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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1237, 16 gennaio

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P R IV A TI

Anno XXV - Voi. XXIX

Domenica 16 Gennaio 1898

N. 1287

L i SISTEMAZIONE DEL DEBITO DEL TESORO

La situazione del T esoro italia no si è venuta sempre più agg ro vig lian do n eg li u ltim i tem pi, sia per le r i- strettezze finanziarie e pei disavanzi d i b ila n cio , sia per la crescente complessità delle sue fu n zio n i, o m eglio, pei m o lte p lic i rip ie g h i adottati rig u a rd o alla circolazióne m onetaria e ai d eb iti v a ri dello Stato. Due cifre sono sufficie nti a dare u n ’ idea del peg­ gioram ento avvenuto nella situazione del Tesoro : il suo disavanzo netto era alla fine d e ll’ esercizio 1 8 8 3 -8 6 di 231 m ilio n i e mezzo; invece, alla chiusura dello esercizio u ltim o 1 89 6-97 saliva a o ltre 4 2 0 m ilio n i di lire . Questa cifra, in aum ento s u ll’ a ltra di circa 189 m ilio n i, era costituita per 193 m ilio n i da ec­ cedenze dei re sidu i passivi di b ilancio s u g li a ttiv i, e per 227 m ilio n i da eccedenze di d ebiti d i tesoreria in confronto ai c re d iti, compreso in questi u ltim i il fondo di Cassa. N aturale è q u in d i il desiderio del M in istro del Tesoro di v e n ire a una sistemazione del debito, tanto p iù che una porzione- cospicua delle nostre rise rve m onetarie è vincolata e non si vuo le opportunam ente ric o rre re alle anticipazioni bancarie se non in m isura lieve, cosicché l ’ andamento del servizio di Cassa riposa in gran parte sulla c irc o la ­ zione dei B uo n i del Tesoro, il cui lim ite massimo di emissione é d i 3 00 m ilio n i.

S ulla via della sistemazione del debito del Tesoro già si è fatto un p rim o passo, nota il M in is tro nella sua relazione, colla legge 17 gennaio dello scorso auno, grazie alla quale una somma superiore a 50 m i­ lio n i in B uoni del Tesoro, d i cui v erra nn o in pos­ sesso g l’ is titu ti di emissione, potrebbe essere con­ vertita in un credito perm anente di questi verso lo Stato e d’ una somma di 45 m ilio n i venne rid o tto il lim ite delle anticipazioni che quegli Is titu ti hanno l’ obbligo di fare norm alm ente al Tesoro. P er p ro ­ seguire l’ opera ora com inciata, il M in istro propone *) ’.ntanto di restring ere a 150 m ilio n i il lim ite estrem o della circolazione dei Buoni del Tesoro o rd in a ri, so­ stituendone 1 00 m ilio n i con speciali c e rtific a ti no­ m in a tivi di debito dello Stato alla pari, fru tta n ti lo interesse non superiore del 5 ,5 0 per cento netto, e am m ortizzandone a ltri 50 m ilio n i con g li avanzi del bilancio p re v is ti od attesi nei prossim i esercizi.

F e rm ia m oci un mom ento su questo p rim o punto. La rid uzio ne dei buoni del Tesoro o rd in a ri a 150

) Con questa disposizione rimane risoluto il d bio che avevamo espresso esaminando la esposizi finanziaria che il massimo dei Buoni non venisse legge ridotto.

m ilio n i m ediante la suddetta conversione e a m m o r­ tizzazione, praticam ente è un ’ operazione abbastanza facile per ciò che rig u a rd a la prim a parte, cioè la sostituzione dei buoni coi c e rtific a ti n o m in a tiv i, ma rim a n e un ’ operazione ipotetica, ideale per la seconda parte, perchè in verità il calcolare sug li avanzi degli esercizi fu tu ri, specie quando si ha in mente di at­ tuare p iù presto che è possibile la politica degli sgravi delle quote m in im e , ci pare soverchiam ente arrischia ta. A d ogni modo lasciando da parte questa operazione di am m ortam ento dei b uoni con g li avanzi e considerando soltanto la sostituzione di 100 m ilio n i di buoni con ce rtific a ti, ossia con tito li di Stato a term ine p iù lungo, a scadenze ben rateate e fin d’ ora prevedute, v’ è da notare che tutto si rid uce alla consolidazione di 100 m ilio n i di debito, con il van­ taggio forse di un piccolo ris p a rm io negli interessi, ma con l’ inconveniente che, una volta fatta la c o n ­ solidazione, la cifra dei buoni del Tesoro sia n u o ­ vamente aum entata. Il pericolo è tu tt’ a ltro che im ­ m a gin ario e le vicende dei buoni settennali lo d i­ m o stra n o ; in tal caso tutto l ’ e d ificio della sistemazione del debito del tesoro, pazientemente eretto, crollerebbe.

N on d ub itia m o che si riescirebbe a collocare i 100 m ilio n i in c e rtific a ti n o m in a tiv i d i debito dello Stato, tanto più che è già preveduta dalla legge 17 gen­ naio 1 8 9 7 , la trasform azione dei b uoni del Tesoro acquistati dalla Banca d 'Ita lia e dal Banco di S ic ilia ; ma la questione, dal punto d i vista fina nzia rio, non consiste in q ue sto ; consiste invece nella possibilità di sistemare realm ente in tal modo il debito di te­ soreria. A noi pare che il M in istro avrebbe dovuto accontentarsi di rid u rre a 2 0 0 m ilio n i, come già erano, i B uoni del Tesoro, lim itan do si a trasform arne 1 00 m i­ lio n i in c e rtific a li, da estinguersi gradatam ente con g li avanzi d i bilancio degli esercizi fu tu ri, se v i sa­ ranno, o da rin no vare per un periodo uguale o no a q uello per cui furono emessi, e ciò a seconda delle condizioni della finanza n e ll’ avvenire.

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corrispondente B uoni del Tesoro o rd in a ri. - Il modo sarà forse ingegnoso, ma è da tem ere che se il p ro ­ getto del M in is tro fosso approvato, in questa parte non avrebbe applicazione per mancanza di mezzi da im piegare a quello scopo.

N on sem pre, è da sperarlo, il dazio sul grano renderà come in questi u ltim i esercizi, non sempre le spese, si potranno contenere nei lim iti a ttu a li, e g li sgravi non si potranno a bo lire dopo a v e rli ap­ p lica ti. L ’ im p re visto capita sem pre, specie per la finanza, e può q u in d i non essere prudente non te­ nerne conto con m aggior larghezza. Ma su tu tto ciò rito rn e re m o quando il progetto v e rrà esaminato dalla Camera.

A lt r i due p ro v v e d im e n ti rig u a rd a n ti il Tesoro, ma che veram ente hanno poco da vedere col suo debito, sono messi innanzi nel disegno di legge che stiam o esa­ m inando. È bene a v v e rtire che m entre si sarebbero potuti em ettere buoni di cassa per tutta la somma di spezzati d’ argento ritir a ti dalla circolazione nel te rrito ­ rio della U nione latin a, ossia 1 48 m ilio n i, se ne sono emessi invece soli 110 m ilio n i, rim anendone così dispo­ n ib ili 3 8 m ilio n i, dei quali 2 0 m ilio n i sono stati adope­ ra ti per c o s titu ire (assieme a 6 0 m ilio n i di lire in oro) il fondo di 80 m ilio n i accantonati per garanzia dei b ig lie tti di Stalo e 10 m ilio n i in base alla legge del 17 gennaio 1897 vennero accantonati per costi­ tu ire (in siem e ad a ltre valute m e ta llich e ) una ga­ ranzia n ella ragione del SO per cento a una e m is­ sione d i 4 5 m ilio n i di b ig lie tti di Stato a risp arm io d i a ltre tta n te anticipazioni degli Is titu ti d i em issione al Tesoro. R im angono q u in d i d is p o n ib ili 8 m ilio n i in spezzati o ltre a q u e lli che ancora affluiscono in pagamento dei d ir itti di confine. A questi p o i an­ dranno ad aggiungersi q u e lli che potranno essere coniati in base alla nuova convenzione m onetaria del 29 ottobre u. s. (vedi l’ Economista n. 1 2 3 4 ) fino a concorrenza d i 30 m ilio n i.

O r bene, il M in is tro per non lasciare in fru ttife ri nelle casse dello Stato quei pochi m ilio n i d i spez­ zati, propone di em ettere a ltri 10 m ilio n i di buoni d i cassa « allo scopo p iù che a ltro , egli dice, di rendere m o bile quella parte di essi che perm ane in m edia nei fo rz ie ri d ello Stato, in seguito alle opera­ zioni di r it ir o e di cam bio dei buoni in a b ili alla circolazione perchè lo g o ri o danneggiati d a ll’ uso ». 11 p rovved im e nto non ha grande im portanza, consi­ derato in sè m edesim o, ed è g iu stifica to anche dal fatto che col nuovo o rdinam ento dato, m ercè il de­ creto 3 0 ottobre 1 8 9 6 , alla fabbricazione ed em is­ sione dei b ig lie tti d i Banca e d i q u e lli di Stato la emissione dei b ig lie tti d i scorta non è consentita se non dopo la effettiva consegna d i q u e lli già r it ir a li dalla circolazione. Q u in d i i 110 m ilio n i di buoni di cassa non possono c o s titu ire una em issione effettiva essendone sottratta alla circolazione una certa quan­ tità per le operazioni d i r itir o , di concentram ento, d i esame e d i c a m b io ; l’aum ento di 10 m ilio n i m a nterrà ad ogni m odo una differenza sem pre n o ­ tevole fra il nuovo contingente della v alu ta d iv is io ­ nale assegnata a ll’ Ita lia , che è d i 2 3 2 m ilio n i, e la emissione dei suoi succedanei, ossia dei buoni di cassa (1 2 0 m ilio n i).

A lla somm a dei b u o n i di cassa vanno a g g iu n ti, com ’ è noto, 20 m ilio n i in monete di n ic h e lio e circa 8 0 m ilio n i in monete di bronzo ; in tutto sono adunque 2 2 0 m ilio n i di moneta d ivisio n a le e s u d ­ d iv is io n a le , somma che sembra proporzionata ai b i­

sogni re a li dei tra ffic i m in u ti; in ogni caso se qualche esuberanza si nota - avverte il M in is tro - rig ua rd a le monete di bronzo, non i b u o n i di cassa, l’ aum ento dei q u a li agevolerà la sostituzione dei lo g o ri con b ig lie tti n u o vi del fondo di scorta.

P er im p e d ire che 1' introd uzion e delle monete di bronzo d i conio stran iero renda più acuto il disagio d eriva nte dalla esuberanza di moneta erosa, il m in i­ stro propone di d ic h ia ra re form alm ente il d ivie to di im portazione e d i circolazione, affine di poter a p p li­ care ai co n tra v v e n to ri la confisca delle monete im ­ p ortale, congiunta a una m u lta che potrebbe salire fino a tre volte il valore delle monete im p orta te o sorprese nella circolazione. I detentori d i monete d i bronzo d i conio estero avrebbero però tempo sei mesi dalla data della pubblicazione della legge per rim a n d a rle ai paesi di o rig in e . P rovvedim ento que­ sto che nella sostanza è analogo a quello adottato

in F ran cia ed in parte nel B elgio.

C oncludendo il nostro esame su questo disegno di legge, osserverem o che circa la moneta d i bronzo sarebbe stato o pp ortu no qualche m isura p iù radicale e quanto ai buoni di cassa direm o che è da augurare si possa v e n ire anziché, ad una nuova emissione di IO m ilio n i, alla abolizione dei buoni stessi rim ettendo in circolazione g li spezzati ; la qual cosa viene ora fatta sperare d ag li stessi g io rn a li che rispecchiano le idee del M in iste ro . S ulla sistemazione del debito del Tesoro com ’ è ideata dal M in is tro m anteniam o i d ubbi già espressi sulla sua a ttu a b ilità , specialm ente per ii lungo tempo rich iesto dalla attuazione; ma non neghia­ mo che se fosse possibile la piena e perfetta attuazione del piano m in iste ria le il Tesoro ne avrebbe un be­ n eficio . Ma chi può ai n ostri g io rn i calcolare su avanzi fu tu r i e sperare che la esecuzione d i un piano fina nzia rio possa essere condotto sino -alla fine ? V iv ia m o in tem pi d i troppe g ran d i incertezze fin a n ­ ziarie e p arla m e ntari perchè sia possibile a questo rig u a rd o n u trire illusio ne .

IL SAGGIO DELLO SCONTO

Come le mete ed i c a lm ie ri, così il saggio dello sconto o ffre una prova evidente della incapacità dello Stato, ed in genere dei poteri che nello Stato fu n ­ zionano, a regolare i fatti econom ici.

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16 gennaio 1898 L ’ E C O N O M I S T A 35

che era chiam ato e concedere la facoltà della em is­ sione, fu quasi sempre c on vin to che, in correspettivo di questa facoltà, la Banca dovesse essere obbligata ad o ffrire quel saggio di sconto che m eglio conve­ nisse in un dato m om ento alle esigenze- della po­ litica dei g overni o, peggio, dei p a rtiti. E se il P ar­ lamento non ebbe il coraggio d i rise rva rsi di fissare esso stesso il saggio dello sconto, concedette però più o meno completa tale facoltà al G overno.

Non staremo q ui a ric o rd a re le vicende del saggio dello sconto in Italia ; l ’Economista in varie occa­ sioni ha potuto rile v a re tu tto il danno che la con­ dotta fiacca, incerta, dei M in is tri cagionava alle Banche ed al paese. In fa tti non avendo dura n te le u ltim e g ra v i vicende finanziarie del paese, il coraggio di alzare il saggio dello sconto tanto quanto le d if- ficoltà di tro v a r capitali lo com portavano, si im pedì alle Banche di lim ita re la circolazione, e di rifa rs i dalle perdite che subivano per le g ra v i condizioni della economia del paese ; e non avendo nemmeno il coraggio di far ribassare il saggio dello sconto tanto quanto era possibile, non si o ffrì alla industria del paese il denaro così a buon mercato da co s ti­ tu ire un compenso ai g ravi fatti da cui erano colpite le in d u strie stesse ed i com m erci. — Perm anendo in una cieca incertezza si perdettero così i vantaggi tanto del saggio di sconto alto, come del saggio di sconto basso, e si a ccum ularono invece i danni di tu tti e due i sistem i.

Ma adesso ci si trova p ro p rio in una condizione di cose cu rio sa ; la Banca d’ Italia con una c irc o la ­ zione di 786 m ilio n i, ha un portafoglio di appena 225 m ilio n i, m olto meno del terzo della circolazione; il che vuo l d ire che una parte e non piccola degli effetti di com m ercio trovano posto negli Is titu ti p ri­ vati e nei portafogli dei b anchieri ; e naturalm ente siccome la buona carta trova facilm ente denaro al 5 '/ , ed al 3 3/k per cento sul mercato libe ro , la Banca col suo cinque per cento non trova che una me­ diocre clientela. Il fatto della meno buona qualità del portafoglio è provato dalle sofferenze, che m al­ grado tutte le vicende del tem po passato, le q ua li avrebbero d o v u to 'a m m a e s tra re , e m algrado il rig o re della legge e le frequenti e perm anenti ispezioni, danno una c ifra di due m ilio n i in u nd ici mesi circa. Cifra enorm e se la paragoniam o a quella delle B an­ che di emissione di a ltr i paesi, ed anche se la pa­ ragoniam o a quella di Is titu ti nazionali che eserci­ tano largam ente lo sconto di cam biali, ma hanno libero il saggio dello sconto e q u in d i possono sce­ gliere la loro clientela.

Ma g li Is titu ti di emissione si trovano da noi con un saggio di sconto vincolato, davanti ad un dilem m a im p re s c in d ib ile : o vedere il portafoglio esiguo più ancora che noi sia, se si esige che g li effetti sieno di prim issim o o rdin e, o accontentarsi di carta me­ diocre e non essere soverchiam ente scrupolosi s u l­ l’ esito finale d eg li effetti.

Intanto avviene che m entre il legislatore ha su­ bordinato il saggio dello sconto al beneplacito del Governo per im p e d ire che le Banche lo alzino di troppo, supponendo con ciò d i giovare alla economia del paese, questa disposizione ris tre ttiv a ora im p e ­ disce alle Banche di abbassare il saggio stesso nella m isura che credono conveniente è procurano così un danno a se stessi ed al paese.

Abbiam o visto qualche p erio dico propugnare che si ribassi il saggio dello sconto al 4 per cento ;

crediam o che sarebbe un e rro re , giacché non è la m isura dello sconto q uello che nuoce tanto agli Is titu ti ed al paese, ma è la mancanza di libertà ; è il sistema che rende rig id o il prezzo del denaro, I m entre tale prezzo nel m ercato oscilla con tinu a ­ mente e oscilla di più secondo la q u a lità dei d eb ito ri. A nostro modo di vedere, se mai una rifo rm a razionale è possibile nello stato attuale delle cose affine di perm ettere che g li Is titu ti di emissione e più di tutto la Banca d’ Italia, ria c q u istin o la influenza che non avrebbero mai dovuto perdere, è la libe rtà nel determ inare il saggio dello sco n to ; si metta pure un lim ite massimo, se ancora si n utrono tim o ri di una in c ò m pa bilità tra g li interessi della Banca e q u e lli del paese, ma sia un lim ite massimo entro il quale la Banca possa liberam ente agire secondo le diverse condizioni di tem po e di luogo.

Facendo queste osservazioni sappiamo benissim o di non d ir nulla di nuovo, anzi di rip ete re cose che abbiam o p iù volte fatto rile v a re ai nostri le tto ri; ma giacché siamo in un m om ento in cui spira nelle cose di finanza un aria d i buon senso e di larghe vedute, come da m olto tem po non si sentiva, abbiam o voluto rich ia m a re questo argom ento nella speranza che possa a ttra rre l’ attenzione di chi può riso lve re in modo d e fin itiv o una questione che orm ai non domanda studi u lte rio ri.

UNA INCHIESTA SULLA CIRCOLAZIONE MONETARIA

e f i d u c i a r i a i n F r a n c i a

I M S settem bre del passato anno è stata fatta in F ra n cia una inchiesta (e ora se ne conoscono i r i ­ s u lta ti) sulla circolazione m onetaria, del genere di q uelle già com piute nel 1 87 8, 188oe nel 4891 allo scopo di accertare la composizione della c irc o la ­ zione medesim a. Si trattava in sostanza di fare il censim ento delle varie specie di monete riscosse in quel g io rn o dai con tab ili p u b b lic i, ossia dai te­ s o rie ri pagatori generali, ric e v ito ri p a rtic o la ri, per­ ce tto ri, ric e v ito ri d elle c o n trib u z io n i in d ire tte , (ielle dogane, del re gistro , delle poste e de’ telegrafi, in totale da 2 6 ,0 0 0 agenti. In o ltre la Banca di F ra n ­ cia, la Banca d’ A lg e ria , il C re d ito fon dia rio di F ra n ­ cia e g li sta b ilim en ti d i cre dito che hanno n u m e ­ rose succursali (C redito lionese, C om p toir d’ escom pte, Società generale, C redito in d u stria le e com m erciale) si prestarono p ure a rendere p iù estesa e completa la inchiesta sulla com posizioue degli incassi. Questa volta a differenza di ciò che si fece nel 1885 e nel 1 8 9 1 , si tenne conto anche delle monete d ivisio n a ­ rie o d i q u e lle di bronzo e pei c o n tab ili p u b b lic i non solo si stabilì d i rile v a re la composizione m o­ netaria q ua lita tiva dei loro incassi, ma anche di tutte le m onete esistenti nelle lo ro casse la sera del 15 settem bre.

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Somme Proporzione

franchi per cento Biglietti di Banca.. ... 173,358,020.00 82.91 Monete d’oro... . 23,199,640. 00 11.10 Scudi di 5 franchi... . 9,311,370.00 4. 45 Monete divisionarie... 2,968,875. 90 1.42 Biglione... 243,650. 51 0.12 209,081,556.41 100.00

Se si confrontano questi ris u lta ti con q u e lli o tte ­ n u ti dalle due precedenti inchieste del 1885 e 1891 — e a tale scopo si fa astrazione dalle m onete d i- v is io n a rie e di ra m e — si hanno percentuali a l­ quanto d iffe re n ti nel 1 89 7, e precisam ente questi d a ti:

1885 1891 1897

Somme ù 2 S a 5, Somme g ® 2 Somme è a S g ,g ° franchi oS *- S N ® P4 P- franchi 0.2 £ N P< pe franchi o.2 uf-i X CDP. P<

Biglietti. 35,737,720 67.63 971,100,165 80.51 173,358,020 84 21 Monete d'oro.. 11,860,430 22.44 16,365,080 13.57 23,199,640 11.27 Scudi di 5 fr... 5,247,885 9.93 7,133,730 5.92 9,311,370 4.52 52,846,035 100.00 120,598,975 100.00 205,869,030 100.00

Dopo il 1885, anno in c u i per la p rim a volta l ’ in ­ chiesta si occupò anche dei b ig lie tti di Banca la proporzione di questi si elevò dunque da 67,63^ per cento a 84,21 m e ntre le p rop o rzion i re la tiv e a ll’ oro ed agli scudi scesero rispettivam ente da 2 2 ,9 4 e 9 ,9 3 a 1 1,27 e 4 ,5 2 per cento. Una parte d e ll’ au­ m ento d e ll’ incasso m e ta llico della Banca di F ran cia è dovuto a questa sostituzione nella circolazione d el­ l ’ oro e d e ll’ argento con b ig lie tti. È noto in fa tti che l ’ incasso aureo è aum entato di o ltre 9 0 0 m ilio n i, e quello d ’ argento d i 1 5 0 m ilio n i n ello stesso periodo.

N aturalm e n te le p rop o rzion i degli elem enti che concorrono a fo rm a re la circola zion e m etallica e fid u c ia ria va ria n o da lo ca lità a località. Così in a l­ cu n i d ip a rtim e n ti 1’ oro in circolazione è in una proporzione piuttosto alta , ad esempio nella Lozère sale al 36,91 per cento, nel L o t al 3 1,49 per cento n e ll’ A lla Garonoa a 2 5 ,5 9 per cento, nel C antal al 2 4 ,4 7 per cento ecc. ; in a ltri invece scende di m o lto ; così nella L o ira è soltanto del 9 ,57 per cento, nel H ó ra u lt del 6 ,7 7, nel N ord del 6 ,3 4, n ella G i- ronda del 5,51 per cento. I tre d ip a rtim e n ti del­ l ’ A lg e ria danno p rop o rzion i m in im e : A lg e ri 1 ,9 0 per cento, O rano 2 ,0 8, Costantina 2 ,0 4 per cento ; ed è noto del resto che v i è pochissimo oro in c irc o ­ lazione n e ll’ A lg e ria . Se poi si fa astrazione dalle altre m onete e si considera soltanto la proporzione percentuale d e ll’ oro e d e ll’ argento si trova che in a lcu n i d ip a rtim e n ti l'o ro supera d i gran lunga l ’a r­ gento ; così nel Cantal l ’ oro rispetto a ll’ argento era in ragione d e ll’ 8 8 ,7 6 p e r cento, n e l L o ire et C her d e ll’ 8 6 ,7 4 , negli A lti P ire ne i d e ll’ 8 6 ,2 0 e n e ll’ In d re e L o ira d e ll’ 8 6 ,0 4 ecc.

N el d ip a rtim e n to della Senna, ossia a P a rig i, si tro vò in circolazione oro e argento in p roporzioni

m in o ri rispetto agli a ltri d ip a rtim e n ti, come può vedersi da questo con fron to:

Biglietti per cento Oro per OlO Scudi di 5 fr. per 0|0 Monete di- visionarie per Oio Biglione per cento Parigi o dipar­ timento della Senna . . . . 89.86 7.61 1.66 0.84 0.03 Altri diparti­ menti . . . . 80.45 12.25 5.41 1.64 0.15

G li a ltri dati che più ci interessano sono q u e lli re la tiv i alla nazionalità delle monete d’ oro e d’ a r­ gento, specialm ente di q uelle d’ argento, per avere qualche ind izio sulla proporzione degli scudi ita lia n i esistenti in Francia. Ecco come si dividevano le varie m onete d’ oro e d’ argento dal punto di vista della nazionalità :

-ci Monete d’ oro Pezzi di 5 fr. Monete divisionali

d — — — —■---- -—

o propor. propor. propor.

d

» somme V. somme •/. somme o/o

irancia. 20,284,270 87 43 8,159,925 87.63 2,539,312.60 85.54 Belgio . 1,340,390 5.78 296,515 3.18 234,130.50 7.88 Italia . 1,053,340 4 54 798,020 8.57 — — Sri!cera 35,880 0 15 15,180 0.17 133,147.50 4.48 Grecia . 59,320 0.27 41,730 0.45 62,285 40 2.10 Russia . 116,600 0.50 — — Austria. 290,380 1.25 — — — Spagna . 19,460 0.08 — — — — Totali. 23,199,640 100.00 9,311,370 100.00 2,968,875.90 100 (0 Come si vede, la proporzione delle monete fra n ­ cesi è quasi la medesima per le monete d’ o ro, g li scudi e g li spezzati d’ argento. Parim ente si può dire che nelle 4 inchieste è cam biata d i poco la pro­ porzione delle m onete nazionali e di q uelle estere; per contro, nelle monete d’ oro le varie nazionalità hanno p ro p o rzio n i alquanto d iffe ren ti. Così l’ Italia co n trib u iv a col 3 .95 per cento nel 1878 e col 3.37 per cento nel Ì 8 8 5 ; col 4 per cento nel 1891 e col 4 .5 4 nel 1 8 9 7 ; la proporzione relativa al Belgio è invece in d im in u zio n e , quella della Svizzera è in aum ento, e la Russia e L Spagna che non fig u ra ­ vano nelle p rim e due inchieste entrano nelle u ltim e due, però con una lievissim a proporzione.

Venendo agli scudi, il lo ro am m ontare censito è stato di 9 ,3 1 1 ,3 7 0 fra nchi di cui 8 ,1 5 9 ,9 2 5 francesi ossia 8 7,63 per cento e 1 ,1 5 1 ,4 4 5 fra nchi in pezzi esteri, ossia il 12,37 per cento.

N elle q ua ttro inchieste le proporzioni furon o le seguenti :

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L’ E C O N O M I S T A 37 16 gennaio 1898

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La proporzione degli scudi esteri è dunque d i­ m in uita dal 1891 al 1897 di quasi il 20 per cento nella circolazione, ma questa dim inu zio ne ha avuto per correlazione l ’ aum ento d i 155 m ilio n i d i fra nchi in scudi esteri nelle rise rve della Banca di F ra n cia . Questo resultato d eriva dal fatto che la Banca da qualche tem po non m ette p iù in circolazione che scudi nazionali e tra ttie ne nelle sue casse le monete estere che le sono versate. È dunque interessante di ind icare la somma degli scudi esteri com presi nell’ incasso della Banca di F ran cia nel 1891 (data d ell’ u ltim a inchiesta m o n e ta ria ) e nel 1 8 9 7 :

Somme franchi 266, 2 9 2 ,0 0 0 1 8 4 ,8 0 6 ,0 0 0 4 ,5 4 8 ,0 0 0 9 ,9 7 0 , 000 465, 6 16,000 Come si vede g li scudi ita lia n i dal 1891 al 1897 sono aum entati nelle casse delle Banca di F ran cia di oltre 52 m ilio n i.

Quanto alle monete d ivisio n a rie le proporzioni per nazionalità erano queste : 8 5 ,5 4 per cento francesi, 7,88 belghe, 2 ,1 0 greche e 4 ,4 8 per cento svizzere. Le italiane non vi figuravano ; invece nel 1893 a l­ cuni mesi a va nti il r it ir o delle nostre monete d i­ visionali una inchiesta speciale aveva dato le s e ­

guenti proporzioni : monete francesi 5 8 ,9 2 per conto, belghe 6 ,5 1 , greche 1 ,7 6, svizzere 4 ,03 e italiane 28,78. Le monete italiane sono state dunque sosti­ tu ite nella circolazione da monete francesi, ma le rise rve della Francia sono state ins u ffic ie n ti per colm are il vuo to lasciato dal rim p a trio degli spez­ zati d’ argento ita lia n i ; donde la convenzione u ltim a per la nuova coniazione di monete d iv is io n a li (vedi

l'Economista del 2 6 dicem bre u. s ).

In conclusione questa nuova inchiesta sulla c ir ­ colazione della Francia ha messo sempre p iù in luce lo scarso im piego che ha nei pagamenti la valuta m etallica (1 7,0 9 per cento) e la sostituzione sem pre m aggiore del b ig lie tto allo scudo d’ argento.

L'ESPAMHE COMMERCIALE DELLA GERMAHIA1’

Navigazione marittima.

— Una statistica u ffi­ ciale della navigazione tedesca esiste solo dal 1 873: per essa però bisogna notare che le c ifre del pe­ rio do 1 8 7 3 -7 9 non sono com pletam eute paragona­ b ili con quelle del periodo 1 8 7 9 -9 6 , in seguito a lla registrazione del piccolo cabottaggio fra la costa tedesca e le isole del M are del N ord e del B altico, registrazione iniziata solo nel 1879 2). Tenuto conto d i tale osservazione, possiamo rica va re dal prospetto che segue lo sviluppo della navigazione m a rittim a tedesca com plessiva nel periodo 1 8 7 3 -9 5 :

Navigazionetedescacomplessivanelperiodo 1873-95

Anni

Totale dei battelli Di cui carichi Numero

Portata

in milioni di tono. Numero

Portata in milioni di tonn.

1873 94,700 12,3 70,500 9,8

1895 133,800 30,5 107,000 24,5

D alla tavola data ris u lta dunque che 1’ aum ento nel n um e ro com plessivo dei b a tte lli dal 1873 al 1 89 5 fu del 41 per cento, nella loro portala del 147 per c en to; nel num ero dei b a tte lli ca rich i del 52 per cento, nella lo ro portata del 1 5 0 per cento : e ciò m entre la popolazione d e ll’ im p ero tedesco c re ­ sceva d i 1 0 ,4 m ilio n i cioè del 25 per cento sol­ tanto. I l m a gg ior aum ento nel n um e ro e nella p o r­ tata dei b a tte lli carich i di fronte al num ero ed alla portata del totale dei b a tte lli, e n tra ti ed u sc iti dai p o rti tedeschi nel periodo dato, c i dim ostra una aumentata intensità n e ll’ utilizzazione dei m e de sim i, la sproporzione fra l’ aum ento del n um e ro dei b a t­ te lli e q u e llo della loro portata si spiega col m u ­ tato carattere della navigazione tedesca, nella quale la navigazione a vapore va o gn i g io rn o p iù sop­ piantando quella a vela. C iò si vede m olto chiaro

’ ) Vedi il numero 1236 dell’ Economista.

(6)

38 L’ E C O N O M I S T A 16 gennaio 1898

nella tavola seguente, la quale ci dà appunto la navigazione tedesca nel 1873 e 1895 secondo la distinzione in battelli a vapore e b a tte lli a vela :

Totaledeibattelli Di cui CARICHI

Anno

Piroscafi Velieri i Piroscafi Velieri o 09 a a 3 = g 6 B " o M <U a a * ’§ ó g eO) ! a e l iè o uO) a a g l g

ft

-a1 ^ cu.2’0

ft

1873 17,100 6,4 77,600 5,9 14,800 5,6 55,700 4,2 1895 66,000 26,1 67.900 43 57,700 21,1 49,70 > 3,4

del num e ro totale dei b a tte lli tedeschi im p ieg ati nel com m ercio m a rittim o c o ll’ estero ed il 21 per cento del lo ro tonnellaggio com plessivo, nel 1884 ra pp re ­ sentava rispettivam ente il 7 per cento ed il 22 per cento, nel 1893 I’ 8 per cento ed il 29 per cento.

Del m aggiore interesse per conoscere in q u a li d i­ rezioni di preferenza si sia sviluppata negli u ltim i anni la navigazione tedesca è la tavola seguente, ohe dà la navigazione tedesca negli anni 1873, 1 8 8 4 e 1893 col re la tiv o aum ento secondo i v a ri g ru p p i di paesi, secondo le va rie zone, per cosi e sp rim e rci, d ’ influenza c o m m e rc ia li della G erm ania •

Sviluppo della navigazione

SECONDO LE PRINCIPALI DIREZIONI

Da essa ris u lta che il num e ro com plessivo dei bat­ te lli a vapore nel periodo 1 8 7 3 -9 3 è aum entato del 286 per cento, dei c a rich i del 2 8 9 per cento, m en­ tre q uello com plessivo dei b a tte lli a vela nello stesso periodo è d im in u ito del 13 per cento, dei carich i d e ll’ 11 per c e n to ; che la portata complessiva dei p rim i è aumentata del 306 por cento, dei ca rich i del 279 per cento, m entre quella complessiva dei secondi è d im in u ita del 26 per cento, dei carich i del 21 per cento. — In a ltre parole m entre nel 1873 del n u m e ro com plessivo dei b a tte lli il 18 per cento e della lo ro portata il 52 per cento spettava ai pi­ roscafi, questi nel 1 89 5 rappresentavano già il 49 per cento del n um ero com plessivo dei battelli e I’ 86 per conto della loro portata.

Lo s vilu pp o s tra o rd in a rio , preso dalla navigazione a vapore tedesca n e g li u ltim i a n n i,s v ilu p p o cui non corrispose affatto la navigazione a vela, si spiega non solo col progresso generale d e li’ in d u stria n au tica ina anche, e forse p iù , collo svilu pp o del com m ercio m a rittim o transoceanico, sviluppo di g ran lunga m ag­ giore di q u e llo del com m ercio m a rittim o tedesco coi porti europei. P er convincersene basta dare u n ’ o c ­ chiata alla tavola seguente, fatta pel periodo 1 8 7 3 -9 5 .

Commercio marittimo TEDESCO COLL’ESTERO

COI PORTI EUROPEI COI PORTI NON EUROPEI

Anno Battelli di cui carichi Battelli di cui carichi ou <33 a i l l os-<D a a ■3| geüÜ g g a Ü o&cu a a ci '¿2 Ö ë ’a ? o o a ò

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1873 47,500 8,2 25,600 6,4 3,200 2,2 3,000 2,0 1895 46,800 16,9 37,400 12,3 3,900 7,0 3,700 6,6 Da essa ris u lta che n e l com m ercio m a rittim o te desco coi p o rti europei nel periodo 1 8 7 3 -9 3 vi fu una d im inu zio ne d e ll’ 1 1/ 2 per cento circa nel n u ­ mero totale dei b a tte lli; un aum ento del 1 06 per cento nel lo ro tonnellaggio, pei vascelli c a ric h i un aum ento del 47 per cento nel n um e ro , del 9 2 per cento nel to n n e lla g g io ; m entreehè nel com m ercio m a rittim o tedesco coi p o rti non europei l’ aum ento fu nel n u m e ro totale dei vascelli del 22 per cento, nel loro tonnellaggio del 218 per cento, pei vascelli c a ric h i del 23 per cento nel n um e ro , del 2 30 per cento nel tonnellaggio. — L a navigazione transocea­ nica, la quale nel 1 8 7 3 rappresentava il 6 per cento

Gr u p p i d ip a e s i TOSSBLUS0.1O (mitioul di tran.) AUMENTO 1. Nord-Europa ' ) . . 2. Gran Brettagna (Irlanda ed Hèli- goland)... 3. Europa occiden­ tale e meridionale sull’ Atlantico; com­ presa la Spagna e ìa Francia sul Me­ li terraneo 2 ) .... 4. Mediterr.(Francia1

e Spagna escluse 3) 5. Africa (Ta Nordaf-frlea esclu-a)... fi. Nord-America.... 7. Messico, Indie oc-

cid., America cen­ trale e meridionale 8. Indie orientali ed Asia orientale.... 9. Australia... -2,64 4,72 0,83 0,05 0,03 1,49 0,46 0,15 0,04 4,45 7,06 1,19 0.49 0,15 2,24 0,96 0,28 0,06 5,78 8 ,8 6 1,33 1,00 0.44 3,39 1,92 0,87 0,23 1,81 2,34 0,36 0,44 0 ,12 0,75 0,50 0,13 0 .0 2 1,33 1,80 0,14 0,ö I 0,29 1,15 0,96 0,59 0,17 1,34 4,14 0,50 08; 0,41 1,90 1,46 0 72 0,19 69 28 60 25 43 12 880 104 400 193 50 51 109 100 87 211 50 283 119 88 60 1900 1367 118 317 48 47 La tavola data illu m in a d ’ una luce vivissim a g li a vve n im e n ti, che vanno m aturando n e ll’ estremo O rien te, ed illu s tra m eglio d i qualsiasi dissertazione l ’ azione politica della G erm ania in quei m a ri. In E u ro p a , come si vede, il m a gg ior aumento tanto as­ soluto che re la tiv o della navigazione tedesca ha luogo fra il 1873 ed il 1 8 8 4 ; nel M editerraneo esso è nel periodo 1 8 8 4 85 assolutamente m aggiore, ma re la ­ tivam ente m in ore che nel periodo 1 8 7 4 -8 4 ; in A frica e n e ll’ A m e ric a centrale e m e rid ion ale p a rim e n te ; nel N o rd -A m e ric a invece, in Asia e in A ustra lia il m a g ­ g io r aum ento, sia assolutamente che relativam ente, cade appunto n e ll’ u ltim o periodo. Iu a ltre parole la navigazione tedesca dopo essersi conquistato il M e­ d ite rran eo va espandendosi sem pre p iù nei paesi transoceanici, n e ll’ estrem o O riente in special modo.

D i notevole interesse per lo stretto legame, che intercede fra l ’ espansione m a rittim a d’ un paese e la sua in d u stria navale, è la distinzione della n a vi­ gazione secondo la bandiera dei vascelli : la tavola seguente ci dà appunto tale distinzione per g li anni 187 3 e 1 8 9 5 :

Russia europea esclusa la parte sul Mar Nero, Svezia, Nor­ vegia, Danimarca.

2) Olanda, Belgio, Francia, Spagna e Portogallo.

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16 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 39

Navigazione tedesca secondola bandieka

Ba t t e l l i Di c u i p ir o s c a f i Anno Numeroin migliaia Tonnellaggio in milioni di tonnellate Numero in migliaia Tonnellaggio ¡ in milioni di tonnellate j tede­ schi I stra- I nieri tede­schi

stra­

nieri tede­schi stra­nieri tede­schi stra­nieri

1873 60,3 34.3 6.0 6,4 7,06 9,5 2,6 3,8

1895 97,4 36,5 15,9 14,5 49.4 21,0 13,3 12,8

Da essa risu lta che il n um e ro com plessivo dei battelli tedeschi nel periodo 1 8 7 3 -9 3 è cresciuto del 61 per cento, q uello dei piroscafi del 5 5 0 per cento, il tonnellaggio dei p rim i del 167 par cento, dei se­ condi del 411 per cen to: p e r i b a tte lli esteri invece abbiamo nel n um ero dei b a tte lli, presi com plessiva­ mente, un aum ento del 6 per cento soltanto, in quello dei piroscafi del 121 per c e n to ; nel tonellaggio dei p rim i un aum ento del 128 per cento, in q u e llo dei secondi del 235 per cento. Così la m arina m ercan­ tile tedesca, la quale nel 1873 rappresentava nella navigazione tedesca complessiva il 62 p e r cento del num ero dei b a tte lli presi com plessivam ente, il 45 per cento del n um e ro dei p iroscafi, ed il 48 per cento del tonnellaggio dei b attelli presi com plessivam ente, il 41 per cento di q uello dei piroscafi, nel 1895 rappresentava già rispettivam ente il 70 per cento ed il 70 per cento, il 52 p er cento ed il 51 per cento.

*

* *

Fattori secondari dell’ espansione tedesca. —

Se il com m ercio c o ll’ estero e la navigazione m a rit­ tim a ci danno g li in d ic i massimi d e ll’ espansione c o m ­ m erciale della G erm ania n eg li u ltim i anni, a ltri fat­ to ri non tra sc u ra b ili di essa sono la colonizzazione, g li is titu ti bancari tedeschi a ll’ estero, le im prese in ­ d u s tria li estere esercitate con c ap itali tedeschi.

Per quel che rig ua rd a la colonizzazione tedesca *) basti q u i ric o rd a re come la G erm ania, la quale non possedeva a ll’ inizio del 1884 un palm o di terreno fu o ri d’ E uropa, nel breve spazio di pochi anni get­ tava le basi d ’ un d om in io coloniale, rappresentato oggi da sei colonie (T ogo, K a m e ru n , A fric a s u d ­ occidentale, A fric a orientale, Nuova G uinea, isole M arschall), che abbracciano com plessivam ente una area di 1 .8 8 8 .6 0 0 K m q . circa ed una popolazione superiore ai 6.1/ J m ilio n i di a b ita n ti2). L ’ im p o rta ­ zione complessiva nelle colonie tedesche fu nel 1895 per l ’ A frica orientale d i 7 ,6 m ilio n i di m a rc h i, per K am erun di 5, 7, per Togo di 2 ,4 , per 1’ A fric a sud­ occidentale d i 1 ,9 3) ; l’ esportazione complessiva nello stesso anno fu per l’ A frica orentale di 3,3 m ilio n i, per K am erun d i 4,9, per Togo di 3,0. L ’ u ltim o n u ­ mero del Kólonialhalender faceva salire a 29 il n u -') Vedi per essa il Deu/scher Kolonialkalender (Jahrgang 1-10); il Deutsches Kolonialblatt (Jahrgang 1-8) ; e l’ ottima pubblicazione Deutschland und seine

Kolonien ini Jahre 1896 (Berlin 1897).

s) In questa cifra non è compresa la popolazione dell’ Africa orientale tedesca, per la quale manca un calcolo approssimativo della popolazione.

) Questa cifra si riferisce al 1894.

m ero delle società, esercitanti im prese colo nia li nei d om in i tedeschi transoceanici: secondo lo Z im m e r- man *) nel 1896 si trovano in Togo 22 stabilim enti co m m e rcia li tedeschi, 3 inglesi, 3 francesi ed 1 in ­ digeno; in K am erun 28 sta b ilim e n ti tedeschi, 8 in ­ glesi ed 1 svedese; n e ll’ A fric a tedesca su d -o ccid en ­ tale 39 sta b ilim en ti e uro p ei; n e ll’ A fric a O rientale tedesca 16 sta b ilim en ti europei ed un certo num e ro di case indiane ; n e ll’ arcipelago B is m a rck 6 stabi­ lim e n ti europei, nelle isole M arshall 2 : il num ero com plessivo delle piantagioni europee nei d om in i co­ lo n ia li tedeschi sale secondo lo stesso autore a 3 477, di cui 2 2 8 2 appartenenti a sud diti tedeschi.

Nè in fe rio re a questo m ira b ile svilu pp o coloniale, raggiunto in brevissim o tem po e senza notevoli p e r­ dite di m ilio n i e di sangue, ci appare l ' aumento continuo della partecipazione tedesca alla vita econo­ mica delle a ltre nazioni, delle mono evolute in ¡spe­ cie : non v ’ e, può d irs i, oram ai paese del m ondo, in cui non si tro vin o c ap itali tedeschi, in cui il po­ polo tedesco nella persona dei suoi in d u s tria li, dei suoi pia n ta tatori, dei suoi b an ch ieri non faccia sen­ tire la p ro p ria influenza economica e per riflesso politica. Lasciando pure da parte il n um ero con si­ derevole d i fabbriche; (fa b b ric h e di cappelli, di sa­ poni, di c o lo ri, b irre rie , cartie re , filande, fonderie, c o to n ifici etc.) e di p ia ntagioni tedesche a ll’ estero, che vanno di giorno in g io rn o aum entando, nei paesi a m erica ni in ¡specie, basti q u i il ric o rd a re la parte­ cipazione del capitale tedesco ad alcune delle più im p o rta n ti im prese degli u ltim i a n n i: così ad esem­ pio con capitale tedesco fu costrutta la ferrovia Ke- ney-A ssuan (capitale in azioni L . 1 0 0 ,0 0 0 , in o b b li­ gazioni L . 3 6 0 .0 0 0 ); tedesco è il capitale im piegato nel G ran F e rro c a rril de Venezuela (da 50 a 6 0 m i­ lio n i di fra n c h i); tedesco per una buona metà è il capitale del sistema fe rro v ia rio tu rco (capitale in azioni 50 m ilio n i d i fra nchi, in obbligazioni a ltri 50 m ilio n i, in v a lo ri 2 7 3 ,4 m ilio n i) ; tedesco per una parte considerevole il capitale della Nederlandsehe Z u id -A frika a n s ch e S po rw eg-M aatschappij (capitale in azioni di 11 m ilio n i di fio rin i, in obbligazioni 63 m i­ lio n i p u r di fio rin i); così pure in gran parte si trova in G erm ania i l c ap ii, di 3 6.720,000' m a rchi, il prestito di 3 .0 6 0 .0 0 0 m archi e due serie d i azioni di 6 5 .2 8 0 .0 0 0 m a rch i ciascuna della F e rro v ia A natolica, e considere­ volm ente interessala è la G erm ania alla ferro via brasi­ liana Oeste de Minas (ca pitale in azioni 6 2 m ilio n i di m a rchi, prestito 2 2 .4 5 0 .0 0 0 m a rch i), alle fe rro vie nordam ericane, in cui è in ve stito un capitale tedesco di circa 1 0 0 m ilio n i di d o lla ri, alle cave di sa ln itro del C h ili, a lle m in ie re chilene e peruviane, alle m i­ niere ed ai gia cim en ti a u rife ri, e d ia m a n tife ri della A fric a m e ridionale e così via. Non è dato conoscere la somma complessiva dei capitali tedeschi im p ieg ati a ll’ estero, ma certo essa deve am m ontare a parec­ c h i m ilia rd i, quando si pensi che un calcolo appros­ sim ativo, fatto pel G uatem ala, Messico, Venezuela, B rasile, C h ili ed A fric a , dà per questi paesi soltanto, presi com plessivam ente la bella cifra d i un m ilia rd o e mezzo di m a rchi.

T ra tto caratteristico d i questo svilu pp o considere­ vole della G erm ania su! mercato internazionale, su quello transoceanico in ¡specie, perchè dim ostra come

(l Di'. Zimmermann: Handel und Wandel, nella pub­

blicazione citata « Deutschland und seine Kolonien »

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L ’ E C O N O M I S T A 10 gennaio 1898 40

il com m ercio e l’ in d u stria tedesca a ll’ estero vadano ogni g io rn o più lavorando con capitali tedeschi, è la fondazione recente di tutta una serie di is titu ti b a n ­ cari, p rin c ip a lis s im i fra i quali la « Banca brasiliana per la G erm ania » (capitale in azioni 1 0 .00 0.0 00 m a rc iti, sedi Rio de Janeiro, Sào Paolo, Santos), la « Banca tedesca transoceanica » (capitale in azioni 2 0 .0 0 0 .0 0 0 m a rchi, succursali in Buenos A yres e V a l- paraiso), la « Banca tedesco-asiatica » capitale in azioni 1 5 .0 0 0 .0 0 0 m a rch i, sede p rin cip a le S hanghai, succursali T ie n ls in e C alcutta), la « Banca pel C h ili e la G erm ania » (capitale in azioni 1 0 .0 0 0 .0 0 0 m a r­ chi, sede V alp a raiso ).

*

>{■ *

L e c ifre q u i rip o rta te ci m ostrano chiaram ente come l ’ increm ento del com m ercio e della navigazione tedesca, lo svilu p p o della partecipazione tedesca al m ercato m ondiale siano stati n e ll’ u ltim o ventennio senza confronto m a gg iori d e ll’ increm ento della po­ polazione: quale e quanta sia l'im p o rta n z a di tale espansione nella v ita econom ico-sociale d e ll’ im pero germ anico, q ua li le sue conseguenze nella p o litica internazionale d e ll’ epoca nostra e p iù ancora della fu tu ra , è pressoché in u tile il d irlo . Essa sign ifica apertura d i sempre n u o v i sbocchi ai m anufatti te ­ deschi e con ciò sempre n u o v i stim o li alla p ro d u ­ zione nazionale, im piego di capitali oggi stagnanti in im prese rim u n e ra tric i, aggregazione di te rrito ri an­ cor v e rg in i alla m a drep atria , fra tta m e n te delle risorse n a tu ra li d eg li a ltri paesi a vantaggio del p ro p rio , in una parola aum ento di ricchezza a ll’ in te rn o , di po­ tenza a ll’ estero. Come un g iorno le nostre re p u b ­ b liche m a rin are e p iù tardi l’ Olanda e le a ltre na­ zioni n a v ig a tric i d e ll’ epoca fondarono su di una espansione analoga la loro potenza e su di essa l ' In g h ilte rra in una età non m olto lontana gettò le basi della sua presente posizione nel m ondo, così oggi la G e rm an ia, m em ore delle sue gloriose città anseatiche, cerca nel com m ercio internazionale, nelle colonie, nei tra ffic i le sorgenti d’ una grandezza fu ­ tura di g ra n lunga m aggiore d e ll’ a ttu a le : il t e r r i­ to rio rio nazionale è o rm a i troppo ris tre tto per con­ tenere le feconde energie di questa colta popolazione; essa cerca e trova o ram ai o ltre i ris tre tti c o n fin i geografici quella potenza m ateriale e m orale, di cui le arm ate e g li e se rciti sono ancora g li in d ic i ed i p u n te lli, ma non possono p iù essere g li in tim i fa tto ri nella c iv iltà in d u stria le d e ll’ epoca nostra.

D r. Ge n n a r o Mo n d a in i

Lipsia, dicembre 1897.

Rivista Economica

L'argento net 189 7 - II Canale del Mare del Nord -

// bilancio del Casino da giuoco di Montecarlo e la

lista civile del Principe di Monaco - Il commercio della Tunisia.

V argento nel 1897. — La nota C ircola re di

fine d’ anno della Cassa Mocatta e G oldsm id, cosi si esprim e circa alle vicende del mercato d e ll’ a r­ gento in b arre d ura n te 1’ anno 1 89 7 :

« L ’ anno che ora si chiude si caratterizza per dei m u ta m e nti im p o rta n ti e n um e ro si nel valo re del l ’ argento. Il valore, nondim eno, non ha mai o ltre ­ passato una sola volta il corso m in im o d e ll’ anno precedente, vale a d ire il 29 6 3 /4 per oncia. Questo corso si mantenne in gennaio e febbraio, ma a par­ tire da quel m om ento, il rin v ilio si accentuò grada­ tam ente. Esso fu m aggiore quando il Giappone decretò l ’ adozione del tipo aureo. A l p rin c ip io del mese di agosto, per delle ra g io n i non fa c ili a sco­ p rirs i, i l m ercato fu invaso dal panico, la specula­ zione, che fino a llora aveva operato su larga scala cessò tu tto ad un tratto, m entre che g li S tati U n iti si facevano a vendere con persistenza. N e llo spazio di tre settim ane le barre d’ argento calarono dal 27 3 /1 6 a 23 3 /4 , liv e llo in fe rio re ad ogni quota­ zione a nteriore. A l p rin c ip io di settem bre Ylndia

Couseil annunziò che sospendeva, per tre o q ua ttro

mesi, le sue tratte s u ll’ In d ia . Questo m utam ento di situazione g li fu im posto, senza dubbio, dalla in s u r­ rezione degli A frid i ed a ltre trib ù . La quotazione d e ll’ argento ris a lì sub itam e nte ; il 6 settem bre si fa­ ceva 25 1 /2 e verso il 2 0 del mese si quotò 27 1/4 a con tan ti. I l 7 dicem bre l’ India Couseil- rip re se le sue tra tte settim an ali s u ll’ India, e il mercato dello argento si pose al liv e llo di 26 a 26 3 / 4 pence l ’ oncia ; prezzo che conserva ancora.

Il Canale del Mare del Nord. — L ’ A m m in is tra ­ zione del Canale del M are del N ord ha pubblicato a lc u n i dati interessanti s u ll’ a ttiv ità del Canale stesso d ura n te l’ anno 1 8 9 6 -9 7 , secondo i q ua li 8 ,2 87 p i­ roscafi e 1 1 ,6 7 3 v e lie ri lo hanno attraversato, ra p ­ presentando un carico com plessivo di 1 ,8 4 8 ,4 5 8 ton­ nellate, m entre n e ll’ anno precedente non si era ra g g iu n to che la c ifra di 1 ,5 0 5 ,9 8 3 tonnellate.

I n a v ig li tedeschi v i preponderano n a tu ra lm e n te ; vengono in seguilo q u e lli danesi, svedesi, olandesi, in g le si, russi, norvegesi, francesi e belgi. D al 1° lu ­ g lio 1 89 5 e 31 m aggio 1 8 9 7 , 5 19 navi da guerra tedesche hanno traversato il Canale.

D acché il Canale è stato aperto al transito si sono p ro d o tti 18 accidenti g ra v i con perdite di v ite umane e in te rru z io n i della navigazione per p iù di 2 4 ore, 2 2 4 a ccidenti p iù leg g eri e 1 5 4 in te rru z io n i m o­ m entanee.

G li in tro iti furon o di 1 ,0 1 6 ,8 5 4 m a rch i, le spese di 2 ,0 7 4 ,7 2 2 con uu deficit cioè di m . 1 ,0 57 ,98 8.

II bilancio del Casino da giuoco di Montecarlo e la lista civile del Principe di Monaco. — La Società di A zion isti che è p ro p rie ta ria del Casino di M ontecarlo — cose poco note — spende somme vistosissim e per trib u n a li e polizia, illu m in a zio n e e servizio d i acqua potabile, servizio postale e d’ igiene, ospedali e opere pie, come ris u lta dal seguente elenco delle spese incontrate d a ll’ A m m in istra zio n e del Casino n e ll’ u ltim a sta g io n e :

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L ’ E C O N O M I S T A 41 18 gennaio 1898

Ciò che v i è di più curioso in questa lista è l’ as­ segno al clero. U n vescovo, con l’ inte ro suo stato maggiore di abati, di canonici, di c e rim o n ie ri, sono messi a stipendio da una Società di giuoco.

E siccome non tutto il male vien per nuocere, così anche g li ind ig en ti vengono a beneficiare di tale situazione, sotto form a di abbondanti elemosine ad essi d is trib u ite e di g ra tu ito insegnam ento im ­ partito ai loro fig li.

Circa alle spese per il m antenim ento del Casino, hanno le c ifre seguenti :

A m m inistrazione, d ire tto ri, ispettor sonale (1 0 0 0 ). . . . . . P om pieri e sorveglianza . . . Spese per locali e cancelleria . Illu m in a z io n i e riscaldam ento . Assegni ad agenzie, pens. In v a i. Sovvenz. ai g iuocatori disgraziati S tam pa... Teatro ed orchestra . . . . cro u p ie r, p er- F r. 1 7 ,2 5 0 ,0 0 0 » 6 2 5 ,0 0 0 » 5 5 0 ,0 00 » 2 5 0 ,0 00 » 2 2 5 ,0 0 0 ,, 3 0 0 ,0 0 0 » 6 2 5 ,0 0 0 » 1 ,025,000 T otale F r. 2 0 ,8 5 0 ,0 0 0 P er co n tro , neH’ u ltim o esercizio, è stato d is tri­ buito un dividendo di 240 fra n c h i per ognuna delle 60,000 azioni della Società del Casino, ciò che fa una somma di 1 3 ,1 5 0 ,0 0 0 fra n c h i.

Ne consegue che i g iuocatori hanno lasciato n e l­ l’ ultim a stagione un totale di 3 8 ,0 0 0 ,5 0 0 fra nchi alle tavole di roulette e di trente quarante del Ca­ sino di M onte C arlo !

L ’assemblea degli azionisti ha anche approvato il nuovo tra tta to coi p rin c ip e di Monaco. Eccone le condizioni p rin c ip a li: le concessione della ferme des

jeux è prolungata per c in q u a n ta n n i; il trib u to della

Compagnia verso il p rincip e è m antenuto a mezzo

milione annuo, ma è ben inteso che tu tte la spese

del principato sono a carico della Compagnia per cui i felici abitanti del p rin c ip a to con tinu eran no per mezzo secolo a non pagare tasse di qualsiasi sorta. U n citta din o di Monaco è dunque un uom o bene­ detto da D io, al quale non mancherebbe altro che il prossim o trattato g li assicurasse anche il v itto , l’ alloggio e una rendita annua.

Non è tu tto . Il p rincip e di Monaco ha v o lu to r i ­ cevere un regalo « una volta tanto » e fu stabilito che sia di venticinque milioni di cui dieci pagabili subito e q u in d ic i nel 1905.

D i p iù ha fissato d ie s i debbono spendere alm eno due m ilio n i a ll’ anno nelle feste, per i tea tri di c u i ogni rappresentazione non dovrà costare meno di ven ticin qu e m ila fra nchi. G li azionisti d ’ o rig in e ai quali l’ azione costò 5 0 0 fra n c h i che quest’ anno ne rese lo ro 2 00, cioè quasi il 50 per cento, sono con­ tentissim i del trattato. I n u o vi, coloro che com pe­ rarono le azioni a 3 00 0 fra n ch i lo trovano un po’ oneroso, e dopo l ’ approvazione d i esso le azioni scesero a 2 8 0 0 fra nchi.

Il commercio della Tunisia. — E cco il m o vi­ mento com m erciale della T u n isia n e ll’ u ltim o q u in ­ quennio, secondo le statistiche francesi.

1892 1893 1884 1895 1896 Importazioni L. 39,322,622 » 38,383,232 » 41,922,715 » 44,931,969 » 47,069,998 Esportazioni 37,202, 504 29, 685,323 36,932,766 41,420,248 36,230,046 Totale 76,525,126 68,0 8,555 78,855,481 86,352,217 83, 300,040

Ed ecco, ora, come merciale del 1896 per

si divide il movimento com- i vari paesi : Importazioni Esportazioni F rancia... .L . 25, 563,371 20,222, 756 Algeria... 1,536,002 3, 832,402 5, 796,491 1,472, 939 Inghilterra... Austria-Ungheria . » » 1,523,242 183,884 B elg io... 1,648,259 297,246 Italia... 5, 284,265 3,656, 165 Malta... 2,483,459 1, 260, 844 Spagna ... 391,735 1,419 G recia... 80,951 271, 770 Turchia... 394,151 18,056 Svezia e Norvegia . » 548, 465 2,581 Germania... 24,099 9, 438 Russia... 2,011,727 120 Olanda... 6,429 529,793 E g itto ... ... Tripoli... 179,280 772, 779 742,559 2,515 Marocco... .. 5,920 171,838 4,687 America... 8,049 Altri paesi... . » 16,394 »

L’ Agricoltura nella Provincia di Potenza

La Camera di Commercio di Potenza ha p u b b li­ cato la sua relazione annuale in to rn o a ll’ andamento d e ll’ a g ric o ltu ra , delle in d u strie e dei com m erci nella p ro vin cia d i Potenza. Essendo questa p rovincia un paese em inentem ente a g ric o lo , è d e ll'a g ric o ltu ra che specialm ente ci occuperem o.

Secondo la relazione che rig ua rd a particolam ente il 1896, si rile v a che 1’ a g ric o ltu ra è in sensibile de­ cadenza nella p ro vin cia , i cui effetti furono una sen­ s ib ile d im in u zio n e di re dd ito che oltrepassò tutte le p re v is io n i, e la crise di quasi tu tti i prodotti a g ri­ coli recò tale in v ilim e n ti di prezzi sul m ercato, da rendere quasi illu s o ria la condizione del coltivatore il quale o ltre a lottare contro le anna’e non liete di raccolte che si succedono, va incontrando grandi d iffico ltà n ello sm ercio dei p ro d o tti. N egli u ltim i anni i l fru m e n to discese sino a 14 lire a ll’ ettol. prezzo poco rim u n e ra tiv o alla quantità del lavoro e del capitale che s’ im piega nella terra.

Il grano è la p rincip ale produzione di questa p ro ­ v in c ia , e se non dà tu tto q u e llo che una volta re n ­ deva, pure ne è estesa la coltu ra, e diverse ne sono le q u a lità , che form ano il p iù grande elem ento per la esportazione in altre p ro vin cie . Il m aggiore con­ sumo se ne fa nelle piazze di T o rre Annunziata, T o rre del Greco, C astellam m are di Stabia ed a ltre delle p rovin cie di N apoli e di S alerno. La m a gg ior parte è di grani d etti teneri 'da pane, ed in questi il p rim o posto è tenuto dai grani detti b ianchi, m entre la quantità m in ore è delle caroselle, più adatte alla m anipolazione del pane di lusso. 1 g ra n i i d u ri, che p iù si producono nei com uni di Genznno, | P aim ira, Irs in a , M e lfi, L a v e llo , Venosa, M atera, San

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42 L ’ E C O N O M I S T A 16 gennaio 1898

L ’ esportazione del grano può v a lu ta rs i in e tto li­ tr i 630,000.

V engono poi l’ orzo e l’ avena il cui centro di produzione è il c irc o n d a rio di Matera. Del p rim o se ne esportarono 3 3 ,3 5 0 ettol. e d e ll’ avena 2 8,10 0. L ’ orzo v ie n prodotto anche nel circon da rio d i Po­ tenza, la cui esportazione ascese a ettol. 11.250. A n ­ che nei c irc o n d a ri d i M elfi e di Lagonegro v i è una discreta produzione d’ orzo.

L ’ o lio d i oliva è una delle p rin c ip a li p roduzioni della p ro v in cia , ma da qualche anno i ra cco lti ne sono scarsi, essendo da p iù anni g li o liv i devastati dalla mosca olearia.

Quanto al v in o una statistica precisa ed esatta della produzione non è possibile ottenere ; però si sa che nel circo n d a rio di Potenza, prim eggiano per la esportazione i com uni di Genzano ed Acerenza con 2 0 .0 0 0 e tto litri per ciascuno, P aim ira per 600 0 ; e nel Melfese, che p iù potente qualità e p iù ricca di alcool o ffre nei suoi v ig n e ti, si ha Maschito con e t­ to litri 4 0 ,0 0 0 , B arile 1 7,00 0, R ion iero in V u ltu re 1 5,00 0, R ipacandida 1 2 ,0 0 0 , Forenza 7000, L avello 3000, M ontem ilone 2000, A telia 1000.

Anche nel Materano si hanno buoni, v in i e si ren­ dono n otevoli Irsina con 3 0,00 0 e tto litri di espor­ tazione, e T ric a ric o con 10,000.

Nel Lagonegrese, M o lite rn o presenta per 8 0 0 0 et­ to litri, e S ant’ A rcangelo per 100 0 di esportazione. Seguono G hiarom onte, Sarconi e T u rs i con quantità in fe rio ri, ma son tu tti v in i generosi che se vedranno estesa la coltivazione ed avranno i mezzi di v ia b ilità , potranno fare un rim a rch e vo le progresso.

Le pecore, le capre, e i m aiali costituiscono i p rin c ip a li p rodotti della pastorizia. Quanto alle pe­ core m entre nel 1881 si avevano circa 4 0 0 0 0 0 capi, ora si calcolano appena a 2 5 0 00 0. D elle capre il num ero ascende a poco p iù di 9 0 0 0 0 , e dei m aiali se ne hanno da 6 0 0 0 0 e di essi se ne esportano da circa 1 7 0 0 0 a ll’ anno.

La popolazione in Francia

In F ran cia l ’ em igrazione ò p iù scarsa che n e g li a ltri paesi d’ E uropa, e questo fenomeno avviene per due ra g io n i p rin c ip a li, c io è : per le m a gg iori risorse che la F ra n cia presenta ai suoi connazionali, e per T accrescim ento della popolazione m olto p iù lento che in G erm ania, in In g h ilte rra , in O landa, nel B elgio e nella S vizzera.

M entre in fa tti l’aum ento della popolazione europea durante il periodo decennale 1 8 8 5 -1 8 9 5 è stato di 2 9 ,9 2 2 ,8 0 0 a b itan ti, ossia di 0 .8 8 per cento per anno, in F ran cia n ello stesso periodo la popolazione non è cresciuta che di 0 .1 7 per cento per anno, e questa proporzione è la p iù debole di tutte le nazioni di E urop a.

Questa tendenza destava serie in q u ie tu d in i per lo a vve nire del paese, inq u an to che m entre nel 1 88 5 la F ran cia occupava il q ua rto rango delle nazioni d ’ E uropa con 3 7 ,6 7 2 ,0 0 0 abitanti e l ’ In g h ilte rra il q u in to posto con 3 6 ,6 8 1 ,7 0 0 a bitanti, nel 1895 invece la F rancia cadeva nel q u in to rango con 3 8 ,3 4 3 ,1 0 0 abitanti e l’ In g h ilte rra saliva nel q ua rto con a b i­ ta n ti 3 9 ,1 3 4 ,1 0 0 .

In dieci anni pertanto la popolazione francese non si era accresciuta che di 17.8 in d iv id u i per 1 00 0, m entre che n ello stesso periodo la popolazione in ­ glese era cresciuta di 66 in d iv id u i per 1 0 0 0 a bi­ ta n ti, la Svizzera di 2 5, la G erm ania e il B elgio di 9 6 e l’ Olanda di 1 20 per 1 000.

F in o dal com inciare del secondo Im pe ro g li eco­ n om isti lam entavano la d im inu zio ne delle nascite in F ran cia . Una statistica del 1 8 6 5 fa sapere che a quella data nascevano annualm ente in F ran cia sol­ tanto 2 6 .3 b a m b ini per 1 0 0 0 a b itan ti. N el B e lg io , invece, la media delle nascite era di 3 1.4, di 35.4 in In g h ilte rra , di 3 5 .5 in Svizzera, di 35.9 in Olanda e di 39.1 in P russia.

Il periodo 1 8 9 1 -9 5 è stato il p iù disastroso per la popolazione francese, inquantochè la media a n ­ nuale delle nascite era caduta a 2 2.2 per 1000 abitanti contro 2 2 .6 decessi. Cosicché invece di con­ statare u n ’ eccedenza qualunque nella n a tiv ità p ro ­ priam ente detta, veniva a resultare un deficit dì 0.4 0 per 1 00 0.

Nei sei anni 1 8 9 0 -9 5 in clu so , v i era stata una eccedenza n e ll’ insiem e di 39,891 decessi sulle n a ­ scite, cioè a d ire che fra il 1890 e il 1895 la p o ­ polazione francese, astrazione fa tta dalle n aturalizza­ zioni, era d im in u ita in media ciascun anno di 6 ,649 in d iv id u i al seguito d e ll’ eccesso dei m o rti sui n ati.

Nel 189 6 il num e ro dei decessi è stato soltanto di 7 7 1 ,8 8 6 in d iv id u i, e q uello delle nascite si è elevato a 8 6 5 ,5 8 6 lasciando così un’ eccedenza nelle nascite di 9 3 ,7 0 0 .

Il seguente specchietto riassum e il totale delle na ­ scite e dei decessi in F ran cia n e g li u ltim i IO a n n i:

Anni Nascite Decessi

Ecce Nascite Ien?e Decessi 1887... 899, 333 842,797 56,536 > 1888... 882,639 837, 867 44, 772 > 1889... 880,579 794,933 85,646 » 1890... 838,059 876,505 > 38,446 1891... 866,377 876,882 » 10,505 1892... 855,847 875,888 » 20,041 1893... 874,672 877,526 7,146 » 1894... 855,388 815,620 39, 768 » 1895... 834,173 851,986 » 17,813 1896... 865,586 771,886 93, 700 T>

Da questo prospetto apparisce che la m o rtalità nel 1 8 9 6 e la p iù debole di tu tto il periodo essendo in fe rio re di 8 0 ,0 0 0 decessi a quella del 1 8 9 5 e di 1 0 5 ,7 4 0 a quella del 1893 che fu la più forte . La eccedenza delle nascite constatate fra il 1895 e 1 89 6 è in c ifra esatta di 1 0 1 ,5 1 9 com prendendo 3 1 ,4 1 3 nascite in più e 8 0 ,1 0 0 m o rti in meno. Y i è stato adunque u n m ig lio ra m e n to nei due sensi, ma per le nascite occorrerebbe che continuasse per u n n u ­ m ero d i anni, onde tra rn e delle u tili con clu sion i.

Il n um e ro dei m a trim o n i co n tra tti nel 1 89 6 è stato di 290,171 e questa c ifra ra gg iun g e, quasi, q uella del 1892 (2 9 0 ,3 1 9 ) che fu la p iù forte del periodo decennale che stiam o esam inando.

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16 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 43

Ma t r im o n ie d iv o r z i in Fr a n c ia d a l 1887A TUTTO IL

Anni Matrimoni Dìvorz i

1887 . . . . . . 277,060 3,636 1888. . . . . . 276,848 4,708 1889 . . . . . . 272,934 4, 786 1890. . . . . . 269,332 5,457 1891 . . . . . . 285,458 5, 752 1892. . . . . . 290,319 5,772 1893. . . . . . 287,294 6,184 1894. . . . . . 286,662 6,418 1895. . . . . . 282,218 6,743 1896 . . . . . . 290,171 7,051 I d ivo rzi non debbono avere che una influenza appena sensibile sul m o vim e n to della popolazione, giacché non rappresentano che 0,1 8 per 1 00 0 a b i­ tanti ossia, il 2 .42 per cento m a trim ò n i, tanto p iù che una parte di quei d ivo rzi sono seguii? da a ltri ma­ trim o n i.

LE FERROVIE INGLESI

Le Board of trade ha pubblicato il suo ra pp o rto annuale sulle fe rro vie del Regno U n ito per il 1 8 9 6 . E ’ un lavo ro im portantissim o e com pleto che c e r­ cheremo di riassum ere con b re vità , e senza n ulla trascurare.

A l 31 D ice m bre 1896 la rete completa della Gran Brettagna com prendeva 2 1 ,2 7 7 m ig lia con tro 21,17 4 alla fine del 1895 e 2 0,90 8 alla fine del 1894.

A lla fine dello stesso anno il capii, totale si elevava a 1 ,0 2 0 ,4 7 5 ,2 3 5 st. che com prendeva 3 8 0 ,0 7 3 ,9 0 6 di capitale o rd in a rio cioè il 37 per cento del to ta le ; 3 6 0 ,1 4 3 ,7 1 4 st. d i capitale p riv ile g ia to , ossia il 35 per cento del totale e finalm ente 2 8 9 ,2 5 7 ,7 1 8 di ca­ pitale in o bbligazioni, cioè il 28 per cento del capitale totale.

C onfrontando queste c ifre con quelle re su lta n ti alla fine del 189 5 si trova un aum ento di 16 m ilio n i nel capitale o rd in a rio , di 3 -7 m ilio n i nel capitale p r iv i­ legiato, e di 8 - 6 m ilio n i nel capitale obbligazioni, ossia un aum ento com plessivo di 2 8 -3 m ilio n i di

sterline.

Il seguente specchietto riassum e l ’ am m ontare degli in tro iti negli u ltim i 3 esercizi :

1896 1895 1891

Trasporti di viaggiatori. Ster. 39,100,000 37,400.000 36,500,000 Movimento delle merci » 46,200,000 44,000,000 43,400,000 Diversi... » 4,800,000 4,500,000 4,400,000

Totale Sterline 90,100,000 85,900,000 84,300,000 Da questo prospetto apparisce che g li in tr o iti nel 1896 sono considerevolm ente aum entati e l’ au­ mento resulta altresì in ciascun gruppo di entrata. Si può anche aggiungere che da u n d ici anni in d ie tro g li in tro iti p rovenienti dai v ia g g ia to ri sono andati c o ­ stantemente aum entando, e che le entrate del 1 89 6 per ciascuno dei g ru p p i in cui si d iv id o n o , sono state sempre p iù elevate.

L e entrate via g g ia to ri si d ivid o n o come segue :

1896 1895 1894 1893 Viaggiatori ordinari — — — — Prima classe St. 3,133,000 3,635,000 2,966,000 3,036,000 Seconda » > 2,058.000 1,938,000 1,972,000 2,075,000 Mezza . . 24.780,000 23,796,000 23,276,000 22,623,000 Abbonamenti di Stazioni » 2,915.000 2,760,000 2,648,000 2,583,000 Bagagli... 6,235,000 5,835,000 5,633,000 5,532,000 TotaliL. st. 39,121,000 37,361,000 36,495,000 35,849,000 Ecco adesso come si s p a rtis c o n o g li in tro iti p ro ­ venienti dal m ovim ento delle m erci :

IS96 1895 1894

Minerali e carboni.... L.at. 18,931,000 18,176,000 18,117,000 Merci ordinarie... » 25,901,000 24,451,000 23,804.000 Bestiami... » 1,343, 00 1,408,000 1,458,000 Totali.... li. st. 46,175,000 44,035,000 43,379,000 L 'a u m e n to totale nel 1 8 9 6 è p iù che soddisfa- eiente avendo ra gg iun to il trip lo di quello notalo nel 1895 sul 1894.

La distanza percorsa dai tre ni v iag gia tori è stata di 1 9 3 ,7 0 0 ,0 0 0 m ig lia nei 1 896, contro 1 8 4 ,2 0 0 ,0 9 0 nel 1895 e contro 1 79 ,8 0 0 ,0 0 0 . Q uella poi p e r­ corsa dei tre ni di m erci è stata respettivam ente di 1 5 7 ,7 0 0 ,0 0 0 , 1 5 0 ,4 0 0 ,0 0 0 e 1 4 1 ,8 0 0 ,0 0 0 m ig lia .

Nel 1 8 9 6 g li in tro iti per treno m ig lio sono stati d i 5 7 -9 3 con tro di 57-65 nel 1895 e contro 57-56 nel 1894. L ’ aumento frattanto del 1896 sul 1893 è stato notevolm ente più forte di quello de! 1895 sul 1 89 4.

Le spese di esercizio si sono sensibilm ente accre­ sciute nel 1896, tuttavia il rapporto fra le spese di esercizio e g ii in tro iti si è m antenuto lo stesso che nel 1895 e nel 1894. Il seguente prospetto fa co-noscere le variazioni delle spese di esercizio dal 1888 in poi.

Spe»e

di esercizio Differenze Differenze per cento

1 8 8 8 .... L.st. 37, 760,000

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1 8 8 9 . . . . 40,090,000 4 2,330,000 4 7-2 1890 . . . . . 43,190,000 4 3,100,(00 4 7-7 1891. . . . » 45,150,000 + 1,960,000 4 4-5 1 8 9 2 ... . » 45, 720, ('00 + 570,000 4 1-3 1893. . . . » 45, 700,000 — 20,000 — 1894.. . . » 47,210,000 -j- 1,510,000 4- 3-3 1 8 9 5 . . . . . 47,880,000 + 670,000 4 1-4 1896 . . . . » 50,190,000 4 2,310,000 4 4-8 I benefizi n etti n e ll’ esercizio 1896 am m ontarono a ste rlin e 3 9 ,9 6 2 ,6 2 8 contro 3 8 ,0 4 6 ,0 6 5 e q u in d i un m aggiore u tile n e llo n e ll’ anno di cui c i occupiam o per l’ im p o rto di st. 1 ,8 8 0 ,0 3 3 che corrisponde ad un aum ento del 4-9 per cento.

I benefizi netti per

treno-miglio ascesero . . . a den. 25-52 contro 25-33 La percentuale dei bene­

fizi netti rapporto al

c a p i t a l e ... » » 3-88 » 3-80 II dividendo pagato al

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