GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XXXVII - Yol. XLI
Firenze, 9 Ottobre 1910
N. 1901
SOMMARIO: Diritti e Doveri della Società a proposito del colera — Sulle cause del rincaro dei viveri — I bilanci delle Società Anonime e delle Cooperative — La Marina Mercantile Francese — RI VISTA BIBLIOGRAFICA : Gaetano Baglio, Sicilia, Piemonte e Lombardia nella statistica giudiziaria penale - Giorgio Sorel, Le illusioni del progresso - Francesco Corridore, Legislazione rurale nello Stato Pontifìcio un secolo avanti l’ Unità d’ Italia — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA: I depositi di risparmio alle Casse postali italiane - La produzione mineraria del Chili - Le statistiche scolastiche per V Inghilterra ed il Paese di Galles - Il débito pubblico giapponese - Il debito imperiale germanico - La situazione economica e finanziaria del Paraguay — RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE: Il commercio di Porto Fico - Il commercio di Madras - Il commercio del- V Egitto — I provvedimenti per le Puglie — Le operazioni del Monte di Pietà in Firenze — Cro naca delle Camere di commercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali
Diritti e doveri della Società a proposito del colera
Ormai si può ritenere che la epidemia co lerica penetrata nell’agosto in Italia, sia se non scomparsa almeno sicuramente limitata così che non vi sieno più da temere le stragi, che altra volta hanno dolorosamente funestati grandi e piccoli centri del Regno.Ma perciò appunto riesce opportuno esporre alcune considerazioni di un ordine molto gene rale, ma tuttavia pratico che sono suggerite dai fatti recenti. Non entriamo affatto nella polemica: se il Governo si sia diportato bene in questa contingenza j certo è che si è comportato molto meglio che non sia altra volta avvenuto, e que sto è oltremodo confortante. Può parere strano che per più settimane si sia pubblicamente par lato a Napoli di una epidemia di gastro-ente rite, che a tutti sembrava uno di quegli eufemismi che servivano nel tempo passato a nascondere la verità che non si voleva confessare nemmeno a se stessi ; ma si è visto tuttavia che non ap pena il Governo ha potuto legittimamente inter venire, le sue disposizioni furono energiche ed efficaci così da arrestare il propagarsi del male. — Ed è per questo che il paese ha dimostrato nella grande maggioranza una piena fiducia nell’opera sagace e decisa del Ministero.
Ma non è di questo punto che noi vogliamo discorrere, sibbene dei diritti e dei doveri che ha la Società e per essa la Autorità verso i cit tadini nei casi appunto di una epidemia o di una malattia contagiosa.
Nessun dubbio che la Società abbia il di ritto, non solo di difendersi contro il morbo, ma occorrendo anche di premunirsi perchè ne sia impedita la penetrazione nel territorio dello Stato. Perciò tutti i mezzi che la scienza suggerisce come idonei a raggiungere la difesa e la preser
vazione, la Società ha il diritto di applicarli per mezzo dei suoi organi, verso le persone ed i beni dei singoli membri della Società stessa. Quindi cure speciali imposte, isolamento dei malati, iso lamento delle persone ragionevolmente sospette di aver incontrato il morbo per mezzo di con tatti diretti ed indiretti ; quindi cordoni sanitari che arrestino le comunicazioni da luogo a luogo, impedimenti agli sbarchi di persone o cose da navi provenienti da luoghi infetti, distruzione delle cose che si possono ritenere infette. In sostanza, è una sospensione di tutte le guaren tigie di cui godono i cittadini, è uno stato d’as sedio non in mano dei militari, ma in mano del corpo sanitario che viene investito di larghissimi, quasi illimitati poteri.
Allo stato attuale della scienza queste ec cezionali disposizioni non sono controllabili così da poter dire se sono insufficienti od eccessive ; il pubblico è preso dal terrore per la minac ciante epidemia ; e se è illuminato e civile, in coraggia le autorità al massimo rigore e vuole adottata severamente la massima ; prevenire per non reprimere ; se è ignorante e superstizioso, è egualmente rigoroso sebbene in modo di verso, bastonerà i medici, brucierà i depositi di medicinali e di disinfettanti, farà processioni, impedirà il trasporto dei colpiti dal morbo, ma farà ciò perchè crede che sieno i medici e le medicine quelle che propagano il male, e magari si rivolterà contro le autorità che giudicherà complici degli « untori ».
chiude i membri della famiglia in appositi luo ghi di isolamento, non ha essa nessun dovere verso le vittime di questi provvedimenti che essa prende a propria difesa ?
Noi crediamo veramente di sì e che sieno molti questi doveri imperiosi e sacrosanti.
Cominciamo dal dubitare moltissimo che la Società possa aver diritto di strappare 1’ amma lato dalla sua famiglia privandolo delle cure amo rose di questa quando essa desideri di prestarle. Qui la questione è puramente morale, ma ha una importanza grandissima, anche perchè si risolve in una questione economica. Cioè dovrebbe la Società quando voglia isolare l’ ammalato, avere luoghi adatti perchè alcuni membri della fami glia, se volessero, potessero prestargli le cure famigliavi che non possono essere sostituite in nessun caso. Si dirà : e se i malati sono in nu mero grandissimo, come si può fare ad aver lo cali adatti ? — Certo che quando 1’ epidemia in fierisca in modo straordinario ciò non sarebbe possibile, nè si può esigerlo, ma già la scienza comincia a sentirsi sicura, coi mezzi di cui oggi dispone, di circoscrivere il male, per cui una epidemia estesa non è presumibile.
Ma accanto a questi doveri morali, la So cietà, e per essa lo Stato ed i suoi organi, as sume anche degli obblighi materiali che non de vono essere trascurati poiché sono elemento im portante col quale le moltitudini meno elevate possono più facilmente accettare senza ribellione i provvedimenti preventivi e repressivi che la necessità delle cose rende inevitabili.
Gli incaricati degli uffici sanitari, animati da quella ardente premura che vien loro giusta mente ispirata per salvare la città o la borgata dal diffondei’si della malattia, entra nelle case dove esiste un ammalato od un sospetto amma lato di colera, traduce questi al lazzaretto, prov vede all’ isolamento dei coabitanti o coinquilini, distrugge quelle suppellettili o vestiti o bian cheria per i quali crede non sufficiente la disin fezione, pratica la disinfezione delle altre cose.... e poi ?
Qui vi sono due specie di danni a cui rite niamo necessario il pronto indennizzo : — quello derivante dalla perdita del guadagno da parte delle persone che vengono isolate ; — quello de rivante dalla distruzione o dal deterioramento delle cose.
Nè insistiamo a dimostrare che danno vi sia giacché nessuno può negarlo, ma insistiamo in vece a domandare che sia egualmente pronto l’ indennizzo. L ’ individuo che è colpito dal co lera è già abbastanza disgraziato di doversi la sciar trasportare al lazzaretto che non è certo un luogo di delizie; la famiglia è già abbastanza addolorata di doversi distaccare dal suo caro e di dover subire l’ isolamento per cinque o sei giorni, i coabitanti e coinquilini hanno pure nel l’ essere sequestrati cioè nel dover perdere la li bertà personale per cinque o sei giorni un grave danno morale ; non deve, a nostro avviso aggiun gersi anche il danno materiale e finanziario e la Società e per essa lo Stato hanno obbligo di prov vedere agli immediati indennizzi. E diciamo a bella posta indennizzi per non confonderli coi sussidi o coi buoni delle cucine economiche.
Se la città o la borgata o la regione o il paese intero riescono col trasporto dei malati al lazzeretto e coll’ isolamento delle persone che si presume abbiano avuto contatto con lui, ad evi tare l’estendersi della epidemia, hanno rispar miato tanti guai e tante spese ulteriori, che non possono e non devono lesinare ad indennizzare coloro col sacrifizio dei quali hanno conquistata la immunità.
E ’ applicabile in questi casi l’ articolo 1151 del Codice C ivile? Lasciamo ai giuristi discu terne, ma al di sopra della legge scritta in ogni caso vi è il concetto generale di giustizia e, di remo quasi, di buon senso che deve provvedere. Il contribuente paga le imposte che gli si richiedono per essere preservato dal male; tut tavia la trascuranza dell’ Autorità permette al morbo di penetrare nel paese e di colpire il con tribuente stesso che è poi vittima di una serie di provvedimenti presi contro di lui, come se fosse lui il colpevole per aver introdotto il morbo.
L a Società ritiene utile a preservare i suoi membri dal diffondersi del male, di prendere tali e tali provvedimenti ; e sta benissimo, nessuno può contestarne nè la convenienza nè il diritto ; — ma quando tali provvedimenti recano danni ma teriali alle persone, essa ha l’obbligo di risarcire i danni che produce, perchè agendo altrimenti rica dono su un ristretto numero di persone le con seguenze del morbo, mentre il beneficio di averlo evitato ridonda a vantaggio della collettività.
Accenniamo di volo a tale questione che vorremmo discussa dai competenti.
SOLLE UOSE DEL IDDIO DEI VIDI
---♦---I.
Il fenomeno a cui si assiste da qualche tempo di una continua ascensione dei prezzi dei generi di prima necessità, comincia a preoccupare il pub blico ed anche i Governi; il pubblico perchè ne soffre nei suoi consumi ; i Governi perchè credono di avere il dovere di cercare i rimedi.
Coloro che vogliono, anche per i fenomeni più complessi, cercare le più semplici soluzioni ad appagarsi di queste, giudicano che il fatto non possa essere che transitorio, inquantochè a poco a poco ciascun consumatore, che a sua volta è produttore di merci o di servigi, accrescerà il prezzo di queste merci o di questi servigi, per ricavarne i mezzi onde far fronte al rincaro di quelle cose che deve comprare.
Ma coloro che sogliono addentrarsi di più nello studio di tali fatti, riconoscono che se astrat tamente può esser vera la tendenza a ricostituire l’ equilibrio in base a prezzi più alti, questo equilibrio non si raggiunge che lentamente e, nel frattempo, i più soffrono della inevitabile dimi nuzione dei consumi abituali.
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dovunque si manifesta un malessere ed una in quietudine che non può a meno di impensierire. Naturalmente nei paesi meno colti si invoca 1’ intervento del Governo, come se tale intervento potesse essere efficace in altro modo che non sia quello quasi impraticabile, di alleggerire i tri buti, che gravano più o meno direttamente sui generi di prima necessità. E i Governi si limi tano a fare qualche vaga promessa, o ad assi curare che il fenomeno lamentato sarà di breve durata, o, più avveduti, nominano qualche Com missione perchè studi lo stato delle cose e rife risca sui rimedi possibili.
Intanto gli studiosi si occupano del fatto e cercano di indagarne le cause, anche perchè tale indagine può condurre a far prevedere se tale rincaro dei viveri sia o no un fenomeno durevole.
Nell’ Economista abbiamo avuto occasione di occuparsi replicatamente di questo ordine di fatti, e qualche articolo del nostro egregio col laboratore Gilberto Terni, fu largamente ripro dotto dalla stampa italiana. L ’argomento però non può dirsi esaurito, anche perchè i prezzi hanno continuato a crescere e il rincaro si è esteso ad alcuni paesi che qualche tempo fa non accusa vano il fenomeno. D ’altra parte altri studi sono stati fatti, altre conclusioni sono state proposte, cosi che non è senza interesse discuterne ancora.
Persistono molti — e crediamo che abbiano ragione — ad attribuire il fatto del rincaro alla abbondanza dell’ oro ; da qualche diecina d’anni la produzione dell’ oro nel mondo è quasi tripli cata; nè sembra vi sia motivo per credere che ne sia aumentato l’ uso in eguale proporzione. E per quanto le Banche abbiano nel frattempo straor dinariamente aumentate le loro riserve aurifere, e quindi sottratto alla circolazione una buona parte del metallo, rimane sempre il fatto che sotto le altre forme, che non siano le monete, deve ora esistere uno stock d’oro molto maggiore di qrrello che non fosse una diecina d’ anni or sono. D ’ altra parte la circolazione continua sem pre in grandi proporzioni cosi che si può affer mare, senza timore di asserire cosa inesatta, che la quantità di oro che viene messa sul mercato è molto maggiore di quella che sotto varie forme viene dal mercato sottratta per i vari usi a cui quel metallo serve. Da ciò una specie di concor renza nei produttori e quindi un rinvilio del valore del metallo, il cui costo di produzione, specie per quanto riguarda le miniere del Tran- svaal, che, come è noto, forniscono la metà circa di tutto l’ oro che si mette in circolazione, è sempre decrescente.
Questa abbondanza dell’ oro, abbiamo detto, ne diminuisce il valore e quindi la potenza di acquisto; cioè occorre una quantità maggiore di oro per comperare le stesse cose. E come il prezzo delle cose è ragguagliato al loro valore espresso in moneta, così è chiaro che, diminuendo il va lore dell’ oro e quindi il valore della moneta, si ha il rincaro di tutte le cose, cioè bisogna dare più oro di prima per comprarle. Il fenomeno non appare chiaro in quanto siamo abituati a com perare le cose in una data quantità, e dovendo pagarle di più sembra a noi che le cose sieno diventate più care ; mentre invece sarebbe la moneta che è diventata più a buon mercato.
Qui nascono subito due questioni subordi nate ; la prima : se fosse vero che l’aumento dei prezzi fosse determinato dalla diminuzione del valore dell’ oro, tutti prezzi dovrebbero essere egualmente aumentati. Il che è rigorosamente vero, se non intervenissero talvolta altre cause e diverse che, o accrescono il fenomeno o in parte almeno lo neutralizzano ; vi sono cioè al cuni fatti che possono essere concomitanti a quello del rinvilio delle monete e fanno alzare ancora di più i prezzi di alcune merci ; e vi sono altri fatti pure concomitanti, che possono far ribassare i prezzi di alcune merci, anche più di quello che li faccia rialzare il deprezzamento delle monete.
Straordinariamente difficile è quindi stabilire quanta partè sul movimento dei prezzi abbia la variazione del valore delle monete e quanto ne abbiano le cause speciali che influiscono su al cune merci o gruppi di merci a determinare una variazione nello stesso senso od in senso opposto. Da questa difficoltà derivano le divergenze di opinione anche tra le persone più competenti. Taluni osservando il rincaro dei prezzi di certi gruppi di merci e non trovando di tale rincaro la causa specificata, imputano la differenza al mutamento di valore delle monete, cioè dell’oro; altri invece rilevando che alcuni altri gruppi di merci non hanno cambiato di prezzo od anzi hanno diminuito di prezzo, non ammettono che esista questo buon mercato dell’ oro, perchè esso influirebbe su tutte le merci senza eccezione.
Però non si può negare il fatto che la pro duzione dell’ oro è molto aumentata e molto pro babilmente più dei consumi, e non si può nem meno negare che una grande quantità di prodotti ha aumentato di prezzo, onde è da presumersi che i due fatti siano tra loro in relazione e quindi 1’ oro abbia diminuita la sua potenza di acquisto, cioè abbia fatto aumentare i prezzi. Ohe se vi sono merci le quali non hanno indicato questo movimento di rialzo o lo hanno indicato in senso contrario, è probabile che ciò dipenda da altre cause che hanno specificamente influito sul prezzo delle merci stesse.
E da notarsi che il fatto della grande pro duzione dell’oro non sembra possa essere un fatto transitorio, per cui, coloro che attribuiscono al- 1’ abbondanza dell’ oro il rialzo dei prezzi, riten gono che il fenomeno diventerà in seguito sem pre più sensibile. Però bisogna anche notare che molto probabilmente il fenomeno avrà un corret tivo nella sua stessa natura; i costi di produ zione dell’ oro non sono eguali dovunque e se avvenisse un maggiore rinvilio del valore del metallo le miniere a più alto costo di produzione dovrebbero essere abbandonate e quindi con ciò stesso diminuirebbe la superproduzione e forse da rebbe luogo ad un rialzo di valore cioè alla cessazione ed al lenimento del lamentato rialzo dei prezzi.
da tante altre analoghe cause che si traducono in un maggior costo di produzione.
E basta riflettere anche semplicemente a tali considerazioni per comprendere che esse sono giuste ; se non chè è del pari evidente che queste cause diverse non possono che influire limitatis simamente nei prezzi, ed in gran parte essere neutralizzate dal continuo perfezionamento nella tecnica della produzione ; senza di che non si constaterebbe il fatto evidente e notorio, che i maggiori rialzi di prezzi si manifestano proprio su quei prodotti che meno hanno per ora subito la influenza delle cause stesse. Gli aumenti di salario, la diminuzione delle ore di lavoro, in una parola le migliorate condizioni di lavoro, dovreb bero far risentire i loro effetti specie nelle grandi industrie manifatturiere, dove più frequente ed intenso è stato il movimento operaio. Quindi i tessuti di cotone, di lana, di seta, i prodotti si derurgici e consimili dovrebbero segnare un no tevole aumento di prezzo, la qual cosa in genere non si verifica, poiché i rincari più notevoli si hanno sui generi di prima necessità ; sui pro dotti agricoli specialmente come carne, latte, uova, formaggi, pollame ecc. e sulle pigioni delle case.
A nostro modo di vedere quindi si tratta di due ordini di cause diverse: l’ uno il rinvilio dell’ oro che per ora in proporzioni non grandi ha influito sull’ aumento del prezzo di tutte le merci in genere le quali non abbiano avuto cause specifiche neutralizzanti tale rincaro ; — 1’ altro ordine deve essere di cause specifiche che influi scono su alcuni prodotti, specialmente agricoli, determinandone il rincaro, e sui fitti delle case.
In un prossimo articolo ci proponiamo di esaminare questi due ordini di fatti con alcune considerazioni generali.
I bilanci delle Società Anonime
e delle Cooperative
I giornali non portano ohe riassuntivi rag guagli sulla discussione avvenuta al Congresso internazionale di Bruxelles sulle Società anonime e sulle Cooperative intorno alla importante que stione della forma dei loro bilanci.
Erano, diremo cosi, in lotta due metodi: quello tedesco che stabilisce delle norme legali per la compilazione dei bilanci e quello italo-belga che lascia libertà agli amministratori circa il modo di compilazione dei bilanci stessi e della valuta zione della consistenza dei valori. Nel Congresso prevalse il sistema italo-belga e non esitiamo ad esprimere il nostro rammarico per tale conclu sione.
Certo il principio della libertà è il più at traente ed anche il più consigliabile; ma a patto che le condizioni estrinseche non sieno tali da ri chiedere, a salvaguardia del pubblico interessato, delle cautele perchè non sia abusato della buona fède, quasi per necessità di cose. La libertà è un eccellente correttivo a se stessa, come molti pro clamano e còme noi stessi siamo convinti, ma a condizione che la libertà possa, oseremo dire, espli carsi liberamente. Ora quando vi sono degli osta
coli legali insormontabili per i quali non è pos sibile che gli Amministratori di una società abbiano modo di scegliere nella compilazione dei bilanci la forma migliore, è ingiusto invocare la libertà.
E in Italia tale libertà veramente non esiste inquautochè il Fisco nella applicazione dell’ impo sta sui redditi di Ricchezza Mobile ha mano a mano gravato così sulle Società anonime, che esse per sfuggire ad una effettiva spogliazione hanno dovuto impiegare tutti gli artifizi e tutte le astu zie per sottrarsi quanto era possibile alla imposta divenuta nel suo complesso insopportabile. Siamo tutt’ altro che teneri dei contribuenti che cercano di eludere la legge ed esimersi dal pagamento dei tributi dovuti allo Stato, ma quando le ali quote sono cosi alte come lo sono da noi, e quando il Fisco, senza che muti il testo della legge trova ogni giorno più o meno fondate interpretazioni per estendere la applicazione della stessa legge e pesare sui contribuenti, ci sembra che si possa considerare come una legittima difesa il tentare con tutti i mezzi di sottrarsi a ciò che non può essere considerato giusto.
Ora le Società commerciali si sono trovate nel duro b ivio: o di compilare i bilanci chiari e particolareggiati e sopportare quindi le esagera zioni del Fisco, o esimersi dai troppi gravi tri buti sacrificando la chiarezza e la evidenza della forma dei bilanci.
Necessariamente venne scelta questa seconda strada, e non vi è persona che abbia fatto parte di qualche Consiglio di Amministrazione di So cietà grande o piccola, che non abbia avuto oc casione di sentire ad ogni momento invocato lo spauracchio del Fisco per giustificare la forma talvolta arrischiata di una operazione, e per ren dere meno evidente che fosse possibile la strut tura del bilancio.
Ne è venuto che il Fisco non ha forse po tuto vedere nella vita delle Società tutto quello che avrebbe voluto o potuto, ma come non ha potuto vedere il Fisco così non hanno potuto veder chiaro gli azionisti ed il pubblico. E se talvolta la rettitudine degli Amministratori ha impedito che queste oscurità fossero causa di malversazioni, talaltra fu col mezzo della poca chiarezza dei bilanci che si è determinata una vita irregolare della Società, e gli errori o le male arti hanno potuto essere scoperte soltanto molto tardi.
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e la lettera della legge mediante interpretazioni arbitrarie, gli Amministratori, diciamo, corrono alla difesa cercando che il bilancio non sia facilmente leggibile, raggruppando le voci, cambiando le de nominazioni dissimulando riserve, aumentando sva lutazioni, in altri termini facendone qualche cosa di incomprensibile a chi non sia iniziato nei m i steri di una compilazione, che è fatta soltanto per non dare al Fisco che il minor numero di appigli possibili.
E vi sono Società nelle quali si compilano due bilanci, uno chiaro e diremo così « vero » che si distribuisce agli Amministratori durante la adunanza in cui si discute e del quale poi accu ratamente si ritirano le copie appena il bilancio stesso venga approvato; l’ altro bilancio viene di stribuito agli azionisti ed al pubblico ed è quello nel quale non si deve capir niente.
Nessuna meraviglia quindi che tali sistemi producano degli abusi talvolta gravissimi e che quando la speculazione sul valore delle azioni entra in giuoco si abbiano anche delle vere e proprie manifestazioni delittuose che rimangono per conseguenza impunite. Certo si è che se qual cuno volesse rendersi conto della consistenza pa trimoniale di una Società anonima italiana per mezzo del bilancio e delle relazioni dei Consigli di amministrazione, non giungerebbe a nulla per chè ormai è notorio che quei documenti nonostante le disposizioni del Codice di Commercio, sono in comprensibili.
Ora a noi pare che il solo modo per far ces sare questo stato di cose, sia accoppiare insieme due ordini di disposizioni : — diminuire gli oneri fiscali con una meditata riforma che semplifichi il regime tributario delle Società anonime ; — quindi obbligare le Società anonime a pubblicare i loro bilanci sopra moduli speciali che siano sta biliti per Decreto reale.
Non ci facciamo la illusione che basterebbe la sola riforma tributaria inquantochè ormai è troppo radicata la consuetudine di non esporre nè sui bilanci, nè nelle relazioni, il vero stato delle cose in modo chiaro ed intelligibile; occorre quindi che alla riforma dei tributi che gravano sulle Società anonime, sia aggiunta la prescrizione di moduli di bilancio per correggere in modo pe rentorio la cattiva ma giustificata consuetudine ormai invalsa.
Speriamo quindi che, non ostante il voto del Congresso di Bruxelles, nel quale forse non si è tenuto nel debito conto le particolari condizioni del nostro paese, il Ministero presentato il disegno di legge che modifica la legislazione che attualmente regge le Società anonime, manterrà le proposte che crediamo già formulate dalla Commissione reale, nelle quali proposte devono essere comprese le forme obbligatorie dei bilanci.
Lo M orino Mercantile Francese
A proposito del varo di un nuovo transa tlantico, F rancia, i giornali francesi pubblicano alcuni articoli sulla attività d ei. cantieri di co struzione francesi, che è bene riassumere breve mente.La marina mercantile si compone in Francia, nel 1909-1910, di 632 vapori di più di 100 ton nellate con un tonnellaggio insieme di 78’ ,014 tonnellate e di 1,217 velieri di più di 50 tonnel late e di un tonnellaggio netto globale di 494,479 tonnellate. Nel 1908-1909 l’ effettivo era il se guente: 598 navigli a vapore con un tonnellaggio di 802,117 tonnellate e 1,250 velieri, di un ton nellaggio di 510,397 tonnellate.
Malgrado i premi alla costruzione, pagati dallo Stato, il progresso della marina mercantile francese è lento in confronto a quello delle altre potenze marittime.
Ecco un quadro che permette di seguire il progresso della marina a vapore, il solo che sia veramente interessante per il commercio inter nazionale, nei principali paesi del mondo, nel corso degli ultimi dieci anni :
Aumento sul Paesi 1909-1910 1839-1900
Numero
navi tonnellateNumero Numeronavi tonnellateNumero Inghilterra 6.411 10,016 958 3,857 Germania 1,356 2,314 456 1,147 Stati Uniti 956 1,232 355 599 Norvegia 1,093 814 436 676 Francia 602 787 76 270 Giappone 614 697 282 414 Italia 407 599 149 321 Paesi Bassi 374 577 150 326 Svezia 825 556 328 321 Russia 563 492 128 240 Austria 278 448 111 235 Spagna Danimarca 383 427 6 77 439 394 121 156 Grecia 249 295 141 204 Belgio 113 177 40 74 Diversi 767 553 187 212 Totali 15,380 21,008 3,924 8,843
Ecco ora quali sono stati i premi alla co-struzione pagati nel corso dei dieci ultimi anni dalla statistica dei prem i, secondo le pubblica zioni del Ministero del commercio :
Premi alle costruzioni pagati dal 1899 al 1908
Anni Premi in Franchi
1899 7,064,195 19U0 9,296,521 1901 9,526,556 1902 15,524,842 1903 5,976,273 1.104 8,647,824 1905 5,358,052 1906 5,823,570 1907 6,314,147 1908 12,832,296
L ’ industria dell’armamento francese continua a traversare dei tempi difficili ; malgrado i premi alla costruzione e alla navigazione accordati dallo Stato. E ’ ancora un poco presto giudicare degli effetti della legge del 18 aprile 1906, fatta per rimediare agli inconvenienti che presentavano le leggi anteriori del 1881 e del 1902; è da augu rare che essa dia migliori resultati di queste.
Anni Premi in Franchi Compensi Vapori Velieri (Franchi) 1899 7,938,918 5,311,906 — 1900 7,583,486 7,704,301 — 1901 7,811,590 10,435,150 — 1902 8,284,540 12,480,646 — 1903 9,321,125 16,245,694 42,659 1904 11,385,842 18,014,753 155,599 1905 15,594,340 15,292,892 246,627 1906 15,595,362 15,132,336 583,272 1907 16,314,958 12,958,939 1,312,961 1908 14,575,659 11,412,737 2,830,764
Il movimento della navigazione marittima in Francia ha occupato, nel 1908. 49,022 navigli a vela o a vapore, d’ una capacità di 47,780,966 tonnellate, di cui 27,631 navi all’entrata con 27,120,598 tonnellate, e 21,331 navi alla uscita, con 20,660,368 tonnellate.
In confronto al 1907, si constata all’entrata, un aumento di l l ì ''B a v i e di 1,125,191 tonnel late ; alla uscita, una diminuzione di 317 unità e un aumento di 1,052,49. tonnellate.
Considerato unicamente il rapporto del ton nellaggio, si ha un eccedente di 453,051 tonnel late all’entrata e di 505,290 tonnellate all’ uscita. Quanto alle marine concorrenti, esse occupano, in più, all’entrata, 672,140 tonnellate e alla uscita 547,202 tonnellate.
Ecco quali furono negli ultimi dieci anni le cifre della navigazione marittima della Francia (entrata e uscita riunite):
Navigazione totale Annate (migliaia di tonnellate)
1899 29,170 1900 31,255 1901 31,330 1902 32,092 1903 32,610 1904 34,226 1905 37,920 1906 41,679 1907 45,606 1908 47,785
Queste cifre danno idea della attività sem pre crescente dei porti francesi.
Quanto alla ripartizione per paesi di prove nienza e di destinazione del tonnellaggio delle navi entrate e sortite, si trova in primo luogo l’ Inghilterra, con 14,900,469 tonnellate nel 1908, pei. gli Stati Uniti 6,145,522 tonnellate, la Ger mania 4, L 19,737 tonnellate, l’ Algeria 3,722,403 tonnellate, la Repubblica Argentina 1,814,016 tonnellate, i Paesi Bassi 1,675,498 tonnellate, l’ Italia 1,451,900 tonnellate, la Russia 1,368,127 tonnellate, la Spagna 1,267,002 tonnellate, le In die inglesi 1,101,391 tonnellate ecc.
Se si esamina ancora il movimento marittimo nei principali porti francesi, Marsiglia viene in testa con 16,877,000 tonnellate su un totale di 58,832,000 tonnellate, cioè il 29 per cento circa.
I principali porti nei quali si verifica il mag gior movimento sono :
Porti Navi Merci Valore migliaia migliaia delle merci milioni medio per tonn. di tonn. di tonn. di franchi franchi Marsiglia 16,877 6,367 2,926.8 455 La Havre 9,075 3,231 2,725.8 846 Bordeaux 4,905 2,901 742.6 256 Dunkerque 4,570 2,809 980.4 341
Da questo quadro si vede che se Marsiglia è il primo porto francese quanto al movimento delle merci, la Havre si avvicina assai quanto al valore delle merci che alimentano il traffico.
Conviene ancora segnalare il progresso rea lizzato dal porto di Bordeaux che trovasi al terzo posto tra i porti francesi.
R
ivista
B
ipuoqrafica
G a e ta n o B a g lio . - Sicilia, Piemonte e Lom bar dia nella statistica giudiziaria •penale : Note di Statistica e di Sociologia criminale. — Napoli, L . Pierro e figlio, 1910, op. pag. 68 (L. 1.00).
Con buon metodo statistico l’Autore indaga le notizie che vengono pubblicate dalle Statisti che giudiziarie, per rilevare quali sieno i con tingenti di delinquenza nella Sicilia a paragone del Piemonte e della Lombardia. L ’ indagine è condotta rigorosamente e sviscerando ed analiz zando le cifre complessive negli elementi di cui sono composte, l’ Autore dimostra fino a qual punto la delinquenza in generale e quella speciale con tro le persone e la proprietà sia diversa tra la Sicilia e le altre due regioni surricordate.
Ed è utilissimo il lavoro compiuto dal sig. Baglio, perchè arriva a diminuire se non a togliere molti preconcetti dovuti ad una disamina delle cifre troppo superficiale.
Per ciò ohe riguarda il Piemonte l’ Autore viene alle conclusioni che gli abitanti della Sici lia e del Piemonte avrebbero « nell’ interna loro natura » eguale tendenza a violare la persona e la proprietà, ma che nel Piemonte tale tendenza meno facilmente discende a « forme estreme » perchè la vita umana vi ha un valore notevol mente più elevato, la proprietà vi è meglio tu telata e piu equamente distribuita, perchè tra le classi sociali non esistono i grandi distacchi che esistono in Sicilia, ecc.
L e quali cose però dimostrerebbero che tra le due regioni vi è differenza di ambiente come nessuno certamente dubita; ed è appunto ila. questa differenza di ambiente che deriva la mag giore delinquenza. Ora qui vi è forse nel ragio namento dell’ Autore un circolo vizioso: — l’alta cifra delle « forme estreme » della delinquenza è una prova della differenza dell’ ambiente: ovvero, la differenza dell’ ambiente determina una più alta percentuale dalla delinquenza nelle « forme estreme ».
Giustissime ci sembrano le considerazioni dell’Autore sul rapporto tra le condizioni econo miche e la densità della delinquenza; al di là di un certo limite di benessére economico e di agio demografico, il movimento della delinquenza non ha più lo stesso rapporto proporzionale colle condizioni economiche.
9 ottobre 1910 L ’ E CO N O M IST A
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G io r g io S orel. - Le illusioni del progresso. T ra duzione di Agoatino Lanzillo. — Palermo, Remo Sandron, 1910, pag. 362 (L . 3.50). Il libro sulle illusioni del progresso, del fe condo sociologo O. Sorel è stato già giudicato dagli studiosi nella edizione francese; in. questo lavoro sono più che mai manifesti tutti ì difetti e tutte le qualità dell’Autore, rapidità di sintesi, audacia di affermazione; giudizi impetuosi, tal volta irruenti ; concezione originale; abilità somma nel servirsi di brani di opere come prova del l’ asserto.
L a accurata traduzione italiana che ci dà u Lanzillo si legge egualmente (il che non avviene spesso delle traduzioni) con grande diletto; ma si tira sempre la stessa conclusione; in mezzo ad un ingombro di disgressioni, che sembrano fatte apposta per riempire molte pagine, la ìdea^ fon damentale e per vero dire logica e giusta e una sola : poiché non si sa quale sia la meta del l’ umanità, il parlare di progresso è senza base; il solo fatto che meriterebbe tale parola e il per fezionamento continuo delle macchine e della
meccanica. , . ' ,
E per un libro di 310 pagine e invero troppo poco; il che non toglie però che sia interessante. F r a n c e s c o C o rr id o re . - Legislazione rurale
nello Stato Pontificio un secolo avanti V Unità d’ Italia. — Roma, tip. Diocleziana, 1910, op. pag. 14.
L ’ Autore in breyi pagine ricorda quali fos sero i provvedimenti in parte buoni ed in parte restrittivi e malefici che nella seconda metà del Settecento venivano emanati nello Stato Ponti ficio sia per la coltivazione delle terre, di cui si obbligava la rompitura di almeno la terza, parte ogni anno, sia per le foreste o macchie, sia per la caccia, la pesca e le miniere, sia ancora per le bonifiche e le acque, sia infine per le vie di comunicazione.
Come sempre l’Autore sobrio e chiaro espone la legislazione vigente a quel tempo sulle di verse materie anzidetto, concludendo che « la le gislazione agraria restrittiva non giovava a.la collettività per cui era istituita, favoriva _ sol
tanto il gruppo dei grossi mercanti e dei ricchi proprietari nelle cui mani era il monopolio del commercio: le classi cittadine ne ebbero li^ve danno, chè a loro vantaggio si emanavano delle disposizioni proibitive; ma ne soffrivano molto le povere classi rurali, le quali, nella seconda metà del Settecento italiano, contribuirono con l’eco delle loro sofferenze a far cambiare rotta
al pubblico potere ». J
-I rimborsi che nell’ anno 1907 ascesero a L . 575,016,575.28 nell’ anno 1908 ammontarono a L. 663’,800,038.43 con una eccedenza sulle somme rimborsate nell’ anno precedente di L. 88,783,463.26.
II credito definitivo dei libretti rimasti in corso superò il miliardo e 506 milioni, valore che messo a confronto con la quantità dei libretti da per ogni mille abitanti la media di 151 libretti con un credito complessivo di L . 45,698.48.
Tra depositi e rimborsi il movimento tu di L . 1,387,653,952.78, e con gli interessi sali a L . 1,416.370,316.48.
L a quantità dei libretti in corso alla fine del 1908 fu di 4,981,920. . . •
I depositi fatti per conto di italiani resi denti all’ estero, a causa specialmente della crisi finanziaria che incominciò nel 1897 negli Stati Uniti d’America segnarono una
tevole. Nel 1907 s’ erano introitate L .8 1 ,570,1bb.33 Nel 1908 si ebbero depositi per sole 55,b9i,5»9.lD Da un prospetto allegato alla Relazione mi nisteriale relativa a questo servizio si ricava la seguente ripartizione del credito per depositi nelle varie regioni d’ Italia :
Piemonte Liguria Lombardia Veneto Emilia Marche Umbria Toscana Lazio Abruzzo Puglie Basilicata Calabria Campania Sardegna Sicilia
Uffici italiani all’estero Colonia Eritrea Casse Navali
Totale LAL, 506,497,274.-11 credito dei depositanti del- A17 727 0B4 48 l’anno precedente ascendeva a _ _ _ _ _ _ _ _
267,827,197.48 125,416,719.58 118,873,063.25 57.681.019.54 41,341,535.46 15,906,690.38 8.657.642.20 83,095,760.30 391,076,515.28 25,579,920.44 47,050,285.18 29.534.737.54 33,262,311.36 98,567,657.24 30,558,930.85 119,474,606.51 2.757.687.21 5,614,413.46 1,191,478.99
Per cui il 1908 presenta un au
mento di L. 8,770,239.52
RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA
— I depositi di risparmio alle Casse postali italiane che nel 1907 ammontarono a
L. 749131.985.86, ascesero nel 19U8 a L i re 714,853,914.30. Si ebbe quindi una diminu zione di L . 31,278,071.56.
A lla fine dell’anno 1908 gli uffici autorizzati a fare operazioni di risparmio erano 8804. Fra questi sono compresi la Cassa Centrale del Mi nistero, gli Uffici della Colonia Eritrea, quelli a bordo delle regie navi, e quelli della Canea nel l’ Isola di Candía, di Tripoli di Barbería, di Ben gasi, di Durazzo, di Janina (Albania), di Calata, Pera e Stamboul (Costantinopoli), di Salonicco e Yallona (Turchia Europea) e di Gerusalemme e Smirne (Turchia asiatica).
Un capitolo che merita di essere notato nella Relazione è quello che si riferisce alla Cassa na zionale di previdenza per la invalidità e la v e c
chiaia degli operai. onn 578
I versamenti, infatti, da L . 80,421.24 nel 1899-900 salirono man mano a L . 335,896.53, a L . 456,047.59, a L . 759,226,900, a L. 1,106,213.44, a L , 1,123,983.79, a L . 1,206,322.60 per giun gere ad oltre un milione e mezzo, come si è detto nel 1908.
Fra i versamenti alla Cassa nazionale di previdenza nel 1908 è inscritta la somma di L . 41,712.82 derivante da libretti di risparmio postali colpiti dalla prescrizione, che furono 161,847. Tale versamento fu operato in base alla legge 3 luglio 1902.
L ’ importo complessivo della somma versata al predetto Istituto e per tale titolo a tutto il 1908 ascende a L. 485,953.12.
— Ecco alcuni dati statistici sulla produ zione mineraria del Chili.
II Chili è un vero paese minerario; lavo rano in questo ramo d'industria 54,000 operai, di cui circa 7000 nelle miniere di carbon fossile, 16 mila nelle miniere metalliche, 30 mila nella escavazione del nitrato di soda e 1000 in esca- vazioni diverse. I principali metalli sono l’oro, l’argento, il rame, il cobalto e in manganese ; tra le altre sostanze non metalliche si hanno : carbon fossile, nitrato di soda, dei borati, il sale, lo zolfo, il guano, ecc. Ecco qual’ è stata la pro duzione minerale nel 1909:
Sostanze Quantità Valore (in pesos-ore
di L. 85) Oro 1,268,414 grammi 1,175,509 Argento 44,282,578 » 1,039,099 Rame 42,726,145 kilogr. 26,477,516 Piombo in minerale d ’ar
gentò 1,200 » 104
Lignite o carbone
mine-rale 898,971 ton nell. 11,686,623 Nitrato di soda 2,101,511 » 203,470,040 lodo 474,200 kilogr. 5,571,350 Perclorato di potassio 92,920 53,883 Borati 32,218,042 4,510,526 Sale comune 040,500 » 4,507,707 » 1,083,132 Zolfo 540,925 Acido solforico 1,415,000 »> 141,500 Guano 10,691,845 » 425,058 Totale 261,175.765 Circa 85 milioni di lire.
Le scuole private dipendevano in numero di 11,102 dalla Chiesa Anglicana, 1066 dalla Chiesa Cattolica, 265 dalla Chiesa Weslesiana e 12 dalla Comunità Israelitica.
La frequenza media degli allievi nelle scuole inglesi fu di 6,016,398, con una diminuzione di circa 44 mila in confronto dell’anno scorso.
Per avere un’ idea del progresso fatto dal l’ istruzione in Inghilterra basta ricordare che durante l’ anno scolastico 1869-870 la frequenza media era stata di 1,693,052 allievi.
— In virtù dei fondi di ammortizzamento, creati nel 1907, il debito pubblico giapponese,
che al 31 marzo 1907 si elevava a 2,176 milioni di yen, fu ridotto a 2.117 milioni al 31 dicem bre 1908, con una diminuzione quindi di 58 mi lioni di yen. Nel 1909 il debito è stato ancora ammortizzato di 50 milioni di yen, per cui esso al 1° gennaio 1910 si elevava soltanto a 2067 milioni.
Dalla sua creazione, cioè nello spazio di due anni, il fondo di ammortizzamento ha dunque permesso di ridurre il montante del debito giap ponese di 108 milioni di yen a cui devesi ag giungere una somma di 10 milioni di buoni del tesoro recentemente rimborsati.
La tabella seguente ci dà i particolari del l’ ammortizzamento compiuto durante il 1909:
Buoni del Tesoro Yen 48,9537,700 Prestito antico » 219,400 Prestito consolidato » 8,000 Prestito di guerra » 6,900 Prestito delle ferrovie » 12,600 Prestito per spese straordinarie » 3,300 Prestito dei lavori pubblici per Formosa » 602,600 Prestito 4 1;2 0|0, l a emissione » 19,500 Prestito 41|2 0[0, 2a emissione » 4,100 Prestito 4 0[0, 3a emissione » 500
Prestito 50;0 » 900
Totale Yen 50,024,300
Invece il montante del debito per il riscatto delle ferrovie si è accresciuto durante il 1909 di un milione di yen, per cui al l e gennaio 1910 esso era di 518,009,000 yen ed era costituito nel modo seguente :
Oltre queste sostanze minerali si estraggono circa 30 mila tonn. di minerale di ferro e 6 mila tonn. di carbonato di calce. Queste quantità au menteranno sensibilmente nei prossimi anni.
— Un Blue Book pubblicato a cura del Mini stero dell’ Istruzione inglese reca le statistiche scolastiche per l’ Inghilterra ed il Paese di Galles durante l’anno 1908-909.
Secondo il rapporto esistevano al 31 lu glio 1909 21,123 scuole frequentate da 7,162,415 allievi. Di queste scuole 7,950 erano municipali con 3,900,000 allievi, e 13,173 erano private con 3,261,432 allievi.
Il numero delle scuole private supera note volmente quello delle scuole comunali con una popolazione scolastica quasi pari.
La frequenza media, che è di 500 alunni per ogni scuola comunale, discende a 250 nelle scuole private.
Prestito per consolidare il debito delle compagnie riscattate Prestito del riscatto delle ferrovie Obbligazioni delle compagnie ri
scattate
Yen 27,683.000 » 476,318,000 » 14,068,000 Totale Yen 518,069,000
A l 1° gennaio 1910 il totale del debito giapponese raggiungeva 2,585,525,550 yen con tro 2,634,359,485 yen alla fine dell’ esercizio fiscale 1908-909.
— A l 31 marzo 1909 il debito imperiale germanico si elevava, in capitale, a 4373 mi
indebita-9 ottobre 1indebita-910 L ’ ECONOMISTA 649
mento rapido realizzato in piena pace. D ’altra parte i debiti dei diversi Stati tedeschi si sono accresciuti ancor più rapidamente per modo che nel 1909 avevamo un debito totale, fra Stati e Impèro, di 23,318 milioni di lire.
— La situazione economica e finanzia ria del Paraguay porta per l’anno 1907 alle
entrale 2,567 mila pesos d’ oro e 6,080 mila pesos carta e alle uscite 389,037 pesos d’oro e 30,008,806 pesos carta.
Questi valori sono ancora attualmente in vigore. Intanto, nel giugno 1909, sono stati pre sentati al Congresso dei valori per il secondo semestre 1909. Questi fissavano le entrate a 496 mila pesos oro e 26,636 mila pesos carta e le uscite a 605,612 pesos d’oro e 24,004,247 pesos carta.
Ecco come si dividono, per capitolo, le en trate e le spese dell’esercizio 1908:
Pesos oro Pesos carta Entrato. Diritti <P importaz. » d ’esportaz. » di porto Tasse consolari Diverse Diritti di consumo Carta bollata Diritti di successione Poste Telegrafi Contribuzioni dirette Diverse 1,077,811 843,361 120,442 16,490 90,713 202,678 823,463 1,688,723 112,678 425,520 518,871 1,941,956 Totale in pesos oro 2,237,837
Spese. Congresso Presidenza Interni 66,706 759,759 231,025 6,617,158 Affari esteri 78,304 606,792 Giustizia, Istruzione pubblica 56,372 6,643,044
Finanza 16,953 2,556,967
7,963,841 Guerra marina 82,346
Debito pubblico 180,559 1,364,659 Spese speciali 86,756 1,884,092
Totale in pesos oro 2,664,404
Il commercio di Porto Rico nel 1909- 1910. — L ’ Ufficio delle dogane di Porto Rico
procede attualmente a stabilire le statistiche di importazioni ed esportazioni dell’ isola per l’anno fiscale 1909-1910 ( l luglio 1909-30 giugno 1910).
Intanto si sa che la cifra del commercio to tale di Porto Rico è arrestata a 68,595.074 dol lari contro 56,935,511 dell’esercizio precedente, ossia vi è un aumento di circa il 20 per cento. Durante l’anno fiscale 1910, le esportazioni di Pòrto R ico agli Stati Uniti si sono elevate a 27,097,654 dollari, mentrechè nel 1909 non erano che di 22,618,545 dollari.
Le importazioni dei paesi esteri, in generale, sono state stazionarie durante quest’ ultimo eser
cizio : le nostre che erano di 336,855 dollari per l’anno 1909, passarono questa cifra di 10,000 dollari. Intanto, vi è luogo di notare un aumento notevole nell’ importazione dell’ Italia, della Spa gna e del Portogallo.
Il commercio di Madras. — Dal 1 aprile
1909 al 31 marzo 1910 il commercio generale di Madras (importazioni e esportazioni riunite) ha raggiunto 469,827,600 roupies, in aumento di 19,685,075 roupies sulla cifra dell’anno antece dente.
Ecco quale è stata la parte contributiva dei principali paesi nelle importazioni e nelle espor tazioni di Madras durante i due ultimi anni fiscaii : Importazioni. Paesi 1908-909 1909-910 Regno Unito 597.16 603.76 Russia 8.86 2.16 Germania 32.18 34.05 Paesi Bassi 3.41 2.97 Belgio 60.46 48.34 Francia 32.07 33.01 Austria Ungheria 19.57 20.67 Italia 3.51 2.16 Stati Uniti 43.98 41.09 Esportazioni. Paesi 1908-909 1909-910 Pegno Unito 186.83 581.13 Russia 6.21 3.58 Germania 114.10 153.14 Paesi Bassi 14.05 18.98 Belgio 89.82 106.39 Francia 215.01 261.79 Austria Ungheria 14.19 23.02 Italia 19.66 20.38. Stati Uniti 100.03 111.74
Ecco in proporzione la parte presa dai prin cipali paesi nel commercio di Madras nell’anno
1909-1910 :
Regno Unito 40.89 per cento, Ceylan 12.86 per cento, Francia 10.17 per cento, Germania 6.46 per cento, Belgio 5.34 per cento, Stati Uniti 5.27 per cento, Austria Ungheria 1.51 per cento, ecc.
Il commercio dell’ Egitto. — Secondo le
statistiche recentemente pubblicate dalla ammi nistrazione generale delle Dogane, risulta che 1’ esportazione durante il mese di giugno è stata per le merci di lire eg. 808,386 contro 1,218,140 lire eg. nel 1909 per lo stesso mese : diminuzione 409,754 lire eg.
Dal 1° gennaio al 30 giugno 1’ esportazione ha raggiunto 10,730,113 lire eg. contro 11,480,850 lire eg. per lo stesso periodo nel 1909 : diminu zione 750,850 lire egiziane.
L ’ importazione per le merci durante il mese di giugno è stata di 1,486,758 lire egiziane contro 1,362,473 lire egiziane nel 1909 per lo stesso mese : aumento lire eg. 124,285, essa è stata, dal 1° gennaio al 30 giugno, di .10,007,572 lire egiziane contro 9,597,427 lire egiziane per lo stesso periodo nel 1909 : aumento 410,447 lire egiziane.
tro 72,103 lire eg. nel 1909 per lo stesso mese: aumento 28,223 lire eg. A partire dal 1° gen naio al 30 giugno 574,585 lire eg. contro 419,043: aumento 155,542 lire eg.
L ’ esportazione delle sigarette è stata per il mese di giugno di 34,897 lire eg. contro 31,595 lire eg. nel 1909 per lo stesso mese: aumento 3,302 lire eg. A partire dal 1° gennaio fino al 30 giugno 185,292 contro 182,538 lire eg. per lo stesso periodo nel 1909: aumento 2,754 lire eg.
Il numerario importato in giugno 1910 ha raggiunto 58,100 lire eg. contro 19,803 lire eg. nel 1909 per lo stesso mese : differenza in più 38,297 lire eg. A partire dal 1° gennaio fino al 30 giugno 1910, J,296,471 lire eg. contro 270,873 lire eg. per lo stesso periodo nel 1909 : differenza in più 1,025,598 lire eg.
Il numerario esportato in giugno 1910 ha raggiunto 767,067 lire eg. contro 586,517 lire eg. nel 1909 per lo stesso mese : differenza in più 180,550 lire eg. A partire dal 1° gennaio fino al 30 giugno 1910, 4,900,351 lire eg. contro lire eg. 4,035,735 per lo stesso periodo del 1909 : differenza in più 864,616 lire eg.
Alla importazione 1’ Inghilterra, occupa il primo posto. Durante il mese di giugno 1910, ha importato merci per un valore totale di lire eg. 484,071 contro 504,639 durante lo stesso mese dell’ anno passato, e a partire dal 1° gen naio fino al 30 giugno 1910, 3,317,547 lire eg. contro 3,279,272 lire eg. durante lo stesso pe riodo nel 1909.
In seguito viene la Turchia, con 225,187 lire eg. contro 203,322 e a partire dal 1° gen naio fino al 30 giugno 1,188,266 lire tg. contro 1,825,121 durante lo stesso periodo dell’ anno passato.
La Francia figura al terzo posto durante il mese di giugno 1910 per 157,393 lire eg. di merci importate contro 128,752 durante lo stesso mese dell’anno passato. A partire dal 1° gennaio fino al 30 giugno 1910 le importazioni francesi hanno raggiunto lire eg. 1,288,440 contro lire eg. 1,400,227 durante lo stesso periodo del 1909.
Dopo la Francia, vengono 1’ Austria-Unghe- ria, la Germania, l ’ Italia ecc.
I provvedimenti per le Puglie
In data 18 settembre è stato emanato il Decreto- legge circa i provvedimenti per le Puglie.
Il Decreto reale relativo è stato promosso, sentito il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dei Lavori Pubblici on. Sacchi, di concerto col Presidente del Consiglio on. Luzzatti e col Ministro del Tesoro on. Tedesco.
Le deroghe alle norme vigenti.
Il Decreto-legge dichiara indifferibili ed urgenti, agli effetti della legge sulle espropriazioni, i lavori pubblici dello Stato, delle Provincie e dei Comuni da eseguirsi durante il corrente esercizio finanziario nelle tre Puglie.
Ai lavori stessi vengono estese le norme applica bili ai paesi colpiti dal terremoto; vale a dire possono emettersi mandati a disposizione e di anticipazioni fino a 100,0011 ed a 50,000 lire ; può procedersi agli appalti mediante licitazione e trattativa privata ; non occorre sentire i corpi consultivi, e basta per l’approvazione dei progetti il parere dell ’ Ispettorato Compartimentale.
Il Decreto-legge dà la facoltà ai Prefetti di pro cedere alla consegna dei lavori alle Imprese con le de bile riserve, subito dopo l ’aggiudicazione. Le autorità locali hanno pure la facoltà di abbreviare i termini per le aggiudicazioni dei lavori comunali e provin ciali.
Ad evitare ritardi si dichiarano inoltre obbligato rie le opere portuali senza l ’ istruttoria richiesta dalle leggi vigenti.
Tale complesso di deroghe alle norme ordinarie di contabilità generale è giustificato dalle eccez onali con dizioni delle Puglie ed è indispensabile per poter ese guire nell’ inverno i lavori già progettati.
L’avocazione delle opere idrauliche allo Stato.
Il Decreto-legge sancisce poi un altro importante principio, evocando allo Stato la esecuzione delle opere idrauliche e forestali, classificate o da classificarsi in terza categoria, che interessano le provinole pugliesi.
Come è noto, il disegno di legge sui bacini mon tani, già approvato dalla Camera dei deputati, intro duce tale principio per tutta l’ Italia ; ed il G-overno ha creduto di dover anticipare la nuova disposizione per le Puglie, in vista dei bisogni del momento.
Le disposizioni finanziarie.
Il Decreto-legge contiene infine le disposizioni d’or dine finanziario.
L ’on. Ministro dei LL. PP. per eseguire i lavori urgenti nelle Puglie, ha cercato di giovarsi più che è possibile delle risorse del suo bilancio.
Sono già in corso nelle Puglie 15 milioni di lavori dello Stato, e ne verranno tra breve iniziati altri per non lieve importo (due milioni circa per bonifiche ; tre per i porti ; un milione per opere idrauliche ; mezzo milione per strade ; otto milioni e mezzo pel doppio bi nario ferroviario ecc.).
Malgrado ogni sforzo di utilizzare gli stanziamenti attuali, è stato necessario col Decreto-legge provve dere all’autorizzazione di maggiore spesa per alcune opere alle quali mancava sufficiente assegnazione; e si è dovuto conseguentemente provvedere alle opportune variazioni di bilancio pel corrente esercizio.
La fornitura di acqua per le Puglie.
Nel tempo stesso che col Decreto-legge ha pensato ai lavori pubblici più urgenti per le Puglie, il Governo si è preoccupato della imprescindibile necessità della provvista d ’acqua per le locali.à che ne hanno più bi sogno.
In seguito ad accordi dei Ministri dell’ Interno, del Tesoro e dei Lavori Pubblici, si sono accordati sus sidi straordinari ai Comuni per eseguire la dirama zione dalla conduttura dell’Ofa'ntino all’interno degli abitati.
Con tale conduttura le Ferrovie di Stato sono riu scite a condurre sino a Bari una notevole quantità di acqua, derivata dal canale Ofantino in provincia di Foggia.
Soddisfatti i bisogni dell’esercizio ferroviario, re stano disponibili 1200 m°tri cubi di acqua al giorno, che vengono concessi allo varie località del percorso, giusta i rispettivi bisogni.
Già hanno provveduto alle diramazioni col concorso governativo Bisceglie, Molfetta, Bari, ecc.
Per soddisfare le richieste delle popolazioni locali, è stato poi stabilito che le diramazioni verranno rese definitive e che, anche cessata l ’epidemia, il Governo penserà alla fornitura gratuita dell’acqua disponibile dall’Ofantino, finché non sarà eseguito il grande acque dotto del Seie.
L ’acquedotto pugliese.
L ’on. Sacchi si sta occupando personalmente, delle gravi questioni che vi sono connesse, ed ha avuto al riguardo colloqui con l ’on. Giusso, con altri membri del Consorzio e col senatore Bombrini, presidente della Società concessaria.
9 ottobre 1910 L J ECONOMISTA
651
I membri della Commissione sono stati scelti da Ministro nelle persone del comm. Ravà, presidente e Magistrato delle acque nel Veneto e degli mg. .Luigi Villoresi « Angelo Omodeo. ..
E ’ proposito del Ministro e del Governo di prov vedere energicamente ad assicurare alle
P> g
>dere energicamente aa assidui aie ^ -mento della grande opera, tanto attesa in quelle re-;ioni.
Le operazioni del Monte di Pietà in Firenze
P u b b l ic h i a m o l a R e la z i o n e f a t t a d a l S e g r e t a r io a l C o n s ig l io d i A m m i n i s t r a z i o n e d i q u e s t a im p o r t a n t e o n e r a p i a s u l c o n t o c o n s u n t i v o p e r l ’ a n n o 1909.
Il Conto consuntivo dell’ anno decorso, che oggi si presenta alle Vostro deliberazioni, è accompagnato da un rapporto del Ragioniere Generale, col quale si riassumono le resultanze della gestione, sia per le Ren dite e Spese, sia per le attività é passività iiatrimo- niali ; e quindi mi è dato, questa volta, di non intrat tenermi sulle cifre, più che la stretta necessita lo E’ agevolato grandemente il compimento di un do vere del mio ufficio, restando a me riserbato di illu strare succintamente la gestione, nelle sue linee ge nerali economioo-morali, por sodisfare alla prescrizione di lesse, rimanendo così non interrotta la esposizione cronologica dei principali fatti che si verificano nel nostro Istituto.
La gestione si è svolta con un perfetto raccogli mento richiesto da speciali circostanze.
Nella imminenza dell’ approvazione dello statuto Oro-anico, ogni provvedimento di riforma sarebbe stato ingiustificato, essendo stata attuata la riduzione de- g l f oneri del pegno integralmente e nella misura per plessa dalle condizioni dell’ Azienda.
Quindi nessun rilievo in tema di statuto. Però è degno di speciale nota quanto riguarda 1 Monti di Pietà, in fatto di ordine generale,. Voglio alludere al Congresso ohe ebbe luogo nel Luglio scorso iu Livorno, la cui solennità ed importanza si desume dal numero degli aderenti.
Ciò denota il risveglio delle nostre Istituzioni, che sentono il bisogno di vita nuova, pur mantenendo il carattere glorioso impresso fino dalla loro origine.
La riforma della legge 4 maggio 1898 fu la ragione principale del Convegno, riforma dallo stesso Mini stero di A. I. e C. riconosciuta necessaria.
Governati oggi da quattro Leggi e da quattro Ke- golamenti, la incertezza è inevitabile, talvolta resa maggiore dagli alti poteri, con interpetraziom sempre inceppanti il raggiungimento della mèta cui anelano i nostri Istituti : tale mèta è quella di attenuare le «ravezze del pegno, esercitando il Credito, sia pure con prudenza e oautela necessarie all’ ìndole loro.
Da un voto unanime usciva la proposta per un nuovo disegno di legge. Gli atti del Congresso già pubblicati e la dotta relazione che accompagna quel disegno ai Ministri dell’ Interno e di Agricoltura, In dustria e Commercio, mi dispensano dal dire di piu sull’ interessante argomento.
Nella relazione sul Consuntivo _ del 1908 estesa mente mi intrattenni sul conteso diritto della deca denza dei resti sui pegni venduti, stabilita nello schema di Statuto.
Sarà sancito un tale diritto dalla nuova leggo, ma frattanto, ad allontanare ogni incertezza, giungeva la Circolare del Ministero di A.. I. e C., comunicante il nuovo parere del Consiglio di Stato 21 febbraio del volgente anno - col quale si opinava potere tale de cadenza essere regolata dall’ accordo delle parti, non opponendosi all’ ammissibilità di speciale disposizione statutaria, purché questa sia trascritta sulle polizze, per maggiore garanzia della buona fede dei terzi.
Altro successo importantissimo ebbe il Congresso nell’ istituire la Federazione e un ufficio Centrale di Collegamento a difesa dei diritti e degli interessi dei Monti di Pietà. Il Consiglio, nell’ adunanza del di 1° ottobre 1909, deliberava di far parte di detta i ede- razione, sciogliendo la riserva impóstasi dai Rappre sentanti dell’ Azienda al Congresso stesso. "
Fra le molte deliberazioni da Voi adottate nelle adunanze tenute nel corso del 1909, senza citare quelle
riflettenti il Personale e le promozioni del «edesim , meritano speciale ricordo : 1», quella del ili u t braio, nella quale, prelevando dal tondo di «serva L. 1,000, venivano destinate in s?cc<£s° ai dami „ giati dal terremoto nelle provinole de^ a. C“ ^ ri^ ® della Sicilia, e la somma - annuente la superiore Autorità — fu versata nella Cassa del Comitato r io rentino, presieduto dall’ On. Sindaeo ; 2»,.q u ella del di 16 Dicembre, relativa all’ approvazione delle norme che devono regolare il nuovo servizio, tendente ad intensificare il controllo dell’ uscita dei pegni indipendentemente dalle scritture gen 5™1?:^ «ffilc ri spettive Sezioni. Con tale deliberazione venivano pure dettate le modalità riflettenti 11 S “ due stanze di custodia dei pegni diveisi, di^ì Sg valore e di più delicata conservazione, testé " pian L te secondo1 ! dettami più moderni di sicurezza e d praticità. Tali norme, attuate frattanto m via di esp rimento, fanno sperare di aver fatta u n o p e r a r
ev e rs a all7 utilità che ci ripromettiamo eli raggiungere.
La riduzione degli oneri del pegno, deliberata dal Consiglio in sede di Bilancio Preventivo
bre 1908, che dovrà arrecare nei futuri Esercizi una diminuzione considerevole negli ut1 _ te 10 venne dimostrato nella relaziono precedente a carte 10 e seguenti - ha prodotto nell’ anno L t o M i a aumento di utile, aggiungendosi al prodotto della
Tassa Compensativa gli interessi liquidati al 9 per cent ,
anziché al 6 per conto, siu pegni es.stentr al di L cembro 1908, le cui imprestanze ammontavano a 3’91Gl’)toteressi percetti, alla ragione del 9, su detto imprestanze, nel corso dell’ anno 1909, in L. 338,765.67 sarebbero stati ridotti di * _ se calcolati al saggio del 6«/. e quindi a _ L. 225,843.78
Aggiungendo quelli esatti sui pegni
fatti e riscossi entro l’ anno àà'ày '
si sarebbe avuto un insieme Ra tassa Compensativa, anziché effettivamente riscosse, aumentata di altre di 22,489.38 39,126.08 L. 259,240.75
per i pegni giacenti al 31 dicembre 1908, avrebbe
dato un provento di L. 61,615.46 L. 61,615.46 e così sàrebbesi avuto
un totale di minore di
L. 320,856.21 » 73,795.81 al totale degli interessi
effettivamente percetti, più la tassa compensa tiva (Lire 372,162.64 più
L. 22,489.38) cioè L. 394,652.02
JJ Utile netto resultato
al chiudersi della ge stione in
deeultato della suddetta differenza di
L. 105,219.43 » 73,795.81 sarebbe stato quindi di.
sole inferiore di
L. 31,423.62 » 34,046.66 all’ ?7f¿¡e medio verifica-
tosi nel venticinquen
nio 1884-1908 in L. 65,470.28
I Proventi dell’ Impegna- tura, ordinari e straordi nari, hanno raggiunto
un totale di superiore di a quello del 1908 in Hanno concorso in tale