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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.47 (1920) n.2396, 4 aprile

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(1)

L ’ E C O N O M I S T A

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA. FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Direttore : M. J. de Jóhannis

Anno I L I - Ilo!. LI

t a e - R n a , 4 Aprile 1920 j

F IR E N Z E : 31, V ia d e lla P e rg o la

R O M A : 5 6 , V ia G re g o ria n a

II. 2396

1920

A lcune com binazioni che abbiamo potuto stipulare con periodici che andrem o assorbendo nel corso del­ l’anno prossim o ci p erm ettono di riportare l’E conom ista al num ero di pagine che esso aveva prim a della guerra e di com pletarne quindi in modo notevole la redazione; la circolazione, per effetto delle fusio n i accennale, verrà ad aum entare tanto da superare di gran lunga la som m a delle tirature dei periodici congeneri. I m ig lio ra m en ti accennati, che dobbiamo atta fedele assistenza dei vecchi e nuovi lettori, cui siam o altam ente riconoscenti, pò-, iranno essere a ttuati solo col m ese di aprile a causa di difficoltà tipografiche.

B IB L IO T E C A D E “ L ’ E C O N O M IS T A ,,

St u d i Ec o n o m i c i Fi n a n z i a r i e St a t i s t i c i p u b b l i c a t i A c u r a d e L ’ ECONOMISTA

1 ) Fe l i c e Vi n c i

L’ ELASTICITÀ’ DEI CONSUM I

con le sue applicazioni ai consumi attuali e prebellici

— L. 2 =

2) Ga e t a n o Zi n c a l i

Di alcune esperienze m etodologiche

tratte dalla prassi della statistica degli Zem stw o russi

L.

1

3 ) Do t t. Er n e s t o Sa n t o r o

Saggio critico su la teoria del valore

nell’economia politica

I

'

=

L.

4 = _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

I

■*) Al d o Co n t e n t o

Per una teoria induttiva dei dazi

sul g r a n o e sulle fa rin e _________________ = j L ^ 2 = , I n v e n d i t a p r e s s o i p r in c i p a l i l i b r a i - e d i t o r i e p re s s o l’ A m m in is tra z io n e d e l l ’ E c o n o m is ta — 56 V ia G re g o ria n a , R om a. S O M M A R I O : PARTE e c o n o m ic a.

L’Economia pubblica nelle Relazioni degli is titu ti di Emissione, delie Banche e delle Industrie.

A proposito di bilanci.

Istituto Italiano di Credito Fondiario.

Il manifesto del Consiglio supremo per la restaurazione economica del­ l ’ Europa.

FINANZE DI STATO

I n t r o i t i d e lle d o g a n e . — E n t r a te d e llo S ta to - T a s s e s u g li a ffa ri. G ettito d e l l e im p o s te d i r e t t e

RIVISTA DEL COMMERCIO

C o m m e rc io d e lla g o m m a . — C o m m e rc io d e lla g h i s a . — C o m ­ m e rc io d e l G ia p p o n e p e l r a m e .

RIVISTA DEL RISPARMIO.

D e p o siti a r is p a r m i o . — C asse d i r i s p a r m i o o r d i n a r i e . — C asse d i r is p a r m io p o s ta li.

S itu a z io n e d e g li I s t i t u t i d i C re d ito .

PARTE ECONOMICA

L ’ Economia pubblica nelle Relazioni degli Isti­

tuti di Emissione, delle Banche e delle In­

dustrie.

Come di consueto cercliiamo anche quest’anno

di trarre dai documenti coi quali i capi degli Isti­

tuti di Emissione e di Credito mobiliare e delle

Industrie presentano la situazione della pubblica

economia agli azionisti, gli elementi atti a ren­

dere chiara visione dello stato attuale e prossimo

futuro della nazione.

Il nostro maggiore Istituto bancario, governato

dalla saggia ed illum inata prudenza del prof. Strin-

gher, ritrova nei moniti contenuti nel manifesto

del Consiglio Supremo degli Alleati, la elencazione

delle urgenti provvidenze che per tutta l’Europa

si mostrano oggi indispensabili : « necessità di sop­

primere le spese inutili e di ridurre tutte le al­

tre », « provvedimenti intesi a ridurre i debiti pub­

blici e la circolazione cartacea », « equilibrio fra

le spese normali degli erarii e gli introiti », « con­

solidamento del debito fluttuante a breve sca­

denza », « lim itazione immediata e riduzione pro­

gressiva della circolazione fiduciaria », ecc. ecc.

Ad evitare pericoli politici e sociali e nel ri­

conoscere la necessità di un’ opera associata di

tutti gli Stati Europei, il Consiglio Supremo ha

compiuto così la constatazione delle condizioni di

fatto-che in ciascuna nazione vanno sollecitam ente

risanate.

11 v

E per l’ Italia appunto (non diversamente da

quanto si potrebbe fare per gli altri paesi) il nostro

maggiore Istituto bancario riassume le condizioni

del mercato : considerevole aumento della massa

dai debiti pubblici ; accresciuta circolazione car­

tacea; peggiorata situazione dei cambi esteri; au­

mento dei prezzi delle, cose.

Un raggio di sole splende però in mezzo a que­

ste tenebre : esso è rappresentato dal successo del

nostro sesto prestito nazionale, il quale è sintomo

edificante non soltanto per i risultati pratici che

da esso derivano, bensì anche della saldezza del

popolo italiano che all’interno ed a ll’estero si strin­

ge intorno al Governo, al fine di rendere più forte

la compagine finanziaria.

« Trattavasi di consolidare una parte cospicua

del debito fluttuante: si sono raccolte sottoscri­

zioni in buoni e titoli per circa 10 miliardi e 400

milioni. Trattavasi di incamerare l’eccesso della

circolazione cartacea, per portarlo a riparo delle

deficienze di cassa del Tesoro: ed a tal fine con­

tribuirono 7 miliardi e 930 m ilioni di lire in sot­

toscrizioni avvenute in contanti e in cedole dei

debiti pubblici. Così che il contante effettivamente

versato nelle casse dello Stato per le sottoscrizioni

nel Regno ascenderà a circa 7 miliardi.

(2)

152 L ’ ECONOMISTA 4 a p r il e 1920 — N. 2396

un alleggerimento nella situazione del nostro debito

Í

esterno — e si avrà una idea adeguata dell’ im ­

portanza della vittoria econom ica e finanziaria

che il popolo italiano, davvero cosciente, ha vo­

luto e ha saputo conseguire in questi supremi

momenti della sua vita civile.

Credere che, per questo, non debbano più

crearsi debiti in buoni del Tesoro, e che la cir­

colazione dei biglietti di Stato e di banca debba

ridursi di m iliardi quasi per incanto, sarebbe

evidente errore, date le condizioni del nostro bi­

lancio e del nostro Tesoro. Si è provveduto in

questi mesi a ingenti bisogni, senza attingere a

nuovi biglietti, e si è fatto un largo spazio utile

al collocam ento eventuale di nuovi titoli tempo­

ranei per soddisfare ai nuovi bisogni: la qual

cosa rassicura chi ha nelle mani il timone del

Tesoro.

Dobbiamo tutti esser lieti di aver fatto passi

¡

ben decisi sul cammino della restaurazione del

debito pubblico fluttuante e di quello cartaceo;

i

ma dobbiamo esser cauti nel concludere e segna­

tamente nel valutare gli effetti dell’ incontestato

ed incontestabile successo del prestito, mettendo

a confronto i suoi frutti veramente cospicui con

le esigenze ancora non castigate dei nostri bilanci

di Stato.

La circolazione dei biglietti, derivi essa dalle

necessità dello Stato o dai bisogni dei commerci

e delle industrie, va ora più che mai curata, e

ogni opera dev'essere rivolta alla sua riduzione

graduale affrettando quei provvedimenti che pos­

sono determinarne, naturalmente e automatica-

mente, il rimborso. Riduzioni affrettate, se anche

possibili, la quale cosa non crediamo, sarebbero

poco consigliabili, ed è bene di guardare in fac-

| eia la realtà, per non creare illusioni, che potreb­

bero essere pericolose nell’ ordine politico non

meno che n ell’ordine sociale. Noi siam o pieni di

fede nello assestamento non lontano della nostra

compagine econom ica, e ne affrettiamo con pen­

siero pacato l ’avvento: ed è appunto per questo

che amiamo, nelle materie delicate che ci occu­

pano, giudizi e atti misurati e prudenti.

Non appare dalla esposizione dell’on. Stringher

alcuna esplicita previsione per il futuro, ma evi­

dente'

v,,

a nostro credere, dal costante richiamo

di tutti per una formidabile azione intesa al rias­

setto dell’economia nazionale, una preoccupazione

concreta sulla urgenza di un indirizzo piu sobrio

e più reale della vita nazionale, al fine di evitare

un pericolo imminente.

Meno pessim istiche sembrano le convinzioni

j del comm. Miraglia, Direttore generale del Banco

di Napoli, il quale vuole ritenere che il tempo ri­

sanerà le ferite. Giova riferire le sue parole in­

coraggianti :

«

La economia pubblica e quella privata hanno

ricevuto ripercussione così considerevole da una

| lunga ed estesa guèrra, che non è da trarre con­

clusioni pessimiste e scoraggianti, se n ell’anno di

pace trascorso, che è pure il primo della grande

liquidazione, non si sono avverate le speranze che

molti facevano per una sollecita ripresa della

vita normale. Lagravità della crisi che attraver­

siamo è principalm ente caratterizzata dall’aumento

del costo della vita, da conflitti sociali, che sono

oramai divenuti permanenti, e dalla instabilità

ed aumento dei cambi. Tutto questo immane di­

sordine non si vince in poco tempo.

La produzione agraria non è stata favorevole

nel decorso anno, quella granaria, che è la più

importante, è calcolata con una diminuzione del-

l ’8 per cento, su quella dell’anno precedente, che

pure era inferiore a quella media. La vita indu­

striale si è svolta quasi in tutte le sue manife­

stazioni con alti valori, alti prezzi, com e nel pe­

riodo della guerra; il nostro com m ercio con

l’e-stero si riassume in cifre di grandi differenze

nelle importazioni a nostro danno.

Rilevante è però lo afflusso di depositi nelle

Casse di risparmio postali, in quelle ordinarie ed

in quelle degli Istituti di credito e delle Banche.

Edificante è il risultato del sesto prestito, quello

della vittoria, attuatosi in poco tempo e spesso in

condizioni meno favorevoli per m ovimenti sociali

che turbavano la vita del paese. Questo risultato,

questa splendida affermazione della vitalità e del

patriottismo del paese nostro, non debbono in­

durci a scoraggiamenti. Dobbiamo però porci di

fronte il grave problema, considerarlo in tutta la

sua gravezza, non per arrestarci, ma per m isu­

rare con una visione chiara della via da battere,

lo sforzo considerevole che dobbiamo fare per

vincerlo con ordine, con persistenza, con l’armo­

nia di tutti gli elementi necessari a conseguire la

finalità che ci dobbiamo prefiggere ».

Strana ci suona la affermazione che troviamo

nella Relazione dei Sindaci dell’ Istituto Italiano

di Credito Fondiario. Essi, e cioè i sigg. Grillo,

Imperatori, Patriarca, iniziano la loro breve espo­

sizione con queste parole

:

« Cessate le cause per­

turbatrici, la vita del nostro Istituto ha ripreso il

suo andamento regolare, cosicché le operazioni di

mutuo concluse nell’anno 1919 ritornarono a una

cifra pressoché uguale a quella degli anni prece­

denti la guerra ».

Sembrerebbe quasi che per i sigg. Sindaci del-

l ’ Istituto di Credito Fondiario, la ridente calma

di via Piacenza, dove esso ha sede, faccia dim en­

ticare tutto il turbine e tutto il marasma in cui

i

si trova tuttora involta l ’Europa tutta. Per quei

[

beati signori, la svalutazione della moneta, le leggi

di calmiere sui fitti o di requisizione degli im m o­

bili urbani, i decreti di occupazione delle terre,

gli scioperi agrari, ecc. ecc., non sono affatto cause

perturbatrici alle quali un Istituto che presta de­

naro su garanzie im m obiliari debba rivolgere at­

tenzione, ailor quando la cifra delle operazioni

concluse dall’ente non si discosti da quella del­

l’anteguerra !

Più positivam ente la Banca Italiana di Sconto

constata: « I risultati diplomatici, tanto inferiori

a quelli militari e, e più ancora, a ciò che di vivo

e di vitale la guerra avea inghiottito o compro­

messo, diffusero in Paese uno stato di disagio

morale, che per fortuna non ha di molto affie­

voliti gli organi logori o stanchi della produzione

nazionale. Tra le ombre d’incertezze e di minacce

che accompagnarono il 1919, brillarono tuttavia

confortanti luci di vitalità, segnacolo augurale di

non remota ripresa ». E più avanti afferma assai

opportunamente, dopo aver constatato le immani

difficoltà che si sono presentate in tutto ciò che

ebbe attinenza agli scambi coll’estero ed alla di­

minuita produzione agraria ed industriale :

« Per fortuna così avverse vicende non allen­

tarono la resistenza del Paese, nè la ferma vo­

lontà sua di sorreggerne la finanza, così intim a­

mente legata alle condizioni econom iche e poli­

tiche dello Stato. Dal totale dei debiti contratti

lungo la guerra, detraendo quelli collocati all’e­

stero e le anticipazioni degl’istituti di emissione,

noi troviamo che dal 1° luglio 1914 al 31 otto­

bre 1919, oltre 37 miliardi di titoli pubblici fu­

rono assorbiti dal mercato nazionale. Il quale,

anche in seguito, non dim inuì la fiducia in essi

riposta, ftanto che i corsi di quei titoli diedero

prova di straordinaria fermezza pur nei momenti

di maggior pericolo.

Quale miglior prova del fermo proposito di

tutti di voler difendere lo Stato dalle oscure pas­

sioni dem olitrici che, nelle ore più gravi, si ac­

canivano contro di lui ?

(3)

L ’ECONOMISTA 153 | 4 ap rile 1920 — N. 2396 S o c ie tà a n o n i m e . I n g e n t i s o m m e d i tit o li p r i v a t i f u r o n c o l l o c a t e s e n z a d iffico ltà. Q u e s t o n u o v o c a ­ p i t a l e n o n h a i m p o r t a n z a e s ig n i f i c a t o s o lo p e r

j

la c i f r a r a g g i u n t a , m a a n c h e p e r il t e m p o in c u i c a d e v a e p e r le c i r c o s t a n z e c h e lo a c c o m p a g n a - j v a n o . E s s o c o i n c i d e v a , i n f a t t i , c o n g i o r n i n o n t r a n ­ q u i l l i e c o n g r a v e z z e fiscali c h e m a i e r a n o s t a t e così a s p r e ». L a R e l a z i o n e d e l B a n c o d i R o m a t r a a l c u n i r u d i a c c e n n i a l l a s i t u a z i o n e p o l i t i c a ed e c o n o m i c a e c o n c l u d e c h e i n c o n f r o n t o a d esse è v a n o d i ­ s c u t e r e ; è d o v e r e o p e r a r e . U n a u g u r i o v i e n e f o r m u l a t o i n t e r m i n i fid en ti d e l l a C a s s a d i R i s p a r m i o di R o m a . N e ll a e s p o s i ­ zio n e agli a z io n is ti i n f a t t i : R i l e v a t o c o m e l ’a n n o

1919

i n v e c e d i s e g n a r e u n a d a t a d e c i s i v a p e r il r i t o r n o al l a v o r o — f a t ­ t o r e p r i n c i p a l e d e l r i s o r g i m e n t o e c o n o m i c o e m o ­ li r a l e d e l l a N a z i o n e — sia i n v e c e « t r a s c o r s o in « m e z z o a l le a n s i e e p r e o c c u p a z i o n i del d o p o « g u e r r a » e ciò p r i n c i p a l m e n t e p e r c h è « L ’I ta l ia j « u s c i t a v i t t o r i o s a d a l l a c o n f l a g r a z i o n e e u r o p e a ! « n o n p o t è a n c o r a v e d e r e r i s o l t i i s u o i p i ù u r g e n t i « p r o b l e m i n a z i o n a l i » : c o n s t a t a t i gli sforzi del G o v e r n o p e r f r o n t e g g i a r e l’a n o r m a l e s i t u a z i o n e , si a u g u r a « c h e n e l c o r r e n t e

1920

col s u c c e s s o f| « g r a n d i o s o del P r e s t i t o — al q u a l e la C a s s a di

I

« R i s p a r m i o h a s o t t o s c r i t t o c o n la s o m m a di

25

« m i l i o n i di l i r e — e p e r effetto dei n u o v i t r i b u t i , « c h e i n d u h h i a m e n t e r a f f o r z e r a n n o le c o n d i z i o n i « del B i l a n c i o , p o s s a a v v e n i r e la i n v o c a t a re s ta u - « r a z i o n e d el p u b b l i c o E r a r i o e c o n e s sa il r i t o r n o « a l l a p a c e s o c i a l e ». Assai p r e z i o s e in f in e s o n o le d i c h i a r a z i o n i e s p l i ­ c ite e d es tes e c o n t e n u t e n e l l a r e l a z i o n e d e l l ’ A n ­ sa ld o . S i a m o d o l e n t i c h e lo s p a z i o n o n ci c o n s e n t a di p o r r e a r a f f r o n t o q u e s t o d o c u m e n t o c o n q u e l l o c h e fu p r e s e n t a t o a l l a A s s e m b l e a s t r a o r d i n a r i a col q u a l e si c h i e d e v a il c o n s e n s o a l l ’a u m e n t o del c a ­ p i t a l e e si l a n c i a v a il f a m o s o p r e s t i t o di q u e l l a D i t t a c h e eb b e , a l m e n o p e r la s u a p u b b l i c i t à , u n c a r a t t e r e n a z i o n a l e . Si a f f e r m a v a i n q u e l l a o c c a ­ s io n e c h e lo s f r u t t a m e n t o d e l le m i n i e r e di C o g n e r i s o l v e v a a p i e n o la q u e s t i o n e d e l l e m a t e r i e p r i m e ; c h e r i m p i a n t o dei fo rn i e l e t t r i c i , s v i n c o l a v a le i n d u s t r i e s i d e r u r g i c h e d a l l e e v e n t u a l i p e n u r i e di c o m b u s t i b i l e .

Nella odierna relazione tutto ciò è dimenticato,

viene superato anzi da ripetute ed energiche lamen­

tazioni perchè i Governanti non seppero ottenere,

come altre nazioni, nelle trattative di pace, bacini

numerosi e non « assicurarono nessuna parte di

rifornimento che valga a colmare la insufficienza

della produzione siderurgica italiana, ora sensibil­

mente aggravata dalla scarsezza di carbone ». Si

deplora anzi che nel trattato di Versaglia sia com ­

presa una clausola per la quale l’ Italia è posposta

a tutte le altre nazioni per quanto riguarda il ri

fornimento del prezioso com bustibile; clausola

onde profittano gli Alleati di ieri, ma concorrenti

: di oggi, per lim itare al massimo le nostre attività

industriali.

Invero queste deplorazioni ci sorprendono

uando pensiamo cho provengono da quelle me-

esime fonti, da quegli stessi gruppi di interessi

nazionalistici che per sì lungo tempo tennero alto

il motto « l’ Italia farà da sè » e che ci criticarono

aspramente o ci derisero di com passione quando

lanciammo il m onito che « l’ Italia non avrebbe

j

potuto fare da sè » e che l’avvenire delle nostre

industrie avrebbe dovuto essere solo quello che ;

gli altri paesi possessori delle materie prime,

avrebbero consentito che fosse 1

Non è avvenuto e non avviene così? Di chi la

colpa? Nostra o di coloro che, ingannando la pub- I

blica buona fede o inneggiando a programmi ed j

a risultati irraggiungibili, chiesero ed ottennero

dal risparmio qualche m ilione di sottoscrizione

per imprese la esistenza delle quali era così con- |

nessa al consenso di nazioni concorrenti ?

Consentiamo invece pienamente sulla necessità,

esposta dalla Ansaldo, di un incremento della ma­

rina mercantile, necessità così urgente ed impe­

riosa per tutti gli effetti che ne derivano al com

mercio, ai cambi, alla posizione del paese nei traf­

fici internazionali. E questa necessità rende ap­

punto più colpevole la nostra industria siderur­

gica, quando si riflette alta limitata capacità co­

struttiva che essa ha saputo raggiungere, malgrado

i ripetuti e favorevoli decreti governativi intesi

àd aumentare la formazione del tonnellaggio na­

zionale, ed al fatto che il prezzo unitario di costo

per tonnellata è di tanto superiore a quello delle

marine mercantili costruite sugli scali inglesi e

americani, giapponesi pur malgrado la elevatezza

dei cambi. Che cosa pretende quindi questa no­

stra industria che non sa costruire che così

facilmente battuti della concorrenza?

Giustamente, a nostro credere, rileva la rela­

zione della Banca d’ Italia, che la industria side- j

rurgica nazionale «diede discreti risultati, m ache

a questi ha contribuito, sovratutto, la mancanza

quasi totale della concorrenza estera, per le con­

dizioni non favorevoli in che trovasi la siderurgia

degli altri paesi, per le difficoltà dei trasporti, e

per l’altezza dei cambi. Ma sopravvenuta la scar­

sità delle materie prime, le crescenti difficoltà

dell’approvvigionamento del com bustibile a prezzi

com patibili, le continue richieste di aumento di

mercedi, le incessanti agitazioni e sospensioni di

lavoro, non possono giovare all’avvenire della no­

stra siderurgia. A vantaggio della quale gli im ­

pianti idroelettrici attualmente in costruzione en­

treranno in funzione con qualche ritardo, lim i­

tando ad essa, a cagione dell’ accresciuto costo

dell’energia, l’impiego dell’elettricità, laddove gli

studi tecnici molto si fondavano su di un così

fatto impiego per assicurare la prosperità di que­

sta cospicua industria ».

Nè d’altra parte sappiamo vedere come tali con­

dizioni dovessero cambiare. Infatti la Relazione

della Ansaldo nelle sue conclusioni delinea com­

pletamente la posizione attuale della siderurgia

italiana, il cui futuro, nè per volere di Governo,

nè per mutare di circostanze potrà essere diverso.

Si afferma infatti, « purtroppo, per le cause

già accennate, cioè : mancanza di ogni regolarità

di approvvigionamento e di ogni fonte delle ma­

terie prime ; dipendenza dal beneplacito altrui per

il carbone; inazione governativa per quanto si

riferisce al tempestivo accaparramento di giaci­

menti petroliferi, del quale molto si preoccupano

le altre nazioni, mentre da noi il dichiarato m o­

nopolio degli olii pesanti im pedisce qualsiasi ini

ziativa privata ; non sufficente estensione delle

provvidenze per la razionale utilizzazione dei com­

bustibili nazionali, pongono l’industria italiana in

i una situazione anorm ale; aggravata ancora dal

ì fatto che deve vivere, per così dire, alla giornata,

ignorando ancora in quali condizioni dovrà so­

stenere la concorrenza straniera sul mercato in­

terno e fino a qual punto il regime doganale

potrà rimediare alle profonde sperequazioni eco­

nom iche esistenti fra il nostro ed i maggiori Paesi

industriali del mondo. Inoltre l’industria nazio­

nale si trova di fronte all’incognita di tariffe fer­

roviarie che possono sconvolgere l’assetto econo­

mico gravando il trasporto delle materie prime,

il che verrebbe a favorire singolarmente i manu­

fatti esteri ».

n proposito di bilanci.

In un rec en te articolo (1) Vilfredo P areto , tr a t tq h d o del bilancio dello Stato, osservava, q u an to poco v a ­ lo re abbiano le cifre in esso esposte, s p e cia lm e n te a

(4)

154 L’ECONOMISTA 4 a p rile 1920 — N. 2396

rig u a r d o dell’unità, lira, in cui le e n t ra te e le spese sono es p re sse, date ap p u n to le variazioni se n sib ilis­ sime e contin ue, ch e q u es ta u n ità ha su b ito e subisce.

L’osservazione, vale più o m e n o p e r t u tt i i bilanci, a seconda che si è in uno stato n o rm ale od anorm ale. Ma non è la sola da f a r e ; e noi p ren d ia m o occasione, del fatto, che in q u es to mese si p r e s e n t a n o e discu-

j

tono i bilanci delle maggiori aziende private, p er ac­ c e n n are, ad al tre in certezze e m anchevolezze che, p e r a ltr o , c o n s e n t i r e b b e r o una q u alch e soluzione.

O ccore appena rile v are, la g r a n d is s im a im portanza, | che il Bilancio, ha sp e cia lm e n te nella Società anonima,

che è l’organizzazio ne ec o n o m ic a d o m in a n te e p r e d o ­ min ante. Ha specialissim a im p o rtan za, p erchè, data la rip a r tiz io n e del capitale sociale in gran n u m e ro di p ersone, data l’entità dei cap itali rac co lti e gli im­ pieghi nelle form e più v arie di attività, sì da co s tru i re il fo n d am en to di m ir ia d e di aziende, t u t t i sono in te­ r es s a ti a seguire, a t t r a v e r s o q u e l l ’esposizione s in t e ­ tica, il loro sv olg imento.

Ha speciale im p o rta n za , poiché, o ltre ad es sere una d im o s tra zio n e contabile, ha la funzione, d irem o giu­ ridica, di d e t e r m i n a r e la m is u ra dei profitti o delle p erd ite, e p erciò delle ris e r v e , ecc.

P ertan to , senza v o lere a d d e n t r a r c i n ell’esame delle m olteplici q u es tio n i in e re n ti al Bilancio, il che rich ie­ d ere b b e una trat ta z io n e t r o p p o lunga, ci lim ite re m o a r ic o r d a r e , com e nella fo rm azio n e di esso, si debba te n e r co n to p rin c ip a lm e n te della p arte sostanziale, e della p a r te form ale. Della p a r t e so stanziale so p r a tu t lo in q u an to si rife risca alla valutazione e agli a m m o r ta m e n ti, es sendo evidente a q u ali d iv e r­ sissimi r is u lta ti si pu ò giungere, a seco n d a che si se­ gua l’un o o l’a l tr o dei tanti c r i t e r i in base a cui le valutazio ni ed i d e p r e z z a m e n ti p o ssono farsi.

S areb b e bene, che p e r q u es ta p arte, che p u ò meglio p r e s t a r s i ad occultazioni ed a tra v i s a m e n ti, ogni du b ­ bio fosse elim in ato , indicando s o m m a r ia m e n te , in nota ad ogni Bilancio, o nella relazione del Consiglio d ’Am- ! m in istrazione, il c r i t e r i o seguito. Dove p e rò , non do­

v reb b e esserci in c ertez za di s o r ta , p e r m o d o che il Bilancio risu lta sse c h i a r a m e n te intelligibile a tutti, anche a coloro che non so no iniz ia ti ai m is teri del l’a r te contabile, è nella p a r t e form ale. Già troppo, è diffusa l’idea che i Bilanci so n o t u t t ’ a l t r o che uno sp ecch io di v e r i t à ; che s e rv o n o anzi ad o ccultare molte cose, sia p e r non s u b ir e tu tt i i rig o ri del fìsco, sia p e r no n far p a r te c ip e il g ro s s o pubblico dei p a r t i ­ colari della vita aziendale, di c e r t e manchevolezze, ecc.

In q u e s ti te m pi, in cui il c o n t ro l lo ed il sin dacato viene r e c la m a to ed esteso nelle form e più varie e co m p lete, a tu tti gli organism i; in cui al lib e ro ar b it rio dei p r o p r i e t a r i e d irig e n ti vengono opposte co m m is­ sioni in te rn e, consigli di fabbrica, r a p p r e s e n ta n z e nel­ l’A m m inistrazione ecc., è d u n q u e a n c o r poco ch ied ere evidenza e s e m p lic ità d i dati, s in c e r ità di voci.

P u rtro p p o , il n o s t r o Codice di C om m ercio, al con­ tr a r i o ili altre legislazioni, dà all’a r t . 176 ben poche in dicazioni da seg u ire dagli A m m in i s tr a to r i p e r la co m ­ pilazione del Bilancio, s p e tta n d o ai Sindaci (art. 184) d ’a c co rd o col Consiglio, di s ta b ili re la form a. Sono anche poca cosa, le n o r m e date a p ro p o s ito delle So cietà di Assicurazione e delle situazioni mensili che d eb b o n o d ep o s ita re , al T rib u n ale, le Società che hanno p e r oggetto p rin c i p a le l’esercizio del credito. Accade perciò, che Bilanci, anche di Aziende sim ili, si p r e ­ sentino so tto f o rm a alq u an to diverse, e vi risu ltin o voci ch e non t r o v a n o co n co rd an za, p e r cui nasce in ­ c e rtez za e r ies c e an c h e più difficile ogni esam e c o m ­ p ara tiv o .

R iguardo s p e cia lm e n te alla denom inazione delle voci, s o r p re n d e , che dopo t a n t o p r o g re d ir e a ta nta diffusione degli s t u d i di Ragio neria , non si sia ancora ad d iv en u ti a quella u nicità ch e c e r t o p o r te r e b b e un bel p asso innanzi. Si h an n o invece, an co ra, denom i­ nazioni g en e rich e ed im p r e c i s e ; e perciò, le cifre non possono avere q u e l l ’evidenza di significato che è in ­ dispensabile p e r g iu n g ere all’es atta valutazio ne di esse, p e r p o te r t e n e r calcolo delle ev en tu ali

manche-volezze sostanziali, p e r t e n e r p e r f e tt a m e n te d istin te le p arti leali del p a t ri m o n io da quelle p u r a m e n te ideali, poste p er so d d is fa re alle esigenze contabili. Nè, meno incertezza e d isfo rm ità di idee si deve la­ m e n ta re a p ro p o sito della disposizione e r a g g r u p p a ­ m en to dei beni p o r ta t i in bilancio, tanto che ben dif­ ficilmente, ci si può fo rm a r e un e s a tt o concetto, delle r is o r s e della Società nel caso di realizzo, delle vere passività da f ro n te g g ia re ; e si giunge invece a illu- ! sori app re zza m e n ti, ad e r r o n e i giudizi, a in gannevoli \ risu lta ti.

Questi ce n n i so m m ari, h an n o u n ic am e n te lo scopo ; di r ic h i a m a re l’atten z io n e sulla q u es tio n e, che c q u an to mai im p o r ta n te , e che si può ria s s u m e re , nella ne- ! cessità che alla fo rm a zio n e dei bilanci ed alla lo ro jj d im o s tra zio n e grafica, si p ro v v ed a con c r i t e r i unici, |j con c r i t e r i sev eri e c o r r e t t i , con ch iarezza fo rm a le j! o ltre che sostanziale. Ci p ro p o n iam o , p iu tto s to , di r i t o r n a r e in m ateria, p r e n d e n d o in esam e qu alch e Bilancio delle maggio ri Aziende, p a rti c o la rm e n te di ; quelle Bancarie, che avendo più o m o g en eità di funzio n am en to e più affinità di scopi, si p r e s ta n o meglio a p o r re in ch iara evidenza le im perfezioni la m en tate ■ ed a q u alch e in dagin e co m p arativ a, non p riva di in- j te resse.

Marzo 1920. C. T.

Istituto Italiano di Credito fondiario.

Ha avuto luògo in Roma l’Assemblea G en erale o r | d in aria e s t r a o r d i n a r i a degli Azionisti d ell’Is titu t o Ita­ liano di C r ed ito F o n d ia r io p r e s ie d u ta d all’on. Berto- lini, P re s id e n t e del Consiglio d ’A m m in istrazio n e. As­ sistevano i Consiglieri, i Sindaci, il D ir e tt o re Generale i comm. Caìlegari ed il C o m m issa rio G o v ern ativ o coni- j m e n d a t o r Rubino.

Gli azionisti in te r v e n u t i in p ers o n a o p e r p r o ­ cu ra r a p p r e s e n t a v a n o n. 32928 azioni con d i r i t t o a voti 644.

L ’A ssem blee udite le rela zio n i del Consiglio e dei Sindaci ha a p p ro v a lo all’u n an im ità il bilancio al 31 di- j c e m b re 1919 e le p ro p o s te p er la r i p a r tiz io n e degli utili.

E ’ s ta to assegnato alle azioni il dividendo di L. 25 p e r azione pagabile d all’8 c o r r e n t e p resso la Sede del- ; l’Istitu to in Roma, p r e s s o tu tti gli S tabilim enti della Banca d ’Italia.

L’Assemblea ha q u in d i all’unanim ità rie l e tti i C on­ siglieri uscen ti com m . avv. Giulio Navone, co n te se­ n a t o re Carlo Rasponi, on. prof. Antonio Sala ndra, comm. Giuseppe Sardi, ed eletto,’ p e r nuova nomina, l’on. avv. E n ri c o De Nicola d e p u t a to al P a rla m e n to .

Sono sta ti rieletti i Sin daci uscenti comm. Grillo, comm. I m p e r a t o ri, com m . avv. P atria rc a, effettivi, e comm. Josi e conte Deciani, supplenti.

Infine l’Assemblea, p e r la p a r t e s tr a o r d i n a r i a , ac­ cogliendo le pro p o ste del Consiglio d ’Am m inistrazione, ha d e lib e ra to all’u n an i m ità che l’Istitu to , u san d o delle facoltà a c co rd ate dal R. D ec re to 2 s e t t e m b r e 1919, n. 1709 cos titu isca la n u o v a Sezione di C red ito e Ri­ sp a rm io con facoltà di r i c e v e r e dep o s iti a r is p a r m i o ed in c o n to c o r r e n te .

Le r is u lta n ze d ell’es ercizio 1919 se gnano una ri­ p resa acce n tu a ta nelle o p era zio n i di m u tu o sia p er il n u m e ro delle d o m a n d e p re s e n ta te , sia p e r l’am - ! m o n ta re dei m u tu i s tip u lati nel c o r s o d ell’anno, i ] quali rag g iu n sero la so m m a di o ltre 18 m ilioni e e ipezzo di lire, c o r r i s p o n d e n t i al d o ppio della cifra nell’anno decorso.

Nel 1919 le d o m a n d e di m u tu o p r e s e n t a t e sono state 206 p e r L. 37,463,500, di cui 73 p e r L. 17,205,000 ! con garanzia su fondi r u s tic i e 133 p e r L. 20,258,500 su fondi urbani.

Nel 1918 le d o m a n d e p r e s e n t a t e f u ro n o 160 p e r L. 17,497,000: nello s c o rs o an n o si è avuto q u in d i lo au m en to v e r a m e n te c o n s id e re v o le di 46 d o m a n d e p er l’a m m o n t a r e co m p les siv o di L. 19,966,500.

(5)

Aggiun-4 a p rile 1920 N. 2396 L’ECONOMISTA

gendovi quelle p r e s e n t a t e nel 1919, si hu che nello sco rso anno le d o m a n d e di m u t u o da t r a t t a r e rag ­ g iu n se ro il n u m e r o di 463 p e r l’ im p o r t o di lire 62,279,000.

Ne v en n e ro , nel c o rso del 1919, a b b a n d o n a t e dai ric h i e d e n t i 96 p e r L. 12,173,500. Altre due p e r L. 40,000 non f u ro n o accolte d all’I s titu to ; e p e r q u elle am m es se furono d elib e ra t e rid u zio n i (a c o n f r o n to delle som m e d o m andate) per l’im p o r t o di L. 2,972,100. Le d o m a n d e che d e t t e r o luogo nel 1919 al c o n t r a t t o definitivo fu ­ ro n o 107 p er L. 18,674.500.

R estavano p e r ta n to in i s t r u t t o r i a al 31 d ic em ­ b re 1919, 258 d o m a n d e di m u tu o p e r L. 28,418,900, le quali e r a n o così su d d iv i s e :

p e r 51 d o m an d e, d ell’am m o n ta i e di L. 4,213,000, era n o già stati stip u lati i c o n t r a t t i co n d izio n a ti;

p e r 127 d ell’im p o r t o di L. 13,267,400 e r a n o state d e l ib e r a t e le s o m m e da c o n c e d e r s i ;

80 d o m a n d e p e r L. 10,938,500 e r a n o nel p r im o stato di trattaz io n e.'

Nel 1919 fu ro n o ap p ro v ati, in totale. 176 m utui p e r l’a m m o n ta re di L. 27,315,400, in luogo di L. 30,287,500 chieste dai m u tu a ta ri. Tali m u tu i sono così d is t rib u i ti r i s p e t t o alla qu alità della garanzia o fferta:

N u m e ro L ire Mutui su fondi r u s tic i 67 10,103,400

» » u rb a n i 109 17,212,000 Nel 1919 v en n ero stip u lati 123 co n t ra tti co n d izio n ati di m utuo, p e r un a m m o n ta re di L. 20,568,000 con un aum ento, a c o n f r o n to del 1918, di 30 m u t u i p er l’im ­ p o r to di L. 11,606,500.

I c o n t ra t t i definitivi di m u tu o stipulati nel 1919 furono 107 p e r L. 18,674,500: n ell’anno p re c e d e n t e fu­ rono 96 p e r l’im p o r to di L. 9,314,000. A co n fro n to del 1918 si è avuto q u in d i l’a u m e n to di 11 m utui p e r L. 9,360,500.

1 m u tu i s tip u lati nel 1919 furono, su r i c h i e s t a dei m u tu a ta ri, pagati in co ntanti, ad eccezione di 2 p e r L. 1,800,000, che f u ro n o stipulati in cartelle.

I m u tu i stip u lati nel 1919 so n o g a ra n titi da un va­ lo re cauzionale con p rim a ipoteca di L. 37,696,380 e si r ip a r tis c o n o , a seco n d a della q u alità della garanzia, nel m o d o che segue :

Mutui su fondi ru stic i id. u r b a n i

T o tale Merita di es sere posta

N u m e ro 31 ■ 75 100 in rilievo I m p o r to 5,630,000 13,044,500 18,674,500 la forte e c c e ­ denza dei m utui s tip u lati nello s c o rs o a n n o con ga­ ranzia su fondi u r b a n i : an c h e nel 1919 p e r t a n t o la p r o p r i e t à u r b a n a ha r ic e v u to no tev o le a u m en to d al­ l’I s titu t o di C red ito F ondiario.

N u m e ro I i r e Di essi f u ro n o stip u lati al 4 )/2 % 99 p e r 17,818,500 edl al 4 % ... 8 » 856,000

Detti m u tu i sono d is t r i b u i t i p er reg io n i com e segue : N u m e ro d e i m u tu i 2 51 Im p o rto l i r e 195,000 13,667,000 4,822,500 stip u lali nel Italia S ette n trio n ale

» C e n t r a l e ... » M eridionale (co m p res e le

i s o l e ) ...54 Le s o m m e che, a rica v o dei m utui

1919, v e n n e r o im piegate, co n speciale vantaggio degli in te res s a ti, ad estinzione di p as siv ità ip o te c a ri e e ad affrancazione di can o n i a m m o n ta n o a 10 milioni e mezzo di lire, p a r i al 56 p e r ce n to dei 18,6 milioni di lire di m u tu i s tip u la ti n ell’anno, cio è:

p er e s tin g u e re passività i p o te c a ri e L. 10,584,548 p er affrancazione di canoni . . » 7,245 Totale . . .' L. 10,691,793 I v a r i saggi d ’i n te r e s s e delle p as siv ità ipo te ca rie dim esse e r a n o : fino al 5 p e r ce n to p e r dal 5 al 6 » » dal 6 al 7 » » a saggi s u p e r i o r i p e r T o ta le . L. 9,428,253 » 468,110 » 297.856 » 390,328 L. 10,584,558

Sopra il tota le dei m u tu i stipulati dall’I s titu to dal 1891 a t u t t o il 1919 in L. 318,464,050 sono siate a mano a m ano r e s t i t u i t e dai m u tu a ta ri L. 123,059,905,84, di cui L. 52,133,107,09 p e r a m m o r t a m e n t i s e m e s t ra li e L. 70,926,748,75 p e r restitu zio n i an ticip ate di m utu i e p e r tras fo rm az io n e di m u tu i a saggio m in o r e d ’in ­ teresse.

D e tr a e n d o tale s o m m a di L, 123,059.905,82 d all’im ­ p o r t o totale dei m u tu i fin qui s tip u la ti in L. 318,464,050, si tro v a che i c re d iti ip o te c a ri es iste n ti al 31 dicem ­ b r e 1919 a m m o n ta v a n o a 2646 p er L. 195,404,144.16. Essi sono g a r a n titi da un v alore cauzionale di L. 480,602,369, il quale p r e s e b ta una differenza in più di c i rc a 90 mi­ lioni di lire a c o n fro n to del d o p p io d ell’a m m o n ta re dei m u tu i o r a in es sere.

Alla fine del 1918 i m u tu i es iste n ti a m m o n ta v a n o a L. 186.207.949.01 : si ha quindi, p e r il 1919, la differenza in più s o p r a a v v e rtita di L. 9.196.195.15.

Al to ta le dei m u tu i es iste n ti alla fine del 1919 in L. 195.404.144.16 va aggiunta la rim a n en za dei dieci milioni ai m u tu i ce d u ti all’Istitu to dal C r ed ito F o n ­ d ia rio della già Banca Nazionale, r im a n e n z a che alla fine dello sc o rso anno e ra di m u tu i 140 p e r lire 1.175.576.90.

Si o ttien e così l’i m p o r t o dei c r e d i t i in e s s e r e al 31 d ic e m b r e sc o rs o nel totale di 2786 m u tu i p e r L. 196.579.721.06, am n # en tare q u e s to ch e segna, a c o n ­ fro n to del tota le dei c r e d iti e s is te n ti al 31 d ic e m ­ b r e 1918, l’a u m e n to di L. 8.866.731.42.

Il n u m e ro dei p ro c e d im e n t i esecutivi, già r i d o t t o sen sib ilm en te negli anni 1917 e 1916, d im inuì a n c o r a nell’anno te s té d e c o r s o : il che s e m b ra sp ie g arsi p er il co n tin u a t o au m en to dei prezzi delle d e r r a t e ag ra re , che diede m odo ai p r o p r i e t a r i di s o d d is fare più age­ v o lm ente i p r o p r i impegni.

Cosicché nel 1919 si p o te ro n o ab b a n d o n a re 157 p r o ­ c e d im e n ti in seguito a reg o la m e n t o del d ebito e solo p e r q u a t t r o p r o c e d u r e si d o v ette g iu n g ere alla e s p r o ; p riazione forzata.

I nuovi p r o c e d im e n t i iniziati n ell’anno f u ro n o 101 ed alla fine di esso si tro v av a n o in c o rs o 30 p r o c e ­ d u r e so ltan to , m e n t r e alla fine d e l l’anno p re c e d e n t e ne e r a n o r i m a s te 87,

Le a m m in is tra z i o n i giudiziali, ch e alla fine del 1918 e ra n o in n u m e r o di o tto ed alle quali u n ’a l t r a se ne aggiunse nel 1919, si tr o v a n o a t tu a l m e n t e r i d o t t e a sei, essen d o n e v enute a c e s s a re due in seguito a v endita dei fondi ed una p e r am ich ev o le accordo.

Le q u a t t r o v en d ite giudiziali fatte nell’anno, h an n o d ati r i s u lta ti p ie n am e n te so d d isfacen ti, e n essuno d eg li im m obili è r im a s to aggiudicato all’Istituto. A c o n fro n to d ell’a m m o n t a r e del cre d ito , in L. 299,628.67, i prezzi r ica v ati dalle v en d ite h a n n o i m p o r t a t o co m ­ p le s s iv a m en te la s o m m a di L.642,735, co n eccedenza rag g u a rd e v o le sul credito.

Le c a rtelle in circ o laz io n e alla fine del 1919 erano r a p p r e s e n t a t e da : T itoli al p o r t a ­ to re T itoli nominativi con cedole al p o r t a t o r e Titoli co m p re si in certificati nom inativi 4 1/2 o/„ 4 %. ; 3 1/2 % T o la le 65.091 123.482 130.751 319.321 65.091 541 725 1,176 5.196 70.287 13.294 137.227 18.104 149.580 36.594 357.094 Delle 80 mila azioni sociali, 8842 e ra n o al 31 di­ c e m b r e s c o rs o r a p p r e s e n t a t e da certificati n o m in a ­ tivi, e le r im a n e n ti 71.158 da titoli al p o rta t o re .

N ell’es ercizio 1919 il conto P rofitti e Perdite p r e ­ senta le seguenti cifre ria s s u n tiv e :

R endite:

C ategoria 1) In te re s s i attivi sull’a m ­ m o n ta r e dei m utui in c o n t a n ti — in te r e s s i su m u tu i ra p p r e s e n ta t i da cartelle in circolazione . Cate goria 2) I n teres s i sui valori di

n o s tr a p ro p ietà e sui c re d iti

dei-L ire

(6)

156 L’ FXONOMISTA 4 a p rile 1920 — N. 2396

l’I s titu to v e r s o d e l ib e r a t a r i e co m ­ p r a t o r i d ’im m obili — r e n d i t a del palazzo in Roma ove ha sede l’Is ti­ t u t o — in te res s i sul capitale v er­ sa to al C onsorzio dei m utui p er i d an n eg g iati dal t e r r e m o t o del

1908 ... 1 371.326.95 Categoria 3) D iritti di provvigione

o r d i n a r i a e speciale — interessi

di m o r a e p ro v en ti d i v e rs i . . 1.862,002,01 T o tale delle Rendite . . . 10.672.073.39 Spese :

C ategoria 1) Interessi passivi sulle c a rtelle in circolazione, sui d ep o ­ siti a garanzia di o n eri e sul fondo di previdenza p e r il P e rs o n a le

d e l l T s t i t u t o ... 6.975.577.— Categoria 2) Im poste e ta s s e . . 429.306.72 Categoria 3) Provvig ioni possive —

perdita nella v endita di cartelle

3,50 p e r c e n t o ... 81.109.38 Categoria 4) Spese d ’a m m i n i s t r a ­

zione o r d i n a r i e e s t r a o r d i n a r i e . 727.370.84 Totale delle Spese . . 8.213.363.94 D e tr a e n d o dal to ta le delle Rendite. 10.672.073,39 l’i m p o r t o delle Spese . . . . 8.213.363.94 si ha l’utile n e t to di. . . 2.458.709.45 N ell’esercizio 1918 l’utile n e t to fu di L. 2.325.184.54; si è q u in d i avuto nel 1919 un a u m e n to di L. 133.524.91, m e n t r e nel 1918 fu di L. 129,698,96.

La Riserva Oscillazioni valori, la quale al 31 dicem b r e 1918 e ra di L. 307.704.70, si a c c re b b e nel c o rso del 1919 — dopo di av e r re g o la ti alla fine deH’anno, in base ai listini di borsa, i prezzi dei titoli in p r o ­ p r ie t à d ellT stitu to — di L. 90.658.51 p er utili c o n s e­ guiti nel so rteg g io di obbligazioni e nella v endita di titoli.

Com e si vede, l’a u m e n to di tale Riserva fu nello sc o rs o anno ab b astan za co n s id erev o le. Però, poiché j| l’Istituto, col su o co n c o rs o al P r e s t i t o di Stato, v errà | a p o s s e d e re n u m e ro s i titoli soggetti ad oscillazioni j n e> loro corsi, s e m b ra p r u d e n t e di raffo rza rla an c o r più, m e d ian te l’assegnazione, che si pro p o n e, di 80 mila lire. Con ciò d e t ta R iserv a a m m o n te re b b e al 31 d ic e m b r e 1919 a L. 478.373.21

Riserva disponibile. Come innanzi è s ta to esposto, abbiam o avute resti tu z i o n i a n ticip ate nel co rso del­ l’an n o pei- L. 6.143 751,99, il che p riv a i f u tu ri bilanci ■ c,el pagam ento an n u ale delle c o r r i s p o n d e n t i provvi-

i j gioni speciali. C red iam o p erc iò d o v ero s o di passare j u na p a r te di tali p roventi, e p r e c is a m e n te la somma

di L. 230,000, in aggiunta alla Riserva disponibile. La Riserva d ifferita (pro vvigioni da riscu o tere) | ch e am m o n ta v a al 31 d ic e m b r e 1918 a L. 3.973.210.47 jj e ra r i d o t t a alla fine dello s c o rs o anno a L. 3.486.976,12, j! con u n a d im in u zio n e di L. 486.234.35 p e r le ragioni

| d e t t e sopra.

Al 31 d ic e m b r e 1919 l’Istitu to possedeva i seguenti tit o li:

Obbligazioni fe r ro v i a r ie 3 p e r cento l o r d o ... ... . Obbligazio ni T e v e re 5 p e r cento l o r d o ... Obbligazioni re d im ib ili 3 p e r cento C artelle fo n d iarie Is titu t o .

Consolidato 5 p e r ce n to . . , Buoni del T e s o r o q u in q u e n n a li 5 p e r ce n to ... Buoni del T e s o r o o r d i n a r i a varie

scadenze ... T otale ,

Veniamo ora alla r ip a rtiz io n e degli utili r a p p r e s e n t a t i dal saldo del co n to ìj Profitti e P e r d ite i n ... ! e dalla som m a re s id u a d ell’eserciz io

1 9 1 8 ... T o tale . Im p o r to lir e 792.412.39 154.370.00 1.247.400.C0 28.908.00 475.300.00 28.714.00 17.270.500.00 19.997.604.39 L ire 2.458709.45 28.248.79 2.486.958.24 P ro p o n ia m o :

1) di d e s tin a re alla Riserva Statu (aria il 5 p er ce n to della s o m m a d L. 2.458.709.45 e qu in d i .

2) di d e t r a r r e , a titolo di a m m o r ­ ta m en to del prezzo di acq u isto del pa lazzo ove ha sede l’I s titu t o .

3) di as seg n a re in a u m e n to della Riserva d isponibile la s o m m a di .

4) ed alla Riserva p e r oscillazio n di v a l o r i ... 5) di d i s t r i b u i r e agli azionisti i d iv id e n d o di L. 25 p e r azione. 6) di m a n d a r e a co n to nuovo la rim a n en za i n ... T o ta le . L ire 122.935.46 25.000. 00 230.000.00 80.000. 00 2 000 000.00 29.022.77 2.486.951.24 Agli azionisti in te s t a t a r i di ce rtificati n o m inativi di azioni è d o vuta altresì, p e r elt'etto del D. L. 27 feb­ braio 1919, n. 300, o ltr e al div id en d o , il p ag am en to della dilìerenza in m eno di 1,50 °/O0 sulla tassa di negoziazione pagata d all’I s titu to p e r le lo ro azioni nom inative, in c o n fro n to della aliq u o ta m aggiore che grava sui titoli al p o r ta t o re . La s o m m a rela tiv a è Stata già a l l ’uopo sta n ziata fra le spese d e l l’e s e r c i ­ zio 1919.

La situ azio n e p a t ri m o n ia l e dellT stituto, dopo le as­ segnazioni so p ra in dicate, v e r r e b b e ad e s s e re co s ti­ tu ita co m e segue al 31 d ic e m b r e 1919:

Capitale s o c i a l e ... Riserve :

S t a t u t a r i a ... D i s p o n i b i l e ... Per- oscillazioni valori

Difìerita (provvig ioni da ris c u o t e r e ) Residuo utili 1919... T o ta le L ire 40.000.000.00 2.870.187.23 1.634.873.85 478,373.21 3.486.976.12 29.022.77 48.499,433.18

Il manifesto del Consiglio supremo

per la r e s ta u r a zio n e econom ica dell’ F u r o p a . Le co n clu sio n i del m anifesto eco n o m ico p u bblicato dal Consiglio S u p rem o , e da noi già rife rito , so no p r e c e d u te da una dic h iaraz io n e in cui viene a m p ia­ m ente es am in ata e ill u s tr a ta la situazione attu ale dell’E u ro p a . La g u e r r a — essa dice — ha p o r ta t o alla disorganizzazio ne di tu t t a i n te r a l’econom ia eu ro p e a. Tale disorganizzazione si riflette n e l l’altezza dei prezzi che è o ra il p ro b lem a t o r m e n to s o di tu tt i i popoli bellig eran ti e n eu trali. Dopo le g u e r r e n apoleoniche i prezzi si elev aro n o in I n g h i l t e rr a del 25 p e r cento, ed o c c o r s e r o o tto anni p e r t o r n a r e a! livello n o r ­ male. Dopo la g u e r r a civile in America i p rezzi si elev aro n o del 100 p e r cento , ed o c c o r s e r o più che dodici anni p er t o r n a r e ad un livello n orm ale. La r ip e r c u s s io n e di q u e s t ’ ultima g u e r r a , la più gigan tesca di q u a n t o la s to r ia r ico rd i, è re s a manifesta dalle cifre che seguono, r i g u a r d a n t i gli au m en ti dei prezzi nelle tran sa zio n i c o m m e r c i a li all’ es tero . Si tra t ta di cifre a p p ro s s im ativ e ch e non risp ecch ian o in te g ra lm e n te l’ elevazio ne del costo della vita. In co n fro n to ai p rezzi c o r r e n t i p e r il 1913 si h a n n o i seguenti a u m e n t i : a) p e r gli S tati Uniti 120 p. ce n to ; b) p e r la G ran B retag n a 170 p e r ce n to ; c) p e r la F r a n ­ cia, p er l’ Italia e p e r il Belgio 300 p e r cento.

(7)

L’ ECONOMISTA 157 4 a p rile 1920 — N. 23%

L ’azione dei governi.

L ’azione dei G overni può r i u s c i r e a c o n t e n e r e o a m itigare gli effetti di alcune delle ca u se dell’ alto costo della vita, ma non è dato ad alcun G o v ern o di p o te r r i m u o v e r e le ca u se p r o fo n d e di q u e s to s q u i­ librio ch e trae la sua o rig in e dalla d is t ru z io n e della ricchezza e può e s s e r e c o r r e t t o solo dalla fo rm azio n e di nuova ricchezza ciò che ric h i e d e un c o n g r u o p e­ rio d o di te m p o . I popoli p o sso n o a c c e l e r a r e ta le pe­ rio d o so ltan to col p o r t a r e nelle o p e re di pace lo stesso a r d o r e e lo stesso s p i r i t o di devozione alla vita collettiva che essi d e t t e r o p e r la r e s is te n z a d u ­ r a n t e la g u erra.

E ’ vano atten d e rs i, che i r is u lta ti ec onom ici della | g u e r r a p o s s a n o e s s e re d ’ un t r a t t o ca n cellati e s o r

passati. La pace no n è a n c o r a b en r is ta b ilit a in E u ­ ro p a e l’E u ro p a è a n c o r a ben lo n ta n a d a l l’ a v e re ri- c o n q u i s ta to le sue co n d izio n i di pace definitive. La Russia m a n tie n e in a r m i fo rse an c h e più di un m i­ lione e mezzo di uomini. Nè la Russia so lt a n to tiene a n c o ra in a r m i p a r t e così notevole della sua p o pola­ zione p r o d u t t i v a ; an c h e molti a l tr i Stati, cre ati in conseguenza della g u e r r a o che h a n n o c o n s eg u ito con la g u e r r a p iù la rg h i confini, m a n te n g o n o t u t t o r a l’ap ­ p arenza di cam pi arm ati. Non m e n o di un milione di uom ini sono tu t t o r a so tto le arm i in Polo nia, in Ro­ mania e nei n uovi Stati c r e a ti dallo s m e m b r a m e n t o d ell’A u stria-U n g h eria.

P u r es s en d o cessati i conflitti d ’arm i, p er m a n g o n o le r iv a l ità e le a n t ip a t ie scam bievoli, ch e so n o il r e ­ taggio n a t u ra le della g u e r r a . Tali co n dizioni di s p i­ r i t o d o m in a n o t u t t o r a m olte N azio ni d ’E u ro p a , e sono fonti di elev a m en to di b a r r i e r e e c o n o m ic h e artifi­ ciali, le q u ali r e n d o n o più aspra, se non im p ed isco n o , la r e s ta u r a z i o n e della co m u n e p r o s p e r ità .

Il p r i m o passo p e r la r i c o s t ru z io n e d ell’ E uropa deve e s s e r e d i r e t t o al c o n s eg u im en to di u n a c o m ­ pleta sm o bilitazione in t u t t i i Paesi. Solo così le forze vitali p o sso n o im p ieg a rs i nelle o p e r e di pace e p o ssono sp in g ere e in c o ra g g iare co n ogni mezzo il ; r i t o r n o al n o rm a l e scam b io dei p r o d o tti. F in tan to ch e siffatte co n d izio n i di pace non siano s ta te r i s t a ­ bilite, in ogni m anifestazione della vita, nei v ari Paesi d ’E u ro p a , q u es ta, ch e ha so fferto così t e r r i b i l m e n t e d u r a n t e i pas sati anni di g u e r r a , c o n t i n u e r à a sof­ f ri r e p e r l ’ irre q u ie te z z a e p e r la m ancanza di fiducia ch e sono co n s eg u e n za im m ed ia ta d ell’a n o r m a lità della vita che ll’E u r o p a ha d ovuto vivere.

La g u e r r a h a lasciato vin ti e v in c ito ri im p o v e riti ed infiacchiti. La m o r te e l’ in v alid ità h an n o colpito mi­ lioni di u o m in i ne) p erio d o m igliore della loro ca­ pacità p r o d u ttiv a . Altri milioni di u o m in i e b b e r o t u r bata la lo ro esistenza dalle sofferenze dei cam p i di battaglia e dai disagi e dalle p rivazioni della vita ci | vile.

M entre così rim a n e r i d o t t a e t u r b a t a la capacità p r o d u ttiv a di ciasc u n popolo, ogni Paese d ev e p r o v ­ v ed ere, nella m a n ie r a più larga che gli p u ò e s s e r e I co n s en tita, ai d o v eri della N azione v erso gli invalidi e v e rs o le famiglie dei caduti. Ma la r e s i d u a m assa p r o d u t t i v a in c ias c u n Paese n o n ha r i p r e s o l’ antica co n s u e tu d i n e di lavoro, nè si avvia a co n s eg u ire un | più elevato r e n d i m e n t o p e r c o m p e n s a re la riduzione \ di o r a r i o ch e 1’ o p in io n e p u b b lic a dei vari Paesi ha

reclam ato.

Paesi, com e la F ra n c ia e la G erm ania, ch e b a s ta ­ vano la rg a m e n te a sè stessi, so n o o r a incapaci, a causa | della devastazione dei t e r r i t o r i , della d is t ru z io n e degli edifìci e del m a cc h in ario , della m a n can za di capitale, di s c o rte e di concimi, di p r o d u r r e p e r i lo ro stessi bisogni, e sono ogni g io rn o più c o s t r e t t i a c o m p e ­ te re sul m e rc a to m o n d iale p e r a c c a p a r a r s i le lim i­ tate p ro v v iste es isten ti. In o ltre, p e r q u a n t o co n c e rn e il c a rb o n e, la p r o d u z io n e è d im in u ita o v u n q u e e le cifre ap p ro s s i m a t iv e della p r o d u z io n e in to n n e lla te nel 1913 e nel 1919 offrono un d iv a rio e n o rm e . La p ro d u zio n e delle fab b rich e e d ell’ in d u s t r i a manifat­ t u r i e r a del m o n d o è in fe rio re alla p r o d u z io n e a n t e ­

r i o r e alla g u e r r a ' e m olto al di so tt o delle d o m a n d e di c o n s u m o p ro v en ie n ti dai v ari m ercati. Il ris u lta to ev id en te della crisi di p ro d u zio n e d e riv a n te da qu es te v arie cause è u n ’ac u ta c a re s ti a degli a p p ro v v ig io n a­ m e n ti essenziali da cui dipende la vita econom ica d ell’E uro p a.

O cc o rre che q u es ta situazione sia affrontata con 10 stesso coraggio m an ifesta to da e n t ra m b e le parti d u r a n t e la g u e r r a . P e r r e s t a u r a r e le p r e e s is te n ti c o n ­ dizio ni di vita è n ec es s ario r i n n o v a r e e ra d d o p p ia re l’energia d ed icata alla p ro d u zio n e dei beni di p rim a necessità. I co ltiv a to ri della t e r r a di t u tt i i paesi d eb b o n o assegrtare a sè stessi, quale co m p ito d’o n o re di p o te r f a r vedere ch e la pace p u ò e s t r a r r e dalla t e r r a più ch e la g u erra. L ’E u ro p a deve c o n s eg u ire sul suo t e r r i t o r i o , il più la rg a m e n t e che le sia c o n ­ sentito, l’insiem e degli alim e n ti ch e le sono neces s a ri p e r r i p r e n d e r e la sua co m p leta attività. Il p r o ­ g resso nei p ro c e d im e n t i di p ro d u zio n e p o tr e b b e p o r ­ t a r e sollievo a tali deficienze se non fosse o staco lato dalle trasfo rm az io n i, dalla d istru z io n e e dal co n s u m o di m a c c h in a r i d u r a n t e la g u e rra , cui non ha po tu to se g u ire un ad eg u ato r i n n o v a m e n to dei mezzi di p r o ­ duzione. In p a r t i c o l a re sono sta ti d iso rg an izzati tutti i mezzi di t r a s p o r t o ed è stata d o v u n q u e r i d o t t a l’ef­ ficienza delle r e t i f erro v iarie.

A q u e s te p erd it e g en e rali d e b b o n s i aggiungere le speciali c o n tra z io n i di p r o d u z io n e a r r e c a t e dalla g u e r r a a ciascun paese. Ad e s e m p i o : u n a la rg a zona del più fertile t e r r i t o r i o è stata d ev a s ta ta più special- .mente in F ra n c ia e n ell’Italia se tte n tri o n a le . In F ran cia, in o ltre , i c e n tr i in d u s tria li e le zone m i n e r a r ie di i m ­ p o rta n z a vitale p e r la p ro d u zio n e in d u s t ria le , sono sta ti c o m p letam e n te d i s t r u t t i e no n s a ra n n o in grado p e r d iv ersi anni di p r o d u r r e . Sim ilm ente, nel Belgio, le in d u s t r i e nazionali h a n n o m olto sofferto d u r a n t e ¡ 11 p erio d o di occupazio ne. La G erm ania, p e r contro, h a i suoi s ta b ilim en ti in d u s t ria li in ta tti, ma è para - j lizzata dalla m ancanza di capitale e di cre d ito , e dalla d isoccupazione s u sse g u en te alla sconfìtta. P e r l’Au ! s t r i a si è avuto, in o ltre , lo s c o m p ag in am e n to delle j b asi della sua vita econom ic a. La Russia a sua volta, è p as sata a t t r a v e r s o a tu t t e le m i s e r ie della g u e r r a civile ed è t u t t o r a vittim a della co nfusione e d ell’a­ narchia.

Ogni p aese soffre p e r difficoltà di o rd in e div erso, ma ogni paese co n t ri b u is c e ad a u m e n ta re il deficit com une. P e r q u an to si attie n e all’ag ric o ltu ra, la Russia ch e p r im a della g u e r r a era il più im p o r t a n t e g ran aio d ell’E u ro p a e che può d a r e p r o d o t t i in d isp en sab ili alla vita d e l l’ E u ro p a , o non ha più co n s eg u ito una p ro d u zio n e notevole, o non è s ta ta in g rad o di s c am ­ b ia re con i suoi vicini i p r o d o t t i di cui dispone. La Rom ania, c h e p rim a della g u e r r a e s p o rta v a a n n u a l­ m e n te più di 6 m ilio ni di quarters di grano, an c h e p er i m u ta m e n ti dei s is tem i di coltivazione della te r r a , è j è o r a sul piede di una p ro d u zio n e ap p e n a sufficiente p e r i bisogni im m e d ia ti della sua popolazione.

R ig u ard o all’ in d u s t ria in g en erale, ogni Governo d eve a d o p r a r s i a far c o m p r e n d e r e al popolo che la lim itazio ne della p r o d u z io n e s tim o la d i r e t ta m e n te il m o v im e n to as ce n d e n te dei prezzi, se n tir e il d overe di c o o p e r a r e ad a t tiv a re lo scam b io dei p ro d o tti, ad e lim in a re l’a r r e s t o a r b i t r a r i o del flusso n at u ra le del c o m m e rc i o eu ro p e o e l’a u m en to dei consumi. Intanto i consum i, invece di r e s t r i n g e r s i , p re s e n ta n o una te n ­ den z a g e n e rale ad es p an d ersi, r e n d e n d o s e m p re più g rav i le r i c h i e s t e in r a p p o r t o alle lim itate q u an tità di beni disponibili. Gli oggetti di lusso poi h an n o a l­ la rgato il lo r o cam po di sm e rc io quasi più che in p e r io d o p r ec ed en te. E ’ p e r ta n to da a s criv ers i a c o m ­ p ito essenziale di ciascu n G overno d i a d o t ta r e tu tt i q u ei pro v v ed im en ti, c o r r i s p o n d e n t i alle p a rtico la ri co n dizioni di vita di ciascun cittadino, che a s s icu rin o la d im inuzione dei consumi, necessaria, in d ero g ab ile fino a che n o n sia stato possibile a u m e n t a r e gli ap ­ provvig io nam enti.

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