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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.32 (1905) n.1600, 1 gennaio

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G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCH I, F E R R O V IE , IN TE R E S SI P R IV A T I

Anno XXXII - Voi, XXXVI

Firenze, 1 Gennaio 1905

N. 1600

S O M M A R I O : L ’ on. Turati « poliziotto » — R. D. V., G-li scioperi dei ferrovieri — I risparmi degli emigrati. — Irli v is t a econom ica : Le ferrovie e la difesa nazionale - Le ferrovie complementari - Il valore di borsa delle Azioni di Ranche e Società italiane - Il commercio della Turchia - Le miniere del Sud Africa. — La situazione del Tesoro al 30 novembre 1904 — La relazione parlamentare sul trattato di commercio colla Svizzera — La pro­ duzione mondiale del grano — Camere di commercio — Mercato monetario e Banche d ’ emissione — Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

L’ ONOR. TURATI “ POLIZIOTTO,,

Nella recente discussione avvenuta alla Ca­ mera intorno al discorso della Corona, avendo l’ on. Presidente del Consiglio esclamato che i socialisti dovrebbero insegnare alle moltitudini di non tirar sassi contro i soldati, l’on. Turati scattò dicendo che non meritava tale rimprovero, perchè « per quattro anni abbiamo fatto da poliziotto per vostro conto ».

L ’ affermazione dell’on. Turati, sebbene così concisa, è tale che merita qualche considerazione : evidentemente egli voleva rinfacciare all’ on. Gio- litti che durante i quattro anni nei quali l’Estrema Sinistra era stata ministeriale, cioè votava a fa­ vore del Governo, egli, on. Turati, aveva usata di tutta la sua influenza per impedire che le mol­ titudini, nelle loro agitazioni dirette a procurarsi miglioramenti alla loro condizione, trascendessero a violenze e in qualche modo turbassero l’ ordine pubblico ; e che questa influenza, notoriamente ef­ ficace, l’on. Turati aveva esercitata per non creare imbarazzi al Ministero e sopratutto al Ministro dell’ Interno, del quale i socialisti allora appog­ giavano la politica, od almeno la seguivano con benevola aspettativa.

E ’ questa dell’ on. Turati una confessione ' veramente preziosa, della cui sincerità non vi è da dubitare in quantochè uscì fuori improvvisamente nel battibecco incidentale di quella discussione. E diciamo che è confessione preziosa, perchè dimo- j stra chiaramente che quando si vuole, si sa con tenere le moltitudini in modo che possano tute­ lare i loro interessi senza lasciarsi andare a v io ­ lenze che turbino 1’ ordine pubblico ; e che que­ sta influenza dei Capi sulle masse non è occa­ sionale per qualche caso isolato, ma può durare quattro anni consecutivi, basta che un tornaconto parlamentare spinga i Capi socialisti ad evitare imbarazzi alla vita del Ministero.

Ma, per converso, quella confessione dell’ono­ revole Turati dimostra anche che, quando non vogliono tenere in freno le moltitudini, o quando non hanno motivo per evitare imbarazzi al Mi­ nistero, i Capi socialisti sospendono di esercitare

la loro influenza ed allora le masse si agitano « senza guida e senza freno » ed avvengono di­ sordini, contro gli effetti dei quali poi gli stessi Capi socialisti reclamano vivacemente in Parla­ mento.

E non solo dalle parole dell’ on. Turati e- merge questa conclusione, ma un’altra ancora se ne può trarre ed è che si sieno accorti i Capi socialisti, che il fare da « poliziotti » al Governo, non giovava al loro ascendente sulle moltitudini, le quali hanno bisogno di essere mantenute in uno stato di continua iperagitazione esterna pur­ ché non riflettano alle contingenze interne del partito.

E non occorre che rileviamo che tutte e due le conclusioni che si traggono logicamente dalla confessione dell’ on. Turati, urtano, a nostro av­ viso, contro il senso morale e dimostrano che, so­ cialisti o no, i dominanti sono sempre eguali ed adoperano sempre gli stessi metodi biasimevoli, e sopratutto vogliono che il fine giustifichi i mezzi.

Se i Capi sanno veramente esercitare tanta influenza sulle moltitudini da poter fare per quattro anni da « poliziotti » al Governo, ed im­ pedire che cogli atti violenti le moltitudini stesse provochino delle sanguinose repressioni, è vera­ mente doloroso e biasimevole che questa influenza moderatrice non adoperino sempre ed in tutti i casi, ed è più doloroso ancora che davanti al Parlamento ed al paese essi scattino così violen­ temente contro le violente repressioni, quando essi avrebbero potuto impedirle facendo da « po­ liziotti », se non a vantaggio del Governo, a van­ taggio almeno delle masse che essi conducono.

Non vogliamo fare della rettorica ricavando dalla confessione dell’ on. Turati tutto ciò che se ne potrebbe ricavare, ma crediamo che se con si­ mile contegno i Capi dei socialisti salvaguardano la loro personale posizione, non giovano però alle moltitudini, che vengono freddamente esposte alle repressioni sanguinose, mentre potrebbero colla calma e serena agitazione raggiungere più sicu­ ramente notevoli miglioramenti alle loro condizioni economiche.

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6 L ’ ECONOMISTA

1 gennaio 1905

GLI SCIOPERI DEI FERROVIERI

La questione ferroviaria, già per se stessa complessa e ardua, si complica ancor più nel no­ stro paese per una grave divergenza che riguarda il personale. Gli oneri finanziari che lo Stato e le Società esercenti si assunsero or non è molto, non sono sufficienti per togliere ogni causa di malcontento e altre domande sono formulate dal personale, a soddisfar le quali occorrono non po­ chi altri milioni. L e condizioni finanziarie della industria dei trasporti ferroviari in Italia, non son tali certo da consentire larghezze eccessive, sicché da un lato non è sperabile, per varie cause, che il personale receda da molte delle sue do­ mande, e dall’ altro non è pensabile che lo Stato sia disposto ad accoglierle integralmente. Per questo non è esclusa in modo assoluto la possi­ bilità di un conflitto e il ricorso da parte del personale a un mezzo di lotta che avrebbe con­ seguenze dannose e dolorose per tutti. Lo scio­ pero dei ferrovieri, naturalmente, recherebbe un grave colpo alla vita economica e sociale del paese, specialmente se esso fosse di qualche du­ rata e getterebbe sui ferrovieri una luce sinistra, alienerebbe loro il favore dell’ opinione pubblica, già mal prevenuta dagli scioperi generali e par­ ziali che si sono succeduti, con frequenza un tempo sconosciuta, negli ultimi quattro anni e provocherebbe provvedimenti legislativi o d’ altra natura, che' ogni spirito liberale non può_ conside­ rare senza apprensione. Per queste ragioni ^ for­ miamo l’ augurio vivissimo e sincero che ogni mi­ naccia di sciopero si dilegui al più presto me­ diante un accordo leale e completo; ma, poiché attraversiamo, un momento storico nel quale la febbre di scioperare colpisce or questa or quella classe di lavoratori, non crediamo sia intempe­ stivo di richiamare l’ attenzione sugli scioperi ferroviari più o meno recenti, per vedere quali insegnamenti si possono ricavare da un rapido sguardo alla storia di questi conflitti e per in­ dicare i provvedimenti che a motivo di essi sono stati adottati dai G overni e dai Parlamenti.

I.

Gli scioperi dei ferrovieri sono avvenuti si­ nora in numero assai limitato, e qualche paese ne è andato esente sino ad oggi. In Francia si ebbe uno sciopero parziale, di importanza assai piccola, nel 1891. e uno più minaccioso, che si tentò invano di rendere generale, nel 1898. La causa del primo fu la revoca dall’ impiego di due operai, ma come avviene spessissimo nei con­ flitti collettivi, il motivo originario dello sciopero veniva poi confuso con altre domande ; 1’ esito fu sfavorevole, e del resto trattavasi principalmente di. operai addetti alle officine ferroviarie. Nel 1898, nonostante gli sforzi del Sindacato nazio­ nale dei ferrovieri il tentativo di sciopero gene­ rale non riuscì. Le domande erano varie (rein­ tegrazione di tutti gli scioperanti, aumento ge­ nerale dei salari, pensione per tutti proporzio­ nale, diminuzione della giornata di lavoro), ma il movimento dei ferrovieri per sostenerle mancò

quasi del tutto, tantoché lo sciopero ebbe una durata di poche ore e solo 135 persone vi par­

teciparono (1). . .

Nella Svizzera i cheminots, come si chiamano i ferrovieri di quel paese, nel 1896 si agitarono per ottenere notevoli concessioni dalle Compa­ gnie ferroviarie; tra le altre va notata la costi­ tuzione di un tribunale arbitrale, che doveva pro­ nunziarsi sopra tutti i conflitti che sorgessero tra gli impiegati e una Compagnia, specialmente nel caso di rinvio. E ’ la cosidetta « prammatica di servizio » e nessuna delle cinque Compagnie (Centrale, Gottardo, Unione Svizzera e Jura-Sem- pione) era disposta ad accordarla. Sotto la mi­ naccia dello sciopero, da quattro Compagnie ven­ nero fatte larghe concessioni sui salari, ma la prammatica di servizio non fu accordata; sol­ tanto si enumerarono e definirono le colpe gravi che potevano motivare il rinvio del ferroviere. La Compagnia « N o r d - E s t » dapprima non volle nemmeno entrare in trattative, ma di fronte alla dichiarazione che lo sciopero sarebbe cominciato a un dato giorno venne anch’ essa ad accordi. Però l’anno successivo, 1’ 11 marzo a mezzanotte tutti i ferrovieri della Compagnia « N ord-E st » in numero di oltre 5000 abbandonarono il lavoro af­ fine di ottenere che la convenzione stipulata ve­ nisse rispettata. La circolazione sulla rete del N ord-E st venne così a cessare e Zurigo stava per essere sprovvista dei necessari approvvigio­ namenti. Il Governo federale il 13 marzo o ffiiil suo arbitrato, che era tosto accettato, cosi che il lavoro la sera stessa veniva ripreso. In sostanza, gl’ impiegati delle ferrovie svizzere ottennero, ol­ tre una maggiore precisione nell’ avanzamento e alcuni vantaggi secondari, l’ aumento dei salari nella misura del 20 a 25 Ó[0- Ciò che sopratutto è degno di nota negli scioperi dei ferrovieri elve­ tici è, per parte di questi, il rispetto dell’ ordine, il sentimento profondo della loro dignità, la mo­ derazione dei discorsi tenuti nelle riunioni e degli articoli dei giornali : tutto ciò ha contribuito al- l’ esito favorevole dello sciopero.

Nel Pegno Unito, dove le ferrovie appar­ tengono a Società private e quindi potrebbe pa­ rere che gli agenti fossero più facili a ricorrere allo sciopero, non sono stati frequenti i conflitti di tal natura, ma quando scoppiarono assunsero sempre una certa gravità. Uno dei meno recenti è quello avvenuto nella Scozia nel dicembre 1890. Gl’ impiegati di tre principali Compagnie ferro­ viarie (la North British, la Caledonian e la Glas-

gow and ,South Western) in numero di circa 8000

diedero sfogo al loro malcontento, sopratutto a causa della'durata eccessiva del lavoro, col ces­ sare a un tratto di esercitare le loro funzioni. Le Compagnie si rifiutarono di trattare col Sinda­ cato dei ferrovieri ed anche col personale nel suo insieme ; pretesero che i ferrovieri anzitutto riprendessero il lavoro e poscia individualmente

(1) Il Governo non rimase inerte di fronte alla mi­ naccia dello sciopero generale ; fece occupare militar­ mente tutte le stazioni della Francia, fece fermare le circolari inviate per la Posta dal Sindacato (spedite in busta portante il nome di un negoziante di vini) per­ quisì gli uffici del Sindacato e i domicili degli am­ ministratori, sequestrò carte è documenti. Vedi Dé-

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L ’ ECONOMISTA 7 1 gennaio 1905

presentassero per le vie ordinarie le loro domande. Non mancarono le defezioni tra i ferrovieri, ma in grande maggioranza essi resistettero e chie­ sero un arbitrato che non fu accettato dalle Com­ pagnie ; dopo circa sei settimane il conflitto, che veramente solo per pochi giorni raggiunse uno stadio acuto, venne a cessare in seguito a un compromesso col quale gli agenti delle Compa­ gnie ripresero il lavoro e queste s’ impegnarono a ricevere i rappresentanti dei ferrovieri e a di­ scutere senza indugio le loro domande (1). E in­ fatti nel marzo e aprile 1891 vennero fissate le nuove condizioni del lavoro.

Nell’ Inghilterra, alla fine del 1896 serpeg­ giava un certo malcontento fra il personale della

London and North Western, e voci di sciopero

imminente circolavano con qualche insistenza. Cinquanta ferrovieri tra i più malcontenti ven­ nero allora licenziati « non già perchè fossero ascritti al Sindacato, ma perchè la Compagnia preferiva di non conservare una categoria d’ uo­ mini malcontenti che potrebbero a un dato mo­ mento mettersi in sciopero e cagionare alla Com­ pagnia e al pubblico i più gravi dan ni».. Sorse allora 1 ’Amalgamated Society o f Railway Servants a dichiarare che se quei ferrovieri non venivano reintegrati nei loro posti sarebbe stato dichiarato lo sciopero. L ’ intervento del Ministero del Com­ mercio condusse a un accordo tra la Compagnia e il Sindacato; ma poi il 20 febbraio 1897 vi fu uno sciopero parziale per questione relativa al salario, che ebbe la durata di una settimana es­ sendo stato chiamato arbitro lord James o f He- reford, il quale pronunciò il lodo il 9 agosto.

Un altro sciopero, di poca importanza però,’ avvenne nel marzo 1898 per l’ azione precipitata di un capo locale del Sindacato dei ferrovieri, che venne poi biasimato dall’ organo del Sindacato medesimo. Alcune centinaia di scioperanti ven­ nero sostituiti e lo sciopero che non aveva una causa sufficiente e non era stato deliberato se­ condo le norme tassative del Sindacato fu facil­ mente vinto.

Invece nell’ Irlanda, pel rifiuto da parte della Compagnia Midland Great Western e di quella

Great Northern di riconoscere nel Sindacato dei

fèrrovieri il loro rappresentante, alcune migliaia di agenti si misero in sciopero. Le Compagnie si limitarono a far pubblicare sui giornali che cer­ cavano uomini per colmare i vuoti nei vari ser­ vizi ferroviari. L a Great Northern ricevette oltre seimila offerte, e questo fatto, assieme ad altre circostanze sfavorevoli, indussero gli scioperanti a ritirare le loro domande e a riprendere il lavoro.

E tralasciando qualche altro sciopero di po­ chissima importanza è da notarsi quello avvenuto nel Galles da parte degli agenti della Taff Vale

Railw ay, che ormai segna un momento impor­

tante nella storia dell’ organizzazione del lavoro nell’ Inghilterra, perchè mentre ha avuto esso stesso poca importanza, ha dato luogo alla que­ stione se o meno le associazioni operaie ( Trade

(1) Di questo il sciopero Dé v e a u x, op. cit., non tiene parola; se ne è occupato largamente Jam es Ma v o r, The Scottish Railway Strike; history and criticism (London Simpkin 1891) è ne\V Economic Journal, voi. I, pag. 294.

Unions) possono essere citate davanti ai tribu­

nali per rispondere dei danni.derivanti dal fatto dei loro funzionari (1). Quanto allo scioperò, esso fu un insuccesso.

Ma il paese che ha conosciuto più ’d’ ogni altro gli scioperi dei ferrovieri è indubitatamente la grande Confederazione del Nord d’America. Nel ventennio 1881-1900 si ebbero agli Stati Uniti, nella industria dei trasporti, 1262 scioperi e una parte considerevole di essi si riferisce alle strade ferrate. Tra gli altri si possono segnalare quello avvenuto nel 1885 sulla ferrovia M issouri-Pacific che durò 10 giorni, e fini con la vittoria dei fer­ rovieri ; l’ altro del 1886 sulle linee del T exas-

Pacific che, determinato soltanto dalla solidarietà

professionale, non riuscì, sebbene si fosse prolun­ gato per sessanta giorni. « Autant le public — scrive a questo proposito il Désveaux (2) — avait vu d’ un œil sympathique la grève de 1885, au­ tant celle de 1886 fu sévèrement jugée. Si les employés eurent pour eux le droit et le succès dans la première grève, ils n’eurent ni l’un ni l’ autre au cours de la deuxième, et tous les ef­ forts des Chevaliers du Travail pour se faire re­ connaître comme représentants officiels des gré­ vistes furent couronnés d’insuccès ».

Il conflitto sorto sulla ferrovia Nmv York

Central and Hudson River, diede origine a uno

degli scioperi ferroviari più formidabili degli ul­ timi quindici anni. Cominciato 1’ 8 agosto 1890, cessò, col 17 settembre e fu un completo insuc­ cesso. Gli agenti scioperanti erano fra 4500 e 5000 e il numero di quelli che perdettero il po­ sto per aver scioperato fu di circa 4000, le per­ dite in salari toccarono quasi i due milioni e la Compagnia ebbe un danno di circa dieci milioni. Il pubblico ebbe a sopportare incalcolabili soffe­ renze e i viaggiatori furono esposti a molti pe­ ricoli per le loro vite. Tutto ciò a causa del li­ cenziamento di alcuni agenti che gli scioperanti attribuivano all’esser quelli ascritti alla organiz­ zazione dei Cavalieri del lavoro (3).

Più grave ancora fu lo sciopero di Chicago del giugno-luglio 1894 nel quale si trovò coin­ volta, per questioni di salario, la Compagnia di vagoni Pullman, più grave pei disordini che in quella occasione si ebbero; ma aneli’ esso fu un trionfo per g l’ imprenditori, che ripresero soltanto gli operai non compromessi, e sostituirono gli al­ tri con nuove reclute. I danni vennero calcolati dalla Commissione nominata dal presidente Cle­ veland per studiare tale vertenza in oltre 35 mi­ lioni di lire.

Di tre scioperi ferroviari recenti dobbiamo ancora occuparci e cioè di quelli avvenuti nel 1903 in Olanda e nella colonia di Vittoria, e dello scio- . pero dei ferrovieri in Ungheria, che ebbe luogo

nell’ aprile del 1904. ( Continua).

R . D. V.

(.1) Cfr. Ma n t o d x et Al f a s s a, La crise du trade- unionisme(Paris, 1908); Ge o r g e Ho w e l l, «T h e Tail Vale Case » fae\V Annual for 1904 delle Cooperative W hole­ sale Societies, Manchester, 1904).

(2) Op. cit., pag. 98.

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8 L ’ ECONOMISTA 1 gennaio 1905

! RISPARMI DEGLI EMIGRATI

L ’ importanza economica che ha la emigra­ zione pel nostro paese è resa manifesta in parte non piccola dalla entità dei risparmi che gli emi­ grati possono formare e inviare alla madre patria. Il tenore di vita dei lavoratori italiani è poco elevato, mentre non di rado i salari eh’ essi pos­ sono guadagnare all’ estero sono relativamente elevati, sicché riesce loro possibile di mandare a casa o di portare al loro ritorno un gruzzolo non indifferente di danaro. I calcoli che sono stati fatti in proposito non possono avere alcuna pre­ tesa all’ esattezza, ma tuttavia servono a dare qualche idea della importanza di cotesto fatto che per lungo tempo non fu considerato con sufficiente attenzione.

Soltanto, allorquando si conobbero i danni che spesso pativano i nostri emigrati a causa della fuga di questo o di quel « banchiere » ita­ liano o no degli Stati Uniti, si è pensato di or­ ganizzare un servizio per le rimesse degli emi­ grati affidandolo al Banco di Napoli. Ma a- dir vero, leggendo i rendiconti delle sedute del Con­ siglio della emigrazione tenuto nel marzo del passato anno, non si trae la convinzione che siasi riusciti a organizzare bene cotesto servizio. Anzi l’onor. Luzzatti, vice presidente del Consiglio dell’emigrazione, diceva allora che il servizio non ha corrisposto alle nostre speranze per varie ra­ gioni, ma sopratutto perchè non siamo riusciti a diminuire il numero dei piccoli banchieri, dei cam­ biatori di moneta, dei piccoli agenti di cambio. E perchè non riusciamo a diminuirli?

L ’ on. Luzzatti rispondeva : « perchè il Banco di Napoli non sa nulla di tutto ciò, ed abbiamo sentito da lui stesso che non può sapere nulla, mancandogli quegli elementi di competenza tec­ nica, coi quali volevamo vincere la battaglia ». E ’ probabile che da quando aveva luogo la di­ scussione intorno al servizio delle rimesse degli emigrati a oggi sieno stati portati tali migliora­ menti al servizio stesso che il Banco di Napoli abbia potuto esplicare l’ opera propria in modo più efficace. Dalla relazione del direttore gene­ rale del Banco in data 25 marzo u. s. si rileva che nel primo periodo di azione 1902-1903 l’ Isti­ tuto di Napoli ha raccolto 195,926 rimesse per la somma di L . 32,881,529.87. E il direttore os­ servava : può forse dirsi esigua questa somma, di fronte alle rimesse che giungono in patria, e ielle quali non si è potuto con precisione cono­ scere l’ ammontare. Nè questo potrà facilmente conoscersi, per le molte forme nelle quali le ri­ messe si fanno, e principalmente perchè non è netta la distinzione fra le vere rimesse di emi­ grati e quelle di carattere commerciale, e perchè molte sfuggono per essere trasportate dai rim- patrianti, in moneta effettiva.

Che sia esigua non vi può esser dubbio, se è vero che g l’ italiani. d’America mandano alle loro famiglie circa 150 milioni di lire l’ anno ; ma d’al­ tra parte è giusto tener conto delle grandi diffi­ coltà che il Banco di Napoli ha incontrato per l’ opposizione che all’opera sua fu fatta da coloro che venivano ad esserne danneggiati, sia in Italia,

sia in America. Nella relazione del direttore ge­ nerale è fatta la storia di quelle difficoltà e si ha la conferma che una numerosa rete d’ inte­ ressi in tutte le classi inviluppa 1’ emigrante e come questi dia vita ed arricchisca migliaia di speculatori.

L ’ on. Pantano nella sua relazione per conto della Commissione parlamentare di vigilanza sul fondo per l’ emigrazione dice che sull’ ammontare del capitale importato in Italia per opera degli emigrati non abbiamo dati attendibili. Si ritiene che ogni anno arrivino in Italia circa 200 mi­ lioni di lire provenienti dagli italiani emigrati in America, ma non si sa come questa somma sia calcolata, nè con quale approssimazione si av­ vicini alla realtà. Un indice dell’ importanza delle rimesse degli emigranti l’ abbiamo però nel mo­ vimento delle operazioni di risparmio presso le nostre Casse postali, compiute da italiani resi­ denti all’ estero. Si tratta di un movimento ra ­ pidamente progressivo; infatti, il credito degli emigrati che alla fine del 1890 era di 72,846.89 lire, alla fine del 1903 era salito a 55,403,730.83 lire. Dal 1902 al 1903 1’ aumento è stato di 23 milioni di lire. I libretti emessi per conto d’ita­ liani residenti all’ estero, che nel 1890 erano 87, salivano a 27,322 nel 1903.

Quanto al servizio del Banco di Napoli è da notare che alla fine del 1903 erano in fun­ zione 86 uffici di corrispondenza del Banco me­ desimo per le rimesse degli emigrati e che le operazioni compiute furono nel 1902 n. 63381 per 1’ ammontare di 9,304,835 lire e nel 1903 le operazioni salirono a 133,545 per l’ ammontare di 23,576,694 lire.

Senza dubbio questi risultati sono confor­ tanti, ma ancora molto resta da fare. Gli uffici di corrispondenza del Banco di Napoli fanno capo a una diecina di banchieri. Difficoltà di ordine vario hanno impedito al Banco di servirsi dei- fi opera di un numero maggiore di case, come sa­ rebbe stato desiderabile per evitare anche 1’ ap­ parenza di ogni monopolio. A ll’organizzazione di questo servizio nocque, senza dubbio, il non avere ammesso nel regolamento che il Banco o istituisse delle speciali agenzie o tenesse degli ispettori, residenti all’ estero, incaricati di controllare e di­ rigere il servizio delle rimesse, come era stato proposto nel progetto di regolamento preparato da una speciale Commissione, ma la disposizione in questo senso fu tolta dietro il parere del Con­ siglio di Stato e della Commissione permanente di vigilaza sugli Istituti di emissione.

Ora che l’ esperienza ha dimostrato la ne­ cessità degli ispettori per il servizio delle ri­ messe, è da augurare che il Ministro del Tesoro provveda perchè sia rimosso ogni ostacolo alla migliore organizzazione del servizio, modificando opportunamente il regolamento. Occorre che l’a­ zione del Banco di Napoli si allarghi e si svolga sempre più e che esso possa vincere i molteplici e gravi ostacoli che incontra, sia per l’ignoranza dei nostri, sia per l’organizzazione dei banchieri concorrenti. E ’ da spezzare una fitta rete d ’ in­ teressi, e ciò richiede organi adatti ed azione te­ nace.

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1 gennaio 1905 L ’ ECONOMISTA 9

già fatto abbastanza. Inoltre, esso ha giovato in ­ direttamente agli emigrati, in quanto che i ban­ chieri privati hanno ribassato la ragione dei cambi per fargli concorrenza. Ma noi auguriamo e pensiamo che esso possa e debba fare assai di più, se la sua azione verrà agevolata con i prov­ vedimenti sopra accennati, su cui il Consiglio dell’ emigrazione ebbe ripetutamente a pronun­ ziarsi in senso favorevole, e che sono invocati dallo stesso on. Miraglia nella sua pregevole re­ lazione.

L a tutela degli emigranti implica certo anche quella dei loro risparmi e ciò comprese l’on. Luz- zatti quando promosse la legge del 1» febbraio 1901. Ma crediamo che quella tutela sarebbe stata piu efficacemente esercitata dal Banco di Napoli con la creazione di agenzie proprie, le quali sono am­ messe anche dal 1° articolo della legge citata. Comunque, sarebbe veramente opportuno che il Commissariato per l’emigrazione procurasse me­ diante una inchiesta apposita di venir a cono­ scere oon maggiore esattezza in quali condizioni sono effettuate ora le rimesse degli emigranti da altri organi che non sien quelli collegati col Banco di Napoli e la entità approssimativa dei risparmi accumulati1 e inviati dagli emigrati in Italia. L ’ argomento è troppo importante per l’ e­ conomia nazionale, perchè non meriti una inda­ gine in proposito, anche se dovesse richiedere qualche spesa e'qualch e disturbo.

R

i v i s t a

E

c o n o m i c a

Le ferrovìa, e la difesa nazionale — Le ferrovie comple­ mentari— Il valore di borsa delle Azioni di Banche e Società italiane — Il commercio della Turchia — Le miniere nel Sud Africa.

I_.e fe r r o v ie e la d ifesa n azion ale. — La relazione della Commissione reale, che ha studiato le varie forme di ordinamento ferroviario, in rapporto alla imminente scadenza dei contratti del 1885, con­ sacra uno speciale allegato all’ esame della ingerenza che, in Italia ed all’ estero, le autorità militari, nel­ l ’ interesse della difesa del paese, esercitano sulle strade ferrate.

Dall’ interessante e diligente lavoro spigoliamo le seguenti notizie, certamente poco conosciute, che ri­ guardano 1’ Italia, salvo a riassumere in un successivo articolo, lo stato di fatto all’ estero.

* *

In tempo di pace, l ’azione dell’autorità militare si esplica per il tramite dell’ Ufficio trasporti, alla di­ pendenza del Comando del Corpo di Stato Maggiore, il quale studia e, di concerto con le Società ferroviarie, coordina i grandi trasporti militari, sorvegliandone poi l’esecuzione per mezzo delle Commissioni di linea e dei Comandi militari di Stazione.

Una Commissione centrale per i trasporti militari in ferrovia è incaricata di preordinare la utilizzazione dei mezzi necessari ai grandi trasporti militari in caso di mobilitazione dell’ esercito per la guerra.

Le Società ferroviarie hanno l ’ obbligo di trasmet­ tere il ruolo dei loro impiegati che, soggetti al servi­ zio militare, possono avere diritto alla dispensa dàlie chiamate alle armi; di mettere a disposizione dell’Uf- » ficio trasporti militari il personale ferroviario per la preparazione dei grandi trasporti militari e di prov­ vedere in accordo con il Capo di Stato Maggiore alla costituzione delle « Sezioni ferroviarie m ilitari».

Gli obblighi delle Società nei riguardi del mate­ riale sono i seguenti : mantenere le prescritte riserve

di combustibile; conservare in buone condizioni di servizio il materiale mobile nella misura determinata dall’ Autorità militare: provvedere alla manutenzione delle opere ferroviarie costruite per conto dell’Am mi­ nistrazione militare.

Allo scopo di avere, durante le operazioni di mo­ bilitazione e di guerra, un personale militare atto sia ai lavori di costruzione, di riattamento e di distru­ zione delle ferrovie e sia all’esercizio delle ferrovie, fu istituita una brigata ferrovieri, che comprende 4 com­ pagnie di costruzione e 2 di esercizio.

Per l ’ istruzione pratica degli ufficiali e delle truppe la brigata dispone d’ un poligono e della ferrovia Torino- Pinerolo-Torre Pellice.

In tempo di guerra, con il personale ferroviario ancora soggetto ad obbligo di servizio militare, e non appartenente alle compagnie della brigata ferrovieri, si costituiscono altre otto compagnie di esercizio.

Inoltre un certo numero di militari, in tempo di pace, è istruito nel servizio di fuochisti e di frenatori.

Alla sorveglianza dei grandi trasporti militari si provvede con ufficiali di tutte le armi, che abbiano frequentato i 'corsi, speciali di stazione e di linea, i quali il ministro della guerra istituisce periodicamente

•Jt * *

In tempo di guèrra il servizio delle strade ferrate passa alle dipendenze dell’autorità militare.

Nel periodo della mobilitazione, il Ministero della guerra, col mezzo della Direzione generale dei trasporti, assume la direzione dei movimenti da eseguirsi sulla intera rete nazionale e ne fìssa le modalità di servizio tanto per i trasporti militari, quanto per i trasporti ad uso dei cittadini e delle merci.

Contemporaneamente si istituiscono le Commissioni di linea ed i Comandi di stazione, che curano l ’ esecu­ zione, degli ordini della Direzione generale dei trasporti e provvedono a tutte le esigenze dei servizi.

Compiuta la mobilitazione, principia il secondo pe­ riodo, durante il quale la Direzione generale dei tra­ sporti sì trasforma raggiungendo il Comando dell’eser­ cito, in Direzione generale di trasporti e tappe ed orga­ nizza il servizio di tappe, unificando il personale delle Commissioni di linea e dei Comandi di stazione predetti, i quali cessano di funzionare, ed aggregandovi, se­ condo il bisogno, funzionari civili dell’Amministra­ zione ferroviaria governativa o sociale.

Sulle linee lontane dal teatro della guerra potrà essere mantenuto o ripristinato 1’ esercizio ferroviario civile, per disposizione della Direzione generale dei tra­ sporti e tappe, la quale designerà le stazioni di transito destinate a collegare l ’ esercizio militare con quello civile.

Questo lo stato di fatto relativo ai rapporti che esistono tra 1’ autorità militare e le Società esercenti le ferrovie per regolare in pace ed in guerra, i tra­ sporti di truppe, di munizioni, approvvigionamenti e materiale da guerra.

In ordine al materiale mobile ed agli impianti per­ manenti 1’ Autorità militare ritiene necessaria una spesa complessiva di 30 milioni, dei quali 8 per provr vista di 100 locomotive a tre assi accoppiati ; 21 per raddoppiamento di binari, impianti di blocco e lavori diversi nelle stazioni e sulle linee, 1 milione per co­ stituzione di una scorta permanente di materiali di armamento.

L e fe rro v ie c o m p le m e n ta ri, — Ecco alcuni particolari sul nuovo progetto di legge per le ferrovie complementari, a modificazione della legge del 1902 che non ha dato buoni risultati. In esso viene stabilito che le sovenzioni saranno accordate sia che le nuove linee siano su sede propria, sia che si servano per diminuire le spese di costruzione di tratti di strada comuni. Viene disposto che qualora lo Stato non trovi modo di col­ locare la concessione intera delle rimanenti ferrovie complementari, possa provvedere direttamente alla co­ struzione delle ferrovie stesse, sia mediante appalti a misura, sia a prezzi fatti. A ll’uopo viene anzi indicata la costituzione di una Società Nazionale che abbia lo scopo di costruire e di esercitare le linee Secondarie e locali o anche solo di costruire le ferrovie principali, alle quali si siano accordate sovvenzioni di Stato.

Il direttore della Società generale sarebbe nomi­ nato dal Governo. 11 Governo si fa autorizzare con una nuova legge a concedere a detta Società :

(6)

10 L ’ ECONOMISTA

1 gennaio 1905

2» la costruzione e l ’esercizio, o anche solo la costruzione delle ferrovie comprese nella legge dei 4 dicembre 1902 e 2 L marzo 1904 ; .

ii» l’ esercizio delle ferrovie complementari co­ struite direttamente dallo Stato; ,,

4<> la costruzione e l’ esercizio o anche solo 1 eser: ci zio di quelle ferrovie secondarie e locali, delle quali il Governo sia autorizzato ad accordare la concessione con sovvenzione chilometrica; _ , o

5» la ferrovia complementare da Cento a san Pietro in Casale, compresa nella legge 29 luglio 181.)- sostituita anche agli effetti della legge del 4 dicem­ bre 1902 dalla ferravia Cento-J errara.

I l v a lo r e di b orsa d elle A.zioni di "ban­ che e S ocietà ita lia n e . — Nell Economista d’ Italia troviamo pubblicato il consueto prospetto mensile dei valori quotati ™ Borsa, portante la valu­ tazione secondo i prezzi di compensazione di line no

V e m A q u e s t ’ultima data il valore di Borsa delle azioni di Banche e Società italiane era salito a L. 2,41b,4b4,t>l4 e superava di oltre 56 milioni quello valutato a fine ottobre, quantunque su alcuni di quei titoli sia stato staccato il dividendo nel corso di novembre.

Raggruppando le vane specie di titoli secondo la natura (felle aziende che rappresentano, si ha la ripar­ tizione seguente : pine nQyembre Differenza

1904 su ottob re 1904 istituti di credito Società di trasporti Industria Zuccheri Miniere e Metallurg. Gaz ed elettricità Tessitura e filatura Cartiere Condotte d ’ acqua Molini Prodotti chimici Industrie diverse 654,013,114 + 10,983,988 785.113.000 + 24,505,000 166.845.000 — 4,610,000 206.560.000 + 12,132,000 99.782.000 +- 2,548,000 146.975.001 + 2,626,500 27,021,0C3 -r 1,557,0(10 72.651.000 — ' 281,000 52.720.000 + 3,769,000 58,882,500 + 83,500 205,902,000 + 2,869,000 L. 2,416,464,614 A 56,192,988 I l com m ercio d e lla T u rch ia . — miamo brevemente i risultati del commercio della Tur- chia nel 1903, secondo i dati della statistica dell Im­ pero Ottomano, avvertendo che la unita di valore e la mastra, equivalente a L. 0.22.

La importazione del 1903, benché di qualche cosa inferiore a quella dell’anno precedente, superò la im­ portazione di tutti gli altri anni dell ultimo decennio, ammontando a piastre 2,449,653-, (9A

L ’esportazione invece è superiore a Tye1.1* v a ­ catasi in tutto il decennio e fu di piastre 1,559,140,616. L ’ Inghilterra, l ’ Austria-Unghena, la Francia, la Russia, l ’ Italia e la Bulgaria, danno, prese insieme, 1’ 8 0/0 della importazione totale in lurchia.

Delle merci esportate, la massima parte, cioè circa 1’ 87 per cento, furono dirette all’ Inghilterra, alla tra n ­ cia e all’ Austria-Ungheria.

In confronto all’ anno precedente presentano note­ voli aumenti le merci importate in Turchia dalla tra n ­ cia, 4- 50 milioni di piastre, dalla Russia, + 2-, mi­ lioni, dalla Bulgaria, -\- 20 milioni, dalla Germania, _i_ i milione; presentano diminuzioni le merci impor­ tate dall’ Inghilterra, — 97 milioni, dall Austria-Un- gheria, — 43 milioni, dalla Romania, — 20 milioni dal- f’ Egitto, — 13 milioni, dal Belgio, — 8 milioni, dall Ita­

lia ,— 6 milioni. ...

Alla esportazione vi fu un aumento di 88 milioni di piastre nelle merci destinate all’Inghilterra, ai 46 m q uélle destinate alla Francia, di 30 m quelle destinate all’Austria-Ungheria, di quasi 17 in quelle destinate

all’ Italia. . , , T1 .. -,

Alla importazione in Turchia 1 Italia occupa il 5» posto, dopo l’ Inghilterra, 1’ Austria-Ungheria la Francia e la Russia: alla esportazione il 4 dopo 1 In­ ghilterra, la Francia e 1’ Austria-Ungheria.

L ’ importazione dall’ Italia rappresenta il 5,4d per cento della totale nell’ impero Ottomano, e la esporta­ zione della Turchia in Italia il 4,54 per cento della esportazione totale dell’ Impero.

Durante 1’ ultimo decennio gli scambi commerciali fra l’ Italia e la Turchia, ebbero un continuo e rapido sviluppo, che è molto accentuato per ciò che riguarda il commercio d ’ uscita dalla Turchia verso 1 Italia.

Le importazioni dall’ Italia in Turchia nell’ultimo decennio passarono da 49,978,000 piastre »i l * e le esportazioni della Turchia m Italia da o5,42 , a 70,916,000.

X,e m in ie re n el S u d -A fr ic a . — L ’ultimo rapporto governativo constata che al 30 giugno e o cietà per l’ esercizio delle miniere di oro, diamanti e carboni nel Sud-Africa erano 247 con un capitale di 2a iÌ D™ne°Società per l’ oror 25 pagarono 71 « ''i o n i di dividendi annuali; 31 hanno prodotto, ma non hanno dato dividendi ; 38 furono impegnate m lavori di svi luppo e 130 non hanno lavorato.

L A S IT U A Z IO N E D E L T E S O R O

al 3 0 Novembre 1004

Il Conto di Cassa del Tesoro al 30 novembre 1904 dava i seguenti risultati :

Pondo di Cassa ^ e h W g r e s e r e . 1903-0*. L. g l f f i g Differenza in meno L, 80,993,035.20

Pagamenti di Tesoreria dal 1° luglio al 30 novem­ bre 1904 :

Per spese di bilancio . , L. 485,295,701.55 | 871.9

Debiti e crediti di tesoreria» l,3o0,2(9,670.44 1

Incassi di Tesoreria dal 1» luglio al 30 novembre 1904:

Per entrate di bilancio. . L 702,957,970.« } 1]8U?682,048.05

Per debiti e cred. (li tesor. » 1,111,704 973.97 I

Eccedenza degli incassi sm pagamenti . D.

La situazione dei debiti e crediti di Tesoreria al 30 novembre 1904 risulta dai seguenti prospetti:

a l 30 a l 80

D E B I T I giu gno n ovem .

1904 1904 m igliaia di lire m ig liaia di lire B u on i d el T e s o r o ...L -V aglia d el Tesoro . • • . •

Banche, A n tic ip a z io n i sta tu tarie . •

A m m . D ebito P ubb. in co n to cor. in fru tt.

» F on d o C ulto » » *

A m m . Deb. Pubb. in co n to co r . fru ttifero. A ltre A m m in . in co n to corr. in fru ttifero.

Incassi da regolare. • • ‘ • • •

B ig lietti d i S tato em essi per 1 a rt. 11 d ella

legg e 3 m arzo 1898, n . 47 . •

O perazione fa tta c o l B a n co di N a poli per effetto d e ll’ art. 8 d e ll’ a lleg a to B a lla legge 17 gen naio 1897, n. 9

T ota le deb iti L . 193,840 18,128 247,381 15,576 61,518 57,598 33,100 11,250 .31,850 673,641 158,521 26,113 199,867 9,536 82,972 £6,043 18,636 11,250 31,850 634,792 C R E D I T I

V alu ta presso la Cassa D epositi e P restiti

a rtic. 21 d e lla legg e 8 a gosto 1885 . L.

A m m in istra zion e d el D ebito P u b b lico per pa ga m en ti da rim borsa re .

A m m in istra zion e d el fo n d o per il C u lto .

A ltre a m m in istra zion i . .

O bbligazioni d e ll’ Asse E cclesia stico . :

D eficenze di Cassa a ca rico dei co n ta b ili

d e l Tesoro ...

D iversi . . • • • . •

O perazione fa tta c o l B an co d i N a poli p er effetto d e ll’ art. 8 d e ll’ a lleg a to B a lla legge 17 gen naio 1897, n. 9.

T otale dei crediti L.

E ccedenza dei deb iti sui cr e d iti . . »

(7)

L ’ ECONOMISTA i l 1 gennaio 1905

La eccedenza dei debiti sui crediti al 30 novembre 1904 era di milioni 143.5 e al 30 giugno 1904 di 392 milioni.

Il totale dell’attivo del Tesoro, formato dal fondo di Cassa e dai crediti, risulta al 30 novembre 1904 di milioni 811.8, contro 633 alla chiusura dell’esercizio.

I debiti di tesoreria ammontavano alla fine di no­ vembre a 634.7 milioni contro 673.6 alla fine dell’ eser­ cizio.

Vi è quindi una eccedenza delle attività sulle pas­ sività per milioni 177 alla fine di novembre mentre vi era una eccedenza di passività {jer milioni 4.0.5 al 30 giugno, ossia vi è stato un miglioramento di milioni 217.6.

Gli incassi per conto del bilancio che ammontarono nel novembre 1904 a milioni 702.9 comprese le partite di giro si dividono nel modo seguente :

I N C A S S I M e s e d i n o v e m b r e | . 1 9 0 4 D i f f e r e n z a n e l 1 9 0 4 D a l 1 ° lu g li o 1 9 0 4 a l 30 n o v e m . 1 9 0 4 D i f f e r e n z a n e l 1 9 0 4

E n t r a t a o r d i n a r i a migliaia m ig liaia migliaia m igliaia

Entrate effettive

R e d d i t i pa trim on ia li

d i lire d i lire di lire

51,030

d e llo S t a t o . . . L. 14,592 — 734 — 1,078

Im posta sui fon d i ru ­

s tic i e sui fa bb rica ti. 209— 593 64,372— 2,794

Im posta sui red d iti di

4,959 — 1,938 73,888

ricch ez za m ob ile . . + 1,113

Tasse in a m m in istraz.

d e l M in. d. F inanze. 15,692 — 432 88,809 + 2,708

Tassa su l p rod otto del m o v im . a gran de e

p icc. v elo c . su lle ferr. 2,815 — 74 11,036 4 600

D iritti d ella legaz. e d.

C onsolati a ll’ estero.

_

_

1C5

_

121

Tassa s u lla fa bb rica z.

d egli spir., b irra , ec. 10,730 + V ’S 53,831 + 8,547

D oga n e e d iritti m arit. 1 ,552 — 1,853 90,132 10,438

D a zi in tern i d i con su m o esclu si q u e lli di

Na-14,663

p o li e di R o m a . . . 2,802 — 198 — 2,544

D azio cons. di N a poli.

» » di R o m a . 1,5(36 - 21 6,207 254

T a b a cch i ... 18,810 - f 2,023 92,023 + 5,709

S a l i ... 6,f.87 + 157 32,022 + 220

P ro d o tto d i ven d . del

ch in in o e p ro v . acess. 6c — 2 618 + 270 L o t t o ... 5,566 + 1,192 26,023 + 512 P o s t e ... 6,358 - 148 32,149 + 998 T e l e g r a f i ... 1,555 + 111 7,152 69 S ervizi di v e r s i . . . . 2,101 — 245 8,197 — 689 R im b ors i e co n co rs i n. s p e s e ... 1,606 — 483 12,637 + 2,633 E n tra te diverse . . . 1,865 + 440 12,237 + 4,800

T ot. E n tra ta ord. L. 115,441 — 890 676,139 + 9,691

Entrata straordinaria

Ca t e g. I . E ntrate effett. 584 + 473 3,37e 118

» II. Costr. str. fer. 6 — 22 109 179

» I I I . Mov. di Capit. 4,433 + 9 3,583 10,305 2,938

T ot. E n tra ta straor, L. 5,003 + 4,038 13,887 - 2,805

P a rtite di giro. . . . 5,006 + 2) 3,195 12,931 + 1,545

T otale gen erale. 125,451 + 6,341 102,957 + 8,432

I pagamenti effettuati dal Tesoro per le spese di bilancio nell’esercizio 1904-1905 risultano dal seguente prospetto : (*)

(*) L ’ a u m e n to a v u to d a l M ov im en to d ei c a p ita li è d o ­ v u to a m a g giore s om m in istra zion e d ella Cassa D ep ositi e P re s titi d elle som m e occorren ti per il s e rv iz io dei deb iti red im ib ili.

(2) L ’ a u m en to a v u to d a lle P a rtite d i g ir o si d eve a m a g g io ri p re le v a m e n ti d el C onto corren te c o lla Cassa sud­ d e tta , cos titu ita d a lle assegn azioni d estin a te a lle opere straor­ d in a rie e b on ifica m en ti. I versa m en ti co rrisp o n d e n ti a lle en tra te sopra cita te n e ll’ esercizio precedente, eb bero lu og o n el m ese d i ottobre. P A G A M E N T I M e s e d i o tt o b r e 1 9 0 4 D i f f e r e n z a n e l 1 9 0 4 D a l 1 ° lu g li o 1 9 0 4 a l 31 o tt o b r e 1 9 0 4 D i f f e r e n z a n e l 1 9 0 4

migliaia m ig lia ia migliaia m ig lia ia

d i lire d i lire d i lire di lire

M inistero d el Tesoro. L. 6,328

_

31,853 71,819 - 8,993

» d elle Finanze. 15,876 + 1,757 84,410 - 18,175

» d i gr. e giu st. 3.535 -r 72 17,290 - f 143

» d egli aff. est. 1,174 + 182 7,780 -f- 660

» d e ll’ istr. pub. 3,671 203 20,961 + 634

» d e ll’ in tern o . 4,178— 1,176 29,016 - 2,258

» dei la v . pubb. 6,887— 1,665 50,773 + 4,843

» d . poste e tei. 6,928 + 1,270 3i,347 + 8,544

» d e lla gu erra . 19,936 + 576 115,579 + 2,148

» d e lla m arina. 7,452— 866 42,345 - 7,418

» d e lla a gr. ind.

e com m ercio. 1,025 — 130 6,971 + 438

T ot. pag. d i b ila n cio. 77,293 - 31,586 485,295 - 19,432

D ecr. m in ist. di scarico. - - 2 - — 5

T otale p a g a m e n t i. 77,¿96 — 31,538 485,295 — 19,437

LA RELAZIONE PARLAMENTARE

sul trattato di commercio colla Svizzera

Sebbene il trattato abbia già avuto l ’ approvazione del Parlamento crediamo utile di riassumere la rela­ zione della Commissione dei trattati e tariffe sul trat­ tato di commercio italo-svizzero. Il relatore on. Abi- gnente, comincia col notare le eccezionali difficoltà fra cui ebbe a svolgersi la negozziazione del nuovo trat­ tato. La tendenza protezionista della vicina Svizzera si era via via ingrossata a misura che diveniva più impetuoso il tentativo di ostacolare ogni rinnovazione di accordi commerciali coll’ Italia. A pochi soccorreva il pensiero che mentre la massima parte delle importa­ zioni svizzere in Italia era costituita da prodotti in­ dustriali, la massima parte dell’ importazione italiana in Isvizzera era costituita di materie prime, indispen­ sabili all’industria della Confederazione che altrove difficilmente potrebbe ad eguali condizioni apprestare.

Quanto alla mancanza della nuova tariffa generale italiana, la relazione dice che i pareri furono discordi. La Commissione osserva che l ’ Italia avrebbe potuto emanare la sna nuova tariffa generale già preparata dalla Commissione costituita nel 1899 e che il Parla­ mento accordò all’ uopo i poteri necessari al Governo nel 1904. ma non si emanò la nuova tariffa generale in Italia unicamente per criteri di prudenza.

La relazione dice quindi che la tendenza che in­ formò il nuovo trattato per parte dei nostri negozia­ tori fu quella di mantenere la posizione del precedente regime e dove fosse necessario concedere, farlo a pre­ ferenza sulle tariffe industriali a benefìcio della nostra esportazione agraria. Questa tendenza fu trovata dalla Commissione giusta e consona ai ripetuti voti del Par­ lamento.

Senonchè la Commissione, pur approvando nel suo complesso il trattato, reputerebbe inopportuno abban­ donarsi a facili compiacimenti dove non si riconoscesse da un lato che i risultati ottenuti furono meno lieti di quanto si sperava e dall’ altro lato, che il prezzo delle concessioni fatte ai nostri prodotti fn pagato con sen­ sibili sacrifizi.

Nota che gli aumenti del dazio sulla esportazione dei bovini nell’ interno, possono dar luogo ad una even­ tuale depressione dell’ esportazione del bestiame in Sviz­ zera. La Commissione però raccomanda al Governo di vigilare sull’ andamento di questo importante ramo di esportazione tutelandolo con opportune facilitazioni ferroviarie e di sdoganamento ed evitando ogni abuso.

Di fronte alle concessioni fatte, la Confederazione svizzera faccia almeno cessare ogni ostacolo artificioso a danno dell’esportazione del nostro bestiame.

(8)

rela-12 TV ECONOMISTA 1 gennaio 1905

¡rione osserva che esso sopraggiunge nell’ora meno lieta inquantochè coincide colla soppressione della clausola coll’ Austria. Questo inasprimento di dazio è bensì vero che non funziona per quanto riguarda i vini piemon­ tesi e vaiteli mesi che sono vini di pasto, ma funzio­ nerebbe probabilmente in danno dei vini meridionali dove non sorgessero dei temperamenti così nel tra­ sporto come nelle formalità doganali, oltre a provve­ dimenti largamente integratori, specialmente per vin­ cere la concorrenza della Spagna. ,

Per quanto riguarda le materie prime che noi esportiamo in Svizzera, la relazione dice che la ridu­ zione di una lira sull’ organzino e l ’ esenzione della seta e della borra greggia, saranno un bene per la nostra

agricoltura. . , „ . . „

La relazione si occupa quindi delle concessioni latte alla Svizzera; confida che le concessioni sui gioielli fatte alla Svizzera faranno diminuire il contrabbando. Circa le concessioni fatte sui cotoni e sulle sete che vengono definite come le maggiori concessioni, si rileva che l ’ora presente era la meno lieta e opportuna per chie­ dere un sacrificio all’ industria della seta che traversa già una crisi difficile. Sarà necessario procedere sulla via dell’ integrazione per evitare un contraccolpo grave alla economia pubblica, specialmente in quei paesi che vivono quasi esclusivamente di un’ industria. E utile la costituzione della scuola di setificio in Como, ma bisogna pensare ad altri provvedimenti riformativi.

La relazione manifesta il suo compiacimento per l ’ evidente tendenza ad abolire ovvero diminuire le formalità e le fiscalità di frontiera. Anche la Commis­ sione raccomanda al Governo di rendere più efficace tale tendenza.

La relazione applaude alla clausola dell arbitrato e lodai il modo di mandare in vigore il nuovo trattato. Per qùesto la Commissione ha modificato il primo ar­ ticolo del disegno di legge, dando forz i di legge non solo al trattato, ma anche allo scambio di note e al

protocollo. . . „

Colla Svizzera le voci vincolate interamente lu- rono 26, quelle vincolate in parte 50 e ben 292 resta­ rono libere. Ora, dice la Commissione, ciò può presen­ tare altri vantaggi. Il Governo dovrà facilitare la corrente commerciale riducendo le tariffe ferroviarie e migliorando i mezzi di trasporto.

AMERICA Stati Uniti Canada Messico Argentina Chili Uruguay 66,000,000 10,500,000 2,000,000 18,000,000 1.700.000 1.501.000 71.000. 000 9.800.000 2.000,000 17.000. 000 1.700.000 700,000 85.000. 000 11,700,000 2,000,000 15.000. 000 1.700.000 1.600.000 Tot. America 99,500,000 102,200,000 114,400,000 ASIA India Turchia Asiatica Persia Giappone 44,000,000 4.000. 000 2.000. 000 2,200,000 44,000,000 4,000,000 2,000,000 2,000,000 36,500,000 3.500.000 1.700.000 2,000,000 Tot. Asia 52,200,000 52,000,000 43,700,000 AFRICA Algeria Tunisia Egitto Capo 4.400.000 1.200.000 1,100,000 600,000 4,300,000 900.000 1,000,000 500.000 4,236,000 1,000,000 1,000,000 500,000 Tot. Africa 7,300,000 6.700,OC!) 6.736,000 AUSTRALIA Victoria Sud-Australia N. S. Galles Tasmania Est-Australia Queensland N. Zelanda 2,100,000 1,300,6.1 2,500,000 100,€00 200,000 200,000 900,000 3.600.000 1.660.000 3,400,000 163.000 230,C00 300.000 1,000,000 320,(00 800,000 200,000 120,000 100,090 1,000 900,003 Tot. Australia 7,360,000 10,280,000 2,421,000 PRODUZIONE MONDIALE. Quarters Bushels Quintali Ettolitri 361,640,C00 405,223,000 396,910,000 2.893.120.000 3,241,784,000 3,175,280,000 787 290,000 882,170,000 864,073,000 1.048.756.000 1,775,146,000 1,151,039,000

CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

Produzione mondiale del grano

Diamo, desumendole dai rapporti ufficiali dei vari paesi, le cifre del raccolto del grano nel 1904. Conviene notare che per l’Argentina, Uruguay, Cile, Australia, Capo e India, le cifre rappresentano le previsioni uffi­ ciali, giacché i raccolti si effettuano soltanto in questi ultimi mesi dell’ anno.

Le cifre rappresentano quarters, misura che corri­ sponde a 290 litri circa, ma in fine del prospetto ì let­ tori troveranno il ragguaglio in ettolitri e quintali.

E U R O P A Francia Russia Eur. Ungheria Austria Croazia Bosnia ed Erz. Italia Germania Spagna Portogallo Runiania Bulgaria Serbia Turchia Eur. Grecia Inghilterra Belgio Olanda Svizzzera Svezia Danimarca Norvegia Cipro, Malta, ecc.

1904 37,200,000 64.000. 000 77.000. 000 4.700.000 1.300.000 250.000 16.000. 000 18,000,000 11,000,003 500.000 6.300.000 6.500.000 1,000,000 2,000,000 500.000 5,000,000 1.400.000 700.000 500.000 800.1 ¡00 450.000 40,000 200.000 1903 45.400.000 77.000. 000 20.200.000 5.700.000 1.800.000 300.000 22.400.000 16.330.000 13.000. 000 1.000. 003 8.950.000 7.000. 000 1.300.000 2.500.000 800.000 6.100.000 1,600,000 800,000 500.000 673.000 500, CC0 40,000 200.000 1912 44.000. 000 76.000. 0«) 21.300.000 6 ,000,000 1.500.000 350.000 16.500.000 17.900.000 11

.

000

.

000 1.300.000 9.200.000 5.500.000 1.500.000 2.500.000 400.000 7.500.000 1,600,(00 900.000 '500,000 563.000 550.000 40,000 250.000 Tot. Europa 195,340,000 234,093,000 229,653,000

Cam era, di com m ercio di P e s a r o , — In seguito alle votazioni commerciali avvenute il giórno 4 decembre corrente, sono stati proclamati_ membri della Camera; pel quadriennio 1905-1908; i signori Adanti cav. Giovanni, Cecchi Romolo, bpongia leo- doro e Torre Angelo. , . ,.

I lavori di ampliamento del bacino di espansione del porto-canale di Pesaro, lavori che furono ricono­ sciuti opportuni da un Ispettore del Genio civile man­ dato sopra luogo, saranno appaltati al piu presto e cioè non appena approvato il relativo progetto.

Sono stinti rinnovati i più caldi uinci al R . Go­ verno in merito al servizio ferroviario, ed è stata latta speciale raccomandazione perchè sia costruita e com­ pletata la linea Fabriano-Urbino-S. Arcangelo; non che la Metaurense e la Fogliense, linee assolutamente necessarie pel maggior sviluppo industriale, commer­ ciale ed agricolo della Provincia. . . . . _.

A ll’esposizione internazionale di Samt-Louis 1004, le Scuole d’arti applicate alle industrie di Fano eFos- sombrone, hanno conseguiti i seguenti premi : 1 ano. Grand prix e medaglia d ’ oro, come collaboratore, al suo Direttore; Fossombrone, medaglia d’argento.

(9)

1 gennaio 1905 L ’ ECONOMISTA 13

si fece il 2 per cento, sul mercato libero oscillò intorno al 3 per cento.

La Banca d’Inghilterra al 29 corr. aveva l ’incasso in aumento di 231,000 e la riserva di 532,000 sterline, i depositi privati aumentarono di 5,292,000 sterline.

Le condizioni del mercato di Nuova-York si man­ tengono facili ; il prezzo del danaro oscilla intorno al 2 0/0.

In Germania il saggio dello sconto è intorno al 4 1/2 e si nota una maggior richiesta di danaro a causa dei bisogni della fine d ’ anno.

Sul mercato francese le condizioni monetarie re­ stano buone e lo sconto è al 2 3/4 circa. In Italia si hanno i soliti saggi di sconto fra 4 e 5 0/0 e i cambi ebbero queste variazioni :

26 L unedì. .

su P arigi su L ondra su Berlino su V ien n a

27 Martedì . ! 99 975 2 ò ' . l i 123.87 104Ì95

28 Mercoledì . 99.95 25.13 123.35 104.90 29 Giovedì . . 99.95 25.13 123.30 104.90 30 Venerdì . . 99.975 25.13 123.27 104.90 31 Sabato . . . 99.975 25.13 123 27 104.90

Situazione degli Istituti di emissione italiani

ATTIVO

F on d o d i ca ssa . . P orta foglio in tern o

» e s te r o . A n ticip a z ion i . , T it o li, , . . . , L, 80 N ovem bre 562,847,695,93 — 829,918,664.17 + 84,295,882.75 — 207,884,915.31 — 912,817,800.00 + Differenza 1.241.000 1.954.000 73,000 2.208.000 10,920,000 c3 _ ( C ircolazione . . . . » 100,870,950.18 +

S PASSIVO I Conti c, e deb iti a vista 78,206,390.19 —

pq ( » » a scadenza 12,884,273,26 + £ ATTIVO c3 .2 ATTIVO cn g PASSIVO pq 3.567.000 7.006.000 259,000 30 N ovem b re D ifferen za F on d o d i cassa. .

P orta foglio in tern o

» e s te r o ,

A n ticip a z ion i . . T it o li...

.L,

C ircola zion e . . . . » Conti c, e deb iti a vista

» » a scaden za 125,637,644.70 + 129,243,472.60 + 21,582,338.32 — 72,801,628.28 288,205,500,00 + 45,882,825.50 + 33.533,933,59 — 4,187,021,26 — 882,000 3.818.000 185.000 3.289.000 5.037.000 1.349.000 102.000 Fondo di ca s sa . . , L. P orta foglio in tern o , »

» e s te r o . . »

A n ticipa z ion i . . . » T itoli

C ircolazione . . . . » C onti c. e deb iti a vista

» » a scaden za 30 N ovem b re D ifferenza 46,816,971.22 + 836,000,00 49,510,217.75 + 574,000.00 3,958,184.10 + 246,030.00 913,358,07 — 64,330,350.00 + 2,760,000.00 26,030,513.08 + 423,000.00 12,720,485.18 — 375,000.00 835,334.58 — 55,000.00

Situazione degli Istituti di emissione esteri

_ ■ § ATTIVO g % s g ci rM rq H PASSIVO 'd ^ Incasso ■oro . , F r, 2,653,623,100 — ..argen to P orta foglio . , . » A n ticipa z ion e . . » C ircola zion e . . » C onto corr, d. S ta to » » » d. p riv. »

E app, tra l ’ in, e la cir.

29 D icem b re differenza 7.622.000 2.917.000 197,832,000 2.361.000 66,878,OCHO 6,f84,000 97,063,000 1.62 01q 1.102.233.000 — 765.280.000 + 502.220.000 + 4.324.831.000 + 237.499.000 — 604.418.000 + 86 95 Oxo — 29 D icem b re d ifferenza

cj , Ine. m e ta llico Steri.

£ ittiv,i ' P o rta fo g lio . . . »

o ATTUO \ R iserv a . . . . » «8 — . a si * PQ fco M PASSIVO C ircolazione. . . » C onti corr. d. S tato » C onti corr. p riv a ti » R ap, tra la ris.elaprop.

29.927.000 + 35.464.000 + 20.173.000 + 23.204.000 — 9,104,000 + 44.321.000 + 37 3/4 O/o — 231.000 5.342.000 .532,000 201.000 514,000 5.292.000 4 0/0

19 D icem bre differenza

. S U « § S £ M J .

ATTIVO

PASSIVO

Incasso m et. D oli, 301,414,000

P orta i, e an ticip. » 1,283,797,000

TT„ 1---: 1---- 1 • r.r>

V a lo ri legali C ircola zion e . , C onti corr. e dep.

77,430,000 -+- 5,180,000 42,780,000 + 1,060,080,000 — 2 2

,

250,000000,000 fQ 15 D icem bre Incasso . . C orone 1,457,839,000 -1 P orta foglio ’ ) A n ticipa zion e f Prestiti . d o ® - ' l * j __ ^ P restiti

& W C C ircola zion e .

^ t§ PASSIVI)! C onti corren ti ( C artelle fon d ia rie »

405.224.000 — 239.571.000 -f 1,626,533,000 — 276.475.000 + differenza 459.000 23.131.000 166.000 47.056.000 351,000

10 D icem bre differenza

,, l In ca sso! oro P<f et‘ 872,077,000 +

fi 5 I HI Vi, ( a r g e n t o » 49j,2j5,000 —

§ > A U P orta foglio . . » 1,640,293,000 +

t-J ^ cts : A n ticipa z ion i . » 150,000,000

P-* 7-rt4 n, „ „ A C ir co la z io n e . . » 1,600,938,000 —

PASSIVO Conti corr, e dep, » 615,170,000 +

115.000 3.069.000 7.936.000 7.681.00 2.245.00 CD . o ri w n f i , c3 M «s (v» .h rq 'tí ATTIVO PASSIVO!

17 D icem bre differenza

Incasso <oro. F ior,

a rg e n to »

P orta fog lio . . »

A n ticip a z ion i , » C ir co la zio n e . . » Conti corren ti . » 67.480.000 + 75.429.000 + 72.589.000 + 49.557.000 + 253,069,000 — 8,464,000 + 74,000 1,610,000 113.000 104.000 1,736,000 2,3)9,000 £ .3 N o a g fi ® > in ca s so [ ° “ en¿q/ C ircola zion e . , , c3 c3 O « o * ° Wc3 ■;

10 D icem bre differenza

.F r . 108,283,000 — 382,000

. » 7,576,(XX) + 491,000

. » 219,568,000+ 1,809,000

15 D icem bre differenza

I n c a s s o . . . .

ATTIVO j P o rta fo g lio . .

( Anticipazioni .

orniMi\f Circolazione. .

j g o ÌASSiV0(^ con ti Correnti

F r. 121,696,000— » 403,529,000+ » 26,874,000 — » 658,542,000 + » 57,078,000 — 1.042.000 3.516.000 3,398/000 9.733.000 11.589.000

R I VISTA D E L L E B O R S E

24 dicembre. La settimana è trascorsa calma, coir qualche segno di maggior fermezza specialmente nella piazza di Ge­ nova, dove qualche posizione carica si è alleggerita senza che peraltro, in generale, l’ umore fosse per que­ sto depresso.

1 realizzi ebbero qualche volta il sopravvento, es­ sendo desiderio di molti operatori di passare senza preoccupazioni le feste natalizie e di capo d ’ anno. Hanno proceduto, con molta facilità le operazioni ri­ guardanti la liquidazione di fine mese, che a quest’ ora può dirsi quasi ovunque assestata.

In fine di settimana i riporti si fecero un poco più tesi: per la Rendita si aggirarono intorno a 22-25 cen­ tesimi.

In sostanza i mercati mantennero una fisonomia calma e serena e gli affari furono generalmente scarsi.

I prezzi raggiunti dal nostro Consolidato (105.80 a Parigi) la sera del 28 fanno perdonare una certa vel­ leità ribassista.

Parigi e Londra non segnalano variazioni note­ voli : il tasso del fuori banca segna 2 5/s a Parigi, 2 ls/ 16, a Londra, 4 per cento a Berlino, da noi il 3 */2.

Le Terni sono sempre ferme, e, secondo la voce che corre sui mercati finanziari saranno fra non molto frazionate in azioni di valore nominale minimo e tra gli azionisti verrà anche repartito lo stock di Azioni Savona che le Terni posseggono. Anche il dividendo dell’ esercizio 1904 sembra che sarà assai remunerativo.

Calmi e pressoché invariati i valori ferroviari e quelli bancari. Omettiamo i prezzi della settimana cor­ rente ormai noti ai nostri lettori.

(10)

14 L ’ ECONOMISTA 1 gennaio 1905 . TITO LI D I STATO ! o S tì o c ¡SS-£ s

ih

3 p --0 fc s 515.8; iSS" bta ¿2 rag J S f L l 'S s

!!§ i§ Ì l<§

i & ì^d S i h O' > I © o c - ; SS-î> Q

R endita ita lia n a 5 Oxoj

» » 31r20io

» » 3 Oro

R endita ita lia n a 5 Oxo’-a P Oxo’-a r i g i ... a Londra. . . . .

a B erlino . . . •

R endita francese 3 Oxo ’• a m m ortizza b ile

» » 3 Oxo antico

C onsolidato inglese 2 3x4

» prussiano 31x2

R en d ita a ustriac. in oro

» » in arg

» » in carta

R end. spagn. esteriore : a P a r i g i ... a Londra. . . . . R en d ita tu rca a Parigi

» » a Londra

R endita russa a Parigi

» portoghese 3 0x0 a P a rig i. . . 105.35 104,60 97.45 101.70 119.55 100.20 100.25 90.47 87.92 74.75 105.52 j 105.15 105.55 103.60 103.451 103.32 74, — 71.50 — 105.40 101.75 97.65 8825 101.70 105.5) 105.50 101,75 101.87 104.70 105.50 103.10 105.60 105.— 97.57 97.65 88,31 83.43 _____ ] 101,60 101.75 119.551 119.60 119.55 100.2o! 100.20100.10 IOO.251100.20 100.20 90.65 90.60 90.— 90.12 88.02 86.50 74.50 65.20 87.92 88.62 -71.10 65.47 90.67 90.25 83.20 83.75 74.25 65.17 97,82 88.63 101,75 119.50 1C0.15 100.20 90.67 90.12 88.27 86,87 74.35 65.67 V A L O R I BANCARI Banca d’ I t a lia ... Banca Commerciale . ■ ■ • Credito I t a l i a n o ... Banco di Rom a . . • • • Istituto di Credito fon diario. Banco, di sconto e sete . . . Banca G e n e r a l e ... Banca di T o r i n o ... U t ilit à ... CARTELLE FONDIARIE Istituto Italiano . Banca Nazionale . • . Cassa di Risp. di Milano

V» » » 4 4 ‘ /: 4 B 4 3 V 4 V 5 Monte Paschi di Siena

» » >y

Od. Pie di S. Paolo Torino 5

» » » 4 V 0/ lo 0 / lo 0/lo 01 ! lo0 ! lo 01 lo PR E STITI M U N ICIPALI Prestito di Milano » Firenze » Napoli. 4°/o 3°/» 5°/„ ¡3 O hH N <1 V A L O R I F E R R O V IA R I M eridionali. . . Mediterranee . . ) S icu lo... ( Secondarie Sarde ; M eridionali. . . [ Mediterranee . . I Siculo ( o r o ) . . . ' Sarde C .. . • • F errovie nuove 3 °/„ 4 •/. 4 °/„ 3 °/0 3 °/0 CD \ V ittorio Emanuele 3 °/0 vi m pq O Tirrene . . . ■ Lom barde . . • Marmif. Carrara. 5 7, 3 7, 24 Dicem . 1904 1135.— 829.— 611.— 125.— 611.— 31.— 9 5 . -2 7 -2 .-24 Dicem . 1901 511.50 522.50 509 — 516.— 511.50 502..50 508.— 515.— 521.— 508.— 24 Dicem . 1904 102.15 75.50 103.50 ■24 Dicem . 1904 757.— 459.— 682.— 280.— 360.75 506.50 522.— 380.— 364.75 388.— 5 2 2 .-331.50 259.— 31 Dicem . 1901 1141.— 831.— 613.50 128.— 614.— 31.— 273.— 31 Dicem . 1904 511.50 522.50 508.50 516.— 511.50 502.25 508.— 515.— 521.— 5 0 8 .-31 Dicem . 1901 102.05 75.50 102.62 3L Dicem . 1904 766.— 462 — 681.50 280.— 360.50 5 0 7 .- 5 2 3 .-364.50 36150 388.50 520.— 331.50 259.— nazional V A L O R I IN D U STR IA LI Navigazione Generale Fondiaria Vita . . • » Incendi Acciaierie Terni . • Raffineria L igure-L om barda Lanificio Rossi . . Cotonificio Cantoni . » Veneziano Condotte d’ acqua. . Acqua Marcia . • ■ Linificio e Canapificio M etallurgiche italiane Piom bino . . . • Elettric. Edison . Costruzioni Venete G a s ... .... Molini Aita Italia . Ceramica Richard Ferriere . . ■ • Officina Meco. Miani Montecatini . . Carburo romano . Zucch eri Rom ani . Elba... Silvestri Banca di F ra n cia . Banca Ottomana . Canale di Suez . . Crédit Foncier . . 24 81 D icem . Dicem . 1904 1904 469.— 472.— 292.75 290.— 1 6 2 .- 160.— 1 9 4 8 .- 1 9 6 2 .-416.50 415.50 1572.— 1583.— 5 6 1 .- 5 6 2 . -312.— 307.— 345.— 3 5 0 .-1458.— 1456.— 184.— 1 8 5 .-1 7 6 .- 177.— 1 6 4 .- 187.— 596.— 601 — 131.— 1 3 5 .-1410.— 1 4 1 0 .-398.— 407.50 369.50 378.— 1 1 1 .- 113.— 139.— 140.— 116.— 128 — 1090.— 1076.— 96.50 97 — 5 0 7 ,- 507.— 5 9 1 .- 591.— 4515.— 4545.— 735.— 737.—

N O T IZ I E C O M M E R C IA L I

r 'jp a p a li — A Mantova frumenti sostenuti : l’Oltro Po da L. 23.75 a 24.25, il fino da 23 75 a 24, buono mercantile da 23.50 a 23.75, fi merc_antile da 23 a 23.25, frumentoni sostenuti, il fino da 17.25 a 17.75, u mer cantile 16.25 a 17.25 per quintale. A Bergamo i fru­ menti ottennero in questi giorni un aumento nei prezzi di cent. 25 al quintale e si pagano da L. 24 a 24.oU, granone con vendite correnti ; ì nostrani pronti da 15 a 15.50, avena stazionaria da 18.50 a 19 al quintale. A Brescia (Borsa Agrìc. Comm.) mercato senza varia­

zioni ed a prezzi fermi. . .

Ecco i prezzi fatti per merce franca a Brescia tuoii dazio: Frumento da L. 23 a 24 al quintale, frumen­ tone da 16.25 a 17.25 la soma (15 decalitri), avena da 17.25 a 18.25 al quintale. A Cremona mercato di osser­ vazione. Frumenti a prezzi invariati da L. 24 a 24.00, melicotto pure invariato da 14.75 a 15.25 al quintale. Risi sempre stazionari. A Casale frumento a L. 18.41, meliga 11.97, avena 9.33, riso nostrano 28,16i all etto­ litro/ fagiuoli comuni 15.64, ìd. dall’occhio 23.70, fave 12.50, eeci bianchi 24.80 al quintale.

A Cavallermaggiore frumento L. 22.75, segala lo, meliga 15.75 al quintale. A Cotogna Veneta frumento da L. 24 a 24.25, frumentone da 17.50 a 18.50, avena da 18 a 19 al quintale. A Cesena frumento da L. 23.50 a 24, frumentone naz. da 14.50 a 15.25, riso nostrano da L. 35 a 49 al quintale, A Cagliari frumento da L. 2o.5J a 25.75, orzo a 14, fave a 16 al quintale. A Marsiglia affari nulli. A Parigi frumenti, mercato calmo

Pel corr. fr. 23.60 gennaio-febbraio ir. 23.90 » pross. » 23.80 4 mesi primi » 24.20 » » » —,— 4 » da mag. » 24.8U Segale, calmo. Pel corr. » 16.50 Avena, calmo. » . » .* .

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