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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.11 (1884) n.528, 15 giugno

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L'ECONOMISI \

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XI - Vol. XV

Domenica 15 Giugno 1881

N. 528

LA C O M P A M M Z M DELL! SOCIETÀ

Ai term ini delle Convenzioni stipulate dal G overno coi concessionari, la com partecipazione al prodotto lordo assegnata alle Società è del 62 4 |2 per cento. Questo punto ha dato origine a vive discussioni in seno della Com m issione parlam entare, e sebbene non abbia negato la sua approvazione, considerando che la questione rito rn erà quando la C am era discu­ terà i contratti, riteniam o opportuno esam inare quali criteri abbiano guidato il G overno nello stabilire quella m isura di com partecipazione a favore delle Società.

A nzitutto p er determ inare il rapporto fra 1 prodotti e le spese era ragionevole, invece di cercare u na r e ­ lazione probabile dietro form ule astratte, di stare ai fatti, ed era del pari ragionevole di ricercare i p ro ­ dotti e le spese dell’ esercizio più recentem ente c h iu ­ so, ossia di quello del 1882. R icercando pertanto i prodotti lordi dell’ esercizio 1882, ecco che cosa si trova.

1 prodotti totali ascendono com plessivam ente a 180,017,385 e la m edia per ogni chilom etro a 2 3 ,800 Quei prodotti sono form ati cosi :

Alta Ita lia . . 117,3 3 6 .4 6 8 R om ane . . . 33 ,1 5 4 ,0 4 5 M eridionali . 2 5 ,2 0 6 ,3 5 8 Calabresi . . 4 ,3 2 0 ,7 1 4 Totale 180,0 1 7 ,5 8 5

Q uanto alla m edia p er chilom etro, vuoisi notare che il prodotto chilom etrico è per 1’ Alta Italia (sem pre nell’ esercizio 1882) di 3 2 ,8 0 0 per le Rom ane 1 9 ,7 0 0 per le M eridionali 16,2 0 0 , per le Calabresi 5 ,8 5 0 .

Q uanto alle spese, la cifra totale è di 1 1 9 ,5 9 1 ,9 6 8 e la spesa m edia p er chilom etro 15,850.

L a prim a cifra risulta dai dati seguenti : Alta Ita lia . . 73 ,4 9 6 ,6 2 7 R om ane . . . 2 2 ,9 5 8 ,0 1 4 M eridionali . 16 ,9 6 2 ,5 2 8 Calabresi . . 6,17 4 ,7 9 9 Totale 1 1 9 ,5 9 1 ,9 6 8

La spesa p er chilom etro è per 1’ Alta Italia 20,5 0 0 , per le Rom ane 1 3 ,6 0 0 , per le M eridionali 10,9 0 0 , per le Calabresi 8 ,3 6 0 . Di qui la m edia suaccennata.

Ora sui 75 4 8 chilom etri esercitati nel 1882, d e­ traendo dal prodotto totale la spesa totale, si ha :

Prodotti lo r d i. . 1 8 0 ,0 1 7 ,5 8 5 Spese di esercizio 119,5 9 0 ,9 6 8 Coefficiente d’ esercizio 0 ,6 6 4

P rese dunque in com plesso le ferrovie che d o ­ v rebbero costituire le due nuove reti, la spesa di esercizio am m onterebbe a 6 6 ,4 per cento del p ro ­ dotto lordo.

Messo in chiaro lo stato delle cose p er 1 esercizio 1 8 8 2 , gioverà notare che bisognava an d a re più oltre. S e per alcuni prodotti e spese nulla sarebbe m utato, è evidente che sia nei prim i, sia nelle seconde delle modificazioni sarebbero avv en u te necessariam ente in forza dei nuovi contratti. Conveniva dunque proce­ d ere a questa seconda ricerca allo scopo appunto di m ettere in sodo la influenza che sui prodotti e sulle spese avrebbero esercitato le condizioni del futuro esercizi o.

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378 L’ E C O N O M I S T A 15 giugno 1884 rovie.1,L’aum ento è d i2 |3 . Q uindi calcolando L. 3 50 ,0 0 0

p er l’ aum ento suddetto degli stipendi al personale delle R om ane, e 1,000,000 cifra lorda, pel o o n tri- buto di cui abbiamo parlato, alla spesa di 112,3 7 0 ,0 5 4 bisogna aggiungere 1,3 5 0 ,0 0 0 , il che darà una cifra com plessiva di 1 1 3 ,7 2 0 ,6 5 4 .

Ecco pertanto il risultato che si otterrebbe dal­ l’applicazione dei nuovi contratti sulla base dello esercizio del 1882.

Prodotti 178,417,585 Spese. . 1 1 3 ,7 2 0 ,6 5 4

Coefficiente d’ esercizio 0,637. 11 che vuol dire che l’esercizio sarebbe costato all’esercente 63,7 per cento lire di prodotto lordo.

Ora p er trovare i correspettivi delle spese di eser­ cizio da assegnarsi alle Società secondo i nuovi con­ tratti, occorre stabilire la quota di prodotto lordo assorbita dagli aum enti di spesa derivati dall’ au­ m ento del traffico. S ulla rete dell’ Alta Italia il pro­ dotto nel 1882 fu di 1 1 7 ,3 3 6 ,0 0 0 . L e nuove tariffe applicate sulla rete stessa avrebbero portata una dim i­ nuzione che lo avrebbe fatto scendere a 1 15 ,6 3 6 ,0 0 0 . L a spesa coll’ aggiunta dell’ onere p er le Casse p en­ sioni sale a 6 9,824,000. Pel gruppo com plessivo delle R om ane, M eridionali e Calabresi invece, seguendo gli stessi criterii, sarebbe salito a 6 3 ,3 8 1 ,0 0 0 , e le spese, com preso l’aum ento di stipendi per le Rom ane, salgono a 4 3 ,8 9 7 ,0 0 0 . Riducendo queste cifre a chi­ lom etro, fatti i dovuti calcoli, si avrebbe un coeffi­ ciente di 0 ,4 8 5 . Nelle convenzioni D epretis si era m unti a 0,494, ma dal contratto erano escluse le Calabresi considerate com e in condizioni anorm ali. Data la stessa esclusione, nel 1882 si giungerebbe invece a 0 ,5 5 7 . Il valore medio si potrebbe stabilire in 0,52. È vero che si tratta di fondarsi sui risultati dati da reti diverse, m a sarebbe difficile venire ad altre conclusioni, e d’ altra parte 1’ adottare tre di­ versi coefficienti di partecipazione al prodotto lordo sarebbe stato un sistem a, com e noi altravolta d im o ­ stram m o, che difficilm ente poteva tradursi in cifre nei contratti. Sulle basi del del 1882 p er l’Alta Itaiia i m aggiori prodotti sarebbero stali assorbiti per varie ragioni, che qui sarebbe troppo lungo il dire, in ra ­ gione del 6 7,5 per cento delle m aggiori sp e se ; per le R om ane del 52 per cento, per le Meridionnli«del 67 per cento. T u tto .q u e sto prova che all’ atto p ra ­ tico la spesa collo sviluppo del traffico invece di scem are può spesso crescere, onde I’ assegnare alle Società u n co rrespetttvo del 52 per cento dei m ag­ giori prodotti lordi corrispondenti all’ aum ento del traffico dovrebbe apparire conform e alla equità.

T enuto conto che il prodotto iniziale di 212 mi­ lioni si raggiungerà alm eno nel secondo anno di esercizio, vuoisi considerare che l’ apertura delle nuove linee di l a categoria da essere incorporate nella rete principale potrà cagionare alle Società delle perdite. Supponendo che il loro prodotto ascenda a L . 80 0 0 al chilom etro, la spesa non sarà m inore. In com plesso si tratterebbe di 8 ,0 0 0 ,0 0 0 . Il 62 1[2 p er cento di questo prodotto non darà che un cor- respettivo di 5,0 0 0 ,0 0 0 , e quindi vi sarà una perdita di 3 m ilioni. Sugli aum enti di prodotto fino a 100 m ilioni oltre il prodotto iniziale si sarebbe dovuto portare la percentuale da 52 a 55 p er com pensare quella perdita, ma è stata portata a 56, calcolando che i m ille chilom etri circa di linee di 1 a categoria

verranno aperti all’ esercizio prim a che si ottenga 1’ aum ento di 100 milioni sul prodotto iniziale.

R aggiunto invece quell’ aum ento e incorporate le l i n e e r à percentuale è ridotta a 50. Sappiam o bene che c’ è chi avrebbe voluto che fosse anche più bassa. Ma coloro che affacciano sem pre sim ili pre­ tese com m ettono, secondo noi, u n e rro re gravissim o, perchè non vogliono persuadersi che è nell’interesse dello Stato che le Società possano vivere e prospe­ rare. Se si tiene conto delle difficoltà proprie di ogni azienda industriale e dei rischi inseparabili da essa, se si riflette alle perturbazioni che nasceranno non solo per le linee di prim a categoria ma anche per le a ltr e ; se si pensa a un probabile aum ento ne} prezzo dei carboni e dei f e r r i , alla possibilità di crisi, ecc., in verità che ci pare equo^ e ragionevole lasciare un po’ di m argine alle Società esercenti. Lo Stato ha un interesse nello sviluppo del traffico, ur.a volta che la com partecipazione ai prodotti è la base dei contratti. C he cosa potrebbe guadagnare a ri­ d u rre le Società in condizioni da non potere andare avanti; il passato inform i e particolarm ente il riscatto dell’Alta Italia.

Q uanto all’avere stabilita la stessa percentuale per le due reti M editerranea ed A driatica, eccone in so­ stanza le principali ragioni. La differenza del n u ­ m ero dei chilom etri loro affidati in esercizio non è grande ; am bedue accedono al G ottardo e toccano M ilano, R o m a, F ire n ze , Livorno, Napoli. C onside­ rando che le spese di trazione sono alquanto m inori per la rete A driatica, e che le linee della M editer­ ranea d’ altra parte nel 1882 raggiunsero in m edia un prodotto chilom etrico m aggiore di L. 2 ,0 0 0 a quello delle linee della rete A driatica, si è stabilito il prodotto iniziale di quella in 112 m ilioni e di questa in 100, equilibrando così le loro condizioni. F inalm ente crediam o utile il ricordare che il G o ­ verno dopo avere stabilito la com partecipazione a favore delle Società esercenti del 62 1]2 sul p ro ­ dotto iniziale, indi del 56, poi del 5 0 sul prodotto de­ rivante dall’aum ento del traffico, ha stabilito altresì che quando le Società ritraessero dall’ im presa un utile superiore al 7,50 per cento, che tolta la ricchezza mobile si riduce al 6,50, profitto che ci p are assai m odesto, la m età del sopravanzo spetterà allo Stato.

Se dopo tutto questo poi si deve dire che le So­ cietà fanno un affare eccezionalm ente splendido è lo Stato ne fa uno pessim o, diciam olo pure, m a in ve­ rità ci par difficile che gli uom ini sensali e spassio­ nati possano am m etterlo. Certo se le Società hanno accettate le condizioni, ciò significa che calcolano di non dover perdere ; m a d’altra parte il G overno ha tutelato largam ente l’interesse della finanza, m entre ha fatto q u an t’era in lui per assicurare il buon an ­ dam ento dell’azienda ferroviaria.

Le tariffe ferroviarie di favore

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-stione, in quanto che neanche questo nuovo scritto del sig. Landi ci ha persuasi a m odificare le nostre convinzioni.

R iassum iam o la questione quale lo stesso A utore ce la presenta.

I prodotti a g ra ri, i quali devono essere sm erciati allo stato di freschezza, non possono essere spediti in lontani m ercati, o per la lentezza del viaggio, se usano della piccola velocità, o per la altezza della tariffa, se usano della grande velocità. A favorire questo com m ercio di esportazione suscettibile in Italia di un grande sviluppo, si stabilirono le prim e tariffe a r i ­ basso considerevole a quelle D itte che si im pegnas­ sero verso le A m m inistrazioni ferroviarie di traspor- tare duem ila vagoni almeno ogni anno. S orsero in tal modo due ditte quella F rancesco Cirio nel 1869 e quella Oggiom nel 1880. Più tardi il M inistero, in seguito ai reclam i di vari com m ercianti compilò u na tariffa speciale, quella N.° SO, la quale però nel com- plesso non offre lo stesso ribasso di quello accor­ dato quando esista l’im pegno del trasporto di alm eno duem ila vagoni.

A ll’A utore pare venuto il m om ento, giacché la C am era discute sulle nuove convenzioni, di dom an­ darsi : — « le A m m inistrazioni ferroviarie, conce­ dendo speciali, ed in conseguenza convenienti tariffe, solam ente a coloro che si obbligano di trasportare un determ inato num ero di vagoni carichi di prodotti della nostra agricoltura, ed in ispecie del vino, fa­ voriscono o incagliano lo sviluppo del com m ercio dei suddetti prodotti all’estero ? » E d osserva : che i nuovi e più energici provvedim enti che si sono proposti, com e leggi p er irrigazioni, bonifiche, rim - noscbim enti, scuole pratiche, credito agricolo, ridu- zioni di imposta ecc., non li crede bastanti a conse­ guire il fine a cui si inspira ; — che ciò che costi- tm sce la prosperità di una industria è la p ro d u tti­ vità (?) ed espansione del suo com m ercio ; — che I ag r|Couura, ha te rra, braccia e dottrina sufficienti, ma ha difetto di commercianti m entre ha bisogno di possederne un g ran num ero ; — che sinora le tariffe ferroviarie si sono frapposte alla form azione di questi com m ercianti, poiché all’infuori delle sp ed i- zioni L in o ed Oggioni non furono spediti con la tariffa speciale N.» SO che 400 v ag o n i; — che se le A m m inistrazioni ferroviarie avessero accordato una tariffa eguale per tutti a vagone com pleto anziché ad unita di 200 0 vagoni, avrebbero ottenuto per lo me­ no lo stesso movimento di vagoni ; — che le Am­ m inistrazioni non sentono alcun benefizio dal privi­ legio accordato alle spedizioni di 20 0 0 vagoni essendo per esse indifferente affatto che cento vagoni com ­ pleti sieno spediti p er conto di un indivìduo o di una ditta, invece che p e r conto di cento individui o cento d itte ; — che perciò non si sono potute for­ ro?1'61 case libere o indipendenti, ma chi vo­ glia dedicarsi al com m ercio di esportazione è co­ stretto a dipendere da u n terzo interm ediario posto artificialm ente fra le A m m inistrazioni ferroviarie ed il com m erciante.

P er queste ed altre ragioni il sig. Landi conclude reputando necessario ed indispensabile per l’ in c re­ m ento della agricoltura e per lo sviluppo del com ­ m ercio dei suoi prodotti, « che nel contratto d ’ ap­ palto p er l’esercizio venga tassativam ente stabilito, che le Tariffe p er il trasporto dei prodotti dell’agri­ coltura, com e di qualunque altra industria, siano form ati in base alla unità del vagone com pleto, senza

altre facilitazioni per chi si obbliga a trasportare una quantità determ inata di v a g o n i.'»

Tale questione così com e è trattata dal signor L andi va, a nostro avviso, esam inata da due punti di vista separati, poiché due appunto sono le basi dalle quali parte l’A utore nel suo lavoro. 11 prim o sarebbe di vedere se le tariffe di favore per una data unità di vagoni costituiscano una in g iustizia; — il secondo se tali tariffe abbiano danneggiato l’ ag ri­ coltura.

E d a ciascuno di questi punti consacriam o b re­ vissim e parole. Noi am m ettiam o benissim o ch e ra c ­ cordare una tariffa ribassata a chi possa garantire di spedire 200 0 vagoni alm eno, m ette gli altri n e­ gozianti, che non possono o non vogliono garantire questo m inim o di spedizione, in una condizione sv an ­ taggiosa, m a p e r chiam are questa un ingiustizia bi­ sognerebbe capovolgere le basi su cui si fondano non solo i trasporli ferroviari, m a tutto il com m ercio ; basi che sono la dim inuzione del prezzo proporzio­ nale in ragione diretta della entità dell’acquisto. — Nè si può dire che le ferrovie essendo un servizio pubblico (il che è contestabile quando a queste pa­

role di servizio pubblico si voglia dare il significato di funzione dello S tato), non debbono tenere la base delle loro tariffe variante colla entità del negozio, poiché anzi tutte le tariffe sono appunto su questo base. Non m utano le tariffe di altezza quanto m a g ­ giore è la percorrenza ? e non m utano in molti crisi quanto m aggiore è il peso ? — E che cosa sono i biglietti di andata e rito rn o , i biglietti circolari ecc. se non vantaggi che si accordano al consum atore in grande in confronto al piccolo consum atore? — Lo stesso signor L andi, proponendo la tariffa speciale per vagone com pleto, non dom anda la istituzione di un privilegio a favore dei negozianti che possano spedire il vagone com pleto, di fronte a quelli che non pos­ sono arriv are a tanto ca rico ? — E se si vuol accor­ dare, com e ragionevolm ente si dovrebbe, un p riv i­ legio a quelli che possono spedire un vagone com ­ pleto, lo stesso diritto di avere un m aggiore privilegio non possono far v alere quelli che spediscono 2000 vagoni ?

E notisi bene che il signor Landi p arte appunto da u n erroneo concetto di tale specie di contratto, poiché, dice: « alle A m m inistrazioni ferroviarie è af­ fatto indifferente che cento vagoni com pleti siano trasportati p er conto di un individuo o di una ditta o da cento individui o da cento ditte » (pag. 15). E d il suo torto sta in ciò che le A m m inistrazioni ferroviarie non potrebbero, accordando la tariffa per un vagone com pleto eguale alla duem illesim a parte di quella che hanno accordata p e r 2 0 0 0 vagoni, obbligare anche 2 0 0 0 ditte a spedire ciascuna un vagone, m entre col contratto con una sola ditta si assicurano quel benefizio che deriva dalla garanzia di spedire 2 0 0 0 m ila vagoni ; benefizio che, diviso in 2 0 0 0 contralti diversi, costituirebbe una perdita. — P e r la stessa ragione che le ferrovie accordano I un biglietto circolare che im porta il 40 per cento di ribasso sul prezzo ordinario, m a non rim borsano la spesa se il viaggio si com pie p er m età, o se scade il biglietto, così, accordano un ribasso a chi si o b ­ bliga di trasportare almeno 2 0 0 0 vagoni, ma nulla restituiscono se il negoziante ne spedisse solo 100.

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380 L’ E C O N O M I S T A 15 giugno 1884 proposta della tariffa speciale p er il vagone com ­

pleto, non farebbe che estendere tale ingiustizia. Il grande com m ercio ha senza dubbio vantaggi cospicui di fronte al piccolo com m ercio, ma il sig. Landi non tien conto che ha anche dei rischi al­ trettanto cospicui. Il negoziante che volta per volta noleggia il carro per trasportare alla stazione il suo prodotto, spende di più del negoziante che acquista carro e cavallo; ma rischia di avere una perdita molto più forte del secondo sia p er il pericolo a cui è esposto il capitale im piegato così, sia per le spese a cui va incontro in caso di m ancanza di lavoro. E dal ca rro e dal cavallo, alle m acchine, agli edilìzi, agli operai, ai corrispondenti, agli acquisti all’ in­ grosso ecc. ecc. il grande negoziante ritrae sem pre dei risparm i di spesa a paragone del piccolo ; ora perchè non dovrebbe tro v a re questi vantaggi anche nei trasporti ferroviari? Ma il sig. Landi osserva — che molti negozianti non hanno capitali e clientela sufficenti per garantire u n m inim o di 2000 vagoni. — E di chi la colpa? Se sono piccoli negozianti il loro torto è di voler gareggiare coi grandi, ma non ci sarebbe in verità nessuna logica di rid u rre i grandi negozianti alle condizioni dei piccoli, perchè questi non sanno, non possono o non vogliono diventare grandi.

M alam ente il sig. Landi porta 1’ esempio dei vet­ turali, e dice che se u n v etturale non vuol accor­ dare dei vantaggi ai suoi clienti il negoziante ne cerca un altro, m entre non può fare egualm ente colle ferrovie. Noi possiam o opporgli il fatto, del resto naturalissim o, che se ad un vetturale si offre la ga­ ranzia di 2000 carichi l’anno, farà u n prezzo molto m inore di trasporto p er carico che se gli si garantisce un solo carico; il che torna in appoggio del punto che sosteniam o.

In quanto al secondo punto, se cioè le tariffe di favore accordate ai duem ila vagoni garantiti, abbiano portato danno alla agricoltura, ci risponde negativa- m ente lo stesso sig. Landi.

Infatti egli osserva che le due Ditte Cirio ed Og- gioni di Milano spedirono 5461 vagoni e tutti gli altri com m ercianti solo 4 0 0 ; l’av e r dato mezzo adunque di costituire due ditte forti, laboriose, abili ed av ­ v e d u te , perm ise che queste due ditte facessero più del centuplo di quanto fanno tutti gli altri nego­ zianti assiem e. Nè v arreb b e il rispondere che gli altri non hanno fatto di più perchè non godono del trattam ento speciale, poiché sta il fatto che prim a del costituirsi delle d ue ditte Cirio ed Oggioni, il com m ercio dei prodotti agricoli era quasi nullo. D ’ altra parte bisognerebbe am m ettere che le due ditte Cirio ed Oggioni potessero, m ediante il v an ­ taggio che o ttengono, fare una concorrenza disa­ strosa agli altri su tutti i m ercati esteri, il che non è, e ce lo dice im plicitam ente lo stesso sig. Landi quando osserva : « E non si creda che i resultati ot­ tenuti siano grandi da non aver bisogno di altri com ­ m ercianti, poiché circa 16 vagoni al giorno, che p re ­ sentem ente si spediscono all’estero, rappresentano, è vero, qualche cosa, m a se solleviam o la m ente a più alto concetto, sarà facile il vedere quale m aggiore orizzonte si presenta dinanzi a noi, quando si con­ sideri la vastità di quella parte di E uropa sulla quale possiamo esercitare la nostra azione. » E ce lo r i­ badisce esplicitam ente dicendo : « V astissim a è la superficie tuttora inesplorata ove ciascuno potrà spiegare la propria a ttiv ità , senza che 1’ uno abbia

bisogno di invadere il cam po dell’ altro. » R isulta quindi chiarissim o che i lam enti del sig. Landi non possono venire alla conclusione che le tariffe di fa ­ vore per i duem ila vagoni garantiti hanno schiac­ ciata l’attività degli a ltri com m ercianti, i quali ave­ vano tanta parte di m ercato ancora inesplorato nel quale potevano esercitare tale loro attività.

L a tariffe di favore quindi hanno prodotto un vantaggio all’ agricoltura rendendo possibile, senza grave danno dell’ e r a r io , lo sviluppo di u n nuovo com m ercio, e non hanno danneggiato gli altri col­ tivatori e negozianti che avevano sem pre a loro di­ sposizione un cam po inesplorato sul quale non p o ­ tevano tem ere 'concorrenza.

Che se poi si porta la questione sulla opportunità di ribassare la tariffa speciale N. 50.°, la cosa è m olto diversa e non è punto nè trattata, nè discussa nel lavoro del sig. Landi il quale tendeva a dim o­ stra re il danno e la ingiustizia delle tariffe di favore, ed a questa dim ostrazione in verità non è riuscito.

FERROVIE SICULE

Il 13 corr. al m inistero dei L L . P P ., furono firm ate le convenzioni per l’esercizio delle ferrovie Sicule.

Il Governo era rappresentato dai m inistri Ge­ mala Magliani, e G rim aldi ; la nuova Società dal prin­ cipe Scalea per P alerm o , dal conte M iglioretti per M essina, dal signor M arano per Catania e dai si­ gnori barone G allotti, ing. M arsaglia e barone M auro­ cordato di L ivorno pel gruppo continentale.

La nuova Società dovrà costituirsi con un capi­ tale di l o milioni pel m ateriale mobile. I patti della nuova convenzione sono im prontati su quelli dei contratti per le linee com plem entari. Soltanto i pro­ dotti verranno ripartiti nella m isura di 82 per cento alla Società : 15 p er cento alla riserva : 3 per cento allo Stato fino al prodotto di 8 m ilioni, considerato com e iniziale.

L a Società si obbliga ad eseguire ed esercitare le nuove linee com plem entari, portate dalla legge del 187 9 e lo Stato s’ im pegna a spendere oltre 10 m i­ lioni di lire p er opere e am pliam ento delle linee e

delle stazioni.

E con ciò è dato assetto a tu tte le ferrovie del Regno.

P e r la convenzione delle ferrovie sicule si farà un progetto a parte, onde non intralciare I’ opera della Com m issione che esam ina le altre convenzioni.

3Sr^L F O lL .X

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sentata la proposta al Consiglio solam ente ai prim i di febbraio, e che non prim a d ’aprile il bilancio veniva approvato dalla Deputazione Provinciale e reso e s e ­ cutorio dalla P refettura. Non è però da incolparsi di poca solerzia l’Am m inistrazione Com unale, giacché, rinnovellatasi quasi tutta la G iunta alla fine dell’anno scorso, questa non poteva in breve tempo prendere un ’esatta conoscenza della situazione finanziaria del Com une p er proporre al Consiglio quelle variazioni e quei m iglioram enti che non si possono stabilire senza uno studio lungo e riposato.

P rim a di addentrarm i nella breve disam ina, e perchè l’esposizione delle cifre abbia m igliore sp ie­ gazione, credo necessario di rico rd are al lettore la legge del 14 M aggio 1881 colla quale il Governo veniva in aiuto del Com une di Napoli p er toglierlo dalla disastrosa situazione in cui trovìivasi e per evi­ tare l’im m inente pericolo di un fallimento.

E d in fatti in quell’epoca il disavanzo erasi en o rm e­ m ente accresciuto; non si aveva più fondi da pagare gl’ interessi dei debiti e prestiti, e d’ altra parte le opere ed i servizi pubblici richiedevano d’urgenza m aggiori som m e a gravare il passivo di già tanto superiore dell’entrata.

Colla legge suaccennata dunque il G overno g a­ rantiva il pagam ento dell’interesse e dell’ am m orta­ m ento in 99 anni di una rendita del 5 per 0 |0 di L. 4 ,492,875,84 rappresentata da titoli che vennero em essi in seguito dai Com une p er l’unificazione e conversione dei debiti redim ibili am m ontanti a quasi 92 m ilioni, con un interesse ed am m ortam ento di circa 5 m ilioni e mezzo.

La Cassa dei Depositi e P restiti apriva un p re­ stito di 20 m ilioni e convertiva i m utui, fino allora fatti al Com une, in u n solo coll’ interesse ed am ­ m ortam ento del 5 p er 0 |0 . P er ultim o il G overno assum eva la riscossione del Dazio Consum o e dei dazi addizionali e com unali per il quinquennio 1 8 8 1 - 1885 pagando al Com une la som m a annua di 10 m i­ lioni.

V ediam o ora quale era la situazione finanziaria del Com une nel 1880.

I debiti fluttuanti si riassum ono in 5 categorie: 1. verso lo S tato... L. 4 ,8 0 6 ,8 3 4 .4 0 2. verso la Provincia . . . . » 2 6 3 ,5 5 6 ,6 0 3. verso i possessori di titoli dei

prestiti Com unali ed altri credi­

tori p r i v a t i ... „ 6 ,8 8 1 ,5 7 9 ,4 0 4. per l’ esecuzione di opere pub­

bliche ed altre spese a cui

tro-vavasi im pegnato il Com une . » 1 0 ,7 30,149,77 5- pel disavanzo presuntivo d e i-

fi esercizio 1 8 8 1 ... >. 2 ,0 0 0 ,0 0 0 ,0 0 D ebito Totale. . . . L. 2 4 ,6 82,120,17 Questo debito e disavanzo dovevasi coprire col prestito di 20 milioni accordato dalla Cassa dei D e­ positi e prestiti in vista della legge 14 m aggio 1881 e colla riscossione d i crediti verso lo Stato per L . 1 ,0 1 4 ,7 1 9 ,4 5 , verso il fondo del Culto per li­ re 1 ,1 1 1 ,9 0 5 , verso la provincia di L. 4 6 8 ,826,77, verso i Com uni della P rovincia, i privati e per mezzo di introiti di som m e m inori costituenti nel totale com plessivo la somm a equivalente a quella del debito.

P er mezzo della operazione finanziaria fatta dal Com une colla Cassa dei Depositi e P restiti, e di

quella dell’ unificazione del debito e in seguito ai m iglioram ento dei bilanci degl’ esercizi 1 8 8 1 ,1 8 8 2 , 1883 si è potuto ottenere a "tutto il 1883 l’am m or­ tam ento del debito fluttuante di L. 24,682 ,1 2 0 ,1 7 fino alla concorrenza di L. 16 ,2 0 2 ,2 9 2 ,9 6 lim itan­ dosi quindi il debito stesso a L. 8 ,479,827,21.

A tale scopo si sono im piegati i crediti del Co­ m une soltanto per L. 14,079 ,0 1 0 ,0 8 , tra cui li­ re 1 2 ,8 0 0 ,0 0 0 del prestito concesso dal G overno; diguisachè le entrate ordinarie e straordinarie dei bilanci 1881, 1882, 1883 contribuirono a codesta parziale estinzione per L. 2,1 2 3 ,2 8 2 ,8 8 .

Risulta quindi che m entre il debito a tutto il gennaio 188 4 am m ontava a L. 8,4 7 9 ,8 2 7 ,2 1 , il cre­ dito raggiungeva la som m a di L. 1 0 ,6 0 3 ,1 1 0 ,0 9 su­ perando quello della cifra di L. 2 ,123,282,88.

Con gli aiuti pertanto del G overno m ediante l’uni­ ficazione dei prestiti pubblici, e in v irtù di una sag­ gia ed operosa am m inistrazione si è scongiurato 'il pericolo di un fallimento, di anno in anno si andò equilibrando e consolidando il bilancio, fino a che si giunse ad ottenere il sospirato pareggio se non ferm am ente stabile, certo non effimero od ipotetico.

E sam iniam o ora il bilancio dell’esercizio in corso e vediam o prim a di tutto a quanto si presum ono le entrate.

Le rendite patrimoniali ascendono a L. 60 2 ,3 4 1 ,3 2 , con un aum ento di L. 4 6 ,7 4 1 ,9 6 su quelle del 1883, e di L. 9 ,9 4 9 ,1 4 su quelle del 1882.

\ proventi diversi danno la cifra di L. 2 8 1 ,6 8 7 ,2 7 . Il prodotto dei centesimi addizionali alla impo­ sta sui terreni e fabbricati è calcolato in L ire 3 ,1 3 5 ,0 2 9 ,1 3 , e v i è com presa l'eccedenza sai ma­ ximum in L. 4 7 1 ,7 6 4 ,3 3 . — Devesi n otare che in forza della legge 1 4 maggio 1881 pei provvedim enti a prò della Città di Napoli, il Com une è autoriz­ zato a valersi del cespite dei centesim i addizionali sino alla concorrenza di L. 8 00,000. La m isura dei centesim i addizionali prevista nell’attuale bilancio r i­ m ane quasi nelli stessi lim iti serbati negli anni 1 8 8 2 -1 8 8 3 .

L e tasse e diritti sono calcolati in L. 1 1,289,865,06, rappresentate dai 10 m ilioni assegnati dallo Stato al C om une per la q uota del Dazio Consum o, e per il resto da altri cespiti, tra cui la tassa sul valor lo­ cativo per L. 3 5 0 ,0 0 0 , aum entala di L. 4 0 ,0 0 0 sui precedenti esercizi, il quale aum ento si o tterrà p iu t­ tosto che col m aggiore aggravio dei contribuenti col rim aneggiam ento de! Regolam ento sulla tassa stessa. Vi faccio osservare che non sono applicate nè la tassa sui dom estici, nè quella sugli esercizi e sulle rivendite.

C om plessivam ente le imposte, tasse e diritti ra g ­ giungono la som m a di L. 14,424,894,14; m entre quelle del 18 8 2 davano la som m a di L. 1 4 ,3 6 3 ,1 7 8 ,4 5 e quelle del 1883 L. 1 4 ,2 6 3 ,9 7 5 ,6 1 . Si ha quindi un aum ento sul prim o dei due esercizi di L. 6 1 ,7 1 5 ,7 4 . e sul secondo di L. 16 0 ,9 1 3 ,5 8 e ciò senza alcun aggravio pei contribuenti. In totale le entrate ordi­ narie ascendono a L. 1 6,419,879,29.

L e entrate straordinarie sono preventivate in L. 9 5 8 ,2 2 8 ,4 5 con un aum ento di L. 6 0 4 ,2 2 9 ,8 5 su quelle del 1 8 8 2 e di L. 5 9 1 ,1 9 9 ,6 5 su quelle del 1883.

Q uindi le entrate di competenza, colle partite di giro, am m ontanti a L. 1 ,4 1 2 ,9 8 0 ,7 9 , [sono di lire 1 7 ,6 8 2 ,1 2 9 ,0 2 .

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382 L’ E C O N O M I S T A 15 giugno 1884 quelli del 1881 a L. 1,4 9 1 ,9 3 6 ,1 4 . Abbiamo quindi

un m iglioram em o di riscossione per L. 382,979,63. L e contabilità speciali, cioè gli incassi rig u ar­ danti la contabilità speciale delle spese e delle opere straordinarie da seguirsi ripartitam ente in cinque anni giusta la legge 14 m aggio 1881, sono costi­ tuite dalla somm a di L. 5 ,300,000,00.

Aggiungendosi, le cifre suindicate a quella delle entrate di com petenza, abbiam o il totale dell 'attivo ragguagliato a L . 2 2 ,0 9 1 ,0 8 3 ,5 3 .

Gli aum enti di alcuni articoli del bilancio nelle entrate, raggiungono circa la cifra di L. 200,000, delle quali appena L . 5 0 ,0 0 0 provengono da tasse ed im poste.

Esam iniam o ora il passivo.

Le spese obbligatorie straordinarie ascendono a L . 12,941,925,87 e sono così rip a rtite :

Besidui passivi : L . 1 ,1 0 8 ,9 5 6 ,3 1 . Le som m e ri­ m aste a pagare alla chiusura dell’esercizio 1882 am m ontano a L . 1 ,1 0 3 ,3 2 7 ,4 5 ; si ha quindi una dif­ ferenza in m eno di L . 5,529 in confronto dei r e ­ sidui attivi, che viene parificata collo stanziam ento di detta somm a nelle spese im p re v iste ;

Oneri patrimoniali; L. 6 ,2 3 0 ,5 5 4 ,5 5 , di cui L . 5 ,8 0 1 ,2 6 3 ,5 4 per pagam ento d’ interessi dei vari prestiti. Questa categoria è in aum ento di L ire 2 8 4 ,5 4 8 ,2 4 in confronto dell’esercizio 1882 e di L . 9 5 ,0 1 1 ,9 6 in confronto di quello del 1 8 8 3 ;

Spese d’amministrazione : L . 1 ,1 7 0 ,6 7 5 ,9 6 ; sono accresciute di L. 7 ,0 2 6 ,3 2 , in relazione all’eserci­ zio 1883, e dim inuite per L. 1 3 ,3 5 1 ,0 4 in con­

fronto del 1882 ;

Polizia locale ed igiene: L. 2,574,240. A nche queste spese hanno un accrescim ento di L. 8 7 ,180 in raffronto del 188 2 e di L. 24,101 in raffronto col 1883.

Sicurezza pubblica e giustizia: L. 3 5 5 ,976,15. Opere pubbliche: L . 5 9 6 ,9 4 7 ,8 2 con un aum ento dì L: 7 9 ,8 1 2 ,8 6 rispetto al 1883, e con una d im i­ nuzione di L. 5 1 ,9 9 2 ,7 9 in confronto del 1 8 8 2 ;

Istruzione pubblica : L. 7 6 6 ,5 6 4 ,8 2 con dim inu­ zione di L . 21,645,18 in relazione al 1883 e di L . 2 7 ,5 3 5 ,1 8 del 1 8 8 2 ;

Culto : L. 1 2 0,912.54 ; Beneficenza: L. 4 2 ,0 1 7 ,8 0 ;

Servizi diversi: L. 175,080. A bbiam o una n o ­ tevole dim inuzione nelle spese di questa categoria, essendosi ottenuta u na econom ia dì L. 7 4 ,469 in confronto del 1883, e di L. 2 1 2 ,8 4 9 in confronto del 1882. In totale le spese obbligatorie ordinarie ebbero u n a dim inuzione di L. 2 4 7 ,5 5 5 ,7 4 in con ■ franto del 18 8 3 ; aum entarono però di L. 1 ,0 9 3 ,4 0 0 ,0 2 in confronto del 1882.

Le spese straordinarie obbligatorie sono preven­ tivate nella somm a di L . 2 ,1 9 1 ,5 2 8 ,2 5 e sono r e ­ partite nelle seguenti categorie :

Oneri patrim oniali . . . . Spese di am m inistrazione. . Polizia locale ed igiene . . Sicurezza pubblica e giustizia O pere p u bbliche... Istruzione pubblica . . . . Servizi d i v e r s i ... L. 1 ,0 9 9 ,9 4 2 ,7 5 1 4 4 ,5 8 1 ,0 4 7,220,00 5 ,0 0 0 ,0 0 2 7 8 ,3 0 5 ,0 0 51 4 ,4 0 2 ,0 8 14 4 .0 7 7 ,4 0 Non vi sono straordinarie p er culto e beneficienza.

T rattandosi di cifre di m inore entità tralascerò di raffrontare ogni categoria con quelle dei bilanci p re­ cedenti, e mi lim iterò a n otare cbe le straordinarie del 1884 aum entarono di L, 5 4 4 ,1 4 8 ,6 0 in con­ fronto del 1883 e di L. 6 3 8 ,8 5 7 ,9 3 del 1882.

P er ultim o le spese facoltative sono rap p resen ­ tate dalle seguenti cifre:

Spese d’am m inistrazione . . L. Polizia locale ed igiene . . » Sicurezza pubblica e giustizia » O pere p u b b lich e... » Istruzione pubblica . . . . » B e n e fic ie n z a ... » Servizi d i v e r s i ... » 51,57 0 ,0 0 20,000,00 2 1 2 .1 9 7 .0 0 1 4 9.640.00 8 3 7 ,7 7 4 ,7 0 6 0 6.939.00 5 8 7,429,92 Totale . . . L . 2 ,2 4 0 ,1 5 0 ,6 2 colla differenza di L. 3 5 ,6 8 5 ,7 0 in più in confronto del 1885 e di L, 4 ,4 1 5 ,3 0 in m eno del 1882.

La spesa di competenza, com posta dei tre titoli suaccennati, am m onta a L. 1 6,269,148,23.

A ggiungendosi a questa cifra i resìdui passivi che, come abbiamo visto, ascendono a L . 1,1 0 8 ,9 5 1 ,5 1 , le contabilità speciali am m ontanti a L . 3,3 0 0 ,0 0 0 ,0 0 , e le partite di giro di L. 1 ,4 1 2 ,9 8 0 ,8 9 equivalenti a quelle dell’attivo, abbiam o il com plessivo stato passivo del bilancio p er L. 2 2 ,0 9 1 ,0 8 5 ,5 3 , c o rri­ spondente all’egual somm a dell’attivo com e è esposta più sopra.

E qui, se non m e lo im pedissero la tiranna r i- strettezza dello spazio, e la n atura stessa di queste corrispondenze, potrei esam inare separatam ente cia­ scuna parte del bilancio e con dati, confronti, pro­ porzioni ed osservazioni, sviscerare la parte v ir­ tuale del bilancio stesso. Mi lim iterò a concludere che il pareggio è realm en te stabilito, ma che non può dirsi sia com pletam ente assicurato su solide basi. B asterebbe una lieve dim inuzione delle entrate, per far ricom parire il disavanzo che con sacrifizi, stenti ed aiuti si è potuto togliere. È necessario quindi che l’am m inistrazione sia molto oculata e vigilante, e so­ pratutto sia prudente nell’ im pegnare il Com une in ispese che possano superare con som m e rilevanti le fatte previsioni. È sperabile quindi ch’essa si a rre ­ sterà sulla perigliosa china nella quale erasi con­ dotto il Com une in questi ultim i anni dopo il 1880, e che ai 5 m ilioni, che si sono spesi in più del previsto nei decorsi esercizi, non v orrà aggiungerne altri ancora, per non pregiudicare l’equilibrio eco­ nomico con tanta fatica ottenuto.

Ed invero è da notarsi, a conforto del presente ed a speranza dell’avvenire, che il preventivo, che abbiam o esam inato, è inform ato a prudenti e savi concetti di buona am m inistrazione.

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L’ESPOSIZIONE NAZIONALE 01 TORINO

Zolfo, Sale, M etalli in natura e di prima fabbricazione.

V i prom isi nell’ultim a .mia lettera di ragguagliarvi sui prodotti del sotto-suolo di cui tralasciai allora di far m enzione. Lo solfo è uno dei precipui, sia dal punto di vista economico del nostro Stato, sia ancora pel suo uso nelle industrie chim iche e nel- 1’ agricoltura. Se nel com m ercio non si facesse uso che di quello che trovasi in roccia nei depositi n a­ turali, noi avrem m o una ricchezza favolosa, perchè la Sicilia ne contiene, fra Catania e G irgenti, delle m asse en o rm i; e perchè ne abbiam o ancora altri ricchi depositi nell’ Italia centrale. Ma invece si è trovato modo di estrarlo dalle piriti, scoperta che ha grandem ente lim itato il suo prezzo e la quan­ tità da noi esportata. L a produzione indigena eo n - tuttociò si m antiene benissim o e fa buona m ostra all’ Esposizione. D alla Sicilia infatti venne spedito in pani, e m acinalo quello di Catania, per cura della Sociétè générale des Soufres ; altri zolfi siciliani giunsero da Caltanisetta da Licata e da G irgenti. P iù bella m ostra ancora fanno quelli dell’ Italia centrale, benché i giacim enti siano assai m eno estesi. Qui d i­ fatti, com e nell’ esposizione di Milano, trovo quelli della casa A lbani, la quale si è messa fuori concorso ed ha spedita la carta topografica dell’ esteso bacino, posto nel territorio U rbinate da cui estrae il m ine­ rale. Ancora qui osservo i prodotti della Cesena sul­ phur-company, della Società anonima di Bologna,

nonché altri zolfi raffinati di Rom agna, i quali por­ tano il vanto sui sim ilari siciliani, per quanto c o n ­ cerne la preservazione delle viti. A nche dalla Toscana giunsero degli zolfi, perchè questo corpo elem entare trovasi associato alle produzioni gessose. Ne inviarono perciò il già m enzionato T rinciarelli di V olterra, Castelli di Livorno, Biscioni di Calci. Q uanto a l- 1’ Alta Italia essa sì fece viva più colla lavorazione che altrim enti, la n atura essendogli stata avara di zolfi, benché non tanto da vietare alla Società ge­ nerale d'ilo Zolfo di Brescia di farsi avanti. Ho veduto difatti i prodotti di certa ditta V ernasco la quale osa pretendere che i suoi zolfi raffinati sono così perfettam ente fabbricati da essere superiori a tutti gli altri per la guarigione dall’ oidio. Ho notato ancora la fabbrica di P onte-D ecim o appartenente a R am baldi ed Anseimi i quali hanno installato una m anifattura di raffinazione con m acchine di loro in­ venzione. P rim a di lasciare quest’ arg o m en to , stretto com e sono dallo spazio, sono in dovere di ra g g u a ­ gliarvi che qui, come a Milano, ho trovate le piriti di ferro di Brossa, coi loro prodotti zolfati che, non foss’ altro, servono a m ostrare che la separazione dello zolfo dal ferro si fa anche in Italia.

Il Sale, intendendo questa parola nel senso volgare, ossia il sale da cucina, ecco I’ argom ento che ora mi si presenta. Il cloruro di sodio è alim ento del povero più che del ricc o ; è il preservativo contro l’ infezione a cui è soggetto il bestiam e, incluso il b estiam e um ano al quale appartengo ; la sua azione igienica contro la pellagra è difalti notoria. Di più il sai com une entra nella fabbricazione di varii prodotti chim ici, segnatam ente della soda, senza la quale non si fanno saponi a buon m ercato, non si ha modo d’ im bian­

care e tingere i tessuti ecc. Difatti noi im portiam o annualm ente 15 mila tonnellate di soda, m entre ne produciam o appena 300. F atto si è che carbonato e zolfato di soda all’ Esposizione non si vedono. F r a t­ tanto nulla più abbonda del sale in Italia, perchè abbiam o estesissim e costiere in spiaggie sottili con u n sole co cen te; e perchè abbiam o ancora m iniere di sai gem m a, ad esempio la ricchissim a di Longro in Calabria, e sorgenti di acq u e salate nell’ Italia centrale. Ho veduto difatti due bellissimi blocchi di purissim o sai gem m a provenienti da Longro, ciascuno dei quali pesa più tonnellate. F rattanto non solo il pubblico si lagna dell’ alto prezzo de! sale, ma si lagnano ancora gl’ industriali benché, a prò di questi, il sale sia ceduto dal D em anio non già a 55, ma a 25 lire al quintale. Tale costo sem bra a loro esa­ gerato, riflettendo che, nelle spiaggie m arittim e so ­ pratutto, I’ estrazione del sale costa quasi nulla. Vero è che alla produzione bisogna aggiungere il trasporto, che riesce un poco gravoso se venga fatto per fer­ rovia, anziché per acqua, e peggio ancora col r o - teggió ordinario. Contuttociò u na grande dim inuzione nel costo di vendita del sai com une si im pone alla finanza dello Stato, la quale troverà certam ente, nel- 1’ aum ento del consum o, u n com penso alla dim inu­ zione unitaria di questo balzello. Q uanto alla sop­ pressione assoluta del monopolio non oso nem m eno di sperarla. Ma su ciò fo punto e tralasciando i p ro ­ dotti secondarii delle industrie estrattive, vengo ai m etalli.

Il re dei m etalli è il ferro e non I’ oro; il ferro cioè nelle sue tre principali varietà. G hisa, ferro e acciaio. Q uest’ ultim o prodotto, interm edio, sotto un aspetto, agli altri due, tende ora a supplantare il ferro. Le rotaie ferroviarie difatti, gli scafi delle navi, le lastre di corazzatura, i ponti m etallici arcuati o sospesi ed anche le grandi travate rettilinee, ecc. si fanno ora piuttosto coll’ acciaio ch e col ferro, per ragioni fisiche e m eccaniche che qui n o n debbo n u ­ m erare.

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384 L ’ E C 0 N 0 M I S T A 15 giugno 1884 l’ isola d’ E lba, e ne hanno p u re m andati da B rescia |

il G lisenti ed il Calini, e da Bormio G erolam o Brioschi. I m inerali in n atura però dicono niente, restando a sapere il tenore, la composizione m ineralogica e chim ica, la difficoltà di utilizzarli, ecc. Passo dunque ad] accennare i prodotti del m inerale com inciando dal ferraccio. Anche in ciò la L om bardia ed il P ie­ m onte si presentano m eglio delle altre regioni, b en­ ché l’Italia centrale abbia fatto atto di presenza col Masson di V alle d ’Elsa, coi fratelli T ard y di Livorno, colla Società anonim a del Pignone in F irenze che ha eretto u n Kiosko in ferro pei suoi num erosi pro ­ dotti, col Cassian Bon di T erni che espone i suoi tubi di ferraccio che giungono fino ad un m etro di diam etro. Di ghise lom barde noto il Tossini-Podestà di Crem ona che m ette in m o s tra , fra variati pro­ dotti, d ue statue ; Cerim edo di Milano che presenta ghise di grosse dim ensioni; P restini della stessa città che ha u n banco da tornire, G regorini di L overe che espone u na turbina e dei tubi, Tom m aselli di C re­ m ona che ha inviato oggetti v a r i i , Ghislanzoni di B ergam o che ha spedite ghise greggie e D andoli di Pisogne ghise bianche. V engo ora agli espositori delle antiche provincia S abaude. Qui trovo il Polli ed il Boccardi di Torino il quale fa v e d e r e , fra l’ altre c o s e , u na vasca da cartiera , dei cilindri per m ac­ china a v a p o re , una turbina p er forza di 100 ca­ valli. Di Torino sono ancora G risaldi e Ottino che espone una fontana di ferraccio. A nche Longhi d’A les­ sandria espone dei getti di m ediocri dim ensioni; e cosi p u re ne inviò da V igevano G iuseppe Losa. La L i­ guria è troppo ben situata onde ricev ere il com bu­ stibile estero, per non essersi data all’ industria dei m etalli ; com e potrebbero f a r e , e non fa n n o , altre regioni m arittim e del nostro Stato. V edo infatti i prodotti di ghisa di T ard y di Savona e dei fratelli B alleydier di S an P ier d'A rena che hanno esposti i tubi di loro fabbricazione. S u queste ditte ritornerò in appresso. Ora mi preoccupo di ragguagliarvi in succinto sugli espositori di ferri ed a c c ia i, a v v e r­ tendo che descrivo i prodotti di prim a fabbricazione e non già gli infiniti oggetti che se ne traggono, e che ho veduti all’ Esposizione > sui quali scriverò qualche cosa in appresso.

Pochi articoli ho veduto della ditta Masson la quale ha p u re uno stabilim ento com pleto con forni da pu- dellare, forni alla Siem ens, lam inatoi, m agli, alti forni, insom m a tutto 1’ occorrente ; fra le varie cose, ho notati dei fili di ferro di diam etri grandi e piccoli, e delle sbarre varie di sottili dim ensioni. Non ho veduto i prodotti della ferriera di Piom bino e quelli della Società fiorentina che pure si presentarono en ­ tram be all’ Esposizione di Milano. Invece vedo delle sb arre al maglio di F re d ian i di L ucca ed altre in ­ viate fin da Cagliari p er cu ra dell’ ingegnere R om by. Lascio in disparte la m edia e bassa Italia che si m ostrano troppo negligenti su questo genere di fab­ bricazione e passo ad altre regioni più solerti. Da Brescia G lisenti ha spedito v arie qualità di acciai : fusi al crogiolo per utensili ; acciai di cem entazione; fusi alla M a rtin ; p u d ellati; colati in stam pi ; ed an­ cora un lingotto di acciaio M artin di 5 8 6 0 chilog.; inoltre ferri pudellati di varie qualità. H a voluto a l­ tresì esporre u n m aglio a doppio effetto di 80Ò c h i­ logram m i. Ben poca cosa, p er chi sa che al C reuzot, a cagion d ’ esem pio, v ’ è u n m aglio di 100 mila chilog. — D upont di M ilano, in questa com e nell’an­ tecedente esposizione, si è m esso in m ostra coi suoi

pregievoli ferri, scanalati, vuoti, variam ente sagomati; e ciò pure ha fatto Ceretti dell’ Ossola. A ltra n u ­ m erosa esposizione di ferri sagom ati è quella di Mi- gliavacca di V obarno, che fa vedere come sappiam o fare ogni specie di sbarre a T , a doppio T, d ’angolo, per rotaie, ecc. Restando ancora in Lom bardia, noto che G regorini di L overe fa m ostra di acciaio fuso per artiglierie, di grandi proiettili di acciaio m ar­ tellato, di altri acciai fusi e m artellati, dim ostrando cosi che la produzione degli acciai da g uerra non è trascurata. Nel P iem onte si sono messi in m ostra parecchi, fra i quali noto Ruffinoni di S usa con ferri sagom ati, G ervasoni della valle d’ Aosta e Calvi di Mondovì con ferri greggi ecc. Dalla L iguria sono arrivati molti prodotti. Noto dapprim a G raverò di Genova che espone delle grosse ferram enta p er usi m arittim i. Noto la grande esposizione di R aggio e Tassara, parim enti di G enova, che hanno uno sta­ bilim ento ove si adopra la forza di 280 0 cavalli. Ciò ne sem bra molto, a patto che ignoriam o le decine di m igliaia di cavalli che sono in azione negli opi- fìcii di Essen, del Creuzot ed altri. Q uest’ esposizione è contuttociò rim archevole perchè indica un pro­ gresso, nell’industria dell’ acciaio segnatam ente. O ltre difatti a masselli d’ acciaio, ferri ed acciai lam inati, alcuni dei quali a m olta sottigliezza, a lam iere di ferro p e r generatori di vapore, trovo delle m olle di acciaio per ferrovie com uni ed a spirale. A nche T ard y di Savona si è fatto avanti colle sue sbarre lam inate di ferro. E con ciò avrei term inata la mia rapida corsa attraverso la siderurgia, se non mi sen­ tissi in debito di m enzionare la sola officina di ferro galvanizzato esistente in Italia, im piantata da Origoni in Milano che ne espone i prodotti. . . . .

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in cam pane grandi e piccole. Alle batterie che di­ spensano la m orte vanno così aggiunte quelle altre che, lassù dai cam panili, rom pono il tim pano. 11 bronzo è affatto disgraziato ; e meglio è se si trova nelle saccoccie in form a di m oneta spicciola, o se, foggiato in fili e fosforato, serve alle trasm issioni elettriche.

Il piom bo ci viene soprattutto dalla S ardegna. La Società di M onteponi pretende che il suo m inerale contenga 82 per cento di piombo, e sarà veram ente così nei campioni che ha spediti. Essa coltiva le sue m iniere coi m etodi più perfezionati, e pone in m o­ stra due perforatrici ad aria com pressa; una cioè del sistem a B ra n d t, ora in v o g a , e l’ altra del sistem a F e rra ris. Inoltre espone un crivello m eccanico, il m odello d’ un piccolo vagone per trasportare il m i­ nerale estratto, ecc. Il piombo è solitam ente arg en ­ tifero , difatti il tenore dell’argento sarebbe di 210 gram m i per 1 tonnellata di m iniera. A ltro m in e­ rale plum beo della Sardegna è venuto da L an asei; a cu ra della Società m ineraria di egual nom e ed altro ancora dalla Società C anom ier. Q uanto al tra t­ tam ento delle galene argentifere essa si fa principal­ m ente nel golfo della Spezia a cura della ditta H enfrey, che ha messo in m ostra il forno fusorio di cui si vale; ragguagliando inoltre che la produzione del 1883 fu di 1 3,550 tonnellate di piom bo ; senza contare l'arg en to di cui espone u n blocco.

A nche in questa E sposizione, com e in quella di Milano, lo Zinco è poco rappresentato, benché il no ­ stro territorio non difetti di questo metallo. Ne hanno inviato tuttavia i fratelli Selva di D o n n o z, m entre poi lo si trova m anifatturato in svariatissim i m odi, com e accennerò in seguito. Ho rim arcato u n cam ­ pione in roccia d’un altro m etallo, il N ikelio, spedito da Ronco, come p u re ho veduto dell’allum inio m e­ tallico, spedito dal prof. V incenzo Riatti di F o rlì. Il m ercurio è rappresentato dai cam pioni di m inerale cinabriferio spediti da Rosselli di L ivorno e p ro v e­ nienti da S anta F io ra . Ma più del m ercurio e dello zinco fa di sè m ostra l’ oro, com e se ne avessim o di molto. F atto si è che i nostri giacim enti auriferi sono tanto scarsi, il loro tenore è così piccolo, e la probabilità di trarn e buon prò eosì debole, che fino agli ultim i anni non si ricercavano che le sabbie au ­ rifere nei torrentelli che scendono dalle pendici del M onte Rosa. O ra però si è costituita una società in­ glese che si fa chiam are la P esta re n a U nited Gold m ining Com pany, che scava il m inerale di P iedim u- le ra ; inoltre cam pioni di m iniera aurifera sono in m ostra provenienti da M onterosa e dalla V alle Cal­ derone. P iù che la ricerca dell’ oro però ci gioverà certam ente quella del ferro e del com bustibile ; e con questa osservazione dò term ine alla presente.

IL COMMERCIO ITALIANO

nel prim o quadrim estre 1884r

G iacché lo spazio non ci ha concesso di p u b b li­ care in tem po la solita rivista trim estrale del com­ m ercio italiano di im portazione e di esportazione, ci servirem o, anziché del bollettino di aprile, di quello del m aggio che ci dà il riassu n to del m ovim ento di tutto il prim o quadrim estre.

N oterem o prim a u na novità nella form a del

Bol-letlino di Statistica ed è che in quest’anno la Dire­ zione generale delle G abelle ha creduto di soppri­ m ere la colonna che portava il valore unitario dell’ anno precedente, voce p er voce della tariffa. M anca così il mezzo di confronto tra il valore che la Com m issione centrale dei valori per le Dogane, aveva assegnato a ciascuna m erce l’anno precedente e quello che ha assegnato nell’anno corrente. Egli è ben vero che facendo, una divisione della quantità col valore, si ricaverebbe la differenza del valore u nitario, m a è anche chiaro che altra cosa è, p er la facile intelligenza del fatto, aver presenti le due cifre del valore unitario e il dedurle m ediante una ope­ razione.

N on sappiam o com prendere che m otivo abbia con­ sigliato alla D irezione G enerale delle Gabelle questa variazione nelle tabelle ; ma ricordando le m olte os­ servazioni che furono fatte anche da noi sulla atten­ dibilità delle statistiche del com m ercio in causa del v ariare dei valori u n itari, ci sorge, anche non volen­ dolo, la idea che questa modificazione di form a sia stata suggerita dal desiderio di evitare le osservazioni che si facevano sulle modificazioni di sostanza.

Ad ogni m o d o , se anche questo nostro appunto potesse sem brare tem erario, e potrebbe esserlo, in- quantochè la D irezione G enerale delle G abelle è retta da una persona la quale cerca, come uno studioso, la v e r it à , e non si presterebbe certo ai piccoli espedienti che talvolta suggerisce la piccineria buro­ cratica, — ad ogni modo, diciam o, p er noi sta il fatto che varie volte dovem m o notare com e le statistiche del com m ercio lascino molto desiderare rispetto alla loro attendibilità per la forma che era loro d ata, e perchè si dava più im portanza ai valori, che non sono om ogenei, anziché alle quantità, e perciò sug­ gerivam o alcune modificazioni che credevam o atte a ren d e re più chiare le statistiche stesse; — oggi tro­ viam o che la D irezione G enerale delle G abelle in ­ troduce u na m odificazione che serve sem pre più a dim inuire la chiarezza o ad accrescerne la oscurità. Non dim entichiam oci però che poi sono i m inistri, i deputati, i com m issari della Giunta, i relatori che si servono di quelle cifre p e r suffragare le loro pro­

poste od i loro voti.

V eniam o ora ad esam inare il m ovim ento del com ­ m ercio italiano dal 1° gennaio a tutto aprile.

Se paragoniam o le cifre com plessive dei v alo ri, troviam o che la im portazione è aum entata di oltre 28 milioni e m ezzo, cioè da 463 e mezzo a poco più di 492 m ilioni, e che la esportazione da 3 9 9 ,7 m ilioni salì solam ente a 4 0 4 ,5 q u in d i u n aum ento di 4,8 m ilioni.

D edotto da queste cifre il m ovim ento dei m etalli preziosi che diede una im portazione di 8 ,9 m ilioni ed una esportazione di 5 ,9 abbiam o che la im por­ tazione in g enerale am m onta a L. 4 8 3 ,2 7 7 ,2 2 2 e la esportazione a L . 3 9 8 ,5 9 8 ,5 7 5 , quindi nei quattro mesi u na differenza di L . 8 4 ,6 7 8 ,6 5 0 a favore della im ­ portazione.

È bene però notare ancora che la im portazione nei prim i q u attro mesi diede una eccedenza a pa­ ragone del 488 3

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386 L’ E C O N O M I S T A 15 giugno 1884 la esportazione invece presentò le seguenti cifre

sem pre a paragone del 1 8 8 3 :

nel gennaio eccedenza 6 ,5 m ilioni » febbraio deficenza 2 ,7 » » marzo eccedenza 5,3 » » aprile deficienza 6 ,0 »

Dal che si deduce che il com plessivo com m ercio ebbe nel gennaio un aum ento di 1 9 ,8 m ilioni, nel febbraio di 22,6, nel m arzo di 28,3, n ell’aprile di 9,8. Ma quasi tutto questo m aggior m ovim ento è dato dalla im portazione.

Prendiam o ora ad esam inare ciascuna categoria, e per le ragioni che abbiam o tante volte esposte nelle nostre precedenti rassegne sul com m ercio ita lia n o , atteniam oci principalm ente alle quantità anziché ai valori che sono m utevoli nelle loro unità.

La prim a categoria Spiriti bevande ed oli offre parecchi m ovim enti degni di nota, quali sono: l’olio d'oliva diede una m aggior entrata di 12 mila q uin­ tali (da 37 a 49) ed una m inor uscita di 9 6 mila quintali (da 333 a 237 m ila), dovuto questo m ovi­ m ento allo scarso raccolto che si ebbe nell’ inverno deco rso ; il vino in botti diede un piccolo aum ento di 3 mila ettolitri nella entrata, e l’aum ento di 35 mila ettolitri nella uscita; così nei prim i quattro mesi di quest’ anno l’esportazione quasi raggiunse il milione e cento mila ettolitri; l’olio di cotone, del quale l’anno scorso era ridotta quasi a nulla la im portazione (104 quintali), riprende vigore e giunge a quasi 30 mila; gli olii minerali rettificati danno un aum ento di e n ­ trata di 39 mila quintali (da 219 a 258 m ila); fi­ nalm ente lo spirito puro in botti m antiene di poco m aggiore la sua scarsa esportazione e segna un au­ m ento notevole di im portazione perchè da 2 m ila ettolitri siam o giunti a 54 mila I

Yi sarebbe il caso di sollevare qui due questioni: quella dei m iscugli rispetto all ’olio di cotone, e quella delle tasse di fabbricazione dello spirito rispetto al- l’ju m en to di entrata di questo prodotto.

Poco assai vi è da osservare intorno alla seconda categoria : generi coloniali, droghe, tabacchi, solo notiam o u na lieve dim inuzione nella entrata del caffè, e più forte in quella dello zucchero di I a qualità, che dà una m inore quantità di 51 mila quintali, e quello di 2 a di 17 m ila, su i 67 mila della prim a e 280 mila della seconda, che si avevano nel q u ad ri­

m estre dell’anno passato.

N ella terza categoria : prodotti chimici, generi

medicinali, resine e profumerie, le differenze com ­

plessivam ente sono m inim e; dove troviam o le più no­ tevoli sono: il carbonato di soda e potassa, il cloruro cfi potassio, il solfato di soda e di potassa, le scorze di china-china, le gomme e resine greggio e no, che danno aum enti nella im portaz one ; p er contro il sale marino è sai gemma, il tartaro o feccia di vino danno considerevoli aum enti di esportazione.

La quarta categoria: colori e generi per tinta

e per concia è stazionaria tanto nella entrata che

nella u s c ita , se si eccettua i generi da tinta e da concia non macinati la cui im portazione salì da 49 a 68 mila q u in ta li; m en tre la esportazione dim inuì tanto per i non m acinati che pei m acinati.

Anche la quinta categoria : canapa, lino, juta ed

altri vegetali filamentosi escluso il cotone, offre

pochissim e variazioni nel q uadrim estre dei due anni; nella im portazione notiam o solo un aum ento nei filati di lino semplici greggi, da 11 a 16 m ila quintali e

in quelli pure di lino liscivati o imbianchiti da 7 a 10 mila. Nella esportazione la canapa greggia salì da 103 a 138 m ila q u in ta li, e tutto il rim anente quasi invariato.

La sesta categoria cotone ci offre una grossa d i­ m inuzione nella entrata del cotone in bioccoli o in massa di 20 mila quintali (da 2 8 4 a 264), di 2(m ila quintali (da 10 a 7 m ila) nei filati semplici greggi, m entre è leggerm ente aum entata la entrata dei tes­ suti a colori da 8 a 10 mila quintali, e quelli stam­ pati da 16 a 18 m ila. Nulla di notevole offrono le scarsissim e cifre della esportazione di questa ca­ tegoria.

La settim a categoria: lana, crino e peli, offre tre voci di aum ento nella entrata le lane lavate da 5 a 7 mila quintali, i cascami di borra di lana, (da 1 a 2 mila quintali) i tessuti di lana pettinata da 7 a 9 m ila) ed una dim inuzione di 8 mila quintali (da 50 a 22 mila) le lane naturali o sudice. Nella esporta­ zione rim angono di poco invariate le scarsissim e cifre anche di questa categoria.

Molto varia invece la settim a categoria : seta, p e r­ chè sono aum entate tutte le voci di im portazione e quasi tutte quelle di esportazione. Così la seta tratta greggia e torta da 56 quintali sale a 2,789 nella im ­ portazione e da 1 2 ,797 a 14,443 nella esportazione; la seta tratta tinta che era dì 3,5 5 9 chilogram m i nella im portazione, sale a 6,703 e nella esportazione da 815 a 1 ,7 5 7 ; della seta da cucire lieve 1’ a u ­ mento di entrata, diventa da 6 3 8 a 9 ,6 4 0 chilo­ gram m i nella uscita ; dei cascami di seta greggia si im porta da 99 sino a 1,110 quintali e si esporta da 5,359 a 5,308 ; i velluti di seta di cui erano en - trati l’ anno scorso 2,1 4 4 chil. salgono quest’ anno a 4,391 ; dei tessuti di seta erano entrati 10 mila ehilogr. e quest’ anno si giunse a 13 mila, m entre la esportazione che era di 26 mila giunge i 40 m ila chilogram m i. Così i tessuti di fìlusella e seta danno un aum ento di im portazione da 55 a 62 mila ch il., \pizzi e tulli di seta da 9 a 14 m ila chil. Nel co m ­ plesso sem brerebbe che aum enti in genere la im ­ portazione di tutte le voci di questa categoria, s e b ­ bene leg g erm en te, ma d ie alcune voci invece con più slancio si im padroniscano della esportazione.

Nella nona categoria : legno e paglia, aum enta l’entrata delle botti vecchie e nuove, degli utensili di legno comune, dei bastimenti, barche e battelli e l’uscita del legno comune rozzo, segato, ecc., m entre nella entrata dim inuisce : il legno comune rozzo e segato, e nella u sc ita : le botti vecchie e nuove, ed i cappelli di paglia.

Nella categoria d ec im a : carta e libri alla im p o r­ tazione trovansi aum enti : negli stracci vegetali ed animali, nella pasta di legno e di paglia, nella carta colorita, dorata e da parati, e nei cartoni ordinari; alla esportazione invece aum entano due v o c i, gli stracci vegetali la carta da involti, e dim inuiscono altre due la carta bianca o tinta in pasta, e la carta sugante.

Le scarse voci della undecim a categoria pelli, danno un aum ento di 12 mila quintali le pelli crude, grandi, bovine alla entrata ed una dim inuzione pure all’entrata di mille quintali le pelli crude piccole di capretto ; alla uscita nessuna notevole variazione tranne l’aum ento di 3 mila quintali delle pelli crude, grandi bovine.

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