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rottrott EBBE  Ej (,,;). xyztE 

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Academic year: 2021

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(1)

A-Onde e-m.

Prendiamo il sistema di riferimento cartesiano (destrorso) di Figura.

Supponiamo di essere nel vuoto, in assenza di cariche e correnti (  0 ; J = 0).

Supponiamo ancora che siano presenti unicamente un campo elettrico E , funzione sia delle coordinate spaziali che del tempo (ma che abbia unica componente lungo l’asse Y) e un campo di induzione magnetica B pure funzione sia delle coordinate spaziali che del tempo (ma che abbia unica componente lungo l’asse Z); siano cioè :

E( , , ; )x y z tE.j cioè EX = EZ = 0 [1]

B( , , ; )x y z tB.k cioè BX = BY = 0

Cerchiamo a quali condizioni supplettive questo E e questo B devono soddisfare affinché essi siano soluzione delle equazioni di Maxwell.

Facendo riferimento alla forma differenziale di queste, nel nostro caso esse divengono:

div div

E B

0 0

rot t

rot t

E B

B E

 

 

0 0

ricordiamo: per ipotesi sono  0 ; J = 0 . [2]

Esplicitando la divergenza di E e di B (e cancellando i termini uguali a zero per le ipotesi [1]) :

E

x E

y E

z

X Y Z  0 ovvero E y

Y  0 E è costante al variare della Y [3]

B

x B

y B

z

X Y Z  0 ovvero 

B

z

Z  0 B è costante al variare della Z [4]

Esplicitando il rotore di E (e cancellando i termini uguali a zero per le ipotesi [1]) :

E

y E

z

B t

Z Y   X ; 

E

z E

x

B t

XZ   Y ; E

x E

y

B t

Y X   Z cioè : [5]

E

z

Y  0 ; 0 = 0 ; 

E

x

B t

Y   Z : [6]

(2)

La prima delle [6] dice che E è costante anche al variare di Z ; insieme alla [3] si conclude che E non dipende né da Y, né da Z cioè è costante nel piano YZ e dipende solo dalla X e, ovviamente, dal tempo t.

La seconda è solo un’identità; la terza dà la dipendenza cercata : la useremo dopo.

(3)

Esplicitando il rotore di B (e cancellando i termini uguali a zero per le ipotesi [1]) :

   

B

y

B z

E t

Z Y 0 0 X ; 

   

B

z

B x

E t

XZ0 0 Y ;   

B

x B

y

E t

Y X 0 0 Z cioè : [7]

B

y

Z  0 ;  

   

B

x

E t

Z Y

0 0 ; 0 = 0 : [8]

La prima delle [8] dice che B è costante anche al variare di Y ; insieme alla [4] si conclude che B non dipende né da Y, né da Z cioè è costante nel piano YZ e dipende solo dalla X e, ovviamente, dal tempo t.

La terza è solo un’identità; la seconda dà la dipendenza cercata : la useremo qui di seguito.

E’ rimasto quindi il sistema:

   

E

x

B t B

x

E t

Y Z

Z Y

 

 

 

 

0 0

[9]

Ricordando che le sole componenti sono EY = E e BZ = B possiamo anche scrivere

   

E

x

B t B

x

E t

 

 

 

 

0 0

[10]

Deriviamo la prima rispetto a X e la seconda rispetto a t e otteniamo:

 

    

2 2

2

2

0 0 2

2

E x

B t x B

x t

E t

 

 

 

 

.

[11]

Sotto le condizioni di validità del teorema di Schwarz, si può scambiare nella prima delle [11] l’ordine di derivazione delle derivate miste; sostituendo allora il temine comune

 

2B

x. t dalla prima nella seconda, si ottiene infine:

  

2 2

0 0 2

2

1 E t

E

x [12]

(4)

Analogamente derivando la prima rispetto a t e la seconda rispetto a X otteniamo:

  

2 2

0 0 2

2

1 B t

B

x [13]

Le [12] [13] costituiscono il sistema a cui il campo E e il campo B (da cui siamo partiti) devono soddisfare per essere soluzione delle equazioni di Maxwell [2].

Si riconosce che [12] e [13] sono le equazioni di un’onda (che si propaga con velocità V 1

0 0

  ).

Cioè: i campi E e B da cui siamo partiti, per essere soluzioni delle equazioni di Maxwell, devono anche soddisfare l’equazione delle onde: le perturbazioni elettrica e magnetica si propagano per onde (Onde Elettromagnetiche). Maxwell stesso si accorse che la velocità di propagazione V ha valore numerico praticamente uguale al valore allora conosciuto della velocità di propagazione c della luce nel vuoto. Egli stesso avanzò quindi l’ipotesi che le onde luminose fossero di natura elettromagnetica.

La soluzione delle [12] [13] si presenta come:

E f x ct B f x ct

 

 

 

1 2

( )

( )

con c 1

0 0

  [14]

Naturalmente il tipo di funzione f1 e f2 dipende dalle condizioni al contorno.

Si vede dalle [14] che si tratta di onde monodimensionali (cioè funzioni della sola X).

Ipotizzando una soluzione di tipo sinusoidale (si ricordi il teorema di Fourier) le [14] divengono:

E E t kx B B t kx

 

  

 

0 0

sen( )

sen( )

 

dove  rappresenta un eventuale sfasamento fra il campo elettrico

e il campo magnetico. Queste relazioni ovviamente devono soddisfare per esempio le [10] perciò, operando le opportune derivate:

E

x E0(k) cos( tkx) e B   

t B0 cos( tkx ) che sostituite nella prima delle [10]

danno: E0(k) cos(t kx ) B0cos(t kx  Questa uguaglianza deve essere soddisfatta per) ogni x e per ogni t ; ciò comporta che sia  0. Allora, semplificando per cos(t kx ), che diviene fattore comune ai due membri, resta E

B0 k c

0

 

. [15]

In definitiva la soluzione delle [12] [13] è costituita da un campo elettrico E e da un campo di induzione magnetica B perpendicolari fra loro, in fase, per i cui moduli vale il rapporto [15].

I due campi si propagano sotto forma di un’onda trasversale (E e B sono perpendicolari alla direzione di propagazione: nel nostro esempio l’asse X), piana (i fronti d’onda (1) sono piani normali all’asse X).

La direzione di propagazione e, nell’ordine, i vettori E e B formano una terna destra .

1 Ricordare: si chiama Fronte d’onda la superficie luogo dei punti equifasi.

(5)

E e B costituiscono una soluzione delle equazioni di Maxwell e sono quei campi che si “sostengono”

vicendevolmente (secondo la legge di Faraday e la legge di Ampère-Maxwell ) . Naturalmente esistono altre soluzioni per il sistema iniziale: per esempio un campo E parallelo all’asse Z e un campo B parallelo all’asse -Y . E, trattandosi di un sistema lineare di equazioni differenziali, sarà pure soluzione anche una qualunque combinazione lineare di due soluzioni note.

(6)

Più in generale per i campi E e B nel vuoto (cariche e correnti nulle) si può scrivere:

rotE Bt

 

; rot

B Et

  

0 0 [16]

Prendiamo il rotore della prima delle [16] e (dopo aver scambiato le derivate rispetto alle coordinate spaziali con quelle rispetto al tempo) abbiamo :

rot rot rot

( ) ( t )

E B

 

Elaboriamo il primo membro e contemporaneamente sostituiamo rotB nel secondo:

grad div t

( ) t

( )

E E

E

 2  

  

0 0 da cui, essendo per ipotesi divE = 0 , abbiamo infine

2 0 0

2

E E2

 

t che è ancora l’equazione delle onde (nello spazio cioè per le tre componenti di E ) . Operazioni analoghe si possono compiere sulla seconda delle [16] ottenendo una analoga equazione per B.

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