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130 est Figura5.2.4.:TemperaturaesternadialcunigiornisignicativiL'umiditàrelativaesternasimantienetravalorichevannodall'85%apiùdel95%nelprimoenelsecondoperiodostagionale,mentrenelterzoperiodo(quellopiùfreddo)tendeascenderevariandotrail45eil65%(Fig.5.2.5)

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Figura 5.2.4.: Temperatura esterna di alcuni giorni signicativi

L'umidità relativa esterna si mantiene tra valori che vanno dall'85% a più del 95% nel primo e nel secondo periodo stagionale, mentre nel terzo periodo (quello più freddo) tende a scendere variando tra il 45 e il 65% (Fig.5.2.5).

Figura 5.2.5.: Graco Umidità relativa esterna rilevata nel periodo in contemporanea con Test

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Nel salone Dal graco di Fig.5.2.6 si evince, a prima vista, che l'andamento della tem-peratura interna subisce degli alti e bassi rilevanti nell'arco di una giornata (preso in riferimento i giorni 25 e 26 novembre), dierenziandosi molto dall'ideale retta orizzontale di comfort (in gura evidenziata in arancione) posizionata da norma a 20°C, anche se per gli asili nido è consigliata a 22°C.

Figura 5.2.6.: Temperatura e Umidità relativa rilevate all'interno del locale salone nei giorni 25 e 26 novembre presi in riferimento

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Figura 5.2.7.: Temperatura e Umidità relativa del locale salone nel periodo dal 25 novembre al 30 novembre

Se prendiamo come riferimento un'intera settimana, il graco di Fig.5.2.7 che rappre-senta le temperature interne nell'arco della settimana (lun-sab) registrate nel salone del nido, nel quale si svolge tutta l'attività pomeridiana, evidenzia il riscaldamento degli ambienti nell'arco della settimana (andamento = linea tratteggiata). Il lunedì, infatti, vengono raggiunti i 20°C alle ore 17.00, orario di ne attività. Dal martedì in poi vediamo che, l'inuenza del riscaldamento dell'edicio avvenuto nel giorno precedente, permette il raggiungimento delle condizioni di comfort alcune ore prima. Dal venerdì pomeriggio l'impianto di climatizzazione invernale viene spento, e questo, ovviamente, è segnalato dal-l'ultimo tratto discendente della curva. Dalla temperatura di circa 15°C dovrà ripartire l'impianto il successivo lunedì mattina.

Per quanto riguarda l'umidità relativa interna è possibile notare il brusco cambiamento in linea con quello avvenuto all'esterno, a causa del cambiamento stagionale, si entra infatti nel successivo periodo della stagione più fredda e secca. Non essendoci un impianto di ventilazione meccanica controllata l'inuenza del comportamento esterno è sostanziale.

Aula nido Nell'aula dove si svolgono le attività di gioco, disegno e altro durante la matti-na, si nota nel graco di gura 5.2.8 l'andamento della temperatura nei giorni dal venerdì al lunedì: in particolare l'andamento discendente nei giorni di sabato e domenica e la curva ascendente, dalle ore 7.00, orario di accensione dell'impianto, no all'orario di spegnimento dell'impianto, nonché ne delle attività (ore 18.00). Questo graco evidenzia che la tem-132

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peratura di progetto non viene mai raggiunta nei giorni di attività dell'impianto. Inoltre si può notare che le temperature del lunedì risentono molto dell'inuenza dello spegnimento dell'impianto durante il weekend, essendo distanti anche di tre gradi dalle temperature registrate il venerdì. Denotano, comunque, quanto si sia distanti dal comfort e quanto consumo di energia sia necessario per garantirlo.

Figura 5.2.8.: Andamento della temperatura all'interno dell'aula didattica dell'asilo nido, dal venerdì al lunedì.

Stanza del sonno Dalla gura 5.2.9 si nota che la temperatura di progetto (20°C) non è mai raggiunta. Anche in questo caso si percepisce l'inuenza nelle temperature dell'accensione dell'impianto nei giorni precedenti.

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Figura 5.2.9.: Temperature e umidità relativa nel locale stanza del sonno

Aula materna Nell'aula adibita a scuola materna, inne, dove l'impianto di riscaldamento è a pannelli radianti, si rileva (gura 5.2.10) che la temperatura di progetto (20°C) viene raggiunta solo per un breve periodo delle giornate di giovedì e venerdì, grazie all'inuenza del riscaldamento dei giorni precedenti. Si nota che la curva della temperatura ha un salto termico minore rispetto a quelle rilevate nei locali con impianto tradizionale.

Figura 5.2.10.: Temperature ed umidità relativa dell'aula materna nel periodo dal 26 al 30 novembre

5.3. Qualità dell'aria interna (IAQ

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)

Negli ultimi anni sta aumentando l'attenzione alla qualità degli ambienti in cui viviamo, a seguito delle nuove conoscenze sui potenziali rischi che possono derivare per la nostra

15Indoor Air Quality

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salute e in particolare quella dei bambini. Infatti la popolazione dei Paesi industrializzati trascorre la maggior parte del tempo (anche no al 90%) in ambienti chiusi quali abitazioni, scuole, uci e mezzi di trasporto. Si è giunti alla consapevolezza del rischio per la salute determinato dall'inquinamento atmosferico, ma anche l'aria contenuta nelle abitazioni o nei luoghi di lavoro, può costituire una reale minaccia per la salute delle persone. Spesso, negli ambienti interni, sono contenute fonti che determinano concentrazioni di inquinanti anche superiori , in alcuni casi, a quelle presenti nell'aria atmosferica esterna. In passato si è dato peso solo ai fenomeni di inquinamento dell'aria esterna ma, da un po' di tempo, con l'accrescersi di informazioni ed esperienze circa i danni alla salute causati da una scadente qualità dell'aria interna (Indoor air Quality - IAQ) è emersa l'esigenza di approfondire le conoscenze relative alle fonti di inquinamento indoor e alla loro implicazione sociale ed economica sulla sanità pubblica . La qualità dell'aria negli ambienti interni è denita accet-tabile se è percepita come fresca e piacevole, se non ha un impatto negativo sulla salute e può aumentare la produttività e l'apprendimento degli studenti nelle scuole [26]. Le norme no ad oggi emesse non prendono in considerazione la produttività e l'apprendimento e presentano un requisito modesto, ovvero che l'aria sia accettabile per almeno l'80% delle persone; questo signica che le persone più sensibili, che rappresenteranno il 20% dei pre-senti, giudicheranno la qualità dell'aria inaccettabile (Fanger, 2006). Gli inquinanti indoor sono numerosi e possono essere originati da diverse sorgenti oltre che variare nel tempo e a secondo delle abitudini (ventilazione). Le principali fonti sono l'uomo e le sue attività, i materiali da costruzione, gli arredi, i sistemi di trattamento dell'aria....(Tabella 5.3.1)

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Figura 5.3.1.: categorie di inquinanti e fonti di inquinamento (Fonte: rielaborazione su dati del Ministero della Salute)

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Le patologie associate alla permanenza in edici con presenza di numerose fonti di in-quinamento indoor sono denite Malattie associate agli edici (Building Related Illness - BRI )[23], alcune di queste sono: la legionellosi, la febbre da umidicatori, l'alveolite allergica etc.

A seguito della IV Conferenza dei Ministri di Ambiente e Salute dei 53 Paesi della re-gione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, tenutasi a Budapest nel 2004, è stato redatto un Piano d'Azione Europeo, il CEHAPE (Children Environment and Heal-th Action Plan for Europe), il quale sottoscrive l'impegno degli Stati Membri ad attuare misure concrete per la prevenzione e la riduzione delle patologie respiratorie dei bam-bini conseguenti all'inquinamento atmosferico nell'aria d'ambiente (outdoor) e connata (indoor).

I bambini, infatti, sono siologicamente molto più vulnerabili degli adulti: il loro si-stema immunitario è ancora immaturo, respirano velocemente e la concentrazione degli inquinanti è relativamente maggiore in un corpo di peso minore come è quello dei bambini. L'ambiente scolastico, ospitando i bambini per la loro maggior parte della giornata, neces-sita di particolare attenzione alla gestione della qualità dell'aria non solo indoor ma anche all'interazione indoor-outdoor. Infatti un altro elemento da non sottovalutare è l'inuenza dell'inquinamento esterno sull'ambiente connato: i fattori ambientali dipendono anche dalle caratteristiche strutturali della scuola e dai materiali usati nella progettazione e nelle ristrutturazioni. In Italia il 50% degli edici scolastici è stato costruito prima del 1960, per cui molti di questi hanno subito ristrutturazioni.

Al ne di ottenere una buona qualità dell'aria indoor, i punti salienti da perseguire sono: - evitare l'aria viziata;

- combattere la polvere;

- abbattere gli agenti inquinanti.

L'aria viziata (prevalentemente alte concentrazioni di CO2) può provocare cefalee, disturbi nella concentrazione e sonnolenza. Ogni individuo utilizza ossigeno e produce anidride carbonica, vapore acqueo (ogni persona produce da 40 a 300 grammi di vapore acqueo ogni ora in relazione all'attività sica), calore e odori. Il problema del degrado della qualità dell'aria, può essere altresì causato da una erronea gestione, mantenimento o pianicazione o installazione di sistemi di ventilazione e riscaldamento, ma la presenza di un'aria viziata in un ambiente chiuso dipende anche dalle nostre cattive abitudini. All'interno degli edici la temperatura dovrebbe attestarsi intorno ai 20-22 °C con un tasso di umidità intorno al 40-60%. Non è consigliabile scendere sotto il 20% di umidità perché l'aria diventerebbe troppo asciutta causando un'evaporazione eccessivamente intensa delle mucose bronchiali e quindi secchezza nelle vie respiratorie. Bisognerebbe quindi evitare un uso eccessivo del deumidicatore e invece favorire un regolare ricambio d'aria dei locali.

Per combattere la polvere, invece, si dovrebbe improntare una progettazione più attenta evitando, per esempio, tendaggi interni di qualunque tipo e utilizzare tendaggi esterni all'aula per riparare l'ambiente dal sole (nel caso non fosse possibile, preferire tende a vetro in tessuto liscio da lavare frequentemente). Inoltre si dovrebbe progettare pareti e

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pavimenti a superci lisce, escludendo assolutamente moquette e evitando il linoleum che può emettere formaldeide.

L'abbattimento degli inquinanti chimici può essere perseguito ad esempio tinteggiando le pareti con colori lavabili ad acqua o con vernici fotocatalitiche, prediligendo mobili di metallo o legno senza sostanze irritanti, come vernici o colle, applicando misure di controllo ambientale anti-acaro e/o antimua per non far entrare gli allergeni.

La soluzione migliore per prevenire gli eetti degli inquinanti indoor è tuttavia quella di apportare i giusti ricambi d'aria attraverso opportuna ventilazione dei locali. In Italia, spesso, ciò è garantito dai soli ricambi d'aria naturali attraverso l'apertura manuale e periodica degli inssi delle aule. Questo è dovuto alla scarsa diusione dei sistemi di riscaldamento ad aria centralizzata che permetterebbero il controllo automatico dei ricambi d'aria in relazione ai valori che rispettano le disposizione normative vigenti.

Negli edici scolastici questo problema è molto diuso anche in conseguenza delle dif-fusione di impianti di riscaldamento di tipo tradizionale (ovvero con termosifoni come terminali di erogazione del calore), i quali regolano solo la temperatura senza occuparsi della quantità di umidità o di agenti inquinanti.

Nelle aule scolastiche la maggior fonte di inquinamento dell'aria sono peraltro le persone, quindi la qualità della stessa può essere valutata misurando la concentrazione media di CO2.

Riportiamo dei valori signicativi (tabella 5.3.2), che possono far comprendere il problema.

Figura 5.3.2.: Concentrazioni di CO2 e valori limite (fonte: rielaborazione su dati

CasaClima)

5.4. Valutazione del comfort luminoso

5.4.1. Valutazione luce naturale

La norma UNI 1084016, che si occupa dell'illuminazione naturale e articiale nei locali

scolastici, esprime la necessità che l'illuminazione naturale debba essere utilizzata nella maggiore misura possibile al ne di favorire il benessere psico-sico degli occupanti e ridurre il consumo energetico.

L'apparato visivo umano si è sviluppato in funzione dell'utilizzo della luce naturale, è intuitivo pertanto che quest'ultima risulti per esso qualitativamente migliore di qualsiasi luce articiale, che riesce solo ad approssimare con vari artizi lo spettro della luce solare.

16La UNI 10840 è stata abolita e sostituita dalla UNI 11300

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Un'altra importante caratteristica della luce naturale è la sua variabilità nella composi-zione spettrale e nell'intensità in funcomposi-zione dell'ora del giorno, del periodo dell'anno e delle condizioni meteorologiche; pertanto il fatto che essa arrivi, direttamente o meno, all'occu-pante di un edicio contribuisce ad evitare la perdita di rapporto con l'ambiente esterno e della nozione del tempo.

Inoltre non bisogna dimenticare che per l'essere umano l'insuciente esposizione alla luce del Sole può provocare anche problemi prettamente siologici in quanto:

- la radiazione ultravioletta (UV) concorre alla sintesi della vitamina D (necessaria al metabolismo del Fosforo e del Calcio) la cui carenza provoca rachitismo, osteoporosi, carie dentaria;

- l'aumento della melatonina, normalmente prodotta di notte, provoca un indebolimento del sistema immunitario, patologie nervose e depressione

I vantaggi della luce naturale sono sostanzialmente riconducibili a due tipi: - beneci psicologici ed emotivi per le persone;

- riduzione dei consumi energetici17, dovuti sia al minor consumo elettrico per

illu-minazione, sia ai minori consumi per climatizzazione nel periodo caldo, questi ultimi in conseguenza della riduzione dei ussi termici immessi negli ambienti dalle lampade;

Le problematiche che, d'altra parte, si possono incontrare sono: - il surriscaldamento estivo e insolazione diretta

- abbagliamento

- impossibilità di controllare le ombre - perdite di calore attraverso le nestre.

Questioni, però, tutte risolvibili. Infatti sono sucienti degli inssi a taglio termico con vetri basso emissivi per evitare l'incidenza delle aperture sui consumi energetici, una buona progettazione termica e illuminotecnica per evitare surriscaldamento e abbagliamento.

L'importanza dell'illuminazione viene ribadita anche dal report Daylighting in Schools-An Investigation into the Relationship Between Daylighting and Human Performance 18,

secondo cui gli studenti che godono di una buona illuminazione naturale nelle proprie classi aumentano del 20% le proprie performance matematiche, e del 26% nella capacità di lettura.

Aspetto da non sottovalutare è la tipologia del vetro degli inssi, il quale può ridurre sensibilmente il valore della luce trasmessa. È necessario sceglierli con attenzione al pa-rametro relativo alla trasmissione luminosa (ovvero nel campo del visibile) dichiarato dal produttore, il quale, per i vetri normali, ha valori t>0.8 mentre per vetri trattati può arri-vare a t=0.6. Allo stato di fatto gli inssi montano vetri normali singoli quindi favorevoli al passaggio della luce naturale, anche se energeticamente molto disperdenti.

17I risparmi energetici riducono il ricorso alle fonti non rinnovabili ed i problemi connessi. Comunque,

anché il risparmio sia eettivo, é necessario che il livello di illuminamento articiale sia modulato in funzione di quello naturale disponibile.

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Nella scuola oggetto gli ambienti hanno generalmente aperture poste su un unico la-to e quesla-to crea ambienti con una distribuzione della luce non omogenea e fenomeni di abbagliamento dovuti al contrasto (Fig.5.4.1).

Figura 5.4.1.: Illuminazione naturale posta su un unico lato e distribuzione bilaterale più omogenea .

Ai ni di garantire un'adeguata distribuzione dell'illuminazione naturale devono essere garantiti i valori del fattore medio di luce diurna, riportati nel prospetto 2 della UNI 10840[24](in gura 5.4.2).

Figura 5.4.2.: Fattore medio di luce diurna- prospetto 2 UNI 10840

Il fattore di luce diurna è denito come rapporto fra il livello di illuminamento in un punto su un piano orizzontale all'interno del locale (Eint) e il livello di illuminamento

in un punto posto su di un piano orizzontale sotto l'intero emisfero celeste in assenza di ostruzioni e di irraggiamento solare diretto (E0 ) con misure fatte nello stesso momento.

F LD = D = Eint

E0  100 (%)

Dalla letteratura possiamo accettare: D ≤ 1%illuminazione naturale insuciente D ≥ 2%illuminazione naturale buona D ≥ 3 − 4%illuminazione naturale ottima

ma per il caso specico di scuola ci atteniamo alla tabella in gura 5.4.2.

Se Eint nella formula viene sostituito con Em, ovvero l'illuminamento medio, si ottiene

il fattore medio di luce diurna. Il FDLm, ovvero Dm, caratterizza, quindi, l'attitudine di

un ambiente all'utilizzazione della luce naturale. Attraverso l'equazione di bilancio tra il 140

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usso luminoso che entra nella stanza dalla nestra e quello assorbito dalle pareti interni all'ambiente, è possibile scrivere:

φF = (φA)par

dove:

φF = EF · A · t= usso luminoso che entra dalla nestra

(φA)par =P En· Sn· an = usso luminoso assorbito dalle pareti interne all'ambiente

EF =illuminamento prodotto dall'esterno sul piano della nestra

A =area nestrata (solo parte vetrata) t =coeciente di trasmissione del vetro En= illuminamento medio pareti

Sn= supercie pareti

an = assorbimento pareti

Facendo delle considerazioni generali su (φA)par :

En=cost = Ei si riscrive (φA)par = Ei·P Sn· an= Ei· S · am

dove

am = P SSn·an =coeciente di assorbimento medio ambiente, come media pesate sulle aree

S =P Sn=supercie totale interna ambiente

Quindi l'equazione di bilancio diventa:

EF · A · t = Ei· S · am e si può scrivere: Ei = A · t S · am · EF che sostituita nella denizione di Dm:

Dm= A · t S · am · EF EE0 dove ε = EF

EE0 ovvero il fattore nestra, ricavato con metodo tabellare (tabella 5.25),

quindi:

Dm =

A · t S · am

· ε

La normativa, inoltre, aggiunge un coeciente di riduzione di ε, cioè ψ (ricavato dalla tabella 5.26), il quale viene inserito nella formula:

Dm=

A · t S · am

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Tabella 5.25.: Fattore nestra

Tabella 5.26.: Coeciente di riduzione

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La tabella riporta il calcolo del fattore medio di luce diurna per i locali dedicati alla didattica e quindi dove i bambini passano la maggior parte del tempo.

Locale Area nestrata (solo vetro) (m2) Supercie totale ambiente interno (m2) Coeciente trasmissio-ne (vetro) ε= fattore nestra Ψ=fattore di riduzione Fattore medio di luce diurna (Dm%) Aula nido 4.70 178.3 0.9 0.61 1 2.9 Salone nido 5.87 243.0 0.9 0.61 1 2.7 Aula materna 4.23 198.1 0.78 0.36 1 1.2

Aula giochi materna 5.38 211.2 0.78 0.50 1 2.0

Tabella 5.27.: Calcolo del fattore medio di luce diurna per i locali dedicati alla didattica

È possibile osservare che il Fattore medio di luce diurna non rispetti i minimi consigliati dalla UNI 10840 (tabella in gura 5.4.2). Per l'importanza della luce naturale, come descritto precedentemente, sarebbe opportuno pensare a interventi atti al miglioramento di questo aspetto. Calcoliamo dunque l'area nestrata (solo la parte vetrata) che servirebbe per soddisfare questo requisito (tabella 5.28).

Locale Supercie totale ambiente interno (m2) Coeciente trasmissio-ne (vetro) ε= fattore nestra Ψ=fattore di riduzione Fattore medio di luce diurna RICHIE-STO (Dm%) Area nestrata RICHIESTA (solo vetro) (m2) Aula nido 178.3 0.9 0.61 1 5 8.1 Salone nido 243.0 0.9 0.61 1 5 11.1 Aula materna 198.1 0.78 0.36 1 5 17.6

Aula giochi materna 211.2 0.78 0.50 1 5 13.5

Tabella 5.28.: Calcolo della supercie della parte vetrata necessaria a soddisfare il FdL per i locali dedicati alla didattica

Le aree necessarie sono molto ampie. A livello di fattibilità e per questioni di opportunità economiche nonché strutturali, è impossibile proporre un intervento di allargamento delle nestre: gli ambienti hanno un'unica parete verso l'esterno, di area spesso non suciente, inoltre, come è stato già accennato, le aperture poste su un unico lato creano disomoge-neità nella distribuzione della luce e abbagliamento. In copertura non è possibile pensare aperture nuove, a causa della sovrastruttura in pannelli sandwich che supporteranno le fonti rinnovabili.

Per ovviare a questo si potrebbe pensare a usare sistemi daylighting , ovvero tutti quei sistemi, di natura costruttiva, impiantistica e tecnologica, che consentono la captazione, il trasporto, la distribuzione ed il controllo della luce naturale all'interno degli edici. Essi possono essere distinti in: sistemi passivi, sistemi attivi e sistemi misti.

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ˆ I sistemi passivi hanno generalmente congurazione ssa, non sono quindi ne' mecca-nizzati ne' automatizzati. Appartengono a questa categoria le nestre ed i lucernari tradizionali, le coperture a shed, le bocche di lupo, i lighshelves ed i brise-soleil.

ˆ I sistemi attivi sono meccanizzati ed automatizzati secondo una logica di control-lo, consentono la captazione e la distribuzione dinamica, ovvero secondo modalità variabili nel tempo, della luce naturale all'interno dell'edicio.

ˆ I sistemi misti sono invece regolabili da parte dell'utente ma non automatizzati. É questo il caso delle occlusioni mobili quali: persiane, veneziane, tende e avvolgibili.

Sarebbe interessante sviluppare soluzioni di questo tipo passivo o attivo, ma il budget monetario di cui l'Amministrazione dispone non permette di pensare a questo tipo di soluzione. Inoltre è necessario considerare che le aperture presenti nelle aule (porte-nestra) sono considerate uscite di emergenza nel piano antincendio, per cui non possono essere ostacolate con sistemi del tipo tende veneziane o schermature a lamelle orientabili. per questi motivi si ritiene di non intervenire in questo ambito e lasciare le tende oscuranti già esistenti.

Con il software Dialux 4.1119 è stato simulato l'illuminamento naturale dei locali dove i

bambini passano la maggior parte del tempo.

Figura 5.4.3.: Simulazione dell'illuminamento naturale dell'aula di asilo nido- Gennaio ore 12.30 - Fonte: Dialux

19Il software completo e gratuito di DIAL per la progettazione professionale della luce.

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Figura 5.4.4.: Simulazione dell'illuminamento naturale dell'aula di asilo nido- Giugno ore 12.30 - Fonte: Dialux

Dalle simulazioni in gura 5.4.3 e 5.4.4 e nella loro rappresentazione con colori falsi gure 5.4.5 e 5.4.6, è possibile vedere che, sia nei mesi estivi che negli invernali, nelle aule nido 1 e 2, nonostante l'esistenza di un aggetto orizzontale in c.a. esterno, arriva luce diretta nella zona centrale della stanza, creando il fastidioso fenomeno dell'abbagliamento. Inoltre l'illuminamento non è omogeneo, anzi l'ambiente è sostanzialmente diviso in due aree: una molto illuminata, che registra luce diretta e arriva a segnare punte di 3000 lux nella stagione estiva, vicino all'insso; l'altra poco illuminata con valori di 50 lux nella stagione invernale. Quest'ultima area necessita di un'illuminazione articiale che compensi quello che non può fare la luce naturale per tutto l'anno visto che, proprio in quel punto, si trovano i tavolini dove i bambini scrivono e disegnano e quindi necessitano di un illuminamento pari a 300 lux sul piano di lavoro in questo caso posto a 40 cm da terra, visto che ci troviamo in un asilo nido.

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Figura 5.4.5.: Simulazione illuminamento aula nido con falsi colori- mese Gennaio ore 12.00.

Figura 5.4.6.: Simulazione illuminamento aula nido con falsi colori - mese Giugno ore 12.00.

Sono state simulate anche il locale salone e la stanza del sonno al ne di eseguire uno studio più completo dell'ambiente anche se in questi luoghi non vengono fatte attività di disegno o scrittura e quindi non necessitano di una particolare illuminazione.

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Figura 5.4.7.: Simulazione illuminamento salone con falsi colori - mese Gennaio ore 12.00.

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Figura 5.4.9.: Simulazione illuminamento stanza del sonno con falsi colori - mese Giugno ore 12.00.

Figura 5.4.10.: Simulazione illuminamento aula sonno con falsi colori - mese Giugno ore 12.00.

Nelle aule didattiche della parte adibita a scuola materna è possibile notare dalle simu-148

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lazioni dei mesi signicativi (gennaio e giugno) gure 5.4.11 e 5.4.13 e dalle loro rappre-sentazioni in colori falsati gure 5.4.12 e 5.4.14, che l'illuminazione naturale è molto diso-mogenea e, come nel caso dell'aula nido, si avvertono due zone distinte da illuminazione molto diversa, oltre che fenomeni di abbagliamento.

Figura 5.4.11.: Simulazione dell'illuminamento naturale dell'aula di scuola materna-Gennaio ore 12.30 - Fonte: Dialux

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Figura 5.4.12.: Simulazione dell'illuminamento naturale dell'aula di scuola materna con falsi colori- Gennaio ore 12.30 - Fonte: Dialux

Figura 5.4.13.: Simulazione dell'illuminamento naturale dell'aula di scuola materna-Giugno ore 12.30 - Fonte: Dialux

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Figura 5.4.14.: Simulazione dell'illuminamento naturale dell'aula di scuola materna con falsi colori- Giugno ore 12.30 - Fonte: Dialux

5.4.2. Valutazione luce articiale

Ovviamente, quando non è possibile avvalersi della luce naturale per ottenere un ottimo livello di illuminazione, si rende necessario l'utilizzo della luce articiale. La norma UNI EN 12464 [25] esprime questo concetto responsabilizzando l'impianto di illuminazione: esso  dovrebbe soddisfare i requisiti di illuminazione relativi ad uno spazio particolare senza comportare sprechi di energia. Tuttavia, è importante non compromettere gli aspetti visivi di un impianto di illuminazione solo per ridurre il consumo energetico: questo richiede un'attenta valutazione dei sistemi d'illuminazione, apparecchiature, dispositivi di controllo appropriati, così come l'impiego della luce naturale disponibile.

È ovvio che, con i valori di illuminazione naturale appena vericati, la luce articiale sarà indispensabile in questi locali e il consumo energetico sarà rilevante anche nella stagione estiva.

È stato fatto il rilievo di tutti gli apparecchi luminosi presenti attualmente nell'edicio (tranne nella parte adibita a cucina, il suo consumo sarà frutto di una stima). Nella gura 5.4.15 è riportato il suddetto rilievo con indicazione della parte fotograca (gura 5.4.16). Alcuni apparecchi, modelli più datati, non sono stati rilevati, ma per una prima stima, fatta tenendo di riguardo soprattutto i locali dedicati alla didattica questo è suciente.

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Figura 5.4.15.: Rilievo apparecchi luminosi

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Figura 5.4.16.: Foto eseguite durante il rilievo delle lampade

In generale, un impianto di illuminazione articiale, nel rispetto delle esigenze di rispar-mio energetico, deve soddisfare vari parametri:

ˆ l'illuminamento medio, Em: valore medio degli illuminamenti misurati o calcolati

in un ambiente o supercie sede del compito visivo.

ˆ l'illuminamento medio mantenuto, En: Valore dell'illuminamento medio che

deve essere sempre garantito. (Tabella in gura 5.4.17 20)

ˆ classe di qualità per la limitazione dell'abbagliamento

20Si riferiscono all'altezza di 0.85 m dal pavimento, ma nel caso oggetto, trattandosi di aule di asili, si

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ˆ l'uniformità di illuminamento: il rapporto fra l'illuminamento minimo e quello medio sulla supercie di ogni compito visivo non deve essere minore di 0.8.

ˆ resa del colore: rappresenta il grado di fedeltà di una sorgente nel restituire i colori in rapporto a una sorgente di riferimento. negli ambienti di categoria 1B, come le scuole, deve essere 80≤Ra≥90.

ˆ l'illuminazione di sicurezza: fornisce un livello di sicurezza adeguato alle persone che si vengono a trovare in una situazione di mancanza dell'illuminazione ordinaria, al ne di evitare che accadano incidenti o situazioni pericolose. Non è un tipo di illuminazione che può essere utilizzata per svolgere mansioni ordinarie, inoltre deve essere alimentata da una sorgente di energia indipendente (batterie, UPS o gruppo elettrogeno).

Figura 5.4.17.: Illuminamento medio mantenuto, En, gruppo di resa del colore e classe di

controllo dell'abbagliamento, raccomandati per asili nido e asili di infanzia. (Fonte: Prospetto 1 della UNI 10840 in bibliograa)

Attraverso il software Dialux 4.11 è stato simulato il comportamento degli apparecchi luminosi a neon attualmente montati dei quali, non essendo più in commercio, non è possibile avere la scheda tecnica. Essa è stata valutata simile a quella dell'apparecchio riportato in gura .

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Figura 5.4.18.: Caratteristiche apparecchi luminosi a neon usati nella simulazione

Al ne di avvicinarsi il più possibile con la simulazione alla realtà, sono state eseguite misurazioni con il luxmetro (gura 5.4.16) nelle aule. Di seguito i risultati:

aula nido

tavolini bambini 231 lux parete (2m) 105 lux aula materna

tavolini bambini 255 lux parete (2m) 110 lux.

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