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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.32 (1905) n.1651, 24 dicembre

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(1)

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXX II - Yol. X XX V I

Firenze, 24 Dicembre 1905

N, 1651

S O M jV L A J R X O : La crisi ministeriale — Pr o f. Ra g. Isidoro Gt o l d f in g e r, Corrispondenza da Milano (Il pre­

ventivo del Comune pel 1906) — A . F ., La commedia protezionista —

i t i v is t a b ib lio g r a fic a :

M arco

F an no, L ’ esposizione commerciale e coloniale degli Stati moderni - Eugène d ’ Eichthal, La formation des ri-

chesses et des conditions sociales actuelles - J osef Stradner, Der Fremdenverkehr —

i t i v is t a econom ica

e fin a n ziaria

: P e r il riposo festivo - Sulla produzione delle barbabietole - U industria m ineraria italiana nel

1904 - Le convenzioni ferrovia rie tra G enova, il Sempione e il G ottardo - L a situazione delle strade ferra te del- V E u rop a - Una nuova ferrov ia belgo-tedesca - I l nuovo prestito serbo - I l bilancio della Repubblica Argentina pel 1906 - Il movimento d ’ imigrazione nell1 Argentina - L a m arina mercantile giapponese - I l rendimento delle miniere (P oro nel Transvaal - Sulla produzione mondiale delV oro e delV argento —

JEtassegna del com m ercio

in te rn a zio n ale

: Il commercio della F ra n cia e delV Inghilterra nei p rim i undici mesi del 1905 — I l commercio

delV A rgentina nei prim i nove mesi del 1905 — Il commercio dell? Equatore nel 1904 — La situazione del Tesoro al

80 novembre 1905 —- L ’ assemblea della Navigazione Generale Italiana — L ’ assemblea delle Ferrovie M eri­ dionali — Le Colonie germaniche dell’ Africa Orientale — Camere di commercio — Mercato monetario e Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

LA CRISI MINISTERI ALE

Se non è stato logico il voto della Camera,

la quale mostrò di credere che una protezione

del 50 per cento sul costo di produzione del vino

non basta alla industria vinicola pugliese, è stato

logico il Ministero a dimettersi. Tutta questa

agitazione per il modus vivendi non era altro che

un tentativo per rovesciare il Ministero, serven­

dosi di un argomento che si prestava a mettere

in contingenza i deputati di fronte ai loro elet­

tori, abilmente eccitati dalla Opposizione ; se ad

un simile scorretto procedimento della Opposizione

la maggioranza oppone una scorretta manifesta­

zione di fiducia contemporanea ad un voto, che

rigetta un disegno di le g g e r le due scorrettezze

si equivalgono e nessuno dei due partiti ha . di­

ritto di lagnarsi.

Ma chi deve invece dolersi è il paese e per

più motivi.

Deve dolersi della trascuratezza dei Ministri,

che non lo hanno consultato, lui, il vero inte­

ressato, durante le trattative colla Spagna, e gli

hanno presentati gli accordi già bell’ e convenuti ;

e deve dolersi della loro imprevidenza nel valu­

tare gli effetti che, proprio, in dicembre, quando

il vino è oggetto di vive negoziazioni, per un si­

mile accordo potevano manifestarsi nelle alchimie

politiche del Parlamento.

E deve anche lagnarsi il paese di questa ec­

cessiva suscettibilità delle provincie meridionali,

le quali non permettono ormai più che si trattino

gli interessi generali del paese se non dal punto di

vista dei loro regionali interessi. Oggi, è lo zolfo,

domani sono gli agrumi, poi la mosca olearia, e

il grano, e sempiternamente il vino ; si finisce a

subordinare tutta la politica internazionale alla

produzione agricola del mezzogiorno, alla quale

poi non sembra mai sufficiente la protezione lar­

ghissima da cui è tutelata.

Deve ancora lagnarsi il paese di una certa

coraggiosa disinvoltura colla quale gli interessati

difesero la loro causa personale. Se si esigeva una

volta che i deputati azionisti della Banca Na­

zionale non interloquissero e non votassero sulla

legge bancaria, e che i deputati azionisti delle

SS. F F. Meridionali non discutessero e votassero

le convenzioni di esercizio ferroviario, come mai

hanno potuto i più grandi produttori di vino

difendere indisturbati i loro interessi ?

Nè minore motivo di lamento presenta la in­

coerenza di alcuni deputati, che nei loro discorsi

si misero audacemente in contradizione colle teorie

che dicono di professare. Il De V iti de Marco,

per esempio, che ad un tratto diventa protezio­

nista, lui che tanto ha scritto e parlato contro il

protezionismo; — il Sonnino, per citarne un altro,

che chiama liberalismo economico il dazio di L . 12

1’ ettolitro per una merce che ne costa 20.

Ma intanto la crisi è avvenuta nel peggior

modo possibile, perchè non designa affatto un

mutamento di indirizzo ; l’ Opposizione, nemmeno

per bocca del suo Capo, ha formulato alcun

programma ; si è limitata alla critica, del resto

non difficile, ‘degli atti di un Ministero che, a

dir vero, mancò di tatto politico e non ebbe la

mano felice. In sostanza quindi la conclusione

della grande battaglia è l’ indebolimento della

Maggioranza, senza un sufficiente rinforzo della

Opposizione.

Il risultato finale sarà la costituzione di un

nuovo Ministero Fortis, o Boselli, o Villa od altro

che si voglia della Maggioranza, più debole, più

incerto e quindi più inerte ancora di quello che

è caduto.

E questo avviene mentre il paese ha tanti

bisogni.

(2)

tutto la fiducia nella capacità del Parlamento a

costituire e sostenere un Governo che sappia e

voglia fare.

Sieno grandi o mediocri gli uomini che la

Corona chiama a governare, il risultato è sempre

lo stesso, cioè quasi nullo. Si intessono cento

questioni, si propongono cento probleitìi, si fanno

cento progetti, e la poca energia parlamentare,

diluita in tanta materia, si esaurisce subito, il

meccanismo legislativo non agisce più, e quando

si sveglia dall’ alto sonno, si agita in modo scom­

posto, determinando crisi senza serio criterio, ed

abbassando sempre più il livello della intellettuale

capacità di coloro, ai quali accorda la sua fiducia

per essere lasciato dormire ancora un altro poco.

Non vai quindi la pena di occuparsi del-

l’ avvenimento parlamentare più di quanto lo com­

porti un fatto di cronaca.

Corrispondenza da Milano

Il preventivo del Comune pel 1906.

Il Consiglio comunale di Milano sta in que­

sta sessione discùtendo il preventivo per il 1906

che viene proposto con appostazioni sufficienti ad

esplicare un vasto programma di lavoro. L eg­

gendo la Relazione che lo accompagna ci si può

domandare persino se non vogliasi far troppo af­

frettando eccessivamente i miglioramenti dei ser­

vizi, le sistemazioni e gli impianti di interesse

cittadino per molti anni eseguiti in modo inade­

guato allo sviluppo assunto dalla nostra città.

L a Giunta dichiara di proporsi di rigua­

dagnare il tempo perduto, e indubbiamente è

questo ottimo proposito quando il desiderio di

far presto non porti con sè, come non di rado

avviene, una minor prudenza e ponderazione

nel dar corso alle varie iniziative.

Non si può certo negare l’ opportunità di

un acceleramento del piano regolatore e delle

opere pubbliche, e però non si può che esser lieti

che nel preventivo, ora in discussione, siano ap­

plicate importanti appostazioni per questo titolo.

Il piano tecnico finanziario del quinquennio

importa oltre 60 milioni cosi distribuiti :

Acquisti, già stipulati per formazione ili

nuovi quartieri L. 4,500,000

Pondo per altri acquisti » 1,000,000

Inerenti sistemazioni stradali ed impianti

di pubblico servizio - » 3,000,000

A cquisti e lavori per la sistemazione di un

pubblico giardino al Sud della città » 1,550,000

Costruzione di edifici per scuole elementari

e secondarie » 7,500,000

Costruzione di Macello, Mercato e Scalo be­ stiame, compresa la valutazione del­

l ’area da occuparsi » 8,600,000

Saldo a completaménto degli edifici per gli

Istituti cimici di perfezionamento » 500,000

Acquisto d’aree al Portino e costruzione di tettoie, magazzini, eco., per il Mercato

di erbe e frutta » 3,01X1,000

Bagni, doccie, lavatoi e smaltitoi pubblici » 600,000

Pondo per l ’area e ia costruzione dell’ Ospi­ zio pei cronici, per nuove casermette

pompieri, per Uffici municipali, eco. » 6,400,000

Da riportare L . 36,650)000

Riporto L . 36,650,000 Piani regolatori, e provvedimenti e contri­

buti comunali pel miglior assetto fer­

roviario » 8,000,000

Nuova stazione e rimessa per trasporti fu­

nebri coi trams » 1,050,000

Sviluppo linee tramviarie » 1,200,000

» dei servizi d ’acqua potabile » 1,200,000

Impianti per energia ed illuminazioni elet­

triche - » 2,500,000

Lavori di fognatura » 9,500,000

Totale spese L. 60,100,000

D i tali spese straordinarie 12,650,000 circa

sono a spendersi nel veniente esercizio. Sono

preveduti degli aumenti nei vari cespiti di en­

trata che fanno aumentare il totale dei redditi

dai 28,875,000 previsti pel 1905 a 31,650,000

circa, ma, ciò malgrado, per effetto dell’ aumento

delle spese straordinarie, il bilancio si chiude

con un disavanzo di circa 5 milioni salendo il to­

tale delle spese a circa L, 36,475,000. Aggiun­

gendo l’uscita dipendente dai capitoli di movi­

mento dei capitali, nei quali figurano gli acquisti

di aree, le migliorie, le affrancazioni necessarie

per attuare o dare sviluppo ai nuovi servizi e

alle sistemazioni che si propongono, il deficit

finanziario per cui bisogna ricorrere al credito,

sale a 11,800,000. Non è una città come Milano

in pieno rigoglio di vita, che può temere un ac­

crescersi di debito, che in un tempo abbastanza

vicino, potrà venir consolidato, quando si potrà

procedere alla conversione dell’ Unificato 4 0/

q

;

tanto più che. gran parte delle spese che causano

il deficit sono destinate ai servizi pubblici, che

daranno reddito sufficiente per coprire in modo

largo gli interessi e gli ammortamenti del debito,

che si viene a creare. Appunto per questa con­

siderazione crediamo di dover insistere nel con­

cetto, altra volta manifestato, che il ricorso al

debito pubblico debba essere determinato non dal

disavanzo di bilancio, bensì dalla natura delle

varie spese inscritte nella parte passiva. Noi

non possiamo consentire colla Giunta che fa so­

stenere dalle rendite effettive l’ onere di lavori

di permanente utilità, come la sistemazione stra­

dale e i lavori di fognatura. Se quindi si par­

tisse dal concetto di provvedere mediante prè­

stiti a tutte quelle spese che hanno carattere

straordinario, e che sono applicate ad opere di

lunghissima durata e di vantaggio più alle fu­

ture. generazioni che alle presenti, sarebbe stata

possibile l’ attuazione di un altro dei nostri desi­

derati, cioè la graduale riduzione dei tributi, al­

cuni dei quali gravano in modo intollerabile sulle

classi disagiate.

Nel 1903 il gettito del dàzio saliva a 12 mi­

lioni, mentre col 1906 si prevede un provento di

13,725,030. Vero è che tale aumento in parte si

prevede come conseguenza dell’ Esposizione per

un milione e 150,000 lire basando il calcolo sui

dati ricavati da altre città nei periodi di af­

fluenza straordinaria, dipendente appunto da Espo­

sizioni, feste ecc., ma ciò nonostante vi è ancora

un aumento risultato dall’ accrescersi della po­

polazione e del mantenimento integrale delle ta­

riffe vigenti.

(3)

di ogni qualsiasi riforma, colla scusa che la mo­

dificazione dei tributi locali deve essere coordi­

nata con quella dei tributi dello Stato, perchè

senza tale coordinazione torna impossibile recare

alcun sollievo ai contribuenti cittadini. Ciò non

è esatto: vi sono tasse, come appunto quelle del

Dazio consumo, delle quali il Comune è intera­

mente padrone quando, come la relazione stessa

dice, è avvenuto recentemente che sia stata consoli­

data in somma fissa il canone che all’ Erario dello

Stato spetta quale compartecipazione propria alla

imposizione.

L ’Amministrazione comunale milanese è, si

può dire, formata dalle stesse persone che hanno

condotto in porto l ’allargamento della cinta, fa­

cendosi da un lato opera di perequazione fra la

popolazione interna e quella ugualmente nume­

rosa che si trovava di fuori delle vecchie bar­

riere, ma perpetuapdo al tempo stesso un’ impo­

sta indiretta, da tutti considerata iniqua e della

quale sempre più difficile appare l’ abolizione,

dacché si è resa per la sua importanza la pietra

angolare del bilancio del Comune.

La preferenza dei nostri amministratori per

questa forma tributaria dovrebbe però cedere di

fronte a molte considerazioni d’ indole generale

e che si possono anche ricavare dallo stesso bi­

lancio. La spesa di esazione del dazio consumo

ascende a più del 10 0/'o del prodotto e salirebbe

ancor più se veramente si volesse dal Comune,

più a scopo morale che a fine finanziario, impe­

dire efficacemente il contrabbando e le molte

frodi che di tratto in tratto vengono alla luce,

ma che si verificano in misura più o meno forte,

in modo abituale.

Difficilmente può immaginarsi il grande svi­

luppo di cui sarebbe suscettibile la nostra città,

quando la barriera daziaria fosse interamente

abbattuta. L ’ esodo, che ora comincia ad effet­

tuarsi, di importanti stabilimenti industriali in

vicini paesi, si arresterebbe, quando le condizioni

di vita fatte all’ operaio per effetto dell’ aboli­

zione del dazio si rendessero m igliori; il movi­

mento avverrebbe in senso inverso e darebbe

alla nostra città un incremento sempre maggiore

nella popolazione accrescendo di conseguenza la

ricchezza.

Nè è a temersi che l’ incremento industriale

possa causare il temuto affollarsi delle masse,

quando ci si attenga al programma che anche

oggi si propone l’Amministrazione di favorire le

costruzioni alla periferia della città, mediante op­

portuni prolungamenti delle linee tramviarie.

L a Relazione ci indica in qual modo si conta

di provvedere alla deficienza di cassa; in luogo di

passare a un’ immediata emissione di prestito che

in parte potrebbe non esser necessaria per un

maggior incremento nei redditi o per una dila­

zione nei pagamenti dei lavori eseguiti, dipen­

denti dalla necessità di liquidare i conti, si è

pensato di ricorrere secondo il bisogno, alla parte

ancora disponibile del conto corrente aperto al­

cuni anni or sono alla Cassa di Risparmio, non­

ché di servirsi del conto corrente di 16 milioni

che le principali Benché Milanesi consorziali

sono pronte ad aprire al Comune a patti conve­

nienti.

Durante il prossimo biennio si coglierà, dice

la Relazione, il momento più opportuno per una

grande operazione finanziaria dando definitivo as­

setto al debito comunale così incontrato.

Il sistema escogitato è senza alcun dubbio

conveniente, specialmente considerando che il mo­

mento non sarebbe opportuno per una operazione

finanziaria a larga base, per le ristrette condi­

zioni monetarie del mercato ; per quanto non vi ha

dubbio, per il credito che meritamente gode Mi­

lano, che anche oggi una pubblica sottoscrizione

di prestito sarebbe più volte coperta.

Quando si presenterà una maggior abbon­

danza di denaro e si vorrà tentare l’ operazione,

questa non potrà esser altro se non la conver­

sione dell’ Unificato, a proposito della quale noi

vogliamo ricordare e sottoporre allo studio la no­

stra proposta di prestito' a conversione differita,

di cui abbiamo altra volta largamente trattato,

che potrebbe effettuarsi pacificamente assai prima

che sia da tentare con prudenza l’ ordinaria con­

versione coll’ immediata riduzione del tasso d’ in­

teresse.

Milano, 14 dicembre 1902.

Pr o f. Ra g. Is i d o r o Go l d f i n g e r.

“ LA COMEDIA PROTEZIONISTA”

Con questo titolo — invero non lusinghiero per

i seguaci del protezionismo — l’eminente scrittore

Y ves Guyot ha pubblicato sotto i tipi della Biblio-

thèque Charpentier di Parigi un volume di circa

500 pagine, tutto dedicato a combattere con le

più efficaci e vigorose considerazioni la teoria

protezionista, e propugnando con i migliori argo­

menti la teoria liberale in fatto di scambio e di

movimento industriale.

Nei fascicoli di questo periodico (1) ci occu­

pammo un po’ a lungo di un volume intitolato:

L e retour à la terre et la surproduction indu-

strielle, pubblicato nella scorsa estate dal si­

gnor Méline, con criteri ai quali quello attuale

è assolutamente contrario; crediamo utile ora di

dare qualche sintetico ragguaglio della teoria di

Y ves Guyot, il quale, nell’ ultima parte del suo

libro, non trascura di considerare anche quello

che egli chiama « le concezioni drammatiche di

Méline. »

Il titolo, che dicemmo poco lusinghiero, per

i seguaci del protezionismo, avrebbe dovuto es­

sere, secondo il concetto del signor Y v es Guyot,

ancora più severo. L o scrittore ci dice infatti

nella prefazione che egli voleva chiamare il suo

libro L a tirannia o L a oligarchia protezionista;

e se poi si è contentato di chiamarlo Commedia,

fu per la riflessione che veramente questi cam­

pioni del protezionismo, a suo modo di vedere,

muovono a riso ! Muove a riso .(egli crede) il pen­

sare che questi protezionisti introducano il mi­

racolo nei fatti umani piu positivi; che essi non

sappiano più distinguere la verità dall’ errore, che

essi non obbedendo che a interessi privati, in

opposizione costante con g l’ interessi generali, si

(4)

dichiarino patriotti e benefattori, e trattino i loro

avversari quali altrettanti spogliatori.... Tale in­

fatti è il carattere dei protezionisti, sia che essi

si chiamino Méline o Chamberlain.

Così nella prefazione l’ Autore viene insi­

stendo su i principali errori di chi sostiene il re­

gime protezionista accompagnando le sue parole

da irn fine sarcasmo, col quale mette efficace­

mente anche in ridicolo la teoria protezionista

medesima.

Lo studio dell’ Autore, il quale dimostra an­

che a chi gli dia una semplice scorsa, la vastità

del suo ingegno e della sua cultura, si divide in

più libri, i quali trattano rispettivamente delle

variazioni di tariffa delle dogane in Francia;

delle industrie protette e delle oppresse; del

pane e della carne in Francia; dell’ oligarchia

protezionista; esamina anora il programma di

Chamberlain, . l’ economia nazionale degli Stati

Uniti e dell’ Inghilterra, l’ idea nuova del si­

gnor Méline, i postulati protezionisti e le realtà

economiche, e infine espone il proprio programma

immediato, del resto molto semplice e del quale

si terrà parola più avanti. A questo vasto campo

di materia intendiamo dare un rapido sguardo.

E prima di tutto si deve riconoscere l’ ordine

rigorosamente logico tenuto dall’illustre economista

nel suo importante scritto: egli parte da una

esposizione di fatti storici indiscutibili, per trarre

da quelli le considerazioni utili sia ad abbattere

la teoria dei protezionisti, sia a sostenere il pro­

gramma suo; egli dimostra di credere grande­

mente alla efficacia dell’ esperienza anche in fatto

di leggi economiche e sociali, sì che non espone

(si può dire) alcuna di queste, se non ha dimo­

strato il suo costante ripetersi in certe determi­

nate condizioni di fatto.

Circa le variazioni delie tariffe doganali,

l’ Autore fornisce dettagliatamente la storia delle

varie teorie avutesi dal

1650 cioè dal periodo

della fòrmula di Colbert ad oggi ; espone 1’ avvi­

cendarsi variato dei diversi regimi e la preva­

lenza ora del protezionismo, ora dèi libero scam­

bio nel variare delle tariffe. E in questa storia è

notevole l’ accenno al trattato di Napoleone I I I

del 23 gennaio 1860 tra la Francia, e l’ Inghil­

terra, per il quale la Francia si può dire per la

prima volta, conobbe un sistema liberale in fatto

di dazi. Le tariffe doganali francesi furono in

forza di questo trattato sensibilmente moderate,

e le conseguenze di tale moderazione si fecero

sentire per diecine d’anni, fornendo col fatto ar­

gomento formidabile in favore delle teorie libero-

scambiste.

Il regime protezionista che reclama l ’ inter­

vento dello Stato negli scambi internazionali ri­

posa su tre postulati: proteggere la produzione

nazionale contro fa concorrenza straniera; sop­

primere I’ antagonismo degli interessi all’interno;

difendere, nei governi ohe riposano su una larga

base elettorale, gli interessi del piu .gran numero

di persone assicurando lavoro agli operai.

Tali postulati si reggono assai debolmente

alla stregua dei fatti. L ’ Autore nostro ci dimo­

stra non esser vero che la protezione profitta al

p iù gran numero di persone. Da una statistica

delle industrie e professioni francesi fatta nel 1896

risulta che vi sono 17 dipartimenti su 87 i quali

contano più del

40 0/

q

dei loro abitanti occu­

pati nelle industrie; e di questi il

20.47 0/

q

sono

occupati in lavori di stoffa, lanerie e vestiario.

Ora per questa industriai fili, i tessuti, la seta,

la tela sono le materie prime; essa quindi sop­

porta il contraccolpo dei diritti che proteggono

le industrie tessili. Alla sua volta per le indu­

strie tessili uno studio statistico prova (sempre

per la Francia) che tali industrie sono tributa­

rie della industria protetta della filatura del co­

tone; e che i tessuti essendo la materia prima

per ogni industria di vestiario, la protezione sta­

bilita a profitto delle filature e dei tessuti, è per

forza ineluttabile di cose a danno delle industrie

di vestiario stesso.

L ’ inchiesta fatta diligentemente dal sig. Y ves

Guyot su altre industrie prova pure che quelle

che occupano più numeroso personale, nelle quali

la mano d’ opera contribuisce, in massima parte

al valore dei prodotti, sono tributarie dei diritti

di protezione ottenuti dalle industrie destinate

a formare loro la materia prima, le quali poi

sono rappresentate da un numero molto in­

feriore di operai, concentrati in gran parte nei

grandi stabilimenti. In, conclusione il protezio­

nismo, per profittare a qualcheduno, viene a es­

sere a danno di tutti gli altri.

Nello stesso tempo il protezionismo esagerato

provoca la sopra produzione e può essere, in

conseguenza, un vero organizzatore di crisi.

In fine il protezionismo è dannoso perfino

alle stesse esportazioni di un paese, dovendo i

prodotti destinati ad essere esportati per neces­

sità aumentare di prezzo, quando si elevino le

tariffe protettrici dei prodotti importati, siano o

non siano generi di prima necessità; evidente­

mente infatti l’ aumento del dazio di alcuni pro­

dotti, ùon può che distribuirsi proporzionalmente

su tutta quanta la produzione di un paese.

Ci occuperemo, ancora di questo interessante

studio dell’ amico nostro, al quale .(ripetesi) va

data lode non tanto per il rigore logico delle

sue argomentazioni, quanto pèr la obbiettività

dei fatti dai quali egli muove il suo ragionare:

che se al Méline facemmo l’ appunto precipuo di

vagare ufi po’ troppo nel mondo dei sogni, tale

appunto non è a farsi davvero al G uyot che

ogni sua considerazione basa sopra una esposi­

zione di cifre tratte dalle statistiche più esatte

in materia di produzione e di commercio.

A. F.

R

ivista

B

ibliográfica

M a r c o F a n n o .

- L ’e s p o s iz io n e c o m m e rc ia le e c o ­

lo n ia le d e g li S ta ti m o d e rn i. — Torino, Bocca 1906

pag. 499 (L . 12).

Auguravamo, rendendo conto nel num. 1644

dell’ Economista di un altro lavoro dello stesso

Autore, col titolo: il regime e la concessione

delle terre nelle colonie moderne, che il prof. Fanno

(5)

ri-chiamando su essa la loro attenzione, poiché

trattasi di un lavoro dove è tentata una sintesi

difficilissima dei fatti coloniali.

L ’Autore divide la sua trattazione in tre

parti, ma veramente sono due, perchè la prima

e la seconda riguardano la storia delle Colonie

inglesi, olandesi, francesi, germaniche, americane

e giapponesi, ed è storia sintetica, sì, ma accurata,

che tìen conto dei lontani e recenti avvenimenti;

i altra parte, che è la terza, in base ai fatti rac­

colti nella prima e nella seconda, tenta la costru­

zione della teoria dell’ espansione generale, formu­

lando le leggi che presiedono tale fenomeno e lo

regolano. Male si può riassumere questa terza

parte, che è tutto un complesso di deduzioni,

talvolta evidenti, talvolta alquanto ardite, ma

che si basano sul concetto della divisione terri­

toriale del lavoro; popolazioni addensate in ter­

ritorio che non ha sufficiente capacità di nutrirle,

e le quali sono in prevalenza manifatturiere,

possono vivere in quanto vi sieno altre popola­

zioni in territori a grande produzione agricola,

che serva a mantenere le prime. Quel giorno in

cui queste ultime popolazioni aumentassero così

da consumare tutta la loro produzione agricola,

le altre, ove non mutino le loro condizioni, de­

vono necessariamente diminuire di numero e di

potenza. E ’ la sagace applicazione di un concetto,

che altra volta abbiamo esposto, sul significato

di popolazione nel senso economico, cioè popola­

zione che basti a sè stessa.

Questa sintesi che ci dà l’ Autore è prece­

duta dalla acuta analisi delle varie condizioni,

che determinano il fenomeno della espansione

coloniale e delle leggi che lo governano, nei paesi

a grande popolazione ed in quelli a popolazione

densa e crescente.

Per dare una idea del geniale lavoro di co­

struzione teorica tentato dall’ Autore, riassumiamo

brevissimamente il riassunto del capitolo V I I

della parte II I . In un primo inizio domina quasi

esclusivamente la economia nazionale, i traffici

sono ristretti alle produzioni interne, e gli scambi

internazionali sono limitati ai prodotti dei climi

diversi; ma quando comincia l’ accumulazione

dei capitali nei paesi europei,. comincia anche la

possibilità di piantare stabilimenti commerciali

nei paesi specialmente tropicali, che danno pro­

dotti speciali; ed estendendosi perciò il comriier-

cio, nè bastando più le braccia degli indigeni a

sodisfare la produzione, e d’ altra parte non avendo

l’Europa molte braccia da mandare alle Colonie,

si ricorre alle braccia dei negri, ripristinando la

schiavitù, e le Colonie si estendono così che in­

terviene un largo scambio di. prodotti, e si de­

termina quella lotta di restrizioni, tendente alla

rigorosa chiusura delle Colonie ad ogni traffico

estero.

Questo stato di cose si turba profondamente

coll’ immenso sviluppo della popolazione dei paesi

europei nel X I X secolo; sviluppo che rende in­

sufficiente la produzione nazionale e domanda

una vera e propria coltivazione delle Colonie,

verso le quali emigra un’onda di europei.

Da queste premesse l’ Autore trae la legge

di emigrazione in rapporto con la legge di de­

crescente , produzione del suolo, ed esplica la sua

teoria.

Rimandando il lettore all’opera,- che qui, ri­

petiamo, non si può riassumere, ci congratuliamo

vivamente con l’Autore per la conferma che egli ci

dà del suo alto ingegno e della sua larga pre­

parazione a così sintetiche concezioni. Rare volte

si incontra uno studioso, che, proponendosi un tema

così vasto, sappia con tanta dottrina trattarlo.

Non diremo che qualche punto non meriterebbe di

essere, criticamente discusso, ma il buono sover­

chia di tanto ciò che può esser messo in dubbio,

da rendere pedante qualunque rilievo.

E u g è n e d ’ E ic h t h a l. - La formation des richesses

et des conditions sociales actuelles. — Paris,

F. Alcan et Guillaumin et O.6, 1906, pag. 416

(ir. 7,50).

Con una partizione diversa da quella più

usata, l’ eminente economista ci dà un nuovo

trattato di economia, che modestamente intitola

Note, ma che contiene una elevata discussione

delle più gravi questioni economiche.

L ’Autore divide la sua trattazione in tre

parti

la prima intitola : « il meccanismo sociale

della produzione delle ricchezze », dove, dopo

fa esposizione delle idee generali, si ferma alla

organizzazione della produzione nei suoi tre fat­

tori, e discute la teoria del valore, del prezzo, del

credito, della moneta, delle Banche. Nella se­

conda parte, col titolo « condizioni sociali dél-

« l’ impiego, dell’ aumento e della diffusione delle

ricchezze », l’Autore distingue la ricchezza pub­

blica dalla privata, tratta le spese pubbliche, il

lusso, il risparmio, i monopoli, i valori in rapporto

alle condizioni sociali, i commerci, le crisi ecc. La

terza parte « le garanzie sociali », tratta dello

Stato, della sua funzione e delle sue forme di­

verse, con un capitolo speciale intitolato « utopie

collettiviste ».

E ’ un’ opera poderosa, perché certo lunga­

mente pensata, dove si trovano osservazioni aoute

e talvolta originali.

J o s e f S t r a d n e r . - Der Fremdenverkehr. — Graz

Leykam, 1905, pag. 139.

In questo studio l’Autore, dopo avere esa­

minato il commercio estero in rapporto colla eco­

nomia, ricerca quali ne sono le cause efficienti e

quali le condizioni, per osservare poi il movi­

mento commerciale nei suoi effetti economici e

politici. Raccoglie poi una serie di elementi sta­

tistici ed economici esteri, .e termina il suo la­

voro con una specie di elenco di dati di fatto

sulle unioni (vereine) e sulle leghe (verbände),

della Svizzera, Germania, Norvegia, Francia, Italia,

Giappone, Ungheria e Austria.

Senza portare nuove idee sulla materia, que­

sto lavoro di modeste proporzioni dimostra 1’ at­

titudine dell’ Autore a più vasta trattazione del­

l’argomento.

(6)

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Il Consiglio del lavoro si è occupato del

riposo festivo e approvò i seguenti punti : mi­

glioramento di 36 ore per tutte le categorie con­

template dalla legge; di 32 ore pei negozi di ge­

neri alimentari ; di 24 e 28 per le industrie diurne

e notturne a orari di 12 ore; sospensione dell’ob-

bligo di riposo domenicale nei casi di inondazioni,

terremoti, calamità naturali di altro genere : li­

bertà del lavoro personale pel proprietario ad ec­

cezione degli esercenti in negozi commerciali di

finanza affidati , agli ispettori e sottoispettori del

lavoro e pel commercio e polizia municipale degli

ispettori dello Stato e delle associazioni.

Fu approvata la proposta del Comitato per­

manente per la chiusura dei negozi che viene di­

visa in 3 gruppi :

1.

° per le aziende da chiudersi dal sabato

sera a lunedì mattina ;

2.

° per le aziende con apertura limitata a

mezzodì della domenica ;

3.

° per le aziende destinate a restar aperte

tutte le domeniche e col riposo settimanale per

turno.

— Ecco alcune notizie statistiche sulla pro­

duzione delle barbabietole ; notizie ufficiali perchè

pubblicate dal Bollettino ufficiale del Ministero di

agricoltura. La produzione complessiva in Europa

è calcolata a 6,625,000 tonnellate; gli ettari se­

minati a barbabietola sono 1,877,847. In special

modo in Francia il raccolto medio può calcolarsi

a 32,134 chilogrammi per ettaro, e quindi la pro­

duzione dei 246,650 ettari seminati può calco­

larsi a 7,925,851 tonnellate di barbabietole.

Nel Belgio la media di tutto il paese può

calcolarsi in 35,680 chilogrammi all’ettaro e quindi

per i 68,630 ettari seminati, una quantità com­

plessiva di 2,448,718 tonnellate, che alla resa

industriale del 13.50 per cento, darà una produ­

zione di 330,577 tonnellate di zucchero greggio.

Il raccolto dell’ Olanda è buonissimo ed è

calcolato a 201,397 tonnellate di zucchero greggio.

Quanto alla Germania la media del raccolto

è calcolata in 31,749 chilogrammi per ettaro e

quindi sulla superficie coltivata di ettari 467,885

una quantità di 14,754,881 tonnellate di barba-

bietole, che daranno 2,227,232 tonnellate di zuc­

chero greggio.

L ’Austria-Ungheria, nella quale vi sono e t­

tari 371,500 coltivati a barbabietola, darà una

produzione di 1,368,658 tonnellate di zucchero

greggio.

Quanto alla Russia la siccità ha recato gravi

danni in vari governi e quindi la media per et­

taro è calcolata di 1960 chilogrammi soltanto.

Il raccolto dell’ Italia fu sensibilmente ridotto

dalle inondazioni. Gli ettari seminati a barba-

bietola sono 38,000 e la produzione probabile

dello zucchero greggio è di tonnellate 115,000.

— Si hanno alcune notizie intorno alle con­

dizioni dell’

industria mineraria italiana nel 1904.

Da queste notizie sembrerebbe che i resultati fos­

sero abbastanza soddisfacenti. Il valore dei pro­

dotti delle officine metallurgiche e mineralurgiche

nel 1904 aumentò di L . 26,799,959, ed è questo

il massimo del quinquennio ultimo durante il

quale si ebbero le seguenti cifre:

1900 L . 285,474,120 1903 L. 273,067,194

1901 » 275,775,825 1904 » 294,472,153

1902 » 281,389,660

Fra i prodotti il cui valore è in aumento,

tengono un posto preminente i prodotti siderur­

gici ; il progresso essendo per l’ acciaio di oltre

6 milioni e mezzo, e per la ghisa e le bande

stagnate di più che 1,800,000 lire ciascuno; il

ferro perde poco più di 100,000 lire. Gli agglo­

merati di carbon fossile hanno un valore superiore

di quasi 3,000,000 di lire rispetto all’anno scorso,

e il rame di oltre 1,100,000 lire. Per lo zolfo non

si ha relativamente variazione, essendo notevole

l’aumento di circa 400,000 lire. Si hanno pure

aumenti non molto rilevanti per l’ argento, mer­

curio, piombo, zinco; diminuzioni per l’ oro e l’ an­

timonio.

— Circa le

convenzioni ferroviarie tra Ge­

nova, il Sempione e il Gottardo fu tenuta a No­

vara una importante riunione per discutere dei

servizi ferroviari. Dopo varie discussioni, si ap­

provò un ordine del giorno col quale si invoca­

rono provvedimenti per la costruzione del doppio

binario Torreberetti-Arona ; perchè vengano me­

glio regolate le comunicazioni Genova-Alessan-

dria-Novara pel Sempione e Gottardo, mediante

un miglioramento degli orari, dei trasporti e com­

posizione dei treni.

— La Direzione delle Ferrovie al Ministero

dei Lavori pubblici francese ha pubblicato la

situazione delle strade ferrate dell' Europa aperte

all’ esercizio al 1° gennaio 1905. Il totale delle

strade ferrate sale a 305,407 kilom. cioè 4,972

kilom. di differenza sul 1904. Ecco la statistica

degli Stati principali :

Kilom. Differ. Stati 1 . g e n n . 1 9 0 5 col 1901 Germania 55,564 1,138 Austri a-Ungheria 39,168 350 Belgio 7,041 222 Danimarca 3,288 129 Spagna 14,134 263 Francia 45,773 551 Gran Bretagna 36,297 149 Grecia 1,118 83 Italia 16,117 78 Paesi Bassi 2,921 15 Lussemburgo 512 46 Norvegia 2,439 95 Portogallo 2,494 90 Rum ania 3,177

_

Russia 51,429 1,27 j

— Si hanno alcuni dati circa il progetto di

una

nuova ferrovia helgo-tedesca. Il Governo

belga si è accordato colla Germania per la co­

struzione di una nuova ferrovia da Louvain ad

Aquisgrane. Questa ferrovia permetterà un tra­

gitto più rapido fra la Germania e Anversa.

Si dice che, quantunque il motivo alle­

gato sia di facilitare il commercio, la nuova linea

sia destinata in realtà allo scopo di giungere alla

mobilitazione più rapida delle truppe ad Anversa.

Questa nuova linea, che non passerà per

L iegi e . per Verviers, traverserà la Mosa ad A r­

gentali.

(7)

— E ’ stato pubblicato il contratto relativo

al

nuovo prestito serbo. Il Consorzio considererà

gli accordi come nulli se la legge relativa al pre­

stito non sarà sanzionata il 28 dicembre 1905, o

se il 4 per cento unificato cadrà a Parigi al di

sotto di 79, o infine se l’ ammissione a Parigi e

a Vienna non sarà ottenuta entro un tempo de­

terminato.

— Si ha da Buenos A yres che il Senato ha

approvato il

bilancio argentino pel 1906. Un cre­

dito speciale di 818,160 pesos-papier fu votato a

titolo di sussidio alle Compagnie di navigazione

che si sono incaricate di fare effettuare in 15 giorni

il viaggio a dei navigli muniti di apparecchi fri­

goriferi. Una tassa del 10 per cento sui passaggi

dei viaggiatori per l’ Europa e l’America del Nord

è stata ugualmente adottata.

Da un rapporto del Comitato del bilancio il

debito totale del paese sarebbe diminuito di dol­

lari d’oro 404,314,000 nel 1902, a 382,000,000 di

dollari, ossia circa 76,400,000 lire sterline. L a

situazione andrebbe dunque migliorando e la fidu­

cia nelle finanze del paese andrebbe crescendo.

— Circa il movimento di immigrazione nella

Repubblica Argentina, si ha che durante il 1904

giunsero colà complessivamente 161,078 immi­

granti contro 112,671 dell’ anno precedente, con

una differenza in più, dunque, nel 1904, di im­

migranti 48,407. Nei primi sei mesi del 1905 ne

arrivarono già 74,686.

D i quelli del 1904, 125,567 giungevano dai

paesi di oltre mare e 35,511 da Montevideo; di

quelli del primo semestre 1905, 50.541 proveni­

vano d’ oltre mare e 24,145 da Montevideo.

Il maggior contributo di immigranti lo ha

dato l’ Italia (67,598 nel 1904 e 23,530 nel primo

semestre 1905), indi la Spagna (39,851 e 12,896

rispettivamente) indi la Russia, Siria, poi la

Francia ecc.

— Ecco alcuni importanti dati circa la ma­

rina mercantile giapponese. Nel 1903 il Giappone

aveva un totale di 197 vapori con un tonnellaggio

globale di 511,600 tonnellate; in luglio 1905 ne

aveva 283 con un tonnellaggio di tonn. 726,300.

L e principali due Compagnie hanno basti­

menti per 40 o 50 mila tonnellate; di più le prese

di guerra danno un totale di 88,000 tonnellate.

Aggiungendovi la fiotta volontaria che sarà

tosto effettuata, consegue che la guerra avrà ap­

portato un aumento di circa 400,000 tonnellate

alla Marina mercantile giapponese.

— La Compagnia francese di Miniere d ’oro

e dell’A frica del Sud ha ricevuto dalla Camera

delle Miniere del Transvaal un telegramma an-

nunziante che il

rendimento delle Miniere d oro

nel Transvaal è stato nel mese di novembre di

424,757 once, d’ un valore cioè di lire sterline

1,804,253, contro 415,527 once di un valore di

L . 1,765,047 per i) mese precedente.

— Sono state pubblicate delle importanti

statistiche sulla

produzione mondiale dell'oro e

dell’argento, a partire dagli ultimi anni in poi.

Ecco alcuni dei dati principali.

Le quantità di oro estratte d a l. 1890 in poi

sono abbastanza certe per essere indicate con

precisione. Ecco com’ è segnato lo sviluppo della

produzione di oro :

Produzione di oro. 1890 600 milioni 1900 1319 milioni 1895 1030 » 1901 1352 » 1896 1048 » 1902 1534 ?> 1897 1223 » 1903 1687 » 1898 1487 » 1904 1813 » 1899 1500 »

Il

m ovim ento di progresso è, com e si v

grande. Subì un momento di sosta all’epoca della

guerra del Transvaal, ma subito dopo si ha una

ripresa e il progresso ottenuto nel 1904 sorpassa

quello delle migliori annate del periodo anteriore.

L ’ argento, non ha seguito uno sviluppo pa­

rallelo. Tuttavia il ribasso di valore di questo

metallo non ha impedito che la sua produzione sia

ancora considerevole; eccone le cifre rappresen­

tanti il valore commerciale dell’argento estratto :

Produzione di argento.

1890 671 milioni 1902 456 milioni

1895 569 » 1903 494 »

1900 554 » 1904 523 »

1901 534

Il valore monetario dell’argento poi nel 1904,

si eleva a ben 1240 milioni.

Circa lo sviluppo della monetazione esso è

indicato dai risultati seguenti negli ultimi anni:

Oro Argento 1890 772 milioni 782 milioni 1895 1196 » 634 » 1900 1775 » 916 » 1901 1215 » 695 » 1902 1102 » 970 » 1903 1203 » 1042 » 1904 2095 » 682 »

quindici anni la coniazione d e ll

dunque, più che raddoppiata : si constata anche

che ha superato la quantità estratta, il che si

spiega col fatto della rifusione operata da alcuni

Stati delle vecchie monete d’ oro e, in alcuni casi,

perchè delle verghe d’ oro provenienti da oggetti

d’ oro rifusi sono portate alle Zecche per la mo­

netazione.

Per l’argento, l’ Unione latina non può co­

niare dei nuovi scudi se non coi suoi antichi scudi

rifusi. Nel 1893 gli Stati Uniti e l ’ India avevano

preso delle misure per rallentare la monetazione

dell’ argento ; ma fin dal 1887 questa raggiunse

gli 800 milioni di franchi; nel 1902 si elevò a

970 milioni ed a più di un miliardo l’ anno se­

guente; nel 1904 subì, invece, un considerevole

ribasso.

E ’ poi da notare che all’ infuori della mone­

tazione, i metalli preziosi ricevono delle applica­

zioni industriali svariate. Non è quasi possibile

di avere, a questo riguardo, delle indicazioni un

poco precise. Quelle più accuratamente raccolte

emanano dalla direzione della Zecca di W ash in g­

ton, la quale però non manca di avvertire, essa

stessa, che in queste cifre v i sono numerose la­

cune. Comunque sia, ecco i risultati pubblicati

pel 1903 :

Consumo per usi industriali.

Oro 395 milioni di franchi

Argento 345 » »

(8)

Rassegna del commercio internazionale

Il commercio della Francia nei primi 11 mesi

del 1905. — E ’ stato testé pubblicato il resoconto

del commercio della Francia coll’ estero in questi

11 mesi. Per le importazioni si hanno i seguenti

valori :

1905 1904,'

(Lire)

Sostanze, alimentari 722,474,000 725,540,000

Materie necessarie alla

industria .2,718,643,000 2,559,837,000

Oggetti manifatturati 756,727,000 746,671,000

Circa il commercio totale degli undici mesi,

si hanno le seguenti cifre':

1935 19)1 Importazioni 512,174 498,524 Esportazioni 301,371 272,746 Heesportazioni 70,705 63,882 Esportazioni totali 372.726 386,628

“ « * “ ■ p ~

i ü -48,121 40,106 40,140 42,008

E notevole l’ aumento progressivo di questo

commercio in tutti i suoi rami ; aumento già av­

vertito anche nelle statistiche mensili precedenti

e che è dovuto al continuo e sempre maggiore

slancio dei produttori e negoziatori inglesi.

Totale lire 4,197,244,003 4,032,048,000

ossia, tra il 1904 e il 1905 le seguenti differenze :

Sostanze alimentari 3,066,000

Materie necessarie all’ industr.

4

- 158,206,000

Oggetti manifatturati -j- 10,056,000 Totale lire

Per le esportazioni :

4 - 165,196,095 19 )5 1904 (Lire) Sostanze alimentari

Materie necessarie alla industria Oggetti manifatturati Pacchi postali 685.309.000 1.145.317.000 2.165.062.000 299.615.000 613.091.000 1.088.687.000 1.973.538.000 275.497.000 Totale lire 4,293,303,090 3,950,773,000

ossia le differenze seguenti:

Sostanze alimentari + 72,218(000

Materie necessarie all’ industr.

4

- 56,630,000

Oggetti manifatturati

4

- 189,424,000

Pacchi postali

4

- 24,208,000

Totale lire

4

- 343,580,000

Tranne che nell’ importazione delle sostanze

alimentari, per le quali del resto la differenza

non è troppo forte, v i ha un aumento costante e

progressivo nel commercio francese, sì che tutto

fa credere che il movimento in avanti abbia ad

essere permanente.

Sono specialmente notevoli : l’aumento di va­

lore delle materie necessarie alla industria impor­

tate e quello degli oggetti non manifatturati

esportati, questi ultimi portando in quest’ anno

una differenza di quasi 200,000,000 sull’ anno

precedente.

Il commercio d ell’ Inghilterra negli 11 mesi

del 1905. — Il Board o f Trade pubblica i re­

sultati di questo commercio nelle cifre seguenti

pel solo mese di novembre :

Importazione

Valore Diff, sul nov, 1904

(in migl, d* lire steri.)

Prodotti chimici e tabacchi 20,756 857

Materie prime e articoli non

manifatturati 19.587 _|_ 1,865

Articoli manifatturati 12,580 4- 1,440

Diverse (compresi i colli po­

stali) 224 4- 28

Totale 53,147

4

- 3,476

Esportazione

. Valore Diff. sul nov. 1904

(in migl. di lire steri.)

Prodotti chimici e tabacchi 2,199

4

- 362

Materie prime e articoli non

m anifatturati 3,068 73

Articoli manifatturati 28,844 - f 3,143

Diverse (compresi i colli po­

stali) 502

4

- 63

Totale 29,608

4

- 3,495

Il commercio dell'Equatore nel 1904. —

Ci giunge la pubblicazione dei resultati del com­

mercio dell’ Equatore nel 1904, che si appalesa

abbastanza interessante.

Il valore totale delle esportazioni fu di

23,284,193 sucres.

I principali articoli d’ esportazione sono : il

cotone, lo zucchero, il cacao, il caffè, il caoutchouc,

le frutta, il tabacco.

La produzione del cacao al corso dell’ anno

1904 è stata ben superiore a quella degli anni

precedenti, con 613,396 quintali. Nel 1903, la

raccolta aveva dato 499,213 quintali : si ha dun­

que un aumento di 114,183 quintali.

L ’ esportazione del cacao per i porti della

Repubblica è stata di 28,564,123 kilogr.

Quanto alle importazioni i paesi principali da

cui si importa la merce nell’ Equatore sono : la

Francia, con più di 11 kilogr., l’ Inghilterra con

3 milioni di kilogr., la Spagna, gli Stati Uniti

con più di 2 milioni di kilogr., la Germania con

un milione e mezzo di kilogr.

II valore totale dell’ esportazione del cacao

è stato di 15,248,691 sucres. Per quanto con­

cerne la raccolta del caoutchouc, le diverse zone

produttrici, sono, in ordine decrescente : Arriba,.

Balao, Machals, Manabi, Esmeraldas.

Il valore della raccolta pel 1904 è stato di

11,746,828 sucres contro 9,546,600 del 1903.

L ’ esportazione del caffè è stata di-3,489,628

kilogr. con un valore di 1,014,596 sucres. Il

Chili è stato il miglior cliente, con una cifra di

409,746 sucres ; vengono poi gli Stati Uniti con

330,414 sucres, e la Germania con 126,030. Ma

devesi tener conto che il prezzo di quest’articolo

ha avuto forti ondeggiamenti negli ultimi anni,

ciò che ha diminuito assai 1’ entusiasmo dei pro­

duttori.

Il commercio dell’Argentina nei primi nove

mesi del 1905. — L ’ importazione di questa R e­

pubblica ascese nei primi nove mesi del 1905 a

L . 155,651,460 superando quella dell’ anno an­

tecedente, durante il periodo medesimo, di Lire

16,889,197.

L ’ esportazione ascese a L. 247,110,133 in

oro, superando a sua volta di 43,917,214 quella

del 1904.

L ’ importazione dei metalli preziosi fu di

L. 26,404,753 con differenza in più sul prece­

dente anno di L . 6,049,842, mentre l ’ esporta­

zione fu di 745,914, cioè di 402,523 meno che

nello stesso periodo del 1904.

(9)

importazione, figura prima l’ Inghilterra (per

51,739,672), poi la Germania (22,154,122), gli

Stati Uniti (21,794,585), l’ Italia (1 6,364,532);^

nella esportazione l’ Inghilterra (per 37,917,047),

cui seguono la Germania, la Francia, il Belgio,

gli Stati Uniti, eoe.

L A

S IT U A Z IO N E D E L T E S O R O

al 3 0 N o v e m b r e 1905

Il Conto di Cassa del Tesoro al 30 novemb. 1905 dava i seguenti risultati :

Fondo di Cassa alla chius. dell’eserc. 1901-05, L. 441,464,437.94

>•> » al 3) novem. 1905 . . » 439,825,638,16

Differenza in più L. 638,799,78

Pagamenti di Tesoreria dal 1° al 30 novemb. 1905 :

Per spese di bilancio. . L. 614,151,176.83 )

Debiti e crediti di tesoreria » 1,630,106,77150 j 2,244,207,948.33

Incassi di Tesoreria dal 1° al 30 novemb. 1905 :

Per entrate di bilancio . L. 841,575,152.37

Per debiti e cred. di tesor. »1,402,054,197.33 Eccedenza dei pagamenti sugli incassi

2,243,629,349.70

L. 628,598.63

La situazione dei debiti e crediti di Tesoreria al 30 novemb. 1905 risulta dai seguenti prospetti :

D E B I T I al 30 giugno 1905 ài 30 novem. 1905 migliaia migliaia di lire j di lire Buoni del T e s o r o ...L. 173,957 166,419 Vaglia del T e s o r o ... 25,357 31,447

Banche, Anticipazioni statutarie Am m, Debito Pubb. in conto cor. infrutt.

— —

133,000 68,639

» Fondo Culto » » » 251,480 203,331

Altre Ammin. in conto corr. fruttifero . 18,685 18,728

Cassa Depositi e Prest. in conto corr. frutt. 43,872 74,350

Altre Amm. in conto corrente infruttifero . 836,030 998

Cassa Depositi e Prest. in conto corr. infr. 20,740 45.918

Incassi da r e g o l a r e . ... 34,075 26,333

Biglietti di Stato emessi per l’ art. IL della

legge 3 marzo 1898, n. 47 . 11,250 11,250

Operazione fatta col Banco di Napoli per effetto dell’ art. 8 dell’allegato B alla

legge 17 gennaio 1897, n. 9 29,970 29,041 Totale debiti L. 746,224 679,518 C R E D I T I al 30 giugno 1905 al 30 novem. 1905 migliaia migliaia di lire di lire

Valuta presso la Cassa Depositi e Prestiti

artic. 21 della legge 8 agosto 1895 . L. 91,250 91,250

Amministrazione del Debito Pubblico per

pagamenti da rimborsare . . . . 74,607 178,680

Amministrazione del fondo per il Culto . 18,574 18,123

Cassa Depositi e Prestiti per pagamenti da

r im b o r s a r e ... 46,186 72,241

Altre am m inistrazioni... 26,610 60,140

Obbligazioni dell’ Asse Ecclesiastico . — —

Defìcenze di Cassa a carico dei contabili

del Tesoro ... 1,712 1,712

D i v e r s i ... 63,956 59,915

Operazione fatta col Banco di Napoli per effetto dell’ art. 8 dell’allegato B alla

legge 17 gennaio 1897, n. 9. 29,970 ¿9,041

Totale dei crediti L. 857,897 511,405

Eccedenza dei debiti sui crediti . . » 881,327 168,113

Totale come sopra L. 746,224 679,518

I N C A S S I M es e di novera 1 9 0 5 . Diff ere nz a n e l 1 9 0 5 ! D a lu g li o 1 9 0 5 ^ i a tu tt o n o v . 1 9 0 5 j Diffe renz a 1 nel 1 9 0 5

E n t r a t a o r d i n a r i a migliaia migliaia migliaia migliaia

di lire di live

Entrate effettive

R e d d i t i patrimoniali

54,465 3,385

dello S tato. . . L. 13,639 952 +

Imposta sui fondi

ru-61,814 2,557

stici e sui fabbricati. 180 - 28 —r

Imposta sui redditi di

1,232

ricchezza mobile . . 3,543 — 1,416 72,605

Tasse in amministraz.

del Min. d. Finanze. 17,579 f i 1,886 92,340 + 5,531

Tassa sul prodotto del movim. a grande e

picc. veloc. sulle ferr. 2,7194 - 404 13,460 + 2,378

Diritti della legaz. e d.

Consolati all’ estero. 16 L+ 161 162 + 57

Tassa sulla fabbricaz.

degli spir., birra, ec. 11,490 + 760 52,131 — 1,700

Dogame e diritti marit. 21,181 + 5,631 107,330 + 17,198

Dazi interni di consumo esclusi quelli di

Na-poli e di Rom a. . . 2,759 - 43 14,126536

Dazio cons. di Napoli.

» » di. Roma . 1,595 4- 23 6,551 + 343

Tabacchi ... 18,959 4- 148 91,741 + 1,771

S a li... 6,760 + 173 32,922f i 900

Prodotto d i vend. del

chinino e prov. acess. S9f i P5 842

fi

224

L o t t o ... 13,137+ 7,870 28,144

fi

2,42 ) P o s t e ... 6,137 i- 315 34,i90+ 1,940 T elegrafi... 1,750+ 195 8,083+ 931 Servizi diversi. . . 2,714 4 - 610 9,896

fi

1,609 Rimborsi e concorsi n spese... 5,661f i ' 954 1,271 100 Entrate diverse . . 1,076289 11,874 363

Tot. Entrata ord. L. 131,917+ 19,476 703,53b■fi 32,397

Entrata straordinaria

Ca t e g. I . Entrate effett. 242+ ' 322 4,231f i 856

» II. Costr. str. fer. 1 — 5 88 20

. » I I I . Mov. di Capit. 1,153- 2 3;279 117,901f i 107,587

Tot. Entrata straor. L. 1,396 3.606 122,310f i 108,423

Partite di giro. . . . 1,5613 3,44E 10,728 2,203

Totale generale. 187.875 - f 12,424 841,575f i 138,617

I pagamenti effettuati dal Tesoro per le spese di bilancio nell’ esercizio 1904-1905 risultano dal presente prospetto : PAGAM ENTI if M es e d i n o v e m . 1 9 0 5 D if fe re n z a n e l 1 9 0 5 D à lu g li o 1 9 0 5 a tu tt o n o v . 1 8 0 5 Diff ere nz a n e l 1 9 0 5

migliaia migliaia migliaia migliaia

di lire di lire di lire di lire

Ministero del Tesoro. L. 12,804 fi 6,475 196,768 + 124,949

» delle Finanze. 25,197 -t- 9,320 89,404 + 4,994

» di gr. e giust. 3,503 — 31 17,401 fi 111

» degli aff. est. 1,532 f i 337 8,971 fi 4,193

» dell’isti*, pub. 4,479 - t 807 23,137 + 2,176

» dell’ interno . 5,308 + 830 31,928 fi J ,911

» dei lav. pnbb. 6,735 — 151 40,76) — 10,013

» d. poste e tei. 6,533 — 390 39,969 fi- 1,561

» della guerra . 21,387 + 1,450 109,622 — 5,956

» della marina. 11,69 >f i 4,237 50,390 + 8,044

» della agr. ind.

e commercio. 781 — 210 6,855 - 115

Tot. pag. di bilancio. 93,961 + 22,665 614,151 f i 128,855

Decr. minist. di scarico. fi 9

Totale pagam enti. 93,961 f i 22,655 614,151 - f i 128,861

(1) L ’ aumento avuto dai rimborsi e concorsi nelle

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