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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.11 (1884) n.527, 8 giugno

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L'ECOSOMISTA

G A Z Z ET T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno II - Voi. XV

Domenica 8 Giugno 1884

N. 527

SULLE TARIFFE FERROVIARIE

D acché la stampa si è im padronita della questione ferroviaria è naturalm ente venuto in discussione an­ che l’ interessantissim o argom ento delle tariffe. Più volte occupandocene n ell’ Economista abbiam o avuto occasione di rilevare le grandi difficolà che s’ incon­ trano in questa parte del problem a: non è quindi a m aravigliarsi se oggi sorgendo vivacissim o il d ibat­ tito intorno alle nuove convenzioni, si vadano spar­ gendo erronei concetti e giudizi, i quali partono da criteri, la cui base è assolutam ente sbagliata.

I più forti reclam i che si avanzano contro il G o ­ vern o, di fronte ai nuovi contratti di esercizio p ar­ tono da coloro, i quali trovano che qualche voce della tariffa è aum entata ; ed ai più pare questa una tale m ostruosità da non doversi dom andare altro per condannare le convenzioni.

Ci sia perm essa una osservazione m olto sem plice, ma che, appunto perehè sem plice, vien e trascurata quasi da tutti. Oggi sono in vigore sulle ferro v ie continentali tre specie di tariffe : una n ell’A lta Italia, una sulle Rom ane ed una sulle M eridionali, senza tener conto di alcune particolari tariffe che vigono sulle C alahu'o-Sicule. È naturale che se vi sono tre tariffe diverse, una debba essere più elevata ed un’altra m eno elevata delle altre. O ra colle convenzioni pro­ poste il M inistro Genala ha saggiam ente fatta una tariffa un ica, uniform e per tutta l’Italia, com e il P ar­ lam ento ed il paese da tanti anni ed in tante o cca ­ sioni inutilm ente avevano domandato. P erò nell’u n i- ficare la tariffa non poteva seguire che tre criteri diversi : o ragguagliare le altre due alla più alta ; o ragguagliarle alla più b a ss a ; o infine m antenersi in un medio criterio, valutando tutte le circostanze che potevano consigliare la dim inuzione della m aggior parte delle voci e l’ aum ento di alcune.

A ttenersi al primo criterio sarebbe stato so v er­ chiam ente dannoso al com m ercio ed all’industria del p a ese, perciò venne subito e lim in a to ; attenersi al secondo, di livellare le tariffe alla più bassa, era cosa inaccettabile per il M inistro delle Fin an ze, che ha troppe cose a cui pensare onde m antenere l’equ ili­ brio del bilancio e non può perm ettere che gli si aggiunga anche una perdita ferroviaria. Non rim aneva quindi che il terzo sistem a, e fu quello adottato ; cioè alzare leggerm ente alcune v o ci, quelle che potevano meno danneggiare com m erci ed industrie, e quelle che ragionevolm ente potevano con m eno conseguenze sopportare un m aggior a g g ra v io , e ribassare tutte quelle voci ch e potevano forn ire garanzia sufficiente

di poterne e saperne profittare a vantaggio della r ic ­ chezza nazionale, sia perchè contem plano gran parte del com m ercio, sia perchè prom ettono di raggiungere un grande sviluppo. P erò è opportuno notare che i rialzi che si trovano n elle tariffe Genala erano tutti com presi anche in q u e lle B a cca rin i,m e n tre l’attuale M inistro in ­ trodusse molti e nuovi ribassi e soppresse molti aum enti che il B accarin i proponeva. Così, ad esem pio, vennero ribassate le tariffe del bestiam e, in tutti i casi a pa­ ragone delle attuali a grande velo cità, ed in quasi tutti quando trattisi di piccola velocità, con ciò peraltro che si attiva un trasporto accelerato, vantaggiosissim o al trasporto di tal m erce ; è grandem ente dim inuita la tariffa per i cereali, per i foraggi, per il carbón fossile, per il carbone vegetale, per i latticini, per le uova, per le frutta fresch e, ecc.

S e non che nel m entre coloro che dalle nuove tariffe godono un beneficio taccion o e non vanno in piazza a m anifestare la loro g io ia , nè em piono di lodi le pagine dei giornali ; quei pochi che sono co l­ piti da q u alch e aum ento, gridano, schiam azzano anche, e, in fin dei co nti, essendo i soli che si fanno sen­ tire, fanno cred ere al paese che le nuove tariffe dieno solam ente degli aum enti.

T u tta v ia pare a noi molto facile com prendere che la questione delle tariffe è un icam ente finanziaria e che essa è in m ano non già d ell’ onorevole G enala, ma d ell’on. M agliani il quale soltanto può conced ere degli u lterio ri ribassi.

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in cui ha trovato te tariffe. — E cco l’utile che offre al com m ercio il servizio governativo I

Quello che troviam o degno di q ualche osserva­ zione è il confronto che fanno alcuni tra la ta ­ riffa doganale e la ferroviaria. P are ad alcuno che sia strano, per lo m eno, ch e, m entre la dogana ap­ plica tariffe molto diverse tra loro a due m erci siano poi queste m erci classificate egualm ente dalle tariffe ferroviarie. B isognerebbe prim a di tutto v e - d3re se possano le ferrovie partire nelle loro classi­ ficazioni dal solo concetto da cui parte in g en era le la dogana, il valore delle m erci; e se non debbano tener conto anche della percorrenza, del peso, del volum e e di altri caratteri che può avere la m erce. Ma anche lasciando questo, conviene notare la causa vera di questa apparente differenza tra le due c la s ­ sificazioni in ciò che nel m entre le dogane hanno n elle tariffe lim iti am plissim i, poiché il m inim o dazio è , in ragione di 0 ,5 0 centesim i la tonn ellata, m entre il "m assim o si eleva fino a .5000 lire la ton­ nellata, e quindi è possibile una classificazione tra due lim iti am plissim i, che perm etta molte distinzioni — le ferrovie hanno nelle loro tariffe un m inim o di 0 ,0 5 centesim i ed un m assim o 0 ,1 6 per tonnellata- chilom etro. È naturale e n ecessario quindi che nella stessa classe si trovino m erci le quali dalla dogana sono in m isura diversa colpite.

D ’ altronde a noi pare che sarebbe, anche per ciò che riguarda le tariffe ferroviarie, tempo di sm ettere la abitudine di considerare lo Stato com e il sostenitore di tutte le industrie pericolanti. Il sistem a di fare delle tariffe ferroviarie un mezzo di protezione è pericoloso politicam ente ed anche econom icam ente, e sarebbe tempo di em ancipare in modo assoluto le tariffe, ri­ portandole al loro vero concetto, quello di rim u n e­ ra re il servizio. I ribassi che lo Stato fa a proprie spese, non sono fatti ch e a spese dei contribuenti e si segue in questi casi il sistem a di togliere agli uni per b en eficare degli altri. E questo non è il compito dello Stato.

I DAZI FRANCESI SOI BOVI

© i tr a tta ti eli commercio

La proposta, che si dice fatta dal Governo fran­ cese, di portare da lire 1 5 a 3 0 il dazio sui bovi, ha fatlov una penosa im pressione fra n oi, particolar­ m ente fra i più solerti a lle v a to ri, e ha provocato delle g rav i osservazioni m n solo nella nostra stam pa, ma anche in quella francese.

Questo fatto ci conferm a sem pre più in una o p i­ nione, della quale siam o stati sostenitori fino dal m om ento della fondazione del nostro periodico, al­ lo rch é la questione dei trattati di com m ercio era a l­ l’ordine del giorno. Fin o d’allora non m ancavano i partigiani della tariffa autonom a, sebbene non par­ tissero tutti dallo stesso principio. P e r gli uni, g e ­ neralm ente industriali, la tariffa autonom a appariva un mezzo di protezione per le loro in d u strie, e non badavano più in là. L ’interesse dei consum atori, ossia l’interesse generale della società non li preoccupava; oggi ancora cresciu ti, se non di n um ero, di audacia, riparano sotto la bandiera della cosiddetta difesa del lavoro n az io n a le, gridando che sta loro a cuore la sorte degli operai — il che sarà benissim o — ma in

realtà com battendo per sé. A costoro la proposta del Governo francese dovrebbe molto in segnare, sebbene non ci abbiam o gran fede, poiché nonv’è peggior sordo di quello che non vuole intendere. Y ’erano poi altri schiettam ente liberali, i quali avrebbero voluto senz’al­ tro che l’ Italia facesse la sua tariffa generale con fine puram ente fisc a le , senza preoccuparsi di quel che gli altri Stati fossero per fare. P erch è, dicevano, ostinarsi nell’errore e non lasciare questo triste m e­ rito agli a ltri? L ’ Inghilterra non inalberò la ban­ diera del libero scam bio sulle rovine del protezio­ n ism o , m entre il resto di Europa era tuttora sotto il giogo delle proibizioni e delle protezioni?

Noi, sebbene seguaci devoti e convinti delle idee lib e ra li, non saprem m o accostarci ad una so lu ­ zione così radicale. Avanti tutto noi crediam o che le riform e più durature siano quelle che si fanno per gradi, e i trattali di com m ercio ci sem brano adatti a preparare il passaggio dalla protezione alla libertà. L a protezione, sia pure a rtificialm en te, crea pure sotto l’egida delle leggi e dello Stato dei gruppi d’in ­ teressi, ai quali conviene usare un certo riguardo e a cui bisogna dare il tempo di prepararsi a soste­ n ere la concorrenza. E così che l’ Ingh ilterra andò togliendo la proibizione delle stoffe francesi, m ante­ nendo un dazio assai e le v a to , che poi andò sce­ mando fino a toglierlo affatto ; è così che il trattato del 1 8 6 0 m irò a ribassare gradualm ente i dazi. C erto, se oggi tutta l’ Europa fosse convinta della necessità di entrare addirittura n ella via del libero scam bio, ogni Stato potrebbe fare la sua tariffa, ma in questo in grossare dovunque della corren te protezionista, che sotto nuovi nom i m antiene gli antichi erro ri, il s i­ stem a sarebbe poco pratico. Il com m ercio e le in ­ dustrie hanno b iso g n o , per così dire, di una certa stabilità, hanno bisogno di sapere a quali oneri s u ­ deranno incontro. L ’ incertezza è fatale. P erch è la scala m obile, che pure era un correttivo alla proi­ bizione della im portazione di cereali dal difuori, non raggiunse lo scop o? P erch è il com m ercio che non sapeva quale sarebbe stato il dazio gravante sul grano allorché sarebbe giunto nei porti, m alvolentieri si av­ venturava ad andare a cercarlo in lontane regioni. Il trattato di com m ercio ha questo vantaggio di a s­ sicu rare la stabilità per un certo periodo di tem po. L e tariffe convenzionali non possono rim aneggiarsi a cap riccio da un Governo o di un P arlam ento, e per quanto il contratto duri rim angono. S e la F ra n ­ cia non fosse stata legata all’ Italia da obblighi in­ ternazionali, che cosa sarebbe avvenuto se il sig. T h iers avesse potuto distruggere la politica econom ica li­ berale del secondo im p ero? L ’ esem pio dell’ In gh il­ terra vale fino a un certo punto, sia per la sua ma- ravigliosa potenza econom ica, sia pei num erosi sbocch i che trova nelle colonie, sia perch è l’ Europa non poteva fare a m eno di m olli de’ suoi prodotti.

L ’ Italia operò dunque saviam ente stipulando un nuovo trattato colla F ra n cia . Noi lo esam inam m o lungam ente, e ci parve men cattivo di quello che altri dicesse, perchè agevolava lo spaccio dei nostri prodotti agricoli di cui la F ra n cia fa molto consum o; e se si cedette riguardo ai m anufatti, bisogna in ­ som m a riflettere a due cose, prim o che si tratta di un contratto do ut des, secondo che nelle tratta­ tive fra due Stati avviene quello che accade fra due individui che cioè il più forte riesce ad ottenere condizioni m igliori.

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il bestiam e, o alm eno i bovi tra le voci della ta­ riffa convenzionale ? E b b e torto il M inistro di A gri­ coltura e C om m ercio di non rifiutarsi a trattare senza quella condizione? 1 nostri negoziatori m a n ­ carono di abilità? Noi non saprem m o rispondere ca­ tegoricam ente a queste domande. Non ci si può dissim ulare che le difficoltà di stipulare un trattato sono m olte e gravi, e la F ra n cia, che aveva respinto il progetto di trattato precedente b enché firm ato dai due G overni, non si m ostrava m aneggevole. S i ag­ giunga che la C am era aveva im posto al G overno di lasciar fuori il bestiam e dal trattato. Com unque sia, è chiaro il danno che è venuto da quella

11 dazio sui bovi veniva triplicato di fronte al precedente. L ’ on. M aglioni ebbe riguardo al b estia­ me in genere una buona idea, quella di sopprim ere il dazio di uscita. S i sa bene che i dazi di uscita, com e q u elli che rialzando il prezzo dei prodotti n u o c­ ciono al com m ercio esterno, sono contrari ad ogni sano principio di econom ia e di finanza, e non sa­ prebbero am m ettersi che sui prodotti di m onopolio o quasi. L a concorrenza am ericana e i progressi dell’ allevam ento de! bestiam e in F ra n cia avevano scem ato il nostro com m ercio di esportazione; i nuovi dazi francesi lo rendevano più difficile ancora ; l’abo ­ lizione del dazio di uscita m irava a ristab ilire fino a un certo punto 1’ equilibrio, ma il raddoppiam ento m inacciato del dazio non può non tu rbarci. E non solo sarebbe un danno per noi, ma anche per la stessa F ra n cia . Di ciò si sono accorti v a ri au tore­ voli periodici, e noi ne siam o lieti, e vogliam o sp e­ rare che gli sforzi riuniti gioveranno a rem u overe il governo francese dalla falsa via in cu i vorrebbe m ettersi.

A parte ogni altra considerazione, che un aum ento così considerevole del dazio debba riu scire dannoso al nostro com m ercio di esportazione dei bovi, pare inutile il dim ostrarlo. Ma se ne gioverà forse la F ra n cia ? È il rancido protezionism o che torna a galla. Gli allevatori vogliono essere difesi dalla co n ­ correnza di fuori ; 1’ Italia fa questa concorren za, e il G overno francese li contenta. 11 risu ltato ? Il r i ­ sultato sarà questo che i produttori francesi vedranno crescere il prezzo dei loro bovi, che il num ero di questi anim ali sul m ercato scem erà, e ci sarà m eno carne e costerà di più con grave danno dei co n su ­ m atori, che troveranno m inor copia di alim enti e dovranno pagarli a un prezzo m aggiore, sì ch e m olti che prim a potevano n utrirsi di carne dovranno r i - nunziarci. Ma si protegge la produzione nazionale, ossia il lavoro n azionale! L e solite parole sonanti, e m eno m ale se nascondessero solo una vacuità di concetti. Il peggio si è che lo stom aco del popolo che soffre. M a .... ch i si contenta gode, e i francesi ci pensino per conto loro. R ien triam o in casa nostra. Il dazio di lire 15 doveva certo sem brarci grave, nondim eno non im pedì la esportazione dei bovi in . F ra n cia, tanto è ciò v ero che colà si è sentito il bi­ sogno di raddoppiarlo. Raddoppiato che fosse,^ im ­ pedirebbe la esportazione ! C erto è a cred ersi che fi profitto degli allevatori diventerebbe m inim o e pei luoghi più lontani dal confine è possibile che la m aggiore spesa unita al dazio di 3 0 lire la ren d e­ reb be estrem am ente difficile.

Secon d o un autorevole giornale di Milano alle os­ servazioni dell’Italia la F ra n cia avrebbe risposto che, lasciando libera la vo ce del bestiam e, si era riserbata

appunto il diritto di aum entare il dazio e che la sua pertinacia stessa doveva dim ostrare questa sua in ­ tenzione. E quanto al diritto, è fuor di questione ; solam ente est modus in rebus, e qui la moderazione è poca. T anto la F ra n cia quanto I’ Italia per i nu­ m erosi interessi com m erciali ch e le legano hanno bisogno di vivere in buoni rapporti fra loro, e certo la nuova e inattesa m isura che il G overno francese vorreb b e prendere non sarebbe bene ispirata.

V i è chi ha già accennato alla possibilità di rap­ presaglie; ma oltreché i dazi colla F ra n cia sono quasi tutti vincolati e non ne restereb bero liberi di gran conto, sarebbe un g rav e erro re rico rre re alle rap ­ presaglie, che sarebbero un sistem a barbaro e in so­ stanza dannoso ad am bedue i paesi. Non resta per ora ch e fare un augurio, e cio è che di qua com e di là dalle Alpi tutti i sin ceri fautori delle libertà econom iche, tutti coloro che antepongono l’ interesse dei consum atori a quello egoistico di una classe di produttori, si uniscano p er sco n giu rare un pericolo non solo grave in sé quauto e più per le conse­ guenze a cui potrebbe co n d u rre, turbando una con­ cord ia, che è in vece desiderabile che sia m antenuta. Che se sventuratam ente non si riuscisse, converrebbe rim piangere di non aver potuto o saputo scongiurare quel pericolo, quand’era tempo.

T D A . n s r b i p o l i

Napoli, 5 Giugno 1884.

C he fino dal 1 8 6 1 siasi riconosciuto il bisogno di rico stru ire o m eglio di riord in are la piazza Mu­ nicipio e che il piccone dem olitore com inci ora so­ lam ente 1’ opera sua, farà m eravigliare gli A m eri­ cani avvezzi ai prodigi di città com plete sorte o r i­ co stru ite in un paio d’a n n i, ma non già noi italiani che conosciam o da q u ali stretto ie sieno inceppati i C om uni, oltre ch e dalle esigenze del b ila n cio ; voglio dire dalle com plicate ed in term inabili pratiche b u ­ ro cra tich e, specialm ente quando i lavori interessano le am m inistrazioni dello Stato . Ed è proprio vero . Non appena Napoli fu liberata dal giogo borbonico, tra gli altri progetti edilizi, sorse l’ idea di farsi c e ­ dere dallo Stato il fam oso m onum ento storico che è il C astello A ngioino, di trasportarvi la sede M u­ nicipale, di isolarlo dalle costruzioni eseguitevi al- l’ intorno e di coordinare la piazza secondo questo

piano.

Solam en te dieci anni dopo, in seguito a lunghe trattativ e, l’autorità m ilitare acconsentiva ch e fossero ceduti al Com une i fabbricati e terren i circostanti al C astello.

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-tuita di tutte le aree edificatorie e col com penso di L . 4 5 0 ,0 0 0 assum eva di com piere i lavori a tutte sue spese. Il 1 2 luglio 1 8 7 4 veniva prom ulgata la legge che dichiarava' l’opera di pubblica utilità.

Ma seri ed insorm ontabili ostacoli insorsero a sospendere per qualche tempo l’ opera appena in ­ com inciata.

P er l’effettuazione del progetto o ccorreva espro­ priare alcuni terren i e fabbricati della Lista C ivile, ma questa non annui alla proposta della Società G iu ra -A lv in o , non accettò il piano delle .ricostru­ zioni da eseguirsi in quei terren i, e rifiutò di a c ­ cettare qualsiasi accordo su quelle b asi. Il M unici­ pio tentò di ottenere che la legge, ch e dichiarava l’opera di pubblica u tilità, estendesse la sua effica­ cia anche su quei terreni e fabbricati, ma il G o­ verno si rifiutò di appoggiare la dom anda. F r a t­ tanto la Società concessionaria non adem pieva agli obblighi assunti col contratto verso il M unicipio e gli espropriando In conseguenza di questi fatti il Consiglio Com unale in seduta del 9 giugno 1 8 7 7 dichiarava la risoluzione del contratto. Da ciò ne derivò una

lite, tuttora pendente, colla Società G iu ra-A lv in o . 11 M unicipio iniziava im m ediatam ente trattative colla

Società Generale Immobiliare di lavori di utilità pubblica ed agricola e finalm ente in sul principio

del 1 8 8 2 il Consiglio Com unale approvava un nuovo progetto di sistem azione della piazza, col quale to ­ gliendosi le difficoltà incontrate n ell’ esecuzione del precedente, ci si avvicina a l prim itivo concetto del 1 8 6 1 .

Non mi farò a d escrivervi il piano tecnico, p er­ ch è bisognerebbe che il lettore avesse una speciale conoscenza dei luoghi per com prendere la trasfor­

m azione che subirà la piazza. V i dirò solo che l’area attuale della piazza viene spostata, senza che sia per ora aum entata, e cam bierà la sua form a rettan ­ golare, quasi in un’elissoide. Non verranno costrutti fabbricati a coprire la fronte del Castelnuovo, ma questo sarà p er ora circondato da una bassa cinta, fino a che si potrà consegu ire il vagheggiato intento di vederlo affatto libero. S u i terren i "edifi­ catori, che per le demolizioni saranno di m . q. 1 0 ,9 0 0 , v erran no costrutti degli edifizi im portanti e tra gli altri un gran fabbricato con galleria coperta della lunghezza alm eno di 1 0 m etri ; un palazzo dove si trasp o rterà il Banco di N ap oli; ed un edilìzio su d i u n ’ area di m . q. 1 2 0 0 circa per la B o rsa, il T rib u n a le e la C am era di C om m ercio. Il suolo li­ bero sarà ridotto in square e giardini, e servirà a rettificare ed am pliare le grandi vie che si in tersech e­ ranno nella piazza. Il M unicipio ha stipulato il 2 2 settem bre 1 8 8 2 il contralto colla So cietà Im m obiliare per l’esecuzione a cottim o del progetto verso il cor- respettivo di L . 6 ,6 2 3 ,2 4 9 ,5 0 . T ale spesa, che verrà pagata in quattro rate annuali, non graverà il b i­ lancio C om unale che per quattro m ilioni e mezzo, avendo calcolato il Com une di ricav a re quasi 2 m ilioni dalla vendita che farà alla Im m obiliare delle aree edificatorie, e da a ltri incassi di m inori, ma non spregevoli som m e, ch e farà l’erario Com unale in dipendenza ai lavori in trap resi. Nessun altro onere sta a carico del M unicipio, il quale è pure esone­ rato da qualsiasi solidarietà che gli potesse essere acco llata coll’ im presa G u ria-A lv in o verso i cred i­ tori, o gli espropriando T u tte le spese ed aggravi in erenti a ll'e se cu z io n e dell’opera sono a carico della S o cietà concessionaria.

È stabilito che la sistem azione della piazza e la costruzione delle opere, inerenti siano eseguite entro tre anni dall’ epoca in cui la So cietà sarà in grado di com inciare i lavori ; e di 5 anni è il term ine n el quale dovranno essere costrutti gli edifici pri­ vati. La decorrenza del term ine non ìia potuto c o ­ m in ciare che al principio di quest’anno perchè so l­ tanto alla fine dell’anno scorso vennero appianate le difficoltà e furono conclusi gli accordi colla Casa R eale e col M inistero della G uerra e della M arina per la cessione dei fabbricati e terren i, la di cui occupazione era com presa nel nuovo progetto, e solam ente il 2 5 D ecem bre 1 8 8 3 veniva prom ulgata la legge che dichiarava 1’ opera di pubblica utilità.

A lla m età dunque del 1 8 8 7 , se nulla viene ad im pedirlo, sarà com piuta quest’ opera per la quale tanti progetti furono fatti, tanta carta si è im brattata e tanto tem po si è perduto. 1 Napoletani, che se­ guono con vivissim o in teresse il procedim ento di questo la v o ro , tuttavia assistono con ram m arico all abbattim ento di un edificio che per loro ha tanto cari ricordi. Un isolato che fiancheggia la piazza verrà tra breve spianato e con esso il teatro San C arlino. Una scatola, un buco, nè elegante, nè c o ­ m odo, ma dove P ulcin ella ha fatto lagrim are dalla com m ozione o dalle risa per un secolo, dove C am - m arano, Altavilla, Petito, Scorp en a rappresentarono con appassionata verità, con zelo d’a rtisti, con sen ­ tim ento di poeti i dolori, gli affetti, le m iserie di questo caratteristico ed entusiasta popolo napoletano.

CASSE DI RISPARMIO

I X . T oscan a

N ella Toscana vi sono 1 4 C asse di R isp arm io così rep a rtite: 6 nella provincia di F iren ze, 2 in quella di Arezzo, e in quella di L u cca, una in ciascuna delle provincie di L iv o rn o, M assa e C arrara, Pisa e S ie n a ; nessuna nella provincia di G rosseto.

Segu irem o quest’ ordine n ell’ esam e di ciascuna Cassa, e com inciando quindi dalla provincia di F i ­ renze, analizzerem o la Cassa del Capoluogo.

La Cassa di R isparm io di F ir e n z e , sorta'’ nel 1 8 2 9 , ha di depositi a risparmio la ingente som m a di L . 4 6 ,7 7 9 m ila, di patrimonio L . 1 ,6 4 7 m ila, nes­ sun deposito a conto corrente, co sicch é il suo capi­ tale disponibile am m onta a L . 4 8 ,4 2 6 m ila. Sono re­ gistrate circa L . 8 0 0 m ila di debiti diversi.

Vengono im piegate in mutui ipotecari L. 8 ,9 0 6 m ila, cioè il 2 2 ,2 5 0/o del capitale disponibile; in mutui chi-

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R iassum endo, la Cassa di Risparm io di F iren ze impiega in operazioni fru ttifere il 1 0 0 ,5 2 0/o del capitale disponibile, tenendosi calcolo che ha quasi un m ilione di debito. Dal raffronto poi colla p ercen ­ tuale risu ltan te dalle operazioni com plessive di tutte le Casse di Risparm io del R egno, si desum ono le seguenti proporzioni :

Casse di R isp. Cassa di Ri3p. del Regno di F iren ze

M utui...L . 2 8 ,5 5 5 2 ,5 0 Anticipazioni . . . . » 5 ,2 8 1 1 ,7 5 P o rta fo g lio ... » 1 7 ,6 3 3 ,1 0 T ito li... » 3 0 ,6 3 5 3 ,1 7 P er quanto sia soddisfacente la risultanza p rop or­ zionale in confronto di altre tra le m aggiori Casse di R isparm io, non si può a meno di notare lo squi­ librio tra le operazioni di mutui e quelle dell’ im ­ piego in titoli, che assorbe più della m età del ca­ pitale disponibile, e che non è rispondente quindi allo scopo precipuo a cui dovrebbe dedicarsi 1’ istituto. La Cassa di Risparm io di Marradi, fondata nel 1 8 6 1 , ha un capitale disponibile di L . 4 1 5 m ila, delle quali L . 5 0 m ila rappresentate dal risparmio, 3 2 2 mila dal conto corrente e 4 3 m ila dal patri­

monio. F a due sole operazioni im portanti quella del

■portafoglio per L . 3 6 6 m ila cioè il 9 1 ,4 5 0/o del c. d. con 1’ esigna cifra di L . 1 5 0 di sofferenze e quella di mutui chirografari ai privali per L . 2 5 m ila, cioè P 8 ,6 5 del capitale disponibile.

L a Cassa di R isp arm io di Modigliana, creata nel 1 8 5 1 , ha il capitale disponibile di L . 1 0 9 mila delle quali 1 0 0 mila costituite da depositi a risparmio e L . 9 m ila dal patrimonio. M olto saviam ente im piega il 9 3 ,4 1 0/o del cap ita'e in mutui chirografari, cioè L . 3 2 m ila ai corpi m orali, e L . 7 2 m ila ai privati. Im piega circa L . 5 mila in depositi a conto corrente e non fa alcuna operazione di portafoglio.

Im portante è la Cassa di R isparm io di Pistoia,

che ha vita dal 1 8 3 1 e che ha un capitale dispo­ nibile di 7 ,7 4 9 m ila lire rappresentata dai depositi

a risparmio per L . 7 ,0 3 6 m ila, e dal patrim onio per L . 6 9 3 m ila. L a Cassa im piega in mutui la cospicua som m a di 5 m ilioni circa , di cui L . 5 ,2 0 6 mila in mutui ipotecari e L . 1 ,8 0 4 m ila in mutui

chirografari ai corpi m orali. F a anticipazioni sopra pegno di titoli per L . 2 4 m ila. Sono investite in

tìtoli L . 1 ,8 6 1 m ila, per più di due terzi in fondi dello Stato ; sono registrate L . 6 8 6 m ila di deposito

a conto corrente-, nessuna som m a è im piegata nel

portafoglio.

L a C assa quindi im piega del capitale disponibile il 64,58 0/o in mutui, il 0,368 0/o in anticipazioni, il 24,12 0/o in titoli, 1’ 8,94 0/o in depositi a conto

corrente, in totale il 98 o/o del capitale disponibile. È invero da lodarsi l’attività e l’operosità di q u e­ sta Cassa che così saviam ente indirizza le sue ope­ razioni ad un im piego proficuo e scevro di rischi, com e è quello dei m utui.

L a Cassa di risparm io di Prato in Toscana (1 8 3 0 ) ha un capitale di L ire 4 ,6 0 4 m ila, costituito per L . 4 ,2 3 9 m ila dai depositi a risparmio e per L . 3 6 5 m ila dal patrimonio. L e sue operazioni consistono in

mutui ipotecari per L . 1 ,6 5 2 m ila, cioè il 3 5 ,9 1 0/0, in mutui chirografari tutti a corpi m orali per L . 5 2 5 m ila cioè T 1 1 ,4 1 0 / 0 ; in anticipazioni circa 4 m ila lire, il 0 ,0 9 0/0, in titoli 2 ,0 3 2 m ila lire cioè il 4 5 ,9 1 0/0, così distribuiti L . 1 ,0 4 5 m ila in cartelle

fondiarie, ed altri fondi dello stato, L . 9 9 7 m ila in ob­ bligazioni di com uni e cc., nel portafoglio im piega l’esigua som m a di L . 1 8 m ila, il 0 ,4 0 0 / 0 ; ha 151 m ila lire di depositi in conto corrente cioè il 3 ,2 8 0 / 0 ; in totale il 9 7 0/0 del capitale disponibile.

Q uantunque l’attività di questa Cassa spiegata nelle operazioni dei m utui sia di m olta im portanza, tut­ tavia non si può non notar com e sia rilevante l’im ­ piego in titoli del capitale disponibile

P e r ultim a delle Casse di risparm io della provin­ cia di F iren ze viene quella di Samminiato (F iren ze ), fondata nel 1 8 3 0 , che ha un capitale disponibile di L . 5 4 0 m ila, costituito per L . 5 1 4 m ila dal ri­

sparmio e pel restante dal patrimonio. Ha registrato L . 1 2 2 mila in mutui ipotecari, e L . 8 3 mila in

mutui chirografari ; tiene im piegato in titoli L . 2 4 9 m ila, e L . 3 2 m ila in deposito a conto corrente; non fa anticipazioni, nè operazioni di portafoglio. N otansi registrate L . 11 mila di sofferenze, cioè il 2 ,1 4 0/0 del capitale disponile.

L a Cassa di risparm io di Arezzo (1 8 4 3 ) possiede un capitale disponibile di L , 2 ,7 2 1 m ila, rap p resen ­ tato dal risparmio per L . 2 ,6 1 7 m ila, e dai patri­ m onio per L . 1 0 4 m ila. I mutui ipotecari aum en­ tano a L . 5 4 1 m ila cioè il 1 9 ,8 8 0/0 del capitale disponibile, i chirografari, tutti a corpi m orali, a L . 3 5 4 m ila cioè il 1 3 0 / 0 ; le anticipazioni figu­ rano per L . 2 3 m ila cioè 1’ 8 4 0 / 0 ; T im piego in titoli è rappresentato dalla rilevante som m a di 1 ,5 7 7 m ila lire, cioè il 5 7 ,6 5 0/0, delle quali L . 1 ,2 4 9 mila in obbligazioni di società e L . 3 2 8 m ila in obbligazioni di corpi m orali Y i sono circa 1 9 m ila lire di conto

corrente, cioè il 0 ,6 9 0/0. Il portafoglio richied e L . 1 6 1 m ila, cioè il 5 ,9 2 0/0, non v i sono effetti in sofferenza.

È da notarsi che è poco lodevole l’operazione che fa questa C assa investendo i capitali in titoli, tanto più che oltre essere troppo rilevan te la cifra (quasi i 3/5 del capitale disp o n ibile), essa vien e im piegata in ob­ bligazioni di società con probabilità m aggiori di per­ dite di quello che si possano in co n tra re im piegando i capitali in fondi pubblici dello Stato o di co rp i m orali.

L a Cassa di risparm io di Cortona (1 8 6 5 ) possiede un capitale di 7 0 0 m ila lire rappresentato dal r i ­

sparmio per L . 7 6 3 m ila. I mutui ipotecari ascen ­ dono a L . 2 1 8 m ila, cioè il 2 9 ,7 5 0/0, i chirogra­

fari, tutti a corpi m o rali, a L .5 5 m ila, cioè il 6 ,8 7 0/0, Im piegansi L . 3 2 0 m ila in titoli quasi tutti dello Stato, cioè il 4 0 0 / 0 ; L . 1 5 0 m ila in conti correnti, cioè il 1 8 ,7 5 0/0. P el portafoglio è inscritta l'e s i­ gua som m a di L . 2 1 4 . Non è registrata la par­ tita delle anticipazioni nè quella delle sofferenze. In totale l’im piego fruttifero rappresenta il 9 5 ,3 7 del cap itale disponibile.

Dopo quella della città di F iren ze, è la Cassa di risparm io di L u c c a che ha m aggiore im portanza nella T oscan a. F u stabilita nel 1 8 3 7 . Ha un capitale disponi­ b ile di circa 1 6 m ilioni così suddivisi : L . 1 5 ,3 8 8 m ila di risparmio, L ire 4 8 8 m ila di conto corrente e L . 1 6 4 m ila di patrimonio ; vi sono inoltre L . 7 7 7 m ila di debiti diversi. L . 9 ,3 0 5 sono im piegate nei

mutui, cioè il 5 8 ,1 6 0/0, delle quali L . 5 ,8 7 1 m ila in mutui ipotecari, L . 3 ,4 2 9 m ila in chirografari a C om uni, P ro v in cie e corpi m o rali, L . 5 m ila a privati. A bbiam o in oltre L . 6 9 8 m ila di anticipa­

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il 3 5 ,9 3 0/0, la qual som m a è così ripartila : L , 4 ,5 5 1 m ila in titoli dello Stato, L . 6 7 4 mila in obbliga­ zioni di corpi m orali, L . 2 0 4 in obbligazioni di so­ cietà e c c . II portafoglio rappresenta la somma di L . 5 8 3 m ila, cioè il 3 ,6 4 0/0. La cassa non ha de­

posito in conto corrente, nè som m e per sofferenze. S e si eccettu i che la somma im piegata in titoli è troppo rilevante, è da encom iarsi del resto la sag­ gia am m inistrazione di cotesta C assa, elle sviluppa il credito al vero scopo a cu i è designata l’ istitu­ zione.

L a Cassa di risparm io di Pescla (1 8 4 0 ) ha un capitale disponibile di 1 6 8 8 m ila lire rappresentata dal risparmio in L . 1 ,1 3 7 m ila, dal patrimonio in L . 2 0 9 m ila, dai depositi in L . 3 4 2 m ila ; impiega in mutui ipotecari L . 5 5 0 m ila cioè il 2 0 ,8 3 per cento, in mutui chirografari tutti a corpi m orali, L . 7 4 0 m ila, cioè il 4 4 ,0 4 per ce n to ; in titoli L . 4 9 7 mila di cui L . 3 2 1 in fondi dello Stato con la percentuale del 3 0 per cento del capitale dispo­ n ibile. Ha L . 6 0 m ila di depositi in conto corrente cioè il 5 ,5 5 per cento. Non ha alcuna som m a im ­ piegata in anticipazioni nè nel portafoglio e non ha sofferenze.

L a cassa di risparm io di Livorno (1 8 3 5 ) ha il capitale disponibile di L . 7 ,2 7 0 m ila così composto L . 5 9 7 5 m ila rappresentato dal risparmio e L . 1 ,2 9 5 m ila dal patrimonio. Im piega L . 1 ,3 1 6 m ila in mu­

tui ipotecari, L . 1 8 6 mila in mutui chirografari tutti a corpi m orali ; L . 5 ,5 7 5 mila in titoli, di cui L . 3 ,8 6 8 m ila in titoli dello Stato . Ha solo L . 10 m ila di deposito in conto co rren te non fa anticipa­

zioni, nè operazioni di portafoglio, non ha soffe­

renze. Sono registrate L . 9 6 m ila di beni stabili. L e proporzioni percentuali in confronto col capitale disponibile sono le seguenti : il 2 0 ,6 6 per cento in

mutui il 7 6 ,6 6 per cento in titoli, il 0 ,1 3 per cento,

in deposito in conto corrente. È superfluo notare che l'esorbitante cifra rappresentata dall’im piego in titoli dinota la m ancanza di quel proficuo im pulso che in altre Casse abbiam o riscontrata.

L a Cassa di risparm io di Massa e Carrara ha il capitale disponibile di L . 4 6 0 m ila rappresentala per L . 4 3 4 m ila dal risparmio e per 2 6 m ila lire sul patrimonio così distribuite nell'im piego : mutui tutti ipotecari L . 9 8 m ila, il 2 0 ,3 0 per cento sul capitale disponibile; anticipazioni L . 1 2 m ila cioè il 2 ,5 4 per cento, titoli, tutti in valori dello Stato, L . 3 6 0 m ila cioè il 7 7 ,1 6 per cento. Non ha im ­ pieghi in portafoglio, nè conti correnti.

La Cassa di risparm io di r i s a ( 1 8 3 1 ) ha tin c a - pitale disponibile di L . 6 ,3 8 6 m ila diviso in L . 5 9 ,8 0 m ila di risparmio e L . 3 0 6 m ila di patrimonio. Così distribuisce il suo im p ie g o : L . 1 ,0 2 5 m ila in

mutui, cioè il 1 6 ,0 5 p er cento, delle quali 2 0 7 mila lire in mutui ipotecari e L . 8 1 8 m ila in mutui

chirografari tutti a corpi m orali : L . 8 3 8 mila di

anticipazioni cioè il 1 3 ,1 1 per c e n to : di queste, 751 m ila lire sono fatte sopra pegno di p rezio si; L . 5 ,0 5 2 in titoli cioè il 4 7 ,4 7 per cento dei quali quasi per m età sono dello Stato e per l'altra m età di corpi m orali e società ; L . 1 ,1 3 5 m ila di depositi a conto

corrente, il 1 7 ,7 7 per cento. La Cassa ha inoltre L . 0 ,2 9 m ila di beni sta b ili; e L. 2 1 0 m ila di c re ­ diti diversi. Non ha portafoglio, nè effetti, o cre ­ diti in sofferenza.

L a Cassa di risparm io di Siena (1 8 3 3 ) possiede un capitale disponibile di L . 4 9 8 0 m ila di cui

L . 4 ,6 6 7 m ila provengono dal risparmio e L . 5 1 3 m ila dal patrimonio. Im piega in mutui chirografari a corpi m orali L . 2 ,3 7 6 m ila cioè il 4 7 ,5 1 per cento, in

titoli L . 2 ,1 6 9 m ila cioè il 4 3 ,5 5 per cento delle quali L . l,7 1 3 m ila in cartelle fondiarie; in depositi in

conto corrente L . 5 5 5 m ila, cioè 1’ 1 1 ,1 4 per cento del capitale disponibile.

Com e si è fatto per le altre regioni, presentiam o il prospetto riassuntivo di tutte le C asse di risparm io, della Toscana. S3 J j evi

1

lass a e Ca rr ar a oS ed Mutui ipotecari... 22,4 22,1 33,5 18,1 20,3 3,8 — » chirografari... 9,5 11,6 22,6 2 ,5 — 12,7 45,5 Totale ... 31,9 33,7,56,1 20,6 20,3 16,5 45,5 Anticipazioni... 7,8 0,8 3,9 — 2 ,5 13,2 — Impiego in titoli... 48,0 53,9 31,9 76,2 77,2 48,4 43,5 Portafoglio... 3,0 4,5 3,2 — — — — Beni stabili... 3,6 0,4 1,4 — 0,6 —

Den.'in cassa e cred. diversi 4,6 2,3 4 ,2 1,6 — 3,6 0,6

Sofferenze ... 0,02 — — — —

Depositi in conto corrente 1,4 4,8 0 ,3 0 ,2 — 17,7 10,4 Risparmio... 94,3 95,8 90,3 83,6 94,3 95,1 91,6

Conti correnti ... —

_

4 ,5 — — — —

Patrimonio... 4,3 4 ,2 2,0 16,4 5 ,8 4,9 6,3

Altri debiti... 1,4 - 3,2 2,1

In un prossim o num ero ci in tratterrem o delle Casse di risparm io dell’U m bria.

RIVISTA DELLA STAMPA

S U L L A QUESTIONE F E R R O Y I A R I A

La Tribuna del I o rispondendo al popolo romano, in un articolo riprodotto anche dal Movimento di Genova si addentra in molti particolari e confronti per giustificare il concetto già altra volta manifestato, che le convenzioni ferroviarie ora in discussione fra noi sono assai più larghe per le società di quelle francesi, concetto che secondo la Tribuna trova una chiara riprova nello straordinario aumento verifica- tosi in quest’ultimi mesi sul prezzo delle Azioni Me- riodinali.

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L a stessa Riforma nel suo numero del 30 ritorna con un lungo articolo a sostenere che invece di sti­ pulare contratti di semplice esercizio, si dovrebbe procedere alla riconcessione delle linee riscattate. Cosa che ritiene non sarebbe difficile mantenendo con poche modificazioni l’attuale divisione delle ^ no­ stre ferrovie e che senza esporre a nessun pencolo nè politico, nè economico, riuscirebbe di maggior van­

taggio per lo Stato. „

Lo stesso periodico poi nel suo numero del d con rente osserva che l’attribuire l’ attuale aumento di prezzo del consolidato alla proposta delle conven­ zioni per inferirne che la approvazione delle conven­ zioni gioverà al credito dello Stato è un modo di ragionare assurdo. Imperocché se non si puo_ negare che i banchieri interessati nelle convenzioni stesse cerchino di mantener alti i corsi della nostra rendita pubblica come il loro tornaconto lo esige, non e da questi mezzi che dobbiamo aspettarci un seno e du­ raturo aumento dei corsi stessi, mentre d’altra parte un contratto di esercizio in base a una percentuale cosi elevata come quella del 62 50 per 100 non po­ trebbe non avere, dice la R iform a, un influenza di­ sastrosa del credito dello Stato.

L a Gazzetta Piemontese si dichiara contraria alle convenzioni per una serie di affermazioni e pm specialmente perchè crede pericolosa la creazione di due sole Società esercenti, che dice esser P®r PieS*° composta dagli stessi elementi; perchè stante il con­ corso di tanti nostri Istituti di credito alla costitu­ zione della Società stessa, verrà a scarseggiare il denaro di cui hanno tanto bisogno le nostre indu­ strie e i nostri commerci, perche non e Pl “den‘® affidare completamente la facoltà di regolai e e nuove costruzioni a Società private e perchè final­ mente il contratto riuscirebbe troppo oneroso per o Stato. E con siffatti argomenti crede aver dimostrato che non possono accusarsi di contraddizione quei periodici e quegli uomini politici, ì quali Pur appar­ tenendo al partito che sali al potere colla b “ dieia dell’esercizio privato, fanno alleanza coi fautori del sistema opposto, nel combattere le convenzioni.

Il Bersagliere prima di entrare a discutere le convenzioni nelle singole loro parti, crede opportuno osservare che nissuna ragione vi sarebbe^ per colle- g-are il problema delle nuove costruzioni a quella dell’esercizio e che il Governo nel farlo non puo_ es­ sere stato mosso se non dall’ intento^ di accaparrale voti colla lusinga che le convenzioni serviranno ad affrettare la costruzione delle nuove linee, mentie in sostanza non serviranno ad altro che a farne ai- bitro assoluto il Governo e forse anche a mandarne

il compimento alle calende greche. _ ,

Finalmente la Capitale facendosi a combattere le convenzioni alla spicciolata, dice che colle conven­ zioni anziché affrettarsi si ritarderanno le nuove costruzioni per dare alle Società il tempo necessa­ rio a procacciarsi il denaro occorrente, e si paghe­ ranno più care, perchè lo Stato verrebbe a rinun­ ziare ai ribassi che si possono verificare nel calme del’ asta. Giudica ingiustificato l’esonerare le Società da ogni tassa per tutti i contratti relativi alle co­ struzioni stesse. Enorme l’obbligo che assumerebbe lo Stato di ricomprare allo spirare del contratto il materiale mobile per il prezzo di acquisto. Insuffi­ cienti le somme destinate ai fondi di risei va. E cosi 01 Pass ai! dò ora nel campo dei difensori delle con­ venzioni troviamo nel Popolo Romano di Sabato un articolo nel quale dice che a torto si combattono le convenzioni dal punto di vista della tutela d e ji impiegati ferroviari. Infatti per le convenzioni tutti eli impiegati conserveranno gli attuali stipendi, e di più vedranno assicurata la propria pensione, van- ta<r<rio questo che colla provata insufficienza della Cassa pensioni delie Romane e piu di quella del­

l ’Alta Italia, ora non godono certamente D ’altro lato poi e ne possono far fede gli impiegati de le reti ri­ scattate, un impiegato inteiligente e zelante, ha matrgior garanzie di esser trattato bene, e

carriera servendo una società privata, che non ser­ vendo lo Stato, il quale nelle nomine e promozioni è spesso guidato da ragioni politiche, e da fa voliti­ amo, mentre le Società private mirarono soltanto ad

avere un buon servizio. Tìnti »

Nel suo numero del 3 poi, rispondendo all on. Goda, dice che è assurdo il preoccuparsi se le ^ f e t a as­ suntrici dovranno, o no, fare appello al capitale stra­ niero per non avere disponibile del proprio il dena o occorrente. Quasiché non fosse cosa solita che un banchiere assuma un’ affare superiore all ammontale dei suoi capitali, e quasiché questo pencolo, non si farebbe veramente serio quando lo Stato dovesse, come pretendono gli avversari rivendere le piopne linee. Lo stesso periodico d altra parte trova stiano che si esclami tanto perche la Società^ delle Men dionali ha deliberato di dare ai propri azionisti un dividendo che sommato coll interesse da un 6, 50 pei 100, mentre la rendita pubblica rende appena il 4,50. Infatti questo paragone fra la rendita P "bb*‘“a’ ge una impresa industriale, che uno regge _ p stesso, nessuno pensava a tarlo quando • P°>‘ at011 di consolidato arrivava a prendere un flutto del 1’ 7 dell’ 8 e anche del 9 per 100, mentre gli azio­ nisti delle Meridionali. D’altra parte se le Meridio­ nali possono raccogliere e godersi sole benefizi cosi larghi ed anche maggiori e in _ grazia della con reazione stipulata quando era ministro 1 on. Bacca rini mentre almeno colle nuove _ convenzioni, al di là del 7,50 per cento dovranno dividere ì loro bene­

fizi a metà collo Stato. _

L a Perseveranza del 4 corrente dice che 1 eser­ cizio governativo delle ferrovie nazionali d;ede dei

c a t t i v i risultati; ritardi continui negli arrivi e nelle „artenze dei treni ; si lasciarono deperire le stazioni, fi materiale mobile e le suppellettili ; le nomine nel personale fatte in modo arbitrano, popolandolo di radicali di socialisti, d’ internazionalisti. . .

Il giornale chiama l ’ Amministrazione Baccanm , concernente le ferrovie ; demagogia ferroviaria

Essa consistette nel promettere a tutti, m blan dizie alle industrie nazionali, in impegni presi senza considerazione, in provvedimenti dati senza pensale al domani, aumentando le complicazioni amministra­ tive, alterando il sistema degli appalti con danno dell’ erario, avendo introdotto 1 uso di anticipare le costruzioni delle linee senza_ far decorrere gl inte­

ressi pei ritardati pagamenti. _ *. , •

Se si voleva preferire 1’ esercizio governativo, bi­ sognava regolarsi diversamente nella votazione della legge 20 giugno 1876 prescrivente al governo di a f­ fidare 1’ esercizio all’ industria privata. .

Cita il discorso dell’ on. Spaventa ai propri elettori di Bergamo, nel quale asserì che mancava la giu­ stizia amministrativa, sostituendosi le passioni poli­ tiche al pubblico interesse e conchiuse dicendo esseie politicamente pericoloso oggi, nelle attuali condizioni parlamentari, 1’ esercizio governativo e pericoloso fi­ nanziariamente, perchè piu costoso del privato, mentie il paese è impotente a sopportare maggiori spese.

Cita le rivelazioni fatte nel 1882 da Graux, ministro delle finanze del Belgio, comprovanti il maggior costo dell’ esercizio governativo, n quale e anche pericoloso economicamente, perchè lo sviluppo delle reti nazio­ nali dovrebbe subordinarsi alle risorse del bilancio ed al credito pubblico.

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le quali vanno ad assumere oneri cosi importanti ■ verso lo Stato lo facessero colla certezza di fare un cattivo aliare, e di correre a sicura l’ovina. Venendo poi al merito della quistione, dice che la divisione longitudinale delle linee, non da luogo a serie ob­ biezioni ; e neppure la durata assegnata ai contratti sebbene forse discutibile. Loda la istituzione dei fondi di riserva, ma vorrebbe essere rassicurata sulla loro sufhcienza. Non trova esorbitante il frutto da corri­ spondersi sul capitale immobilizzato nell’ acquisto del materiale mobile, e neppure la percentuale del 62,50, perchè dato^ il prodotto lordo previsto, e 1’ obbligo della Società di dividere collo Stato ogni benefizio superiore al 7 1[2 per cento, esse non potrebbero in ogni migliore ipotesi percepire un utile massimo del- 1 o per cento di fronte al quale starebbe anche la eventualità di gravi perdite.

E lo stesso periodico nel suo numero del 4 corrente, mentre si applaude di vederchiusa la discussione gene­ ra e m seno alla commissione parlamentare per l’esame delle convenzioni ferroviarie, e loda gli oppositori per non aver ceduto a un movimento di dispetto abban­ donando il campo, osserva che se non è lecito esclu­ dere a priori: la possibilità di introdurre nelle con­ venzioni utili emendamenti, sia perciò che riguarda il premio da accordarsi alle società per le nuove costruzioni, sia per organizzare meglio la vigilanza governativa tanto riguardo all'esercizio che alle nuove costruzioni, sia finalmente nella parte concernente le le nuove tariffe, e i patti colle meridionali parti tutte degnissime di uno studio attentissimo, non bisogna pero muoversi dal preconcetto di respingere alla cieca tutta intera l’ opera del ministero. M igliorare e non

distruggere, ecco secondo 1’ Opinione il concetto che saiebbe da augurarsi guidasse la commissione nei suoi lavori.

L a Gazzetta d’Italia invece, tributa senza alcuna iestriztone lodi sincere all’ onor. Ministro dei lavori pubblici per la creazione dei fondi di riserva, che giudica misura provvida e sufficiente ad assicurare il bilancio dello Stato da spiacevoli sorprese.

vP-i\ V!*tÌmo. *1 Diritto del 3 rispondendo ad alcuni obbietti fatti dall’on. Baccarini alle convenzioni, os­ serva che non è nulla d istrano nè di ingiusto che fo stato si obblighi a corrispondere alla Società delle Meridionali, per l ’ uso delle loro linee e per il loro materiale mobile un compenso maggiore di quello che esso stato verrà poi a ricevere per gli stessi titoli dalle Società esercenti. Imperocché non bisogna di­ menticare che la Società delle Meridionali è anche al presente sovvenuta dallo Stato, e che nell’ asse­ gnarle un compenso per ciò che deve cedere allo »tato non bisogna guardare al valore effettivo della cosa ceduta ma anche al costo, e agli oneri assunti alle società per 1’ esercizio delle proprie linee, come del resto si è fatto sempre in tutte le convenzioni di riscatto.

IL MOVIMENTO COMMERCIALE n e l l a p r o v i n c i a d i R e g g i o C a l a b r i a

L a C am era d i C om m ercio di R eggio C alabria ha pubblicato la sua relazione al M inistro di agricoltu ra industria e com m ercio su ll’ andam ento delle industrie e del com m ercio nel suo distretto C am erale per i m esi di marzo e aprile p. p.

Da questa relazione si rileva che un sensibile m i­ glioram ento si verificò in due dei principali obietti del com m ercio di questa p ro v in cia , cioè n ell’ olio d oliva e negli agrum i. Nei due m esi sopraccennati

l’olio d’oliva ebbe m ercato più favorevole sia p er il prezzo com e per le rich ieste, che ne rinvigorirono il m ovim ento di esportazione. L ’ autore della re la ­ zione attribuisce questo m iglioram ento nel com m ercio dell olio più che ai m igliorati m etodi di estrazione, ai m olti im pegni precedenti in vista degli scarsi ra c­ colti che si erano previsti nell’articolo. Ma se l’au­ m ento di esportazione non fu determ inato dalla m ag­ gior perfezione del prodotto, non è m en vero però che si cerca di m igliorarne la produzione coll’ in ­ trodurre la fabbricazione degli oli fini com estibili col sistem a toscano e provenzale. Nel com une di Polistena un vero e proprio stabilim ento per gli o lj fini funziona da qualche tem po producendo olj accolti e apprezzati su tutte le piazze italiane ed anche su ta­ luni m ercati esteri.

Un risveglio si v erificò pure n el com m ercio degli agrum i, ma fu del tutto occasion ale, perchè l’aum ento di richieste e di prezzi fu determ inato dalla rarità e scarsità del prodotto. Secondo l’autore della r e la ­ zione nulla fa sperare un m iglioram ento nella crisi di questo im portantissim o prodotto del traffico locale, e del com m ercio nazionale, finché il G overno, senza esagerare la sua legittim a influenza, non abbia preso dei provvedim enti per attenuarne i tristissim i effetti. La causa principale del disagio in cui versa il com ­ m ercio degli agrum i, com e abbiam o avuto qualche volta occasione di segnalare, sta tutta nella rapidità dei v ia g g i, e nelle quantità e grandezza dei p iro ­ scafi che fan sì che si raccolga il frutto quasi in una volta, e poi lo si getti in grandi m asse sui m ercati di A m erica, o del Nord d’Eu ropa, ove viene a r e ­ sultare esuberante al consum o, e disadatto alla co n ­ servazione.

P er dare agli agrum i una diffusione rapida, su c­ cessiva e durevole in tutta l’Eu ropa, e m odificare in pari tempo la natura del m ercato am ericano, il mezzo più acconcio indicato dalla C am era C alabrese sarebbe quello^ di facilitarn e il com m ercio in terno. A llorché, dice 1 autore della relazione « non M essina e P a­ lerm o soltanto, ma Napoli, L ivorn o, G enova, A ncona, B a ri, e V enezia, possono ritira re rapidam ente le più fresch e partite del prezioso frutto e diffonderlo in A ustria, in G erm ania, in R u ssia, allora questa pro­ duzione che renderebbe sette m ilioni all’ anno in questa sola provincia, avrebbe uno sm ercio sicuro e costante. Un trattam ento eccezionale, una tariffa di favore anche tem poranea ed in via d’ esperim ento ; ma bassa, quasi di concorrenza ai noli m arittim i, por­ terebbero una vera evoluzione in questo com m ercio. Ciò perm etterebbe al proprietario, al piccolo specu­ latore, ai negozianti delle piazze interm edie di spe­ dire o ritira re i frutti in partite, sem pre fresch i, a m isura del bisogno, della m aturità, del tem po; e così la produzione si esau rirebbe n atu ralm en te e grada- tam ente. L e cosidette tariffe spedali-locali, non sono sufficienti allo scopo. E sse suppongono il contratto coll am m . ferro viaria, e la garanzia del num ero dei vagoni da trasportarsi in u n anno. N essuna restri­ zione parrebbe consentanea a questo tentativo. D o - vrebb’essere una tariffa a quintale com e per le altre m erci, ma sopra una base infim a. P iù tardi, quando le relazioni com m erciali fossero stabilite, questo co m ­ m ercio siam o sicuri non tem erebbe l’influenza delle tariffe norm ali. »

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con-trattazioni ebbero un notevole rallentam ento in questo ram o di com m ercio.

Al contrario proseguì attiva e fiorente l’industria per la filatura della seta, e nel bim estre im p ia n ta - ronsi due nuovi opifici che principieranno a lavorare nella nuova cam pagna serica.

E cco adesso alcune cifre riguardanti le principali derrate esportate nei due m esi.

Olio d’ oliva... T onnellate 2 ,4 2 8 V in o ... ... E ttolitri 8 ,7 6 0 E s s e n z e ... G hilogr. 2 0 ,6 5 2 A grum i in c a s s e ... Quintali 9 ,4 3 4

LA SITUAZIONE DEL TESORO al 30 aprile 1884

I risultati del conto del Tesoro al 3 0 aprile 1 8 8 4 erano i seguenti :

. A t t i v o :

i pagam enti ascesero a 4 0 5 ,9 1 1 ,0 0 0 lire, e supera­ rono di 1 7 ,6 1 6 ,0 0 0 lire quelli del quadrim estre co r­ rispondente 1 8 8 3 .

Nei suddetti quattro m esi del 1 8 8 4 vi fu aum ento n ei pagam enti per conto dei seguenti M inisteri: F i­ nanze 1 1 ,1 7 4 ,0 0 0 ; G razia e giustizia, 2 0 0 ,0 0 0 ; P u b ­ blica istru z io n e , 1 ,3 5 8 ,0 0 0 ; In te rn o , 1 ,3 2 6 ,0 0 0 ; L avo ri p u b b lici, 1 9 ,5 0 1 ,0 0 0 ; G u e rr a , 2 ,4 3 2 ,0 0 0 ; M a riu a , 8 ,8 0 8 ,0 0 0 ; A gricoltura industria e co m ­ m ercio , 9 4 9 ,0 0 0 .

Y i fu una dim inuzione per conto dei seguenti : T eso ro , 2 8 ,1 1 0 ,0 0 0 ; E s te r i, 2 4 ,0 0 0 .

P asserem o ora a confrontare alcune cifre degli in cassi del m ese di aprile col bilancio preventivato dal 1 ° gennaio al 3 0 Giugno 1 8 8 4 .

Il bilancio preventivo dell’ entrata è stato dal— 1’ on. M inistro delle finanze stabilito per il prim o sem estre in corso in L . 6 6 9 ,6 8 9 ,7 0 1 ,3 7 ; dividendo questa cifra per sei, abbiam o L . 1 1 6 ,6 1 4 ,9 5 0 al m ese. P erch è i nostri lettori possano vedere a colpo d’o cchio gli aum enti e le dim inuzioni riassum erem o in prospetto le cifre delle entrate e delle spése ra f­ frontate col respettivo preventivo.

Fondi di Cassa alla scadenza dell’eser­

cizio 1883... . . L. 596,582,000 Crediti di Tesoreria alla scadenza del­

l’esercizio 1883... » 69,001,000 Incassi a tutto apr. 1884, entrata ord. » 421,426,000

ld. id. id. straord. » 66,072,000

Debiti di Tesoreria al 31 mar. 1884. » 550,996,000 L . 1,704,077,000

P a s s i v o s

Debiti di Tesoreria alla scad.del 1883 L. 562,469,000 Pagamenti a tutto marzo 1884. . . » 405,912,000 Crediti di Tesor. al 31 marzo 1884 . » 144,831,000 Fondi di Cassa al 31 marzo 1884 . . » 590,845,000

L . 1,704,077,000

Gli incassi del m ese di aprile am m ontarono a L . 1 4 8 ,7 5 3 ,0 0 0 , e sono m aggiori di L . 6 ,0 8 4 ,0 0 0 a quelli del m ese di aprile 1 8 8 3 ; unendovi quelli di gennaio, febbraio e m arzo, abbiam o L . 4 8 7 ,4 9 8 ,0 0 0 , coll’aum ento di L . 6 8 ,3 9 8 ,0 0 0 in confronto del 1 8 8 3 .

L ’aum ento avvenuto nei redditi patrim oniali n e l­ l’aprile di quest’anno p er la som m a di L . 1 ,6 0 5 ,6 5 3 deriva dall’ essersi conteggiato soltanto nel m ese di aprile il versam ento del canone del 2 ° sem estre 1 8 8 3 per la cessione alla Società delle ferrovie m e ri­ dionali della linea B o lo g n a -A n co n a -R a v e n n a ; l’a u ­ m ento di L . 1 ,0 0 0 ,0 0 0 nel titolo ferrovie dello Stato proviene da m aggiori versam enti in conto pro­ dotti netti fatti dall’ am m inistrazione delle ferrovie dell’Alta Italia, e l’aum ento di L . 1 3 ,1 3 0 ,1 7 4 nella categoria « Costruzione di strade ferrate » proviene dal prodotto dell’ alienazione di rendita consolidata per la costruzione di ferrovie.

F ra le dim inuzioni più im portanti troviam o L . 1 ,4 3 4 ,4 2 4 nelle dogane e diritti m arittim i ; L . 9 3 6 ,6 9 7 nei dazi in terni di consum o, e L . 3 ,6 3 1 ,0 0 4 nelle partite varie di g ir o , la qual dim inuzione è causata dai versam enti fatti n ell’ aprile 1 8 8 3 dalla Cassa-dei depositi e prestiti pel servizio delle pensioni.

I pagam enti verificatisi presso le T esorerie del R egno nel m ese di aprile ultim o , ascesero a L . 1 0 6 ,5 1 8 ,0 0 0 con una dim inuzione di 1 5 ,5 0 6 ,0 0 0 sul m ese di aprile 1 8 8 3 . Nel prim o quadrim estre 1 8 8 4

sesto della somma incassi Entrata preventi­v ata n ell’ aprile Redditi patrim oniali...L.

Tasse in am m inistrazione della 2,081,433 2,912,511 D ir. G en. del Demanio...

T assa sul prodotto del movi-13,335,000 12,353,654 m ento a grande e piccola

ve-1,367,658 1,048,164 D iritti delle Legazioni e dei

88,333 57,529 T assa sulla fabbricazione degli

1,598,833 13, 333,33313,752,4071,617,471 Dogane e diritti m a rittim i....

6,624,937 13,616,666 6,716.668 6.04 1 .6 6 6 3.66 6 .6 6 6 897,410 4,558,433 6,602,411 15,053,442 6,532,006 S a li... 7,235,438 2,945,763 857,988 2,000,000 Strade ferrate dello S ta to ...

S erv izi d iv e rs i... 1,339,466 2,938,521

differenEa + 831,078 - 981,346 — 319,494 — 30,804 4 - 18,633 4 - 419,074 — 22,526 4 -1 ,4 3 6 ,7 7 6 — 184,662 4 -1 ,2 1 4 ,1 7 2 — 720,903 — 39,422 — 2 ,5 5 8 .4 3 3 4 -1 ,5 9 9 ,0 5 5

L e im poste dirette essendo riscosse bim estre per bim estre a partire dal 1 ° febbraio il confronto fra l’incassato e il preventivato anziché m ese per m ese com e abbiam o fatto per le altre en trate, lo facciam o bim estre per b im estre. E cco n e pertanto i resultati :

terzo della somma p reventi­ vata In cassi differenza n ell’aprile __

Imposta sui fondi ru stici e sui

fab b ricati...L . 31,640,721 30,953,250 — 707,471 Im posta sui redditi di ricchezza

m obile... 32,401,115 19,177,642

-C irca alla tassa sui redditi di ricchezza m obile tralasciam o di stabilirn e la differenza perch è riesci- reb b e incom pleta inquanto ch e nella som m a di L . 1 9 ,1 7 7 ,6 4 2 ottenuta n ell’ aprile non sono com ­ prese le ritenute sopra i fonai pubblici, ed altri ce ­ spiti d’entrata, che io Stato in cassa direttam ente se­ m estre per sem estre.

(10)

sesto della spesa preventi­ vata 59,856,688 spesa nell’ aprile 1884 32,092,943 differenza — 27,763,745 Id . delle fin a n z e ... 14,063,321.20,634,842 -b

6

,

571,521

Id. di grazia giustizia

2,813,823 2, 697,899

_

115,924 Id . degli affari esteri. 553,211 650,851+ 97.643 Id . dell’istruzi. pubb 2, 548,170 2,812,769-b 264,599 Id . dell’ in te rn o ... 5,173, 000 5,094,291 — 79, 701 Id . dei lavori pubblici 14,003, 837 18,530,353

4

- 4 ,5 5 6 ,4S0

Id . della guerra... 20,142, 601 18,226,136 — 1,926, 465 Id . della m a r in a ... 4,068, 008 4,829,403

130,415 Id . dell’a g iic. industr.

e com m ercio.. .

1

,

082,106

918,539 - 163,517

To t a l e L . 125,200,693 106,518,174 - 18,688,519

Fin alm ente, se paragoniam o i resultati dell’aprile 4 8 8 4 con quelli dell’ aprile dell’anno precedente, si hanno le seguenti variazioni:

Entrate ordinarie Redditi patrim on iali...Tj.

Imposta fo n d ia ria ... Imposta sui redditi di ricchezza

m o b ile... T asse in amministrazione della

D irezione G enerale del D e­ manio ... T assa sul prodotto del movi­

mento a grande e piccola ve locità sulle fe r r o v ie ... D iritti delle Legazioni e dei

Consolati a ll’ estero... T assa sulla m acinazione.. . . T assa sulla fabbricazione degli

alcool, della b irra , acque ga­ sose, e c c... Dogane e d iritti m a r itt im i.... D azi in tern i di co n su m o... T ab acch i... S a l i ... Multe e pene pecuniarie... L o tto ... P o s te ... T eleg rafi... Strad e ferrate dello S tato ... S erv izi d iv ersi... Rim borsi e concorsi nelle spese E n tra te d iv erse... P artite di g ir o ... E n tra te straordinarie effettive. Movimento di c a p ita li...

mese di apr. 1884 diff. coll’apr. 1883 2,912,511 “b 1,605,653 30,953,230 -h 338,524 19,177,612 -b 735,607 12,353,654 -b 335,368 1,048,164 -b 5,425 57,529

_,

4,164 — 3,625,815 1,617,471 11,822 13,752, 407— 1,434, 424 6,602,414— 936,697 15,053,442— 4,409,557 6,532,006 -b 90, 489 2 ,6 6 J -b 2,537 7,255,838 -b 1,588,846 2,9 4 5 ,7 6 3 -b 40.487 857,988 _b 24,910 2,000,000 -b 1,0 0 0 ,0 0 0 1,289.913 + 95, 936 1,602,588 45, 855 650,766 + 266,314 2.938,521 — 3,631,004 286,483— 183,724 18,431,186 -b 1 4 ,2 9 8 ,42S 143,753,679 6,084,542 1Û* T otale L

Da questo prospetto viene a resu ltare che ^ cassi nel m ese di aprile di quest’anno superano di L . 6 ,0 8 4 ,5 4 2 quelli dell’aprile 4 8 8 3 .

Il seguente prospetto contiene i pagam enti nel­ l’aprile dei due anni indicati :

nel marzo 1884 Idiff. nel mar. 1884 M inistero del T eso ro ...L .

Id . delle fin a n z e... Id. di grazia e giustizia. Id . degli affari e s te ri.. . Id . della pubb istruz .. Id . dell’interno... Id . dei lav. p u b blici.. . . Id . della guerra... Id . della m a r in a ... Id . dell’agr. Ind. e com..

3 2 ,092,943 — 20,634,842-b 2,697,899.-b 650,854 — 2,842, 7"9 •+■ 5,094,291 -b 18,560.353 -+* '18.2-26,13(3 — 4,829, 493+• 918,589 — 25,972, 441 9,274,696 69,942 13,994 317,9«8 796, '24(3 3,134,7-23 3,797,997 752,185 68,088 To t a l e L . 106,518,474 — 15,506,730

Facen d o ora il confronto fra g l’incassi e i p aga­ m enti si avrebbe :

E n tra te nell’ aprile 4 8 8 4 ... L . 4 4 8 ,7 5 3 ,6 7 9 P ag am en ti » » ... » 4 0 6 ,5 1 8 ,4 7 4

Differenza in più nelle entrate di L . 4 2 ,2 3 3 ,5 0 5 N ell’aprile 4 8 8 3 si aveva avuto :

E n t r a t e ... L . 4 4 2 ,6 6 9 ,1 3 6 P agam en ti... » 4 2 2 ,0 2 4 ,9 1 3 Differenza in più nelle entrate di L . 2 0 ,0 4 4 ,2 2 3

BELLE C A B E DI

Camera di Commercio di Civitavecchia.

— La rappresentanza com m erciale di C ivitavecchia si as­ sociò alle istanze già fatte al G overno da quella <li P isa, per ottenere che sulle due reti ferroviarie del- P A lta Italia e delle R om ane, di proprietà dello Stato, vengano applicate le tariffe speciali differenziali,_com ­ putando l’ intera percorrenza, senza dividere i p e r ­ corsi fatti dalla m erce sulle singole reti, in modo che la m edesim a ottenga le stesso riduzioni di t a ­ riffa delle quali godrebbe qualora p ercorresse le linee di una sola A m m inistrazione.

Camera di Commercio di Milano.

— Nella se­ duta del 51 p. p. m aggio il Presidente com unicò di aver trasm esso alla D irezione G enerale delle G abelle, sentito il parere favorevole della C om m issione appo­ sita un reclam o di una ditta di M ilano contro la determ inazione presa dalla locale dogana di con­ siderare siccom e tessuti ricamati a plinto passato, e quindi soggetti al dazio di L . 40U al quintale, delle stoffe dì coione portanti dei quadrateli! p ro ­ dotti contem poraneam ente alla tessitura del londo, le quali avrebbero dovuto esser classificate invece fra i tessuti tinti con un dazio di L . 4 1 0 al quin­ tale. Soggiunse il P residente di avere ricevuta ri­ sposta che il M inistero aveva già deciso la questione conform em ente ai voti della ditta istante.

In seguito la C am era, accogliendo la domanda della So cietà Lom barda dei telefoni, consenti a pa­ gare alla slessa 1’ annua tassa di abbonam ento per l’ apparecchio esistente in ufficio, che in passalo ve­

niva concesso g ratu itam en te; passò in seguito a l­ l’ ordine del giorno su ll’ invito, pervenutole dalla Presidenza del Congresso di bacologia e sericoltura che avrà luogo a T orino nel prossim o settem bre, di prender parte al congresso m edesim o, com e pure sulla domanda di sussidio presentata dal patronato di tem peranza contro l’ ubbriacbezza.

Sopra la richiesta d’ appoggio ad un voto della Cam era di M essina, tendente ad ottenere che la rete sicula faccia parte integrante di una delle grandi linee continenlali con un unico sistem a di tariffe generali e speciali e con servizio cum ulativo a ttra ­ verso Io Stretto , la C am era si p ro n u n ciò per la com prensione nei capitolati d appalto delle nuove linee dell’ obbligo espresso per le com p agnie di at­ tivare un efficace servizio cum ulativo tra M essina e Reggio, senza addentrarsi ad esam in are se con­ venga dar la preferenza alla unità od alla pluralità delle linee.

Dietro invito della Com m issione R eale per le tonnare em ise voto favorevole circa la proposta del Governo di elevare a 2 0 lire al quintale il dazio di lire 1 0 attualm ente esistente sul tonno m arinato sott’ olio, onde difendere l’ industria nazionale dalla dannosissima concerrenza estera.

Rim andò all’epoca della presentazione del preven­ tivo 1 8 8 5 il deliberare sulla domanda dì sussidio a favore delle scuole del C ircolo Popolare, prendendo la decisione di massim a che anch e per I’ avvenire gli argom enti di sim il natu ra debbansi trattare co n ­ tem poraneam ente ai preventivi.

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