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L'agricoltura nella Sicilia in cifre. 2013

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l’agricoltura nella sicilia in cifre 2013

INEA 2014 Le attività delle Sedi Regionali dell’Istituto sono molteplici, dall’assistenza alle Regioni e agli altri enti locali, in

parti-colare per l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche comunitarie (interventi strutturali, di mercato, sviluppo rurale, ecc.), per la produzione di fonti informative originali sul funzionamento delle imprese agricole (RICA) e sulle dinamiche di importanti fenomeni che investono il settore primario: irrigazione, foreste, immigrati, mercato fondiario, filiere agroalimentari, produzioni di qualità e biologiche, ecc. Ma una componente di rilievo è rappresentata anche dalle attività di ricerca che le sedi regionali assicurano per la realizzazione di indagini condotte dalla sede na-zionale dell’Ente e dalle collaborazioni attivate in partnership con il mondo della ricerca nana-zionale e internana-zionale. La produzione tecnica e scientifica delle Sedi Regionali spazia dai rapporti finalizzati alle esigenze di supporto alle decisioni delle istituzioni locali ai quaderni divulgativi sul sistema della conoscenza in agricoltura e sulla evoluzione e gli scenari di sviluppo agricolo e rurale. Le competenze e le esperienze accumulate in molte sedi consentono anche di sviluppare autonome attività di studio e di ricerca mirate a fornire contributi metodologici e un avanzamento delle conoscenze

Collana: Pubblicazioni Regionali

isBn 978-88-8145-424-2

L’A

GRICOL

TURA NELLA SICILIA IN CIFRE 2013

INEA 2014

REGIONE SICILIANA Ass.to Reg.le dell’Agricoltura, dello Sviluppo

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Il rapporto è stato finanziato dalla Regione Siciliana Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea nell’ambito del PSR Sicilia 2007-2013

Il rapporto è a cura di Ida Agosta La stesura delle singole parti si deve a

Economia e agricoltura: Raul Jorda Palomero (Occupazione); Dario Macaluso (Impiego degli immigrati in agricoltura); Alessandra Vaccaro (Superficie e Popolazione, Prodotto interno lordo, Valore aggiunto, Produttività);

Andamento congiunturale del settore: Ida Agosta (Mercato fondiario, Credito all’agricoltura); Alessio Allegra (Investimenti, Consumi intermedi, Risultati produttivi); Dario Macaluso (Clima e disponibilità idriche, Risultati produttivi secondo la RICA); Francesco Spatafora (Meccanizzazione secondo la RICA);

Filiera agroindustiale: Alessandra Vaccaro; Struttura delle aziende agricole: Raul Jorda Palomero;

Risorse naturali e multifunzionalità: Alessio Allegra (Uso dei prodotti chimici); Giovanni Dara Guccione (Energie rinnovabili, Prodotti a denominazione e di qualità, Agricoltura biologica, Agriturismo e fattorie didattiche, Agricoltura e consumo critico); Gabriella Ricciardi (Agricoltura sociale, Orti urbani); Francesco

Spatafora (Foreste e aree protette, Incendi); Legalità: Alberto Forte;

Politica agricola regionale: Dario Macaluso (Legislazione regionale in materia agricola); Francesco Spatafora (Spesa agricola regionale); Alessandra Vaccaro (PAC in Sicilia: I Pilastro); Francesca Varia (PAC in Sicilia: II Pilastro);

Sviluppo locale: Gabriella Ricciardi. Coordinamento editoriale: Benedetto Venuto

Progetto grafico e realizzazione: Ufficio grafico INEA (Jacopo Barone, Piero Cesarini, Fabio Lapiana, Sofia Mannozzi) Edizione Internet: Massimo Perinotto

Segreteria di Redazione: Roberta Capretti Il rapporto è stato concluso nel mese di maggio 2014

è possibile consultare la pubblicazione su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/ è consentita la riproduzione citando la fonte.

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L’Amministrazione regionale, sostenendo la realizzazione dell’opuscolo “L’agricol-tura nella Sicilia in cifre 2013”, quale strumento informativo sintetico e di faci-le consultazione, conferma la propria at-tenzione nei confronti del mondo agricolo e rurale.

In questi ultimi anni l’agricoltura sta at-traversando un momento di particolare difficoltà a causa della crisi economica e finanziaria che ha colpito principalmente i produttori, anello debole della filiera agroalimentare, che hanno subito una progressiva riduzione del loro margine reddituale a seguito della forte volatili-tà dei prezzi agricoli e dell’ampliamento della forbice tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo. Il valore aggiunto dell’agricoltura siciliana è infatti sceso dal 2003 al 2012, così come continua a diminuire l’occupazione.

In questo contesto, risulta prioritaria la possibilità di disporre di informazioni e dati aggiornati riguardanti l’andamento

congiunturale del settore, la struttura delle aziende agricole, le filiere produt-tive e agroindustriali, le produzioni di qualità e la spesa pubblica regionale. Lo è per il mondo produttivo, ma anche per l’Amministrazione regionale, impegnata in questo momento nella definizione e nella messa a punto della programmazio-ne 2014-2020.

Dall’analisi dei dati degli ultimi due Cen-simenti dell’agricoltura dell’ISTAT (2000 e 2010) è possibile mettere in evidenza un quadro del settore agricolo regiona-le caratterizzato dalla diminuzione del numero di aziende agricole (-37,1%) e dall’aumento della loro dimensione me-dia (da 3,7 ettari di a 6,3 ettari). Ciò va correlato agli effetti delle politiche comu-nitarie e dell’andamento dei mercati, che hanno determinato la fuoriuscita di un gran numero di aziende di piccole dimen-sioni e una progressiva ristrutturazione del settore a favore di realtà aziendali fi-sicamente più estese, a scapito di quelle

più marginali e meno organizzate. Rimane confermata la “storica” scarsa propensione all’aggregazione delle PMI agricole, che probabilmente va ricondotta anche ad una struttura demografica degli imprenditori agricoli siciliani caratteriz-zata ancora da una elevata senilizzazione (oltre il 93% delle aziende agricole censi-te nel 2010 è guidato da over 35). La Regione nell’ambito del programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 con il Pac-chetto giovani (Mis. 112) ha attivato un intervento specifico a favore dei giovani. L’importanza di questa iniziativa, i cui ef-fetti non sono limitati al ringiovanimento del tessuto imprenditoriale ma altresì estesi, da un lato al miglioramento delle capacità imprenditoriali e dall’altro alla ristrutturazione e allo sviluppo dell’a-zienda agricola, è confermata dal notevo-le riscontro ottenuto. Le richieste infatti sono risultate di gran lunga superiori alla dotazione finanziaria della misura, sia per quanto riguarda la misura 112 che

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per le misure ad essa collegate, realizzan-do una vera integrazione tra interventi a favore del capitale umano e di quello fisico.

Tra gli elementi di maggiore criticità per la competitività del settore agricolo vi è sicuramente la questione del credito e, più in generale, della creazione di un adeguato sistema di supporto finanziario, assicurativo e di garanzia alle imprese. Il settore agricolo siciliano deve essere sostenuto con scelte politiche ardue e coraggiose, soprattutto in considerazione dell’importante ruolo che esso assume sia

nell’economia regionale, sia come contri-buto al settore agricolo nazionale. Inol-tre, l’agricoltura può fornire, nell’attuale contesto socio-economico, una valida soluzione all’assorbimento della disoccu-pazione generale e di quella giovanile in particolare, nonché allo sviluppo di attivi-tà complementari di tipo sociale e ambien-tale, oltre che economiche.

“L’agricoltura nella Sicilia in cifre 2013” fornisce un quadro generale della situa-zione agricola e rurale della regione, at-traverso la diffusione, in forma sintetica e facilmente accessibile, di una vasta

gamma di notizie, dati ed elaborazioni, derivanti da fonti differenti, a volte anche difficilmente reperibili. Grazie a specifi-che analisi sull’economia e l’agricoltura, sull’andamento congiunturale del settore, sulla filiera agroindustriale, sulla struttu-ra delle aziende agricole, sulle risorse naturali, sulla multifunzionalità, sui beni confiscati alla criminalità organizzata, sulla politica agricola regionale e sullo sviluppo locale, l’opuscolo rappresenta uno strumento divulgativo importante al servizio di tutti gli operatori del mondo agricolo e rurale.

ROSARIA BARRESI Dirigente Generale - Dipartimento dell’Agricoltura Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione Siciliana

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ECONOMIA E AGRICOLTURA

Superficie e Popolazione pag. 10

Prodotto interno lordo pag. 12

Valore aggiunto pag. 15

Occupazione pag. 16

Produttività pag. 18

Impiego immigrati in agricoltura pag. 20

ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE

Mercato fondiario pag. 24

Investimenti pag. 28

Credito all’agricoltura pag. 30

Consumi intermedi pag. 32

Clima e disponibilità idriche pag. 33

Risultati produttivi pag. 38

Risultati produttivi secondo la RICA pag. 43

Meccanizzazione secondo la RICA pag. 47

FILIERA AGROINDUSTRIALE

Industria alimentare e delle bevande pag. 50

Organizzazioni di produttori pag. 60

Distribuzione pag. 64

Consumi alimentari pag. 68

Commercio estero pag. 70

STRUTTURA DELLE AZIENDE AGRICOLE

Aziende agricole pag. 74

Coltivazioni pag. 77

Allevamenti pag. 79

Lavoro pag. 81

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RISORSE NATURALI E MULTIFUNZIONALITà

Uso dei prodotti Chimici pag. 86

Energie rinnovabili pag. 89

Foreste e aree protette pag. 93

Incendi pag. 100

Prodotti a denominazione e di qualità pag. 102

Agricoltura biologica pag. 104

Agriturismo e fattorie didattiche pag. 107

Agricoltura sociale pag. 109

Agricoltura e consumo critico pag. 113

Orti urbani pag. 115

LEGALITà

Beni confiscati pag. 120

POLITICA AGRICOLA REGIONALE

Legislazione regionale in materia agricola pag. 128

Spesa agricola regionale pag. 132

La PAC in Sicilia I Pilastro pag. 136

La PAC in Sicilia II Pilastro pag. 140

SvILUPPO LOCALE

LEADER in sicilia nel 2007/2013 pag. 146

Distretti produttivi, rurali e agroalimentari pag. 152

GLOSSARIO

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La Sicilia, con una superficie di 25.832,39 km² e con 4.999.932 abitanti è la più estesa e la quarta più popolosa regione d’Italia. Il territorio è collinare per il 61%, mentre per quasi il 25% è montuoso e per poco meno del 14% pianeggiante. Le pianure sono di modesta estensione e localizzate lungo fascia costiera. La densità media è di 194 abitanti per Km2, superiore alla media del Mezzogiorno (167 abitanti per Km2) e di poco inferiore a quella nazionale (198 abitanti per Km2). La popola-zione residente, rappresentata per il 51,6% da donne, risulta pressoché invariata rispetto all’anno precedente.

La provincia in cui è presente il maggior nume-ro di abitanti è Palermo (1.243.638), mentre la più densamente popolata è Catania (301 abitanti per Km2). Al contrario Enna, con 67 abitanti per Km2, risulta la provincia con la più bassa densità.

La popolazione siciliana, con un’età media di 41,9 anni, è tra le più giovani d’Italia, preceduta solamente da quella campana (età media 40,4). L’età media nazionale è

suPerficie e PoPolazione

di 41,9 anni. L’indice di vecchiaia regiona-le, pari a 166,12, è di parecchio inferiore a quello nazionale, che si attesta su 189,71. L’andamento dei residenti negli ultimi 12 anni evidenzia una sostanziale staticità per l’isola, con una variazione di appena +0,7%, mentre a livello nazionale si è

as-sistito ad un incremento del 5%, passando da 57 milioni a 59,7 milioni di abitanti. In termini di superficie agricola, la Sicilia è la regione con la maggiore SAU, che in-cide sulla superficie totale per il 53,9%. A livello provinciale tale incidenza si man-tiene sempre superiore al dato nazionale

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Popolazione residente, densità e superficie per provincia, 2012

Provincia residente (n.)Popolazione (ab/Kmq) Densità Superficie(Kmq)

Trapani 430.478 174 2.469,62 Palermo 1.243.638 248 5.009,28 Messina 648.062 198 3.266,12 Agrigento 446.081 146 3.052,59 Caltanissetta 273.099 127 2.138,37 Enna 172.413 67 2.574,70 Catania 1.077.113 301 3.573,68 Ragusa 310.220 191 1.623,89 Siracusa 399.469 188 2.124,13 SICILIA 4.999.932 194 25.832,39 MEZZOGIORNO 20.621.144 167 123.731,97 ITALIA 59.685.227 198 302.072,84

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Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Rapporto popolazione/superficie agricola (residenti/100 ha di SAU), 2012

464,26 338,30 360,35 Italia Mezzogiorno Sicilia

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Anno Popolazione (n.)SiciliaVariarione % su Italia

anno precedente Popolazione (n.) Variarione % su anno precedente

2001 4.965.669 - 57.021.908 -2002 4.972.124 0,13 57.349.823 0,58 2003 5.003.262 0,63 57.917.486 0,99 2004 5.013.081 0,20 58.492.048 0,99 2005 5.017.212 0,08 58.781.710 0,50 2006 5.016.861 -0,01 59.161.655 0,65 2007 5.029.683 0,26 59.650.082 0,83 2008 5.037.799 0,16 60.076.337 0,71 2009 5.042.992 0,10 60.371.931 0,49 2010 5.051.075 0,16 60.659.123 0,48 2011 4.999.854 -1,01 59.427.232 -2,03 2012 4.999.932 0,00 59.685.227 0,43

(42,7%) e spesso superiore anche a quello del Mezzogiorno (49,5%). In particolare, si segnala un rapporto tra SAU e super-ficie totale pari al 71,2% nella provincia di Enna, dove, di contro, risiede appena il 3,5% della popolazione siciliana.

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – 6° Censimento generale dell’agricoltura

Consistenza del territorio agricolo (000 Ha), 2010

Provincia SAU Superficie totale Superficie SAU/ totale Trapani 137,45 246,17 55,84 Palermo 266,36 499,22 53,36 Messina 162,12 324,73 49,92 Agrigento 150,87 304,49 49,55 Caltanissetta 117,07 212,85 55,00 Enna 182,52 256,19 71,24 Catania 169,27 355,22 47,65 Ragusa 90,70 161,40 56,20 Siracusa 111,16 210,88 52,71 SICILIA 1.387,52 2.571,14 53,97 MEZZOGIORNO 6.095,56 12.302,50 49,55 ITALIA 12.856,05 30.136,66 42,66

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ProDotto interno lorDo

Il PIL della Sicilia a prezzi correnti, nel

2012, si è attestato su circa 85 miliardi di euro, pari al 5,4% del valore nazionale e al 23,3% di quello del Mezzogiorno. Il PIL pro-capite a prezzi correnti, pari a 16.826 euro, risulta leggermente inferiore (-3,4%) al dato medio del Mezzogiorno (17.416 euro), ma distante dal livello nazionale (25.728 euro) di 34,6 punti percentuali, sintomo di un divario territoriale significa-tivo che colloca il risultato finale dell’atti-vità produttiva dell’isola ai livelli più bassi tra le regioni italiane, e superiore solo a quello della Calabria e della Campania. Nel 2012 il PIL pro capite ai prezzi di mer-cato ha subito una contrazione del 3,7%, leggermente superiore a quella del Mez-zogiorno (-2,9%) e dell’Italia (-2,8%). La fase di profonda recessione attraversata dal paese negli ultimi anni ha segnato, a partire dal 2009, un andamento al ribasso dell’indicatore di crescita economica che ha riportato il valore del PIL pro-capite quasi al livello registrato nel 2000.

Andamento del PIL per abitante a prezzi cor-renti (euro)

PIL/abitante

Anni Sicilia Mezzogiorno Italia

2000 13.382,1 13.969,2 21.044,0 2001 14.151,8 14.700,9 22.039,3 2002 14.607,9 15.203,3 22.777,0 2003 15.036,5 15.588,7 23.294,0 2004 15.474,3 16.060,6 24.026,0 2005 16.131,7 16.511,1 24.508,7 2006 16.750,8 17.199,8 25.330,7 2007 17.216,4 17.724,9 26.175,8 2008 17.364,7 17.913,5 26.326,0 2009 16.791,0 17.295,2 25.247,2 2010 16.859,7 17.378,7 25.658,0 2011 16.831,1 17.496,8 26.026,3 2012 16.825,9 17.415,8 25.728,6

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Andamento del PIL per Unità di Lavoro a prezzi correnti (euro)

PIL/unità lavorativa

Anni Sicilia Mezzogiorno Italia

2000 45.650,2 44.124,6 51.183,5 2001 46.767,4 45.105,8 52.700,1 2002 47.841,7 45.912,3 53.947,3 2003 49.792,6 47.366,6 55.259,1 2004 51.579,8 49.295,2 57.347,4 2005 53.134,2 50.814,8 58.840,0 2006 54.306,2 52.346,1 60.230,3 2007 56.495,4 54.124,7 62.102,4 2008 57.760,4 55.602,6 63.161,1 2009 56.595,7 55.621,7 62.726,3 2010 58.019,2 56.969,1 64.751,2 2011 58.539,6 57.569,1 65.843,6 2012 60.405,9 58.085,4 65.990,8

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Differenziale PIL pro capite regione - PIL Italia (mln di euro concatenati al 2005), 2012 L’andamento del PIL mostra una fase di

crescita fino al 2008, una flessione nel 2009 e una leggera ripresa dal 2010. Se tali importi vengono depurati dalla dina-mica dei prezzi e si considera il PIL a va-lori concatenati al 2005 emerge un trend ascendente fino al 2007, con 82.481 milio-ni di euro, seguito da uno discendente fino ai 73.261 milioni del 2012. -10000 -8000 -6000 -4000 -2000 0 2000 4000 6000 8000 10000 Bolzano

Valle d’Aosta Lombardia Trentino - Alto Adige Emilia Romagna

Veneto

Trento Lazio

Friuli

V. Giulia Toscana Piemonte Liguria Marche

Umbria Abbruzzo Sardegna Molise Basilicata Mezzogiorno Puglia Sicilia Campania Calabria

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PIL prezzi correnti PIL valori concatenati al 2005

70.000 72.000 74.000 76.000 78.000 80.000 82.000 84.000 86.000 88.000 90.000 2008 2004 2005 2006 2007 2009 2010 2011 2012

Andamento del PIL in Sicilia (mln di euro)

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Il Valore Aggiunto ai prezzi di base in Sici-lia nel 2012 si è attestato su poco meno di 74 miliardi di euro, per l’82,2% prodotto dai servizi, a dimostrazione dell’impor-tanza che il settore terziario riveste per l’economia della regione.

Il Valore Aggiunto dell’agricoltura, silvi-coltura e pesca ha ragguagliato 3 miliardi di euro, con un incremento del 7,4% ri-spetto all’anno precedente.

Piuttosto alta è stata l’incidenza del

set-tore primario sull’economia regionale, che, attestandosi sul 3,6%, è risultata di poco superiore al dato del Mezzogiorno (3,1%), parecchio superiore rispetto al dato nazionale (1,8%), e in assoluto tra le più alte d’Italia (dopo Basilicata, Molise e Calabria).

Va, inoltre, sottolineato che, con una quo-ta pari al 10,8%, la Sicilia svolge un ruolo di spicco nella formazione del VA agricolo del paese.

Valore aggiunto

Incidenza % del valore aggiunto dell’agricoltu-ra sul PIL regionale, 2012

13,7%

82,2%

4,1%

Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria Servizi 3.055 10.122 60.805 Regioni VA agricolo/PIL Piemonte 1,4% Valle d'Aosta 1,1% Lombardia 0,9%

Trentino Alto Adige 3,6%

Veneto 1,7%

Friuli Venezia Giulia 1,4%

Liguria 1,1% Emilia Romagna 2,1% Toscana 1,7% Umbria 2,3% Marche 1,6% Lazio 0,9% Abruzzo 2,2% Molise 4,2% Campania 2,5% Puglia 3,1% Basilicata 5,0% Calabria 3,7% SICILIA 3,6% Sardegna 2,8% MEZZOGIORNO 3,1% ITALIA 1,8%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Andamento delle unità di lavoro del settore agricolo (000 unità)

occuPazione

Nel 2012 le unità lavorative dell’Isola sono risultate pari a circa 1.405 mila, il 9% delle quali impiegate nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca. Le unità lavorative agricole, diminuite rispetto al 2011 (-3,3%), mostrano un trend in generale leggera de-crescita nel corso degli ultimi nove anni, passando dalle 135 mila del 2004 alle 126 mila del 2012, con un picco di 147 mila in corrispondenza del 2006.

In termini di occupati agricoli, la Sicilia rappresenta l’11,6% dell’occupazione nazionale e il 22,8% di quella del Mezzo-giorno.

In Sicilia l’incidenza dell’occupazione agri-cola sul totale regionale è risultata pari al 7,5%, in linea con il dato del Mezzogiorno (7,3%) e di parecchio superiore a quello del Nord e del Centro Italia (rispettivamente 2,5% e 2,3%).

La componente femminile tra gli occupati in agricoltura è pari al 20,2%, ben al di sotto della quota del Mezzogiorno (30,8%) e di quella nazionale (29%). 2005 2007 2008 2009 2010 115 120 125 130 135 140 145 150 2004 2006 2011 2012

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Unità di lavoro per settori di attività economica, 2012

15,8%

75,3%

9,0%

Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria Servizi

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Occupati totali e agricoli per ripartizione geografica e genere, 2012

Incidenza degli occupati agricoli sugli occupa-ti totali, 2012

Regioni Occ. agricoltura/occ.totali %

Piemonte 3,4

Valle d’Aosta 3,9

Liguria 2,5

Lombardia 1,5

Trentino Alto Adige 4,5

Veneto 3,1 Friuli-Venezia Giulia 2,9 Emilia-Romagna 3,3 Toscana 2,5 Umbria 2,6 Marche 3,4 Lazio 1,8 Abruzzo 6,1 Molise 9,1 Campania 4,4 Puglia 8,7 Basilicata 9,0 Calabria 13,1 SICILIA 7,5 Sardegna 6,6 NORD 2,6 CENTRO 2,3 MEZZOGIORNO 7,3 ITALIA 3,8

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Regioni Occupati totali Occupati agricoli

000 unità % femmine 000 unità % femmine

Sicilia 1.434 35,2 108 20,2

Mezzogiorno 6.446 36,3 473 30,8

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ProDuttiVità

La produttività del lavoro (VA/UL) in Sicilia, pari a 52.654 euro, mostra nell’ultimo anno segnali di ripresa in tutti i settori, ma in modo particolare nel settore agricolo con un

incremento dell’11%, contro il 2,9% nell’in-dustria e lo 0,9% dei servizi. Detto incremen-to è staincremen-to favoriincremen-to anche dalla riduzione del numero delle unità di lavoro (-3,3%),

peral-tro non molto diversa da quella registratasi in Italia (-3,5%) e nel Mezzogiorno (-3,1%). Prendendo in considerazione l’andamen-to degli ultimi nove anni, risulta che tra il Andamento della produttività del lavoro (VA/UL) per settore (euro)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 10000 20000 30000 40000 50000 60000 Agricoltura Industria Servizi 2012

(20)

2004 e il 2012 la produttività del lavoro nel settore agricolo è cresciuta in misura molto più modesta (2,3%) rispetto sia all’industria (10,2%) che ai servizi (14,9%).

La produttività del lavoro del settore agri-colo, pari 24.261 euro, risulta superiore sia al dato nazionale (23.753 euro) sia al dato medio delle regioni del Mezzogiorno (20.499

euro). Dal 2004 al 2012 l’indicatore ha regi-strato una variazione del 2,3%, prossima a quella nazionale (2,6%) e nettamente miglio-re rispetto a quella del Mezzogiorno (-0,4%). Andamento della produttività del lavoro (VA/UL) nel settore agricolo (euro)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 Sicilia Mezzogiorno Italia 2012

(21)

imPiego immigrati in agricoltura

A partire dalla fine degli anni ‘70 e

duran-te gli anni ’80 il fenomeno migratorio ha subìto profondi cambiamenti. Molti dei pae-si dell’Europa meridionale, infatti, da aree di emigrazione hanno cominciato a trasfor-marsi in luoghi di immigrazione. Tra que-sti, l’Italia è probabilmente l’esempio più emblematico e in modo particolare la Sici-lia che rappresenta una terra di frontiera. Per lo più si tratta di flussi generati da pressioni espulsive connesse agli squilibri del mercato del lavoro e, sempre più spes-so, alla situazione geopolitica dei Paesi di origine. In Italia, infatti, soprattutto tra la fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000, si è avuta una rapida crescita del numero di stranieri regolari residenti che nel 2013 ha sfiorato quota 4,5 milioni (circa il 7,4% della popolazione italiana censita). La pre-senza irregolare, invece, è stata stimata intorno alle 320.000 unità (Fondazione ISMU, 2012).

Con riferimento alla Sicilia, i dati del Mi-nistero degli Interni, aggiornati al 31

dicembre 2013, indicano un numero di cittadini extracomunitari soggiornanti pari a 99.582 (2,6% del totale nazionale), concentrati in particolare nelle province di Palermo (24.525), Catania (18.759), Messina (17.660) e Ragusa (11.270). Ri-spetto all’anno precedente si registra un incremento a livello regionale del 5,2% mentre l’andamento nelle province risulta piuttosto diversificato. Nella maggioranza delle province, infatti, si registrano incre-menti cospicui (Catania +14,8%, Agrigento +11,5%, Siracusa +9,6%, Messina +9,2%, Trapani +9,1%), in altre il tasso di incre-mento è più modesto ma il dato più eviden-te è quello relativo al considerevole calo del numero di extracomunitari soggiornanti nella provincia di Ragusa (-16,5% pari a 2.230 unità in meno rispetto al 2012). La Sicilia è interessata dal fenomeno dell’immigrazione in tutto il suo territo-rio, tuttavia, come testimoniano anche i dati ISTAT relativi al numero di residenti stranieri per comune, le presenze maggiori

si rilevano nelle zone costiere (soprattut-to occidentale e meridionale) e nelle aree metropolitane.

Sono presenti quasi tutte le etnie e na-zionalità dei Paesi in via di sviluppo; gli stranieri presenti nella regione, però, sono prevalentemente tunisini e marocchini ai quali si sono aggiunti, negli ultimi anni, anche rumeni, polacchi e ucraini. I lavora-tori immigrati sono per lo più impegnati a svolgere mansioni umili in differenti setto-ri, nei servizi (pulizia e ristorazione), nel terziario non avanzato (manovalanza in piccole officine di riparazione, stazioni di servizio, ecc.), in agricoltura e nel piccolo commercio.

In particolare, la comunità tunisina è pre-valentemente occupata in agricoltura e vanta una presenza storica nell’isola, in provincia di Ragusa, dove viene impiegata nel comparto serricolo, e in quella di Trapa-ni, dove è indispensabile per la produzione viticola e per le attività della marineria di Mazara del Vallo.

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Le prime cinque nazionalità presenti in Sicilia – rumena, tunisina, marocchina, srilankese e albanese – rappresentano più del 50% di tutta la presenza straniera. Di queste comunità, quella rumena è l’unica ad essere caratterizzata dalla maggiore presenza femminile. A differenza degli anni passati, quando la maggioranza di cittadini stranieri residenti nell’Isola pro-veniva dai Paesi del Maghreb, soprattutto Tunisia e Marocco, negli ultimi anni, le for-ze lavoro provenienti dall’Europa dell’est, ed in particolare dalla Romania e dalla Po-lonia, sono aumentate considerevolmente al punto che, a partire dal 2007, i rumeni hanno superato la componente nordafrica-na attestandosi su circa il 18% di tutta la popolazione straniera residente.

Scendendo nel dettaglio dell’occupazione in agricoltura, i dati dell’INPS relativi ai contratti agricoli a tempo determinato, stipulati nel 2013 a favore di extracomuni-tari, riportano per la Sicilia un numero di

lavoratori pari a 14.996 (circa il 10% del Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Numero di residenti stranieri al 1° gennaio 2013

500 - 2.000 2.000 - 5.000 5.000 - 10.000 10.000 - 15.000 >15.000 N.residenti stranieri 0 - 500

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totale nazionale). Si evidenzia una forte concentrazione nella provincia di Ragusa che, con 8.406 unità, ragguaglia più della metà dei lavoratori extracomunitari as-sunti nell’isola e risulta, inoltre, la prima provincia a livello nazionale. Circa l’85% del totale dei contratti agricoli stipulati nella regione riguarda lavoratori di quat-tro province (Ragusa, Trapani, Siracusa e Catania), dove peraltro si trovano le aree più produttive e intensive, con colture specializzate (ortaggi, vigneti, agrumeti e uliveti).

Con riferimento ai paesi di provenienza, il Maghreb si conferma la maggiore fonte di manodopera agricola straniera, mentre aumenta la consistenza della forza lavoro proveniente dall’Europa orientale. Si stima che questa incida sul totale per circa un quarto.

Gli extracomunitari vengono

prevalente-mente impiegati durante le fasi di raccolta e pertanto il picco degli ingaggi si registra nel periodo estivo-autunnale, fatta eccezio-ne per le ortive di pieno campo per le quali la campagna di raccolta ha inizio già a fine inverno. Per comparti, quali l’ortofloricol-tura protetta, lo zootecnico, l’agroindu-stria e l’agriturismo, l’impiego di manodo-pera si protrae per tutto l’anno.

La giornata lavorativa quasi sempre ha una durata media superiore rispetto a quella contrattuale e non di rado supera le 8-9 ore (soprattutto nel comparto orticolo) se non addirittura le 10 ore, come succede per alcuni tipi di allevamenti zootecnici. Sovente, i compensi sono lontani dal sala-rio sindacale (il salasala-rio effettivo medio è di circa 30 euro al giorno, con punte minime anche di 20 euro, contro quello sindacale di 48 euro). La maggiore incidenza dei con-tratti regolari si riscontra per l’orticoltura

protetta, la trasformazione di ortofrutta e l’agriturismo.

Purtroppo, si registrano ancora, soprat-tutto nell’ambito del comparto orticolo da pieno campo (raccolta di pomodoro e patate), casi di sfruttamento da parte dei datori di lavoro e sopravvive il fenomeno del capolarato. Inoltre, negli ultimi anni si osserva una crescita del lavoro nero pre-stato da immigrati provenienti dall’Europa orientale.

Gli impieghi fissi si riscontrano prevalen-temente nel settore zootecnico e in quello serricolo, dove gli immigrati vengono spes-so utilizzati per svolgere le mansioni più gravose, a volte anche malsane o potenzial-mente dannose, quali la cura e il governo delle stalle, la guardiania degli animali, i trattamenti antiparassitari, le disinfesta-zioni e i lavori colturali all’interno delle serre.

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Il mercato fondiario in Sicilia è caratte-rizzato da una sostanziale staticità. Il perdurare dello stato di crisi generale dell’economia e delle difficoltà di accesso al credito bancario ha determinato nel 2012 un ulteriore decremento del volume degli scambi. Anche l’interesse per i terreni di pregio, che aveva in qualche modo animato gli scambi di fondi rustici nel recente pas-sato, sembra essersi affievolito, rientrando nel contesto di un settore primario parti-colarmente problematico. La combinazio-ne fra la dinamica combinazio-negativa dei prezzi di molte produzioni e l’incremento del costo dei mezzi tecnici, ha contratto il reddito delle aziende, ridotto i capitali circolanti e irrigidito il mercato fondiario regionale, che peraltro non ha mai brillato per parti-colare vivacità.

In generale, i più richiesti sono i terreni siti a ridosso delle fasce costiere, quali se-minativi irrigui di piccole dimensioni per colture orto-frutticole e vivai, oliveti spe-cializzati, e gli appezzamenti pedemontani

mercato fonDiario

2000 2010 2010/2000Variazione Aziende (n.) Solo in proprietà 327.777 175.661 -46,4% Solo in affitto 6.384 18.682 192,6% Proprietà e affitto 14.425 24.987 73,2% Totale** 349.036 219.677 -37,1% SAU (Ha) Solo in proprietà 1.014.993 731.164 -28,0% Solo in affitto 68.425 242.108 253,8% In proprietà e affitto 196.289 414.249 111,0% Totale 1.279.707 1.387.521 8,4% SAU affitto/Totale 5,4% 17,5% SAU in proprietà/Totale 79,3% 52,7%

* la superficie in affitto è comprensiva dell’uso gratuito ** Il dato complessivo comprende le aziende senza SAU.

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – 5° e 6° Censimento generale dell’agricoltura

Aziende e SAU* per titolo di possesso dei terreni, 2000 e 2010 dell’Etna. Negli ultimi anni si è assistito ad

una perdita di appeal da parte dei vigneti. Tuttavia, nel corso del 2012 si è registrata una lieve ripresa delle quotazioni dei

ter-reni viticoli, soprattutto nel trapanese e nell’agrigentino, come conseguenza del leg-gero aumento del prezzo dell’uva da vino registratosi nella scorsa annata.

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Quotazioni Minimo Massimo Trapani

Seminativi asciutti di piccole dimensioni - aree interne 8 14

Vigneti irrigui di Marsala 20 30

Oliveti da mensa della Valle del Belice 15 28 Palermo

Boschi piccole dimensioni delle Madonie 5 10 Agrumeti irrigui della Piana di Lascari 34 51 Vigneti da vino asciutti di piccole dimensioni di Monreale-Partinico 20 30 Frassineti da manna di Castelbuono nelle Madonie 8 11 Messina

Vivai irrigui 140 200

Vigneti da vino DOC 35 50

Agrumeti irrigui della costa jonica 30 45 Pascoli naturali montani dei Nebrodi (ME) 8 13 Agrigento

Seminativi asciutti della collina interna 7 12

Pescheti di Bivona 20 33

Mandorleti delle zone interne 8 14

Agrumeti irrigui di Ribera-Sciacca 27 42 Sem. irrigui piccole dimensioni per colture orticole della zona costiera 24 40 Caltanissetta

Seminativi asciutti di piccole e medie dimensioni 5 13 Seminativi irrigui di piccole dimensioni per colture orticole 25 43 Valori fondiari (000 di euro per ettaro), 2012

Quotazioni Minimo Massimo

Vigneti da tavola (a tendone) 20 44

Enna

Seminativi asciutti di piccole dimensioni 5 10

Pascoli naturali 2 5

Oliveti asciutti per la produzione di olio 10 15

Pescheti di Leonforte 20 30

Catania

Pistacchieti di piccole dimensioni delle pendici dell'Etna 12 23 Noccioleti di piccole dimensioni delle pendici dell'Etna 10 18 Vigneti da vino DOC e IGT delle pendici dell'Etna 25 55 Frutteti su terrazzamenti della costa jonica 25 40 Agrumeti irrigui della Piana di Catania 25 50 Ragusa

Pascoli naturali 5 7

Oliveti per la produzione di olio - DOP Monti Iblei 20 28 Appezzamenti irrigui piccole dim. per colture orticole di Vittoria 27 48 Siracusa

Seminativi asciutti di piccole dimensioni delle aree interne 8 15

Mandorleti di Avola 12 25

Agrumeti irrigui della zona costiera 28 45 Appezzamenti irrigui piccole dim. per colture orticole - Piana di Lentini 22 40

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Buona è stata la tenuta delle quotazioni dei vivai del messinese e dei vigneti DOC ubicati sulle pendici dell’Etna. In leggera ripresa sono apparsi gli appezzamenti frut-ticoli di varie aree, soprattutto dell’agri-gentino e del catanese. Invece sempre in crisi sono apparsi gli agrumeti in tutta la regione, nonostante i segnali incoraggianti giunti dalle produzioni di elevato standard qualitativo della Piana di Catania e del siracusano. Relativamente dinamico si è mantenuto il mercato legato ai piccoli ap-pezzamenti situati nelle vicinanze dei siti turistici, in particolare nelle isole minori (Lipari, Salina e Pantelleria), dove le quo-tazioni sono strettamente connesse alla suscettività extragricola, pur in presenza di un rinnovato interesse per produzioni di qualità e di nicchia (passito, malvasia, capperi, lenticchie).

Dati interessanti, e al contempo preoccu-panti, giungono dal mercato dei diritti di reimpianto dei vigneti, che spesso vengono ceduti a compratori del Nord-Italia, dietro

Canoni

Minimo Massimo

Trapani

Contratti in deroga per coltivazioni stagionali di ortaggi da pieno campo 250 450 Contratti in deroga per ortive a Campobello di Mazara 500 1.200 Palermo

Contratti in deroga per ortive a Termini Imerese 900 1.250 Contratti in deroga per erbai di leguminose (veccia, sulla) 250 450 Messina

Contratti in deroga per pascoli montani dei Nebrodi 100 200 Contratti in deroga per vivai a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto 2.100 3.500 Agrigento

Contratti in deroga per ortive a Ribera e Sciacca 600 1.000 Contratti in deroga per colture protette a Licata 8.000 10.000 Caltanissetta

Contratti in deroga per oliveti 200 250

Contratti in deroga per ortive da pieno campo nella piana di Gela 700 1.300 Enna

Erbai di leguminose (veccia, sulla) 250 400

Contratti in deroga per pascoli naturali 80 120

Catania

Seminativi irrigui per la coltivazione di carciofi a Ramacca 1.000 1.500

Agrumeti nella Piana di Catania 700 1.000

Ragusa

Contratti in deroga ortive a Ragusa e Santa Croce Camerina 1.000 1.300

Contratti in deroga per pascoli naturali 110 180

Siracusa

Contratti in deroga per pascoli nelle Colline orientali degli Iblei 100 130

Contratti in deroga per ortive 1.000 1.500

Canoni di affitto per tipi di azienda e per qualità di coltura per provincia (euro per ettaro), 2012

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corresponsione di cifre che si aggirano intorno ai 4.000 euro/Ha. L’intensa attivi-tà di vendita dei diritti ha portato, come conseguenza, alla perdita di quasi 10.000 ettari di vigneti in 4 anni (2009-2012), con evidente impoverimento del territorio siciliano.

Per quanto riguarda il mercato degli af-fitti, appare interessante osservare come nell’ultimo decennio, secondo i dati del 6° Censimento dell’agricoltura, si sia avu-to un vero e proprio exploit del ricorso

all’affitto da parte delle aziende agricole. In particolare, la SAU esclusivamente in locazione, comprensiva degli usi gratu-iti, è cresciuta di quasi 174 mila ettari (+253,8%), rappresentando il 17,5% dell’intera SAU regionale, mentre le azien-de condotte con sole superfici in affitto e uso gratuito sono aumentate del 192,6%. Le tipologie di terreni concessi in locazio-ne dipendono dal contesto di riferimento. Nelle aree interne dell’isola, dove sono presenti gli allevamenti zootecnici bradi

o semibradi vengono concessi, in affitto stagionale, pascoli naturali o riposi pasco-lativi a un canone che si aggira tra gli 80 e i 120 euro/ha. Altre concessioni riguar-dano appezzamenti già seminati a legumi-nose (per lo più veccia e sulla) da destina-re al pascolamento. Nelle adestina-ree costiedestina-re la domanda è concentrata sui terreni irrigui, spesso di piccole e piccolissime dimensio-ni, da utilizzare per colture ortive e/o vi-vai, per i quali vengono corrisposti canoni consistenti.

(29)

inVestimenti

Secondo i dati Istat, nel 2011 gli investi-menti fissi lordi in agricoltura della Sici-lia si attestano su 536 milioni di euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-0,8%) e rappresentano il 3,9% degli in-vestimenti totali regionali e il 4,7% degli investimenti agricoli nazionali.

Negli ultimi sei anni, l’andamento degli in-vestimenti in agricoltura nell’isola ha mo-strato una certa stabilità, discostandosi di poco dalla media quinquennale di 550 mi-lioni di euro calcolata escludendo il 2008, anno in cui l’importo ha superato 750 mi-lioni di euro e ha ragguagliato il 4,3% del totale degli investimenti dell’Isola e quasi il 26% del VA agricolo regionale.

L’importo degli investimenti agricoli per unità lavorativa (UL) è risultato pari a 4.116 euro, mostrando un lieve calo rispet-to all’anno precedente (-3,3%). Contrazio-ni si sono rilevate anche per gli altri setto-ri, più consistente per l’Industria (-9,8%) e più moderata per i Servizi (-1%).

% su

Anni Agricoltura* (mln €) investimentiTotale Totale investimento agricoltura Italia VA agricolo

2006 562,4 3,0 4,7 20,5 2007 586,9 3,0 4,9 22,5 2008 754,6 4,3 6,4 25,9 2009 526,4 3,2 5,1 18,4 2010 534,2 3,1 5,0 20,8 2011 536,0 3,9 4,7 19,2

Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli

* Agricoltura, silvicoltura e pesca Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Andamento degli investimenti fissi lordi per UL e per settore (€/UL)

* Agricoltura, silvicoltura e pesca Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Anni Agricoltura* Industria Servizi Totale

2006 3.815,17 12.772,48 12.780,28 11.924,92 2007 4.293,34 14.202,14 13.327,21 12.686,18 2008 5.716,67 13.739,34 11.838,83 11.664,24 2009 4.118,94 10.775,38 11.773,74 10.943,29 2010 4.256,69 11.978,76 11.821,34 11.191,33 2011 4.116,74 10.803,37 11.713,25 10.883,18

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Italia Sicilia AGRICOL TURA* INDUSTRIA SERVIZI 0 3000 6000 9000 12000 15000

Investimenti fissi lordi per UL e per settore (€/UL), 2011

* Agricoltura, silvicoltura e pesca Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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creDito all’agricoltura

Il perdurare della crisi economica continua a

influenzare l’andamento del credito alle im-prese mantenendo difficile l’incontro tra la domanda e l’offerta di finanziamenti. Al dicem-bre del 2012 il totale dei finanziamenti in Sici-lia è risultato pari a 38 miSici-liardi di euro, facen-do registrare un incremento del 29% rispetto al 2011. I finanziamenti al settore primario, comprese silvicoltura e pesca, hanno supera-to i 2,7 miliardi di euro, che rappresentano il 7,2% del totale degli impieghi complessivi di tutte le branche di attività economica. Dai dati riferiti al quinquennio 2008-2012 emerge un’incidenza del credito all’agricoltura sul to-tale dei finanziamenti che si mantiene sempre

al di sopra del dato nazionale e un’importante impennata degli importi del 2012, sia in termi-ni di valore assoluto che percentuale. In Sicilia nel 2013 sono stati erogati 55 mi-lioni di euro per finanziamenti oltre il breve termine, principalmente finalizzati all’acqui-sto di macchine e attrezzature, pur con una forte riduzione rispetto all’anno precedente (-32,7%). Va osservato il consistente calo delle erogazioni in generale, pari a -29,5%, in linea con il dato nazionale (-20,3%).

Con riferimento alle consistenze, il credito oltre il breve termine ha raggiunto 464 mi-lioni di euro, pari al 3,3% del dato nazionale, mostrando una contrazione del 7,4% rispetto

2008 2009 2010 2011 2012

mln euro % su totale mln euro % su totale mln euro % su totale mln euro % su totale mln euro % su totale

Sicilia 1.912 7,4 1.939 7,4 1.595 5,5 1.697 5,8 2.748 7,2

Italia 37.421 3,9 38.663 4,1 40.893 4,3 43.787 4,4 44.210 4,6

Finanziamenti bancari per l’agricoltura, selvicoltura e pesca - consistenze

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia – Bollettini statistici

0 10 20 30 40 50 60 Sicilia Italia Credito/PLV Credito/VA

Incidenza percentuale dei finanziamenti oltre il breve termine (consistenze) sulla PLV e sul VA, 2012

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EROGAZIONI CONSISTENZE

Sicilia Italia Sicilia Italia

mln euro 2013/12Var % mln euro 2013/12Var % mln euro 2013/12Var % mln euro 2013/12Var %

Macchine e attrezzature 33 -32,7 954 -22,6 155 -8,3 5.087 -5,9

Acquisto immobili rurali 5 -16,7 278 3,3 165 -6,8 2.722 -2,1

Costruzione fabbricati rurali 17 -26,1 572 -24,9 144 -7,1 6.261 -8,4

Totale 55 -29,5 1.804 -20,3 464 -7,4 14.070 -6,3

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia – Bollettini statistici

Finanziamenti oltre il breve termine all’agricoltura, 2013 al 2012. È interessante osservare come nella

regione, pur con una netta supremazia dei fi-nanziamenti non agevolati (88%), l’incidenza del credito agevolato sul totale (12%) si man-tenga molto al di sopra di quella del Sud-Italia (5,5%) e di quella del resto del paese (3,4%). Rapportando le consistenze dei finanziamenti oltre il breve termine alla Produzione vendibile e al Valore aggiunto dell’agricoltura emerge che in Sicilia nel 2012 l’incidenza del credito sulla PLV è risultata inferiore al 12%, contro quasi il 30% dell’Italia, e quella sul VA si è

atte-stata sul 18%, contro il 57% nazionale. Per quanto riguarda la consistenza dei finan-ziamenti agevolati, si evidenzia la tendenza alla riduzione del peso dei prestiti a medio-lun-go termine a vantaggio di quelli a breve termi-ne, sintomo della riluttanza all’indebitamento da parte delle imprese agricole e di carenza di liquidità. Tendenza che si ridimensiona nell’ul-timo anno con una ripresa degli importi per entrambe le tipologie dei prestiti agevolati, più consistente per quella a medio-lungo termine.

Anni Totale

mln euro Termine %Breve Medio-Lungo Termine %

2008 57 3,5 96,5 2009 57 3,5 96,5 2010 29 24,1 75,9 2011 22 13,6 86,4 2012 22 22,7 77,3 2013 52 17,3 82,7

Finanziamenti agevolati ad agricoltura, foreste e pesca in Sicilia - consistenze

(33)

consumi intermeDi

Nell’ultimo triennio la spesa per i consumi intermedi dell’agricoltura è aumentata del 9,6%, passando da 1.325 milioni di euro nel 2010 a 1.452 milioni di euro nel 2012. Sul valore totale hanno inciso in maniera pre-ponderante gli “Altri beni e servizi” (47%). Un peso consistente hanno avuto l’“Energia motrice” (15%), le “Sementi” (9%) e i “Man-gimi” (9%). In particolare, rispetto al 2011, i maggiori incrementi in valore si sono avuti a carico dei “Fitosanitari” (+14,2%), del-l’“Energia motrice” (+14,1%), delle “Sementi e piantine” (+12,6%) mentre i “reimpieghi” rappresentano l’unica voce in calo (-1,9%).

Distribuzione dei consumi intermedi dell’agricoltura in valore, 2012

Altri beni e servizi Sementi e piantine Mangimi e spese varie bestiame Concimi Fitosanitari Energia motrice Reimpieghi 15,0% 5,8% 46,8% 9,2% 6,7% 7,2% 9,2%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

2010 2011 2012 Var.% 2012/11

Sementi e piantine 120.790 119.197 134.193 12,6

Mangimi e spese varie per il bestiame 116.800 133.662 134.262 0,4

Concimi 76.373 91.429 97.625 6,8

Fitosanitari 96.848 91.217 104.201 14,2

Energia motrice 177.500 191.381 218.348 14,1

Reimpieghi 77.529 85.574 83.947 -1,9

Altri beni e servizi 659.456 648.818 679.781 4,8

Totale 1.325.296 1.361.278 1.452.357 6,7

Consumi intermedi dell’agricoltura (mln €), 2012

(34)

Il 2013 ha fatto rilevare, in generale, pa-rametri termo-pluviometrici al di sopra dei valori medi del periodo 1971-2000 assunti come media climatica.

L’elaborazione dei dati CRA-CMA1, re-lativi alle precipitazioni medie mensili cumulate, evidenziano valori elevati per tutte le province. In particolare, nel pri-mo trimestre dell’anno, durante il quale si sono verificati diversi eventi calamito-si che hanno causato ingenti danni nella parte sudorientale dell’isola, e nei mesi di agosto e novembre. Al contrario i mesi di maggio, giugno e ottobre hanno fatto registrare livelli di precipitazioni decisa-mente al di sotto dei valori medi. L’ana-lisi dei dati medi provinciali, comunque, non consente di mettere in evidenza la disomogeneità della distribuzione del-le precipitazioni sul territorio. Il SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologi-co della Regione Siciliana), infatti, grazie

clima e DisPonibilità iDriche

Precipitazioni cumulate medie mensili 2013 e medie climatiche 1971-2000 (mm)

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

Palermo Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina

Ragusa Siracusa Trapani Clima PA Clima AG Clima CL

Clima CT Clima EN Clima ME Clima RG Clima SR Clima TP

Fonte: elaborazioni INEA su dati CRA-CMA

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Temperature massime medie mensili 2013 - scarti dalla media climatica 1971-2000 (%) -10 -5 0 5 10 15 20 25

Palermo

Agrigento

Caltanissetta

Catania

Gen.

Feb.

Mar.

Apr.

Mag.

Giu.

Lug.

Ago.

Set.

Ott.

Nov.

Dic.

Enna

Messina

Ragusa

Siracusa

Trapani

(36)

Temperature minime medie mensili 2013 - scarti dalla media climatica 1971-2000 (%) -40 -30 -20 -10 0 10 20 30 40 50

Palermo

Agrigento

Caltanissetta

Catania

Gen.

Feb.

Mar.

Apr.

Mag.

Giu.

Lug.

Ago.

Set.

Ott.

Nov.

Dic.

Enna

Messina

Ragusa

Siracusa

Trapani

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Volume totale invasato nei principali serbatoi ad uso irriguo siciliani e % di riempimento rispetto alla capacità totale dei singoli invasi, 2013

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – Osservatorio delle acque

0,00 100,00 200,00 300,00 400,00 500,00 0,00 20,00 40,00 60,00 80,00 100,00

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

Totale Mmc

% riempimento

SCANZANO PIANA DEGLI ALBANESI POMA ARANCIO NICOLETTI S. ROSALIA TRINITA' OGLIASTRO

RUBINO COMUNELLI CIMIA DISUERI

ANCIPA POZZILLO GARCIA CASTELLO

PRIZZI OLIVO S. GIOVANNI GORGO LAGO

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all’analisi dei dati rilevati dalle numero-se stazioni che gestisce, ha numero-segnalato per i primi quattro mesi dell’anno un periodo di prolungata siccità su tutto il versante ionico della regione che ha determinato un aggravio dei costi per l’irrigazione e un calo produttivo per seminativi e fo-raggere.

Le temperature massime medie mensili si sono mantenute, per tutte le province, quasi sempre ben al di sopra dei valori medi climatici; in alcuni casi i valori sono scesi appena al di sotto della media con l’eccezione del mese di febbraio che ha fatto registrare scarti negativi maggiori in quasi tutto il territorio regionale, ma

soprattutto nelle province di Caltanissetta (-7,7%) e Palermo (-6,9%). Con riferimen-to alle temperature minime medie mensili, l’andamento osservato è molto simile a quello appena descritto per le massime, ma con scarti rispetto ai valori medi cli-matici ancora più marcati, in particolare per il mese di febbraio nelle province di Enna (-39,1%), Catania (-25,5%), Palermo (-25,0%) e Caltanissetta (-18,9%). Nel corso del 2013, la disponibilità di risor-se idriche per usi irrigui si è mantenuta su livelli più che accettabili nonostante quan-to evidenziaquan-to a proposiquan-to dell’anomala distribuzione delle precipitazioni sul terri-torio. La quota di riempimento è cresciuta

nel corso dei primi mesi dell’anno per man-tenersi al di sopra del 70% della capacità regionale di invaso (poco più di 800 Mmc) durante tutto il secondo trimestre. Il livel-lo di riempimento è sceso al di sotto del 50% della capacità regionale solo a partire dal mese di settembre a causa dell’effetto combinato della riduzione degli apporti pluviometrici e dell’utilizzo della risorsa durante la stagione irrigua. Particolarmen-te ridotto il volume d’invaso del serbatoio Pozzillo, il più grande della Sicilia (150 Mmc), che nell’ultimo mese dell’anno ha raggiunto la soglia minima di riempimento degli ultimi cinque anni (circa il 5% della sua capacità massima).

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risultati ProDuttiVi

Il valore della produzione agricola ai prezzi di base nel 2012 è risultato pari a 4.702 milioni di euro, registrando un incremen-to del 7% rispetincremen-to all’anno precedente.

Alla sua formazione hanno contribuito in maniera preponderante le coltivazioni ar-boree (37,9%) ed erbacee (33,4%), mentre più contenuto è stato il peso dei servizi

con-Comparti 000 € % Variazione % 2011/2010 Arboree 1.613.301 37,9% 20,6 Erbacee 1.421.734 33,4% -2,5 Foraggere 43.907 1,0% 6,7 Zootecnia 535.977 12,6% 8,5 Servizi connessi* 716.735 16,9% 5,8 (+) attività secondarie 31.625 0,7% -0,1 (-) attività secondarie 110.808 2,6% -4,0

Produzione della branca agricoltura 4.252.471 90,4 8,3

Produzione della branca silvicoltura 5.980 0,1 -4,5

Produzione della branca pesca 443.864 9,4 -3,9

Totale 4.702.315 100,0 7,0

Produzione e servizi ai prezzi di base per principali comparti, 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

nessi (16,9%) e della zootecnia (12,6%). Dal confronto con i dati dell’anno prece-dente emerge il notevole incremento del valore delle produzioni arboree (+20,6%) e il buon aumento delle produzioni zootec-niche (+8,5%) e foraggere (+6,7%). Al con-trario, le produzioni erbacee hanno subito un moderato decremento (-2,5%). Analizzando i vari comparti, si rileva che il più importante si conferma quello ortico-lo (patate e ortaggi) con un’incidenza sul valore della produzione agricola regiona-le pari al 22,2%, seguito dall’agrumicolo (16,4%). Importante è stato il peso dei ser-vizi connessi (16,9%) e notevole il contri-buto della produzione vitivinicola (9,7%) e delle carni (8%). Scendendo nel dettaglio dei singoli prodotti emerge la supremazia delle arance (8,7%), seguite dal frumento duro (6,4%) e dai limoni (6,2%).

Dal confronto con l’anno precedente, si rilevano valori in aumento, più deciso per uva da vino venduta (+76,7%), che ha recuperato le perdite del 2011, e

man-* a seguito dell’adozione della classificazione Ateco 2007, i servizi connessi all’agricoltura hanno preso la denominazione di “Attività di supporto all’agricoltura e attività successive alla raccolta”. Per attività secondaria va intesa sia quella, evidenziata con il segno (+) effettuata nell’ambito della branca di attività agricola e quindi non separabile (ad es. agriturismo) e sia quella, evidenziata con il segno (-) esercitata da altre branche (ad es. da imprese commerciali) nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti.

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Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Produzione agricola ai prezzi di base per principali comparti, 2012

22,2% 16,4% 16,9% 8,0% 7,6% 9,7% 5,3% 4,9% 3,9% 1,0% 2,3% 1,9% Patate e Ortaggi Agrumi Servizi connessi Carni Cereali e legumi secchi Prodotti vitivinicoli Prodotti olivicoltura Frutta Fiori e piante da vaso Coltivazioni foraggere Uova Altre colture legnose darini (+63,9%), e più contenuto per

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aumen-tate le produzioni di peperoni (+58,9%)

e orzo (+39,1%), mentre sono diminuite quelle di cocomeri (-47,4%), mele (-32,8%) e arance (-14,7%). Particolarmente vistoso è stato il calo produttivo di cipolle e porri (-90,7%), al quale è corrisposta una buona Produzione agricola ai prezzi di base per principali prodotti, 2012

8,7% 6,4% 4,8% 4,2% 3,2% 2,9% 1,7% 2,3% 3,0% 8,7% 6,4% 4,8% 4,2% % 1,7% 2,3% , Arance Frumento duro Limoni Carni bovine Olio Uva da tavola Carciofi Patate Zucchine Uova Vino 6,2% 4,3%

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Quantità Valore PRODOTTI 000 Qli 2012/2011 Var % 000 € 2012/2011 Var %

Frumento tenero 18 -10,0 465 -11,6 Frumento duro 8.295 3,9 272.654 1,6 Orzo 192 39,1 4.652 -26,5 Granoturco ibrido 30 25,0 675 -10,4 Patate 212 5,0 124.563 -1,8 Fagioli freschi 66 -8,3 13.260 -11,0 Cipolle e porri 26 -90,7 15.789 3,1 Carote 1.210 0,2 61.334 13,1 Carciofi 1.553 -0,3 137.671 -5,4 Cavoli 177 -5,9 10.277 -9,3 Cavolfiori 386 7,8 19.465 20,5 Indivia 124 -5,3 5.847 -9,3 Lattuga 460 10,3 25.901 18,4 Radicchio 14 -6,7 720 -18,9 Melanzane 837 28,4 44.679 26,6 Peperoni 1.014 58,9 61.473 16,1 Zucchine 895 -17,5 73.187 -13,8 Quantità Valore

PRODOTTI 000 Qli 2012/2011Var % 000 € 2012/2011Var %

Cocomeri 339 -47,4 4.685 -32,4

Fragole 94 -6,0 10.844 -15,5

Uva da tavola 18.274 -45 182.747 15,2

Uva da vino venduta 4.266 22,0 101.690 76,7

Vino (000 hl) 2.115 43,5 125.845 65,4 Olio 499 -5,0 177.003 7,0 Arance 10.548 -14,7 371.051 19,1 Mandarini 677 -9,1 40.208 63,9 Limoni 4.052 -4,3 261.674 25,9 Clementine 513 -21,1 15.633 9,4 Pesche 1.040 10,8 33.303 36,0 Mele 123 -32,8 5.030 -5,2 Pere 568 -10,1 42.972 24,7 Mandorle 656 -7,9 45.685 -2,1 Nocciole 112 -10,4 18.747 -5,1 Noci 6 -14,3 2.262 -8,4 Actinidia 5 0,0 244 -39,0

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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rivalutazione delle quotazioni con aumento del valore della PLV pari al 3,1%. Tra i prodotti di prima trasformazione, in-vece, si segnala una maggiore produzione di vino (+43,5%), che in termini di valore fa segnare un +65,4%, e una leggera ri-duzione dell’olio di oliva (-5%), alla quale corrisponde un aumento in valore del 7%. Per quanto riguarda il valore della produ-zione animale, si segnala un trend in ge-nerale crescita, con variazioni positive di particolare rilievo per uova (+31,3%) e pol-lame (+10,1%). In aumento anche le quo-tazioni delle carni, mentre si ridimensiona il comparto mielicolo. In termini quan-titativi, invece, i prodotti zootecnici, ad eccezione del pollame, hanno subito delle contrazioni, per lo più contenute, che sono risultate consistenti per il miele (-16,7%), peraltro già in calo nel 2011 (-14,3%).

PRODOTTI 000 Qli QuantitàVar % Valore

2012/2011 000 € 2012/2011 Var %

Carni bovine 742 -1,2 205.574 4,9

Carni suine 162 -4,1 25.792 5,2

Carni ovicaprine 64 -1,5 23.918 2,0

Pollame 364 4,9 58.835 10,1

Latte di vacca e bufala (000 hl) 1.610 -1,5 68.399 -0,3

Latte di pecora e capra (000 hl) 314 -4,8 25.946 1,5

Uova (milioni di pezzi) 642 -2,6 99.428 31,3

Miele 5 -16,7 1.660 -10,0

Principali prodotti zootecnici, 2012

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risultati ProDuttiVi seconDo la rica

Le aziende agricole siciliane professionali2,

secondo quanto emerge dai dati del cam-pione RICA regionale 2012, dispongono di una base aziendale pari mediamente a 12,8 ettari contro una media nazionale di 15,2 ettari. L’analisi per orientamento tecnico economico (OTE) evidenzia che le aziende con la maggiore superficie coltivata sono quelle specializzate nell’allevamento di er-bivori (40,3 ettari), seguite dalle aziende miste con coltivazioni e allevamento (27,3 ettari), dalle aziende con policoltura (19,7 ettari) e da quelle specializzate nei semina-tivi (19,1 ettari). Di gran lunga al di sotto della media regionale risultano, invece, le aziende specializzate nelle coltivazioni permanenti (6,4 ettari) e in ortofloricol-tura (3,9 ettari). Queste ultime, di contro, sono quelle che assorbono in assoluto più manodopera, pari a 2,8 Unità Lavorativa Annua (ULA) per azienda contro la

me-2 Il campo di osservazione della RICA è un sottoinsieme dell’universo UE in quanto esclude una fascia di aziende sulla base della dimensione economica. In considerazione della

diversa situazione strutturale dell’agricoltura comunitaria, i limiti di dimensione economica dei campi di osservazione CE sono differenti per ciascuno Stato Membro: per l’Italia tale limite è stato fissato a 4.000 euro di valore standard della produzione (per maggiori dettagli sugli aspetti metodologici dell’indagine RICA si veda www.rica.inea.it).

SAU ULA familiariULA UBA

Ha n. n. n. Seminativi 19,1 0,6 0,5 0,0 Ortofloricoltura 3,9 2,8 1,2 0,0 Coltivazioni permanenti 6,4 0,8 0,7 0,1 Erbivori 40,3 1,3 1,1 35,5 Policoltura 19,7 1,1 0,7 0,0

Misto coltivazioni allevamento 27,3 1,3 1,0 14,2

SICILIA 12,8 1,0 0,7 3,6

Dimensioni strutturali medie delle aziende RICA per comparto, 2012

Fonte: elaborazioni su dati AREA RICA, INEA

dia regionale pari a 1 ULA. Le aziende con allevamento di erbivori e quelle miste (coltivazioni e allevamento) impiegano an-nualmente 1,3 unità di lavoro; il minore impiego di manodopera, invece, si registra per gli OTE seminativi (0,6 ULA) e

coltiva-zioni permanenti (0,8 ULA).

Da quanto detto consegue che l’intensità del lavoro, ovvero il rapporto tra SAU e unità di lavoro (cioè la quantità di superfi-cie coltivata gestita da un’unità di lavoro), è massima nelle aziende specializzate nei

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seminativi (32,1 ettari per unità di lavoro) e minima in quelle specializzate in ortoflo-ricoltura (1,4 ettari per unità di lavoro). E’ interessante notare, inoltre, come l’in-cidenza della manodopera familiare, ri-spetto al totale, sia sempre molto elevata (dal 67,4% nelle aziende con policoltura all’86,7% in quelle specializzate nei semi-nativi) fatta eccezione per le aziende or-tofloricole, nelle quali l’impiego del lavoro familiare è limitato al 41% della manodo-pera utilizzata.

Con riferimento ai risultati gestionali, si evidenzia la migliore performance dell’or-tofloricoltura, sia in termini produttivi (PLV pari a circa 143.000 euro/azienda) che reddituali (reddito netto pari a circa 51.800 euro/azienda); al contrario, le colti-vazioni arboree e i seminativi conseguono i risultati peggiori, rispettivamente circa 9.500 euro e 10.300 euro di reddito netto medio aziendale.

Anche in termini relativi, prendendo cioè in considerazione gli indici di produttività e di

Intensità del lavoro (SAU/ULT) Incidenza lavoro familiare (ULF/ULT) Grado intensità zootecnica (UBA/ULT) Carico bestiame (UBA/SAU) Ha %. n. n. Seminativi 32,1 86,7 0,0 0,0 Ortofloricoltura 1,4 41,2 0,0 0,0 Coltivazioni permanenti 7,7 78,9 0,1 0,0 Erbivori 31,6 85,4 27,8 0,9 Policoltura 18,3 67,4 0,0 0,0

Misto coltivazioni allevamento 21,7 82,5 11,3 0,5

Indici strutturali per comparto, 2012

Fonte: elaborazioni su dati AREA RICA, INEA

redditività, viene confermata l’ottima per-formance dell’ortofloricoltura. Tutti gli altri comparti, invece, presentano valori degli indici decisamente più contenuti ed in modo particolare quelli riferiti alla SAU. Con 1.190 euro per ettaro, i seminativi presentano il valore più basso della produttività agricola della terra (PLV/SAU), seguiti a brevissi-ma distanza dall’ordinamento misto (circa

1.230 euro per ettaro) e dall’allevamento di erbivori (circa 1.330 euro per ettaro). La redditività netta della terra (RN/SAU) per tutti i comparti, ad eccezione dell’ortoflori-coltura (13.300 euro per ettaro), non supe-ra i 1.500 euro per ettaro.

Va osservato inoltre che, con riferimento alla redditività netta del lavoro aziendale (RN/ULT), le distanze tra i vari comparti

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Produzione lorda

vendibile contributiPremi e Aggiunto Valore variabiliCosti Costifissi Prodottonetto 0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140000 160..000 Seminativi Ortofloricoltura Arboreo Reddito netto Erbivori Policoltura Misto coltivaz.allevamento

Fonte: elaborazioni su dati AREA RICA, INEA

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si attenuano notevolmente. Soltanto i

se-minativi e l’arboricoltura mostrano valori più bassi (all’incirca 11.000 euro per unità di lavoro) rispetto agli altri orientamen- ti tecnici (dai circa 17.000 euro a circa 20.000 euro per unità di lavoro). Indici economici per comparto, 2012

Redditività netta lavoro aziendale RN/ULT Redditività lavoro familiare RN/ULF Produttività agricola del lavoro PLV/ULT Redditività netta della terra RN/SAU Produttività agricola della terra PLV/SAU 0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 Seminativi Ortofloricoltura Arboreo Erbivori Policoltura Misto coltivaz.allevamento

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meccanizzazione seconDo la rica

Un’apposita ricerca condotta dall’INEA,

svolta sulla base della banca dati RICA - riferibile a circa 11.000 aziende con SAU e in possesso di macchine agricole - e pub-blicata nel 2013 sul volume “La meccaniz-zazione agricola in Italia”, è in grado di fornire interessanti informazioni anche sulla situazione regionale.

Per i principali OTE è stato determinato il valore del parco macchine, espresso in euro per ettaro di SAU. Dal confronto con i dati riferiti all’Italia, si evidenzia come nel-le aziende siciliane, ad eccezione di quelnel-le specializzate nell’ortofloricoltura, il cui dato si discosta di poco dalla media nazionale (-3,2%), si riscontri un minor grado di mec-canizzazione, inteso come valore ad ettaro del parco macchine. Ciò vale soprattutto per le aziende non specializzate (policoltura, poliallevamento, aziende miste). Lo studio, tuttavia, rileva anche un certo sovradimen-sionamento del parco macchine a livello nazionale e di conseguenza un uso poco efficiente che caratterizza l’agricoltura del

OTE Sicilia Italia Differenziale Sicilia/Italia

Seminativi 3.151 6.694 -52,9% Ortofloricoltura 21.822 22.543 -3,2% Colture permanenti 5.349 11.364 -52,9% Erbivori 2.400 6.203 -61,3% Granivori 4.029 11.007 -63,4% Policoltura 3.180 8.697 -63,4% Poliallevamento 1.637 9.190 -82,2%

Aziende miste (colture-allevamento) 1.623 7.670 -78,9%

Valore del parco macchine delle aziende RICA (euro/ettaro di SAU), 2010

Fonte: INEA - “La meccanizzazione agricola in Italia” (2013)

paese soprattutto in certi comparti (es. se-minativi, colture permanenti). Peraltro, va ricordato che in Sicilia la dimensione media aziendale spesso modesta e la notevole dif-fusione di coltivazioni estensive rendono difficoltoso il mantenimento in proprio di un parco macchine completo e favoriscono il ri-corso al contoterzismo per varie operazioni. Di contro, prendendo in considerazione

l’e-tà media delle macchine inventariate nelle aziende RICA, la Sicilia mostra di essere una delle regioni d’Italia dotate di un parco macchine tra i più nuovi.

Anche con riferimento alla potenza si os-serva un valore medio per ettaro di SAU superiore al dato nazionale, soprattutto con riguardo alle trattrici gommate e alle altre macchine semoventi.

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Età media (anni) Potenza (Cv/Ha)

Sicilia Italia Sicilia Italia

Trattrici

Trattrice a cingoli 16 20 4,3 4,5

Trattrice con ruote isodiametriche 14 17 1,4 2,7

Trattrice gommata a 2 ruote motrici 16 19 7,0 3,5

Trattrice gommata a 4 ruote motrici 15 15 6,5 4,2

Operatrici semoventi

Altre macchine operatrici semoventi 13 13 7,5 1,4

Atomizzatore semovente 14 19 7,2 1,0 Carrello elevatore 11 14 1,3 2,8 Mietitrebbiatrice autolivellante 9 17 2,7 2,9 Motocoltivatori 15 17 3,5 1,4 Motofalciatrice 19 24 1,5 1,6 Motoranghinatore 14 19 1,7 3,6 Motozappatrice 14 16 3,1 2,7 Piattaforma semovente - 13 - 2,4 Raccoglitrice generica - 10 - 5,2 Scuotitore semovente 11 8 1,9 7,2 Spandimangime semovente - 12 - 7,1 Vendemmiatrice 9 8 3,1 6,2

Età media e potenza media delle macchine delle aziende RICA, 2010

(50)
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inDustria alimentare e Delle beVanDe

Secondo i dati del 9° Censimento

dell’in-dustria e dei servizi dell’ISTAT (2011), l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco conta in Sicilia 6.828 imprese attive, che rappresentano il 30,2% delle imprese attive del settore manifatturiero dell’isola. Tale percentuale risulta supe-riore a quella che si registra sia nel Mez-zogiorno (24,5%) che in Italia (13,7%). Più del 95% delle imprese si concentra nel settore dell’industria alimentare in senso stretto, in linea con quanto avviene nel Mezzogiorno e in Italia, e la rimanente percentuale è da ricondurre all’industria delle bevande. In Sicilia non sono presenti imprese attive nell’industria del tabacco. Gli addetti ammontano a 25.501 e rappre-sentano il 28,3% degli addetti dell’indu-stria manifatturiera siciliana; di questi una percentuale pari al 92% è da ricon-durre all’industria alimentare in senso stretto.

Le imprese che operano in Sicilia nel set-tore dell’industria alimentare e delle

be-Imprese attive nell’industria alimentare e delle bevande, 2011

0 10000 20000 30000 40000 50000 60000 Industria alimentare Industria delle bevande 54.931 24.554 6.523 2.874 1.269 305 Sicilia Mezzogiorno Italia

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

vande sono di piccole dimensioni. Dai dati per classe di ampiezza risulta, infatti, che l’85% ha meno di 5 addetti. In particola-re, il 32,2% ricade nella classe fino ad un addetto, il 29% nella classe da 3 a 5 ad-detti e il 21,3% in quella fino a 2 adad-detti. Le forme giuridiche prevalenti

nell’indu-stria alimentare sono rappresentate dal-le imprese individuali (66,2%), mentre nell’industria delle bevande prevalgono le società a responsabilità limitata (44,6%) seguite dalle imprese individuali (19,3%) e dalle società cooperative (12,5%). Prendendo in esame la distribuzione

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del-le imprese per i principali settori di attività, è bene specificare che non sempre la statistica ufficiale è in grado di rispecchiare a pieno il complesso reale degli ambiti di attività delle

industrie alimentari. Infatti, le categorie, che fanno riferimento ai codici ATECO, conside-rano spesso la sola attività prevalente trala-sciando gli ambiti produttivi secondari.

In ogni caso, è interessante osservare che il 68,2% delle imprese e il 57,6% degli addetti afferiscono alla “produzione di prodotti da forno e farinacei”. 1,3 0,1 12,5 1,3 44,6 11,1 7,9 0,8 1,0 0,2 8,5 7,0 4,9 13,4 19,3 66,2 Altra forma d’impresa

Soc. coop.

S.r.l.

S.p.a.

Altra Soc. pers.

S.a.s

S.n.c

Impresa individuale

Industria bevande

Industria alimentare

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

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