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Rapporto Annuale Regionale 2010 Sardegna

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Academic year: 2022

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Rapporto Annuale Regionale 2010

Sardegna

ottobre 2011

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Rapporto Regionale 2010

Direttore Regionale: Daniela Petrucci Comitato di redazione:

Michele Pintus Marco Sbressa Mauro Dessy Pietro Mura

Carlo Enrico Manca Riccardo Balistreri Roberto Di Tucci Marina Tanda

Segreteria di redazione: Rita Argiolas

Presentazione del Direttore Regionale Daniela Petrucci

La Sardegna tra difficoltà e speranze in un mondo in crisi - Lavoro e occupazione di Marco Sbressa – Direzione Regionale per la Sardegna

I dati macroeconomici – Le aziende assicurate – L’andamento infortunistico di Michele Pintus – Direzione Regionale per la Sardegna

Settore Vigilanza

di Piero Licheri – Direzione Regionale Sardegna Il nuovo ruolo dell’INAIL nella “Prevenzione”

di Mauro Dessy – Direzione Regionale Sardegna Il reinserimento sociale e lavorativo

di Adamina Barbone – Direzione Regionale Sardegna Le monografie:

- Surroga dell’INAIL e Mediaconciliazione -

a cura di Roberto Di Tucci – Direzione Regionale per la Sardegna - L’andamento delle malattie professionali -

a cura di Carlo Enrico Manca – Direzione Regionale per la Sardegna - Risparmiare sul premio INAIL -

a cura di: C. Agus, I. Cadeddu, P. Mura e F. Parroni – Direzione Regionale per la Sardegna - Il regime delle verifiche periodiche previsto dall’art. 71 del decreto legislativo 81/2008 - a cura di Riccardo Balistreri e Sergio Zurrida – Dipartimento ex ISPESL di Cagliari

Stampato dalla Tipografia INAIL - Milano

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Rapporto Regionale 2010

Indice

Presentazione del Direttore regionale 5

Prima parte – Il contesto socio economico

Le aziende e gli infortuni sul lavoro

1.1 Qualche dato sulla Sardegna 8

1.2 La Sardegna tra difficoltà e speranze in un mondo in crisi 9

1.3 Lavoro e occupazione 12

1.4 I dati macroeconomici 14

1.5 Le aziende assicurate 19

1.6 L’andamento infortunistico: tabelle e grafici 21

1.7 Malattie professionali 23

1.8 Lavoratori stranieri 41

1.9 Settore Vigilanza 50

1.10 Il nuovo ruolo dell’INAIL nella “Prevenzione”

1.11 Il reinserimento sociale e lavorativo 1.12 Indice delle tavole

Seconda Parte – Le monografie

2.1 Surroga dell’Inail e Mediaconciliazione 59

2.2 L’andamento delle malattie professionali 63

2.3 Risparmiare sul premio Inail 67

2.40 Il regime delle verifiche periodiche previsto dall’art. 71 del decreto legislativo

81/2008 e s.m.i. 76

50 53 55

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(5)

Presentazione

Il Rapporto annuale rappresenta ogni anno lo strumento idoneo ad illustrare lo scenario nell’ambito del quale si è svolto il lavoro istituzionale ed i risultati raggiunti dalla Direzione Regionale Sardegna.

Risultati che consideriamo positivi e che riteniamo siano rispondenti al principio al quale l’INAIL si è ispirato nell’anno 2010, espresso da un vecchio proverbio sardo: “Ognunu dat contu de sa bertula sua … e chie pagu bettat pagu isettat” (Ciascuno dà conto della sua bisaccia – cioè delle proprie azioni – e chi semina poco aspetti poco).

Gli infortuni sul lavoro sono in calo anche nel 2010, come negli anni precedenti, sia per quel che concerne il numero complessivo, sia relativamente agli infortuni mortali. Ma la

“riduzione” non può essere un motivo di soddisfazione sino a quando anche un solo lavoratore pagherà con la vita o con la sua integrità fisica l’esigenza di guadagnarsi il pane.

L’evento sicuramente più importante nell’anno 2010 è stato la nascita del “polo della salute e della sicurezza”, con l’incorporazione di Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) ed Ipsema (Istituto di previdenza per il settore marittimo), unificazione che ha reso più completa, razionale ed efficiente la funzione di ricerca e prevenzione dell’Istituto.

Pertanto, oltre a svolgere il ruolo istituzionale tradizionale, si è reso e si renderà sempre più necessario “bettai de prusu” (seminare di più) “pro isettai de prusu” (per raccogliere di più).

Anche sulla scorta della linea impostata dal Presidente dell’Istituto, Marco Fabio Sartori, la nostra semina è stata e continuerà ad essere, quella di investire su attività di prevenzione e sicurezza, da un lato nel sostegno finanziario alle imprese che attuano interventi di prevenzione e favorendo la normativa premiale, dall’altro, in sinergia con le parti sociali, con iniziative e azioni mirate, finalizzate alla diffusione e al sostegno di una “cultura della sicurezza”, per far progredire la nostra Isola sulla via di una maggiore “civiltà”, che si concretizza anche col ridurre i rischi e i danni determinati dalle attività lavorative.

L’auspicio nonché l’impegno è che la semina sia sempre maggiore, proseguendo anche nei prossimi anni con gli investimenti e l’attenzione, che deve essere fatta propria da tutti gli attori dei processi produttivi e della formazione, anche scolastica, per consentirci di avere un raccolto sempre maggiore.

Il Direttore Regionale

Daniela Petrucci

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Prima Parte

Il contesto socio economico -

le aziende e gli infortuni sul lavoro

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1.1 - Qualche dato sulla Sardegna

Superficie Kmq 24.090 Popolazione 1.667.000 Variazione % PIL + 1,3 PIL pro capite € 19.552 Lavoratori occupati 593.000

Tasso disoccupazione 14,1 Tassi di occupazione totale 51,0 Tasso di occupazione 15-34 anni 40,1 Numero province otto Sardegna estensione coste marine Km 1.731

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1.2 - La Sardegna tra difficoltà e speranze in un mondo in crisi

L’economia italiana nel 2010, grazie anche al miglioramento degli scambi commerciali con l’estero, ha visto crescere il Prodotto interno lordo (Pil) dell’ 1,3 per cento. Nel decennio 2001-2010 l’economia italiana è stata, tra le economie europee, quella che è cresciuta meno; il suo tasso medio annuo è stato pari allo 0,2 per cento, contro l’1,3 per cento dell’Ue e l’1,1 per cento dell’Uem.1

Il rapporto tra debito pubblico e Prodotto interno lordo (Pil), che nel 2009 era pari a 116 per cento, nel 2010 è salito al 119 per cento.

Per quanto riguarda il lavoro, il 2010 ha segnato per l’Italia un peggioramento del tasso di disoccupazione che è salito all’8,4 per cento dal 6,7 per cento del 2008.

Anche l’economia della Sardegna si è chiusa nel 2010 con un leggero incremento del Prodotto interno lordo, ma permangono le difficoltà, seguite alla crisi del 2008, in diversi settori produttivi. Secondo la SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno) il tasso di variazione medio annuo del Pil della Sardegna, a prezzi concatenati 2009-2010, è stato del +1,3 per cento. La Sardegna si colloca, assieme all’Abruzzo e alla Calabria, tra le regioni del Sud che nel 2010 hanno avuto, rispetto al 2009, una più consistente crescita del Prodotto interno lordo (Abruzzo + 2,3; Calabria + 1,0). Questo dato non è però indicativo della fine della crisi in Sardegna poiché già nel 2011, secondo le previsioni diffuse dalla stessa SVIMEZ, la crescita del suo Pil sarà pari a zero (0,00).

Relativamente alle dinamiche occupazionali, in Sardegna nel 2010 c’è stata una crescita, seppur modesta, degli occupati di circa 1.100 unità, prevalentemente nei servizi. Il tasso di disoccupazione è aumentato rispetto al 2009 raggiungendo il 14,1 per cento.

Sul fronte dell’imprenditorialità, in Sardegna si è avuta una diminuzione del numero di imprese attive per settori di attività economica passate da 149.275 del 2009 a 148.429 del 2010 (-0,6 per cento).2

La difficile situazione economica ha avuto effetti negativi anche sul reddito delle famiglie sarde; dagli stessi dati diffusi dalla SVIMEZ emerge che il prodotto interno lordo pro-capite nel 2010 è stato di 19.552 euro (nel 2009 era di 19.716 euro). Confrontando questo dato con quello delle altre regioni del Mezzogiorno, si evince che la Sardegna occupa una posizione intermedia tra l’Abruzzo, (21.574 euro) che ha il Pil più alto, e la Campania, che ha il Pil più basso (16.372 euro). Se si tiene conto che la Lombardia, la regione italiana più ricca, ha un Pil pro-capite di 32.222 euro e che la media nazionale è di 25.583 euro, si comprende quanto deve ancora fare la Sardegna per colmare questo divario.

Della difficile situazione economia, sociale e dell’occupazione dell’Isola si è occupato anche il Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro (Crel) della Regione Autonoma della Sardegna che ha formulato osservazioni e proposte attraverso il testo3 approvato a giugno 2011. Relativamente alla difficile situazione della Sardegna nel documento è scritto che “i dati più evidenti riguardano lo stato di grave crisi di quasi tutto il sistema produttivo, con punte particolarmente acute nel settore industriale e in quello agro alimentare. La chiusura di numerosi impianti nell’industria con la perdita di circa cinquemila posti di lavoro solo nell’ultimo anno, la mancata conclusione delle principali vertenze in atto, senza credibili

1 ISTAT: Rapporto annuale - La situazione del Paese nel 2010

2 Camera di Commercio di Cagliari - Istituto Guglielmo Tagliacarne: Nota sull’economia della Provincia di Cagliari

3 Regione Autonoma della Sardegna – Presidenza Consiglio Regionale dell’Economia e del lavoro proposta n.

3/2011

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prospettive di ripresa, ma solo ricorso agli ammortizzatori sociali, sono gli aspetti più preoccupanti di questo comparto.”

Anche la Banca d’Italia4 nel suo Rapporto annuale sull’economia della Sardegna ha illustrato le problematiche generali relative alla crisi esplicitando nelle “Note” la situazione dei diversi settori.

Pertanto al fine di dare una panoramica sull’economia della Sardegna, si riporta brevemente la situazione di alcuni settori produttivi.

Agricoltura

Nel 2010 in agricoltura si è registrata una contrazione nella produzione alla quale hanno contribuito sia le coltivazioni che la zootecnia. Il raccolto dei principali prodotti agricoli è diminuito di circa il 4 per cento e le esportazioni dei prodotti agricoli sono calate rispetto ai valori del 2009. Per quanto riguarda la zootecnia si è avuta una produzione di carne e latte stabile ma a causa del calo delle quotazioni si è determinato un minor fatturato delle aziende. La crisi ha aggravato le difficoltà delle aziende di allevamento nel comparto ovi- caprino a causa di un eccesso di capacità produttiva che ha determinato una minore redditività del prodotto fornito all’industria di trasformazione. Inoltre una minore domanda di prodotti caseari venuta dall’estero e, una scarsa competitività del comparto con una frammentazione dell’organizzazione produttiva, ha inciso negativamente acuendo le difficoltà del settore.

Industria

L’andamento del settore industriale nel 2010, grazie al rafforzamento della domanda nazionale e all’aumento degli scambi con l’estero, è lievemente migliorato rispetto al 2009.

Ma la crisi ha determinato un aggravamento dei problemi del settore con la sospensione di alcune produzioni, l’aumento delle difficoltà degli operatori più piccoli, e la riduzione numerica di imprese e di addetti del settore.

Secondo un’indagine della Banca d’Italia (su un campione di imprese) il fatturato dell’industria regionale è aumentato in termini nominali rispetto all’anno precedente grazie ai comparti petrolifero e della chimica. Solamente un terzo delle aziende dell’ industria manifatturiera ha dichiarato di aver avuto un aumento di fatturato, inferiore però alla media nazionale (media nazionale 54,5 per cento).

Complessivamente, il settore metallurgico ha segnato una lieve ripresa dell’attività produttiva; così come la chimica ha avuto una più forte ripresa con un aumento delle esportazioni ed una riduzione del ricorso alla Cassa integrazione. Nei comparti manifatturieri la ripresa invece è ancora debole mentre nella meccanica si è avuto un aumento delle ore di Cassa integrazione. Nel settore di trasformazione agroalimentare, a causa della riduzione delle vendite, sono aumentate le immobilizzazioni di magazzino. Bene l’industria del sughero dove si sono incrementati la produzione, gli investimenti ed anche l’occupazione.

Costruzioni

Per quanto riguarda il settore delle costruzioni nel 2010 si è avuta una riduzione nell’attività edilizia residenziale (produzione – 7,4 per cento) a causa della domanda nel mercato delle abitazioni che continua ad essere debole. L’edilizia non residenziale, che aveva avuto un andamento positivo nei due anni precedenti (2008-2009), ha segnato un peggioramento soprattutto a causa della flessione degli investimenti per la costruzione di nuovi fabbricati industriali ed artigianali.

Relativamente alle opere pubbliche vi è stato un incremento degli investimenti nelle infrastrutture ed una maggiore attività di manutenzione del patrimonio edilizio non

4 Banca d’Italia: ”Economie regionali – L’economia della Sardegna” – Cagliari giugno 2011

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residenziale. Rispetto al 2009, nel 2010 si è avuta una flessione nella realizzazione di nuovi edifici pubblici.

Turismo

Anche il settore turistico nel 2010 ha risentito della crisi. Infatti, come ha scritto il CRENoS,5 il 2010 non è stato un buon anno per il turismo nazionale e regionale. La crescita della domanda turistica in Sardegna che già aveva rallentato nel 2009, ha registrato nel 2010 un ulteriore andamento negativo. In particolare vi è stata la diminuzione degli arrivi pari al 2,7 per cento e una contrazione delle presenze dell’1,2 per cento rispetto al 2009; sono diminuiti inoltre, contrariamente a ciò che è avvenuto in penisola, gli arrivi stranieri (-5 per cento). La componente straniera è una presenza importante per la Sardegna; l’incidenza di presenza nel 2010 è stata intorno al 33 per cento superando la media delle regioni del Mezzogiorno. Più del 94 per cento dei pernottamenti stranieri è dato da turisti europei. Nel 2010 si è avuta la crescita di turisti austriaci (+ 19 per cento) e tedeschi (+1 per cento), mentre è calata la presenza dei turisti inglesi. Dall’esame del CRENoS si rileva un peggioramento generale della presenza di turisti stranieri mentre i turisti che scelgono la Sardegna nei mesi di bassa stagione sono solo il 16,6 per cento.

La Sardegna pur vantando un numero consistente di infrastrutture portuali e aeroportuali che garantiscono l’accoglienza ed il trasporto di turisti e viaggiatori, ha un turismo ancora prevalentemente stagionale (estivo). Non va sottovalutato invece il fatto che la Sardegna manca di una rete di trasporti interna efficiente che non può prescindere dall’adozione di linee elettrificate la cui mancanza penalizza tutto il sistema dei trasporti interni.

L’Isola quindi ha necessità di realizzare infrastrutture che possano garantire servizi di qualità ed efficienza nel settore dei trasporti interni; tuttavia, la presenza costante di un numero sempre maggiore di navi da crociera nel porto di Cagliari, dimostra che la Sardegna ha realizzato da tempo alcune infrastrutture importanti per accogliere i turisti.

5 CRENoS: CRENoS TERRITORIO - Economia della Sardegna sintesi 18° Rapporto 2011 – maggio 2011

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1.3 – Lavoro e occupazione

Come accennato in premessa, in Sardegna la recente crisi economica e finanziaria si è ripercossa negativamente anche sul mercato del lavoro. Infatti il tasso di disoccupazione, proseguendo un trend negativo, dal 2008 è andato sempre peggiorando: era il 12,2 per cento nel 2008, il 13,3 per cento nel 2009, e il 14,1 per cento nel 2010.

Secondo i dati i ISTAT, il tasso di occupazione del 2010 è stato del 51,0 per cento, segnando una leggera variazione (+0,2 per cento) rispetto al 2009 (50,8). Nella media 2010, l’unico settore produttivo che ha avuto un leggero aumento di occupati rispetto al 2009 è stato quello dei servizi (+2,1 per cento), mentre l’occupazione è calata sia in agricoltura che nell’industria.

Nel 2010 in Sardegna, in controtendenza rispetto al trend italiano, si è registrato un incremento della forza lavoro, con un aumento del tasso di attività al 59,5 per cento rispetto al 58,7 per cento del 2009.

Sempre secondo i dati ISTAT, nel 2010 in Sardegna le forze di lavoro sono state 691mila, in aumento rispetto al 2009 (683mila). Nel 2010 il numero di emigrati è stato di 6.600 mentre gli immigrati sono stati 5.900 con un saldo migratorio pari a -0,7 (migliaia di unità).6 Gli occupati nel 2010 sono stati 593mila in crescita rispetto al 2009 di circa 1.100 unità.

Questo dato fa ben sperare, ma si è ancora lontani dal numero di occupati del 2008 (611mila). La distribuzione degli occupati in base ai settori di attività economica è la seguente: 30mila unità in agricoltura, 115mila unità nell’industria - di cui 56mila nelle costruzioni - e 449mila unità nei servizi.

Secondo la Banca d’Italia “Per il terzo anno consecutivo è diminuito il numero degli addetti dei settori primario, delle costruzioni e dell’industria. In quest’ultimo, dal 2004 si è registrata una perdita complessiva di oltre 15 mila occupati, pari a circa il 21 per cento del totale; la riduzione ha riguardato esclusivamente l’occupazione dipendente.” 7

In Sardegna il totale di coloro che sono in cerca di occupazione è cresciuto nell’ultimo anno, passando da 91mila unità nel 2009 a 98mila unità nel 2010. Le persone che nel 2010 hanno cercato attivamente lavoro sono aumentate del 46 per cento rispetto al 2007.8

In valore assoluto, nel 2010, si è avuto in Sardegna un aumento delle ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) autorizzate che sono state 13.288.646 mentre nel 2009 sono state 10.053.241; tale incremento è dovuto all’espansione della CIG Straordinaria.9

Esaminando i dati ISTAT sull’occupazione femminile si rileva che, il totale delle persone occupate nel 2010 era di 240mila unità di cui 223mila nei servizi, 13mila nell’industria, 4mila in agricoltura. Rispetto all’Obiettivo di Lisbona la Sardegna è ancora lontana per quanto riguarda il tasso sull’occupazione femminile.

La crisi economica dell’Isola ha influenzato negativamente le prospettive di inserimento nel mondo del lavoro dei giovani. Infatti il tasso di disoccupazione della popolazione tra i 15 e 24 anni è stato, nel 2010, del 38,4 per cento mentre il tasso di occupazione dei lavoratori tra i 15 e 34 anni è stato, nella media del 2010, del 40,1. Pertanto in Sardegna vi è una vera emergenza lavoro per i giovani.

6 SVIMEZ: schede regionali Rapporto 2011 sull’economia del Mezzogiorno

7 Banca d’Italia: ”Economie regionali – L’economia della Sardegna” – Cagliari giugno 2011

8 CRENoS TERRITORIO - Economia della Sardegna sintesi 18° Rapporto 2011 – maggio 2011

9 Camera di Commercio di Cagliari - Istituto Guglielmo Tagliacarne: Nota sull’economia della Provincia di Cagliari

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I Neet

Relativamente alla situazione dei giovani, appare opportuno fare un accenno ai Neet (Not in Education, Employment ot Training) cioè a quei giovani che non lavorano e non studiano.

Anche in Sardegna i Neet sono un fenomeno preoccupante, infatti, come ha scritto la Banca d’Italia nel suo rapporto sull’economia della Sardegna,10 con la crisi economica sono aumentati dell’11% (dal 2008 al 2010 quasi 12 mila unità in più). I dati percentuali nell’Isola risultano inferiori a quello del Mezzogiorno ma maggiori del dato nazionale. La condizione di Neet è più diffusa tra i giovani meno istruiti; nel 2010 in Sardegna l’incidenza era del 32,7 per cento tra coloro che non possedeva un titolo di studio superiore, il 25,2 per cento tra i diplomati e il 27,9 per cento tra i laureati. Dall’elaborazione dei dati della stessa Banca d’Italia, riferiti all’ISTAT, emerge che in Sardegna, tra il 2008 e il 2010, vi è stato un maggiore incremento percentuale di Neet (+10,9) tra i laureati.

10 Banca d’Italia: ”Economie regionali – L’economia della Sardegna” – Cagliari giugno 2011

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1.4 - I dati macroeconomici:

occupazione e sviluppo relativi all’anno 2010 Tav. 1 – SARDEGNA – Dati 2010 popolazione e occupazione(in migliaia)

Popolazione per sesso e classe di età – Media 2010 SESSO fino a 14

anni

15-24 anni

25-34 anni

35-44 anni

45-54 anni

55-64 anni

65-74 anni

75 anni e oltre

Totale

Maschi 107 88 115 138 126 107 79 58 817 Femmine 99 84 111 136 129 110 90 90 849

Totale 206 172 226 274 255 217 169 148 1.667

Fonte: ISTAT

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

Sardegna – Forze di lavoro e tasso di attività – Medie 2008-2010 ANNO

Forze di lavoro Tasso di attività (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine

2008 420 276 696 71,6 48,1 59,9 2009 408 275 683 69,5 47,9 58,7

2010 409 282 691 69,8 49,2 59,5 Fonte: Elaborazione Agenzia regionale per il lavoro su dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

Sardegna – Occupati e tasso di occupazione per sesso – Medie 2008-2010 ANNO

Occupati Tasso di occupazione (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine

2008 379 232 611 64,4 40,4 52,5 2009 361 231 592 61,4 40,2 50,8

2010 353 240 593 60,2 41,8 51,0 Fonte: Elaborazione Agenzia regionale per il lavoro su dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

Sardegna – In cerca di occupazione e tasso di disoccupazione – Medie 2008-2010 ANNO

Persone in cerca di occupazione Tasso di disoccupazione Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine

2008 41 44 85 9,8 15,9 12,2

2009 47 44 91 11,5 16,0 13,3

2010 55 42 98 13,6 14,9 14,1

Fonte: Elaborazione Agenzia regionale per il lavoro su dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

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Sardegna – Occupati per settore di attività e sesso – Media 2010 Settori di attività

economica

Sesso Totale % femmine su

totale

Maschi Femmine Numero %

Agricoltura 25 4 30 5 13,3

Industria

102 13 115 19,3 11,3

di cui

costruzioni 53 3 56 9,4 5,3

Servizi 226 223 449 75,7 49,6

Totale 353 240 593 100 40,4

Fonte: elaborazione Inail su dati ISTAT

Sardegna – Raffronto occupati 2010 per settore di attività (in migliaia)

2010

Servizi 449 76%

Industria 115 19%

Agricoltura 30 5%

Sardegna – Raffronto occupati per settore di attività

2006 2007 2008 2009 2010

numero % numero % numero % numero % numero %

Agricoltura 38 6,3 38 6,3 38 6,2 34 5,8 30 5

Industria 133 21,9 140 22,8 128 21 122 20,7 115 19,3

di cui costruzioni 63 10,4 67 10,9 62 10,1 61 10,2 56 9,4

Servizi 437 71,9 435 70,9 445 72,8 435 73,5 449 75,7

Totale 608 613 611 592 593

Fonte: elaborazione Inail su dati ISTAT

Sardegna –Andamento dell’occupazione (in migliaia)

2006 2007 2008 2009 2010

OCCUPATI 608 613 611 592 593

Fonte ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

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Andamento occupazione in Sardegna 2006-2010

592 593

608 613 611

2006 2007 2008 2009 2010

Sardegna - Andamento occupati periodo 2006-2010 per settore di attività (in migliaia)

30 38 34

38 Agricoltura

38

122 115 140 128

Industria;

133

435 449 435 445

Servizi 437

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

2006 2007 2008 2009 2010

Sardegna - Andamento 2006-2010 occupati nelle costruzioni (in migliaia)

63

67

62

61

56

50 52 54 56 58 60 62 64 66 68

2006 2007 2008 2009 2010

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Tav. 1/bis – ITALIA – Dati 2010 popolazione e occupazione (in migliaia)

Popolazione per sesso e classe di età – Media 2010 SESSO fino a 14

anni

15-24 anni

25-34 anni

35-44 anni

45-54 anni

55-64 anni

65-74 anni

75 anni e oltre

Totale

Maschi 4.359 3.104 3.848 4.885 4.299 3.583 2.857 2.246 29.181 Femmine 4.122 2.966 3.812 4.855 4.401 3.793 3.282 3.640 30.871 Totale 8.480 6.070 7.660 9.739 8.701 7.376 6.139 5.887 60.051 Fonte: ISTAT

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

Italia – Forze di lavoro e tasso di attività – Medie 2008-2010 ANNO

Forze di lavoro Tasso di attività (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine 2008 14.884 10.213 25.097 74,4 51,6 63,0 2009 14.790 10.180 24.970 73,7 51,1 62,4

2010 14.748 10.227 24.975 73,3 51,1 62,2 Fonte: Elaborazione Agenzia regionale per il lavoro su dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

Italia – Occupati e tasso di occupazione per sesso – Medie 2008-2010 ANNO

Occupati Tasso di occupazione (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine 2008 14.064 9.341 23.405 70,3 47,2 58,7 2009 13.789 9.236 23.025 68,6 46,4 57,5

2010 13.634 9.238 22.872 67,7 46,1 56,9 Fonte: Elaborazione Agenzia regionale per il lavoro su dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

Italia – In cerca di occupazione e tasso di disoccupazione – Medie 2008-2010 ANNO

Persone in cerca di occupazione Tasso di disoccupazione Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine

2008 820 872 1.692 5,5 8,5 6,7 2009 1.000 945 1.945 6,8 9,3 7,8

2010 1.114 989 2.102 7,6 9,7 8,4 Fonte: Elaborazione Agenzia regionale per il lavoro su dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

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Italia – Occupati per settore di attività e sesso – Media 2010 Settori di attività

economica

Sesso Totale % femmine

su totale

Maschi Femmine Numero %

Agricoltura 636 255 891 3,9 28,6

Industria 5.188 1.323 6.511 28,5 20,3

di cui

costruzioni 1.825 105 1.930 8,4 5,4

Servizi 7.810 7.660 15.471 67,6 49,5

Totale 13.634 9.238 22.872 100,0 40,3

Fonte: elaborazione INAIL su dati ISTAT

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

Industria 6.511

28%

Servizi 15.471

68%

Agricoltura 891 4%

Italia –Andamento dell’occupazione

2006 2007 2008 2009 2010

OCCUPATI 22.988 23.222 23.405 23.025 22.872

Fonte: ISTAT

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

OCCUPATI ITALIA

22.872 23.025

23.405

23.222 22.988

22.600 22.800 23.000 23.200 23.400 23.600

2006 2007 2008 2009 2010

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1.5 - Le aziende assicurate all’INAIL

Tav. 2 – Numero Aziende per settore di attività. Anni 2008-2009-2010

Regione Settore Attività Azienda 2008 2009 2010

SARDEGNA

Azienda inquadrata in più settori 2.114 2.217 2.350

Ancora da determinare 1.100 844 672

Industria 5.828 6.177 6.158

Artigianato 39.709 41.775 41.743

Terziario 29.386 31.863 32.425

Altri 1.064 1.159 1.173

Speciale 365 806 826

Totale 79.566 84.841 85.347

79.566

84.841 85.347

76.000 77.000 78.000 79.000 80.000 81.000 82.000 83.000 84.000 85.000 86.000

2008 2009 2010

Num ero aziende assicurate all'INAIL

Aziende 2010 in Sardegna per settore di attività

Altri 1%

Artigianato 49%

Terziario 38%

Speciale 1%

Azienda inquadrata in

più settori 3%

Industria 7%

Ancora da determ inare

1%

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Tav. 2a – Numero Aziende per settore attività e territorio INAIL. Anni 2008-2009-2010

Province Settore Attività Azienda 2008 2009 2010

Cagliari

Azienda inquadrata in più settori 888 904 943

Ancora da determinare 982 329 213

Industria 3.013 3.065 3.040

Artigianato 14.274 14.413 14.325

Terziario 12.734 13.197 13.345

Altri 424 425 425

Speciale 239 258 258

Totale 32.554 32.591 32.549

Carbonia- Iglesias

Azienda inquadrata in più settori 72 79 89

Ancora da determinare 107 54 69

Industria 175 184 182

Artigianato 1.587 1.597 1.589

Terziario 1.186 1.245 1.267

Altri 49 47 52

Speciale 68 72 77

Totale 3.244 3.278 3.325

Nuoro

Azienda inquadrata in più settori 389 399 416

Ancora da determinare 292 84 69

Industria 732 754 743

Artigianato 7.783 7.859 7.804

Terziario 4.628 4.780 4.964

Altri 243 249 248

Speciale 86 89 96

Totale 14.153 14.214 14.340

Oristano

Azienda inquadrata in più settori 156 161 185

Ancora da determinare 173 106 113

Industria 298 306 303

Artigianato 3.753 3.772 3.737

Terziario 2. 502 2.537 2.577

Altri 141 140 141

Speciale 101 101 101

Totale 7.124 7.123 7.157

Sassari

Azienda inquadrata in più settori 660 675 717

Ancora da determinare 796 280 208

Industria 1.781 1.870 1.890

Artigianato 13.762 14.137 14.288

Terziario 9.580 10.112 10.272

Altri 293 298 307

Speciale 306 294 294

Totale 27.178 27.666 27.976

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1.6 - L’andamento infortunistico: tabelle e grafici

Anche per l’anno 2010 si rileva, per la Sardegna, la conferma del trend in diminuzione del numero degli infortuni sul lavoro, passati da 16.680 dell’anno 2009 a 15.967 (- 4,3% rispetto all’anno precedente): la riduzione è, per la prima volta maggiore, in percentuale, della tendenza riscontrata a livello nazionale (-1,9%, da 790.112 a 775.374).

La tendenza alla diminuzione degli eventi appare quindi ormai consolidata, pure in Sardegna, a partire dall’anno 2006 (si è passati da 18.521 a 15.967) anche se si deve rilevare che la diminuzione degli infortuni sul lavoro per l’anno 2010 (-4.3%) risulta inferiore a quella relativa all’anno 2009 che si era attestata al -7,14%.

In dettaglio, se si considerano i soli infortuni in attualità di lavoro, con esclusione quindi degli infortuni “in itinere” (avvenuti sul tragitto casa-lavoro) e degli infortuni dovuti alla circolazione stradale, la riduzione del fenomeno infortunistico in Sardegna è leggermente inferiore: si passa, infatti, da 13.405 infortuni a 13.007, con una riduzione del 3% nell’anno 2010 rispetto all’anno 2009, mentre il dato nazionale evidenzia una riduzione del 2% (da 646.106 a 633.086).

Anche gli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel tragitto casa-lavoro e viceversa, sono in diminuzione (da 1.992 a 1.946, -2,3%) con una riduzione in Sardegna, meno significativa rispetto al dato nazionale (in diminuzione del -4,7%; da 93.037 a 88.629). Minore riduzione verosimilmente dovuta, almeno in parte, anche alla particolare situazione della viabilità in regione. E’ da tener presente che, se ci si riferisce al quinquennio 2006 – 2011, il numero degli infortuni “in itinere” è nel complesso aumentato del 17,4% (da 1.698 a 1.946).

Peculiare e particolare appare l’esame dei dati relativi agli infortuni, in attualità di lavoro, occorsi a lavoratori che quale luogo di lavoro hanno la strada (come, nell’autotrasporto merci e persone, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione stradale etc.,) che evidenzia, a livello regionale, la diminuzione maggiore: gli infortuni sono passati, infatti da 1.283 del 2009 a 1.014 del 2010 con una riduzione del -21%. Il dato risulta particolare perché la riduzione, di misura molto significativa, è in controtendenza rispetto all’andamento riscontrato a livello nazionale, dove, per questa tipologia di infortuni, si rileva un aumento del 5,3% (da 50.969 del 2009 a 53.679 infortuni del 2010). Sul fenomeno può aver influito, anche alla luce delle tragedie degli scorsi anni, una maggior attenzione al miglioramento delle misure di sicurezza nei cantieri e sulle attività stradali, ma, posta la situazione delle strade della Sardegna, la crisi economica, col blocco delle attività nei poli industriali del sud, del centro e del nord Sardegna, col relativo indotto di trasporti e forniture, ed il rallentamento delle attività edili e commerciali hanno certamente ridotto gli spostamenti sul territorio per l’esercizio dell’attività lavorativa.

Sommando gli infortuni in itinere con quelli avvenuti sulla pubblica via causati dalla circolazione stradale (compresi quindi sia gli incidenti stradali durante l’attualità di lavoro che parte degli infortuni avvenuti nel tragitto casa-lavoro), i dati relativi al fenomeno complessivo che evidenziano la riduzione nell’anno 2010 rispetto all’anno 2009 del 9,6%

(da 3.275 a 2.960) percentuale di miglioramento decisamente superiore, anche questa volta, al dato nazionale che riporta, nell’anno 2010, una riduzione del 4,74% negli infortuni in itinere (da 93.037 a 88.629), ma un aumento degli infortuni da circolazione stradale del 5,3% (da 50.969 a 53.679), per una riduzione complessiva per l’intero fenomeno degli infortuni avvenuti sulla strada del -1,2% (da 143.986 a 142.308).

Anche per quel che concerne l’indice di incidenza (numero di infortuni ogni mille occupati), vi è stata in Sardegna una riduzione, essendo passata da 24,799 casi nel 2009 a 23,629 casi nel 2010 con una riduzione complessiva nel quinquennio 2006 – 2010 pari a -14,7%

(da 27,689 casi a 23,629), relativamente agli infortuni in occasione di lavoro e da 3,363 a 3,280 relativamente agli infortuni in itinere, per una riduzione complessiva di -1,253 casi, anche se per quel che concerne i soli infortuni in itinere, relativamente al quinquennio

(22)

2006-2010 vi è stato un aumento da 2,795 casi a 3,280 casi ogni mille occupati, pari, come già evidenziato, a + 17,4%.

La riduzione complessiva dei casi di infortunio ogni mille lavoratori occupati nel periodo 2006-20010 è stata dell’11,7%, passando da 30,484 a 26,909.

Per quel che concerne gli infortuni con esito mortale si deve sottolineare che per la prima volta il numero degli infortuni, a livello nazionale, è sceso al di sotto della soglia dei 1.000, risultato al quale l’Istituto ritiene di aver contribuito in materia decisiva con gli interventi di finanziamento in materia di prevenzione e con le attività di formazione, informazione e divulgazione eseguita anche in sinergia con le parti sociali e scientifiche, che hanno contribuito a tener alta l’attenzione sul fenomeno. Nonostante il risultato raggiunto, al quale l’istituto ha dato una notevole importanza, non ci si può comunque ritenere soddisfatti, perché il “costo” in vite umane resta sempre assurdo e troppo elevato e l’obiettivo non può che rimanere quello di “infortuni zero”.

Il numero degli infortuni mortali in Sardegna, per l’anno 2010, ha fatto registrare una riduzione del 34%, passando dai 41 casi dell’anno 2009 ai 27 dell’anno 2010. Una variazione così significativa a livello percentuale è dovuta anche alla presenza, nell’anno 2009, di un “picco” particolarmente elevato di eventi che aveva portato i casi mortali da 28 a 41 in un solo anno, prevalentemente legati alla circolazione stradale. Per valutare correttamente l’andamento degli infortuni con esiti mortali appare quindi utile riguardare i dati degli ultimi cinque anni: 36 infortuni nel 2006, 37 nel 2007, 28 nel 2008, 41 nel 2009 e 27 nel 2010 che confermano, per il periodo in esame, la tendenza alla riduzione.

Il trend in riduzione degli eventi con esito mortale è in linea con la tendenza in diminuzione riscontrata a livello nazionale, pari al 6,9%, con gli eventi mortali passati da 1.053 a 980.

Se si esaminano i dati riferiti esclusivamente agli infortuni mortali accaduti in attualità di lavoro all’interno dei luoghi di lavoro (fabbrica, cantiere, terreno agricolo, etc.), il dato è risultato costante, con 16 eventi sia nel 2009 che nel 2010.

Vi è stata invece una notevole riduzione degli infortuni mortali in ambito stradale (autotrasportatori merci e persone, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione stradale, etc.), dove gli infortuni legati alla circolazione stradale si sono ridotti da 16 a 7, mentre gli infortuni in itinere si sono ridotti da 9 a 4.

Appare opportuno evidenziare alcune ulteriori considerazioni in merito al fenomeno degli incidenti da circolazione stradale. Il dato regionale relativo all’incidenza, sul totale degli infortuni sul lavoro, di quelli dovuti alla circolazione stradale è del 6,35% (1.014 su 15.967), con valore percentuale inferiore a quello nazionale che è del 16,04 (124.376 su 775.374).

Se si confrontano i dati sugli infortuni con esiti mortali, si rileva una differenza ancora più marcata. Infatti gli incidenti stradali mortali dovuti alla circolazione sono a livello regionale il 25,92% del totale (7 casi su 27) mentre, a livello nazionale, l’incidenza degli eventi mortali sul totale risulta del 54,28% (532 su 980).

Gli infortuni in itinere in Sardegna incidono invece per il 14,81% (4 su 27), mentre l’incidenza a livello nazionale è pari al 23%.

Nell’esaminare complessivamente il fenomeno degli infortuni non si può però non prendere in esame la situazione dell’occupazione e, in particolare, della “non occupazione” che ha pesantemente caratterizzato il 2010 nell’isola.

Il tasso medio di disoccupazione è passato dal dal 13,3% al 14,1%, pur in presenza di un aumento della popolazione occupata dello 0,8%, corrispondente a 1.000 unità occupate in più (da 592.000 a 593.000).

La riduzione dell’occupazione si è spalmata tra l’agricoltura, con meno 4.000 unità (-11,8 da 34.000 a 30.000),e l’industria, con meno 7.000 unità (-7,5%, da 122.000 a 115.000) mentre nei servizi vi è stato un aumento di circa 14.000 unità (+ 3,2%, da 435.000 a 449.000).

Nel considerare il saldo occupazionale è poi opportuno tener conto del fatto che nell’anno 2010 vi è stato un notevole aumento del numero delle ore di cassa integrazione, cresciute di circa tre milioni.

(23)

La distribuzione degli occupati è quindi nel complesso del 5% in agricoltura (rispetto al 5,8%

nel 2009), del 19,3% nell’industria, di cui il 9,4% nelle costruzioni (rispetto al 20,7% e 10,2%

nel 2009) e del 75% nei servizi (rispetto al 73,5% nel 2009).

L’attività, quindi, si è ancor più spostata verso i “servizi”, settore a bassa incidenza di infortuni, con riduzione degli occupati nell’industria e nell’agricoltura, che presentano incidenze infortunistiche ben maggiori. In particolare, emerge la sempre maggior crisi del settore industriale.

Rilevante è la differente distribuzione degli occupati nei vari settori di attività tra la media italiana e quella dell’isola: in agricoltura, Sardegna 5% Italia 3,9%; nell’industria, Sardegna 19,3%, Italia 28,47%, nei servizi, Sardegna 75,7% Italia 67,6%.

Ai numeri sulla riduzione dell’occupazione occorre poi aggiungere quelli relativi ai lavoratori in cassa integrazione, concentrate nell’industria, con un aumento rispetto al 2009 di oltre tre milioni di ore di lavoro. Vi è stata quindi una riduzione non solo nella platea complessiva dei lavoratori soggetti a rischio, ma anche una maggiore riduzione dei lavoratori occupati in attività maggiormente a rischio.

Verosimilmente, quindi, almeno un terzo della riduzione può essere addebitata alla situazione socio economica.

Il trend della riduzione è comunque innegabile, posto che nel quinquennio 2006-2010, come detto sopra, vi è stata una diminuzione pari al 13,8%, a confermare una crescita di attenzione verso la sicurezza, che sembra in costante consolidamento, anche se si deve altresì tener conto del fatto che i piccoli infortuni che si verificano tra i lavoratori non assicurati (in nero), probabilmente non vengono denunciati.

Per quel che concerne la rischiosità delle attività lavorative, è da rilevare la situazione dell’agricoltura. Benché occupi solo il 5% dei lavoratori in attività, vi accadono il 15,2% di tutti gli infortuni (a fronte del 6,5% di media in Italia), in aumento anche rispetto al 2009 (15%) e oltretutto, con elevato tasso di gravità. E’ un segnale che, data la ridotta dimensione e la frammentarietà del tessuto delle imprese agricole, deve richiamare sia le associazioni, sia le istituzioni a intervenire nel settore, coinvolgendo gli operatori e facendo transitare il messaggio della sicurezza che nel settore industriale viene maggiormente veicolato, anche grazie a sistemi di formazione obbligatoria. Anche per questo motivo l’INAIL ha dato corso ad un progetto, in collaborazione con la regione, per un importante intervento in materia di prevenzione ed ha posto in essere una serie di iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione con varie organizzazioni del settore agricolo.

Si riduce invece ancora il tasso di incidenza degli infortuni avvenuti nell’industria manifatturiera (dal 10% al 9,1%) elemento rilevante anche per inquadrare la caratterizzazione della struttura del tessuto economico dell’isola, posto che la media italiana è 18,4% e nelle costruzioni da 11,9% a 10,4%, mentre nei servizi (che impegnano 75,7%

degli occupati aumenta dal 42,9% al 46,5%, in coerenza con l’aumento della percentuale di popolazione occupata, anche se con un indice di gravità molto inferiore.

1.7 - Malattie Professionali

Un ragionamento particolare merita il fenomeno delle malattie professionali.

Negli ultimi anni si è registrata, in tutte le aree del Paese, una crescita molto sostenuta delle denunce di malattia professionale sia in virtù delle numerose iniziative avviate dall'INAIL, con il contributo delle Parti sociali e dei medici di famiglia, volte a sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro nel far emergere le cosiddette malattie "nascoste", sia a seguito dell'entrata in vigore delle nuove tabelle (D.M. 9 aprile 2008) che, classificando come "tabellate" molte patologie (in particolare quelle dell'apparato muscolo-scheletrico) prima "non tabellate", hanno in pratica esonerato il lavoratore dall'onere della prova dell'origine lavorativa di queste malattie, incentivando così il ricorso alla tutela assicurativa.

Nel 2010 le malattie professionali denunciate in Sardegna sono infatti aumentate, nel complesso, del 54,1%, passando da 1.815 a 2.797.

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Esaminando gli specifici settori, sono aumentate del 65,4% nell’industria e servizi, da 1.274 a 2.107 e del 28,7% in agricoltura, dove sono passate da 518 a 667. Le percentuali di aumento, per l’anno 2010, a livello nazionale sono del 16,7% nell’industria e servizi e del 63% in agricoltura.

In aumento anche l’indice di incidenza (numero casi ogni 1000 occupati), passato da 1,488 casi nel 2006 a 4,714 casi nel 2010.

La crescita delle denunce di malattie muscolo-scheletriche è stata particolarmente accentuata nella regione Sardegna, dove negli ultimi due anni si registrano incrementi di dimensioni notevolmente superiori alla media nazionale.

A seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa sulle malattie tabellate, rispetto al passato vi è stato anche un notevole cambiamento sul tipo di malattie denunciate. Se prima infatti il maggior numero di patologie era legato alla sordità da rumore, nel 2010 la prevalenza schiacciante è stata quella delle malattie osteoarticolari (derivanti dalle modalità di esecuzione dell’attività, con influenza sull’apparato osteoarticolare e muscolare) passate da 1.070 nel 2009 a 2.042 nel 2010 e costituenti il 73% di tutte le malattie denunciate, a fronte del 10,7 delle patologie da rumore (passate da 260 a 298) E’ da notare che le patologie osteoarticolari sono aumentate dal 2006 al 2010 del 637,2% (da 277 a 2.042).

Ancora sottostimate rispetto alle attese paiono essere le patologie tumorali: 34 casi, di cui 3 da asbesto.

Bilancio infortunistico in Sardegna 2008-2010 per occasione di lavoro

Modalità evento 2008 2009 2010

In ambiente di lavoro ordinario 14.728 13.405 13.007

Circolazione stradale 1.264 1.283 1.014

In itinere (tragitto casa-lavoro) 1.974 1.992 1.946

Totale 17.966 16.680 15.967

Infortuni per modalità di accadimento in Sardegna periodo 2008-2010

2008 14.728 2009

13.405 2010 13.007

2008 1.264

2009 1.283 2010

1.014

2008 1.974

2009 1.992

2010 1.946

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000

Am biente di lavoro ordinario Circolazione stradale In itinere

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Sardegna – Infortuni in complesso 2006-2010 – valori assoluti

Modalità di evento 2006 2007 2008 2009 2010 Var. % 2010/2006 in attualità di lavoro 16.823 16.515 15.994 14.688 14.021 -16,7

in itinere 1.698 1.870 1.991 1.992 1.946 14,6

Totale 18.521 18.385 17.985 16.680 15.967 -13,8

Occupati 607.564 612.972 610.918 592.289 593.379 -2,3

16.823

16.515

15.994

14.688

14.021

2006 2007 2008 2009 2010

Infortuni in attualità di lavoro 2006-2010 -16,7%

1.698

1.870

1.991 1.992

1.946

2006 2007 2008 2009 2010

Infortuni in itinere 2006-2010 +14,6%

18.521 18.385

17.985

16.680

15.967

2006 2007 2008 2009 2010

Infortuni totali 2006-2010 -13,8%

607.564

612.972 610.918

592.289 593.379

2006 2007 2008 2009 2010

Occupati 2006-2010 -2,3%

(26)

Sardegna – Infortuni in complesso – Indici di incidenza (per 1.000 occupati) Modalità di evento 2006 2007 2008 2009 2010 Var. %

2010/2006 in attualità di lavoro 27,689 26,943 26,180 24,799 23,629 -14,7

in itinere 2,795 3,051 3,259 3,363 3,280 17,4

Totale 30,484 29,993 29,439 28,162 26,909 -11,7

27,689

26,943

26,180

24,799

23,629

2006 2007 2008 2009 2010

Indice di incidenza Infortuni in attualità di lavoro -14,7%

2,795 3,051 3,259 3,363 3,280

2006 2007 2008 2009 2010

Indice di incidenza Infortuni in itinere +17,4%

30,484

29,993

29,439

28,162

26,909

2006 2007 2008 2009 2010

Indice di incidenza infortuni totali 2006-2010 -11,7%

(27)

Sardegna – Casi mortali – Valori assoluti

Modalità di evento 2006 2007 2008 2009 2010 Var. % 2010-2006

in attualità di lavoro 27 27 19 32 23 -7,4

in itinere 9 9 9 9 4 -77,8

Totale 36 36 28 41 27 -25,0

23 32

19 27 27

4 9 9

9 9

0 5 10 15 20 25 30 35

2006 2007 2008 2009 2010

attualità di lavoro in itinere

Sardegna – Casi mortali – Indici di incidenza (per 1.000 occupati)

Modalità di evento 2006 2007 2008 2009 2010 Var. % 2010-2006 in attualità di lavoro 0,0444 0,0440 0,0311 0,0540 0,0421 -5,2

in itinere 0,0148 0,0147 0,0147 0,0152 0,0034 -77,0

Totale 0,0592 0,0587 0,0458 0,0692 0,0455 -23,1

0,0540

0,0152

0,0034 0,0421 0,0440

0,0311 0,0444

0,0147 0,0147

0,0148

0,0000 0,0100 0,0200 0,0300 0,0400 0,0500 0,0600

2006 2007 2008 2009 2010

in attualità di lavoro in itinere

(28)

Infortuni per attività economica 2010 – Confronto Sardegna - Italia

ATTIVITA’ SARDEGNA % ITALIA %

Agricoltura 2.427 16% 50.121 6%

Totale industria manifatturiera 1.458 9% 142.554 18%

Costruzioni 1.662 10% 71.421 9%

Commercio 1.512 9% 68.306 9%

Trasporti 1.057 7% 58.797 8%

Servizi 4.854 31% 199.697 26%

Altre attività 2.144 13% 152.020 20%

Dipendenti conto Stato 853 5% 32.458 4%

Sardegna

Servizi 4.854

31% Trasporti

1.057 7%

Commercio 1.512

9%

Costruzioni 1.662

10%

Totale industria manifatturiera

1.458 9%

Agricoltura 2.427 Altre attività 16%

2.144 13%

Dipendenti conto Stato

853 5%

Italia

Servizi 199.697

26% Comm ercio

68.306 9%

Trasporti 58.797

8%

Costruzioni 71.421

9%

Totale industria m anifatturiera

142.554 18%

Agricoltura 50.121

6%

Dipendenti conto Stato

32.458 Altre attività 4%

152.020 20%

(29)

Andamento infortuni in Sardegna periodo 2007 - 2010

15.967 16.682

17.966 18.362

14.500 15.000 15.500 16.000 16.500 17.000 17.500 18.000 18.500 19.000

2007 2008 2009 2010

Raffronto infortuni Sardegna periodo 2008-2010 per modalità di accadimento

2008 14.728 2009

13.405 2010 13.007

2008 1.264

2009 1.283 2010

1.014

2008 1.974

2009 1.992 2010

1.946

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000

- Am biente di lavoro ordinario - Circolazione stradale In itinere

Confronto infortuni per provincia 2009-2010

5.807 5.526

1.496 1.446 3.169

2.967

1.584 1.565

2.056 1.921

630 586 858

774

1.080 1.182

Cagliari Nuoro Sassari Oristano Olbia-Tempio Ogliastra Medio- Campidano

Carbonia- Iglesias

2009 2010

(30)

18.521 18.385

17.985

16.680

15.967

14.500 15.000 15.500 16.000 16.500 17.000 17.500 18.000 18.500 19.000

2006 2007 2008 2009 2010

Sardegna – Infortuni in com plesso 2006-2010 – valori assoluti -13,8

Andamento Infortuni in attualità di lavoro 2006 - 2010 -16,7%

14.021 14.688

15.994 16.515

16.823

12.500 13.000 13.500 14.000 14.500 15.000 15.500 16.000 16.500 17.000 17.500

2006 2007 2008 2009 2010

Andamento infortuni in itinere 2006-2010 + 14,6

1.946 1.992

1.991 1.870

1.698

1.550 1.600 1.650 1.700 1.750 1.800 1.850 1.900 1.950 2.000 2.050

2006 2007 2008 2009 2010

(31)

Infortuni in com plesso – Indici di incidenza (per 1.000 occupati) 2006-2010 -11,7

26,909 28,162

30,484

29,993

29,439

25 26 27 28 29 30 31

2006 2007 2008 2009 2010

927.988 912.410

874.940

790.112

775.374

650.000 700.000 750.000 800.000 850.000 900.000 950.000

2006 2007 2008 2009 2010

Infortuni in Italia 2006-2010 -16,44%

1341 1207 1120 1053

980

0 200 400 600 800 1000 1200 1400

2006 2007 2008 2009 2010

Infortuni mortali in Italia 2006-2010 - 26,92%

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