11 com m ercio speciale di G enova nel 1896 diviso per categorie dà in valore i seguenti risultati:
Categ. 1. Spiriti bevande ed
I M P O R T A Z I O N E E S P O R T A Z I O N E
olii. . . L. 5,446,017 21,858,091 » 2. Generi colon., dro
ghe e tabacchi » 33,345,433 4,208,994
» 3. Prodotti chim ici, generi medicinali, resine e profume
r ie ... » 17,171,271 7,127.166 » 4. Colori e generi per
tin ta e concia » 7,6S7,531 1,011,693 » 5. Canapa, lino, ju ta ed altri vegetali filamentosi, esclu so il cotone . » 5,364,167 5,543,451 » 6. Cotone . . . » 97,588,853 26,323,129
» 7. Lana, crine e peli » 9,238,248 5,140,306
» 8. Seta . . . . » 18,582,268 34,256,509 8 9. Legno e paglia » 6,584,421 22,789.992 » 10. C arta e libri . » 605,362 5,510,312 » 11. Pelli . . . . » 18,313,489 3,967,880 8 12. Minerali, metalli e loro lavori . . » 26,795,011 6,838,281 > 13. Pietre, terre, va
sellame , vetri e cri st al l i . . . »
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58 L’ E C O N O M I S T A . 23 gennaio 1898
Catog. 14. Cereali, farine, pa sta e prodotti ve getali non compre si in altre cate gorie . . . . » 72,766,337 » 15. Animali, prodotti e spoglie di animali non compresi in altre categorie » 24,700,198 » 16. Oggetti diversi ¡> 3,885,122 Totale Generale del Com
mercio speciale. . L. 386,433,256 172,020,871
I diritti incassati dalle dogane di Genova nel 1890 per dazi di im portazione (L. 8 8 ,7 6 0 ,0 2 1 ); di esp o r tazione, bolli a oollaggio, diritti per la legge sul bollo, sopratassa sulla fabbricazione della b irra , spi rili, acque gassose, sulla preparazione della cicoria, e sull’olio di cotone, diritti m arittim i di ogni genere, ascesero a L. 9 2 ,0 3 3 ,6 2 0 contro L. 9 3 ,6 5 7 ,7 8 2 al 1896. T u tti gli altri porti del Regno nel 1896 per gli [stessi totali incassarono L . 1 5 8 ,9 6 6 ,1 4 5 cioè poco m eno del doppio della dogana di Genova.
II seguente specchietto riassum e il m ovim ento com plessivo della navigazione del porto di G enova nel 1896 in confronto al 1893 :
TOTALE D E I BASTIMENTI TONNELLAGGIO
E ntrati ed Usciti nel 1896 N. 12,288 Tonn. 8,120,534
» » nel 1895 » 11,980 » 7,894,598
Differenza in p iù nel 1896 N. 308 Tomi. 225,936
Entrati nel 1 8 9 6 . . . . N. 6,141 Tonn- 4,033,751
» nel 1895. . . . » 6,062 » 3,965,685
Differenza in più nel 1896 N. 79 Tonn. 68,066
Usciti nel 1896. . . . N. 6,147 Tonn. 4,086,783
» nel 1895. . . . » 5,918 » 3,928,912
Differenza in più nel 1896 N. 229 Tonn. 157,870
Il resultato com plessivo della N avigazione in te r nazionale e di cabotaggio dei bastim enti a vela e a vapore, en trati ed usciti p er operazioni di co m m er cio, è stato frattanto il seguente :
I bastim enti entrati ed usciti carichi e vuoti fu rono nel -1896 in num ero di 1 2 ,2 8 8 della portata di 8 ,1 2 0 ,5 3 4 tonnell. con una differenza in con fronto del 189 5 di una differenza in più di 308 bastim enti e di 2 2 5 ,9 3 6 tonnellate.
D istinguendo adesso la vela dal vapore si hanno i seguenti resultati :
A VELA A VAPORE
Arrivi . N. 2,716 Tona. 290,525 N. 3,425 Tomi. 3,743,226 Partenze » 2,746 » 307,400 » 3,401 » 3,779,383 Totale flouer. N. 5,462 Tona. 597,525 N. 6,896 Tona. 7,522,600 Le costruzioni navali eseguite dai Cantieri del
Com partim ento M arittim o di G enova furono nel 1898 di 12 bastim enti della com plessiva portata di 2 ,2 1 7 tonn. contro 30 di tonn, 1,694 nel 1895 ossia 18 bastim enti meno e 5 2 3 tonn. di più nel 1896.
La situazione economica e finanziaria della China
A fianco della vecchia China che si ostina a ri m anere fedele alle an tich e tradizioni e respinge tutti i tentativi dell’ O ccidente, è nata una nuova China che si ren d e perfettam ente conto delle sue ricchezze, che conosce la sua forza, e che non ignora i peri coli che corre, rim anendo nell'isolam ento. E ssa vuole rico stitu irsi con le necessità dell’ora presente, e ge losa di stabilire più tardi la sua indipendenza, a c cetta di servirsi m om entaneam ente dello straniero per riform are la situazione del paese.
Uno dei mezzi im piegati dalla giovane C hina per m odificare le condizioni odierne, e far p enetrare il più rapidam ente neH’interno del paese il com m ercio e le industrie affratellando così I’ avvenim ento dell’ era delle riform e, è la costruzione di ferrovie.
Senza en tra re nei dettagli delle linee costruite e progettate costaterem o che vi sono attualm ente due ferrovie nel N ord della C h in a ; una che va da T ie n -T sin a C han g -K ai-K o u an e oltre la gran m u raglia, in M anciuria ove è destinata un giorno a congiungersi alla transm anciuriana russa ; e T altra che va da T ien-T sin a P ekino. A m bedue queste linee m isurano 467 chilom etri. Inoltre altre due linee sono state concesse : una ai belgi da Pekino a K au - K eon e l’altra agli am ericani da Changhai a K ankin per F o u -T h e o n con una diram azione da F o u -T ch e o n a H ang-T cheon.
Il successo dalle linee che funzionano è attestato da tutti coloro che le hanno vedute, ne può esservi dubbio per chi conosce 1’ enorm e circolazione interna della C hina, m algrado la prim itività dei mezzi attual m ente esistenti, ed è inutile insistere sulle co n se guenze com m erciali, che avrà la m oltiplicazione, in uno spazio di tem po più o m eno lungo, delle ferro vie n e ll' interno della China.
Ma per creare queste ferrovie, e per profittare della ricchezza del paese bisogna creare dei capitali di en tra ta, e la prim a ricostituzione da farsi è quella della finanza dell’ Im pero.
P e r il trattato di Sim onosaki la China si è obbli gata di pagare al G iappone 2 6 0 m ilioni di taels al tasso di 3 sh, 3 d. p er tael, e 30 m ilioni sono stati in seguito aggiunti com e indennità per la retro ce s sione di L ia o -T u n g . La C hina ha dovuto p er con seguenza fare dei p restiti, coi quali ha saldato i p a gam enti più u rg en ti. P e r ciò che rig u ard a le rim a nenti som m e da pagare, la C hina ha una certa lar ghezza, ohe ha p er conseguenza di recare variazioni sensibili all’ am m ontare deli’ in dennità. E ssa può li qu id are nel Maggio prossim o con 3 0 0 m ilioni di fran chi, m e n tre il totale com prendendo 1’ interesse, e la spesa dell’occupazione giapponese, raggiunge la somm a di fr. 4 1 2 ,5 0 0 ,0 0 0 , se il pagam ento v errà fatto nel m aggio del 1892.
C om unque sia, è m ercè i capitali europei che la China può far fronte all’ im pegni contratti. Il seguente specchietto riassum e il debito esteriore attuale della China.
10,541,510
23 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 59
F ran ch i
di emis
sione ai ammor- tamonto Interesse di em issioneTasso
6.250.000 1887 1902 5 V, % oro 106 '/,» /. 40.875.000 1894 1914 7 °/o argento 98 • / . 75.000.000 1895 1914 6 % oro 96 */2 °/° 25.000.000 1895 1915 6 % 106 7o 25.000.000 1895 1915 6 % 1 0 4 '/.% 895.500.000 1895 1931 4 % 99 20 ° /0 250.000.000 marzo 1896 1932 5 °// 0 98 Va % 150.000.000 settemb. 1896 1932 5 0 / lo 99 »/o
Il debito esteriore della China am m onta per tanto a 9 6 7 ,6 2 3 ,0 0 0 franchi, di cui tutto il peso cade sui proventi delle dogane m arittim e, che rappresentano u n reddito di circa 22 m ilioni di taels k a ik -w a n s , ossia il doppio dell’ am m ontare richiesto per il ser vizio dei prestiti garantiti con questa entrata.
Il bilancio della China è rappresentato dalle se guenti cifre e capitoli che m eritano di essere esa minati.
Entrate
TaSls
Imposta fondiaria pagabile in arg en to .. . 25.088.000 detta in grani... 6.502.000
Proventi del sale... 13.659.000
Likin (dogano interne)... 12.952.000 Dogane m arittim e... 21.989.000 Dazio consumo... 1.000.000 Dazi sull’oppio indigeno... 2.229.000 D iritti diversi... 5.500.000
T o ta le .... 88.979.000
Uscita
Amministrazione metropolitana (guarni gione Manciuria e Casa Im periale). . Ammiragliato (squadra di P eiyang).. . . Squadra del N o rd ... ... Difesa delle coste e soldo alle truppe
straniere... Difesa della M anciuria... Difesa dell’Asia ce ntrale... Sussidio all’Y u n n a n ... Servizio dei prestiti esteri... Costruzioni di ferrovie... .. Lavori p u b b lici... Amministrazione delle dogane... Amministrazione delle 18 provincie e
mantenimento delle truppe provinciali T o ta le .. 19.478.000 5.000. 000 5.000. 000 8.000. 000 1.848.000 4.800.000 1.655.000 2.500.000 500.000 1.500.000 2.478.000 36.220.000 88.979.000
GLI STATI DI PREVISIONE
pei Ministeri del Tesoro e delle Finanze 1898-1899
corrente (prim a previsione), la spesa aum enta di L. 6 0 8 ,3 1 3 .9 7 ; in confronto d eT asseslam ento (p re sentato testò alla C am era) dim inuisce di L . 9 3 9 ,4 2 0 .4 9 . L ’aum ento di L. 6 0 8 ,3 1 3 .9 7 predetto, è il risultato dell’aum ento di L. 1 ,2 4 4 ,6 7 9 .6 2 nelle spese effettive ordinarle e straordinarie e della dim inuzione di lire 6 3 6 ,4 5 3 .6 5 nel m ovim ento dei capitali.
La dim inuzione, Invece, di L. 9 3 9 ,4 2 0 .4 9 , che il bilancio 1898 -9 9 presenta in confronto del bilancio corrente assestato, è il risultato della dim inuzione di lire 1 ,8 1 4 ,4 2 0 ,4 9 nelle spese effettive ordinarie e strao rd in arie e dell’aum ento di L. 875,000 nel m o vim ento dei capitali.
Cou la scorta della som m aria relazione, che ac com pagna il bilancio, analizziam o, scom posta nei suoi fattori principali, la spesa com plessiva (prim a p r e visione) del M inistero del Tesoro nei rapporti dei due esercizi 1897-98 e 1898-99.
Oneri dello Stato. — E ran o previsti in lire
7 0 9 .1 3 0 ,1 5 8 .2 9 per l’ esercizio c o rren te ; a u m en te ranno a L. 7 1 0 ,5 4 4 ,8 5 7 .2 4 nell’esercizio futuro. A um ento L. 1,4 1 4 ,6 9 8 .9 5 .
Com pongono questa categoria :
a) il debito perpetuo con . . b) i debiti redim ibili con . .
c) i debili variabili c o n . . .
d) le dotazioni con . . . . e) le spese por ¡1 P arlam ento con f) il debito vitalizio con . .
4 7 6 .5 9 3 .6 4 3 .7 5 8 8 ,3 0 1 ,3 7 1 .8 4 1 2 1 .6 7 4 .8 4 1 .7 5 16 ,0 3 0 ,0 0 0 .0 0 » 2 ,1 5 3 ,0 0 0 .0 0 I 5 ,3 7 0 ,0 0 0 .0 0
La spesa, che dovrà sopportare il M inistero del Tesoro nell’ esercizio 189 8 9 9 , è preveduta in lire 7 5 6 ,5 2 3 ,1 4 5 .4 7 , dedotte, com e sem pre, le partite
di giro.
Stabiliamo subito che, in conformità dell’esercizio
L ’aum ento predetto di L. 1 ,4 1 4 ,6 9 8 .9 5 è la ri sultante delia dim inuzione di L. 1 ,3 1 9 ,1 1 9 .4 5 nei debiti redim ibili e dell’aum ento di L. 9 5 5 ,2 5 6 .7 8 nel debito perpetuo, di L. 1 ,7 7 8 ,5 6 1 .6 2 nei debili va riabili.
L e conversioni in rendila 4 e 4 ,5 0 per cento netto di titoli del debito perpetuo e del debito redim ibile spiegano sufficientem ente le variazioni che si verifi cano in questi due capitoli di spesa.
L e m aggiori garanzie chilom etriche che si p re vede doversi pagare alle Società ferroviarie per le nuove costruzioni, che si apriranno all’esercizio entro l’anno, sono la causa principale dell’ accrescim ento presunto nei debiti variabili. *
Spese d i amministrazione. — Sono previste in
lire 1 0 ,0 3 0 ,6 6 3 .9 3 ossia in dim inuzione di lire 1 4 8 ,6 2 9 .3 3 al p aragone della prim a previsione 1897-98. Nelle spese diverse che sono il necessario com plem ento delle spese di am m inistrazione predette, si verifica una nuova econom ia di L. 2 1 ,3 0 0 la previsione discendendo da L. 2 ,7 8 9 ,2 6 0 (esercizio 1 8 9 7 -9 8 ) a L. 2 ,7 6 7 ,9 6 0 (esercizio 189 8 -9 9 ). In d i la dim inuzione com plessiva dì L . 1 6 9 ,9 2 9 .3 3 .
Contribuiscono a questa dim inuzione in prim o luogo le m inori spese di cam bio per i pagam enti da farsi all’estero , poscia la dim inuzione delle indennità di residenza e dei sessenni.
T irata la som m a n e risulta nelle spese effettive la m aggiore spesa di L . 1 ,2 4 4 ,7 6 9 .6 2 che abbiam o determ inato più sopra.
Movimento di capitali. — P e r questa categoria,