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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.37 (1910) n.1865, 30 gennaio

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Anno XXXYII - Voi. XLI

Firenze, 30 Gennaio 1910

N, 1865

SOMMARIO: A. J. db Jo h a n n is, Sui propositi del M inistero — Il Credito A grario ed il Banco di Si­ cilia — Braccianti, settentrionali nel M ezzogiorno — Remo Ch ie r ic i, Considerazioni sulla, legge della produttività decrescente in agricoltura — RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Or. J. Seailles, La repartition des Fortunes en France - Dr. Raffaele Rivolta, Saggio di profilassi e di statisica degli infortuni nei m ilitari - Prof. Giorgio del Vecchio, Sulla idea di una scienza del D iritto Universale comparata — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : Il primo Congresso delle case popolari - Il Congresso internazionale contro la disoccupazione - Le emissioni inglesi - La statistica agraria - Il consumo dello zucchero in Ispagna — RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il com­

mercio della Germania — L a situazione del Tesoro al 31 dicembre 1909 — L ’em igrazione in Ispagna — Sulle condizioni del lavoro negli Stati Uniti dell’A m erica del Nord — Cronaca delle cam ere di com m ercio — Mercato M onetario e R ivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

Sui propositi del Ministero

Il più impenetrabile mistero regna sui pro­ positi del Governo circa il programma che sarà presentato alla Camera. Le notizie che da que­ sto o da quel gior naie vengono pubblicate, dopo due o tre giorni di discussione sono sempre più o meno autorevolmente smentite; la qual cosa lascia comprendere che le notizie più che tali erano invenzioni o tutto al più illazioni ; non è quindi il caso di seguirle o di commentarle; or­ mai i Governi vanno abituando il paese ad un regime di sorprese, il quale da un lato può gio­ vare alla situazione parlamentare impedendo le mene dei partiti, nuoce però d’altra parte alla preparazione più ponderata della pubblica opi­ nione.

Comunque, ripetiamo, è inutile correr dietro alle fantasie ed alle fantasticherie. V a però no­ tata una stridente contraddizione della quale colle sue varie manifestazioni dà prova il pen­ siero del paese.

Si è aspramente rimproverato il Ministero Giolitti di non aver saputo affrontare i grandi problemi che attendono soluzione e di aver espres­ samente rimandate o lasciate rimandare le que­ stioni più importanti che erano sul tappeto ; e sembrava che molti salutassero il nuovo Gabi­ netto come una speranza di tutto un nuovo in ­ dirizzo di alacrità e di persistenza nel lavoro parlamentare, studiando e risolvendo la più ra­ pida esecuzione delle leggi già approvate e pre­ sentando la risoluzione di tante questioni che urgono.

Se non che coloro stessi che hanno espressa una simile speranza, hanno fatto il viso d ’al­ larme appena qualcuno ha accennato che il Mi­ nistero Sonnino sarebbe ricorso al credito per aver i mezzi necessari ad iniziare e sviluppare

il suo programma. E, non vi ha dubbio; la di­ mostrazione della non convenienza di accrescere il debito pubblico è risultata chiara e convin­ cente. Il Comm. Tito Canovai neU’ Economista

d’Italia, ha forse un poco esagerate le tinte, ma

ha dimostrato con molta competenza, quale è in lui abituale, che si illudono molto coloro i quali dalle migliorate condizioni della economia nazio­ nale, traggono il convincimento di una Italia ricca a cui sia permesso di spendere e spandere con larghezza e con leggerezza i milioni e capitaliz­ zare ad un tratto i maggiori redditi che in que­ sti ultimi dieci anni ha conseguito.

Diciamo che l’egregio amico nostro ha forse esagerato alquanto le tinte, perchè nessuno, cre­ diamo, ha preso sul serio il programma dell’ ono­ revole Ferri di contrarre un prestito di un miliardo per attuare quelle aspirazioni per le quali non ne basterebbero quattro. A nostro avviso i programmi in base a massime inesorabili, sono sempre da scartarsi ; in tutti gli indirizzi diversi a cui può abbandonarsi la politica, la sola massima fonda- mentale che deve essere imprescindibilmente se­ guita è quella della misura. Se, ad esempio, il nuovo Ministero avesse concepita la idea che al­ cuni gli attribuiscono della conversione di alcuni debiti redimibili per un trecento milioni, non sarà un gran male se il debito nuovo eccederà anche di 50 o sia pure di 100 milioni il fabbisogno della conversione, per dedicare tale somma, sup­ pongasi, ad affrettare la costruzione degli edifìzi scolastici dove mancano affatto o sono indecenti, ed a rendere, almeno dal lato dello spazio, meno difficile la attuazione della legge della istruzione obbligatoria che, se non erriamo ha la data re­ mota del 1882.

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66 L ’ ECONOMISTA 30 geunaio 1910

relazione alle condizioni, non ancora ben stabilite, della economia nazionale.

Altri ha emesso il grido: niente tasse mag­

g io r i; ed essi pure sostenendo tale tesi hanno

trovato buone ragioni ; il paese che lavora ha b i­ sogno di pace e di sicurezza; pace in quanto non deve essere continuamente minacciato di vedersi devastati i suoi redditi da nuove gravezze Sscali ; sicurezza, in quanto colpendo il fisco questa o quella industria finisce a tenerle tutte incerte e paurose ; mentre il mercato in generale è già scosso dalla ripercussione delle crise altrui, ed ha già subito un forte attacco dalla improvvida tassa sui titoli esteri, impaurendo il capitale molto più di quello che ordinariamente non si sappia e non si pensi.

E, ripetiamo, siamo d’accordo nel convenire che non è il caso di pensare ora a nuovi balzelli, sia perchè le condizioni della economia non li consentono, sia perchè il paese si è già pronun­ ciato e con una certa violenza contro i progetti Griolitti, sebbene fossero addolciti da 40 milioni di sgravi su un consumo che deve diventare po­ polare.

Ma pur essendo d’ accordo con coloro che trovano tante giuste ragioni per non approvare nuovi inasprimenti fiscali, ripetiamo anche qui essere la applicazione di questo principio, una questione di misura, e, trattandosi di tasse, an­ che di modo.

Diciamo di misura in quanto se il paese non è ora in grado di sopportare nuove gravezze, nè trasformazioni tributarie che sconvolgano tro'ppo violentemente l’attuale assetto, sarebbe d’ altra parte una esagerazione il ritenere che, ove qual­ che scopo elevato lo richiedesse, il paese non possa assolutamente sopportare qualche nuovo onere. Se, ad esempio, nei progetti del nuovo Ministero vi fosse quello di avocare con opportune pere­ quazioni la tassa di famiglia, per farne una tassa di Stato, uniforme in tutto il Regno, da cui il bilancio ricavasse, terminata gradualmente la si­ tuazione della tassa stessa, qualche diecina di milioni di più di quelli che ora ne ricavano i Comuni, i quali ricevessero in compenso dimi­ nuzioni di canone del dazio di consumo, od al­ trimenti fossero compensati, riteniamo che il paese si acconcerebbe a tale trasformazione e forse forse non si rammaricherebbe che tale tassa, fosse sot­ tratta alle autorità locali, che più facilmente gli errori, g li abusi, le sperequazioni possono non ve­ dere o tollerare.

E diciamo anche che va considerato il modo con cui i nuovi oneri si impongono, poiché se si ripetessero le proposte inquisitrici che contene- . vano i progetti Giolitti, nelle quali proposte si può dire era assolutamente messo in piazza Yhome finanziario dei cittadini, si riavrebbe una ribel­ lione tanto piu violenta in quanto gli avversari del Ministero ne approfitterebbero per abbat­ terlo. Sarebbe bene che i cittadini avessero la famosa casa di vetro; ma. siccome non la hanno, appare poco intelligente quel governo che agisce come se la avessero.

_ Ecco pertanto che da queste stesse conside­ razioni apparisce evidente la contraddizione della pubblica opinione : si vuole un Ministero più fat­ tivo, che non faccia debiti e non metta nuove

tasse. I due ultimi termini della proposizione esclu­ dono il primo ; ed avere un Ministero che sia fat­ tivo in tutte quelle cose che non domandano spese, come la modificazione della legge elettorale col suffragio universale, o lo scrutinio di lista, o come la precedenza del matrimonio civile, o vogliasi an­ che il divorzio, o come la creazione di un dema­ nio forestale che segua l’esempio dell’A gro Ro inano; ecc. ecc., davvero non ci sembra desiderabile dati i bisogni del paese.

Per cui, concludendo, non saremmo certo tra gli oppositori se il Governo proponendo nuovi oneri tributari accompagnati da qualche saggia rifórma, ricorrendo anche a mezzi straordinari ottenuti dal credito, ma in tutto ciò mantenendo la mi­ sura ed il modo, darà al paese la sodisfazione di veder eseguite le leggi e fattene di nuove con mezzi adeguati.

A . J . DE JOHANNIS.

II Credito agrario e il Banco di Sicilia

i i .

Ci domandavamo nell’ articolo che abbiamo pubblicato nel numero del 16 gennaio dell’ E cono­

mista, quali potessero essere i rimedi per evitare

il pericolo che si manifesta nell’esercizio del Cre­ dito agrario del Banco di Sicilia, che cioè il de­

ficit annuo di quella sezione assottigli la dota­

zione che la legge ha stabilito fosse data dal Banco per l’esercizio del Credito agrario.

Nella memoria che abbiamo citata, e di cui in parte abbiamo riportato le conclusioni, appa­ risce che le entrate dell’ esercizio del Credito agrario erano inferiori alle spese, ivi compresi gli interessi che, sia pure per ora in misura li­ mitata, la sezione del Credito agrario deve pas­ sare al Banco sul fondo di dotazone.

Il rimedio, che, a cose normali, sarebbe da suggerire è semplicissimo : alzare il saggio di interessi dei mutui agrari sino a che basti a com­ pensare le spese e perdite. Ma appunto perchè il rimedio è semplicissimo, comprendiamo benis­ simo che è inapplicabile data la natura della isti­ tuzione e date le difficoltà tra cui si dibatte. A cose normali sarebbe da suggerirsi tale rimedio perche è sempre ottima misura il far comprendere a coloro che domandano un servizio quanto esso costa realmente e trattandosi di credito, come sia necessario che, con la puntualità dei pagamenti e con l’ uso veramente economico del capitale mutuato sia diminuito l’onere alla istituzione presso la quale si attingono i mezzi per agevolare lo svol­ gimento della agricoltura.

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Perciò una delle condizioni a cui prima bi­ sogna pensare è di dare il credito a buon mer­ cato in modo tale che da questo lato nessuna eccezione possa farsi ed ogni altra ritrosia sia vinta.

Ma d’altra parte il credito a buon mercato vuol dire per la sezione del Credito agrario una perdita annuale per molti anni almeno, perdita annuale che deve essere sopportata in fondo dal Banco di Sicilia a cui non sarebbe possibile la indifferenza vedendo ogni anno diminuirsi il ca­ pitale di tre milioni che esso ha affidato alla sezione.

Se al Banco di Sicilia non fossero state de­ mandate in questi ultimi tempi tante funzioni onerose che, come abbiamo già veduto, hanno rinnovato le immobilizzazioni, e per gli zolfi, e per gli agrumi, si sarebbe potuto chiedere che il Banco facesse il sacrifizio necessario assumendosi, almeno entro certi limiti, le perdite della sezione 'del Credito agrario. Ma in verità non abbiamo il coraggio di insistere su questo punto, parendoci anzi necessario che il Banco cerchi di aumentare le sue riserve per coprirsi degli eventuali rischi straordinari a cui va incontro per sostenere la produzione degli zolfi e degli agrumi.

Intanto è sopravvenuta la legge, la quale, dimenticando forse l’ autorizzazione già data al Banco di Sicilia per l’esercizio del Credito agra­ rio, e non tenendo conto di quel relativo sviluppo che tale Credito ha già assunto per l’ opera so­ lerte della direzione del Banco, sviluppo che nel precedente articolo abbiamo cercato di tracciare, ha istituito, con fondi speciali, il Credito agrario provinciale anche nelle provincie della Sicilia.

Tale nuova istituzione sarebbe senza dubbio uno di quei doppióni che l’on. Luzzatti ha così felicemente combattuti nella industria, e che sono tanto più pericolosi data la natura delle due istituzioni. 0 il Credito agrario provinciale, riu­ scirà nello scopo, ed allora tutti gli sforzi sin qui fatti dal Banco di Sicilia per divulgare e svilup­ pare il Credito agrario sarebbero perduti; o il Credito agrario provinciale non avrà l’esito spe­ rato, ed allora si avrebbe un inutile dispendio di energia, e sarebbe intralciata 1’ opera del Banco abbastanza bene sin qui iniziata.

Dalle quali considerazioni generali e somma­ rie che facciamo su questo interessante argomento, viene facile e naturale la conclusione. Invochiamo cioè l’intervento del Governo perchè riesamini lo stato delle cose e veda se non sia il caso, come domanda già il Banco di Sicilia, e come volen­ tieri riconosciamo essere conveniente ed utile, se non sia il caso cioè di modificare la recente legge e rivolgere, nei modi e colle garanzie che si sti­ meranno prudenti, al Banco di Sicilia sezione del Credito agrario, quei mezzi che erano destinati al Credito agrario provinciale.

E ’ chiaro che le Provincie non potrebbero utilmente esercitare la nuova funzione se non appoggiandosi al Banco ed ai suoi stabilimenti, senza di che si aumenterebbero inutilmente molte spese generali ; ma tenuto conto dei passi già fatti dal Banco in tale materia, ci sembra giusto che sia riconosciuta l’ opera benefica ed intelligente fin qui fatta e fornirgli i mezzi per continuarla ed estenderla.

L ’on. Luzzatti, al quale spetta la decisione in proposito, non mancherà certo di studiare la questione e risolverla nel modo più razionale.

Braccianti settentrionali nel Mezzogiorno

---

»---Nella seconda metà del mese scorso una Commissione di cooperatori fu ricevuta dal P re­ sidente del Consiglio e da altri Ministri, ai quali presentò un memoriale, esponendone frattanto in sintesi il contenuto, e chiedendo l’ appoggio del Governo pei progetti che vi sono tracciati.

Si tratterebbe di lavori di bonifica idraulica e agraria, da assumersi in alcune provincie me­ ridionali d’ Italia da Cooperative emiliane e ro­ magnole. L ’ idea, non peranco attuata, non è nuova, perchè già sorta più di tre anni addietro : è però più matura, forse anzi affatto matura per l’attuazione, avendo in questo frattempo i pro­ ponenti visitato a tale scopo molte regioni della Calabria, della Basilicata, della Sardegna, della Sicilia, ed avendo potuto formarsi, come interes­ sati e come non nuovi a tali imprese, convinci­ menti che non sono nè teorici nè improvvisati. Riguardo a siffatto esperimento di emigra­ zione interna, finora i pareri non sono stati sem­ pre concordi. Tre anni fa molti erano impensie­ riti per le condizioni agricole della provincia di Avellino, 6 poiché si parlava di chiamare laggiù i braccianti romagnoli, la questione venne dibat­ tuta con molta ampiezza, specie dai giornali del Mezzogiorno. Ne raccogliemmo allora un fascio voluminoso e ultimamente li abbiamo riletti. Non c’ è che dire: tutti i pro e tutti i contra furono esposti e svolti.

I primi tra gli avellinesi a dichiararsi favo­ revoli ragionavano così :

L ’emigrazione spopola le nostre campagne, la mano d’opera è rincarata, mancano le brac­ cia, l’agricoltura decade ogni giorno, la produ­ zione è scarsa, imperfetta, non rimuneratrice, i patti agrari sono difettosi, ai proprietari man­ cano i mezzi, a tutti manca la fiducia. Colmiamo i vuoti con elementi nuovi e migliori ; facciamo venire buoni lavoratori da provincie italiane dove la popolazione e la mano d’ opera sono viceversa sovrabbondanti e generano la disoccupazione ; profittiamo degli esempi e degli insegnamenti che essi, operosi e ben pratici, diffonderanno fra noi. Sarà un’ infusione di sangue nuovo e fresco. Tentiamo : qualche esperimento analogo è già stato fatto altrove con risultati favorevoli.

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68 L ’ ECONOMISTA 30 gennaio 1910

di associazione. Il nostro contadino sarà ignorante, ma quando fosse ben diretto e posto in condi­ zioni tollerabili, non sarebbe secondo a nessun altro. Si chieda allo Stato un più mite tratta­ mento fiscale pei proprietari, si stabiliscano premi che i Comizi Agrari assegneranno ai metodi più razionali di vecchie e nuove coltivazioni, e in pari tempo si moltiplichino gli Istituti di cre­ dito agrario, siano meglio dotate le cattedre am­ bulanti di agricoltura. Senza provvedimenti di tal fatta, è un’ illusione credere di poter sosti­ tuire con utilità gente se non altro pratica dei luoghi, con altra che non è tale.

Ecco ora alcune delle controrepliche. — P ro­ prietari? Contadini ? C’ è molto da ridire e sugli uni e sugli altri. Nei primi c ’ è pochissimo da sperare, almeno in questa generazione. Dal Go­ verno fu loro concesso lo sgravio del 30 per cento sulla fondiaria. Naturalmente ne hanno risentito un benefizio. Forse per questo hanno fatto qual­ cosa a vantaggio del contadino e della terra? Neanche per sogno. Lo sviluppo pratico scienti­ fico che il Governo ha voluto dare con le istitu­ zioni delle cattedre ambulanti e del credito agrario, non ha trovato riscontro nell’opera dei proprie­ tari, che vedono da vicino il male e poco se ne preoccupano. Qualunque credito o riduzione d’ im­ posta servirà forse a pagare qualche antico de­ bito contratto per migliorare la propria casa, ma mai per investire questo capitale nelle migliorie agricole. Si vuole osservare, tra molti altri, un segno caratteristico dell’ambiente? Nell’ Irpina, che pure è una provincia eminentemente agri­ cola, nessun padre di famiglia, proprietario di vasti possessi, pensa di avviare qualcuno dei suoi figliuoli agli studi agrari. Infatti nel capoluogo della provincia le scuole agrarie ed enologiche sono popolate soltanto di giovani d’ altre regioni. Finché i proprietari saranno quel che sono, e l’ interesse per un pratico miglioramento econo­ mico non sorga spontaneo nell’animo loro, sarà inutile qualunque rimedio consigliato e magari imposto da chi governa. — In quanto ai conta­ dini, oramai non è più vero che emigrino per disperazione. Lo stesso rarefarsi delle braccia da lavoro, rialzando la media dei salari, ha fatto diminuire la miseria. Vanno in America attratti dal maggior profitto. Molti tornano, si, ma poi partono di nuovo, sapendo di trovare laggiù una rimunerazione maggiore. Quelli poi che restano a casa, i meno validi, i meno intraprendenti, sono incapaci d’ogni iniziativa, diffidenti d’ogni novità, ribelli ad ogni evoluzione. Qualche anno fa, avendo una Cattedra di Agricoltura aperto un corso d ’istru­ zione d’aratura per generalizzare l’ impiego di aratri perfezionati, diramando circolari in diversi paesi del circondario, promettendo a titolo d’ in­ coraggiamento premi in denaro ai più intelligenti, oltre una mercede di circa lire 2 al giorno; ap­ pena due terzi dei bifolchi risposero all’appello e dopo qualche giorno si assentarono compieta- mente. Con elementi simili che coltura razionale può sperarsi ? Ci vogliono dunque non prediche, non esortazioni che vèngono dall’alto, ma l’esempio altrui pratico, quotidiano, veduto da vicino.

A l progetto però venivano mosse altre due obbiezioni. Una partiva dal fatto che i lavora­ tori settentrionali disposti a trasferirsi altrove

in cerca di lavoro, possono riuscire egregiamente come braccianti in comitiva, ma non venendo colle proprie famiglie e fissandosi una o poche di queste alla spicciolata in aziende agricole per lo più frazionate e condotte generalmente col sistema della mezzeria. E ciò anche perchè, avvezzi a un tenor di vita più agiato e a una più larga suppellettile di strumenti da lavoro, non avreb­ bero trovato chi loro ne fornisse in quantità e qualità accettabile. — V ’era però chi rispondeva: No, non si può obbiettare che il proprietario avellinese non potrà mai avere queste famiglie di lavoratori, per mancanza di case coloniche, attrezzi rurali, bestiame ed altro, perchè oggi tutti son disposti (?) a fare qualsiasi sacrifizio pur di risolvere il gran problema di avere il reddito dalla terra.

L ’ altra obbiezione ci accadde di vederla espressa come segue. — Chi bene conosce certe popolazioni agricole non potrà dissimulare che l ’apparente vantaggio della immigrazione si ri­ solverà in un avvilimento completo dello agri­ coltore indigeno, il quale, per tante condizioni, che è inutile ricordare, vedrà nell’ agricoltore romagnolo, non già il compagno benefico che lo solleva e lo aiuta, ma il forestiero, che viene a dargli la prova più solenne e più aspra della sua ignoranza. E chi può misurare le conseguenze sociali che da questo stato di cose possono de­ rivare ?

In verità, un tal timore ci sembra affatto privo di fondamento. Ragionando così, non si innoverebbe mai nulla, non si darebbe mai opera a trasformazioni, a perfezionamenti, quasi quasi non si darebbero neppur maestri agli scolari, perchè è sempre un d:r loro: Voi ne sapete meno. Ma in ogni caso non ci si servirebbe mai di specialisti, nelle industrie non si formerebbero maestranze, non si chiamerebbero capi d’arte che insegnino nuove forme e procedimenti di lavoro a operai che ancora non si sono addestrati.

Noi poi, riguardo a questo genere di immi­ grazioni interne, più che sul pregio d’ un dato tecnicismo, siamo propensi a fare assegnamento sugli sperabili effetti morali. Valgano, meglio chè le nostre, le seguenti parole d’ uno scrittore meridionale, che conosce assai bene le regioni ita­ liane dove vive, pensa, opera, lavora: «Lasciam o che vengano da qualsivoglia parte del mondo co­ loro che dovran creare da noi il nuovo ambiente ; accogliamoli come amici, anzi come benefattori, che essi ci insegneranno ad essere audaci con prudenza, previggenti senza tentennamenti, per­ severanti, senza smodati entusiasmi nel successo, senza avvilimenti ai primi intoppi, e saranno essi che ci. infonderanno un’ anima nuova de­ stando in noi un nuovo senso della vita ».

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si sono inform ati, hanno riflettuto e calcolato. Non si tratta per ora di fondare colonie agricole perm anenti; e così restano anche elim inati i dubbi sulla possibilità di facile e pacifica fusione tra g li indigeni, chiam iam oli così, e i colonizzatori. M entre l’ emigrazione ha ripreso il suo corso e lo spopolam ento perdura, le C ooperative hanno' rilevato che la mancanza o scarsità di braccia im pedisce anche e più di tutto l’esecuzione d; quei lavori pubblici che sono condizione neces­ saria d ’ un futuro m iglioram ento agragrio. Sterri, colmate, vie di comunicazione, bonifiche idrau li­ che, o sono sospesi o procedono a rilento. L e leggi a favore del M ezzogiorno esistono, sono in vigore, ma la loro esecuzione non va, o va tanto poco che i risultati non si vedono.

M ancano le b ra ccia ? E le C ooperative di­ cono: ecco le nostre, che non sanno come im ­ piegarsi ; affidate a noi alquanti lavori. A lcu ne imprese private, assuntrici di bonifiche, si sono addimostrate inette? Siam qui noi. A bbiam o già fatto le nostre prove, ben conosciute e lodate, nell’agro romano, nel grossetano, in quel di R a ­ venna. Possiam o andare in numerose schiere. A b bia m o visto anche vaste estensioni di terreni abbandonate e incolto. Se in qualche luogo av ­ venisse un largo rimpatrio d’ em igrati, lasceremo loro il posto perchè compiano l’opera nostra e anderemo altrove. N el M ezzogiorno c ’ è ancora tanto da fare!

D elle promesse o affidamenti dati dal P re­ sidente del Consiglio e da altri M inistri, saremmo lieti di veder presto l’ attuazione. Con le oppor­ tune modalità e le debite garanzie, sono esperi menti che crediam o dovrebbero farsi senza per­ dita di tempo, con una certa larghezza, con in­ sistenza.

CONSIDERAZIONI SULLA L E G G E '11

belli

n o m im i

iecheskiie

ih

a b im l t ii

«

S eco n d o quanto abbiam o g ià osservato, nessuna ra g io n e fìsica si op p orrebbe a cch e si apportassero sopra tali p a rcelle m aggiori quan­ tità di con cim i c h im ic i; ma siccom e è lo g ico pensare ch e in esse, se non raggiu n to, n’ è stato di m olto avvicinato il loro g ra d o mas­ simo d i produ ttività, qualora si insistesse c o lle spese di con cim azione, si potrebbe bensì avere un ulteriore p ic co lo prodotto, ma evid en te­ mente esso si otterrebbe a un prezzo unitario più elevato. P otrebbe anche darsi ch e per a l­ tre cause lim itatriei, nonostante il m a ggiore im p ieg o di con cim i ch im ici, il p rod otto non si inalzasse, e allora, anziché il fenom eno di d e ­ crescen za avrem m o il fenom eno di rifiuto che quello com pren de ed aggrava.

S i ob ietterà : ma e c co appunto il caso del lim ite di satu razion e; a cui si può rispondere,

(1) Continuaz. vedi n. 1864.

(2) Nell’ articolo pubblicato nell* ultimo fascicolo sono incorsi alcuni errori che qui notiamo: nelle

for-C for-C for-C

mule a pag. 53 dove è detto ~ -q- j va letto C, 0 , 0,. E più sotto dove è detto lire 20.42, va letto 20.00.

! saturazione sì, ma saturazione econ om ica stret­ tamente collega ta colla le g g e di decrescenza, in quanto se anche più si spendesse, m olto m eno, o nulla si otterrebbe.

Si obietterà a n cora : ma se questo di 37.4 ettolitri fosse il lim ite di saturazione assoluto ; se tale quantità fosse il m assim o ottenibile data la potenza produ ttiva d ella risultante di tutti i coop eratori della produ zion e agraria, non sa­ rebbe questa la dim ostrazione più evidente ch e fino al lim ite d i saturazione si è ottenuto frum ento a prezzo di costo decrescente in con ­ fronto alm eno del prezzo d i costo della quan­ tità ottenuta senza con cim a zion i ?

E ’ se, raggiunti questi lim iti di 37,4 etto­ litri si volesse ancora spargere co n cim i, non si com m etterebbe un errore e co n o m ico ?

A l che si può rispon dere : I o) che il prin­ cip io generale della decrescen za dim ostrato co lle considerazion i di massima precedenti, non può rim anere infirmato dai risultati di alcune esperienze delle quali si è parlato solo per dim ostrare la p icco la im portanza ch e relati­ vam ente al fenom eno della decrescen za possono avere g li effetti econ òm ici im m ediati d ell’ in ­

trod u zion e delle co n cim a zio n i chim iche.

E ciò per porre in eviden za quanta spro­ porzione ci sia tra causa ed effetto, quando, quasi esclusivam ente sull’ azione d ei con cim i ch im ici si p o g g ia la n egativa alla leg g e della p rodu ttività decrescente.

2°) Che d’ altra parte, questo lim ite mas­ sim o raggiunto, co lla p rod u zion e di soli 37,4 ettolitri sarebbe davvero ben m inim a cosa in con fron to ai 930 ettolitri ottenibili secondo le esperienze di H alles. Onde, se i negatori d ella legge di d ecrescen za, per dim ostrare il contrario, si sofferm ano ad esso lim ite, i so­ stenitori di èssa hanno un bel m argine di spazio per sperim entare e con clu d ere sulla d ecre­ scen za!

3") Infine ch e d ov en do con siderare nel caso in esame il lim ite massimo d i produ zion e nella cultura intensiva d e l frum ento a 37,4 et tolitri per ettaro, nonostante il razionale im ­ p ie g o dei con cim i ch im ici e posto per un m o­ mento, ch e tale rendim ento sia il più alto ottenibile dai terreni m igliori di una data r e ­ gion e, volen d o ottenere una p rodu zion e com ­ plessiva m aggiore si d ov rà dom andarla a ter; reni di qualità in feriore nei quali il costo di produzione unitario aumenterà. E allora avrem o il fenom eno della d ecrescen za sotto l’aspetto

esten sivo.

L e scoperte d e l som m o L ie b ig , e la con- | seguente in troduzione in a gricoltu ra delle con- i cim azion i ch im ich e, hanno fatto con cep ire le più alate speranze, e determ inate le piu rosee ! d ed u zion i. P erò sta in fatto, che se d a ll’ im ­ p ieg o dei co n cim i ch im ici, e dal conseguente m iglioram ento d elle p ratiche culturali, m olto, m olto si può ottenere, relativam ente ai misere voli red d iti dei v ecch i e sfruttati terreni, ciò non toglie che le caratteristiche gen erich e I d e ll’ industria agraria sotto un largo orizzonte i e co n o m ico , in ordin e alle lim itazion i della

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Bous-70 L ’ ECONOMISTA 30 gennaio 1910

singault che possono considerarsi com e i prim i fondatori della statica chim ico-agraria (così il Bestini) avessero fatto le loro esperienze e avessero dato alla lu ce le loro opere.

A d avvalorare le nostre considerazioni sulla lim itata im portanza che rispetto al fe ­ nom eno d ella decrescenza, possono avere i r i ­ sultati utili, d elle con cim azioni chim iche, in quanto con esse relativam ente di p o co si p o s ­ sano m odificare i term ini del problem a della produttività della terra nei successivi p eriodi di cultura, basta leg g ere quanto scrive il R a i­ neri nella prefazione agli annali della F e d e ­ razione dei Consorzi A grari, sopra citati. E gli dopo avere fatte alcune considerazion i sul m etodo adottato, avverte che essendo questo m olto sem plice e im p erfetto « nel porre a con « fronte i risultati econ om ici, dobbiam o ben « guardarci dal trarre dai numeri d e ll’ ultima « colonna d elle tabelle conseguenze im m ediate « e dich iarare senz’ altro dim ostrata una certa « utilità quale a prim o aspetto quei num erici « annunciano ».

N otiam o per nostro conto, ch e nonostante tale arvertenza noi abbiam o attribuito a quei num eri un valore a ssolu to, ciò che in defini­ tiva viene ad avvalorare le considerazioni che ne abbiano dedotte.

Il R ain eri d op o aver fatte varie ed im p or­ tanti osservazioni relative al clim a e al suolo, a p roposito dei m a s s im i prodotti d ice : « non « possiam o ristarci dal rilevare l’ esiguità dei « prodotti massimi conseguiti in alcune espe- « rienze su frumento quand’ anche il m aggior « p rodotto ebbe a p agare il costo del con cim e « e lasciò un a v a n zo ».

E più avanti continua :

« Ma quando con esperienze che abbiamo

« ragione di ritenere ben condotte, in provincia

« di Chieti, giungiamo, con i concimi, in un

« caso al massimo di soli quintali 8.30 di grano

« per ettaro, di fronte — si badi bene — ad

«una produzione di quintali 3.60 nel terreno

« non concimato ; quando nella provincia di

« Grosseto, nel paese della classica maremma,

« cbe ebbe numerose nostre prove di concimi,

« cadiamo ad un limite di massima produ-

« zione di soli quintali 9.80 per ettaro per il

« terreno concimato di fronte a quintali 3.80

« nel terreno non concimato; quando in provin-

« eia di Roma — prova di Ciciliano — tro-

« viamo il limite di quintali 7.80 di fronte a

« quintali RIO: quando in provincia di Salerno

« — prova di Lameana Cilento — quintali

«

12.24

di fronte a quintali 5.61 : quando in

« quella di Caltanissetta ettolitri 10.03 di

« fronte ad ettolitri 6.08 ; è lògico dedurre

« c h e l’applicazione dei concimi in quelle re-

« gioni debba essere accompagnata da altre

« radicali mutazioni dei sistemi di cultura,

« se vogliasi fare un reale cammino.

« Posta così la questione, il pensiero corre « alla necessità d e i lavori p rofon di, m igliora- « tori delle con d izion i generali del suolo e « m ezzo efficace per determ inare una più utile « distribuzione d e ll’ um idità nel su olo; ma ciò « non è nè può essere tutto. L asciam o da parte « che il perfezionam ento dei m etodi di

lavora-« zion e d e l suolo è m ateria di altro e grave pro- « Mema, altrettanto difficile a risolversi nei rap- « porti d e ll’ econ om ia generale di quelle re- « g ion i, e d ell’ assetto attuale delle aziende « agrarie, quasi quanto quello dei con cim i « ch im ici.

« L ’ avere a mano un aratro S a ck o un « perfezionato a p p a recch io di aratura a va- « pore, ch e tecn icam ente nulla lascia a desi-

« derare non vuol d ire avere risolto il pro-

« Mema della m igliore lavorazione del suolo. « A ltri fattori della produ zion e bisogn a « aumentare, altri dim inuire o m odificare per- « ch e il sistema regga, e non sempre esiste la « possibilità di tali m odificazioni.

« L o studio d i queste sia la cura costante « di co lo ro che hanno a cu ore il progresso agra- « rio d el nostro paese ed auguriam oci ch e il « fine desiderato sia presto raggiunto.

« Basterà ciò ?

« L e co n sid era zio n i p reced en tem en te svolte « s u i m a ssim i p r o d o tti co n seg u iti ci in d u con o

« a risp o n d ere n eg a tiv a m en te ».

O non sembra che quest’ ultima deduzione d el benem erito D irettore d ella F ederazion e italiana d ei C onsorzi a grarii, sia all’ unisono con la recisa afferm azione con la quale un il­ lustre econom ista — A ch ille L o ria — in izia una sua pregevolissim a o p e ra ? (1 ): « L a terra « — eg li disse — p artecipa alla produ zion e « sotto l’ im pero di una grande leg g e lim ita- « trice » . E continua afferm ando assiom atica­ m ente la legge di decrescen za nell’ industria agraria per indagare con o cch io penetrante e porre in riliev o i legam i e le conseguenze che essa ha e che da essa discen d on o nelle m u l­ tiform i m anifestazioni econ om ich e della vita sociale.

C onclusioni.

L e con siderazion i esposte, e specialm ente quelle relative al lim ite di saturazione e al suo rapporto co lla leg g e di decrescen za ci sembra possano far con clu d ere, che, anche tenuto conto d elle con d izion i n uove create alla m oderna a g ricoltu ra dalle scop erte scientifiche del se­ co lo scorso (d a l 1840 in p o i) nell’ industria agraria, la leg g e di decrescen za dom ina so­ vrana a m otivo d ell’ assoluto predom inio che in essa hanno g li elem enti offerti dalla natura.

Il progresso scien tifico è stato, e sarà ogn ora più, fattore efficacissim o di un relativo m iglioram ento d elle co n d izio n i ag ricole loca li ed attuali ma, purtroppo, non ha la facoltà taum aturgica d i cam biare essenzialm ente le conseguenze d elle caratteristiche d e ll’ im por­ tante "fattore n a tu ra .

Un terreno ch e in origin e sia naturalmente provvisto di quantità intrinseche atte da loro a dare i m igliori risultati produttivi, co l tem po, sia che c i si rassegni alle dim inuzioni di p r o ­ dotti, sia ch e questi si mantengano al loro li­ v ello originario, co lla sapienza o n ero sa d e l­ l’ uomo, darà indubbiam ente sem pre m anifesta­ zion e di decrescen za econ om ica.

(7)

E questo è, e resterà il caso tip ico, fino a tanto che F ingegno umano, sospinto dalla necessità, non avrà risoluto problem i og g i ap­ pena percettibili a ll’ o cch io d ella fantasia.

Q uando per ottenere i prodotti a g rico li si dom anderà alla terra e a ll’ aria solo lo spazio : ■ quando, l’ambiente, influirà sulla produzione delle derrate agrarie, com e o g g i influisce sulla produzione della carta il fabbricato che con ­ tiene le m acchine relative: quando insomma tutti i cooperatori d ella p rod u zion e agraria sa­ ranno predisposti e gu idati d a ll’ uom o; allora sì, si potrà parlare di produ zion e crescente, o alm eno proporzionale, fino a raggiungere gli altissimi lim iti di saturazione ch e le forze fisiob iolog ich e che p resied on o alla rip rod u ­ zione delle sp ecie, nella loro larga p ro d ig a ­ lità, consentono, o quanto m eno fino a raggiun­ gere quei lim iti di convenienza econ om ica determ inati dal g iu o co com plesso d ei bisogni e dei m ercati.

Dott. Remo Ch ie r ic i.

R

i v i s t a

B

i b l i o q r a f i c a

Dr. R a ffa e le R iv a lta , Saggio di ■profilassi e di

statistica degli infortuni nei militari. - Roma,

E. Voghera, 1909, op. pag. l i .

Abbiamo qualche mese fa reso conto di un eccellente lavoro del .Capitano-Medico dott. R i­ valta « s u lle malattie professionali ed infortuni sul lavoro nella vita civile e militare; » in base alle statistiche pubblicate in quella memoria, l’Autore in questo opuscolo dimostra che la storia particolareggiata e sistematica degli infortuni del servizio militare sarebbe molto utile per una pro­ filassi efficace.

A tale scopo dà le indicazioni più razionali perchè una simile storia possa essere organizzata. P ro f. G io r g io D e l V e c c h io , Sulla idea di una

scienza del Diritto Universale comparato.

— Torino, Fratelli Bocca, 1909, op. p. 34, seconda edizione (L. 2).

Con quell’acume giuridico che distingue il giovane giurista e del quale ebbimo già occasione di parlare, in queste poche pagine dense di pen­ siero, l’ Autore osserva come tutto il giure qua­ lunque sia la scuola che lo rappresenta è basato preponderatamente sul diritto romano, a scapito della considerazione degli altri diritti umani; e osserva inoltre che le nozioni e cognizioni che si hanno intorno al diritto di altri popoli antichi si trovano più facilmente posti nella sociologia, della quale egli non sa rendersi ragione se non considerandola come « un complesso di esigenze

metodologiche da osservarsi nello studio dei fatti

umani, pure spettanti a scienze distinte ». Vorrebbe pertanto che si costituisse una scienza che egli intitola del Diritto Universale comparato, seguendo in ciò gli ammonimenti già noti del Tribaut e del Fauerbach.

A questa comunicazione che l’Autore lesse al Congresso filosofico di Heidelberg, fa seguito una

breve appendice « sulla dotti’ina della comunica- i bilità del diritto. »

; \

! D r. J . S éa illes, L a Repartition des Fortunes en

France. — Paris, F. Alcan, 1910, pag. 144,

(fr. 5).

L ’Autore discute con molta sobrietà e con j altrettanta rigorosità di metodo, tratta di una questione che occupa da qualche tempo gli stu-

j diosi; quella della ripartizione delle ricchezze tra L cittadini di un paese. Dalle conclusioni quasi empiriche a cui un tempo si veniva, ora si è giunti a stabilire metodi matematici che sempre più si perfezionano, anche perchè le Amministra­ zioni sempre più allargano ed approfondiscono le ricerche e le loro pubblicazioni servono di base agli studiosi.

L ’Autore, dopo aver posto il problema e dopo aver esaminate le conclusioni più accreditate, in base alle statistiche delle successioni, crede di poter affermare che se dalle statistiche stesse è dimostrato che un decimillesimo dei proprietari I possiede un decimo dell’annuità suceessoriale, tale proporzione è ancora più sensibile tra i proprie­ tari viventi.

E cercando una legge generale che regoli la ripartizione, crede di aver trovata una formula matematica che può essere applicata a tutte le forme le più o le meno ineguali della riparti­ zione delle ricchezze.

In altri capitoli l’Autore tratta della ripar­ tizione, non solo in base alle statistiche delle successioni, ma tenendo conto di tutti i fattori che partecipano alla produzione. Originale ed ar­ dito il capitolo in cui considera la capacità di

lavoro come un vero capitale.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Ha avuto luogo in questi giorni a Mi­ lano il primo congresso delle Case Popo­ lari a cui partecipò l’on. Luzzatti. E gli pronun­

ziò il discorso inaugurale nel quale parlò delle ragioni morali per le quali si deva dare impulso alla edilità popolare, parlò pure dei provvedi­ menti finanziari che si stanno studiando dal Mi­ nistro delle Finanze e infine accennò agli Isti- j tuti benemeriti che tanto hanno favorito F ini­ ziativa della costruzione delle Case Popolari, tra i quali primo fra tutti la Cassa di Risparmio delle provincie Lombarde.

Fu trattato quindi il primo tema intitolato: « della presente legislazione italiana sulle Case popolari e delle riforme che si sono manifestate urgenti ». Fu approvata dopo lunga discussione la dotta relazione dell’on. Giulio Casalini, nella quale fra l’altro, « constatato che, alla prova dei fatti,

(8)

72 L : ECONOMISTA 30 gennaio 1910

e morale delle famiglie lavoratrici; si proclama la" necessità di una sollecita revisione integratrice della legislazione esistente, e si richiama l’atten­ zione del legislatore sovra le linee essenziali della vagheggiata riforma ».

Si passò poscia al tema secondo intitolato: « provvedimenti per un più efficace ordinamento del credito per le Case operaie », del quale fu rela­ tore il Comm. Magaldi che fra l’altro propose di allargare la misura complessiva dei prestiti ora consentita ad alcune categorie di Istituti, modi­ ficando opportunamente le disposizioni attuali della legge concernente le istituzioni pubbliche di beneficenza; concedere agli istituti autonomi per le case popolari la facoltà di emettere car­ telle edilizie nella misura del triplo del capitale versato; concedere alla Cassa dei depositi e prestiti la facoltà di dare mutui agli Istituti autonomi an­ che all’ infuori di quella coedizione indicata nella legge colie dovute malleverie in una certa pro­ porzione col. valore degli immobili da essi pos­ seduti.

Il relatore, ricordato che si vagheggia an­ che la costituzione di un grande Istituto nazio­ nale con un cospicuo capitale, cui sarebbe attri­ buita anche la facoltà di far prestiti per le case popolari, augura che il generoso proposito abbia fra non molto la sua completa attuazione. R i­ tiene poi maturo il tempo per estendere anche alle case popolari costruite dai privati, come al­ trove si pratica, i benefici della legge. Le case devono, ben inteso, rispondere ai requisiti voluti dalla legge, avere cioè i caratteri, nei riguardi del valore locativo e delle norme di igiene, della casa popolare.

Sulla relazione Magaldi vi fu ampia discus­ sione, dopo la quale fu approvato il seguente or­ dine del giorno:

« Il Congresso, in merito alla questione del credito, udita la relazione del comm. Magaldi, nel mentre plaude- ed accetta le conclusioni, in­ vita il relatore a coordinarle colle proposte ema­ nate dal Congresso ed accettate dal relatore ».

Si acclamò poi la città di Roma quale sede del secondo Congresso per le Case popolari, e poscia fu approvato il seguente ordine del giorno finale:

« I l Congresso, plaudendo alla felice inizia­ tiva della Lega Nazionale delle Cooperative e della Federazione delle Società di M. S. che hanno convocato il primo Congresso delle Case popolari, ritiene necessario che, affinchè i frutti di tale ini­ ziativa non vadano dispersi, si costituisca un uf­ ficio permanente di Congressi per le case popo­ lari con lo scopo di rinnovare periodicamente questi convegni e di eseguirne le decisioni e pro­ muovendo la risoluzione dei problemi giuridici, tecnici, amministrativi, finanziari circa la casa popolare; avvisa che debbano aderire al Comi­ tato i Comuni, gli Enti autonomi, le Cooperative, gli Istituti sovventori del Credito, e gli studiosi che si interessano al problema edilizio; dà man­ dato alle due organizzazioni proponenti di nomi­ nare un Comitato con incarico di organizzare provvisoriamente l'ufficio e di indire non più tardi dell’autunno 1911 in Roma il secondo Con. grosso Nazionale delle Case popolari sottoponen. dogli lo statuto definitivo dell’ ufficio medesimo ».

— Il Ministro Luzzatti a Milano ha costi­ tuito il Comitato organizzatore italiano del se­ condo Congresso internazionale contro la disoccupazione che si terrà nel prossimo mese

di settembre a Parigi. Il primo Congresso, come è noto, fu tenuto a Milano nel 1906 per inizia­ tiva della Società Umanitaria.

A far parte del Comitato sono stati chia­ mati sotto la presidenza di S. E. Luzzatti e col dott. A. Schiavi a segretario, i signori: avv. G. B. Alessi, prof. G. Montèmartini, Rinaldo Rigola, prof. Ulisse Gobbi, prof. Achille Loria, prof. A r ­ turo Graziani, prof. Arnaldo Agnelli, ori. prof. Orlando, prof. Toniolo e on. Cabrini e Abbiate.

Fu inoltre fissata la sede del Comitato in Milano presso la Società Umanitaria, e furono designati i relatori sui tre temi all’ ordine del giorno del Congresso: Statistica della disoccupa­ zione — Collocamento dei disoccupati e A ssicu­ razione contro la disoccupazione.

"Un più ampio Comitato verrà prossimamente formato per costituire la Sezione italiana della Associazione permanente internazionale contro la disoccupazione.

A l Congresso di Parigi, che è per inviti, il Governo italiano interverrà ufficialmente.

— Ecco la nota delle emissioni inglesi nel

1909, pubblicata recentemente dai giornali in­ glesi :

1908 1909

Prestiti del governo britannico » coloniali

» degli Stati stranieri » municip. e prov. britan.. » » coloniali

» » stranieri

Strade ferrate britanniche » indiane e coloniali » straniere Società miniere australiane

» sudafricane

» diverse

Società d’esplorazionee finanziarie Birrerie e distillerie

Società d’importazioni e d ’esport. » manufatturiere » commerciali » fondiarie » di caoutchoue » siderurgiche e carboniche » d’elettricità » di tranvai e omnibus » d’automobili » di gas e acqua Alberghi, teatri Brevetti

Docks, porti, navigazione Banche ed assicurazioni Diversi 4,475,000 18,483,800 24,510,(500 6.439.800 6.046.800 4.486.400 12,247,5500 19,289,900 43,114,100 218,200 2.828.400 2.063.700 6.174.700 120,000 554,900 6.851.600 1.326.300 2,476,703 655,400 3.543.400 4,338,900 3,344,090 1,517,100 1.465.600 508.500 869.500 3,629,500 4.048.300 6.231.800 3,840,000 29,152,600 22,072,100 4,899,700 6,500,800 10.624.700 400,(XX) 11,244,500 30.766.700 160,000 4.340.500 3,621,600 3.044.500 4.335.900 1.578.200 5,507,000 5.924.200 2.560.100 7.194.500 10,510,400 1,511,300 376,800 825,500 1.025.100 1.709.500 1.338.100 6.001.900 192,203,700 182,356,810

Il consumo dello zucchero in Ispagna

è valutato a circa 100,000 tonn.

Il mercato iuterno è riservato alla produzione nazionale per mezzo dei dazi doganali moito ele­ vati che rendono impossibile ogni importazione. Lo zucchero straniero paga un dazio di en­ trata di 50 pesetas per quintale, più una sopra­ tassa di 35 pesetas che rappresenta la imposta di consumo pagata dagli zucoheri indigeni.

(9)

1 tre quarti dell’ industria dello zucchero spa- gnuola sono nelle mani di una Società costituita nel 1903, che comprende quasi tutte le fabbriche esistenti in quell’ epoca.

— Nel suo primo bollettino di statistica agraria, l’Istituto internazionale di agricoltura,

esposto lo scopo del suo servizio di statistica agri­ cola e cioè di presentare statistiche fornite dai servizi ufficiali dei vari Stati pubblicando così le più complete informazioni, descrive il servizio dello Istituto per l’anno 1910-11.

L ’Istituto inizia il suo servizio dalle colture e dai raccolti del 1910, al riguardo dei quali si propone di redigere progressivamente dei rap­ porti a cominciare dall’epoca della seminagione o della piantagione dei cereali durante l’autunno del 1909, per fornire poi le informazioni sulle condizioni delle colture durante i mesi che se­ guono il periodo della seminagione e per elabo­ rare infine la valutazione della produzione e rap­ porti relativi ai risultati della raccolta.

Indi è disposta la ripartizione dei paesi in zone geografiche. A causa delle grandi differenze nel periodo della stagione di semina e di raccolta dei prodotti agricoli nelle diverse parti del mondo è stato deciso di ripartire i paesi del mondo in zone geografiche, quando ciò sia necessario, allo scopo di facilitare la raccolta e la diffusione delle statistiche agricole. La zona del Nord comprende i paesi dell’America Settentrionale, eccezion fatta del Messico, dell’ Europa e della Russia Asiatica ; la zona centrale comprende il Messico, i paesi dell’America Centrale e parte dell’America del Sud, a nord dell’Equatore, la parte settentrionale dell’A frica, l’Asia Centrale e Meridionale; la zona del Sud, comprende tutti i paesi del Sud della zona centrale dell’ America Meridionale e del­ l’ Africa, inoltre l'Australia, la Nuova Zelanda, ecc. In altro paragrafo sono contenuti due quadri sulla superficie seminata a grano d ’ inverno ed a segala d’inverno e le condizioni della coltura al 1° gennaio 1910 nella zona del Nord.

Risulta pure dal bollettino che la constata­ zione provvisoria della produzione totale dei grani è stata nei seguenti paesi : Argentina quintali 42,785,000, Australia 22,317,000, Chili 6,400,000, Perù 400,000, Uruguay 2,610,000 e in rapporto percentuale alla produzione totale media degli utlimi anni (calcolata a cento) è il seguente: A r­ gentina 149 ; Australia 111 ; Chili 180 ; Uru­ guay 151.

Infine il bollettino contiene informazioni pro­ venienti dai Governi in relazione con le decisioni dell’assemblea generale. I Governi di Germania e di Inghilterra hanno fatto sapere che studiano il mezzo per essere in grado di fornire all’ Istituto le informazioni desiderate.

H I DEL 1 1 lElflllE

Il Commercio della Germania. — Nel

mese di novembre le importazioni di merci di­ verse in Germania ammontarono a 5,811,298 ton­ nellate : inoltre furono introdotti 7747 cavalli

muli, asini ; 62 capi di veicoli marittimi, 160,015 orologi; le esportazioni ammontarono a 4,348,557 tonn. di merci diverse; 886 cavalli, eco. 38 vei­ coli marittimi, e 34 mila 883 orologi.

In confronto del mese di ottobre le impor­ tazioni sono diminuite in tutte le parti, le espor­ tazioni si sono accresciute solo in rapporto ai cavalli, muli ed asini, ma in generale sono dimi­ nuite anch’ esse. Questa diminuzione delle espor­ tazioni dovuta quasi interamente alle materie com­ bustibili fossili, ai concimi artificiali, e in piccola parte a macchine e oggetti di argilla. Il decre­ mento delle importazioni è dovuto specialmente ai prodotti del suolo e delle foreste ed ai pro­ dotti chimici.

In confronto del mese di novembre del 1908, tanto l’ importazione che l’ esportazione hanno au­ mentato: quella infatti ammontò solo a 5,230,205 tonn. ; questa a 3,487,729 tonnellate.

Durante l’ anno in corso tanto l’ una che l’altra si sono mosse lungo una via ascendente, come si vede chiaramente dall’ esame del com­ mercio estero nei primi undici mesi dell’anno.

Le importazioni nei passati undici mesi am­ montarono a 57,364,784 tonnellate e a 1,376,972 capi tra cui 116,943 cavalli, asini, muli ecc. e 1,260,349 orologi contro 55,375,047 tonnellate, 1,462,043 capi fra cui 115,438 cavalli, ecc., e 1,845,956 orologi nell’anno precedente.

In 10 delle 19 sezioni della tariffa è se­ gnalato un accrescimento dell’ importazione, tra cui principalmente di prodotti agricoli e forestali, di materie prime minerali e fossili, di prodotti chimici, di materie di filatura, di carta e cartone. Una diminuzione è dovuta principalmente a og­ getti di pietra, di ferro, rame, macchine.

L ’esportazione nel medesimo periodo di tempo raggiunse le 43,809,683 tonnellate e 320,132 pezzi o capi, tra cui 6321 cavalli, ecc. e 323.287 oro­ logi contro 41,831,019 tonnellate e 378,595 capi tra cui 5784 cavalli ecc., e 372,274 orologi nel­ l’anno antecedente. L ’accrescimento si è verificato in 1.1 sezioni della tariffa tra cui specialmente materie prime minerali e fossili, oli minerali, pro­ dotti chimici, materie di filatura e derivati, carta e cartone; oggetti di pietra, metalli non preziosi e oggetti di metallo, mentre principalmente sono diminuiti i prodotti dell’ agricoltura e delle foreste di argilla e di vetro e le macchine.

L A SITUAZIONE DEL TESORO

al 31 d ic e m b re 1909

Ecco la situazione del Tesoro al 31 dicembre 1909: Al 30 giugno 1900 Al 31 dio. 1909 Fondo di cassa 501,264,812.96 487,459,233.90 Crediti diTesoreria 414,612,687.86 ' 567,729,167.12 Insieme ‘ 915,907,500.82 1,005,188,401.02 Debiti di Tesoreria 618,777,573.36 777,383,360.97 Situaz. del Tesoro + 297,129,927.46 -+- 227,805,040.05

DARE

Incassi (versamenti in Tesoreria) Fondo di cassa alla chiusura

dell’esercizio 1908-09 501,264,812.96 In conto entrate di bilancio 1,164,169,442.39 In conto debiti di Tesoreria 1,857,279,684 06 In conto crediti di Tesoreria 426,321,716.06 Totale 3,949,035,655.47

(10)

74 L ’ ECONOMISTA

30 gennaio 1910

AVERE — Pagamenti

In conto spese di bilancio 10,026,588.22

Decreti di scarico _,

Decreti Ministeriali di pre­

levamento _

In conto debiti di Tesoreria 1,698.673,896.45 In conto crediti di Tesoreria 579,408,195.32 , Totale dei pagamenti 3,511,576,421.57 Fondo di cassa al 31 di­

cembre 1909 437,459,233.90

Totale 3,949,035,655.47 Ecco la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria

DEBITI Buoni del Tesoro

Vaglia del Tesoro

Banche — Conto anticipa«, statutarie Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente fruttifero

Amministrazione del Debito pubblico in conto corrente infruttifero Amministrazione del Fondo culto in

conto corrente infruttifero Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente infruttifero

Ferrovie di Stato — Fondo di riserva Altre Amministraz.

frutti conto corrente Id. 11. infruttifero Incassi da regolare

Biglietti di Stato emessi per l ’art. 11 della legge 3 marzo 1898, n. 47 Operazione fatta col Banco di Napoli

per effetto dell’art. 8 dell’allegato

B alla legge 7 gemi. 1897 n. 9

Totale CREDITI Valuta aurea presso la Cassa depositi e

prestiti : LeggeSagosto 1895,n. 486 Legge 3 marzo 1898, n. 47 Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 10) Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 11)

Amministraz. del Debito pubblico per pagamenti da rimborsare Id. del Fondo pel culto Id. Cassa depositi e prestiti Id. Altre Amministrazioni Id. Obbligazioni dell’Asse ecclesiastico Deficienze di Cassa a carico dei con­

tabili del Tesoro Diversi

Operazione fatta col Banco di Napoli

al 31 die. 1909 114,039,000.— 39,443,922.36 65,000,000 — 388,313,116.98 3,810,608.59 35,619,175.69 5,762,631.75 1,573,205.82 60.256.917.96 36.952.881.96 11,250,000 -2,361,900.— 077,383,360.97 al 31 die. 1909 80,000,000.— 11.250.000. -60.000. 000.— 1,316,920.— 185,280,388.6.4 8,459,806.15 21,009,162.62 86,464,209.46 1,710,586.29 89,876,193.96 22,361,900.— Totale 567,729,167.12 Prospetto degli incassi di bilancio verificatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di dicembre 1909 e a tutto n mese stesso per l’ esercizio 1909-910 comparati con quelli dei periodi corrispondenti dell’esercizio pre­ cedente.

Incassi — Categoria I.

Redditi patrimon. d. Stato

Imposta sui fondi ru stici e sui fabbricati Imposta sui redditi

di R. M.

Tasse in amministr. del Ministero delle finanze

Tassa sul prodotto d. movimento a grande e piccola velocità s. ferrovie

Diritti delle Legaz. e Consolati all’estero Tassa sulla fabbricaz.

degli spiriti e birra Dogane e dir. maritt.

Entrata ordinaria. Entrate effettive : mese di

dicembre 1909 Differenza sul 1909 17,147,767.65 -*-• 1115,300,609.56 29,822,439.18 4- 244,060.37 48,836,271.42 4- 1,174,701.64 21,113,604.93 4- 3,359,195.44 7,113,606.76 4- 3,319,082.71 13.837.171.60 28.570.210.60 +4- 4,552,959.131,481,978.38

Dazi interni di cons. esclusi quelli delle

città di Nap. e Roma 2,796,409/23 -h Dazio consumo della

città di Napoli Dazio consumo della

città di Roma 2.151,926.05 +

Tabacchi 25,553,295.18

Sali 8,382,901.64 +

Prodotto di vendita

del chinino ecc. 52,539.20

Lotto 11.901,307.63 -h Poste 10,477,804.64. + Telegrafi 1,564,642.29 4-Telefoni 1,592,725.69 4-Servizi diversi 1,702,082.99 Rimborsi e concorsi nelle spese 9,403,992.97 4-Entrate diverse 3,852,700.85 4-Totale 245,373,400.50 + 30,533.19 63,510.81 1,600,825.59 556,287.98 72,403.05 254,493.01 963,388.00 120,427.18 476,638.75 52,433,93 2 2,371,319.65 31,680,482.57 + 41,916,670.36 Categoria I. - Entrate effettive: Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse Arretrati per impost.

fondiaria

Arretrati per imposta sui redditi di r. m. Residui attivi div. Costruz distradefer. Vendita di beni ed afffrancam .di canoni Accensione di debiti Rimborsi di somme anticipât, dal Tes. Anticipazioni al Tes. da enti locali per ri­ chiesto acceleramen. di lavori

Uso tempor. di dispo­ nibilità di cassa Partite che si com­

pensano nella spesa Prelev. sull’ avanzo accertato sul conto eonsunt. detl’esero. 1905-6 e 1907-8 Ricuperi diversi Capitoli aggiunti per

resti attivi.

Entrata straordinaria Categoria I, II, III, IV.

mese di dicembre 1909 748,622.05 1,922,624.17 2,170.94 29,049.07 337,345.(>0 80,000.00 + + Differenza sul 1909 280,517.41 ‘ 1,440,499.96 2,927.03 44,875.16 225,635.07 52,886.38 1,885,570.16 + 51,050,079.13 377,412,12 10,000.000.00 34,045.32 75,000.00 297,322.38 + + 10, 000, 000.00 1,987.59 110,555.52 + 12,544,555.39 + 10,447.98-+ 54,471,653.73 Totale 15,408,839.43 Partite di giro 1,248,749.43 Totale generale 262,030,989.36

Ecco il prospetto dei pagamenti di bilancio veri­ ficatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di di­ cembre 1909 e a tutto il mese stesso per 1’ esercizio 1909-1910 comparati con quelli dei periodi corrispon­ denti dell’ esercizio precedente.

MINISTERI. mese di dicembre 1909 287,439,117.48 25,605,466.74 3,982,947.33 1.316.145.24 7,623,735.87 9.948.928.24 16,715,810.03 12,286,015.65 30,867,886.88 14,277,583.59 4,160 062.67 Ministero del Tesoro

(11)

NOTE.

(1) In questa somma è compreso l’ammontare della, valuta d ’oro depositata nella Cassa depositi e prestiti in L. 174,928,820.

(2) Tenuto conto delle variazioni per sistemazione di scrittura.

(a) Sono escluse dal fondo di cassa L. 174,928,820 depositate nella Cassa depositi e prestiti a copertura di una somma corrispondente di biglietti di Stato.

Avvertenza. — Oltre il fondo di cassa esistono presso

le tesorerie, all’ infuori dei debiti e crediti di teso­ reria :

A) il fondo di spettanza delle ferrovie di Stato

che al 81 die. 1909, ascendeva a L. 1,959,654.16.

B) quello delle altre contabilità speciali che alla

stessa data era di L. 19.008,978.86.

(1) L ’aumento è dovuto ai versamenti effettuati in conto prodotto netto dell’ esercizio diretto delle ferrovie non concesse ad imprese privata.

(2) Maggiori introiti in dipendenza delle leggi 25 giugno 1905, n. 261 e 28 dicembre 1906, n. 638.

(3) Versamento d ’ interessi dovuti dall’Amministra­ zione delle ferrovie dello Stato sulle somme pagate dal tesoro con i mezzi ordinari di tesoreria per le liquida­ zioni ferroviarie ed altre spese straordinarie.

(4) Addizionale sulle imposte dirette e sulle ,tasse sugli affari. (Legge 12 gennaio 1909, n. 12).

(5) Rimborsi dell’Amministrazione delle ferrovie dello Stato della spesa per l’ammortamento dei certi­ ficati ferroviari di credito.

L’emigrazione in Spagna(1)

Art. 26. — Le cauzioni depositate dai navieros o armatori e dai consegnatari rimarranno in malleveria delle responsabilità a cui danno luogo le loro rispet­ tive operazioni regolate nella presente legge. Lo cau­ zioni dei navieros o armatori rimarranno inoltre come malleveria sussidiaria delle responsabilità dei rispet­ tivi consegnatari.

Le predette cauzioni potranno essere costituite in numerario o in valori pubblici, calcolando in questo caso il titolo secondo il corso ufficiale.

Art. 27. — Quando effettivamente incorressero in responsabilità per tutta o parte della cauzione, gli armatori e consegnatari saranno, obbligati a provve­ dere nel modo die sarà determinato dal Regolamento. Ugualmente il Regolamento fisserà i termini e le condizioni per la restituzione delle cauzioni.

Art. 28. — Le autorizzazioni concesse agli arma­ tori o consegnatari, potranno essere revocate quando ossi commettano gravi mancanze accertato, nell’eser­ cizio dell’ ufficio ad essi affidato, o non si uniformino alle condizioni prescritte dalla presente legge, e quando il Governo, a norma dell’ articolo lo, proibisce l’ emi­ grazione.

Art. 29. — I consegnatari dovranno inviare ai Con­ soli di Spagna, nei luoghi di destinazione degli emi­ granti, un elenco di questi ultimi o i bollettini d’ i- sorizione individuale, ohe serviranno per il Registro ohe dovrà tenere ciascun Consolato.

Dovranno anche inviare al Consiglio superiore di emigrazione copia dei documenti spediti ai Consoli.

Quando un Ispettore accompagni la spedizione, egli sarà incaricato di inviare i documenti di refe­ renze, tanto ài Consoli, come al Consiglio superiore di emigrazione.

Art. 30. — Sarà costituita una Cassa di emigra­ zione-, affidata al Consiglio superiore e da esso ammi­

nistrata.

Questa Cassa provveder» a tutte le spese che oc­ corrono per T applicazione della presente legge e sarà costituita dai seguenti fondi:

1. l’ assegno che sarà annualmente fissato sul bi­ lancio dello Stato ;

2. le tasse di patente di cui. all’ art. 22; 3. l’ importo delle multe imposte' per infrazione alla presente legge, al relativo Regolamento e alle di­ sposizioni oomplelnentari ;

1. gli introiti prodotti dalle pubblicazioni del Consiglio ;

(1) Vedi il numero precedente dell’Economista.

• 5. le sovvenzioni e i donativi concessi da cor­ porazioni o da privati. I fondi di detta Cassa saranno destinati innanzi tutto alle spese del personale e del materiale determinate dal servizio, e poi al sussidio che, secondo la presente legge, vien concesso alle So­ cietà o Patronati, di cui all’ art. 16, senza che in al­ cun caso possano essere destinati ad altro scopo.

Il Regolamento stabilirà quanto si riferisce al ser­ vizio generale di contabilità.

Art. 31. — I navieros o armatori ed i consegnatari, e in generale tutte le persone che intervengono nel trasporto degli emigranti spagnuoli, in conformità della presente legge,, si intenderanno sottoposti alla alla legislazione ed alla giurisdizione spaglinola per tutte le azioni giudiziarie ed extra giudiziarie che pos­ sano derivare dal detto trasporto.

S’ intenderà egualmente ohe, rinunciando in ogni caso alle ordinarie giurisdizioni, essi si sottomettono alla giurisdizione delle rispettive Giunte di emigra­ zione in tutto ciò che si riferisce alle loro obbliga­ zioni contrattuali, e alla giurisdizione dello autorità governative o giudiziare spagnnole, per le loro obbli-' gazioni non contrattuali.

Essi sono del pari sottoposti alla vigilanza stabi­ lita dalla presente legge.

Art. 32. — I consegnatari degli armatori, nei luo­ ghi di destinazione rappresenteranno questi ultimi in quanto si riferisce alla applicazione della: présente legge, salvo designazione speciale, portata a cono­ scenza del Consiglio superiore di emigrazione.

Art. 33. — Sono proibiti il reclutamento degli emi­ granti e la propaganda per eccitare la emigrazione.

Gli annunzi e le pubblicazioni relativi al trasporto degli emigranti, fatti dai navieros, armatori e conse­ gnatari, potranno solo riferirsi alla data di arrivo e partenza delle navi nei porti, ai punti di scalo e alle condizioni del trasporto.

Le infrazioni, al § 1 del presente articolo, come pure il fatto di esercire agenzie di emigrazione, sa­ ranno punite con la pena della prigione correzionale nel suo grado minimo, ed inoltre con la revoca dell’ au­ torizzazione, quando si tratti di naviero o armatore e di consegnatario.

Art. 34. — Sono proibite in tutto il territorio spa- gnuolo le agenzie di emigrazione. Nessuno spaglinolo o straniero può dedicarsi a questa industria.

Del contratto di trasporto degli emigranti.

Art. 35. — Il contratto di trasporto si effettuerà per mezzo di un biglietto conforme al modello rego­ lamentare.

Nel biglietto dovranno essere segnate, in spagnolo, le seguenti annotazioni :

1. nome, cognome, sesso, età, professione, stato e ultimo domicilio dell’ emigrante ;

2. se questi sa leggere e scrivere;

3. numero e qualità degli effetti che porta seco ; 4. nome, cognome e domicilio delle persone che autorizzano l’ imbarco nei casi previsti dall’ art. 5;

5. nome del piroscafo e nome e cognome del ca­ pitano ;

6. porto di partenza e di destillazione; 7 data dell’ imbarco;

8. classe del passaggio e spazio assegnato al­ l ’emigrante ;

9. condizione di trattamento a cui ha diritto sino allo sbarco ;

10. prezzo del passàggio e della provvigione pa­ gata in cifre ed in lettere;

11. modo di pagamento del passaggio, o dichia­ razione, nel caso che sia gratuito ;

12. durata probabile del viaggio;

13. indicazione del numero e dei porti di scalo che farà la nave ;

14. condizioni per la quale tutti i pericoli ed i danni in cui può incorrere l’ emigrante per interru­ zione o ritardo, salvo caso di forza maggiore, siano a carico del consegnatario ;

15. obbligo d e l rimpatrio gratuito nei casi pre­ visti dalla legge.

Inoltre si iscriveranno sul biglietto gli articoli della presente legge che possano interessare 1’ emi­ grante.

Art. 36. — I biglietti di cui all’ art. precedente, dovranno far parte di un registro a madre e figlia, ciascun foglio del quale sarà costituito;

1. della matrice del biglietto per i riscontri alla Compagnia di navigazione ;

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