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li.
BIBLIOTECA nazionale centrale FIRENZE.
OPUSCOLI RACCOLTI
DA
GARGANO GARGANI
Nato a Firenzeil22Aprilo 1520 MortoalFratello,pressoVarlungo,ildi SNovembre1859.
10 Febbraio 1800.
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>10 VE POESIE.
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MANFANI DELLA ROVERE.
Formanon s'accorda Spessefiateall’intcnziondell’ arte.
Daxte,
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ar.c LParigi.
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TORCHID.P.HAN DELA
FORESI(MOMNVAL)
STRADA DBS BONS-ENFANS.31. *\ ‘
« MDCCC XXXVI.
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TERENZIO MAMIANI DELLA ROVERE
AL
SIGNORAUGUSTO BAHBIEB,
FOKTA
chiabissino.Giardeconsolazione mi avetedata, illustre SignorBarbier,rispondendoaMiss Harveyottima amicadiambedue, cbeaccettavateassaivolontieri ladedicazione di questiversi.Laqual cosa,quan- do nonfossestata,io nonavreisaputocercare altroveunsegno eunadimostrazione di quellasti-
ma
inveroprofonda,la qualeioprofessoalle# •
vostre virtù,ealla felicitàraradel vostro ingegno.
£
oltre ciò,iomisentiva indebito,come
Italiano, di ringraziarvipubblicamentedi quellerimepie- toseedelegantissimedovevoicompatiteallamise- riaattuale dellamiapatria,evivolgete a deside- rareunaprossimamisurazionedellasuagloria.6
CheIddio felicitilungameulequestaFrancia
ospitale, e viesemprelaconducadibenein meglio,» s’ellaprosegueadarefigliuolicosì giusti,cosili- berali,^e cosìmagnanimi
come
voisiete.Impe- rocchéavoinonpiace imitare l’orgoglio frivolo di coloro,iqualiimbaldanzitiper poco ventodi fortunasogghignanoallamiseria eallaumiliazione deglialtripopoli;enèmen
colorovipiaceimi- tare^che,pernonesseretacciatid’ingratitudine,
neganoagl’Italianilegrandezze trascorse,ilche valequantoficcargliocchisu alto nelmezzodel sole,e dire«
Tu
nonisplendi».Éhgià voinon, « m
.sietesciesoinItaliaa cercarviunicamentegiardini eteatri,.comei.piùde’viaggiatoricostumano,
ma
fu vostrp primario, intento di riconoscerel’antica Italianellanuova,ediraccòglierò quellefaville disperseche dannoindizioapertissimo dellemara- vigliosef.icQltàdelsuppopolo.Avvegnacchèegli sim /
conviene paragonareL’pttqalppptdoitaliano aquel
Kqmeo
descrittoda Danto,ilquale scaduto dagratoricchezzecd autorii a, sostenta la povera vita'pic- chiandodiportain porla.
Che
qualorati attenga allaprimarigu»rdat«rs*tuvedi in coluinonaltro che unapersonatetraedisfattainvoltainlogoriDigitìzedbyGoogle
panai-,piaseli»i(cuVoglia difissarloe considerarlo
inlentivomente,alloraravvisinell’ariadei voilo unlaimaestosodecoro,e negli occhiuntallumee
negliattiunatalgravitàcheaccusanolanobile lem- pradell’ingegnoedell'animo,
Oraquestimiei versiragionano pressochétutti d’Italia
, e perciò a voigliintitoloeraccomando confiducianonpresuntuosa; pefchè mi penso che quando manchiloroognialtrabellezza,nonper-
\ i-
tantoviparràdegnadilodelaintenzionechefece scriverliecaro persuanaturail subbie!lo,onde parlano.
Incapoa lord vedretetrelimi sacri,iquali suc- cedonoaparecchi!altrida
me
stampatinonàgran tempo.Ed
essendocheilgenere dipoesiacom-preso »n questitreInni e neglialtrimi sembra npn puntousatodanoimoderni;epiù,perchèio avrei volutodettarlitutti,secondoun’ideada
me
focr inaladell’ottimareligionecivile,siamicompor- talodavoi, eh’io viespongainbrevelemieopi- nioni intornotaliduecose.E
prima, quantoalgenere di poetaredame
pro- dotto, piacentiricordarvi,che in quegl’ Inniam-mirabiliiqualiad
Omero
s’attribuisconocoma-8
nalmente
,possedetteroiGreciunasorta dipoesia tutta particolareedall’altredifferentissima
;avve-
gnaché
in quegl’Inni successeun temperamento nuovo4ell’epicae dellalirica.Da
unlatoessiave- vanoufficiodiraccontare mollifalliinsieme con- nessi,e perciòall’epica s’accostavano:dall’altro, lalornarrazione, infiammata da certo furore enco-miastico emossadalla maravigliadelle cose sopra- umane, prendevaicolori dellalirica,or trasponen- doiracconti eusandodell’Iperbato,oraccumu- landoleimmagini. Parvea
me
cheun’ alquantosi- milepoesianonsarebbe oggi praticata senza diletto e senzaunnotevoleincrementodell’ arte.Nè
valse atenermenediscostatoladifferenza (certogrande) della religioneedellecostumanze.Imperocchéle cose cristianeaveanoinItalia finda principio as- suntobuonaporzione delleformelatineegreche, 0spiravano certa antica fragranza, dellaquale, checchési opponga, andrannoimpregnatimai sempretuttiisubbiettichepasseranno perleitalichefantasie. Certoè che una condizionemedesima d’intelletto, un medesimocieloe un’ inspirazione molto conformedettòinnanzigl’Innisecolaridi Grazio epoi quellid’Ausonio:scolpì e dipinse in
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primaaKrcolano, aPestoa Pompeileimmagini degl’ Iddiifalsi;quindi per
mano
diRaffaele tra- sfuse nelleeffigiediNostraDonna
quellagreca soa-vità, quell’ideale bellezza,quelle grazieeleganti
clieilconcetto severo del cristianesimonon avrebbe persèsuggeritomai, sicomealtrovenonsuggerì.
A me
nonistaildire sebene o maleabbia io co- loritoildisegnoilqualemi
feciditalmaniera nonusatadipoetare. Questoperteneva e pertienetuttaviaailettori;da molti di cuimisarebbe giunta gradita e giovevoletroppopiù una«criticaraggua?- gliataintornoleidee eintorno lostile,di quello che unbiasimo veemente sulla scelta del ge- nere, allegando per ragionesupremaedunica di nonconoscerviutilità.Assai
mi
dilettavederel’età moderna insofferenteequasisdegnosadellearti chenon sudanoalpubblicobeneenonsipropon- gonoalcun profittomoralecospicuo.Però,almio avviso, sentenzatroppofiera sarebbequella,la quale vietasseaigentilispirilid’innamorarsi talu-* *
nafiatadella bellezzanon conaltraintenzioneche dileisola;troppofierasentenzaalmenopergì’Ita- liani, incuiilvivo e squisitissimosentimento del bpllosovverchin spesse volteognifacoltà,e signo-
IO
reggiaprepotentementela vita.
Nè
giàsocompren- dere,perchè, nel poeta doveaincontrarbiasimo quellostessochealdivinoCanovafruttòtanta lode, cioè,diavere nella suaMaddalenamiste insieme esoavementecontemperatelaideacristiana ela formagreca,lo spiritodipenitenza e lo spirito delle grazie;laondel’artedellasculturaparvearric-cliire d'unsubitod’una nuovaspeciedileggiadria sconosciuta’agli antichi.
Ma
oltre ciò, ioho semprepensato,illustre si- gnorBarbier,chesiaverissima quellasentenza di Platone,laquale giudicache ilbello eilbuono dimorinodentrolecose in legaassaistretta,eche dovel’unoapparisce,l’altrononistiamoltoafarsi scuoprire, lenendoambiduelostiledeiritraie delleconsonanzechea
vicendasirichiamanoe di necessitàsiaccoppiano:cosinel propositomio m’è sembratoconoscere conevidenza cheda quellasorta di bellezza poeticalaqualesonoandatoten- tando, riescafacilediderivareungrande. e certo profitto morale, quantevolle ladeltasortadi poesiapossa venirtrattatasecondoilconcettodell' animoescioltadalle superstizionie dallepaure;
nel contrariocaso,ellanon saprebbemostrare di
V
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semedesima,fuorche l’aspetto esteriore clabel»
lezza materialede’spot ornamenti; la qualcosa avvennea
me
perappunto; stantechè iomitro- vavaacomporrequeiprimiInniinluogomolto miseroe soggetto aunasignoriastoltainsieme e pprscQutrice.Niente dimeno avendoin appresso po- tutoincarpareliberamenteildisegnofatto,iopi- gliosperanzacheinuoviversi,iquali orapub- blico,renderannoognunocapace dellamoraleuti- lilà rinchiusainquesta rinnovazione dell’Inno Omerico.Ma
perchèilliricodeefarsentire pro- fondecose inbreveeconefficaciaistintiva,nè pnòspiegarealla.distesacon ragionamentoscientifico le severespeculazionilequalieinascondeor sottoil velo delje figure or nelmotodegliaffetti,,sialecito a
me
imitarequil’esempiode’vecchiItaliani,a cuipiacque trippa volta, assuntol’abitodi filosofo,Schiarirecondiscorsobeneapproprialoilconcetto più occulto delle poesie loro. *
Dico adunque, chetrattando io dellareligione?,
i (,
doveanoimiei versi arrecare quella proficuitàche lecose sapre, divenute materiadell’arte,sogliono
menarseco,cioèunsensodi vera pietà, ricreato
dalladolcezza della poesiaefattoperleipiù per-
suasivo delle grandi virtùsociali,avengapermio giudicio,chein talivirtùsichiudeeconchiude perfettamentel’esercizioottimo della religione. Io mipenso di avere espresso tutto questo senzaambi- guitàcon unafrasesola,affermandoinunalette- leradedicatoria giàmessainistampa,che miain- tenzione erastataa scriveregliInni diforma
Ome-
ricadicantarela religionecivile.Diffatto, Cristo solo,sebensiguarda,fondòtalespeciedi religio- ne, e quelle altrecomparseinnanzi diluifuronoo religionipolitiche, oteocratiche,
ma
non maici- vili.E
perfermo, che troviamnoipressoiGrecie pressoiRomani, rispettoallefaccende del culto, salvoche unareligioneinferiorealtuttoaglior- dinidello stato e posta nelnoverodegl’ istrumenti politici?Lereligionipoide’più antichipopoli, massimeleorientali, debitamentericevetteroil
nome
diteocratiche, inquantoriposeroentrole mani medesimeloscettro eilturibolo esicostitui- ronosuperioriedarbitredegliordinitutticittadi- neschi.Laonde questoèdi proprio in ciascuna delleduesorte diculto,cheisacerdoti orientali governavanoinnome
de’loro Iddìi,làdovenella« i3
Grecia ein
Roma
igovernatori esercitavanoilsa- cerdozio innome
dellostato.E
perliprimiilgo- vernopoliticoeraunaseguenza legittimadell'auto- ritàdivinainloro trafusa;perlisecondi l'ordinar sacrificherà porzione della politica prerogativa.
Ma
Cristolareligionecostituìnèsoggettaallostato, nèsuperiore
:parlilladaogni potere
mon-
dano, efecelaimmune
da ogni violenza,avvenga principalmenteche Eilafondònellaconvinzione delvero e nella coscienzadelbene:ecome
ilvero nonsicomandaelacoscienza delbenenonsivio-lenta,cosi lareligionediCristoè,per sua essenza, libera,indipendente espontanea. Indegnissimo parrebbe a Lei venirealtramente ricevutadentro deglianimiciréper
un
mololiberodegliaffetti:c soloilregnare nelle intelligenze, soloilprender dominiosopralevolontàsembraaLeiimperioa- deguatoallasua grandezza.QuindiElla èveramen- tereligione civile, cioèdegnaintuttodell’
uomo
e dellasuaciviltà:echealtronell’uomo
siviendi- visando di più alto,dipiùnobile,dipiùinvittochelaforte persuasione della virtù eilliberocono- scimentodelvero?
Da
unareligionesìfattae diversaper attributoessenziale dallepolitichee dalleteocratichedebbe sorgere eziandìounaspecieassaidifferente di sacer- dozio.Conciossiachèeglinon puòesserenèuna magistratura,nèunprincipato
,
ma
sìunapotestà moraleinvisibile,lacui manifestazioneesterioreliatrignesiadunavoce solenne,cheparlaalcune verità»e alcune virtùpersuade,eall'esercizio di queiritiinnocentiepuri,ovela
commu
ideazione nostraeoaDio, èfattaintendereper segni palpabili.Nè
diverso concettoformatomia dirvero del sa-cerdozio cristiano quegliscrittorichenell7intendi- mentodellafede evangelicapenetraronopiù innan-
zidellaprimacorteccia.
Nei
tempiantichi,. scrive Sinesio,quelgranvescovo diTolomaide,
un me-
desimouomo
era giudiceesacerdote....Ma
egli avvennepereffetto di talemìschianza cheV
opera diDiófosiètrattata inmanieratroppocarnalee terrena:ilperchelostessoDioseparolidueufficiti* e partì assòlutatnenteiimùiis feria ecclesiasticodal politico.Cóme
dunquetentatevoidiricongiungerequellochè Iddio
à
separato?...percerto,niuh' al- traCosapuòriuscitemaggiormentefunestaagii uo- mini.Parole piùancora esplicite faintórno dìciò’
Gelasiopapae santo.InnanzidellavenutaitiCti-
i5
stojdiscorreegli, talunimandati arappresentar Lui perfigura sensibile,furonoree sacrificatori
ad
un tempo. Imitòquestoildemoniopressodesudi, sforzandosi di trarrelàcosedivineaun
falsosi~gnificato;pertalguisa,gliimperatoripaganieb- bero
nome
e autoritàdi pontefici.Ma da
poi chà lenazioni adoranoquelloche everoree sacrifica- toreJiCesaripiùnon sonopontefici,hepiti ipon- teficis’attribuiscono la tegole giurisdizione.Co- sìCristoricordevole dell‘umana
fralezza*tempe- rando iltuttocon magnificadispensazione,à
di- stinto nella lor dignità e nei loro atti gliuffizii proprii delleduepotestà.Quindi accadecheiCe- sariperlasalutedelTanima
loroabbisogninodei.Pontefici, e questi pel corso dei temporalinegozj attendonoledisposizionidei Cesati.Imperocché I azione Spirituale rimaneper seastrattadal.
mondo
:nècoluiilqualemilitaa Dio debheme-scliiarsidellecosedel secolo,dipariche quegli,il qualeintende agli affati del secolonon debbeim- parareefar forzaallecose divine. Altre citazioni parrebbonofiaccheesuperfluedopoquestadi S.
Gelasio-,ediovòpensandocheungiornocottali- sue sapienti parolesivorrannoscolpitenel
marmo
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ttì
enelbronzoeaffissein perpetuoalleporle dèi Vaticano.
Profananopertantolareligionedi Cristoque’
sacerdotichelacircondanod’armiedi sgherri;la profananoquellichepongonsèstessinellemani
de*principi evi sifannostrumentodiautoritàse- colare, iniquanonrade volte e bagnata delsangue deigiusti.La profananoeziandio que'sacerdoti* cheraccolgonomasserizie e ricchezze,quelli che oziando e gozzovigliando marcisconoinbruttai- gnoranza;quellida ultimolaprofanano chevicer- cano unafonte ditemporale dominazionee aspirano a regia sovranità,ovvero1’occupanoel’esercitano;
Imperocché Fannunciatore sacro del vero eilper-
suaditorevenerandodelbene,
come
terràdiscosto da’suoi consigliedallisuoiammaestramentilavio- lenza,Fintrigoelasedazione,armato chesiadel bracciodell'esercitoe della scure dei magistrati,e qualora aun suo cennosivnotino esiriempianogli scrigni privati e pubblici?Egualmente,
come
re- sterà costuisinceronellecogitazioni e castonelle operetravagliatochesiadallo spirito di avarizia,d’ambizione,di superbia e di voluttà?
come
faràpro- cedered’un ugualpassolaparola eF esempio?oDigitizedbyGoogle
«7
nonpiuttosto torceràegliilsenso delle scritturo per
mettere scusaallesue passioni,darfalsocolorea’
disegni suoi ecambiaree ineschiareleappellazioni delle virtù e deivizj?Quellisoliadunquenella religione di Gristomeritano
nome
,dignità e onori di sacerdoti,iquali per subarcarsialcelesteufficio di banditori del vero eterno e inculcatoci delbene
sommo
vorrannopassaresu questa terraumili,
sommessi edinermi>poveri di fortuna,
ma
nondì sapienza,semplici dicuoree diopere,somiglianti piùprestoagliangelicheallemortali creature.
Ma
con«Atro significato forse più ancoraimpor- tantedell’anzidettosiconviene chiamarelareli- gione di Gristo religionecivilepereccellenza;con-
ciossiachèinostriantichiaddomandaronocivile quellocheoggi più volentieri è detto sociale,onde pure denominaronociviltàedincivilimentoilcom- plesso di quegliistitutie diqueicostumiperche gliuominiculti sidifferenziano dai selvaggi e dai barbari.
Or
chinonsachelo spirito dellaJede
cri- stiana è spirito diumanità,eche per entroi
sommi
veri,iqualipenetrano e illustrano luttoquantoil vangelodimoranoi germidelprogressoinfinito dellumano
consorzio?ecome
progressivasembra2
1
i8
dinecessitàlanostra natura ealnostro corso non vedesi limite definito,inegualuiorlo si faprogres-
* sivoillume,ilquale,vieneemanalodai verievan- gelici emai nonsìgiungea toccarne1’ultimapro- fondità.Imperocchée*sono unasintesimaraviglio- saecompiutadellanatura delbene:equantevolte f umanità speculandoesperimentandocrededi pervenireadalcunaconoscenzanuovadi essobene,
s’avvedetostochequellasuaconoscenza giaceri- piegatadentroilvangelo,comefogliuolina nel ger- mogliooembrionenell’uovo.
Adunque
che meravi- gliaseilcattolicesimoprendadimano
inmano
un più largo aspetto, e dalla sua virtual perfezioneno-viperfezionamentirampollinoviavia,secondola maggiorpienezza deitempie amisura cheidestini
dell’umanitàsifannomigliori e piu nobili?
Nè
mispavento apensarecheforsea queste parole insorgerannoconariacrucciosaimoderni Farisei,gridandoalloscismaedall’eresia
;e forse per convinceredigrave erroreladottrina della per- fettibilità,applicataallareligione nel
modo
chequi s'èscritto,andran predicando, carattereaugusto dellaChiesaCattolica esserelaimmobilitàde’snoi dogmicde’suoi precetti,eche unsolospirilo,
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unasolafede,unasola costituzione
Fa
governata perogni secolo. Allaquale istanza,postoclicci vengaprodottacontro, risponderemo confranco animo,lenostremaninontoccareper nullaFarca santa deidogmi,enonpresumersipuntoda noi di portarmutazioneaiprincipii dellamoralecaltoli-
.1
ca:bensìaffermiamo chetaliprincipiiracchiudo- nodentro disèunasapienzainfinita,laquale noi,
siccomeesserilimitati, non comprenderemo mai tutta: e parimentiaffermiamo chelapartecompren- sibiledi quella sapienza,siccomeestesissimae pres- sochéinterminata,nonperviene a noi aduntratto nellasua interezza,
ma
bene l’andiamraccogliendo dipiùinpiù;e perciònon sonoessiprincipii,a vero dire,cheprogrediscono,ma
siamnoichec’innalziamogrado gradoallaconoscenza lóro per- fetta:quindiimmutabili sonoe fondatisopraFe- lemità,
ma
lalorluce tanto cresce nellamente u- rnanaquanto ilsenodell'intellettivasiestende.Ilperchè,sìèfalsodirethènoivogliam mutarela religione cattolicaolamoraledell’evangelio,co-
me
sarebbedirecheperchèlascienza,laquale*
u 9* *
prendonoifisicidella natura variaper successivi
ao
incrementiedemendazionidelparisimulinole leggi elerne die."sanatura.
Adunque
dato e concessocheledivine verità a-scondanounasapienzainfinita,cosaallaquale nes- suncredente vorràrepugnare,concederealtresì conviene che1’
uomo
possa edebbaavanzare nella concezione ecomprensionediquell’ infinito.Nega- recheciòsipossa,valequantonegareilfattono- toriodell’ascensione progressiva delsennoumano.Negare checiòsidebba,valequantonegareilde-
bito dellapropriaperfettibilitàe santificazione.
Che
pertantolaChiesa Cattolicastiasalda eim- mutabilene’suoidogmie neidocumentidellamo-ralesua,nonvieta allo spirito
umano
ilpoter pro- gredire nella intellezione delleletteresante.Conciossiachè Cristo fondator della Chiesa porse alle
umane
generazioni tanto di grazia,quantonon toglieva dimezzo1’uso el’arbitrio della liberavo- lontà:esimilmente, porse tanto dilumeall’intel- ligenza,quantononfaceva impossibile1’esercizio spontaneodellaragione, acui lasciò spaziovasto ed indefinitodapraticareleproprie forze,siccome quellechepiùinnalzano e più raffinano1’
umana
specie.Perchèpoinell’uso esviluppamenlodellaDigitizedbyGoogle
ai
ragioneduecose di necessità intervengono,lesco- perte eglierrori,allequaliconseguonoleemen- dazioni egl’incrementi,taliduecosecompariran- nosenza
meno
inquella parte speculativa e praticadella religione,incuidata è licenzaalnostro in-
tellettodioperaresecondoleproprieforze.
Nè
vorremopiùdubitare diciò,appenacisarempostadinnanziagliocchila storiacristiana di qual- chesecolo.
E
per attod’esempio, noileggeremo inparecchiepagine di quellastoria,esserestato pensato e creduto lunghissimotempo checontrogli ereticiegl’infedelibellofossee gradevole aDioe salutareagliuominiadoperareilferroedilfuoco:eUrbanoII0.nellametàdelsecolo sedicesimoscri- veva:noinon reputiamoomicidi coloro,ai quali incontra di ucciderealquantiscomunicatiperar- dore di cattolicozelo.Laondecotestanonfu già o- pinione dipochiidiotiefanatici,
ma
de’più repu-tatipensatori delmedioevo, alcunide’qualisive- nerano purnelle chiese oggidì:nèquestoacagione delfalsogiudicioloro,
ma
perlabontàdelfineacui intendevanoe peri’efficaciae rettitudine delvolere clic vispiegavano. Discontaronsi poiiCattoliciapo-coapocoda quelmattofurore
,ealpresente stima-
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no,scrutatore dei cuori e giudice dellebuoneeree volontà essere1’unico Iddio;eglisolo saperedove è difettomerod’intendimentoedovepervicaciad’- animo:F
uomo
nonpoterrispondere dellefallaciapprensioni del vero,
ma
sidell’amoreattivoe di- sinteressato delbene:doversi imitareildivinomae- stro,ilqualenonisfuggimailacompagniaeilcol- loquiode’Saducei ede’Samaritani,gliereticidi queltempo. .Inaltrepagini della storia cristiana noi leggere-
mo
,avereiCattolicicoltivatoincomune
l’ideaebe,,•> I*'-{V-•*?• » •
ilPontefice tenessedaDioarbitriosupremoepotestà direttasoprairegni di questomondo. Perlocchòfu sedutoipopoli venirescioltidaldebitodell’obbe- dienza inversode’loro principi e contro questiban-
ditalacroce
,e santaproclamalalaguerraimpresa adeslerrai narli,e gloriosealpar del martiriole feriteelamorteincontratavi.Eziandiofuvedutoil rediPortogallo edilre diSpagna domandareas- sai umilmenteal Ponteficepossessionelegittima t
dellenuoveIndie,conTacquedelnuovo Oceano econlenuoveisoleinessoscoperie oda discuo- prirsi;equelloconuntrattodipennalasciato giù scorreresbadatamentesul
mappamondo
,assegnareDigitizedbyGoogle
a3 /
aciascunol'imperio suo respettivo sopraleIndie' esopra1’OceanoAtlantico e sopraleterreinesso giànote e conoscibili nel futuro. Ciò fuvedutoe reputalo cosaequapermolleetà da
sommi
dottori' e dasquisititeologi.Inmodo
diepineallosmisura- toingegnodell’Alighieri,ardendodi sottrarrealla supremaziateocraticalapotestà deiromaniCesari, nonsioffersespedicelemigliore,senonquellòdi dimostrareconargomentazioni speciose1’imperio romanoesistereperunatto particolare e patente- mentemiracoloso della provvidenza. PeròiCesari regnare peristitutodivino, edaDio,nondaiPapi prendere1’autorità.Nè
moltodiversefuronolera- gioniaddotte più tardi daigiuristiprotestanti,mas-i.
simedagl’ Inglesi,iqualivengonotrovatiper ciòi
fondatori e propagatori della stolta dottrina del Ju- redivino dei principi.
Ma camminando
poi fra gii nominieprendendo maggiorvigorelanuovacriti-ca,siriconobbe,nessunamassimariusciretanto contrariaalvangelo e ingiuriosaall’indole sacra di
lui,quantoquelladell’universale teocrazia.
Uu
movimento adunquediemendazionee di per- fezionepossiede edirigeilmondo
cattolico,non quantoaidogmi,nèquantoaiprincipi!,che sono
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atnbidueimmutabili,
ma
sibenerispettoall’appli- cazionemigliore eallapraticadiessiprincipìi.£
se molteveritàperl’addietrovenneropurgate da erro- neeinterpretazioni,mollerendute chiare e feconde, iomi persuado chealtrettantee più eziandioperl’in- nanzisipurgherannoefeconderannosenzaposa, nè termine, dapoichèciè forza diobbedireco- stantemente a quelloamoreinfinitodi veritàche noipiccioletti rividi scienzaconduceed accostaal maredi luttoilsenno.
Oraiodicoed òper certissimocheinostritem-
pivedranno compiere unodiquelliperfezionamen- tiedemendazioni insiemedi cuisiavvantaggia e
f
piùsempresiavvantaggeràlaChiesa Cattolica. 11 qualeperfezionamentosarà di svolgere,siccomeio
scrivevapocoinnanzi,lo spirito
sommo
diciviltà chei vangelisanti racchiudono.Laondesive- dranno congiunteduecosestatefinora inmalacon- cordia,perdannoimmensodegliuomini;iovo- gliodireun sacerdozio tuttospirituale e separato dalmondo
,eunareligione tutta sociale e incorpo- rata colmondo
,incorporata cioè inmodo
superio- re e potestativo, ocomeiteologisoglionodire,emi- nente.Onde
cheifattigrandiSocialie quellirivoltiDigitizedbyGoogle
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aprg di ciascunapatria,quelliintesia prosperarle, a esaltarle, acrescereleloro virtù,laloro potenza
,
la gloria,ilsenno, l’agiato vivere,lescienze,le arti,
icommercisienoaduntempo medesimofatti reli- giosiepolitici,meritoriidinnanzi aDio
,siccome dinnanziagliuomini,eperciò meritorii,perchè giustamente enobilmentecivili.Laqualcosa ver- ràadessereil contrarioappuntodi ciòchegran temposiè praticato:avvegnaché1'ambizionecie- ca eidisordinati appetiti degliuomini,insiemecon certefalseapprensioni della pietà e delloascetticis-
mo
produssero a cortoandareunsacerdozioaffattomondano
eunareligioneaffattofuori delmondo.Nè
s’incominciaa’nostrigiorniariconoscere debitamentequesto valormoraleequesto spirito di devozioneinfuso neibuoniatti socialiepolitici;ma
quantunquepajacaderene’nostritempilapie-nezza ditalsortadirivelazione
,dagran pezza a- veanogliuominidisapprovate quelle dottrine fa- natiche,lequali vollerofaredella pietàunacosa tuttasegregata dalmondo.
E
almioavviso,primi eziandioinciòfuronogliantichiitaliani,iquali rinvennero nelle lor credenzecattolicheun appog- giosaldoallalibertà, eunosproneefficacead ama-
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a6
recmagu/fiparelo sialo.
Onde
levirtùpubbliche miseroinunaschieraconledomesticheela cariti»in versoDio nonsepararonopuntodallacarilain- versolapatria.QuindiCristoGesùfudaiFioren- liniproclamatosoloreesignore dellaRepubblica,
quindi nelle basiliche sottogliocchi deisantie dinnanzilelor reliquienondubitava quelpopolo diradunarsiaconsiglio per deliberare delbenedel suocomune. Quindial fialeSavonarola sembròin- traprendere azionedegnad'uoin raligioso eaccettis- simaaDio, meditandoescrivendo sopragliordini nuovicittadineschi, che ripristinaredoveanoinme- gliolevecchie franchigiede Fiorentini
;quindii IratidiS.Marco givanoattorno perlibastioni ele
mura
assediale,infiammandola plebealladifesae- slrerua della libertà controleforzesovercliiatricidi CarloQuinto,epredicavano cheinfìnoatantoche lapurità e santità dello zelo patriononfossevenulameno
neicuori,1ajulodell’allononsarebbeman- calo a Firenze ecombattuto avrebberogliangelitra le filerepubblicane.
Nè
voglioommetterediricor- daresiccometalisensiprofondi etalipratiche gene- rose della religionecivileebberoinMatteoPalmie- rifilosofounospositore antico cfacondo;nelcuiDigitizedbyGoogle
librospecchiatissimo dellavita civilerinvienesiper laprimavoltalasapienzapoliticadei nostrilatini padri ritemperata efortificatacon1’alto concetto della carità evangelica.
Peròtanto bel principio di virtù religiose e so-
cialiad una,fu guasto eperdutosenzariparodalli nuoviinfortunii
,dalle ripullulate superstizioni e dalle crescenti tirrannidi;onde cheinquei tempi e nei successivi, dinuli’altros’inteseparlareconpiù frequenzaedostinazione,quanto diobbedietiza
passiva,digiuredivino,diabnegazione,dipace, dimansuetudine;lequalidolcieriposateparole acquistarono apocoapocoun’ accettazionesivile,
* »
chesitrasmutaronoinsinonimi di servitù,d’igna-
via,d’ignobilità e di codardia.
£
questimali, almiocredere, trovaronolalor radice inunvecchio erroregerminatoentrolemen-ticattoliche,ilquale per rispettoall’applicazione deiprincipii dicaritàe didevozione scambiòal tut- toilmezzocol fine,elamateria col suo subbiella.
I
Fineveroed ultimod'ognioperazione rivoltaal benesièDio,imperocchéeglicilIrene
sommo
ed ognialtrobeneemergedalui.Ma
saperesu qual materiacconquali strumenti debbesida noi escr-28
citarei’intenzione di essobene,sapere in gnisama- nifesta percheviepeculiari,e perchesorta diatti vienecomandatoanoi di rispondereacconciamente aigiudicjfinali dell’autored’ogni bontà, questo è
ciòchecostituiscelasapienza delle virtù
umane
;la qualenon deeesserepuntofantasticatadaun’am- biziosafilosofia,ma
cercata inprima consemplicità ecandorenelfondodell’animo, dovelamano
di Dio1’hascritta,dipoisiconvieneillustrarlaefer-tilizzarlacollumedirettodelle rivelazioni evan- geliche.Oranoncosìadopraronomolti dei zelatori cattolici,ingannati,per quel eh*iostimo,dacerto orgoglio nativo di nostra natura.
E
per fermo,essi reputaronoilmodo
più acconcio, più appropriato,più santoper servirbeneIddio e consentire atten- tamenteallasuavolontà essereun’adorazione e con- templazione continua delle sue maraviglie,astraen- dosi dalle cose terrene eriguardandotutteinunfa- scioleglorie
umane
elescienze,iciviliprogredi- mentieigranfattideipopoli,
come
vanità delle va-nità.Così sperarono di somigliarsialcoro più alto de’ Serafiui,acuiper1’eccellenzadell’essere ven- nelargitauna stupendadestinazionelaqualesiè,
dicontemplare pcrpctualmcnteedafacciaafaccia
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Dio Ottimo Massimo. Però moltodiversodatal concetto failgiudiciodell’ordinatore divino.Con- ciossiaehè egli fece1’
uomo
animaisocievole e ani- maiperfettibile,eallasocietà eperfettibilitàinde»finitavolleconverse tutteF operenostre, lequali cosidivengonosante
,perchè obbedisconoaldise- gnoeccelso diDio, edaluiobbedendoincontrano
ilbene, o, amegliodire,ellesonocostituitenelbe- ne.
Da
ciòs’inferiscecheastrarsidalle cosemon-
daneinquanto sonofomite diaffettidisordinati,è virtù:inquantomenano
dirittoall*adempimento deifinisociali,è colpa.E
sottoquesto rispetto, neppureèda convenirechelecosemondane
riesco- noavanità:perocchéperF
ufficiolorosublimedi porger.le filaaltessutoimmensodell’universo,es-seacquistanounapienezza,un vaioree unadignità inestimabile. Così,nonterrad’esigiloconviendo- mandareil
mondo
,inquantonoivisudiamolun- ghi anni a crescerelaprosperità della patriacomu-
ne. Così,tende di viandantenon sonolenostre di- more, nèpellegrinaggiola vita,inquantoellaviene spesa aincrementodell’ordinmoralesupremo,di cuiunaparte è1’umanità,imperocchépartendoci noi,restanopur nondimenoifruttidelleduratefa-
3o
lidie,restanolepochepietrecheabbiamportato di nostra
mano
all’edificioeternissimoilqualesia
costruendoconformealleidee archetipe del so- vranoarchitetto.Che
sequei zelatori della virtù in cambiodi consultarelemassimediun
colailoroa-scetticismo orientale, fossero innanzidiscesiain- terrogareconumiltà e semplicità dianimolenatu- ralitendenze del nostro essere
,non avrebbonosco- stato sèstessiegli altridal
cammino
vero dellavir- tùpropria econvenienteall’uomo.E
perfermo,questo èun
sommo
principioilluminatore di tutta 1’eticanaturale e cristiana,cioè adireyche qua-v' •
lonquemairivelazione,pernuovaestraordinaria
’chesidimostri,nonpuòaniunpattocontrafare agli istintirazionalidell’
uomo
:a cagionesingolarmen- techequestie quella scaturisconod’unafonteme-
* desiina
;cheanzilaleggescrittaèpuroangumento e chiosa della legge anteriore notificataall’
uomo
dallisùoi impulsi morali.Diquindis’argomenta che ovecada necessitàd’interpretazione, debbano
ibentemperati ingegni attingeregliavvisiloroal- lasorgenteperennedellesuggestioninaturali.Il chequandoavessero praticatocoloro di cui è di- scorsoqui sopra,ei sisarebbero per certo avvedati
DigitizedbyGoogle
cheponevano 1’esercizio delbenequasifuorial tuttodella
umana
indole edell’umana
destinazio-ne.
Da
ciò altresìèprovenutoche1’operehanno dovunqueeperpetuamentecontraddetto alieopinio- nierronee di cotestdro.E
quisilasciaconsidera- read ogniintellettosano qual sortamaidivirtù,e quali sorte di precettimorali divengonoquellicon- troacuilefòrzedellanaturamantengonoguerra incessante.Or
nonè ciò volerporreIddio inpu- gna consèmedesimoe farloijfcerta guisamentire dinnanzialtestimoniodellesueopere?DiFfatto^vennepredicatodamolliascetticichela
somma
delleperfezioni,lasantissima delle virtù
umane
,1’attoilpiùonoratoepremiatoincieloconsista nel fuggireilconsorzio delprossimo,fuggirlama- dre eifratelli,entrare nelleselve,intanarsi neibur- roni, vivere a foggia di orsi e
immuni
dal contattopestiferodelle cose
mondane
;ma
einonposero mente cheaquesta perfezione celebratissima grida control’istinto,ilqualecondizionò1’uomo
allo statodi società, egl’insinuòilbisognodellafratel- levoledomestichezza, elofeceansiosodelcom- mercio continuodegliaffettie dei pensieri.Egualmente sembròaparecchii,chepassarei
t
I %
3 a
*. •• <
giorni inpreghiere elenotti inmeditazioni,che vestireilcilicioeidigiuni moltiplicare,fosseme- narquaggiùvitasublimediangelo,atalecheniu- nabontà di core,niunagrandezzad'impresa,niu- nosforzod’ affettopossa avvantaggiarsisopra di
quella vitaper eccellenza, dovizia e peregrinità di
meritoinversoilSignore.
Ma
gl’istintigenerosi delcuoreumano
sirichia- marono sempree tuttaviasirichiamano daquellasentenza.Perocchéinognitempoeinqualunque paesenon barbaro,presso gliidolatri,cosìbene
come
pressoicristiani,fra gli ereticiefraicatto-liciunasolavocesialzadatuttiipetti gentiliper encomiareinomidi LeonidaediEpaminonda,
di Pubblicola e diCatone,deiFabj,deiMarcelli
,
deiScipioni, di Farinata, diProcida, di PierCap- poni ediAndrea Doria:essigrandisonoappellati,
essiprobi e santissimi:essioperatori delle piùfor- tivirtù
,dellepiù malagevoli,dellepiù meritorie: essiche affrancamolapatriaoperlapatriamori- rono;essisprezzalorideirischii,dellapovertà,
dei supplizii per carità delbenpubblico;essifelici esoddisfatti allorasoltantocheaveanoa costo dei proprii sudori, dellesparsericchezze, dei
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« 33
I
patimeni,delieferite,deisanguetuttocresciuta notevolmentela cotnuneprosperità.
E
chi sveglia nelcuordegliuominicotestaammirazione pro- fonda?chisforzaa chinarleginocchiadinanzi lamemoriadiqueimagnanimi?chifascoppiareda tuttelebocchepronta,spontaneaedirresistibile la celebrazione eterna dellelorovirtù? chi,senon Dio, autore delbeneemodellatorsupremodeino- stripetti?Adunque
idigiuniavran più valore delle disfattetirannidi? elenotturne meditazioni più dellesavie leggi causatricidell’ottimo vivere,ei ciliciieledisciplinepiù delle carceri, più deglie- sigli,piùdelti stessipatiboliincontrati esoffertia prò della patria!Potevanotaliesorbitanze capirene-gliingegni delleetàgrosse e fanatiche,
ma
nel lu-me
odiernodiscienzaellesonoridevolia dirsiefa-stidiose aripetersi.
Lungosarebbe a registraretuttiquantiglierrori dieprocedetteroda quelprimo movente,dalla presunzione cioè difare dellavirtù cristianauna cosa tantoserafica,un congiungimentocosiimme- diatoconDio,unospiritualismo cosi etereo,così trascendentedatoglierquasi dimezzoil
mondo
in cuivenimmo
collocati,lasocietà incuiviviamoe3
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dj .
» ifinialtissimi della
comune
perfettibilità,acitifummo
sortiti.l’er laquale indifferenza ed alienazione dalle fac- cende
mondane
siarbitròeziandio,dieresistereaingiustiprincipinondiferiscaguari dalresistere aDio medesimo
;poiché,giustaquell’opinione,
Dioli pone in terra, come suoiuffizialiedi propria roanogl’incorona, ecol braccio loro percuoteipopolicadutinell’ irasua;chesequei principicommettonol’iniquità,ilSignoreripro-
•vedeenefagiudicio.
A
noista1’obbedirli ,anoi mettere nel loro servigioinostri averiedilsangue.Né
giàpermaltalentocheabbiano,'saprannoim- pedirechenoicresciamo nella carità inversoDio,
o potrannosturbareladolceestasidellenostre ora- zioni,o
menomaré
ilpregiodell’annegazionedinoimedesimi. *
Peròatali visionideglientusiastivennero con-
troletendenzeliberalidell’
uomo
:esiconsiderò econobbe,cheessendo essocostituitodi natura consorzievole,édavendoperfinediretto eimme-
diatola civilebeatitudine,doveal’indole suari-T.
cevere in sédueforzeegualmente poderosee pre- servarne!,
1’amorecioèe losdegno.
Che
perla* 4
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35
primaeglisisarebbeaccostatoalprossimoogni giornopiù strettamente:perlasecondaegliavreb- be conintenzione dibeneimpedite,represse epu-
niteconequitàleviolenze perniciosed’essopros- simo.
Nè
dove1’unadisi fetteenergie venisseme- no, piùdurar potrebbe1’equilibrio deimovimenti sociali.Se nonche,eglifu osservatoallumevivifi- cante dei precetti evangelici, chereprimere conar- doredi odio,è vendetta:coneccesso dipena,è fu- roreedatrocità:ma
reprimeresecondoragione e,
j>erproficuità sociale,ègiusta operae doverosa.La gentilitàmeschiòlepiùfiatò allarepressione l’odio e allosdegnoilfuror sanguinoso. Perciò CristoSalva- torelagiustiziapurificò,losdegnofecevirtuoso
,
e1’odio volle spento.
Non
sicreda pertantodovereilgenereumano
quasimandriadipecore obbediresommessamente
a’cenni della vergachelopercuote,nèpiegareil Còllo aqualunquepotentechesifaràungereilcapo colcrisma esidiràmandatodaDioaregnare, e sottol’ombradell’altissimocommetteràl’ingiusti- zia.Percontrario, fuilgenere
umano
ordinatoda Dioa infiammarsielevarsicontra ogni disfacitoredel
comun
bene. Altresì fu ordinato,perlaceleste 3..DigitizedbyGoogle
36
grazia,apotereadempirecotalmissionesublime senzamesehiamentodivoglieillecitee diaffettia- siiosi/nobilmenteemagnanimemente:cliètaleèil sensocospicuodiquelleparole, montalein inde- gnoeguardatevidalpeccare. Eglinacquepoiper effettodellecosefinqui ragionate,clic levolontà e
leopere deicattolicialtamente esempredissonna- ronoda questedottrine di servaggio predicalein
nome
delcielo. Cheanziipopoli, nelpraticareiprincipii della politica libertà,stimaronoestimano
• <.-
perammonizionesecreta dellacoscienza, dipro- durrefattiaccettissimi aDio,meriloriiall’anima,
e dalla religione inspirati esantificati.Cosiadopera
ilSicilianochein sull'ora dei vespri
,alsuondelle squille,quasiperunsegnale dato dalSignorestes- so,piombasullostraniero elostermina.Cosiado- perailNapolitano chein Masaniellopescatoreri- conosceun
uomo
suscitato da Cristoper quellavir- tùmedesima cheascampodell’uman
generesusci- tòipescatori di Galilea. Cosiadopera ilFiorenti- no,cosìilGenovese,cosìilLombardo,iqualior per1’oppressoDucad’Atene, or perloscaccialoesercitoAustriaco, or perlofiaccatoterribileFede- ricoad ognieffigie diNostra
Donna
siprostrano, aDigitftedbyGoogle
Tuttelechiese fatino calca, tuttelebasilicheaddob- bano,inghirlandano, illuminano,lebandiere con- quistateviappendono,1’armiproprievivolano,e lacrimandoditenerezza,porgonograzieinfinite al datoreeternodilibertà.
Nè
mipar da tacereclic questiattigloriosidelle moltitudini,sìbenelenir peratidipietàé di coraggioricevetteroinItalia conferma edapprovazionedurevoleda scrittori perfettamente ortodossi e disupremaautorità,iqualinon hàndubitatod’insegnareilveroinmez- zoa’molli pericoli ealatoatremendesuperstizio- ni.
E
innanzivien$.Tommaso
cheavisoaperto combattelemassimedel dirittodivino:dalpopolofasgorgareimmediatamenteogni potestà politicae alpopolo mantienelafacoltàdirivogarla e abolir- la.
Onde
eliè iRomani
scriveeglipergraziad' e- sempio,benescacciaronoiTarquinii,sostituendo lorounautoritàpiùristretta,ebeneilSenato mi- sea morteDomiziano
eannullòcongiustizia tut- te lepessimecosedaluiintrapreseadanno
delpo
- polo.Stimapoi S.Tommaso
debito delcomune
ilnon allargare disoverchiolapotestà regia,affina
ditorle occasione e facilitàdi convertirsiinli-
a V
rannido;equel principato consideraottimo iu
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38
cui tutti alla sovranità partecipino in alcuna parte.
Nè
quantoall’origine delprincipato dissentiro- noda S.Tommaso
ipiùseveride’suoi discepoli,
come
adesempio, ilBellarminoinesorabilepro-pugnatoredeiprivilegipopoli:cquelGiovanni Bollerò,pretedicostumiinterrissimo,il quale perleeoni,nei regj consigli e in faccia dèi re sen- tenziava
,nondarsireggimentonaturale e legittimo salvochequelloilquale sovrastaper1’eccellenza
delle virtùedell’ingegno,prendeoriginedalcon- senso dei governati,eadempieilfinea cuivenne
\
eletto,cioè1’universale prosperità.
Principjassaisomiglianti a questi dettò e procla-
mò
dallacattedra GiovatiVincenzo Gravina,acui presentossicome
certo,anzicome
necessarioperfat- to e per raziocinio, che nel consenso delpopolostiala legittimazione elarettitudined’ogniformapoliti- ca.11perchè,diceva egli, tutta/oltachefarsipos- saconopportunitàde’cittadini, saralecitolare- pubblica strappare dallemanide'suoitiranni.Sa- crosantacosaèInlibertàe digiure divino,perchè daDiomèdesimoinnaturatanell’
uomo
,talchéten-tarla divietiscelleraggiue,empietàèassalirla,rtefan-
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dezza è occuparla.Ciò pubblicavailGravinainun librofamosopel
mondo
eallasantitàdiClemente XI®.dedicato. Ne’ nostri tempi, gran sugello porseaquestidogmipoliticisintomo Spedatimi,
ilquale,
come
ognunsa,per sollecitazione diPapa Braschi dichiarònettamentenelsuotrattalodei Dirittidell’uomo,
ognipoteresulpopoloorigi- narsidalpopolostesso, epronunciòperrisul la- mentodellesue investigazioni,ilcattolicesimoes-serenellasua essenzanemiconato diqualunque manieradi dispotismo.
Dopo
autorità cosìfatte, ame
rimanediconclu-dere,che mailadottrinadell’obbedienzapassivae 1’altreopinioniserviliprevalete fino qui nel
mon-
docristiano,nonriscosseroin Italiailsuffragiode’grandi sapienti,e fallirono nella speranza dimari-
v t
tarsiconlateologiae diunificarsiconlecredenze cattoliche;provandosiancoradaciò,
come
nella vecchia razza latinasia lanatura più forte del pre- giudicio e generosamoltopiùcheitiranni egl’ipo- critinonlavorrebbono.Chiaropoirimaneper sèmedesimo chetalido- cumentidi libertà entrano
come
partecostitutiva inquell’ordinemoraledelmondo
,da cuidimo-4 °
strammo uonduvcrsi enonpotersi inniunconto
/
separare1’órdinereligioso perfetto.
E
di vero, seilmeritointrinseco della pietà cattolicasiraccogliee
siristringenell’amaree piacere aDio, secondoi finiprescrittidalaidellaprosperità eperfettibilità
N
sociale, deeilbuoncittadinopoter meritare e san-
••
tificarsioltremodo,quantunquevolteeirovescigli oitacoliiqualisioppongonoal bene
comune
ealcomune
perfezionamento:quindi èdadirsiconaltavoce, seuza timidità, senza restrizione, che.gli atti politicivolliper vie leggitlimealconquisto oal ri- cuperamenlodelfranco vivere,racchiudonoun’es-
senzapurissimadipietàedireligione.
Santiadunque sonocoloro,iqualiconrettoe purgatoanimocontroinemicidella patriaimpu- guano1’armieconlaspadadiMattalia
mondano
dalcontatto dello stranierolaterraaugusta dei pa-dri.Santicoloro,iqualiinsorgonocontroiltiran- no,e,se d’uopotornaallaredenzione estrema del-
lapatria,1’estinguono. Santiinfinecoloro,che qualsiadirittodell’umanitàrivendicano, ristora- no,e in liberopossedimentoripongono.
E
chique- stecosenonfa, mentiscealdebito di cittadino e d’uoui ragionevole, vilipendelapatriaeilconsoi-DigitizedbyGoogle
zio
umano
cmove
guerraai finistupendidiDio,chevuolegliuominiprogredenti perla
comune
giustiziaincomune
prosperità.Questaserieconcatenatad’idee, e questa molti- tudine di ragionistatada
me
conclusa,m’ hanno indotto, egregioSignorBarbier, a riconoscere nel-1 * *
larivelazione cristianaunareligioneeminentemente civile:epensocon granfermezza,chequestoca- ratteresuonobilissimoedoriginario dimostrandosi
ainostri giorni in tuttalapienezza delsuo splendo- re, riaccenderàillumedellevirtù antiche,solle- veràgl’ intelletti asperanze magnificheeloroper- suaderàimpresesi vaste,sìpure,sifeconde dibene che forselemigliorinon furono maivedale.
Eglim’èavvisoche unnuovoVirgilio parlerebbe ancheoggi deivaticinii
Gumei
e delrinnovamentoà
delsecolo. Avvegnachétuttiisegnisiconnettono aggiustatamenteperfarciopiuarechemolti deifat-
tiodierniàonotermine esigillo auna formadici- viltàchelasuaimmensacurvaha discesa,mentre piùaltri fattiaccennanodigiàilmotoincipiente
d’uncorso novello e straordinariodell’
uman
gene- re.Così giovacredere che-tra1’uivmoloe1’altro dell’umanitànonintervenganomaggiorisventure,4a
nè maggior traboccamentodimaledi quelloonde siamtestimonj:esi faluogoapensarecheilcresce- redell’incivilimento
umano
assomigli diquindiin-nanziallapalma,nobilissimatra lepiante,laquale porneltempo cheleinvecchiate foglie disseccae
• perde, nudriscetramezzodiquelleun germoglio
4 *
robusto e vivacecheassaipiuin altolaspinge.
Una
speranza poimitieneconsolatissimo,edèeh’ ioscorgoper moltialtrisegni nessunanazione doverprofittaredelrivolgimento sociale inmaniera
cosìfelice
come
1’Italia,laqualemirabilmentefu davoi paragonata nei vostri versiallasua Giulietta deiCapuleti:e perchè giace tuttora assopitanelferetrodella servitù,vien reputatamortadallisuoi schernitori.
Ma
lodeaDio,F.llaè vivaedusciràt
dalsuo cataletto,facendo dinuovostupireilmon- dodellosplendore della sua faccia e del reintegrato vigore della sua giovinezza.
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imi SACRI.
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INNO
• ALLA
%
* t
CHIESA PRIMITIVA.
*
»
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Com’comchelasuavitaultima spende Trailettieievivande, ansio più sempre Degliosceni trastullieduramente Grave a sèstesso,con dolorrimembra Placidi giorni,ovedi castoamore Vergin beltadeamando,alcors’intese Dischietta voluttàcorrereildolce:
Taliocosì nellavecchiezza inferma
Delcattolico rito,alzandoimesti
Occhiidalfangochel’halordo einfetto>
Volo a pensarlagiovine beltade
,
DellaChiesa primiera.Ilgiorno santo
•4
48 Ch’essa lafiglia dell’eternoiprimi
Suoifragranti vestigi
m
sullafacciaDelmondoimpresse,una dorata tromba Forte gridò:sorgete,umaneschiatte,-,
Libeitateiov’arreco elafraterna Ugualità:laSeggiadei tiranni
Crolla, egiustiziaivostri freniimpugna.
Ma
qualnelnuovo comparirfranoi Qual venturosa piùdelmondoparte L’ormerecenti delladivaaccolse,
E
meglio discoperte e piùveraci Ne ammiròlesembianze? «ntrolepalme FudelTaborre,osotto1’ombrainsigne Del giogo palatino? accostoilidi.DiSmirne odiCirene,ovver lunghesso
Ilvastofiume che annùal compianto Udì suonar soprailperdutoAdone?
Ma
pertuttoovetrasse Ellaildivino Piedefregialaancorsol disèstessaE
dell’empirealuce,ebbeinnoncale Maestadedi culto,onorditempli.Fralepareti di casettaumile
M
Erseglialiar novelliesìtalvolta
Glialzò d’accanto acristallinafonte ut
•f
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‘Trariposteverzureinfondavalle;
Poicheallorsipensò chel’universo
Fossealverace Iddiotempio migliore
,
Sublimevoltailfirmamento ejdegno Aitarlaterra:fosserlampe addatte Itremulipianeti,elettoincenso
Deifior dell'erbegl'incessanti effluvii
E
canticipiùlietie più conforme Arcana melodìaquella degli astri ,•
Chedel
sommo
fitttornarranleglorie.Sovventi ancoraa fuggirl’ire stolte
Delvulgo empio e beffardo«iridusse
LasconosciutaDeaper entro1’ombre
E
ilsilenzioe1’orrordelleobliate Catacombe, intuonandoallesquaderni Urnecheundì degli angeli lavoce Scoperchiateleavrebbe edagitatoColsoffiodedavitailcenermuto,
Perlefunereevolte inni disanta Giojaiterò1’attorni'eco ealvivo
Splendordei ceri,unapurpurealuce Raggiar parean daicoronati avelli -
Lescrittemondali.Iviunatomba Conversainara,ilsimboldisalute
50
Semplice enudòariguardar porge».
Ricchezzadidiamantee di metalli
Nonera alcuna,
ma
sottileunnembol)'arso timiamaetlibei lìorvermini Qualche odoratoserto:eranviipani
IV azimoscevri,erailricolmonappo Chelacena suprema eisuoi misteri Ripetersuole. Ivisedca sovrano
Ilpopolde' credenti,e acuiper senno
Più prevaleva e per umaniaffetti
Mitravaegli la fronte e nelladestra
Mansueta ponea1'umilescettro Dicendo anoi tu benedici,o padre,
TuTincensieroimpugnaealpregar nostro Ilifomenia1’ardor,rinfrancailvolo,
Questa enuli' altraatecuras’ascrive.
Un
dìmentrenei chiusi aditi accolta Laturbadei fedeliilcristian rito* Celebrare imprendeva,isconosciuia
Fanciulladel pallor tinta dimorte
E
disensata inmezzo alor trascorsa Prossimamenteall’ara a cader venne.Comcchèafflittoescuro, assaiserbava ])'avvenenzailsembiante eimembriesposti
DigitizedbyGoogle
51
Troppovisibilmente alguardoaltrui.
Chèsquarciatoleaveannon so quai mani Empieescortesi lasua bianca gonna, lasollevar pietosiicircostanti
Ed
opra arivocarleifuggitivi Spirtiponean,quand’EllailciglioaperseE
tremandoilgiròpiùvolteintorno.Poi sciamòfra singhiozzi:uominigiusti ,
Chetailafamavipronunzia
,innome
Diquell’ignoto Diocultoe temuto
Davoi,sepure è ver chel’innocenza Carissimateneteeagliocchi vostri
Giovinfior d’onestateè santa cosa
Dehserbatemivoi vitaed onore
,
O
veramente entrolevenemie NascondeteilcolteicheisacrificiVostriconsuma.Làbaciàrnel volto Lastrinser fralebraccia intenerite Le donnequivieledier tuttifede Cheperscampodileiporrianla vita.
Come
sullamarinaalfresco fiato Dell’alba dileguarsoglion lenebbieDell’ultimoorizzonteefarchebrilli
Dilucente sereii laDianastella
,
4.
52
Parvecosìpei confortevol tieni Serenarladonzellailmortoviso:
Poi soprasè stata brev’ora,iltronco
Parlarripreseedisse:al desirvostro*
Farommiincontro e scuoprirò1’amara Fontéd’ognimio duol,d’ogni mio dani Entrosfoggialialberghiio già dichiaro Gentilsangue naseeasottoilbeato
Ciel della Siriaepargolettaancora
Nudrir mis’imponea conillibata Destraiperpetui fuochiallapudica
Venere chetra’ SiriiAstarte èdetta.
Soaveiltempodellaprima etade Scorrervid’ iocomesovresso1’ondaj.
Diplacido ruscelcadutofiore
Chemollemente giù scende ala china.
Oh
mia bugiardasicurtate!ohfalse Degli uomini credenze!un vasto incendio Di repentina guerra arse edistrusseLanativacontrada etuttavia Fumanle torri diPalmiraalsuolo;
Nèdelbuonpadremio1’amatatesta Salvàrle piebendevotiveeilcrine Bianco perglianni,ol’idolodelnume
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Chedevotostringeva.Eifu trafitto Appièdell’aresue.
Me
risparmiavav
Permaggiordanno e conpietàmentita L’avaro centurione,eriindiapoco
Pergran prezzo venduta a un prepotente Ilomanpatrizio, fui sulTehroaddotta.
Quiviagli ingratiufficjeallameschina
Condizionnuli’altroebbi conforto
Salvol’amord’ungiovinetto a cui Mi stringevan Felaleelafortuna Troppoconformi:oh quantevolteeipianse 11miostalo infeliceedioconquante lacrime ricambiailasua|>ieiate.
Qualchestillacosì dimel temprava
L’orridoassenziodelcomunservaggio Eilfieroaentrambi avvicendardei casi.
Ma
percolmodimate,alsignor nostro Venneinpiacer lamia persona einguisa Durae superba mirichieseamore.Furorl’invaseallarepulsale fatto Delloschiavofanciulsubitamente
Geloso,uditequelcheilcrudo,atroce
,
Efferatosuo coreoprarsostenne.
Più che1’usalobanchettavaun giorno
t
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Congranlaute/./a:erangià pórtiinappi Per1’ultimotripudioe rinnovate
t
Leghirlande eiprofumi,allorcheilsire Nostrovantarsicominciòdirara
Suavirtude nel trar d’arco, odifionda,
O
nelvibrar fulminealanciaespada.Nòpiùtempofrappostouna crudele Prova neofferse.Misuròcoltruce Guardoilgarzon dapriache lungo un poco Ministravaallamensa:indi alsuopetto Yclocissimamentoun'affilata Scurelanciòconsìdirittamira Chequellailscndell’infeliceaperse
h
piantossegli incore:Alsuol riverso Caddelosventurato.eme
pernome Chiamòspirando;Ahichipuòcreder questo, Ch'egliiltrucidami- del giovincavoPoscia anonmoltidìconmantuttora Del suo sanguestillantiilmio serbalo Onorrapirmi disegnasse aforza!
Oimèquestomiocrin pelnudocollo s
Errante
,scapigliato cladiscinta taceràveste e lesanguigne note
,
Ondelivideportoedolorose
..
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Lemembra,<lclluror suo disonesto Moslranviisentii.Purm’inluseIonta
E
larabbiaù1’angoscia unasilana Tenacevigoria pei1ogni polso Chedisnodarmidagliimpuri amplessi Alla |>er finpoteva enellalugaPormiasalvezza.Perattorie vie, Pallida,tremebondaedisonnala,
Conlamortealle spalle,errantecorsi:
Quandonelbujodel pensici-mi nacque
,
lonon socome,unsubito consiglio l)iriparar qua giuso entroilsilenzio
Di questetombe,omiviadduca un vano Caso odei fati1’ordinar pietoso Cheavoi,Cristiani,lomioscampoaffida.
Di pianto a questodirnovellamente
Lesiallagan le cigliae unflebilsuono Diverginie di madri a sua sventura
Commiscranti va crescendo intorno
Come
sottolasferza di sciloccoI
S’odono ad or ad orgliaerei pini Rombarpiù cupamente eviepiùforte Stormirlequercie esulleaperte frasche
Vie piùforte scrosciar1'umidapioggia.
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