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SOPRA UNA CAVERNA SCOPERTA IN OSSIFERA STATA ITALIA... Paolo Savi. Digitized by Google

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(1)

SOPRA UNA CAVERNA

OSSIFERA STATA SCOPERTA IN

ITALIA...

Paolo Savi

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(2)

a

all'altro animale;cosicchéessendofmalmentr punti

dopo

molte, e moltericerchea riunire tutte, oquasitutte le ossa appartenenti allevarie specied'animaliche trovami fossili,siè potuto ancora riformarne l'intiero scheletro,

ed

acquistaicosi

un

ideaassai giustadell'animale a cut appartenne, mediante lacognizione dellacorrispondenza chepassa fralastruttura delle ossa,e le partimolli. In questo

modo

èstatoconosciutol'Elefante,ilRinoceronte, l'Ippopotamo, ilTapirofossile ec.,specie diversedaquel- lecheadesso esistono,

ed

ilMastodonte,Paleoterio,

Me-

gaterìo,e molti e moltialtrianimalid'ogni razza, dicui più alcunaidea

non abbiamo

alpresente.

In gran

numero

sonoipaesiovetrovausi degliavanzi animali: oraquesti avanzison racchiusi instrali argillo- si,orafrallelaminedello Schisto,oranellemassedi Se- lenite,ora nelcarbonfossile, ora involti da

un cemento

calcareo,insieme

con

frammentidì calcecarbonata

com-

patta,

formano una

breccia ossosa,orafinalmentesitrova-

no

liberi,ed ammassatiingranquantità,nell'interno delle caverne.

Gliavanzi di ruminanti, edipachidermi sono in nu-

mero

maggiore;gliavanzi dei carnivorisonoin

minor

nu-

mero

,ein

numero minore

ancoradiquestison quellidei roditori,esdentati. Un'infinita quantitàd'ossa d'Elefanti, Rinoceronti, Ippopotami, Cavalli, Tapiri, Bovi,

Ceni,

Alci,Gazzelle, degliintieri cimiteri per cosidire, se ne trovanoinalcuni terreni di trasporto; le IsoleLiailtosdei marisettentrionali,vicinoall'imboccatura delLena,resul- tanoda

ammassi

diquestestesseossa,edi sabbia.

Ora

in questa granquantità d'ossa di erbivori, di rado e inpic- col

numero

sitrovanoquelle dipochespecie di carnivori

,

come

d'Iena,Cane, Orso,ec.

Ma

benchéingeneraleil

numero

degliavanzifossilide- gli animali di preda sia

minore

del

numero

degli avanzi di erbivori,

non

ostantesitrovanoalcuniricettacolidique-

sti

monumenti

dellevicendesolTertedalla terra, incui il

numero

degliavanzi di carnivorimolto maggiore èdiquel- lo degli avanzid'altrianimali.

Le

famose caverne ossifere della

Germania

edell'Inghilterra sonodi questo

nume-

ro.Esse

non

racchiudono perla

massima

parteche avan-

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(3)

zid'Orsi,ed'Iene,ein

una

quantità tantogrande cheri»

svegliò

P

attenzione delvolgo anche in tempi nei quali niente si pensava alla scienzadegli zooliti. Molti

hanno

parlato di questecavernetantofragliantichichefrai

mo-

derniscrittori,

ma

la

massima

parte l'

han

fattoimperfet- tamente, ed

hanno

attribuito

ad

animali diversissimi da quelli a cuirealmente appartengono,le ossachevitrovaro-

no,

talché alcuni le créderono

d'uomo,

altridivitello

marino

,altridicavallo,altridi favolosiDragoni,eLiocorni.

Bruckmann

fu il

primo

che riconoscesse fra quest'ossa quelle d'Orso. Inseguito,Eaper, Rosenmuller,

Merck, Camper,

e

Blumemhach,

moltealtreosservazionivifecero,

un

maggior

numero ne

descrissero,eprincipiarono anco- rai

due

ultimi aconoscere lediverse specie chefra loro sitrovano;e

Analmente

ilSig.GiorgioCuvier,estendendo lesuericerchesopraquesta qualità di fossili,hasparsosù diessiquel

lume

equella chiarezzache

sempre accompa- gnano

isuoi lavori,ed hafattovederedi quale importan- zasialacognizionediquestecaverne edegli avanzianima-

liche contengono, perla storiagenerale del globo.

InItaliafinoranessunadiquestecaverneossiferesi co- nosceva,

quando

seneeccettui

una

piccola dell'Isola del- l'Elba, di cui alcuni denti,edaltri ossidescrisseilSignor ~ Professore Nesti (i).

Però

credendo di

non

poca im- portanzaperlascienza,lacognizioned'

un

altrasimil ca- verna,cheio

ho

avutalasorte di visitare il

primo,

sco- perta in questa parte del continente ovefinoadesso nes- suna neerastatatrovata,lasuadescrizione,equella delle ossache conteneva,

m'occuperà

nella presente

memoria.

Nell'autunnodell'annodecorso i8a4*riceveidalnobile Sig.GiorgioDoria,IntendentedellaProvincia diLevante,

una

cassettad'ossafossilistatetrovate in

una

grottadeimonti che circondanoilGolfodella Spezia,e

con mio

granpia- cere,esorpresale riconobbi appartenere a quelle specie d'Orso,Lcuiossamisitrovanoinsigranquantitàinumati nellecaverne dell'EuropaSettentrionale.

Vedendo dunque

chedi cosa di

non

lieve

momento

per la storia naturale

(i)Notesurl'existencede deu»especesd'Oursfossile*en Toscano.

Par

M

LmProf. Philip.NestiBiMioth. Uoirerselle Sciences et

ArU

.

Tom

34.An.i»a3.

(4)

\

4

t'mttavnsi,predaiilsullodatoSig. Intendentea voler dare gliprdiniopportuni perchèfossero fatte ulteriori ricerche nella grotta ovequelleeranostatetrovate,e garbatisAimo

come

Egliè*einclinatoa favorireibuonistudj,volentieri dièorecchioalle

mie dimande, mi

inviòdegli altriossi nellostessoluogoraccolti,insieme

con un

gentilissimoin- vitodiandareiostessoavisitarela grotta, invitoche per alloralefan aioniaccademiche

non mi

permiserod'accet- tare,e

ne

'rimessi lavisita allevacanze.

Intanto

non

sarà disgradevole, a

mio

credere, che qui brevementeio dia notizia del

come

accadessela scoperta

d^Ua

caverna.ossiferaLigure.

È

però dasapersi

come

il

mio amico

Sig.

Girolamo Guidoni

di Vernazza, giovanenatu- ralista pienodi cognizioni, e di zelo, onorevolmente già conosciuto per

una

interessante

Memoria

Sullevili,

e

vi-

no

delle cinqueterre,inseritainquestonostro giornale, girando peri monti delGolfodellaSpezia, all'oggetto di studiarnelanatura geologica,essendocapitatoa Casale dal

•Si

Girolamo Saccomanno,

quivi trovòiprimiindizidel- l'esistenzadi questi fossili ossei.

Gran

dilettante di belle artiilSig.

Saccomanno,

edammiratore appassionatod'u-

no

deipiùbeifenomeni chesiriscontrano nellemontagne, cioè di quelle cavitaprofonde,ovenell'oscuritàe nel silenzio sièlanaturacompiaciutadiformare mille bizzarrefigu- re,ecristallizzazionirisplendentissime, percorse,ed esami-

tutte quelle grotte chein

abbondanza

si trovano nei -montiin cui Egli abita, raccolsei pezzi più curiosi che glisipresentarono, efraquesti

una

mascellaed alcuneal- tre ossa

.«sene

serviper formare

una

grottescaartificiale, -chevedutadalSig.

Guidoni

risvegliòinluiil desiderio di visitar lacaverna ove eranostatetrovate;

ma

i tempi pio- vosigliimpedironod'eseguireilsuo divisamento,

benché

più volte, a bella posta, ne avesse intrapresoilviaggio.

Ciò

peraltrobastòperfargiungereal Sig. Intendente la notizia delritrovamentodellacavernaossifera, dal che fu raptivatol'invio a

me

fattodell'ossa; ed il Sig.

Guidoni

saputa la

mia

intenzione divisitar lacaverna,ebbela

com-

piacenzad'annunziarmi che avrebbedifferitalasuagitafi-

no

al

tempo

in cuiio fossi statolibero,

onde

eseguirein- siemequesta escursione.

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(5)

Difattoil11 di

d

iugnoriuniticia

Massa

diCarrara an-

dammo

alGolfodellaSpezia»ela mattiuadel25.a oro nove circa

giungemmo

aCasale, dalsopra lodatoSignor

Saccomanno,

chegiàciattendeva,

ed

avea preparalo tutto quellocheera necessariopervisitar lacaverna.

Io

non

staròa descrivere la natura delle

montagne

ove èsituataquestacaverna,ne laloro geologica costituzione,

rimandando

chidiciòvorràaveri;unaesatta,edestesano-

tizia,ad

un

lavorocheil Sig.

Guidoni

stapreparando sul- lageologia,emineralogiadelle

montagne

formantiil Gol- fo dellaSpezia, echeprestopubblicherà. Iosolamentedi- rò,cheintutte le

montagne

della parte occidentale del Golfofrcquenlissi

me

sonolecaverne, eche per quantopa- re,anchenel loro interno vene

devono

esseremolte,

ed

c- stesissime,làestendofrequenteilvederead

un

tratto spa- rireleacquedei torrenti, esorgere in

un

luogo, o in

un

altrodellepolloabbondantissime.

Poco

lontano,per esem- pio, dalla stradamaestra genovese, al termine circa della salitachesitrova subito

dopo

aver traversata la pianura della Spezia,vièil

Foro

di

San Benedetto,

baratroove

siingolfano

non

piccolitorrenti,e del quale parlarono il

\alli.snieri, e lo Spallanzani. "Nella pianura della Spezia moltepolle,o Sftrugole,

comelàson

chiamate,sivedono inquà, ein là comparire, enel me/./.o dell'acquefuse delGolfosorgelafamosa,ed abbondantissima polla d'ac- quadolce di cuipure

hanno

parlatovarj autori. L.i lidia grottachiamala

Buca Lupara

siincontra nelle collineche

rimangono

asinistradellastrada genovese,poco

dopo

che

sièincomincialalasaliladella Foce.

A

Pignonepaesepo- sto fraimonti nelle vicinanze di Casale sono

due

este- se,e bellissimegrotte,e parecchie altre ne

incontrammo

nelbreve tragittodaCasale aCassana, ovee l'unica grot- taincui finoadora nelcontinente d'Italiasianostale ri- trovateleossa.

Secondo

peròquellocheiopenso, èpossi- biledie ancorainalcunealtredelle circonvicine,vi siano diqueste ossa,

ma non

sipossonotrovare acausadelle ac- que che inabbondanzacifiltrano, lequaliavendo

una

po- tente proprietà incrostante

han

ricopertoilfondodella grot- ta,eluttoquelloche sopravihantrovato, o che purea- dessovi si deposita,

d'un

altissimostratodi alabastro.

(6)

6

La

cavernaossiferaèsituatanellaparte destra delcanal diCassana, in

un monte

chestadirimpettoaquellosùcui sonfabbricati ivarj gruppidicase che

formano

ilvillag- gio diquesto

nome. Una

selva pocofoltadi Castagniri-

cuoprelapendicein cui èl'ingressodellacaverna:dalter- renocheè argilloso,egiallorossastro sorgono in quantità gran massiformati dallepunte più elevate deglistrati di calcareocompatto, che èlapietraformanteilnucleodella montagna. Altristratidi arenaria, e

d'uno

schistogialla- stro,

o

rossastrosi trovano sopra al calcareo, edessicol loro sfacelo

han

dato origine alla terra che giace fra masso, e masso. Glistratidipietracalcareasonquasi ver- ticali,direttidaS.E.a

N. O.

e di varia grossezza. Illoro colore

non

ècostante,e cambia anchenel

medesimo

stra- to,dal biancastropassandoalgiallognolo,alcarnicino,al color dilillachiaro,alrossastro-vinato; la grana n'é

mi-

nutissima,e

non

cristallina:lafratturaè concoide-spianata, opaca,

un poco

traslucida nell'estremità più sottili. Nel- l'interno deglistrati si trovanomolte venedicalcareola- mellare bianchissimo,alcuni piccoli cristallidi solfuro di ferro,ed

una

granquantità di nucleiirregolari,perlopiù rotondati, deldiametrodi

due

pollici

o due

pollicie

mez-

zo, formati da

una

specie di Silici-calce di colorrosso fegatoso,molto duro,

bene

scintillantecolPacciajo, difrat- turascabrosa,pocoeffervescente,ed attraversati

da

piccoli strau",

o

venedicalcecarbonata lamellare rossastra. Nei massidi cui

ho

parlato,chesporgonoaldisopra della su- perficiedellaterra,eche da lungo

tempo

sonoespostial- l'azionedell'aria,dell'acqua, e ditutte leintemperie,que-

sti nuclei si

vedono

rilevatissimi dalla superficedelmas- so, giacchéessendoessipiù duri della pietra calcarea, più di questa

han

resistito.

Due

sono le aperture in quella parte del

monte

;la

prima

èsituatainbasso

non

molto sopra alpiano ove scorreiltorrente,elaseconda piùinaltodiquesta circa

ùn

centodi passi,

non

nella

medesima

lineaverticale,

ma

tìn

poco

piùverso

a Nord. Tanto

l'una che l'altradagli abitantison chiamateindialettoGenovese Jiesciadora,ter- mine, che per quel che

mi

dissero,significasfiatatojo: e

con

ragioneèstatoloro appropriatoquesto

nome,

giacchéda

(7)

1 ambedue

esci va,finche

quando

levisitammo,

con

mollavio- lenza

un

vento freschissimo. Dall' apertura inferiore oltre alvento,scaturivaanche

una buona

quantità di fresca,

e

limpida acqua,laqualecifu dettocomparire in inverno indosemolto maggiore. Questaapertura piùbassa è bi- slunga everticale, altacirca

un

braccioe

mezzo,

allaba- selarga

mezzo

braccio, all'apice

poco

più

d'un

terzo di braccio, formata da

due

deisoliti strati di pietracalcarea inquelpuntofralorodistanti.

Non

è possibilepoterpe- netrare nell'interno del

monte

per questaapertura,

non

tantoperlasuaristrettezza,quanto peresserne quasi chiu- soilfondo da massi che sporgono e da

una

parte,e dal- l'altra.

L'aperturasituatapiùinaltoèrotonda, e tantogrande da potervi passar per l'appunto il corpo

d'un uomo

di giustagrossezza.Essarimaneafiorditerra fraalcunigran- di massi,enoila

trovammo

nascostada

una

granquanti- tàdi fogliesecche,chevisierano ammassate all'intorno.

U

Sig.

Saccomanno

cidisseche

quando

ei visitòla grotta perla

prima

volta,quest'apertura eraanche piùstretta,

ed

egli fuchelaridusseall'attuaidiametro.

Erano

leore un- dici dellamattinaallorchésiarrivòallagrotta,

dimodoché

ijsoleessendonella sua forza maggiore, Varia che esciva dall'interno del

monte

cifacevasentire

un

freddoinsop- portabile.

Per

introdursi nell'interno di quell'angusto foro, ène- cessariolasciarsisdrucciolare, giacchéper lalunghezzadi trebraccia emezzo,lostrettocanale in cui esso mette,va declinando circa quarantacinque gradi.

Appena

però che

si è giunti al basso, si trova la caverna molto più

am-

pia,e di talealtezzadapotervi

comodamente

stare inpie- di.Dallaparte destra s'estende nel

monte

circa

due

brac- ciaemezzo,

ma

non

si

può

andare che carpone.

La

parte poi elevata della grottavolgeasinistra,e

dopo

essersi prolungataanchetrebraccia,terminanellaveragrotta.

È

questa

una

cavitapresso a

poco

ovale, di ventisei braccia circadi circonferenza,lungaundici braccia, e larga

nove

braccia,e

mezzo

: lasuaparte superiore

non

è orizzonta- le,

ma

inclinata: dallatoditramontanaviè lamaggiore altezza,cioè di circasettebraccia, e yà poi gradatamente

(8)

8

calando,

dimodoché

noipunto piò meridionaledella grot- ta,bisogna distendersi quasi col ventre sulla terra per vo- lerla visitare.Tutteleparetisono formatedalletestatedei aolitistrati di pietra calcarea, che ancorli, ed anzi più manifestamentesi

vedono

esser verticali. Ilfondoèqua-

si piano,

ma

irrcgolarissimo, essendo ingombrato da

una

granquantitàdiframmentideglistraticalcareichesi

sono

distaccatidalla volta,etuttiquesti pezzi son ricoperti

da una

incrostazione rossastro-cenerina similissimaa quella che cuopreleossa ,e che fra

poco

descriverò. In qual- che luogo ancoradelfondodella grotta,vièuna^ sorte di terradelcolor

medesimo

dell'incrostazione,

ma

è inpochi posti,edin piccola quantità.

Alcune

stalattitisonoattac- cateaglistrati dellaparte orientale,ésottodi loro si son formate dellemasse

non

piccole

d'un

bell'alabastro color

di cera.

In quel

momento

lagrotta era asciuttissima,

ma

ilSig.

Saccomanno

cidissecheneitempipiovosi dalla partepiù elevata, eche

come ho

detto è l'estremità settentrionale della grotta, sgorga molt'acqua, che scorrendo sopra il

fondovaadingolfarsiin

un

profondo spaccò cheè nelsi- topiùbasso, cioèdallatomeridionale.Allora dall'una,

e

dall'altradi queste aperture, esorta

un

ventoforte e diac- ciato,che

mutando

continuamente l'aria diquella cavita facevache

non eravamo

iii'.-oinodatidaldenso

fumo

pro- dotto daifastellidipagliache tenevamoaccesi perillumi- nare.

U

luogo ovel'acqua

V

inabissa,Aappuntoquelloove

gliossi sonostatitrovati:in nessun altro punto dellaca- vernase

ne

scoprì

mai

alcuno,ed anche allorquandola vi- sitammo,queipochi chesipoteronoraccogliereerano fra isassiammassatiall'ingresso di questa interna apertura.

Pochissimipezzi d'ossa noi ci

procurammo

in quella visita,

avendone

raccolti lamassima'parteilSig.

Saccoman-

no

in varie occasioni. Alcuni di quellison questiche io possiedo, favoritimi dalSig.Intendente e dalSig.Guidoni, e sondepositatinelnostro

Museo;

altriil Sig.

Saccoman-

no

stessogentilmente

mi

diede:altripoieglimolto

tempo

innanzi

ne

avevainviati avari suoiamici,

ma

di questi nulla possodire,giacché

non ho

potuto vederli,nèaver-

ne una

descrizione.

Ma

la quanticimaggiore per quanto

(9)

9 ho

saputo, è quella elio si è perduta rrremissibilmente.

All'epoca iu cui il Sig.

Saccomanno

scopri queste os- * sa,

un

iutieracestaucraccolse,e leconservò lungamen- teiusuacasa,

Gno

ache percapriccio.dclla gente diser- vizio furonogettate,

nou

si sa dove; e malgrado tuUe le ricercheche in seguitone fece fare,

non

èslato possi- bile di trovarnealcuupezzo.

Quasitutte queste ossa sono statetrovale appiccate al foudodellagrotta,per

mezzo

dell'incrostazionechelecuo- pre, incrostazione simUis&inia,o anche

compagna

a quella.

cherivesteisassidel (ondodella grotta.

È

quest' incrosta- zione di colorescurofulvo, di varia grossezza, orasottilis-

sima,oraalta

mezzo

picciolo,e qualchevolta,

ma

rarissi-

m

imeutc, alla tre

o

quattro.Varia aucheInsuastruttura internai

quando

èsottile,è.compatta, opaca,e

non punto

cristallina,esomiglia a

mota

consolidata,e

quando

èpiù grossa, spesso

non

èchespato calcareodicolorgialloros- sastro.All'esterno è

sempre

opaca,e scabrosissima,edin- teramentecopertada

prominenze

irregolari,o rotondate,

obislunghe, ora più, ora

meno

sporgenti. iSopra alcuni degliossichepossiedovisono ancora dei piccoli cilindri vuoti, ondulati,e che

sembrano

esserestatifatti da vermi aquatici. Alni nevolte questa incrostazionetrovasidicolor bianco,edalloraèpiùfriabile,edinvarjluoghi dellasua superficee.anche polverulenta.

Ma

di

qualunque

colore essa sia,quasi

mai non

ècon forza attaccata all'osso, ed usando diligenza, si

può sempre

separaredaesso.

Un

sot-

tilissimo strato

d'una

sostanza dicolorgiallofulvo, e qual- chevolta,

ma

raramente,dicolor scuro,chefacilmentesi raschiaeriducesiinpolvere finissima, è frappostoall'osso eall'incrostazione emolto facilitalaseparazionediquesta:

e io credo che

una

tal polverealtro

non

sia che l'osso

maggiormente

decomposto, giacche uel

medesimo

pezzo inalcuni luoghi lostratocheessa

forma

èpiùalto, inal- tri

meno,

inaltriancora

manca

allatti», in alcuniè

d'un

colore, inaltri

d'un

altro,e

sempre

è perfettamentedistin- toeseparato dall'incrostazione,

mentre con

l'osso,s'uni- sce insensibilmente (1).

(0

Vedilanotache èellafine dellamemorii

.

(10)

10

Nessuno

degliossislatiraccoltinellacaverna era asso- lutamenteintiero.

Una

tibia èilpezzo più perfetto,

ma

ancoraaquesto

manca una

piccolaporzionedell'estremi- tàinferiore: tutu'glialtripoisonoassaimutilati,eridotti in pezzi,

come

seperlacaduta,

o

perl'urto di qualch'al- tro corpo fossero fratturati,e

non

si

può

credere queste rotture essere state prodotte dal rotolamento, giacché quasitutticonservanoperfette leloropunte piùacute,

ed

i loro angoli più taglienti, henchè incrostati, e nascosti dalla stalattite, riprova sicura che queste rotture furono latteda molto

tempo,

e

non

adesso nello scavarle,

come

qualcuno potrebbe dubitare. Cosicché io

suppongo

esser quest'ossistatifratturatidall'urto deisassida cuitrovatisi coperti,e cheforsesisonostaccati dall' altodella grotta

,

o

sonostatigettatiloroaddossodalleacquequivi correnti.

E

probabilmente ancoraalcorso di questeacquedevesiat- tribuire l'essersitrovateleossatutteriunitein

un

solluo- godella grotta,giacché questoluogoèappunto quello ove tuttesi

radunano

in

tempo

di pioggia,

tempo

in cui

per

quelche

mi han

detto, scorre nella grotta dell'acqua in abbondanza

.

Ma

passiamoadessoad

enumerare

,ed esaminareipezzi

d

ossocheiopossiedo dellaCavernadiCassana e che son in

numero

di ventisei.

Pezzo

N.

i. Parte anteriore

d'un

teschio formata da quasi tutto l'osso mascellare destro, dalla basedell'osso della guancia,eda

una

piccolaporzionedelpalatinode- stro, tutto l'intermassillare destro,elaparte anterioredel sinistro.

Nessun

denteviè intierojdell'ultimomolaresol- tantovisonoleradici,

ed una

piccolaporzionedi corona;''

ma

daglialveolisirileva,chequestopezzoavevatremola-

ri,l'ultimomolto grande,eches'estendealdiladell'im-

jumutatura dell'arcata zigomatica:ilsecondo

con

tre radi- ci é

almeno due

terzi piùpiccolo dell'ultimo:il

primo con due

soleradici.Vienpoi

uno

spazio

mancante

affatto di dentied'alveoli, ed in seguito ilgrande alveolo del canino:finalmenteseialveolideidentiincisivi.

Dimensioni

.Distanza dalmargine internò dell'alveolo

d'un

caninoall'altro

due

soldi(Cent. 5.836.)

Lunghezzatotaledelpezzo:

un

terzo dibraccio(Decim.

i.()45.)( Vcd. TavolaFig. 1. ea.)

1 .

1

(11)

It

N.

a.Mascellasuperiore destra

con

piccola parte del- l'osso della guancia, e

con

tutto l'osso palatino destro.

I/ultimo molareperfettissimamente conservato,rende que- stopezzo

uno

dei più importanti.

È

questodente lungo

una

craziae

un

picciolo(Centim. 5.107.) bislungo,

un poco

piùlargo nellaparte anteriore.Dallatoesterno e an- teriormentehatrecollinemolto prominenti; tutta lapar- te interna della corona, el'internomargineèformatoda

un

gran

numero

di piccole

prominenze

tubercolose:ed eccettuata

una

piccolaporzioneesterna del tallone delden- te, tutta lasuacorona è interamentericoperta dallosmal- to.Glialveolidelsecondo dente sonvuoti:quellidelter- zo contengono

sempre

leradici. (Ved. Fig. 6.)

Lungliezzatotaledelpezzo,soldicinquequattrini

due

e

mezzo

(Dee. 1.

703

).

N.

3.Porzioneposteriore dell'osso mascellare, e del palatinosinistro.Alprocessozigomatico della mascella è unita

una prte

dell'jugale.L'ultimo molare è intero e della figurastessadiquello delpezzoprecedente,

ma

èpiù piccoloessendolungo soltanto quattro quattrini e

mezzo

(Centim. t\. 377.) elasua coronaèsiconsumata, che

non

soloèaffatto priva dismalto,

ma

è anchespianata

.

Del secondo molare

manca

la

massima

parte della corona, e del

pruno non

vièche

una

radice.

Benché

questopezzo moltissimoai

due

precedenti somigli, nonostante inqual- checosa

ne

differisce:primieramenteperchè,

come

sièvi- sto,ilsuo dente molare è piùpiccolo;equesto

non

si

può

attribuiread

una

etàminore,giacchélasuacorona consu-

maùssima

lodimostraanzipiùvecchio.

E ne

differiscean- coraperchèquellaporzioned'arcatazigomatica chevi re- sta,è più rivolta inavanti, o, per meglio dire, l'angolo chefacolla parte anteriore del mascellareè

meno

ottuso, diquelchesianeglialtri

due

pezzi(Ved.Fig. 7.).

V

4*Porzionedestra dellamascella inferiore,chesolo è priva dell' apofisicondiloidea. Quest'osso è lungosoldi novee

un

quattrino (Dee. a. 7^3.): 1'apofisi coronoi- deasiinnalza dalpianodeglialveoliquattro quattrini e tre quarti (Cent.4-621.). Essa hatremolari,assai

ben

con- senati,

ma

l'incrostazionechegliricuopreviè cosi tena-

cemente

attaccatache

non

si

può

toglieresenza sciuparela

(12)

sostanza deidemi;

con

tutto ciòsivede chiaramente chela lorocorona èspianata, ecopertada piccole

prominente

rotondeggianti.

D'nn

quarto dente molare

uou

si

vedono

clic

due

radici.

Dopo

vie

uno

spazio vuotoassai grande, che termina ad

un

amplissimoalveolo delcanino,

dopo

il

quac sonotrealveoli piccoli,e

mediocremente

visibiliove cranio impiantatigli incisivi.( Fig. '{ ) ,

IN.5.Porzione sinistrad'una mascellainferiore» priva diquasitutta la parte ascendente.Questo pezzoèmolto similealprecedente,

ma

intutte lesuepartièpiùpiccolo:

dei denti

uon

virimanealtrocheleradici del

primo mo-

lare,degli altritresene

vedono

gli alveoli, esivede an- corailgrandealveolo delcanino.( Fig. 5.)

N.

6.Dente caninoa cui

manca

lapunta: lungo undi- ciquattrinie

mezzo

(Dee. i. 119.).

La

suaradicemisu- ratasid latointernoèlungaotto quattrinie

mezzo

(Cent.

8. 268.), e grossa

un

soldo(Cent.2.918.).Ella ètut- tacoperta distrielongitudinali. Sullacoronavisono

due

spigoliche lascorronolongitudinalmente,

uuo

interno e tagliente, l'altroesterno,emolto

meno

apparente.(Fig. 3.) JS> 7.Vertebra dorsalea.cui

mancano

leestremità delle

«ipofisitrasverse. Essa è lungadall'estremità dell'apoiìsi spinosa all'opposta parte delsuocorpoquattro soldie

un

qua.1rino (Dee. 1. 267.).Ilcorpoèlungo

due

soldie

due

piccioli (Cent.6.

322.),

e grosso quattro quattrinie

mezzo

(Cent.4.377. ) ( Fig.

11.)

N.

8.Vertebra lombare acui

manca

lametàposteriore.

Essa è largatre soldi,ed

un

picciolo. ( Cent.8. 997.)

.

N.

9.

Una

vertebra lombare estremamentecorrosa.

H

corpoè largo tresoldied

un

picciolo, ( Cent.8.997.) egrosso

una

craziae

due

danari(Cent.5.35o.).

N.

io.Parte superiore di

una

costola a cui

manca

ilca- po.

Lunga

quattro soldi,(Dee. 1. 167.)larga

uno

(Cent.

2.918.).

jftftiMi ['

N.

x 1.Parte

media

d'unacostolalunga

due

crazie (Cent.

9.727.)larga

due

quattrinie

un

picciolo(Cent. 2.188.).

Ambedue

quest'ultimi pezzida

un

latosonoconcavi, dal- l'altro assaiconvessiecopertid'irrcgoUrità.

N.

xa. Porzione d'

mucro

destro.

È mancante

dell'e- stremitàsuperiore',c di tuttoilterzo inferiore.

La

sua fi-

Digitizedb

(13)

gara èpresso a

poco

quella

d'un

prismatriangolare.* le cresteesterna,eanterioreson pochissimo rilevateilasua linghezzaèsettesoldie

due

quattrini:(Dee.±. a38.jod ègrosso nella parte

media

quattro quattrinie

memo

(Cent.

4-377. ). 5

;

'i

N,

i3.

Meta

inferioredelradio destro. Prato coperto d'

una

incrostazionemoltodura, che

non

si

può

staccare dall'osso.

La

sua estremità articolare edifiguro ovalcyfor-

mata

da

una

sola faccia,eassaiinclinata verso l'interno',

ed

hasulsuo margine

una

speciedi uibcrcolo

ben

rileva- to,ilrimanentedell'ossoecompresso, edi suoi iati son quasi rettilinei.

La

lunghezza totale è di sei soldie

dué

quattrini(Dee. 1.946.): la larghezza della faccia artico- lare soldi

uno

epicc.

uno

(Cent.3.

i6l):

lunghezzasol- di

due

(Cent.5.836.): larghezzadell'osso nella parte iofe*

riore, crazia

una

e picciolo

imo

(Cent.5* 107.):grossezza quattrini

due

e

mezzo

(Cent.a, 43i.).

N.

14. OssoIschiodestroa

mi manca

la parte csternà dellasua tuberosità.

Le

dimensioni sono: diametro della cavitacotiloide,soldi

due

picc. tre (Cent. 6.566.): larghez- za delsuo corpo

una

crazia(Cent.4*864')*lunghezza di tuttoilpezzo,soldiquattro picc.

due

(Dee. I.li61).

N.

15.

A

Uroosso ischio similissimoalprecedente,

ma

à cui

manca una

porzione

madore

dellaparte posteriore. f

N.

16.

Femore

sini str.>

mancante

dellestremità superio- ra.

Per

la

forma

dellasuaestremità inferiore somiglia as^

saiquellodell'uomo,

ma ne

differisceperla

forma

della suapartemedia, cheè grossa rotondata anteriormente,e spianata posteriormente, senzachevisiveda alcunvestigio della linea aspra. Quest'ossoè formato dallariunionedi quattro frammenti che

mi

furono mandati.

Uno,

acausa delleincrostazioniche

ovunque

loricoprono,veddichiara-*

mente

cheera daglialtripezziseparato

anche

nella^grotta;

ma

gli altrifuronorottinelloservarli. Inquest'osso1'in->

crostazioneavevapenetratoanchenellasuacavita interna,

eparecheessaloabbiarivestito

quando

da

molto tempo

aveva sofferta l'azione dell'aria, giacchétolta la fodera d'incrostazionesitrova l'osso tutto corroso, irregolare, e spaccato.Nellarotturavisondellepunte,e angoliacutis- simi ancor essiincrostati.

Le

sue dimensioni*sonle se-

(14)

>4

guenti.Diametro trasversale delcapo articolare, undici quattrinie

un

picciolo(Dee. 1.094.): diametro antero-po- steriore, settequattrinie

un

ricciolo (Cent. 7. o5a.).Dia- metrotrasversaledellapartemedia,quattro quattrini

e

tre piccioli(Cent.4«6ai.):diametroantero-posteriore, soldi

uno

picc.tre

(Cent

3.648.).

Lungheria

totaledelpezzo soldi dicci quattr.

due

(Dee.3.

n3.)(Fig.

10.).

N.

17.

Capo,

e collo di

Femore

sinistro, acui

manca una

porzionedellaparte posteriore inferiore,

ed una

por- zionesuperficialedelcaposuperiore,eanteriore.

La

por- zione superiore esterna,einternadelcapoèben

consona-

ta,cosicchéla fossettaoves'inserisceilligamento rotondo

sivede benissimo.

La

figura di questafossetta epresso a

poco

semilunare, lunga, misuratasul diametro più grande, cinquepiccioli e

mezzo

(Cent.1.337.),eprofonda

due

picciolie

mezzo

(Mill. 6.080.).

N.

18.tibiadestra.Paragonataa quella

dell'uomo è

piùcorta, epiù grossa,

ed

Ita

una

curva maggiore verso l'esterno. L'esterna delle

due

facce articolari della testa superiore di quest'osso è convessa,

mentre

l'internaè con- cava;el'eminenzadiquest'ultima èpiùaltaepiùacumi- nata di quella,dell' altra.Iltubercolo anterioreacuis'at- taccailtendine inferiore

deHa

rotula ègrande e rivolto in fuori,cosicché

forma una

fossamolto profondasul lato e- sterno delcorpodellatibia.

La

testainferioreè molto più largache nelP

uomo;

e questamaggiorlarghezza

V

estende versolaparte esterna,elasuacavita articolareè divisa in

due

da

un

rialtotrasverso,e rotondeggiante.

Le

sue

dimen-

sionisonoleseguenti.

Lunghezza

totale,soldi undici, quat- trini

due

(Dee.3. 4<>5.):diametrotrasversale dell'estremi- lasuperiore,

una

crazia(Cent.4- 864. )r diametroantero"

posteriore quattrini sette,

un

picciolo

e mezzo

(Cent.7.

173.): diametro più grande dell'estremità mferiore,sol- ditree

un

picciolo(Cent. 8.

997.)

(Fig. 8. 9.)»

.

N.

19. Porzione

media

dellatibia sinistra.

Sembra

che questo pezzo facesse parte dellatibia corrispondente alla sopradescritta,giaccheperfettamentelà somiglia

.

N.

ao.Estremitàinferiore della fibulasinistra. Il

mag-

giordiametrodelsuocapoarticolareè

un

soldoe

un

pic-

ciolo(Cent.3. 161.)el'intieralarghezza del pezzo,undi-

ciquattrini e

due

piccioli(Dee. 1, 121.).

(15)

i5

N.

ai. Porzione

media

di fibula,deldiametro di

un

quattrino etrepiccioli(Cent. i.702.).

N.

22.

Metacarpo

del ditoannidaredestro.

Osso

corto, egrosso,edassaicurvoinferiormente.

La

sua articolazione colcarpoèalta

due

quattrini e

mezzo

( G;nt. 2.

43

1 .).

L'altra articolazione,

due

quattrini

un

picciolo e

mezzo

(Cent. 2,309.).

La

grossezza della partemedia,seipiccioli e

mezzo

(Cent. 1.58o.), elalunghezzatotale settequat- trini etre piccioli( Cent. 7.53i). ).

N.

23. Articolazione posteriore

d'una

falange.

N.

24. Parte del margine superiore della brancaoriz- zontaled'unamascellaovesi

vedono

tre alveoli. Quest'os- so è piuttostosottile,egliaveolisonpiccoli.

La

lunghezza totaleètresoldi (Cent.8. 754.), ela lunghezza

mezzo

soldo( Cent. 277»)•

N.

25.Osso che

sembra

averfattoparte

d'un

apofìsico- ronoide.Ilsuomargino posterioree inferiorecheèintie-

ro, <>rotondo.Egli è largo

una

craziae

due

piccioli(Cent.

5.35o.) elungo

due

crazie ( Cent. g. 727.).

N.

26.Porzione del tronco

d'un

cornodicervo

con una

diramazione laterale.

H

tronco è

molto

compresso, dilatato,

un poco

curvo.

La

diramazioneè (masi rotonda.

La

lunghezzadel tronco èdi

una

crazia ( Cent. 4»

8640

La

grossezza di

un

quattrinoe

mezzo

(Cent. 1.

4%.

) dal lato delladiramazione,di

due

quattrinie

un

picciolo dal- l'altrolato(Cent. 2. 188.).

La

diramazioneèlunga

due

soldi ( Ceat. 5.836.),

ed

il pezzo ditroncotre soldi (Cent. 8.754.).( Fig. 12. )

Avendo

adesso conosciutoil

numero

elaqualitàdelle ossache contenevalagrotta di Cassana,laloro giacitura

ec

cirimaneavedereache razza d'animali queste ossa ap- partennero.Primieramenteio farò osservarechequeste os- sa furonodianimalidi

due

famiglie diversissime.11nu-

mero

minore, edanzi solo tre pezzi, cioèilN. 25. 26.

appartenneroaruminanti.Il->J\.eil25. sonpezzi d'

una

mascellainferiore, e laloro sottigliezza,

forma

deglial- veoliefigura di tuttol'osso,indicachiaramente che appar- tennero

ad

erbivori;edilpezzodicornodicervodescritto al

N.

26. essendostatotrovato

con

essi, fa supporre che anchequelliappartenesseroalla stessaspecie di cervo.

(16)

i6

'Tattiglialtri ossipoisondi carnivori-,edio-

non

starò adesporre adessoicai-attericheglidimostrano appartenen-

tiaquesta famiglia, giacché troppo bisognerebbe che

mi

estendessi,eciò sarebbeancoradi poca o ninnautilità,es- sendofacilissimoachiunqueè

un

pocoistruitonell'anato-

mia

comparatadiconoscerli quasi aprimavistapertali .

E

passandoora a ricercare acpial genere di carnivori ap- partenessero questiossi, iodiròchela

massima

parte gli credod'

Orso

,ed

uno

diLeone, odiTigre,

o

diqualche altraspecie di grossoGatto.

Dall'esamedeiprimicinquepezzi,confacilitasi rileva qualeerailsistemadentario dell'animale a cui apparten- tiéro.Sei dentiincisivinellamascellasuperiore,seinell'in- feriore,

ma

diquesti

non

sericredono cheglialveoli:e

non

si

vedono

cheglialveoli dei

due

canini die trovansi tanto Tièlkimascella superiorecheinferiore,

ma

dallaloroampiez-

za",e profòndithsi

può

arguire che quei dentidestinatia

) riempirti,dovetterofesceremoltoforti,e potenti.

Dopo

que-

stidenti, inaml>elemascelletrovasi

uno

spazioassaigran-

de

vuoto, in seguito del quale nella mascella superiore

vengono

tremolari, nell'inferiore quattro.Dei molaridel- la mascella superiore,nei pezzichepossiedo,

non

è

ben

consenato chel'ultimo,ilquale,

come ho

detto, è grosso bislungo, COo coronaspianata, tubercolosa ce.

E

nella mascella inferiore benché solo l'ultimo sia

ben

visibile, sivede che anche gli altri

hanno

corona tubercolosa, espianati.

Ora da

talicaratteri, da questa combinazione di fortissimidenticanini,

con

deimolari di corona larga spianata,e tubercolosa,

Ognuno

riconoscerà sicuramente

idisumividelgenere Orso: ed

una

riprova ancorasene;

avrà,esaminandolagrandezzadelle mascelle,la loro for-

ma,

ce.Ildente caninodel

N.

6. eancoressod'Orso,co-

me

loindicano lesue dimensioni, i

due

spigoli dicuiè munitalasuacorona,ela

mancanza

dei solchichesitro- vano sopra identi canini deglianimali del genere Felìs.

La

porzionediradio del

N.

i3. siriconosce anch'essaper quellad'un Orso,alla rilevatezza del tubercolo chee sul marginodella faccia articolare,edallapoca curvadell'osso.

Ilfemore N. iG.ancoressoè riconoscibileallagrandezza proporzionale, erelativadellaestremità inferiore,allacon-

\essiladella parte posteriore delsuo corpoce.

(17)

•7 Riguardo adalcunialtriossi, bencliè

uon

abbiano dei caratteriassolutamenteescludivi perdistinguerli daquelli dellealtrespecie di carnivori, nonostante dall'insieme del- leloro

forme

eproporzioni,cui |>aragouarliadaltri ossi, ed Orso, edi

Leone

ec.sipossonoavere delleprovesuf- uricntiper determinarne

con

certezza la specie:laverte- bradorsale del

N.

6.la porzione

d'umero

del

N.

la.i

due

ossi Ischio

N.

i4- e i5. le Tibie N. 18., e 19. la porzionediFibulaai.

ed

i

due

ossidella

zampa N.

aa.e a3.sonoin questa categorìa:

quantunque

essi

non

abbia-

no

deicaratteriproprj,

non

ostante,avendoli paragonati

con

ipezzicimrispondentidell'Orso, credo

non

sbagliareasse-

rendo

,che ancoressifecero parte d'

uno

scheletro d'

Orso

,

diquellostessoanimaleilcui.appartennero lemascelle so-

pradescritte. " < ,

Ma

altripoi,fra quellichepossiedo eche

ho enumera-

ti,amotivodella loromutilazione

non

èpossibilepoterli inalcun

modo

caratterizzare,cosicchéperessisolo'sipos- sonofare delle semplici congetture:sonodi questo

nume-

role

due

vertebrelombari8.,e 9.ei

due

pezzi di costa

10.,e11.

Ora

per compiere Tesarne delle ossa che

ho

enu- merate, resta a parlare del

N.

7. Egli e

come ho

detto

un

poco mutilato,

ma non

ostante chiaramentesiricono- sceperilcapo

d'un

femore: perIlisuagrandezza, perla tessiturainterna,perilcoloreec.somigliamoltissimoalle altreossa;

ma

secondo

un

carattereche conserva in stato ]>erfetto,

non può

apparteneread alcun animale del ge- nere Orso.

H

sig, Giorgio Guvier parlandodelfemoredel- l'Orsodicesatéten'est

pas une

portion

de

spìiereaus- si

complete

(cioè di quelladell'uomo)etil*

a

point

de

fossette

pour

leligarnentroìxd ce. (1),e nella testa di femoredicuiparliamovièlafossettadelligamentoroton- do, benissimoconservata,grande,

ed

assai profonda, tal- ché perquesto carattere essenziale

non può

appartenereal- l'Orso.

È

riflettendoche quantun<rucvarj

mammiferi

ab- bianoil capodel femorecosì costruito,

non

visono che lesolegrandi specie diGattoche possonoaverlod'unadi- mensione efiguraugualeaquella delpezzo checioccupa,

(a)VediCu*.Om.Fan.a. Edit'too.Tom.4.pag. a8j.

(18)

i8

mi

sonoindulto acredereche ad

un Leone o

Tigre o qual- ch'altrogrossoanimalediquesto genere,,egliabbia appar- tenuto, lauto piùche frequentemente s'incontrano anche nellealtrecaverneossiferedella

Germania,

Inghilterra,ec, avanzi ditalsortadiFiere.

Una

ricerca curiosaedinteressantecherestada farsi,a-

vendo

adesso conosciutalaqualità degli animalia cuiap- partennerole ossa,siè

V

epocain cui queste nellaCaver- na furono inumate.

La prima

ideachesipresentasièche questa cavernaservissediricovero aqualchefamigliad'Or-

si,in

tempo

incuile

montagne

d'Italiacopertedibosca- glie foltissime,da pochi

uomini

abitate,eranoinmolti luo- ghida questianimaliinfestate.

Che una

voltal'Appennino nutrisse similifiere,ce lo dice la tradizione, eneabbia-

mo

testimonianza in qualche autore. Il Padre

Fra

Gio.

AngioloLottini nellasceltadi alcuni miracoli

e grazie

della

Santissima Nunziata

di

Firenze,

(i) racconta

come un

tale

Spadino

inMugelloassalito

da un grande Orso

accanito

per lunga

caccia datagli} nel

raccoman-

darsi alla

Nunziata,

vien

mansueta

la fiera,

ed

egli se

ne

libera,

onde

offersedi questo

miracolo apparen-

te

sembianza

nel

Tempio}

emoltivivono ancora che

han

vedutoquestoBoto,cioèl'immaginedilegnoestucco col volto di cera del contadino ghermito dall'Orso, posta inseriecon molti altri sottoiltettodel1piccolo chiostro dellaChiesadella Nunziaia,didove

poco prima

dellafi-

nedeldecorsosecolo,furonotutti levati,perlaragioneche cadevanoa pezzi.

Non

si sa in cheepocaseguissequesto fatto,

ma

dalnostro celebre PietroAngeliosirilevachenel secolodecimosestoerano, e

non

rari, gliOrsi nell'Appenni-

no

diBarga,giacchéeglinatonel1518.,e

morto

nel1596*.

nelsuo

Oy

nogeticonparla della caccia degliOrsi

come

tosadaluipiùvolteveduta

,

PrnetereaquasePaterApermìnus adaoras Erigit aetbereas,Tuscorumqueardii us oris Imminet«ttumida*aqutlooemimmilli»inlinda*}

Vidiegodesertonemorosi monti*inantro Venalorcm armiieldurorobore frelum.

SUrucrehumivalida prestante* viribtu Orso*

0

(0

Firenze appresso Pietro Cecconcellialle stelle medicee anno 1619.in8.*contavole disegnatedaMatteoRosselli,tdalMascagni.

1

Digitizedby

Google

(19)

Sarpius, alqueingerì*parvo discriminelucrum Freme,etsumptihu<lemcfp«»se labori»fi).

Di

piùilTargionineisuoi viaggi inToscana, parlando deglianimali selvaggi della Lunigiana, direeheneglianti- cfù

tempi abbondavano

inquestealpigliOrsi d'

onde

preseil

nome Monte Orsaio

nel

Pontremolese

;esi

sa

che

ne erano anche

negli

Appennini

di

Soraggio

con-

cianti

nella

Cwarfagnana

di

Modena, d'onde

è

nato

ilproverbio

menar

l'Orsoa

Modena,

dicuispiegal'ori-

gine Antonio

raìttsnieri(a).

E non

devefarpuntomaravigliachetalifiere vivessero inqueste

montagne

giacché tuttora essesi trovano, e sulle Alpi,e negliAppenninidegliAbruzzi,ove

abbondando

luo- ghi aspri e difficilmente accessibili,

abbondando

leestese boscaglie, elapopolazioneessendovi

minore

che sù ino-

striAppennini,trovano

un

asilosicuro.

Anche

iCervi, altrianimalidicuisisou trovatiavanzi nella grotta,sisache vivevanoinquesti luoghi; e

non

è

mol-

to

tempo

che vivevano anche nelle nostre

Maremme,

in- sieme

con

iCaprioliediDaini,animali chetuttorasi tro- vano in alcunidistrettidiesse.

Ma quantunque

si potesseprovareche le vicinanze di Cassami furono abitate dagli Orsi, e daiCervi,anchea

memoria

d'uomini,

non

sarà

mai

lostesso per i Leoni

o

altrigrossianimali congeneri, dei quali ancora

abbiamo

trovato dell'ossamescolate

con

l'altrenella

medesima

ca- verna.Cosicchéèprobabiledidover rimontare ad

un

e- poca piùlontanadi quellaove giungelastoria,elatradi- zione, per trovareil

tempo

incui gliavanzianimali della grottadi Castanacessaronod'appartenere adesseri viventi.

E

siccomeilSig.GiorgioCuvierconmolti lavorifattisu- gli scheletri dellespecied'

Orso

attualmenteesistenti,e sù quella di cuisitrovanogliavanzi nellecaverne,è arrivato atrovare deicaratteri essenzialissimi,medianteiqualibene

sipossonodistingueregliunidaglialtri,

abbiamo

cosi

una

conferma di ciòche io dico, giacchéesaminando questi

ft)PetriAngelii Bargaeipoemata omnia.Romaei581.Cvaogetico*

veldeVenalione Lìb. 6 p. «54

(a.«

0

Giov. Targioqi. Rel^tioned*alcuai viaggifatti indiverta partidellaToiean»,«e.Tom.X.p.375.

(20)

ao

differenti caratteri

vedremo

laspecie d'Orso,a cuiapparten- neroleossa della grotta diCissana,esserdiversa

da

tutte lespeciecheesistono nel

tempo

presente.

Tutteleossadelle specieche adesso vivesi

conoscono

,

sono piùpiccole diquellechetrovansi nellecaverne, e

ne

differiscono ancora

un poco

per la figurae proporzione delleloroparti.Io peraltro

non ho

intenzione di riporta- requiin particolaretuttiiminuticaratteriche distinguono queste

due

sorte discheletri, giacché ciòsarebbe nojoso

,

edingran parteinutile,

ma

parlerò solo dei piùessenzia-

li, ediquellichenel nostro casopossonfargiuoco.

Gli Orsi tuttoraesistenti

hanno immediatamente

dietro ciascundentecanino,tanto nella mascella superiore ohe nell'inferiore,

un

piccolodente molare,costantemente,

ed

anche independentementedall'età:dipiù

hanno un

altro piccolomolarenellamascellasuperiore avantiitregrossi

,

cosicché negliOrsidispecie vivente, quattromolarisiAro- vanoin linea nellamascella superiore,edun'altroimpiantato dietroalcanino,

onde

questamascellafra tuttie

due

ila- tiè

munita

di i8. denti.

Ma

nei cranj degliOrsigliavan-

zideiqualisi trovanosolo nellecaverne,

mancano

quasi

sempre

ipiccoli molarichestan dietro aicanini,e quasi

sempre manca

ilpiccolomolareposto avantiai tre grossi molaridellamascella supcriore, cosicchégliOrsidellecaver-

nehanno

ordinariamentesolo quattordici denti nellamascel- lasuperiore. Io

ho

detto,ordinariamente,giacché lo stesso Sig.Cuvierconfessaaver trovatoframoltissimi cranj

che ha

esaminati,delleeccezioni a questa regola, avendo ve- dutoin alcuni

un

piccolo alveolo,inaltri

un rudimento

di piccolomolare.

Ma

siccomeè certochetutte lespecie viventid'Orso,sono munitedi questi piccoli dentimolari, nonostantelesuddette eccezioni,isopracitaticaratteri sa- rannosufiìcientissimi per denotare

come

appartenenti

a

specieperdutequei cranj,ove

mancheranno

tali piccoli molari.

Ora dunque

siccome gli Orsi che abitaronola grotta di Cassana,eranoprivitonto dei

due

piccoli

molari

dellamascella inferiore,chedeiquattro della mascellasu- periore,

come

siégiàvedutonelladescrizione deivarjossi trovati, chiaramentesiconascecheessiappartennero

non

ad alcunadelle specieattualmenteconosciute viventi,

ma

s

(21)

21 atnialchedunadiquello,icuiavanzisitrovanonelle caver- na.

Okre un

tal caratterevarjaltrive ne sono eimportan- ifssimi,toltidallaprominenza maggiore,

o minore

degli ossifrontali;

ma

di questicaratteri

non

parlo,giacchédi- sgraziatamente,

come

si è veduto,(ralleossa chepossie-

do

, niuno ve

ne

èappartenentea questaporzionedicra- nio.

Con

tutto ciò ilcarattere sopra indicato unito alla grandezza degli ossi diCassana, che èassai maggioredi quella degliossidellespecie viventi,sonocaratteripiùche sufficientiper dimostrare che appartengono a qualcunadel- le specieperdute.

Di

ciò

adunque

assicuratici,

vediamo

oraa qualedelle specieperdute,quella,che

ha

somministrateleossadicui óracioccupiamo,sidevereferire,giacché ditre

almeno ne

IrariconosciutogliavanziilSig. Cuviernelle grotte della

Alla

prima

diquestetrespecieestinteèstatodatoilno-

me

d'

Ursus

priscus,

ed

è quellache piùdi tutte lealtre s'approssima allespecieattualmenteviventi, giacche oltre all'esserepiùpiccola, averelafronte spianata quasi

come

quella dell'Orso

bruno d'Europa (Ursus ardo*}

è

sem-

premunitadei piccolimolari postidietroaicanini,ede- gli altri

due

postiavantiaigrossimolaridella mascella su- periore,

ed

èlasola fra tutte lespeciefossili cheabbia i

piccoli molari dietro i canini della mascella superiore, giacché

quantunque

di rado, nonostante qualche volta, corno

ho

detto,si trovano ipiccoli molaridella mascella inferiore

o almeno un

rudimentodel loro alveolo anche nellealtre speciefossilid'Orso,

ma giammai

in queste si

trovanoipiccolimolaridietroicanini dellamascella su- periore.

Un

sol cranio diquesta razza siconosce, equasi intiero,echefu trovato dalSig. Galdfussin

uno

deipiù profondirecessidellacavernadiGaylenreulh.

La

secondaspecieèquella detta

Ursus

arctoideus.In essa lafronteèmolto più prominente chenell'

Ursus

pri- scus,ecostantementeè priva dei piccolimolaripostidie- troaicanini,eavantiaimolaridellamascella supcriore, caratteri per altro che gli sono

comuni eoa

laseguente specie.Icranjchesitrovanodell'

Ursus

arctoideus sono più grandidicpieidelprecedente.

(22)

1*

La

terzaspeciennalmenteè quella

àeW Ursus

spelaeus.

Egli èperledimeusioui presso apoco simileall'l/rsus

arctoideus,ma

lasua fronte è

molto

piùnievaia, ifron-

tali

hanno

ciascunojunaspecie digobba moltosporgente^e

una

maggiordistanzapassa frai suoi denti canini,eisuoi molariusperìori.

Ora vediamo

aqualedi questetrespeciedi

Orso

sipos- sono referire gliavanzi trovaliaCassana. Allaprima,

o

all'

Ursus

priscus

certamente,giacché1

Orso

diCassa- na

ha

delledimensioni molto piùgrandi, e di più,

come

si

èveduto,

non

haipiccolimolarichesitrovanoDell'

Ursus

priscus. Essi

debbono dunque

avere appartenuto

o

al-

l'

Ursus

spelaeus

o

all'

Ursus

arvtoìdeus:disgraziatamen- te

mi mancano

gliossifrontali,dalla cuimaggiore,

o minor

curvatura, dalla presenza,o

mancanza

delleloro

due

gob- be,sondesuntiiprincipalicaratteriche distinguono queste

due

specie;cosichè

non mi

è possibile col

mezzo

diessidi nulla decidere.

Ma

avendo esaminata la proporzione

che

passanell'OrsodiCassanafra ladistanzacheè dalmargi- ne posteriore dell1alveolo delcanino superiore al

primo

molare,eladistanzacheèdaquesto

primo

molareall'an- golo inferiore dell'arcatazigomatica; eparagonata questa proporzioneconquella delle disianze

medesime

nelT

Ursus

spelaeus,e nelT

Ursus

arctoidnus, trovo in questa

un

earattereche credo più chebastante per determinare

che

l'OrsodiCassanae identico coli'

Ursus

spelaeus.

impe-

rocchénell'OrsodiCassanala distanzacheè frail

primo

molare, edilmargineposteriore dell'alveolo del canino,

è minore

diquellachepassafrail

primo

molare,el'angolo inferiore dellabase dell'arcala zigomatica, appunto

come

nt-iVC'rsusspelaeus,

meutre neW Ursus

arctoideusladi- stanza frail

primo

molareeilcanino,

o

épiù grande,

o almeno

ugualeaquellacheèfrail

primo

molare,e l'an- golo inferiore dellabasedell'arcatazigomatica.

. Questoél'unicocarattereche

ho

trovato nelle ossa

che

possiedo,perconoscernelaspecie:

ma quantunque unico

eglièperaltroimportantissimo e più chesufficiente,cosic- ché

non

esitopunlo

ad

asserirecheleossa della grotta di

(a

•ma

appartenneroa\V

Ursus

spela,us

.

Benché

il Sig. Cuvier parli, descriva, ed anche dia

(23)

»3 bnone

figure dèlio

massima

parte delle

DM

del tronco,ed estremità diOrsifossili,

quantunque

ancor conosca chefra queste ossavisonodelle differenzecaratteristiche,nonostan- te,siccomenellecaverne(inoadessoconosciute

sempre

so-

no

statetrovatemescolate insieme

con

quelle

d'un

altraspe- cie,eladiversitàdidimensione chepassafralle

due

specie maggiori, cioèfra

V

Cursusspelaeus,e

YUrsus

arctoidcus1

non

essendopoi grandissima, perciòegli

non

haarditodire chequelliappartengonoall'una, piuttostocheall'altra.

Ora

aquestoriguardocredocheifossilidiCassami possanoessere diqualcheutilitàper lascienza, giacché,siccometutte le ossacaratteristiche,cheinquella grottasonostatetrovate, esseudosimiliperlaloro strutturaalle altre,essendo

d'una

proporzioneaquestecorrispondente,

ed

essendostate tro- vate giacentituttenel

medesimo

luogoeinsieme confuse

,

iotengopercertocheappartenessero ai

medesimi

indivi- dui:esiccomedi quelle ossale caratteriiUichechiaramente

siconosconoesser ossadell'

Ursus

spelaeus,cosianchetut- te le altre

come

ossadell'

Ursus

spelaeus, credo

debbano

considerarsi.

Di modo

che paragonandolegiàconosciute, e. descrìtte,

ma

di cui

non

èstata determinatalaspecie,

con

quelledelle quali

ho

dataladescrizione ela figura,secon-

do

che sarannosimili,

o

diversedaqneste,sipotràcon più giustezza congetturare, se

ad

una,

o

ad

un

altraspecieap- partamelo. Cosi secondo questo

mio modo

dipensare, la mascella rappresentata dal Sig. Cuvier nella Tavola 37.

bis.fig. 7.appartieneall'

Ursus

spelaeus> giacchémolto somiglia a quelle trovateaCassa un,e perla

cuna

del

mar-

gine inferiore, eperladistanzafra il

primo

molare, e il

canino. Cosila

prima

qualità difemore chelostessoau- tore descrive,e cherappresenta nellaTav.*6. fig. 9. to.

11.appartieneall'

Ursus

spelaeus, essendo anch'essoper- fettamente uguale, e perla grandezza,eperle

forme

a quelloda

me

trovato.

La

tibiadell'

Ursus

spelaeus sem- bra cheilSig.Cuvier

non

laconoscesse,imperciocchédice chequelle

da

lui possedute appartengono ad

una

specie diversa da quella, di cui fece parteilfemore sopraindi- cato: difatto le tibie di

Ca

ssana chefurono dellostesso animale a cui appartennel'indicatofemore, oltre ades- serepiù grandi, sonoanche proporzionatamente piùgros- se,

ed un

poco piùcurve.

(24)

•4

Ma

ritorniamoalla

prima

questione, cioè quàlsia

V

e- poca in cui vissero gli Orsi nella grotta diCassana.

Da

tutte le considerazioni fatte fino aqui, resulta

adunque

chiaramente cheaniunadelle specie ora esistenti si

può

referirel'OrsodiCaspana,

ma

chereferiresideveall'

Ur*

susspelaeus,speciescomparsadalla superficie delglobo,

edicuitrovamisologliavanzi nellecaverne. Conseguen- tementeèdimostrata assurda del tutto la

prima

ipotesi

,

cioècheleossa di cui parliamofosserod'individui d'

una

diquelle razze d'

Orso

che tròvansi anche adesso e sulle Alpi,e nell'Abruzzo;tantopiùche

con

queste ossaabbia-

mo

trovatoancoradiquelle

d'un

animaledelgenere

Fe-

lix, animale,che sicuramente più

non

abita l'Europa,

ma

di cuisitrovanosololereliquie inalcune cavernedel- la

Germania,

Inghilterra,ec., anche là unite

con

leossa d'Orso, ed'altri carnivori} di

modo

che la questione dell'origine

deposta

diCassanaentra adesso in quella del- leossa di questestessecavernedi

Germauia,

eInghilterra, questionechegiàessendostataesaminatada piùcelebrina- turalisti,io

non

faròche riportareleloro opinioni.

Le

caverne ossifere della

Germania,

e Inghilterra trò- vansi nelle

montagne

di pietracalcarla secondaria,econ- tengonoquasi

sempre

avanzidimoltespecie d'animali,

ma

quellid'Orso perlopiù soglionodominare. Spesso però

si trovanouniti a ossad'Jena,Leone,

Lupo,

Volpe,

Don-

nola,Ghiottone,Elefante,Rinoceronte,

Ippopotamo, Ca-

vallo,oc.,stranomescugliodi specie d'animali adesso a- bitatoridiclimi diversissimi,eche rende

molto

più diffi- cileilritrovamentodellacausache le

ha

riuniteinquelle caverne.Giacché qualora sisupponesse,

come

alcunivo- gliono,chetuttequeste ossa fossero state trasportatenel- l'interno delle grotte dall'acque,nel

tempo

in cuilasu- perfìciedelgloboerainondata,allorasolo

ben

si

compren-

derebbe

come

gliavanzid'animaliadesso abitatori di pae-

sifraloro lontanissimi, potessero essere stati riuniti.

Ma come

è possibile<Y adottare

una

tale ipotesi?

come mai

si

può immaginare

cheleacquepotessero trasportarequeste ossa incaverne che

hanno

piccolissime aperture? e se le acquefosserostateilveicolochetrasportòleossa nelleca- verne mediantelevarie correntidacui inquei

momenti

di

(25)

20

convulsionedovevanoessereagitate,perchò anchenellevi- cinanzedell'apertura dellacaverna

non

sitrovanoossa si- mili a quelleche sononelsuointerno?

E come

poi inten-

derechenelrotolamento e soffregamentocui taliossa do- vevano essere soggette, trasportate essendo dalle acque

,

]>ossanoessersiconservateintatte,qualisiriscontranole lo- roapofisipiùsottili,egliaiuoli sporgenti,

come

lenissi-

mo

fanno riflettere,ancheiSigg.Guvicr1'eBuckland?

Non

è"questa

una

chiarariprovacheleossa in questione

non

mai

furonosoggettò a

un moto

violento?

E

per ultimo faro osservare che questa, supposizione;e priva diqua-

hmque fondamento

, giricchò'nessun' fatto noi

abbiamo non

solo capacedi dimostrare,

ma nemmeno

di farci sospettare,'che le nCijue marine abbiano ricoperti gli ossi delle caverne.'Sopra alcuno di questi

non

fu

mai

trovata spoglia di testacei mnrini, nò alcuna nefu tro- vata in quella

mota

su,cuiordinariamentegiacciono.

E

se alfeparétidi'questecaverne,

come

riportano varj autori,

.sìsonvedutiattaccati deigusci ditestacei marini, ciò

non prmerà

cheil

mare

abbia inondate le caverne mentre già racchiùdevanoleossa,

ma

solamentecheegli le

ha

invase e vi ha in <jual<he epoca soggiornato:ed ^1

non

trovare nessuno di questi res$ d'animalimarininèsulleossa,nò mistialla

mota

chetalicaverneracchiuddno,mostrachia- ramente chequest'epocafuanterioreall'inumazione del-

l'ossa intalinascondigli.

1/altrasupposizionechesi

può

faresi echele caverne oveadesso trovatisi Jeossad'Orso ed'altri carnivori,fos- sero in

un tempo

illororicovero, elàdentro

morendo

per vecehiaja,

o

altrecausenaturali,leloro ossavisi

ammas-

sassero,inmaggiore o

(

in

minor

quantità,secondo che per

un

maggiore,o

minor

lasso di

tempo

queste'grotteservirono loro diabitazione.

Ed

ilvedere che perilsolitoinqueste cavernegliavanzi delle varie specie di carnivori

non

viso-

no

sparsiconfusamente,e senzaproporzione,

ma

cheanzi in

una predominano

quelli d'una specie e in

una

quelli d'

un

altra;ilvederechefralleossa dellespecie

predomi-

. nanttin quellatalcaverna, spesso vi si trovano tutte, <>

quasi tutte leossa delloro scheletro, e che vi sitrovano resti d'individuid'ognietà,son provefortissimein favo-

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