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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.11 (1884) n.530, 29 giugno

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XI - Voi. XV

Domenica 29 Giugno 1884

N. 530

IL RISCATTO DELLE MERIDIONALI

D ue lettere dell’ on. Spaventa , una delle quali pubblicata nella Gazzetta di Bergamo e l’<»Itra nel

Popolo Romano, hanno in questi giorni richiam ata

l’attenzione di quei pochi che seriam ente si occu­ pano del problem a ferroviario intorno alla q u e ­ stione dei riscatti.

L ’on. Spaventa, senza en trare nelle discussioni delle convenzioni proposte dall’ on. Geuala, ha v o ­ luto far notare che il non avere riscattate le reti della Società delle Meridionali prim a del giugno 1883, nei term ini favorevoli concessi dalla convenzione del 1 8 8 1 , è causa di una perdita per lo Stato, poi­ ché quando questo volesse procedere al ris c a tto ,d o ­ vrebbe spendere una som m a m aggiore, che l’on. S p a- venta calcolava in oltre sei milioni. Basava l’ on. S pa­ venta i suoi calcoli sul bilancio che la Società delle M eridionali ha presentato alla A ssem bleategli Azionisti alla fine del Maggio testé decorso per l’anno 1883. Il Popolo Romano rettificò i calcoli dell’on. S p a ­ venta e dall’esam e dello stesso bilancio ricavava che la perdita dello Stato si lim itava a soli 3 m i­ lioni poco p iù ; com pensata però anche questa p e r ­ dita da altri benefizi che quel periodico si soffer­ m av a ad enum erare. N ella sua replica però ¡’ono­ revole Spaventa non recedette che in parte dalle sue prim e conclusioni e m antenne per definitiva una perdita di circa cinque milioni e mezzo. •

La discussione avvenuta fu senza dubbio per un certo aspetto interessante, ma pare a noi che in gran parte si fondasse sopra basi molto incerte, com e quella di un bilancio di una S ocietà, la quale esce ora da un periodo di form azione e deve ancora esperire gli effetti di un esercizio indipendente dalle costruzioni. — Non crediam o opportuno di riportare qui le cifre delle quali si sono serviti il giornale di Roma e il deputato di B ergam o per venire alle deduzioni ri­ spettive, poiché, oltreché occupare troppo largo spa­ zio del nostro periodico, dovrem m o venire ad illustra­ zioni m inuziose che renderebbero interm inabili queste nostre osservazioni. D ’altronde siam o persuasi che i nostri lettori avranno seguita quella polemica nei molti giornali che 1’ hanno riportata. Ma non pos­ siamo a meno di notare che tanto l’on. Spaventa quanto il Popolo Romano partono coi loro calcoli dal solo bilancio del 18 8 3 , bilancio che ha m ostrata la Società delle M eridionali in uno stato di p ro sp e­ rità quale forse non attendevasi generalm ente. Ma a noi pare che per form arsi un esatto criterio delle condizioni finanziarie di un ente sociale im porti

tener calcolo non già di un solo anno, m a di un periodo abbastanza lungo che lasci fondatam ente, r i­ tenere q uale possa essere la vera potenzialità d el­ l’ente che si esam ina attraverso le varie vicissitu­ dini che tutte le industrie incontrano per via. — Noi siam o convinti che la Società delle M eridionali potrà anche m igliorarare, ma non escludiam o per questo il caso che incontri degli anni nei quali non potrà dare ai suoi azionisti la partecipazione che loro potè accordare in base al bilancio del 1883. E tanto più questo ci pare degno di nota inquantochè la stessa relazione del Consiglio di A m m inistrazione avverte chiaram ente gli azionisti che una parte e non piccola degli utili che vennero distribuiti non ra p ­ presentavano già vantaggi conseguiti nel solo eserci­ zio 1 8 8 3 , ma beneficii accum ulati negli anni p rec e­ denti e tenuti per prudenza in disparte finché con­ tinuavano le costruzioni delle nuove linee.

M a intorno a questo argom ento del riscatto ci pare di dover n o tare un altro punto, a nostro c re ­ dere non abbastanza concreto, sul quale fo n . S p a­ venta basava le sue conclusioni. L ’ on. Spaventa dice : se si fosse eseguito il, riscatto nel prim o se­ m estre del 1 8 8 3 , lo Stato avrebbe risparm iato cinque m ilioni e mezzo (il Popolo Romano dice invece poco più più di tre milioni) sulla somm a che dovrà ora sborsare quando voglia riscattare quella rete.

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410 L ’ E C O N O M I S T A 29 giugno 1884 gallerie; p er im pianto di nuove stazioni, am pliam ento

dei fabbricati, magazzini e piazzali delle stazioni esistenti; p er aum ento di binarli, scam bi ed altri congegni fissi delle stazioni, officino e depositi; per im pianto di nuovi depositi-locom otive e prese d’acqua, ed am pliam ento dei depositi già esistenti; per nuove officine del m ateriale fisso e mobile ed am pliam ento di quelle esistenti, com preso l’aum ento del m acchinario ed utensili ; p er aggiunta del se­ condo o terzo binario su alcune linee o tratti di linea; per aggiunta di fili telegrafici ed acquisto di nuovi apparecchi.

Siam o convinti che una parte di queste spese di­ pendono dalle condizioni nelle quali lo Stato riscattò le linee nel 1878, ma ci dom andiam o anche quanti

degli 80 milioni si'sarebbero risparmiati se lo Stato avesse fatto in tempo i lavori necessari. Citiamo un

solo esempio che vale per tutti ed è d'altronde ac­ cessibile an c h e ai profani dei m eccanism i ferroviari. N ella stagione d’autunno è noto che da m olti anni il G overno sospende t otalm ente o parzialm ente l’invio

delle m erci sulle linee dell’Alta Italia, in causa del

soverchio ingom bro, il quale non è già prodotto da m ancanza di rotabili, m a dalla ristrettezza delle prin­ cipali stazioni, le quali non hanno mezzo di far p ro ­ cedere i treni come conviensi. È per questo che lo Stato, a servire alcuni tratti di linea, deve noleggiare ogni anno all’estero, con una spesa non indifferente, un certo num ero di ca rri. M a se il G overno d urante questi sei anni dacché è proprietario della rete avesse spesi i 28 m ilioni che ora dom anda per am pliam ento di stazioni e per nuovi binari, non avrebbe anche risparm iata questa spesa?

E quante altre som m e anche più ingenti non si fendono ora urgenti solo perchè non si fecero in tem po lavori , riparazioni, am pliam enti, ecc. ?

O ra, noi, im penitenti a credere che lo Stato in qu alu n q u e condizione si trovi non sarà mai a ltre t­ tanto previdente quanto chi ha interesse ad esserlo, noi vorrem m o che, e l’ onorevole S paventa ed il

Popolo Romano nei loro calcoli sul riscatto av e s­

sero tenuto conto anche delle som m e che lo Stato av reb b e perduto riscattando le reti nel 1883 anzi­ ché nel 18 9 3 in causa della sua inabilità a m a n ­ tenerle in buone condizioni.

A noi pare che i 1 3 6 milioni che ora dom anda il G overno p er m ettere le sue linee in assetto no r­ m ale, abbiano un grande significato.

LA SITUAZIONE FINANZIARIA

I nostri lettori sanno p er prova che noi evitiam o di discutere intorno alle questioni politiche, appunto perchè vogliam o m antenere all’ Economista quel carattere che gli perm ette di esam inare le princi­ pali questioni econom iche, che si riferiscono alla prosperità del paese, con anim o calm o e sereno. Ma in m olte occasioni avem m o anche a lam entare v i­ vissim am ente com e la politica vada sem pre più in­ vadendo ogni ram o della pubblica attività e vi porti non già m aggiore luce o m aggiore energia di m o­ vim ento, m a piuttosto vi com pia un ’ opera deleteria che am m orza, fiacca, attutisce, oscura e rende sem ­

p re più difficile il regolare cam m ino della pubblica azienda.

Non è questo il luogo di esam inare quali sieno lo cause di questa azione che esercita la politica in ogni ram o della am m inistrazione dello S ta to ; ma è certam ente opportunissim o rilev are con tutta fra n ­ chezza le conseguenze di questo fatto tanto dannoso al paese, e richiam andovi sopra la attenzione di tutti, eccitare la pubblica opinione ad esigere ca te­ goricam ente che finisca.

Che gli uom ini politici ed il P arlam ento abbiano bisogno, per la stessa natura del loro ufficio, di una lotta che non sem pre è sterile, sebbene quasi sem ­ pre non m ostri il lato fecondo, lo si co m p re n d e; — che in generale le divisioni dei partiti e talvolta anche le gare personali sieno inevitabili nelle as­ sem blee politiche, anche se risultano aride e vuote, lo am m ettiam o. E d il paese senza dubbio, assiem o agli inconvenienti gravi e num erosi che sem pre più m anifesta il sistem a rappresentativo, com e oggi è inteso ed attuato, tien conto anche dei vantaggi di­ retti ed indiretti che ne ricava ed è disposto ad a p ­ prezzare questi in m isura più larga che non paventi quelli.

Ma il paese ha anche diritto di esigere che i suoi rappresentanti non dim entichino com e le divisioni dei partiti e le gare personali sono mezzo e non fine di un sistem a parlam entare ; ha d iritto di dom andare a’suoi rappresentanti che non facciano di u n ’arida lotta politica il pane quotidiano, dim enticando, trascurando od abbandonando l’ esercizio di quei doveri per i quali solam ente esiste il P arlam ento e per i quali i rappresentanti ricevono l’ onorifico m andato di sedere nella assem blea legislativa.

O ra, a tacere di tante im portantissim e questioni che non vengono dal P arlam ento esam inate poiché esso concede troppa parte del suo tempo alla po­ litica, a tacere di leggi im portantissim e le quali im ­ plicano tutto un indirizzo econom ico e che furono votate senza discussione — com e avvenne 1’ anno decorso per la legge sugli infortuni del lavoro — la Cam era italiana da qualche tem po m ostra di aver com pletam ente posto in non cale, anche quell’ordine di fatti che precipuam ente sarebbe chiam ato ad esa­ m inare con minuziosa e diligente cura, vogliam o diro i fatti di ordine finanziario.

I bilanci dell’entrata si discutono in una sola se ­ d u ta ; all’esposizione finanziaria i banchi sono d eserti; le interpellanze nelle questioni che riguardano il bilancio sono mosse dai m eno autorevoli e non rie ­ scono a sollevare una discussione efficace. E p p u re nella sua breve vita il P arlam ento italiano ha tra - j dizioni splendide ; e le vivaci lotte che in altro tem po i m antenevano attento il paese verso la assemblea elettiva, molto spesso avevano per argom ento la finanza dello Stato.

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C om unque è certo ch e nulla più può p rodurre inaspettate e dolorose conseguenze quanto la assoluta m ancanza di ogni prem ura, di ogni interessam ento delle Cam ere circa alle finanze dello Stato.

E meno ancora passiam o per buona la afferm a­ zione di alcuni, che cioè questa negligenza del P a r ­ lam ento sia giustificata dalla fiducia che esso ed il paese pongono nel M inistro delle finanze, nell’ono­ revole M agliani. Molte volte noi p ure abbiam o avuto occasione di lodare 1’ opera dell’ onorevole Ma­ gliani e di difenderlo anche dagli attacchi dei suoi avversari ; ed abbiam o riconosciuto in lui em inenti qualità che gli rendevano possibili anche degli audaci tentativi. Ma appunto perchè si è avuto la fortuna d’ un M inistro che seppe subito profittare delle nuove condizioni delle finanze per im prim ere ad esse un m ovim ento energico ed ardito ; appunto perchè da alcune parti i piani dell’ onorevole Magliani erano giudicati perfino tem erari, il dovere del Parlam ento nel l’esercitare il suo ufficio di minuzioso esam inatore si rendeva m aggiore. E se la m aggioranza divideva tutta intera la fiducia che il M inistro m anifestava nella potenza del nostro bilancio, aveva obbligo tanto più rigoroso di far vedere ai m eno fiduciosi ed agli avver­ sari che questa fiducia era legittim a, perchè veniva dai fatti provata la attendibilità delle speranze conce­

pite. Ai tim orosi poi ed agli avversari, non convertiti alle idee che avevano com battute, incom beva 1’ ob­ bligo di provocare la dim ostrazione della esattezza delle loro previsioni.

Intanto che cosa avvenne ed avviene tuttora ? — Che P arlam ento e paese da qualche anno procedono di esercizio in esercizio ignari, alm eno apparente­ m ente, della situazione finanziaria e lasciano dubi­ tare che tale negligenza o tale quiescenza abbiano moventi che certam ente non esistono.

Così abbiam o abolito il m acinato e non si è an ­ cora in m odo solenne e chiaro dim ostrato 1’ effetto di questa abolizione sul bilancio ; abbiam o abolito il corso forzato dei biglietti di banca e non sappiam o ancora l’esito di questa operazione e quanto abbiano alle previsioni risposto i fatti in tutti i punti ; — abbiam o aum entale straordinariam ente m olte spese e non apparisce, tranne che dai b ila n ci, quale con­ seguenza abbiano portato nelle finanze dello Stato. — Ma abbiam o anche veduto f onorevole M inistro dom andare col progetto di riordinam ento delle B an­ che un prestito di 80 milioni ; il tem po passa il progetto non si discute, gli 80 milioni non si hanno, ma nè il Parlam ento nè il M inistro sem bra se ne p reo c­ cupino. A bbiam o veduto presentare un progetto di legge per l’esercizio delle ferrovie, sul quale lo Stato vendendo u na parte del suo patrim onio (il m ateriale mobile), incassa 2 5 0 m ilioni, di cui 143 deve im ­ piegarne per lavori di ordinaria manutenzione delle

Imee. Ma sul progetto si fanno questioni politiche

quante si vogliono, m entre nessuno dom anda al Mi­ nistro come provvederebbe nel caso in cui il pro ­ getto non fosse approvato, e m eno ancora gli si dom anda com e mai si sia accum ulato tanto disa­ vanzo in lavori ordinari.

A rgom enti gravissim i adunque ce ne sono e molti che riguardano le finanze. Noi crediam o che a tutte le questioni 1’ on. Magliani avrà pronta e p e r­ suasiva risposta, ma il paese che non può leggere i bilanci e che sente p arla re di m olte diecine di milioni che occorrono, oltre le entrate ordinarie, si spaventa, si allarm a e dom anda ai suoi rappresen­

tanti, se questo sia il m odo col quale m antengono le splendide prom esse che sanno fare durante il pe­ riodo elettorale.

Badisi bene ! Il paese può benissim o appassionarsi per la politica, m a passato il m om ento della pas­ sione, giudica e severam ente ed inesorabilm ente co ­ loro stessi che hanno creduto di nascondere la loro negligenza con vani m iraggi.

Q uando nel 7 aprile 187 6 il K edive Ism ail pascià sospese i pagam enti dello Stato egiziano, ed ¡ p rin ­ cipali governi E uropei credettero loro dovere di m e t­ tere 1’ Egitto sotto la tutela di finanzieri da loro inviati; si poteva cred ere che solo m ovente della politica di quelli Stati d’E uropa fosse il dovere di tutelare i portatori del debito egiziano, i quali con tanto slancio erano venuti in aiuto di quel paese quando prom etteva quello sviluppo di forza e di ric ­ chezza che una saggia am m inistrazione poteva ric a v a re da quelle contrade.

E in generale nessuno mosse lagno degli en e rg ici provvedim enti presi nel novem bre 1 8 7 6 , com e quelli che tendevano appunto allo scopo di assicu rare il regolare versam ento nelle casse dello Stato di quelle entrate che form avano la garanzia speciale accordata ai creditori.

E quando i signori G oschen e Jo u b ert fallirono nelle loro previsioni e nei loro calcoli e si trovò che le en tra te non potevano bastare ad altro che al p a­ gam ento degli interessi del debito così che fu n ec es­ sario sbalzare dal trono Ism ail pascià e sottoporre la am m inistrazione del suo figlio e successore T ew fik al controllo dei signori W ilson e B lignières com m is­ sari dell’Inghilterra e della F rà n c ia , e più ta rd i ad una com m issione nella quale F ra n c ia ed In g h ilterra avevano ciascuna due rappresentanti e 1 Italia, 1 A u­ stria, la G erm ania e l’E gitto uno ciascuno, — anche allora si ritenne che le principali potenze avessero principalm ente di m ira l’ interesse dei creditori del­ l’Egitto, i quali d ’altronde si accontentarono di r i­ duzioni sensibili.

Ma anche il controllo delle potenze E u ro p e e si m ostrò inefficace a m antenere in sim ili condizioni l’Egitto sia in quanto rig u ard a la tranquillità interna, sia°in quanto spetta all’ am m inistrazione finanziaria. — E tutti ricordano i tentativi del generale A raby, il bom bardam ento di A lessandria, la occupazione d el- 1’ E gitto da parte dell’ In ghilterra, il conseguente e cresciuto indebolim ento di quel paese, e finalm ente la g u erra del S udan che lo trasse all’estrem a rovina. S Oggi le potenze E u ro p e e si m uovono u n ’altra volta ed in questi giorni deve aprirsi a L ondra u n a con­ ferenza internazionale p er discutere la questione fi­ nanziaria dell’E gitto.

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412 L’ E C O N O M I S T A 29 giugno 1884 Ma invece esprim erem o la nostra alta m araviglia

che questi interessi politici, dei quali tuttavia non contestiam o la im portanza, vadano a calpestare dei diritti sacrosanti che le potenze E uropee con grado m aggiore o m inore di responsabilità avevano però prom esso di rispettare e tutelare.

Le finanze Egiziane sono dagli avvenim enti di questi ultim i anni squilibrate, afferm a il signor G ladstone nel parlam ento inglese, ed è quindi necessaria una nuova conferenza degli Stati d’E u ro p a affinchè si stabiliscano nuove condizioni ai creditori di quel paese. V arrebbe in v erità la pena che qualche voce si alzasse nel P arlam ento di quel paese, dove pure tante volte il sentim ento della giustizia prevalse su quello dell’egoismo, e dom andasse a chi incomba la responsabilità delle difficili condizioni nelle quali l’Egitto si trova. F u l’E uropa e specialm ente l’ In­ ghilterra che volle assum ersi la tutela dell’am m ini­ strazione egiziana affine di salvare i diritti dei bond­

holders. O ra nel diritto di tutto il m ondo civile chi

im prende ad am m inistrare l’altrui afferm a la respon­ sabilità dei suoi atti e d eve sopportare le conseguenze che da questi atti derivano.

Ma invece vediam o l’ Inghilterra con nuovo p rin ­ cipio giuridico andare in casa altrui e poi p re te n ­ dere che altri debbano sopportare il peso dei danni che essa p er le proprie viste e per le proprie m ire ha arrecati.

P u r troppo è un esem pio tristissim o quello che dànno le potenze E uropee in tutto questo affare m ostrando di avere un concetto singolare della onestà. Quei principii di equità e di giustizia che pu r v o ­ gliono rispettati in casa propria e che si guard e­ rebbero bene dal frangere nella cerchia del loro territorio, sono addirittura sconosciuti, e dispregiati perchè trattasi di un paese il quale non è annove­ rato tra i civili. Bel saggio della civiltà europea che viene m esso dinanzi agli occhi di quella nazione che osiamo poi chiam ar non civile !

Poiché abbiam o veduti molti Stati d’ E uropa in difficilissime condizioni politiche ed econom iche sop­ portare i più duri sagrifizi affine di non venir meno agli im pegni assunti. E la condotta dell’ Italia di fronte ai suoi creditori anche quando p u r aveva tanti argom enti con cui giustificare od alm eno spiegare una riduzione del debito ed una sospensione dei pagam enti, fu da tutti apprezzala e lodata. E l’Italia era uno Stalo nascente, sorto in mezzo a m ille dif­ ficoltà il quale com inciava la sua vita politica, as­ sum endosi il debito di tanti piccoli Stati che aveva assorbiti.

Ma l’ Inghilterra è ricca, l’ Inghilterra nell’ Egitto vide sem pre e vede senza celarlo una delle cause che possono m antenere o far declinare rapidam ente la sua p ro sp erità ; e tuttavia dopo av e r portato in quella regione lo scom piglio finanziario, ed esser essa stessa stata la causa dello squilibrio che oggidì si rivela, declina ogni responsabilità e raccoglie una conferenza alla quale gli altri Stati si prestano, ed in sostanza d ic e : — io ho bom bardato A lessandria, io ho assunta l’ am m inistrazione dell’ E g itto ; io ho reso possibili i disastri del S u d a n , ma deliberiam o che i danni sieno pagati dai creditori.

E quasi questo atto di brutale cinism o non ba­ stasse, a dividere tanta responsabilità, la F rancia accorrerà essa pure p e r ren d e re più legittim a la spogliazione, rendendosene com plice.

Questo sconvolgim ento delle m assim e di onestà,

che dovrebbero essere im poste ai poveri ed ai de­ boli dall’esempio dei ricchi e dei forti, ci fa pensare assai m ale dell’avvenire.

E noi vorrem m o che la conferenza che si apre oggi a Londra chiudesse con un v erd e tto , il quale suonasse come l’antico adagio : chi ha rotto paghi.

L’ ESPOSIZIONE NAZIONALE DI TORINO

p a c c h in e utensili, placchine motrici, ¡Materiale ferroviario

A rgom ento di questa mia lettera fo la m eccanica. È questa la scienza universale, p erc h è il cosmo non è che m ateria in moto. Ma questo punto di vista è troppo alto ; perciò mi abbasso subito dalla teoria del futuro alla pratica del presente. O sservo anzi­ tutto che, dal punto di vista econom ico, la potenza d’ una nazione dipende essenzialm ente dalla quantità delle m acchine che pone in moto. La produzione deriva dalla forza che vi si im piega. Ora cosa è la forza m uscolare dell’uomo e delle bestie? È pochissimo a fronte delle forze naturali inanim ate. Un cavallo di vap o re equivalo a IO u o m in i; ed una m acchina di 1000 cavalli non è niente di strao rd in ario ; cosicché in un esiguo spazio è facile di concentrare dieci mila uom ini obbedie ,fissim i ad ogni cenno, che non m an­ giano che acqua o carbone. Da ciò è risultalo che la grande industria, che si vale di m otori inanim ati, supplanta sem pre più la piccola che adopra la forza m uscolare. A questa rim ane l’ ag rico ltu ra; m a q u i anco-a un rivolgim ento si m anifesta, che com incia a passare dall’ Am erica all’ E u ro p a e che dim inuirà grandem ente il num ero degli operai della te rra. Non indago se sia un bene od un m a le; mi limito ad osservare che ciò avverrà necessariam ente. F rattan to mi dom ando: a qual punto siam o noi col progresso m eccanico? È quanto chiedere ; quale entità di forze inanim ate volgiam o a nostro vantaggio, appli­ candole a m uovere dei m eccanism i? La statistica dovrebbe inform arcene, e non dice niente ; essendo tutta occupata nel valutare il num ero dei m atrim onii, delle nascite, delle m orti, delle m alattie, profes­ sioni, etc., tu tte cose buonissim e, ma che m ostrano un lato solo della questione sociale. Citi ha mai calcolate le forze idrauliche tutte, o alm eno le più rilevanti, che esistono nello S tato? Il congresso degli ingegneri di Roma ha chiesto al G overno che si occupi di questa ricerca ; ma sarà stato fiato buttato, benché gl’ impiegati dell’ ex -m a cin a to abbiano fatto qualche studio in proposito.

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m ilitare e le locomotive delle strade ferrate esso ri- sponde che i nostri fabbricanti non sono capaci di lo rn n e il bisognevole. P otrebbe a d d u rre questa scusa se n um erose grandi officine fossero in grado di pubblicam ente s m e n tirlo ? Si dice che la nostra inferiorità nella m eccanica deriva dal caro prezzo del com bustibile. Ma Aquesto è un vedere un lato solo della questione. E vero che il carbone costa in Italia più che all’ estero. V ’ è però in com penso il mi ti or prezzo della m ano d’ opera. Un operaio in Italia si contenta di 2 a 3 lire al giorno. Lo stesso uom o si paga il doppio in F ra n cia o in In ghilterra, e poco m eno del doppio in Belgio, G erm ania, Sviz­ zera. La verità è che non siamo intraprendenti e che siamo inoltre m olto arre tra ti, in m eccanica in ­ dustriale. L industra della fabbricazione degli oro­ logi, che si fanno ora più che a m ano colle m ac­ chine, perchè riescono più esatti e m eno dispendiosi, p er qual m otivo non prospera iri Italia? Leggo i n ­ latti nel vostro giornale del 15 corrente che, nel 1° quadrim estre di q uest’anno, 1* im portazione degli oro­ logi com uni da tasca, è aum entata di 47° mila ! Dove siamo bravi è negli orologi da torre. Di questi ve ne hanno molti all’ esposizione, m entre pochissimo ho veduto di orologi tascabili, benché ve ne siano alcu n i; ed anche cam pioni di cronom etri spediti da B arbaci di F irenze, Pontus di Sesto-Calende, S uter di Catania e T irassa d’ Ivrea.

L e m acchine sono fatte dalle m acchine. In una grande officina m eccanica la forza è un m otore a vapore, ad acqua, ad aria com pressa, e perfino a g a z ; perchè anche le m acchine a gaz crescono di dim ensioni, ed ora se ne fanno della forza di 60 cavalli. Il gaz però costa caro, a m eno di fabbri­ carselo da sè, loehè può ancora praticarsi e si pra­ tica. P erchè si adopra la m acchina per far gli o r ­ gani delle m acchine n u o v e? P er risparm io, prim a dì tutto, poi p er concentrare il lavoro in poco spazio; nè^ciò solo, m a ancora per ottenere m aggior per­ fezione nei risu ltati. Intatti il lavoro a m ano non è mai così esatto come quello dove l’abilità dell’o p e­ raio non è in questione. S egare, tornire, piallare, forare, centinare, cilindrare, inchiodare, fare le viti, le ruote dentate, stazzare, fresare, m artellare, venti­ lare, ete., tutto sì fa m eccanicam ente con precisione assoluta sui m etalli com e sui legnam i. A nche le pietre si lavorano così e noi m andiam o il m arm o di C arrara in F rancia a questo scopo. La fabbricazione delle m a cc h in e-u te n sili è dunque, da per se sola, tutta u na industria alla quale possono applicarsi e si ap­ plicano delle officine speciali. In questo genere ho osservato vari fabbricanti. N oto, fra questi C arrera- P rata di T orino che espone delle m acchine-utensili di grandi dim ensioni; ed ancora D ecker, S avant, T as­ soni, A storero, Colletti, A ndreis, Tarizzo, Fogliano, pa­ rim ente di T orino. A nche C ravero di Genova, B arbieri di Casteim aggiore, Longhi e Mino d’A lessandria, Tani di Catania, B areliceri di Bologna, la società V eneta, la ditta G iiller di Intra, ne hanno inviate. Nè voglio dim enticare u n sem plice operaio, Arona di Busalla, che ha esposto una m acchina p e r fabbricare pignoni m etallici, cioè piccole ruote, di varie dim ensioni. Non ho veduto, a d ir vero, delle novità, in queste m acchine-utensili ; contuttociò mi è sem brato che non poche cose esposte siano m eritevoli di lode ; fra le quali u n torno che, p er lunghezza di s u p ­ porti e diam etro del piatto, potrebbe trovare m en­ zione onorevole in u na esposizione universale.

Fo b rev e cenno di altri utensili, tralasciando quelli che riflettono 1’ ag ricoltura della quale non mi occupo. P aradotti di C uorgné, G randi, Riganti, D uchini di Solbiate, Bentivoglio, espongono incudini, tanaglie, ascie, m artelli, cesoie, etc. A dam di M ilano, Tencone e L aurenti di T orino hanno lime d’acciaio. Q uest’ ultim o che si recò ad ap prendere m inuziosa­ m ente tale fabbricazione in F ra n cia , possiede ora una grandiosa officina che dà lavoro a centinaia d’ operai e fa spaccio grandissim o delle sue lim e ; ¡ metodi di fabbricarle, sia a m ano che a m acchina, si vedono esposti nella G alleria del lavoro.

Le m acchine m otrici abbisognerebbero esse sole, per essere ben descritte, di un intero volum e. Non posso frattanto accennarle che di volo e sortirei dal quadro A&WEconomista se in altro modo le c o n s i­ derassi. Ilo vedute poche m acchine idrauliche ; v a ­ rie m o trici a vapore di diversi tipi ; nonché delle m acchine ad aria, a gaz e perfino a benzina. V errà poi il sistem a ustorio per utilizzare direttam ente il calore solare che piom ba inutilm ente su i terreni nudi e su i coperti delle c a se ; di questo non v ’ ha traccia all’ Esposizione, benché P erincioli di O cci- m iano abbia esposto un apparecchio di quattro ca­ lotte di cartone d irette appunto all’ accum ulazione del calore solare. Non è detto però a quale scopo, se cioè m eccanico o fisico.

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414 L’ E C O N O M I S T A 29 giugno 1884 contare i getti d’abbellim ento ec. Sono però ben lungi

dal dire che tutte queste m otrici a vapore adoprino com pletam ente la loro forza, perchè mi sem bra che sia m olto m aggiore del bisogno ; nè biasim o quest’esube­ ranza; perchè si giudicano meglio le m acchine in moto di quelle che stanno ferm e. O ltre ai m otori sum m en­ zionati, e tralasciando le locomobili addette all’ in­ dustria agricola, rilevo l’esposizione d ’altri m otori a vapore. Così C ravero di G enova ha inviata una C om pound m arittim a di 100 cavalli ; la Società V e­ neta di costruzione u na gem ella ; G u ppy di Napoli u n a C om pound con due cilin d ri sullo stesso asse. D u M orsier di Bologna e B ru n n er di Salerno una piccola m otrice ciascuno, m entre tre n e ha inviate Cairola di Torino. Calzoni di Bologna ha una Com­ pound a due cilindri paralleli. Consani di F irenze m acchina e caldaia a vapore. F u m aro li di Rom a m otore verticale. Da ciò si rileva che la m edia e bassa Italia, eccezion fatta delle R om agne e di S a ­ lerno, non hanno quasi affatto rilevanti in d u strie di m otori m eccanici. Lo stabilim ento di P ietr’ A rsa è didatti governativo e non indica industria vera e propria. Gli invii di Toscana e R om a sono m in u ­ scoli. E frattanto L ivorno, Napoli, P alerm o, Catania, sareb b ero località nelle quali, pel bassissim o prezzo della m ano d’opera e la facilità d’ottenere a discreto costo le m aterie p rim e, queste in d u strie potrebbero prosperare.

Poco m i ò lecito dire sul m odo d’ agire delle ac­ cennate m acchine a vapore. P revalgono il sistem a a condensazione, b enché non sem pre C om pound, e le distribuzioni a scatto, sistem a S ulzer. L uciano e Campo hanno studiato u n sistem a di distribuzione bizzarrissim o senza scatto, e pretendono sia m olto econom ico. Non m i p ronuncio su di esso. Si vedono inoltre delle m anovelle a disco che possono giovare nelle m otrici a m olta velocità e che, in altre m eno celeri, non sem brano vantaggiose. T ran n e ciò, non m i pare di scorgere alcun che di nuovo. Sono del resto troppo ristretto nello spazio p er poterm i fe r­ m are su alcuni particolari tecnici che, ai lettori d el- l 'Economista, sem b rereb b ero superflui. Passerò dun­ q ue in breve rivista gli altri m otori.

Ho già osservato che nella G alleria dell’elettricità, vi sono d ue m otori a gaz. 1 fabbricanti sono L an- gén e W olf ed il sistem a eseguito è l’Otto. In altro modo è costituita u na delle due m acch in e di Du M orsier di Bologna ; la sua m otrice gem ella che ho veduta nella G alleria del lavoro è della forza di 12 cavalli ed appartiene a l sistem a F accioli, ed è a doppio effetto, perchè alternativam ente la m iscela si fa in u n cilindro e l’esplosione n ell’ altro. Motori a gaz furono inviati altresì da G rugnola di Milano e Doglio di Torino. Ho osservato ancora due m acchi­ nette di B ernardi di Padova che utilizza il gaz di benzina. Q ueste m acchinette sono applicabili alle più piccole fatiche, quali sarebbero azionare le m acchine da cucire e sim ili altri lavori dom estici. Il costo ne è però troppo alto. M enziono ancora le m acchine ad aria. Q ueste sono ad aria calda o ad aria com ­ pressa. S e ad aria calda, non bisogna m andare la forza a buona distanza, sta n te il raffreddam ento. Se sono ad aria com pressa, la perdita è poca anche p er lunghe trasm issioni ; l ’aria com pressa non è però la forza, ma il veicolo di essa. La forza è il vapore l’acqua, ecc., e q u esta si perde in g ra n parte, p e r­ chè, l’aria si scalda n el com prim ersi e reagisce di più. Ho già indicato i m otori ad aria com pressa per

lavoro di m iniere. Di quelli ad aria calda, ne hanno inviato Zonghi d’ A lessandria, F aussen di Milano, G asparini di Rom a. P rim a di lasciare quest’ argo­ m ento delle m acchine m otrici fisse, accenno ancora a Fenoglio di T orino che ha un apparato ove ado- pra il petrolio.

V engo alle locom otive ferroviarie ed ai veicoli che esse trascinano. Le prim e sono poche e non m o ­ strano nulla di nuovo. In u tile di cercare una loco­ m otiva Com pound a tre cilindri p er ferrovia, od una ad acqua calda senza focolare per tram vie. 1 fabbricanti che hanno esposto sono C erim edo, Ansaldo, l’officina di P ietr’A rsa. 1 sistem i sono i soliti. In una di esse vi ha il carrello am ericano e le ru o te posteriori ac­ coppiate ; è una locom otiva dell’Ansaldo di S . Pier d’A rena. L 'I ta lia centrale brilla per l’ assenza, non solo di locom otive, m a ancora di veicoli, tranne D ósireux di F irenze che ha inviata una di quelle v etture per tram che si chiam ano giardiniere. Di v ettu re e carri ferroviarii però non c’ è penuria. Diatto di Torino ha didatti u n a copiosa esposizione perchè ha v ettu re di l a classe, m iste di I* e 2,a sul sistem a inglese, cioè a com partim enti, e ne ha m iste di 2 a e 3 ,a nonché un carro m erci suscettibile di 12 tonn. di cui però ignoro il peso proprio. Nei veicoli ferroviarii il peso m orto è questione im por­ tante e gli espositori in genere hanno omesso di indicarlo m entre lo dovevano. La più com pleta esposizione di veicoli è quella di G rondona di Milano, che ha vetture per tram a c a v a lli; ne ha, p er binario r i ­ dotto, sì di prim a che di seconda classe sul sistem a am ericano, cioè cogli ingressi a terrazzino ai due capi ; ha dei ca rri, sì per binario norm ale, come ancora pel ristretto , con scattole a snodo, ed ha una carrozza lunghissim a contenente sedili per 40 per­ sone, brande p er m alati, e piattaform e ai term ini. Q uest’ enorm e veicolo, che porta u n freno ad aria com pressa, è appoggiato ad 8 ru o te e 2 carrelli a sterzo. Il metodo dei carrelli a sterzo non è di n o ­ stra invenzione, essendoci venuto dagli Stati Uniti ; si adopera per passare facilm ente nelle curve, no­ nostante una rilevante lunghezza delle vetture. Il carrello didatti si com pone di 4 piccole ru o te fis­ sate in un telaio che gira attorno ad un asse v e r­ ticale, sotto alla cassa e sul davanti della vettura. N ulla vieta che, com e nella v e ttu ra -o sp e d a le s u in ­ dicata, ve ne sia un altro sul d id ie tro ; a condizione che, fra i due carrelli, vi sia un num ero sufficiente di assi paralleli ed orizzontali che im pediscono la sortila dalle rotaie. G rondona ha però esposto il si­ stem a a snodo che tendo a rim piazzare il carrello e perm etterebbe di passare nelle curve perfino di 20 m. di raggio. M entre col sistem a ordinario le sale o assi d’una v ettu ra sono sem pre paralleli, nonostante che si cam m ini in cu rv a , e le scatole in cui passano gli assi non possono m oversi che verticalm ente, colla snodatura invece degli angoli di un rettangolo che può piegarsi, diventando un parallelogram m o, gli assi e le ru o te possono deviare dal parallelism o, con fa­ cilitazione nel passaggio per le cu rv e. Q uanto alla Società delle M eridionali essa ha esposto vari veicoli ferroviari, fra i quali trovo notevole u n carro-m erci, da 25 tonn. di carico, con 8 ru o te e 2 carrelli. Circa ai veicoli dell’Alta Italia non ho nulla da no ­ tare, tranne i corrim i coperti sopra u n fianco delle vetture. Mi ferm o piuttosto su ll’esposizione della S o ­ cietà V eneta, la quale ha delle novità.

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turisti c h e si recano ai nostri laghi alpini, p e rc o r­

rendo ferrovie a scartam ento ridotto. È di l a classe ed elegantissim a e non contiene che 16 posti; vi si deve viaggiare deliziosam ente. È a carelli; tappezzata non di stoffa, ma di una com posizione, o pasta che voglia c h ia m a rs i, c h e , p er nostra vergogna, viene dall’estero. L’entrata è nel mezzo, m a ha dei terraz­ zini alle testate. P iù utile è il treno ospitale di cui si vedono due vetture. U na è pel capitano m edico, j gl’inferm ieri e la farm acia. In tem po di pace serve I come v ettu ra m ista di l a e 2 a classe, nonché per \ bagagliaio. I bagagli sono collocati nel com partim ento interm edio ; negli altri due stanno le due classi. Ha molle d’acciaio solile e molle di cautchoux. Pel tra ­ sporto dei feriti si fa seguire da 12 v ettu re con brande per m alati, che 'possono disporsi in due od anche in tre piani. N ella prim a sistem azio n e, ogni vettura può contenerne 16; nella 2“ 2 4 In totale, al più, 288 m alati. In tempo di pace ogni vettura giunge a contenere 68 viaggiatori di 5 a classe. Q ueste v e t­ tu re sono m unite di carrelli a sterzo per agevolare il passaggio nelle curve e scuotere m eno i feriti. Le molle sono quelle suindicate.

Qui fo punto. In una prossim a mia dirò alcun che delle m acchine speciali e dei prodotti chim ici. A r­ gom enti im portantissim i che non posso tralasciare.

11 Congresso delle Camere di Commercio

Come abbiam o detto lunedi 23 corrente ebbe luogo in Torino l’ inaugurazione di questo Congresso nella g ran d ’aula del Palazzo di C arignano, che per tanti anni servì di sede al P arlam ento Subalpino.

T utte le 73 Cam ere di Com m ercio del Regno hanno fatto adesione al Congresso inviando quasi tutte i loro rappresentanti| i quali som m ano a più d’un centinaio. Vi intervennero pure l’on. B erti Do­ m enico, ex-m inistro di agricoltura, industria e com ­ m ercio ; il conte Di S am buy, com e rappresentante del p rin cip e A m edeo, presidente dell’Esposizione ; l’ono­ revole V illa, presidente del Com itato e sec u tiv o ; il com m . Aiello, presidente della Società prom otrice dell’ in d u stria nazionale.

R appresentava il G overno il cav. Zaverio Conti, ff. di P refetto di T orino, e inoltre assisteva, p er in ­ carico avutone dal m inistro G rim aldi, il cav. A ntonio Monzilli, capo-sezione alla D irezione dell’ industria e com m ercio, delegato del G overno nella Com m issione doganale.

Il cav. Sormani, fatte le presentazioni delle a u to ­ rità ai congressisti, lasciò la parola al cav. Locami il quale lesse una lettera dell’on. G rim aldi, in cu i il m inistro esprim e il rincrescim ento che i lavori parlam entari gli im pediscano di interv en ire al C on­ g resso ; loda il program m a del Congresso ; ed e s p ri­ m e la sua fiducia nelle rappresentanze com m erciali, le quali potranno dare al G overno utili norm e.

li conte Di S am buy sulutò i congressisti a nom e delle città di Torino ed il cav. Conti in nom e del G overno dichiarando quindi aperto il Congresso.

P rocedutosi im m ediatam ente alla costituzione del seggio e delle sezioni, si ottennero i seguenti re ­ sultati :

P residente onorario : B erti com m . deputato Do­ m enico.

P re sid e n te : L ocam i cav. prof. G iuseppe.

V ice-presidenti : Boschiero com m . G iovanni, p re si­ dente della C am era di com m ercio di A lessandria — P etriccioni cav. avv. L uigi, vice-presidente della ca­ m era di com m ercio di N apoli — V enturi com m . P ie­ tro , m em bro della Cam era di com m ercio di Rom a — Pavia com m . A rnaldo, vice-presidente della C am era di com m ercio di Milano.

S eg reta ri : P alestrino avv. Paolo, segretario della C am era di com m ercio di Torino — V alussi cava­ liere D . Pacifico, segretario della C am era di com ­ m ercio di U dine — A bbate Tom m aso segretario della C am era di com m ercio di P alerm o — Barzellotti cav . avv. L uigi, segretario della C am era di com m er­ cio di F irenze.

4 a Sezione — P re sid e n te : V enturi com m . P ietro — V ice-presidente : Zucchini cav. prof. ing. Cesare presidente della C am era di com m ercio di Bologna — S egretari : De L u c a Caruazza prof. cav. S alvatore, seg retario della C am era di com m ercio di Catania — V ecchi avv. cav. Pio, segretario della C am era di com m ercio di M odena.

2 a Sezione — P re sid en te : Positano cav. A ngelo Zaverio, presidente della C am era di com m ercio di B ari — V ice-presidente : Scuto cav. Sebastiano vice presidente della C am era di com m ercio di Catania — S egretari : N icastro cav. S alvatore, segretario della C am era di com m ercio di S iracusa — M arineóla b a ­ rone F ilippo, segretario della C am era di com m ercio di Catanzaro.

3 “ Sezione — P residente ; U rbini cav. Moisè, pre­ sidente della C am era di com m ercio di Massa C ar­ rara — S egretari : Signorini ragioniere Carlo, seg re­ tario della C am era di C om m ercio di Arezzo — V i- m ercati cav. conte prof. G uido, consigliere della Ca­ m era di com m ercio di F irenze.

I tem i proposti alle discussioni nelle Sezioni sono i seguenti :

N ella I a S ezio n e:

4 ° R evisione della tariffa doganale generale e dei trattati di com m ercio in conform ità dei leg itti­ mi bisogni della produzione e dei traffici nazionali, nonché degli interessi agricoli del paese.

E sam e delle n orm e che regolano la m ateria doga­ nale proposta delle necessarie riform e.

2 ° E sam e delle condizioni dei trasporti f e r ro ­ viari in rapporto ai bisogni delle industrie e dei com m erci e studio del principio inform atore più op­ portuno nello stabilim ento delle tariffe ferroviarie.

Della necessità d i sem plificare ed unificare le t a ­ riffe esistenti per le varie linee del R egno e di coordinare ai trattati di com m ercio le convenzioni internazionali ferroviarie.

N ella 2” S ezione:

4° Se utili o non piuttosto dannosi siano al com m ercio ed alla m arina m ercantile nazionale i sussidi che il G overno assegna ad alcune speciali Com pagnie di navigazione.

Q ualora venga riconosciuta l’utilità di m antenere i sussidi governativi, se e quali m odificazioni siano da introdursi nei patti contrattuali esistenti fra il G overno e le società sussidiate, a tutela del c o m ­ m ercio nazionale.

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416 L ’ E C O N O M I S T A 29 giugno 1884 Nella 3a Sezione :

1° Se non sia il caso di chiedere che venga m odificato l’ articolo 31 della legge 6 luglio 1862, affinchè, corrispondentem ente alle istruzioni conte­ n u te nella circolare m inisteriale 22 novem bre 1875, v i sia introdotta una esplicita disposizione, in forza della quale le Società e ditte com m erciali, nonché gli istituti di credito, che abbiano più sedi, su c cu r­ sali o stabilim enti in due o più distretti cam erali, sieno tenuti a pagare la tassa cam erale in ragione del luogo di esercizio, cioè alle diverse C am ere in proporzione dei redditi ottenuti dalle sedi o dagli stabilim enti com presi nel territorio di ciascuna di esse.

2° Dei m odi più efficaci di far cessare od al­ m eno di dim inuire la em igrazione italiana, allo scopo di conservare a vantaggio del paese l’opera dei no ­ stri agricoltori ed operai.

D ella necessità di una legge che vieti, tanto a privati cittadini quanto a so c ie tà , com pagnie od agenzie nazionali od estere, di prom uovere in Italia 1’ arruolam enti di em igranti nei paesi fuori d’E uropa, o quanto m eno subordini colali arruo lam en ti ad efficaci cautele e disposizioni disciplinari.

Al mom ento in cui scriviam o la 2 a e la 3* S e ­ zione hanno in gran parte discusso uno de temi a ciascuna destinato e le resultanze di queste discus­ sioni com e le altre saranno presentale in una delle prim e adunanze G enerali del congresso. T errem o inform ati i nostri lettori di quanto hanno deliberato le sezioni, delle conclusioni dei relatori nonché dei voti finali dell’ intero congresso.

RIVISTA DELLA STAMPA

S ULLA QUESTI ONE F E R R O V I A R I A

Il Popolo Romano seguitando a commentare e a giustificare una ad una le principali disposizioni con­ tenute nelle convenzioni ferroviarie, osserva nel suo numero del 22 che se colie convenzioni stesse non si è potuto assicurare subito al paese il benefizio di quei ribassi di tariffe, che sarebbero stati desiderati da molti, ciò è dipeso dal non aver voluto il Governo, per una doverosa tutela degli interessi del pubblico erario, accordare alle società, in compenso delle spese di esercizio una percentuale superiore a quella del 62,50 per 100 che era la più bassa possibile ad ot­ tenersi. — Infatti anche prendendo a base, le tariffe attuali quella percentuale, apparisce inferiore al costo medio dell’ esercizio delle nostre ferrovie, e quindi il volere per giunta anche un troppo sensibile ribasso nelle tariffe, sarebbe stato lo stesso che renunziare alla speranza di concludere dei contratti seri.

Nel suo numero del 24 poi parlando delle ferro­ vie complementari, dice che escluse quelle di prima categoria, non sarebbe stato possibile sperare che le società ne assumessero l’esercizio per il solito corre- spettivo del 62,50 del prodotto lordo, mentre è certo che per molto tempo quelle ferrovie daranno un pro­ dotto lordo inferiore alla spesa necessaria per eserci­ tarle. È da ritenersi poi che le condizioni stabilite per l’esercizio di quelle linee, cioè una sovvenzione fissa di lire 3000 a chilometro e la metà del prodotto lordo, sia abbastanza equo. Anche avuto riguardo alla circostanza, che le spese necessarie all’esercizio di una ferrovia in parte sono fisse, in parte proporzio­ nali al movimento del traffico. Come è di tu tta equità

l’attribuire alle ferrovie di montagna una lunghezza aumentata fittiziamente del 50 per 100, vista la più diffìcile manutenzione e il più costoso esercizio di tali linee.

Il Corriere Mercantile del 20, trattando delle clausule delle Convenzioni relative al materiale mo­ bile, dice che colle medesime si viene a porre in essere una vera compra e vendita del materiale stesso, che Io trasmuta in un prestito larvato, quale maligna­ mente vorrebbero farlo apparire gli oppositori, la cir­ costanza che le società esercenti hanno assicurato un frutto del 5 per 100 sul prezzo del materiale acquistato. Imperocché questo interesse si preleva dai prodotti dell’esercizio, e ciò è ben naturale trat­ tandosi di un capitale necessario per l’ impianto del- l’ impresa. Che se tale prelevazione, viene fatta da quel 10 per 100 del prodotto lordo, che è destinato ai fondi di riserva, e forma così un di più alle percen­ tuali del 62,50 assegnato alle società, in correspettivo delle spese di esercizi, è però ovvio il comprendere, che facendosi altrimenti, la percentuale del 62,50 per 100 non sarebbe più sufficiente; bisognerebbe stabilirne un’altra più elevata, e allora col progres­ sivo sviluppo del traffico i lucri delle Società si fareb­ bero di gran lunga maggiori.

Il Commercio di Genova nel suo numero del 21 corrente, facendosi a confutare l ’ormai vieta accusa che l’esercizio privato non è conciliabile colle esigenze della difesa militare dello Stato osserva giustamente che non solo le ferrovie furono costruite e si vanno sempre costruendo per guisa da poter sempre ser­ vire nel miglior modo possibile alla rapida mobiliz­ zazione, al trasporto e al concentramento delle no­ stre forze militari, ma nelle stesse convenzioni sono stati imposti specificatamente alle società esercenti molteplici condizioni ed oneri intesi appunto a far si che le nostre ferrovie possano pienamente corrispon­ dere a quegli speciali uffici, ai quali sono chiamate dalla moderna strategia ; oneri dei quali le nostre autorità militari si sono chiamate pienamente sod­ disfatte.

La Stampa del 22 rispondendo alla Tribuna di­ mostra che le modificazioni introdotte nelle Conven­ zioni agli articoli 8, 10 del progetto Baccarini con­ cernenti i compensi da accordarsi alla società per ogni ribasso di tariffe che voglia imporsi dal governo non sono altro che o utili miglioramenti, o tempera- menti necessari per rendere attuabili in pratica le disposizioni di quegli articoli.

E sempre sulla questione delle tariffe lo stesso pe­ riodico per dimostrare con quanta leggerezza si viene a censurare l’opera del ministero, prende ad esempio le nuove tariffe per il trasporto dei carboni e dei combustibili che si dicono troppo elevate in confronto di quella degli altri paesi. — Ora è vero che il tra­ sporto dei carboni è fissato da 5 a 6 centesimi per tonnellata, prezzo di trasporto sempre più basso del­ l’attuale, mentre nel Belgio si pagano 3 cent, e 1[2 soltanto e in Inghilterra 4; ma non bisogna dimen­ ticare che nel Belgio quel prezzo di trasporto è con­ cesso soltanto per ì carboni che si esportano, mentre per il consumo locale il prezzo di trasporto è fissato a cent. 5, 3 e che in Inghilterra il prezzo di 4 cent, a tonnellata non è accordato che ai trasporti di 20 a 25 vagoni completi.

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la durata della concessione, anziché in due periodi di 30, in tre periodi di 20 anni, come lo prestava il progetto Baccarini, e come lo consiglierebbe anche l’esempio di altri paesi nei quali il periodo diciamo di 20 anni è stato giudicato sempre sufficiente ad una seria esperienza del contratto.

Per contro il Fascio della Democrazia imprende nel suo numero del 22 un parallelo minuto fra le con­ venzioni del 1877 e le convenzioni Genala, tentando di fare apparire questa assai più disastrosa allo Stato di quelle, e ne conclude non essere^ giusto, che oggi, dopo abolito il corso forzoso ed assicurato il pareg­ gio, invece di esigere dalle società esercenti delle condizioni migliori, si voglia imporre al paese di ac­ cordare agli assuntori dell’esercizio ferroviario dei benefizi piti larghi di quelli di cui si chiamarono con­ tenti nel 1877.

BULLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI

(S itu azio n i al 31 maggio)

Banca mutua popolare Siracusana. — Capitale

versato L. 40 0 ,0 0 0 ; Riserva L. 6 2 ,7 8 0 ; Com i c o r­ renti L. 12 3 ,6 3 4 ; R isparm io L. 1 2 3 ,6 3 4 ; Portafoglio L. 1 ,4 3 1 ,6 3 6 ; Buoni del T esoro L. 1 5 0 ,0 0 0 ; Anti­ cipazioni L. 1 2 1 ,1 9 4 ; S offeren ze L . 0 ,0 0 0 ; E n trate L . 56,844; Spese L. 12,173.

Banca popolare di Bologna. — Capitale versato

L. 1 ,0 0 9 ,8 9 6 ; Riserva L. 4 9 7 ,0 0 3 ; Depositi fidu­ ciari L. 1 2 ,5 4 3 ,1 8 2 ; Portafoglio L. 8 .4 3 8 ,5 3 7 ; V a­ lori L. 4 ,1 1 2 ,8 9 4 ; Crediti L. 4 4 1 ,9 9 5 ; Sofferenze L. 2 1 ,0 8 8 ; E n trate L. 1 7 4 ,3 6 2 ; Spese L. 121,367.

Banca mutua popolare dì Trapani. — Il Consi­

glio di am m inistrazione di questo istituto popolare ha non è molto, pubblicato la sua relazione per la gestione del 1883, che si chiuse con questi resultati: Al 31 decem bre I’ istituto contava 510 soci con u n capitale sottoscritto di L. 18 4 ,5 5 0 di cui erano state v ersate L. 122,883. Al 12 febbraio dello stesso anno d a cui data la sua fondazione, i soci erano 137 e il capitale sociale di L. 6 4 ,4 5 0 . 1 conti correnti alia fine del 1883 rappresentavano la cifra di L .2 2 2 ,7 6 0 ,9 6 , e la cassa di risparm io aveva posto in circolazione 50 libretti per la com plessiva som m a di L. 4 1 .1 3 2 . Il m ovim ento di cassa fù di L. 1 ,4 4 4 ,4 2 8 per l’e n ­ trata e di L. 1 ,3 9 5 ,7 6 0 per l’uscita, dim odoché al 31 decem bre vi era una rim anenza di cassa p er l’am ­ m ontare di L. 4 8 ,6 6 7 . Gli utili rietti in otto mesi di esercizio, poiché la Banca com inciò a funzionare nel m aggio am m ontarono a L. 4 ,0 3 8 ,1 9 che rap p re­ sentano il 9,11 p er cento.

Banca popolare di Barile. — Nell assem blea gene­

rale degli azionisti, ten u ta nel m arzo p. p., venne approvato il bilancio riguardante l’ esercizio del 1883. Eccone le cifre principali : Il capitale sociale al 31 decem bre 1883 era costituito da N. 3,881 azioni da L. 20 sottoscritte da 1,006 soci il cui im portare v e r­ sato ascendeva a L. 7 3 ,0 2 4 ,9 2 . Il fondo di riserva am m ontava a L. 2 8 ,1 2 9 ,9 4 con un aum ento sul 1882 di L. 18,6 3 1 ,1 2 . Il m ovim ento di cassa am m ontò nel 1883 a L. 1 ,6 6 8 ,5 5 4 con una differenza in più in confronto dell’anno precedente di L . 4 2 0 ,5 8 4 . L ’eser­ cizio peetanto si chiuse con questi resultati :

Utili . . . . L. 37,362,31 Spese . . . . » 24,196,21

Utili netti dell’esercizio L . 6 ,1 6 6 ,1 0 la qual

somma fu repartita p er L. 4 ,6 2 4 ,4 0 ai sòci in r a ­ gione di centesim i 40 al trim estre per ogni azione ; L. 1 ,2 3 3 ,2 2 al fondo di riserva e L . 308,48 p er b e­ neficenze.

F in o dal 4 m aggio si è aperta in S. Miniato una Banca popolare cooperativa.

LI

E OLI ISTITUII HI El

a! 30 Aprile 1884

D al M inistero di A gricoltura e Com m ercio è stato in questi giorni pubblicato il bollettino delle situazioni m ensili degli Istitu ti di em issione al 30 aprile p. p. Ne riassum erem o le cifre principali ponendole in co n ­ fronto con quelle della situazione del m ese di m arzo.

L'attivo delle sei B anche d i em issione autorizzate

nel R egno si riassum eva alla fine dei due mesi sopra indicati nelle seguenti cifre :

Cassa e riserva L. Portafoglio » Anticipazioni » Titoli » Crediti » Sofferenze » Depositi » Partite varie » A prile 496,590,633 318,137,350 67,059,110 191,655,804 180,622,624 16,218,661 432,566,790 119,435,007 M arzo 496,989,504 316,852,944 66,655,306 202,009,694 178,813,636 16,177,951 430,439,815 115,707,428 Totale L. 1,822,285,990 1,823,676,281

Spese del cor. eser. 4,527,562 2,859,435

Totale generale L. 1,826,813,552 1,826,535,716

Da questo prospetto apparisce che la situazione com plessiva delle sei banche di em issione aum entò nel m ese di aprile in confronto del m ese precedente di L . 27 7 ,8 3 6 .

A um entarono il P ortafoglio, le anticipazioni, i c re ­ diti, le sofferenze, i depositi e le partite v arie.

D im inuirono invece la cassa, la riserva e i titoli. L’am m ontare del portafoglio p er ciascuna delle sei banche di em issione dava alla fine dei due mesi questi resultati :

A prile

Banca Naz. Italiana L. 188,169,882

Banco di Napoli »

Banca Naz. Toscana»

Banca Romana »

Banco di Sicilia »

Banca Tose, di cred. »

50,534,023 27,559,949 25,590,097 21,229,105 5,034,300 187,748,240 49,380,137 '27,160,507 25,602,328 21,732,824 5,228,906 Totale L. 318,137,350 316,852,944

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418 L’ E CONOMI S T A 29 giugno 1884 Il passivo delle sei banche di em issione si rias­

sum eva alla fine dei due m esi in queste cifre:

A prile Marzo stituite in società.

Capital« « malia di rispetto L. 367,836,630 364,638,821 A prile Marzo

Circolazione » 751,861,963 756,408,810 Banca Naz. Italiana L. 2 2 2 5 ,- 2201,50

Debiti a vista » 128,011,782 120,227,979 » Naz. Toscana » 1035,— 976,50

Debiti a scadenza » 103,013,344 102,425,392 » Romana » 1005,— 980,50

Depositi » 432,566,790 430,439,815 » Toscana di cred. » 550,— 550,50

Partite varie » 35,408,432 46,012,344

Totale L. 1,818,748,944 1,820,153,164

Rend. del cor. eserc. 6,382,552 4,756,075

Totale generale L. 1,826,813,552 1,826,535,716 R esulta pertanto da questo prospetto che nel mese di aprile si ebbe in confronto del m arzo un aum ento nel passivo p er l’am m ontare di L. 2 7 7 ,8 3 6 .

A um entarono il capitale e la massa di rispetto, i debiti a vista, i debiti a scadenza e i depositi ; di­ m inuirono invece la circolazione e le partite varie. L a circolazione com plessiva delle sei banche di em is­ sione ascendeva al 30 aprile a L. 1 ,2 3 9 ,0 8 4 ,6 3 4 contro L . 1 ,274,084,903 e si repartiva per L. 487,222,671 in biglietti già consorziali e per L. 7 3 1 ,8 6 1 ,9 6 3 in biglietti propri degli istituti di credito. L a circolazione dei biglietti consorziali com e apparisce, è ridotta a L . 487,222,671 con una dim inuzione quindi in con­ fronto a quella di L. 9 4 0 m ilioni di L. 4 5 2 ,7 7 7 ,3 2 9 di cui L. 2 8 8 ,5 6 4 ,2 3 0 p er cam bio in m oneta m e­ tallica e L. 1 6 4 ,2 1 3 ,0 0 0 cam biati in biglietti di Stato da L . 5 e 10.

L’am m ontare dei biglietti propri degli Istituti di credito si repartiva com e segue :

Banca Naz. Italiana L.

Banco di Napoli »

Banca Naz. Toscana »

» Romana »

Banco di Sicilia »

Banca Tose, di cred. »

Aprile 464,378,008 136,246,790 57,170,375 44,750,005 34,546,875 14,769,820 Marzo 463,881,678 142,851,003 54,174,275 44,121,912 36,738,877 14,311,070 Totale L. 754,861,693 756,408,810

L a circolazione dim inuì in com plesso n el m ese d i aprile p er l’am m ontare di L . 1 ,5 4 7 ,1 1 7 .

F u ro n o in dim inuzione il Banco di N apoli e il Banco di Sicilia. A um entò invece la loro circo la­ zione lo Banca Nazionale Italiana, la Banca N azionale Toscana, la Banca R om ana e la Banca T oscana di C redito.

Da u n prospetto annesso alla situazione dei conti apparisce V am m ontare degli sconti e anticipazioni eseguiti du ran te il m ese di a p r ile , i quali sconti e anticipazioni si ripartivano fra i sei Istituti nel m odo ch e se g u e: A nticipazioni 4,743,880 5,592,277 241,530 23,700 1,143,322 3,634,127 Banca Naz. Italiana L.

Banco di Napoli »

Banca Naz. Toscana »

» Romana »

Banco di Sicilia »

Banca Tose, di Cred. »

Sconti 127,948,108 24,125,371 12,786,319 9,766,433 6,866,895 1,291,205

D arem o fine a questi confronti col riportare

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al 31 maggio 1884

I risultati del conto del Tesoro al 31 m aggio ultim o erano i seguenti :

Atti vo:

Fondi di Cassa alla scadenza dell’eser­

cizio 1883... L. 596,582,000 Crediti di Tesoreria alla scadenza del­

l’esercizio 1883...» 69,001,000 Entrata ordinaria a tutto maggio 1884 » 514,016,000 ld. straordinaria...» 73,042,000 Debiti di Tesoreria al 31 mag. 1884. » 467,288,000 L. 1,719,931,000 P a s s i v o :

Debiti di Tesoreria alla scad.del 1883 L. 562,473,000 Pagamenti a tutto maggio 1884 . . » 501,625,000 Crediti a l 31 maggio 1884 ... » 83,200,000 Fondi di Cassa al 31 maggio 1884 . » 572,631,000 L . 1,719,631,000

Totale L. 182,754,333 15,387,837

Gl’ incassi nel m ese di m aggio am m ontarono a L. 9 9 ,5 6 1 ,4 8 3 con una dim inuzione di L. 5,482,701 sul m ese corrispondente del 1883 e i pagam enti nello stesso m ese di maggio ascesero a L. 9 5 ,7 1 4 ,0 2 2 con una differenza in m eno in confronto del maggio d el­ l’anno scorso di L. 1 7 ,0 2 5 ,7 7 9 .

D al 1* gennaio a tutto m aggio gl’incassi am m onta­ rono a L .5 8 7 ,0 5 9 ,3 9 9 con una differenza in più in con­ fronto dello stesso periodo del 1883 di L . 6 2 ,556,084. Dobbiam o però osservare che fra gl’incassi figurano in più L. 4 1 ,6 9 8 ,0 8 4 prodotte dall’alienazione di re n ­ dita consolidata p e r la costruzione di ferrovie , e L. 5 ,2 2 2 ,3 6 3 di residui attivi diversi.

I pagam enti dal 1° gennaio a tutto m aggio ascen ­ dono a L. 5 0 1 ,6 2 5 ,9 4 4 con un aum ento di L. 590 ,4 6 6 sul corrispondente periodo del 1883.

Passerem o adesso a confrontare alcune cifre degli incassi del m ese di m aggio col bilancio preventivato dal 1° gennaio al 30 giugno 1884.

(11)

-trate e delle spese confrontate col respettivo p re ­ ventivo.

Entrata

R edditi p atrim o n iali...L, Tasse in am m inistrazióne della

D ir. Gen. del D em anio.. . Tassa sul prodotto del m ovi­

m ento a grande e piccola v e ­ locità ... D iritti delle Legazioni e dei

C onsolati a ll’e stero .. . T assa sulla fabbricazione degli

sp iriti, b irra , ecc... Dogane e d iritti m arittim i. D azi in te rn i d i consum o... T a b a c ch i... S a l i ... L o t to ... Poste... T eleg rafi... Strade fe rrate dello S ta to .. S ervizi diversi sesto della somma p re v e n ti­ v a ta 2,081,433 13,335,000 1,367,658 88,333 incassi n el maggio 1,327,721 12,252,807 1,285,547 — 107,237 H-differenza — 753,712 -1 ,0 8 2 ,1 9 3 82,111 18,904 1,598,833 1,510,691 — 88,212 13,333,333 14,599,104 -t-1,266,371 6,624,937 6,718,675 + 93,738 13,616,666 14,010,470 + 393,804 6,716.668 6,932,091 + 215,423 6.041.666 8,387,840 + 2,346,180 3.666.666 3,467,440 — 199,226 897,410 965,706 + 68,296 4,558,433 2,500,000 — 2,058,433 ... 1,339,466 1,951,375 + 614,909

Le* im poste d irette essendo riscosse bim estre p e r bim estre a p artire dal 4° febbraio il confronto fra l'incassato e il preventivo siamo costretti a rim etterlo alla situazione del giugno.

P assiam o adesso alle spese. E sse sono preventivate per il sem estre del 1 8 8 4 in L. 7 3 1 ,2 4 0 ,1 3 7 che di­ vise p e r sei danno L . 125,2 0 6 ,6 9 3 p er ciascun m ese. Nel com plesso dai d ieci m inisteri furono spese nel m ese di m aggio L. 9 5 ,7 1 4 ,0 2 2 cioè a dire L . 29,4 9 2 ,6 7 3 m eno del previsto. E cco adesso il prospetto.

sesto della

M inistero d el Tesoro... L . Id . delle fin a n z e ... Id . d i g ra z ia g iu stizia e dei culti... Id . degli affari esteri. Id . d e li’lstru zi. pubi). Id . d ell1 in te r n o ... Id . dei la v o ri pubblici Id . della g u e rra ... Id . della m arin a . . . . Id . d e ll’agric. industr. e commercio. . prev en ti­ v ata 856,688 063,321 813,823 553,211 548,170 173, 996 003, 847 142, 601 968, 908 4, 1,082,106 spesa n el maggio 1884 23,305,499 14,564,791 2,861,238 528,432 2,517,914 4,959,629 18,344,322 21,773,194 3,992,113 866,853 differenza - 30,551,189 + 501,570 + 47,415 - 24,779 - 30,256 - 214.367 + 4,340,475 + 1,630,593 + 1,023,205 - 215,253 To t a l e L . 125,206,693 95,714,022 - 29,492,673 F inalm ente, se si confrontano i resultati del m ag­ gio 4 8 8 4 con quelli del m aggio dell’anno scorso si hanno le seguenti v a r ia z r " "

Entrate ordinarie

R ed d iti p a trim o n ia li...L . Im posta fo n d ia ri a ... Im posta sui re d d iti di ricchezza

m o b ile... T asse in am m inistrazione della

D irezione G enerale del De­ m anio ... T assa sul prodotto del m ovi­

m ento a g ran d e e piccola ve­ lo cità sulle fe r r o v ie ... D iritti delle Legazioni e dei

Consolati a ll’estero... T assa sulla m acinazione... T a ssa sulla fabbricazione degli

alcool, della b irr a , acque ga­ sose, ecc... ... D ogane e d iritti m a r itti m i.... D azi in te rn i di c o n su m o ... T ab acch i... S a l i ... M ulte e pene pecu n iarie... Lotto ... P o s te ... • • • T elegrafi... S trad e fe rra te dello S ta to ... S e rv iz i d i v e r s i . . . ... E n tra te d iv e rs e ... P a rtite di g i r o ... E n tra te stra o rd in a rie effettive. M ovimento d i c a p ita li. .

T o tale L.

mese di mag.1884 diff. col mag. 1888 T73 27,721 4- 12,708 135,231 1,498,321 2,348,922 - 7,479 12,252,807 - 12,922 1,285,547 4- 104,033 107,237 4- 8,198 4,200,304 1,510,621 110,362 14,599,704 4- 855,267 6,718,675 4- 39,922 14,010, 471 4* 14,010,470 415 - 1,894 8 ,3 8 7 ,8 4 6 .+ 627,611 6,932,091 + 138,586 3 ,4 6 7 ,4 4 0 '+ 682.557 965,706,4- 65,814 2,500,000 + 1,000,000 1,951,375 + 69,125 1,446,907 i— 275,628 627,156 — 174,118 11,989,509 + 18,436,344 210,631 i— 2,306,556 2 , 2 2 4 ,9 4 8 - 1,151,391 99,561,183: 5,842,701

D a questo prospetto viene a resultare che gl in ­ cassi nel m ese di m aggio di quest’ anno furono in­ feriori di L. 5,842,701 a quelli del m aggio 1883, differenza che diventa m aggiore se si considera che nella som m a di L. 9 9 ,5 6 1 ,1 8 3 figurano L . 4 ,o 6 9 ,9 8 2 di rendila alienata p er costruzione di ferrovie in più

dell’anno scorso. . . .

Il seguente prospetto contiene t pagam enti nei m aggio dei due anni ind icati:

n el maggio 1884 diff. n el m ag.1884 M inistero del T eso ro ... U.

Id . delle fin a n z e ... Id. di g ra z ia e giustizia. Id . degli affari e s te r i .. . Id . della p u b b .is tru z .. Id . d ell’in te rn o ... Id . dei lav . p u b b lic i.... Id . d ella g u e rra ... Id . d ella m a r i n a ... Id . d e ll’ag r. in d . e com.. 23, 305, 499 14,564,791 2.861,238 528,432 2,517.94» 4,959,629 18,34», 322 21,773,194 5,992,113 866,853 19,302,839 20«, 919 188,440 126,334 1,124,353 689,879 3,294,109 62,373 245,674 291,418 Totale L. 95,714,022 — 17,025,779

Si sarebbero spese quindi nel m aggio di quest’anno L . -17,025,779 m eno del m aggio dell’anno scorso.

F acendo ora il confronto fra gl’incassi e 1 p ag a­ m enti si a v re b b e :

E n trate nel m aggio 488 4 ... E. 9 9 ,5 6 1 ,4 8 5 P ag am en ti » » . . . 9 5 ,/4 4 ,0 2 2

D ifferenza in più nelle entrate di L . 3,847,464 N el m aggio 48 8 3 si aveva avuto :

E n t r a t e ...E . 405,4 0 3 ,8 8 5 P ag am en ti... ... » 4 42,739,804

D ifferenza in m eno nelle en tra te di L . 7 ,3 3 5 ,9 4 6

STATISTICA

delle fabbriche di spirito, birra, acque gassose,

zucchero, cicoria, olio di semi di cotone, p olren jiriche e delie

tasse relative, dal 1* gennaio al 30

L a direzione generale delle gabelle ha se c e n te - m ente pubblicato la statistica delle fabbriche di spi­ rito , b irra , acque gassose, zucchero, olio di semi di cotone, cicoria p rep arata, e polveri piriche e delle relativ e tasse dal 4° G ennaio al 30 A prile 4884.

Com inciando dalla fabbrica degli spiriti troviam o che esse si dividono in fabbriche di 4 a categoria e in fabbriche di 2 a categoria. Alla 4 a appartengono le fabbriche con tini di farm ontazione, e alla 2 le fabbriche con lam bicchi.

Le fabbriche di 4* categoria erano alla fine del 4° q u ad rim estre dell’anno in corso 2 9 di cui lavo­ ravano soltanto 49. Nello stesso periodo dell anno scorso il n u m e ro delle fabbriche era lo stessa, ma q uattro di p iù erano in attività di esercizio. L a m a ­ teria prim a im piegata è milazzo, g ran tu rco , riso, barbabietola, orzo, segale, farine di riso e di fru ­ m ento, veccia, sugo am bra, crusca, acqua di cedro vino, risina e m iglio e nel prim o quad rim estre di q uest’anno la quantità im piegata di tutti questi in­ gredienti ascese a quin tali 4 5 1 ,7 9 6 m en tre nello stesso periodo del 48 8 3 era stata di quintali 2 9 9 .4 3 6 .

Lo spirito ottenuto da tutte queste fabbriche è stato di cttol. 8 6 ,8 1 5 e la tassa liquidata dal go­ verno di L . 4 ,3 0 4 ,8 3 4 . Nello stesso periodo del 488 3 lo spirito ottenuto fu di ettol. 4 8 3 ,4 7 5 e la tassa liquidata di L . 5 ,3 4 4 ,0 4 5 .

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