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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.18 (1891) n.877, 22 febbraio

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, .FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FE R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno XVIII — Vol. XXII

Domenica 22 Febbraio 1891

N. 877

LE ECONOMIE

Sono ormai assodati due punti fondamentali ; il primo, che il paese non può sostenere'nuovi o mag­ giori aggravi, perciò che le sue forze sono esaurite e nuovi balzelli non renderebbero all’ erario; — il secondo, che conviene raggiungere al più presto il pareggio, perchè il paese lo esige e le condizioni ge­ nerali della economia pubblica consigliano di ri­ dare al più presto possibile l’equilibrio del bilancio.

Non vi è adunque altra via di uscita se non quella delle economie, e gli elettori con voce quasi im­ periosa hanno domandato che mediante le economie si ottenga l’assetto delle finanze dallo Stato, poiché è con quell’assetto soltanto che le nazioni non ric­ che possono provare il loro desiderio di ordine e di moderazione.

Ora adunque si tratta di conseguire delle dimi­ nuzioni di spesa ; e se le parole possono essere suf­ ficiente garanzia della buona volontà e delle ten­ denze, sembra che gli uomini attualmente chiamati al Ministero abbiano l’ intendimento di falcidiare il bilancio tanto quanto è necessario ad ottenere il pa­ reggio. E siccome i servizi civili non possono offrire margine sufficiente per raggiungere I’ intento, tanto sono tra noi meschinamente dotati, conviene che il risparmio sia portalo anche sulle spese militari ; questo che pareva qualche tempo fa cosa impossi­ bile, è diventato ormai generale convincimento, così che si indicano anche i modi coi quali la economia può essere effettuala.

Però a noi piace in questo momento molto grave e serio della vita economica del paese, fare alcune osservazioni di indole generale, e richiamare su esse l’attenzione di coloro cne sono chiamati a cercare ed a compiere queste riduzioni nella parte di uscita del bilancio.

In due categorie possono qualificarsi le economie : — quelle ohe falcidiando i servizi attuali, civili e militari, tendono a diminuire le spese, diminuendo in pari tempo la intensità dei servizi stessi ; — quelle che mirano invece od a semplificare I’ amministra­ zione, od a diminuire gli uffici che lo Stato si è at­ tribuiti.

lutorno alla prima categoria di economie poco in­ vero si può dire, che non sia strettamento tecnico: — che possa essere ridotta la ferma dei soldati di qualche semestre ; — che possano essere distribuiti su maggior numero di esercizi le spese per le forti­ ficazioni, per la provvista di armi, di munizioni, ecc., sono argomenti che toccano ai tecnici militari, ai I

quali incombe di rispondere davanti al paese degli ordinamenti dell’esercito e della marina, ed ai quali può essere domandalo stretto conto, tanto se-hanno promesso delle organizzazioni che coi mi zzi ordinari non potevanodare, quanto se avessero creduto di lasciar diminuire i mezzi di cui disponevano in misura so­ verchia in paragone alle esigenze degli ordinamenti che esistono. Lo stesso dicasi per i lavori pubblici, per la sicurezza pubblica, ecc. Noi loderemo le economie che sieno dirette ad impedire od a frenare lo sciu­ pìo delle spese, poiché non può essere che lodevole, senza reticenze e senza restrizioni, quel governo che assicuri gli stessi servizi con minore spesa ; ma lo­ deremo pure ed apprezzeremo quelle altre economie che abbiano in mira soltanto di procrastinare o di suddividere in più lungo periodo alcune altre spese. La crise che attualmente attraversa l’Italia può ces­ sare, ed in tal caso potranno essere compiute in più lontana epoca, molte di quelle opere che oggidì sono, in relazione alle nostre condizioni, assolutamente in­ compatibili.

Ma questa specie di economie sembrano a noi più che altro espedienti di bilancio, per diminuire gli oneri esistenti senza curare quanto convenga quella malattia che in questi ultimi anni ha messo a repentaglio la esistenza economica del paese. Noi domandiamo ed attendiamo dal nuovo Governo ben di più: ed è che comprenda quanto dannosa sia stata al paese la applicazione di quel socialismo di Stato che poco felicemente venng importato fra noi. È d’uopo non illudersi, e comprendere finalmente che ogniqualvolta viene domandato allo Stato una nuova funzione e viene allargata una che già abbia, ’questo nuovo ufficio o questo maggior ufficio, domandano una spesa. Sia che si miri a conseguire un ipotetico miglior effetto economico, mediante l’intervento dello Stato nella produzione ; — sia che si pretenda di rendere lo Stato trbitro diretto od indiretto nelle questioni, tra capitale e lavoro ; — sia che si sogni di regolare questo o quel ramo della pubblica attività od eccitandolo con premi, con compensi, con incoraggiamenti, o frenandolo con leggi con limitazioni od altro ; a rendere efficaci simili fun­ zioni dello Stato è necessaria una maggiore spesa, il cui ammontare noi abbiamo potuto constatare in questo ultimo tempo nell’aumento sensibile delle spese ordinarie sostenute dal bilancio.

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114 L ’ E C O N O M I S T A 22 febbraio 1891 un peso senza 1' impiego di unn adeguata energia,

ed appunto quando si tratta di utlìci dello Staio, la energia die esso impiega è sempre esuberante allo suopo.

Studino quindi i nuovi ministri, il modo col quale raggiungere il pareggio mediante gli espedienti finan­ ziari che saranno loro suggeriti, ma in pari tempo rivolgano tutta la loro attenzione a quella seconda specie di economie che a nostro avviso, è la vera ed efficace, cioè la diminuzione dei molti uffici, che senza necessità di sorta lo Stato si è attribuito.

Combattano cioè il socialismo di Stato, ed ora che sono davanti alia pratica degli affari, facciano per il socialismo di Stato quello che hanno fatto per la economia politica: lo ascoltino in teoria e lo condannino tu pratica.

Dai giornali ufficiosi viene affermato che alcuni degli attuali ministri avrebbero dichiarato non op­ portuno il momento per modificare radicalmente il sistema bancario vigente ; e perciò essere in animo del Governo di presentare un progetto di legge che migliori bensì l’attuale ordinamento, ma non lo mo­ difichi sostanzialmente.

Noi dubitiamo assai che appena assunti al potere li nuovi ministri, senza aver presa profonda cono­

scenza di molte ed importanti questioni di fatto che sono connesse al problema bancario, abbiano potuto esprimere una opinione, che per quanto non sia completamente decisiva per l’ uno o per l’ altro si­

li

stema, tuttavia compromette già la soluzione pros­ sima in quanto esprime il dubbio che non sia con­ veniente quella radicale riforma che da molti venne ¡ anzi dimostrata, non solamente necessaria, ma anche

urgente.

ji

Comunque sia degli intendimenti del Governo, ¡ certo dobbiamo riconoscere difficile cosa che per il r 30 giugno, data nella quale scade la proroga del ¡'sistema attuale, possi essere elaborato, presentato, discusso ed approvato dada Camera e dal ¡Senito, un progetto ili fondamentale riforma bancaria. Sarà quindi necessaria una nuova proroga, e mente di meglio se il Governo, studiando attentamente la ma­ teria, troverà conveniente di approfittare della logge di proroga per portare alcune tra le più importanti correzioni al sistema vigente, così da apparecchiare meglio quella soluzione definitiva, che non potrebbe essere troppo a lungo rimandata.

Ma se per qualsivoglia motivo il Governo intende di prorogare integralmente, o parzialmente modifi­ cato, il regime attuale, ci sia permesso di doman­ dare che si profitti del tempo per illuminare il Par­ lamento ed il pubblico nel modo più chiaro che sia possibile, sulle condizioni nelle quali si trovano gli istituti di emissione.

L’ inchiesta che venne compiuta in quest’ ultimo tempo venne pubblicata in modo che non ha potuto soddisfare abbastanza la opinione del pubblico, il quale desidera di conoscere tutta la verità, tanto più che successivamente sullo stato e sulla condotta di alcuni Istituti sono corse, voci e sono state fatte cri­ tiche sulle quali è bene sia fatta ufficialmente la luce.

Non lo ripeteremo mai abbastanza, — le banche di emissione debbono essere, perchè possano com­ pì re il loro ufficio con tutta la efficacia a vantaggio del paese, al disopra di ogni più lontano sospetto.e la loro linea di condotta per prudenza, oculatezza e sagaci là deve essere superiore ad ogni critica.

Ora noi abbiamo avuio occasione di analizzare su queste colonne la situazione della Banca Nazionale, a cui tante vo te il Governo volle attingere per sov­ venire il credito di questa o di .quella piazza, e non ripeteremo qui le critiche ohe abbiamo mosse a quel- 1’ Istituto.

Abbiamo dovute manifestare severo biasimo verso la Banca Nazionale Toscana, che in quest’ ul­ timo anno ha voluto essa pure uscire dalla prudente linea di condolili che aveva seguito da tanti anni e dar esca a movimenti di azioni, che non meritano lode, distribuendo dei dividendi che non potrebbero essere sostenuti come esistenti davanti ad una Assem­ blea clic intendesse di veder chiaro nella situazione.

Avremmo anche voluto trattare delia situazione della Banca Humana, ma ee ne trattenne il timore di dire più che non fosse conveniente; e tali r tante erano le critiche che ci erano fornite su quella Am­ ministrazione che ci parve più corretto soprassedere per ora a trattare il tema spinoso. Anche dei due Banchi di Napoli e di Sicilia avevamo largo argo­ mento di studio per dimostrare quanto utili avreb­ bero potuto essere al paese e quanto poco lo sieno stali, ma attendevamo sempre che le nuove Ammi­ nistrazioni dimostrassero maggior cura del vantaggio generale e minor inclinazione ad una falsa popolarità.

Rimane sempre troppo nolo a tutti che l’ argo­ mento delle nostre Banche di emissione offre motivo a critiche, che sono tanto più gravi e severe quanto meno sono documentate ufficialmente le accuse che si muovono a molte di esse.

1 nuovi Ministri devono adunque non solamente sentire il bisogno ma anche il dovere di illuminare se stessi ed il Parlamento e di dimostrare quali sieno le condizioni nelle quali si trovano gli Istituti ai quali si affilierebbe per l’ avvenire il delicato ufficio della emissione.

A cuni dicono che è precisamente per mezzo del rio .ovainento di privilegio elle qualche Banca spera di rimarginare le proprie piaghe, ma noi crediamo che sarebbe, non che pericoloso, mldiriiiura esiziale accettare un simile principio. Le Banche alle quali si accordi il privilegio della emissione devono essere tali per il loro passato e per i! loro presente da mo­ strarsene degne. Il credito del paese non è abbastanza forte da potersi prestare a riabilitazioni; occorre fin d’ ora separare il grano dal loglio perchè non av­ venga clie questo finisca a soffocar quello; nè i go­ vernanti sperino che ii loglio possa mai diventar grano.

LO SCONTO E LE EMISSIONI

n e ll’ an n o 1 8 9 0

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iu-22 febbraio 1891 L ’ E C O N O M I S T A 115 torno al commercio, alla produzione, alla emigra­

zione, a In sconto, alle emissioni, eco. ecc. E fin d’ ora possiamo appunto richiamare I’ attenzione dei nostri attori sull’ andamento del saggio dello sconto ufficiale, cioè praticato dagli istituti di emissione nel 1890, nonché sulla entità delle emissioni di prestit fatte nei principali paesi.

Frequenti variazioni dello sconto si sono avute nel 1890. Pelò qualche paese non partecipò a quel continuo variare del saggio officiale dello sconto. Possiamo citare ad esempio; la Spagna ove rimase al 4 0|(», I’ Italia dove il (i 0|D è stato praticalo per tutto l’ anno, la Francia cui 3 OjO ; a Bucarest lo sconto fu al ii 0 (0 sino all’ aprile e in questo mese scese al 5 0|0, ad Amsterdam sino all’ ottobre lo sconto potè ragguagliarsi al 2 I ¡2 0|0 poscia andò autnentaudo gradatamente lino al 4 1|2 OjO, a Bru­ xelles invece dal 4 in gennaio scese al 3 0|0 in marzo e per tutto il resto dell’ anno è rimasto a quel saggio. Qua lo alle piazze di Londra, Berlino, Vienna, Pietroburgo ecco le variazioni dello sconto:

MESI lo.w a BERLINO VIENNA PlETi.OBDKGO

Gennaio . . 6 8 8, 4 7, 6 Febbraio. . 6, 5 5, 4 4 4 6 Marzo . . . 8, 4 ’/,. 4 4 4 6 Aprile . . . 4, 3 7 ,. 3 4 4 6 Maggio. . . 8 4 4 6 Giugno. . . 3, 4 4 4 6 Luglio . . . 4 4 4 6 Agosto . . . 4, 5, 4 4 4 6 Settembre . 4, 5 4, 5 4, 4 '/, 5 7, a 6 Ottobre. . . 5 5, 5 7, 8, 5 7. 5 7, a 6 Novembre . 5, 6 5 7, 5 7, 5 7 , a 6, 5 Dicembre. . 6, 5 s 7, 5 7, 5 Media 1890. 4,55 4,38 4,52 5,85 * H89 3,36 3,68 4 19 5,75 * 1888. 3,:i0 3.33 4,16 5,34 * 1887 3.38 3,40 4,12 5 05

Per completare queste cifre conviene aver sot- t occhio quelle degli incassi aurei dei tre grandi serbatoi di Londra, Parigi e Berlino alla metà di dicembre degli anni 1889 e 1890:

1 9 8 9 1 8 9 0 Differenza

Banca d’ Inghilterra 471,850,000 609,375,000 + 137.525,000 Banca di Francia . 1,273,000,000 1 ,t2 i 000,000 - 149,000,000 Banca Imperiale

Germanica . . . 970,000,000 966,000,000 - 4,090,000

In sostanza l’ anno 1890 riguardo allo sconto è terminato come aveva cominciato. Se si tien conto che 73 milioni d’oro, che figurano nell’ incasso della Banca di Inghilterra sono stali prelevati dalle riserve della Banca di Francia (e la restituzione ha avuto luogo nella precedente settimana) si trova che l’au­ mento dell’incasso della Banca inglese è di 62 milioni e la diminuzione di quello della Banca francese è di

74 milioni ; la Banca germanica conservava inalte­ rata la sua posizione. C’ è però da notare che il commercio francese ha pagato in media un saggio di sconto del 3 0|0, mentre il commercio germanico ha pagato il 4,38 0 0 e quello inglese il saggio mi­ nimo medio di 4,oo 0|0. Nè il commercio francese è stato il solo a trar profitto dalla oli ino situazione monetaria, anche per altri riguardi se ne è avvan­ taggiato il paese come si vede da queste cifre:

I S S O I S S O Differenza

Corso del 3 0[0 francese . . . 87 1i? 9 i 3|4 ■+■ 7 1i4 OlO Consolidato inglese... 97 3[4 93 oi8 — 2 118 Consolidato prussiano 4 0i0 . . 105 105

È un fatto indiscutibile che la Francia gode in materia monetaria di una condizione eccezionale. Da circa 7 anni lo sconto è al 3 0|0 e le riserve della sua Banca di emissione sono sempre considerevoli ; mentre altrove, a Londra, a Berlino ecc. si lotta con­ tinuamente per trattenere in paese l’ oro e le varia­ zioni dello sconto si seguano con grande frequenza. Elie poi questo differente stato di cose debba attri­ buirsi al trovarsi la Francia sotto il regime bime­ tallico e l’ Inghilterra e la Germania sotto quello monometallico, come credono alcuni bimetallisti, è una questione che non possiamo esaminare qui in via incidentale. Ma possiamo dire che non ci pare così semplice come quei bimetallisti suppongono.

Quanto alle emissioni è bene rammentare che nel 4889 si è avuto un complesso di operazioni quasi eccezionale e molto superiore alla media degli altri anni; non è quindi a meravigliare se nel 1890 si è avuta una sosta.

Si calcola che la somma che si capitalizza ogni anno, mediante il risparmio del mondo intero, stia fra i 7 e gli 8 miliardi di Lire. Ora ii complesso delle emissioni del 1889 fu di 12,643 milioni, che è il massimo raggiunto finora. Poiché, anche dedu­ cendo da questa somma le conversioni di debiti, che possono esser calcolate a 4 miliardi, la somma impiegata in quell’ anno in nuovi rinveslimcnii di titoli mobiliari si aggirò sugli 8,610 milium, locchè I non potè farsi che impegnando anche uua parte

delle risorse dell’ anno successivo.

Infatti nel 1890 il totale delle emissioni si limila a 8,147 milioni, dei quali 4816 rappresentano con­ versioni di antichi prestiti, per cui la somma chie­ sta al risparmio, lo scorso anno, si restringe a meno ] di 6 miliardi e mezzo, rimanendo nei limili della

potenzialità normale dei mercati.

Il Moniteui des Intérêts Matériels nota in pro­ posito che se s’ immagina un grande conto corrente dove siano segnate, da una parte, le risorse dispo­ nibili o create coi risparmi dell’ anno e, dall’ altra, gli impegni assunti durante il medesimo periodo, le partite di questo conto figurativo si troverebbero bilanciate alla fine del 1890; ciò che non fu nel 1888 nè, molto meno, nel 4889.

Raccogliamo nello specchio seguente le cifre delle emissioni del 1890 in confronto col 1889.

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110 L ’ E C O N O M I S T A

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febbraio 1891 P A E S I P R E S T IT I di Stati e di Città ISTITUTI di credito STRADE FERRATE

j

m m n e Società industriali i T O T A L I del 1890 T O T A L I del 1889 Germ a n ia ... fr. America latina... A u stria -U n gh e ria ... B e lg io ... Bulgaria... • ... Congo ... E g it to ... Spagna e colonie... Stati U n iti... Gran Brettagna e colonie. . . . I t a l i a ... Paesi Bassi e colonie... P e r s ia ... Rumenta... ... R u ssia... S erb ia ... Svezia e N o rv e gia ... Svizzera... T ra n svatil... T u rc h ia ... 508.812,800 212,500.000 55.000. 000 16.165.000 » » 117.000. 000 117.000. 000 357,680 850 89.875.000 815,000 17.105.000 90.311.000 22,000,000 7.500,000 50.000,000 39.100.000 » )» 384.741.750 10,000,000 3.000. 000 » 4.000. 000 21 000,000 100,384,250 21.105.000 8,750,000 » 1.000. 000 » 57.812.000 » 264.051-375 364,783,350 29 677,500 22.352.000 30.000 000 960,000 4.625.000 67,125 000 926,381,850 206,320,300 1,430,263.850 27.083.500 118.558.000 145.720.000 10.790.000 28.363.500 159.772.000 4.450.000 625 000 46,530 000 38,400 000 33.100.000 » > » * > 917.484.000 28,620 000 » » 3?. 800 » 274.375.000 400,000,000 24.000,000 195.681.000 1'207,605,525 57',283,350 94.677.500 41.517.000 30,000,000 960 000 922.109.000 216-745,000 926,381,850 . 344,883,745 1.888,328.950 116,958,600 27.898.500 184,057,800 19.540.000 118,674.500 282,375 000 582.772.000 11.950.000 50 625,000 167,442 000 38.400.000 228.781.000 894 554,000 2,591,423,000'*) 1,248 090,000 45.497.000 10.600.000 2,000,000 269.000,000 712.338.000 2,731-151,000 182.900.000 597.881.000 105.124. 000 25,>8’ . 000 380.106.000 82.500,000 2,632,996.000 2,631 000 9,867. 000 85,697, 000 35,187-000 Totali fr. 1,759,427,795 611,793,000 3,959 932.225 1,816,197,800 8,147,350,820 12,644,729,000 Analizzando le cifre suesposte e paragonandole

con quelle dell’anno precedente (v, L ’ Economieta

n. 821), si nota che, prescindendo dalle conver­ sioni, tutte le categorie di emissioni subirono una diminuzione rispetto all’ anno precedente e più spic­ catamente I’ emissione di ferrovie e società industriali, le quali nel 1889 superarono da sè sole gli 8 mi­ liardi e nel 1890 discesero alla metà.

Si ridussero pure di quasi il SO per cento le emissioni di Stato e città, che, nel 1889, oltrepas­ sarono i 3 miliardi e mezzo e nel 1890 si restrin­ sero a un miliardo e tre quarti (1,759,127,795).

Le emissioni di stabilimenti di credito da 1,029 milioni nel 1889 discesero, nel 1890, a poco oltre i 611 milioni.

Bisogna però prendere queste cifre come appros­ simative, giacché non possono essere state tutte va­ gliate coll’ assoluto rigore del metodo statistico.

Però siccome le differenze non possono essere rilevanti, così reggono le conclusioni che se ne vo­ gliono dedurre.

La cifra assegnala per le emissioni in Italia non è esatta. La statistica del ministero d’ agricoltura la rettifica aggiungendovi L. 264,630,500, ammontare del capitale nominale rappresentato dalle obbligazioni del Tevere e da quelle pel risanamento di Napoli, emesse appunto nel 1890.

Londra e Berlino assorbirono la maggior parte delle emissioni dell’ anno scorso, lasciandosi addietro il mercato di Parigi.

Infatti le emissioni di titoli indigeni fatte a Londra, ascesero ad 1,216 milioni e quelle di titoli esteri a

2,153 circa, cioè in complesso 3,369 milioni.

Rivista Bibliografica

Francesco S. Nitti. — I l Socialism o C attolico. —

S tu di su l S ocialism o contem poraneo. — Torino.

E o u s, 1891, pag. 380.

Sono alcuni anni che gli studiosi delle questioni sociali a qualsiasi scuola appartengano, il clero più esattamente quella parte del c'ero più istruita e in­

(* ) Questa cifra si riferisce a tutta 1’ * 1 n i n .

dagatrice assidua dei problemi economici contempo­ ranei, nonché in generale tutti coloro che seguono attentamente l’opera politica e sociale del Papato, aspettano con sentimenti differenti, ma tutti con una curiosità legittima la parola del capo della Chiesa Cattolica intorno alla questione sociale. L ’ Enciclica su questo tema è annunciata di tanto in tanto, ma fino ad ora non è apparsa, nè pare ci siano proba­ bilità serie per una prossima pubblicazione delle idee del Pontefice, sopra un sì vitale e interessante ar­ gomento. L’indugio, !.e incertezze e i timori ai quali dà luogo la meditata manifestazione pubblica delle vedute della Chiesa intorno alle questioni sociali sono tanto naturali e gravi, che stentiamo a credere sia giudicala opportuna l’ora presente per una espli­ cita dichiarazione di principi, per una univoca ap­ provazione di questo o di quel sistema economico. Il Pontefice conscio delle difficoltà speciali e tecniche di qualunque soluzione preconizzata sente forse tutta la gravità di una manifestazione in favore dell’ima o dell’altra scuola di riformatori, ed è contrario alla condanna recisa degli altri indirizzi economieo-so- ciali; preferisce quindi probabilmente di limitarsi a qualche dichiarazione incolora, a qualche accenno vago che non comprometta le risoluzioni e i passi più decisivi riservati all’avvenire.

L’Enciclica sulla questione sociale, se non inter­ vengono circostanze e avvenimenti straordinari, nou cì pare adunque destinata a una prossima pubblica­ zione, se pure è vero ciò che affermasi con insi­ stenza, essere essa già del tutto scritta. Le condi­ zioni in mezzo alle qnali vive il papato non sono tali da suggerirgli nella cosidetta questione sociale una linea di condotta nettamente definita, quando ben inteso si faccia astrazione dalle invocazioni ge­ neriche e non certo nuove alla pace sociale, alla fra­ tellanza universale, all’amore tra le classi della so­ cietà, ecc.

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L ’ E C O N O M I S T A

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22

febbraio 1891

iniziatori di un movimento non in tutto uniforme certo, ma in ogni caso notevole, degno di stadio e che può acquistare una influenza cospicua e gene­ rale, sopralutto se venisse a scomparire l’antagoni­ smo tra la religione e il socialismo. Si crede infatti generalmente che il materialismo abbia dato il mag­ gior impulso al socialismo, e che questo tragga seco ì'ateisrnc», che sia insomma uno dei tanti sistemi ne­ gatore della religione. Il progresso della filosofìa, delle scienze, dell’ indifferentismo pare cospirino a scalzare il sentimento religioso dall’animo delle classi dotte e indotte. L ’assoluto è proscritto ogni giorno di più dal campo filosofico, e come avverte Condorcet nel suo Esquisse, vero testamento del secolo .XVIII, i progressi della filosofìa generale furono e sono la prima causa dei progressi nella politica e nella eco­ nomia. Cosi le tendenze antireligiose che si riflet­ tono nella filosofia, si estendono attraverso questa ultima alle discipline politiche ed economiche. Così avviene che la democrazia socialista imbevuta delle idee filosofiche e scientifiche moderne, o per lo meno costretta a muoversi e ad agire in un ambiente, in un’ atmosfera impregnata delle idee darviniane, spen- ceriane, positiviste che dir si voglia, professa l’atei­ smo e coltiva gl’ ideali socialisti. Eppure mai coinè ora il cattolieismo ha invaso il campo socialista e si fa banditore per opera dei suoi più eminenti prelati di principii e di sistemi che non sono dav­ vero all’ unisono con l’ indirizzo economico dei no­ stri giorni.

Caratteristica abbastanza curiosa è adunque questa che tra i confluenti del gran fiume socialista se ne trovano due aventi origine diametralmente opposta. Uno di essi, il socialismo cattolico, parla e discute e traccia le linee di riforme socialiste in nome della religione, l’altro il socialismo democratico, si dichiara ateo e materialista e sopra queste due affermazioni si erige a giudice e riformatore della società odierna. Ma esiste veramente nella natura delle cose cotesto aniagonismo ? È vero, almeno nei termini con cui l’ affermano alcuni, che i progressi del socialismo si debbano all’ aver perduta ogni fede religiosa ? Noi non lo pensiamo e ne diremo brevemente la ragione. Anzitutto la semplice osservazione dei fatti dimo­ stra che il socialismo ha messo radici ed è cresciuto forte e ardito anche là dove il sentimento religioso non ha perduto o solo in misura assai tenue di po­ tenza e di vigore. Le dichiarazioni di materialismo e di ateismo da parte dei socialisti sono piuttosto una forma di manifestazione di sentimenti ostili all’ordine esistente, anziché uno stato psicologico e mentale ve­ ramente in opposizione alla fede. La guerra alla re­ ligione si risolve il più spesso in una polemica incon- . eludente, e gli stessi socialisti tedeschi che a primo aspetto sembrerebbero i più vogliosi di intraprendere la lotta, in realtà preferiscono di non mettersi sopra quella strada che a nient’altro può servir loro se non ad alienare buon numero di simpatie e di appoggi. Inoltre Considerando ciò che sta più a cuore al socialismo democratico, mentre non pare che possa aver aiuto nelle sue rivendicazioni dalla scienza mo­ derna, la quale proclama la lotta per la vita, la se­ lezione ec., si direbbe che l’ alleanza tra il socialismo e la chiesa, la quale si afferma naturale protettrice dei deboli e degli oppressi, sia d’ ordine naturale e logico. La prova migliore della possibilità di un con­ nubio ce la dà appunto il socialismo cattolico, l’esi­ stenza cioè di un indirizzo socialista che è nato in

117 seno alla Chiesa cattolica e che in essa trova la sua ragione d’ essere.

Del socialismo cattolico la letteratura economica possiede ora nell’ opera di un egregio scrittore il signor Francesco S. Nini, uno studio largo, dotto, documentalo, meritevole di sincero encomio. Quan­ tunque si parli spesso del socialismo cattolico, anzi con termine più lato cristiano, non sono molti quelli che se ne fanno una idea chiara ed esatta ; la qual ,| cosa si spiega anche per la mancanza di opere che ne trattino con vera conoscenza. Ma il volume del signor Nini offre il modo di conoscere nei più mi­ nuti particolari le origini, lo svolgimento, le dottrine del socialismo cattolico e l’ Autore che non ha ri­ sparmiato fatiche per fare uno studio completo e utile ha diritto alla riconoscenza degli studiosi.

Sin dal primo capitolo l’Autore spiega le diver­ genze e i punti di contatto tra il socialismo e il c r i ­ stianesimo; riconosce che « se oggi la democrazia socialista è quasi interamente alea, ciò dipende meno dal contrasto fra l’ ideale cristiano e l’ ideale sociali­ stico, quanto da un insieme di circostanze che sarebbe assai lungo enumerare. » E quanto ai socialisti cat­ tolici « che formano ormai una scuola assai numerosa, che hanno giornali propri, che fanno una propaganda attivissima, specialmente negli stati dell’Europa cen­ trale sono aneli’ essi d’ accordo con tutte le altre scuole socialistiche nella critica demolitiva della no­ stra organizzazione sociale. Se nei loro progetti di riforma se ne allontanano assai spesso, se rifuggono dalla violenza e dalla rivoluzione, non sono per que­ sto nè meno audaci, nè meno convinti degli altri socialisti.« Il papato ha visto crescere questa larghis­ sima agitazione cattolico socialista e non le ha messo alcun freno, e non l’ha punto ostacolata. Bisogna riconoscere che ciò che la chiesa combatte nelle de­ mocrazie socialistiche moderne non è lo spirito de­ mocratico di fratellanza e di eguaglianza, ma gli spiriti anti religiosi da cui essi sembrano dominati. Al tempo della sua maggiore grandezza, la chiesa romana ha visto senza sentire il bisogno di pronun­ ciarle, nè di combatterle, delle democrazie conten­ dere vittoriosamente il governo di Firenze e dei co­ muni italiani alle classi ricche e ai nobili. E oggi il papato, proprio all’opposto delle scuole liberali, è assai meno contrario alle tendenze economiche del socialismo che non alle tendenze antireligiose da cui la democrazia sociale mostra di essere animata ». Indicate così le posizioni rispettive del socialismo e del cristianesimo il Nitti considera le lotte sociali dell’ antichità e il socialismo moderno, sostenendo con buoni argomenti che nelle lotte sociali dell’an­ tichità non si trovano le traccie di una vera dot­ trina socialista ; ricerca le origini economiche del cristianesimo e le tradizioni sociali della chiesa cat­ tolica, giungendo alla conclusione « che la massima parte dei grandi scismi e delle grandi lotte che tra­ vagliarono la chiesa cattolica non furono che delle lotte econombdie » una conclusione che a molti sem­ brerà poco fondata, ma che l’Autore sostiene con prove non trascurabili.

(6)

= 2 S

r lis

L ’ E C O N O M I S T A 22 febbraio 1891

del cristianesimo fa la vera origine del socialismo evangelico e di quello cattolico, nati da uno stesso bisogno e quasi uelle stesse circostanze. P r ò note- | voli differenze si osservano tra essi,che I’ Autore in- ¡ dica diligentemente, e poiché oggetto del suo libro i è il socialismo cattolico , così di quello evangelico j discorre brevemente in questo stesso capito'o. Giunto [ a questo punto delle sue indagini il sig. Ni iti si oc­ cupa con grande larghezza del socialismo cattolico tedesco, il più importante fra tutti per le dottrine eco­ nomiche e per l’ opera sociale, studia il socialismo cattolico iti Austria e vi connette 1’ antisemitismo, e tratta, sempre con estesa e profonda conoscenza della materia, dei progressi e delle dottrine del socialismo cattolico nella Svizzera, in Francia, nel Belgio, in Inghilterra , in America , nella Spagna e in Italia.

Vi è grande diversità nelle idee teoriche e nei pro­ getti di riforme degli adepti del socialismo religioso; ma prevale in tutti la tendenza ad invocare l’intervento diretto e generale dello Stato, la critica del sistema economico odierno, ossia la condanna della concor­ renza, del capitalismo, dell’ individualismo, eoe. A quesio riguardo l’Autore.kche pure ha raccolto tanto materiale, avrebbe fatto cosa assai utile se in Un ca­ pitolo speciale avesse tentato di raccogliere in un tutto e precisare le dottrine fondamentali del socia­ lismo cattolico e ne avesse fatta la critica. E questa una lacuna che non ci pare possa essere colmata coll’ ultimo capitolo sul papato e la questione so­ ciale, o con osservazioni critiche che si trovano sparse nei vari capitoli. Il lettore affrettato cerca invano il capitolo che coordini i prineipii negativi e positivi del socialismo cattolico e li sottoponga al vaglio della critica scientifica.

L’ egregio Autore si propone in una serie di vo­ lumi di studiare con serenità di mente e con im­ parzialità di critica tutte le principali forme del so­ cialismo moderno; e noi auguriamo che egli possa attuare il suo proponimento. Questo primo studio sul socialismo religioso ci pare assai pregevole nella parte espositiva per dovizia di cognizioni sull’argo­ mento, per gran copia di particolari e di fatti nar­ rati in forma chiara e conditi di osservazioni acute e di confronti interessanti. E possiamo aggiungere che se il libro del sig. Nini si è proposto di stu­ diare il socialismo cattolico, le proporzioni che egli ha date al suo studio, il punto di veduta dal quale ha consideralo l’argomento, fanno sì che questo vo­ lume contiene molto di più ili ciò che il suo titolo lascia supporre. Spella ora ai leltoii ilaiiani di trar prolilto dalle non poche, uè lievi fatiche incontrate dall’Autore, col lare buona accoglienza a questa

egre-opera. R. D. V.

Rivista (Economica

I I com m ercio dei v in i n e lle provinole m e rid io n a li, £ La co n iazio n e d e ll'a rg e n to a g ii S ia t i U n iti.La

A ss o cia zio n e econom ica b rita n n ic a .

II commercio dei vini nelle provincie meri­ dionali. — Le notizie raccolte dal ministero d’agri­ coltura, circa al commercio dei nostri vini nel decorso anno 1890, mostrano che il movimento commerciale pei vini delle Puglie e della Sicilia andò

migliorando costantemente fin dal principio dell’anno, tanto dii Uto della quantità di vino esportato da quei mercati, quinto per riguardo ai prezzi, i qitili, segnai unente per le qualità buo ¡e d i taglio raggiun­ sero cifre rimunerative che ricordano quelle del tempo in cui la coltivazione della vite era larga­ mente profittevole.

Tutti ricordano infatti che, or non è molto, spe­ cialmente in Sicilia e ne le Puglie, i depositi rigur­ gitavano di vini che non erano ricercali se non in lieve misura ed a prezzi poco rimuneratori, che talvolta discesero ad 8 e IO lire per ettolitro, anche per qualità non assolutamente scadenti. Lad love fin dal principio del 1800, tanto da B aletta quanto da Riposto, per non tener conto di altri mercati, quali Rovo, (dorato, Bisceglie, Moffetta, in Puglia; da Sant’Eufemia, da Nicotera, da Nicastro eco. in Ca­ labria ; da Vittoria, Siracusa, Noto, Pachino. Sdo­ ghiti, in Sicilia, non partirono meno di 30,000 et­ tolitri al mese di vini da taglio, da mezzo taglio e da diretto consumo a prezzi che si eievaro io, per le buone qualità da taglio, fino a 30 lire per e'to- litro, e per quelle da diretto consumo da L. 20 a 33 per ettolitro.

Le anzidetto cifre, specialmente quelle indicanti la quantità di vini esportati, subirono notevolissime mutazioni e miglioramenti. E così che se da Riposto, per esempio, nel primo trimestre dell’ anno, parti­ rono ettolitri 97,598 di vini, tale cifra si elevò ad ettol. 177,553 nel secondo trimestre.

Le ricerche ili vini continuarono attivissime da tutte le regioni d’ Italia e dall’estero, in special modo dalla Svizzera e dalla Germania. Per dimostrare l’ aumento di esportazione dei vini dalle provincie meridionali basta osservare le cifre che presentano la esportazione dal golfo di sant’ Eufeinia nel pe­ riodo da ottobre a maggio delle ultime tre annate vinarie :

Esportazioni 1887-88 Ettolitri 21,278.95 » 1888-89 » 33,987.45 » 1389-90 » 65,492.63 Come si scorge da queste cifre la esportazione è più che triplicata ; onde si può dire che I' attività dei produttori ili vino è ambila aumentando di pari passo eoo le difficoltà che si ebbero ad incontrare per esitare convenientemente la produzione Jei vigneti, minacciati, anche nel 1890, ni a non cosi ferocemente colpiti come nell’ anno precedente, di.la peronospnri.

li die a tre cifre che riportiamo qui appresso può agevolmente desumersi tutta la importanza .lei nuovo indirizzo preso nel 1890 dal commercio del prodotto dei vigneti p gitesi ; il quale tutto fa sperare che vada sempre p ù affermandosi negli anni avvilire, a vantaggio di qu u produttori eh - nulla risparmiano per autunni .re la privata e pubblica ricchezza, ado­

perandosi nell’ acquistare i nuovi mercati di consumo,

che da qualche anno vanno sostituendosi a quelli antichi.

Nei penultimi due mesi dello'scorso anno 18 0 furono esportati dai diversi centri viuarii della re­ gione pugliese i seguenti prodotti :

O ttobre 1 8 9 0 :

vino uve e mosti

per l’ interno etto!. 4,225.52 quint. b8.4il7.86

per l ’ estero » 3,712.25 » 3,861.12

(7)

22 febbraio 1891 L* E C O N O M I S T A . 119

Novembre Ì8 9 0 :

vino

per l ’ interno etto!. 38,464.53

per l ’ estero > 14,628.89

uve e mosii

quint. 12,188.29

» 234 66

etto!. 51,093.15 quint. 12,7.23.45

Nell’ ultimo mese del 1890 le quantità di vino esportile da Barletta, da Riposto, da altrove ripi­ gliarono I’ aumento dei pruni mesi, roine rilevasi dalle notizie sopra esposte. Riassumendo, nell’ anno testé scorso, il movimento commerciale vinario nelle prov iicie del mezzogiorno d’ Italia, è stalo più ri­ levante degli anni passati La fiducia nei produttori e nei commercianti di vino, nel tentare ógni via di shocco alla esuberante produzione, è valsa a rialzare ad un livello confortevole la prima industria italiana dalla quale il nostro paese attender deve quel be­ nessere al quale ha pie: o ed inco testato diritto.

La coniazione dell’ argento agli Stati Uniti. —j- È noto come il Senato degli Stati Uniti abbia api- provato il progettò per la libera coni iziooe dell’ar­ gento e come esso abbia anche sollevato molte op­ posizioni. Ora su questo interessante argomento e specialmente sugli sforzi fatti dai silvermen per ot­ tenere l’approvazione del bill sulla libera coniazione troviamo particolari interessanti in una corrispon­ denza da Washington al Journal des Débats, che per la cronaca esatta dalla questione monetaria è opportuno riferire e conoscere.

Trovavasi in discussione dinanzi al Senato un progetto ili riforma della legge elettorale, che i se­ natori democratici intendevano prolungare fino al 4 marzo, ossia, alla chiusura della sessione, allor­ ché, lutto ad un tratto, si venne a sapere che i se­ natori repubblicani degli Stali minerarii avevano combinato, coi colleglli d’opposizione, un mercato, a norma del quale la legge elettorale verrebbe can­ cellata daH’ordine del giorno, onde poter esaminare e votare l’altro progetto sull’estensione della conia­ zione dell’argento.

Difatti, con grande soddisfazione dei democratici, si era t ovata una maggioranza in Senato per chie­ dere I urgenza sul progetto della legge monetaria. Giusta l’opinione generale la discussione avrebbe duralo parecchie settimane, tanto da nulla concbiu- dere in questa sessione. V’erano sette od otto pro­ getti diversi a fronte: autorizzar l’acquisto, da parte del Tesoro, dei tredici milioni d’oncie d’argento che pesano sui corsi del mercato di Nuova York e ag­ gravano il prezzo dell’argento; oppure limitar gli ac- qusti al solo argento, prodotto negli Stati Uniti, eli­ minando le verghe che vi arrivano da ogni parte del mondo, perfino dalla China e dal Giappone; o estendere semplicemente la circolazione interna della Confederazione, non coniare maggior qnmtità di scu h, ma creando una rendita 2 p. c. elle le ban­ che dimissione potrebbero acquistare e contro la garanzia deda quale esse potrebbero emettere hi- g ietti, a somiglianza ili qua to fu fatto eoa le ren­ dite 4 e 4 1;2

p.

e., attualmente ricuperate in gran pule o resa (piasi irreperibili. C un a si vede la oia- teria a discu ersi abbondava e ve n’era a sufficienza per tirar in lungo a piacimento.

La discussione però veniva d’ un tratto troncata con la proposta del senatore Vest, il qua'e chiedeva la libertà di coniazione dell’ argento. E in brev’ora la proposta veniva adottata con 39 voti contro 27.

I minatori dell’ Ovest trionfavano. Essi, l’ anno scorso, estrassero per 513 milioni d’argento, al corso di 5 20 per ogni 34 grammi, ossia per oncia, di Troy. La pari è di franchi 6 70 I’ oncia, superiore cioè, di circa 30 p. c. ai prezzi correnti. Trattasi quindi, nel caso concreto, di 100 milioni di franchi in più che l’ industria mineraria spera ricavare, mercè l’ accennata legge, da una identica somma di lavoro. Io miniera il granulia d’ argento viene a costare circa IO centesimi, e lo si venderà circa 20 centesimi, alla pari ; sarà dunque abbastanza lauto il margine dei benefizi per permettere l’ esercizio di molte minit-re già concedute, ma neglette perchè poco rimuneratrici.

Nè meno soddisfatti sono i fìttaiuoli dell’ Ovest, i quali reclamano da lungo tempo una circolazione fi luci,aria o metallica più abbondante. Quando sono costretti a contrarre mutui, defili no pagare alle banche dal 12 al 13 e perfino al 48 p. o. il’ inte­ resse! Credono perciò prie, mediatiti' la libertà di coniazione dell’ argento, entreranno in circolazione un 120 milioni almeno in moneta ogni anno e cal­ colano che, mercè I’ abbondanza della specie me­ tallica nelle banche, dovrà necessariamente scemar l’ interesse, e che per inevitabile altra conseguenza, aumenterà il prezzo dei prodotti agricoli.

A queste illusioni non partecipano gli uomini di banca ; il voto del Senato fu freddamente accolto nel mondo degli affari, si pensa che, data la libera coniazione, 1’ oro sparirebbe e passerebbe all’ estero per regolare i conti internazionali, I’ argento afflui­ rebbe da ogni parte ; i titoli americani, collocali all’ estero, sotto la minaccia d’ essere pagati in ar­ gento, tornerebbero agli Stati-Uniti ; facendo premio l’ oro, scemerebbero le importazioni. In una parole, sono innumerevoli le obbiezioni, le difficoltà che si oppongono ed è quasi generale perciò la certezza che la Camera si guarderà bene dal seguir l’ esem­ pio del Senato e non approverà, com’ esso, tanto leggermente il progetto.

Possiamo aggiungere, a mo’ di conclusione, che, secondo le ultime notizie, si ritiene che nella ses­ sione attuale del Congresso la libera coniazione del­ l’argento resterà un desi lerio e nielli’ altro, perchè la Camera dei rappresentanti e l'opinione pubblica vi sono decisamente contràri.

La Associazione economica britannica. — Un avvenimento di molla importanza per l’incremento degli studi economici è indubitatamente la recente costituzione dell’ Associazione economica britannica

(T h e British Economie Association). Essa è stata promossa da alcuni valenti insegnanti auspice l’egre­ gio professore Alfredo Marshall, della Università di Cambridge, l’autore dei Principles o f Economics dei quali fece cenno VEconomista nel numero del 28 settembre 1890.

L’associazione è stata fondata in una riunione te­ nuta alì’U

11

versity College di Loudra il 20 novembre dell'anno passato, sotto la presidenza del sig. Goseben, cancelliere dello Scacchiere. Lo scopo precipuo della

British Economie Association è quello di dare im­ pulso al progresso delle cognizioni economiche me­ diante la pubblicazione di una rivista e di altri do­ cumenti e in generile con tutti quei mezzi che essa troverà opportuno di adottare.

(8)

120 L ’ E C O N O M I S T A 22 febbraio 1891 scuole. Questo sistema ha i suoi vantaggi, ma pre­

senta anche i suoi inconvenienti, e ad ogni modo il nuovo giornale di economia è in buone mani e si può essere sicuri che se nell’insieme sarà eclettico, porterà però eccellenti contributi allo studio delle questioni economiche.

L’ associazione estenderà a poco a poco la sfera della sua azione, radunerà di tempo in tempo i suoi componenti, pubblicherà, oltre il giornale, lavori di economia, come traduzioni di opere straniere, ri­ stampe di scrittori classici di economia divenuti rari; promuoverà e agevolerà le inchieste economiche, spe­ cialmente quelle che non possono essere intraprese dagli uffici governativi. Pare che quanto prima l’as­ sicurazione pubblicherà la traduzione della opera del Roscher sulla storia dell’ economia politica in In­ ghilterra.

I primi numeri del giornale, che sarà trimestrale, conterranno probabilmente alcuni dei seguenti artì­ coli : Tassazione per mezzo del monopolio del prof. Bastable; il sistema germanico di assicurazioni del prof. Brentano, il progresso delle dottrine economiche in Inghilterra nel 48ra0 secolo del dr. Cunningham; il progresso della scuola storiea in Germania dei prof. Hasbach ; le tariffe ferroviarie del Macdonell ; lo sciopero scozzese del prof. Mavor ; la valutazione dello ricchezze immateriali del prof. Nicholson ; alcuni aspetti della teoria della rendita del Price; il movimento per le otto ore di lavoro nella Victoria del Rae ; ecc. ecc.

La contribuzione annuale è di una ghinea ; non è fissata alcuna tassa d’ entrata ; ogni socio può esentarsi dalla contribuzione annuale pagando per una sol volta 40 ghinee.

Segretario della Associazione, la quale conta già oltre 500 membri, è il prof. F. Y. Edgeworth al­ l’indirizzo del quale (o, Mount Vernon, Hampstead, N. W . Londra) possono essere dirette le comunicazioni riguardanti la nuova Rivista Economica.

LA S I T U A Z I O N E D E L TESORO

al 31 gennaio 1891

Il conto del Tesoro al 34 gennaio 4894, cioè alla fine dei primi sette mesi dell’ esercizio finanziario 4890-94, dava i seguenti resultati:

A t t i v o : Fondi di C assa alla chiusura del­

l’esercizio 1889-90... L . 2 0 5 ,1 3 2 ,7 5 0 .5 2 Incassi dal 1° luglio 1890 a tutto

gen. 1891 (E n trata ordinaria). » 9 1 2 ,9 9 7 ,3 5 5 .0 3

Id . (E n trata straordinaria)... » 3 3 ,7 9 4 ,2 5 3 .8 3 P er debiti e crediti di Tesoreria » 1 ,5 2 6 ,1 2 5 ,8 9 6 . 36 Totale attiv o . L . 2 ,6 7 8 ,0 5 0 ,2 3 7 . 74

P a s s i V o : Pagam enti dal 1° luglio 1890 al

31 gennaio 1891...L . 1 ,0 8 6 ,4 9 8 ,8 5 1 .1 9 P er debiti e crediti di Tesoreria » 1 ,3 8 8 ,6 1 5 ,3 7 3 .2 6 Fondi di C assa al 31 gen. 1891 » 2 0 2 ,9 3 6 ,0 1 3 .2 9

T otale passivo. L. 2 ,6 7 8 ,0 5 0 ,2 3 7 . 74 Il seguente specchietto riepiloga la situazione dei debiti e credili di Tesoreria.

30 giugno 1890 31 genn. 1891 Differenze Conto di cassa L. 205,132,750. 52 202,936,013. 29 — 2,196,737.23 Situaz.deicrediti di Tesoreria.... 89,629, 257.08 141,600,169. 60 -+- 51,970,912.52 Tot. dell’attivo L. 294,762,007.60 344,536,182.89 -+■ 49,774,175. 29 Situaz.dei debiti di Tesoreria.. 477,402,826.57 666,884, 262.19 —189,481,435.62 Situai. \ attiva L. di cassa 1 passiva » 182,640,818 97 322,348,079.30 —139,707,260.33 Gli incassi nei primi 7 mesi dell’esercizio 1890-91 ammontarono, entrate ordinarie e straordinarie prese collettivamente, a L. 946,791,590.86 contro Lire 4,4 47,430,807.37 e quindi un minore incasso nei primi 7 mesi dell’esercizio in corso per la somma di L. 470,339,217.01. Peraltro è da osservare che mentre l’entrata straordinaria diminuiva di L. 159,493,217.01 l’entrata ordinaria non subiva che una diminuzione di L. 14,445,989.50.

Nell’entrata ordinaria la maggior diminuzione si ebbe nelle dogane e d iritti m a rittim i che dettero un minor prodotto di L. 21,488,856.37 e nell’ entrata straordinaria si ebbe nella costruzione delle strade ferrate che presentano un minore incasso di Lire 148,770,816.33.

I pagamenti nei primi 7 mesi dell’esercizio finan­ ziario Ì8 9 0 -9 1 ascesero a L. 1,086,498,851.19 con­ tro L. 4,434,252,184.77 nei primi sette mesi del­ l’ esercizio precedente, e quindi una diminuzione nella spesa nell’esercizio in corso per l’ importo di L. 47,753,336.58.

II seguente prospetto contiene l’ammontare degli incassi nei primi sette mesi dell’esercizio finanziario 4890-91 in confronto coi primi sette mesi dell’eser­ cizio precedente.

Entrata ordinaria

Rendite patrimon. dello Stato L. Imposta sui fondi rustici e sui

fabbricati . . . . ... . Imposta sui redd. di ricch. mobile Tasse in amministrazione del Ministero delle Finanze... Tassa sul prodotto del movimento

a grande e piccola velocità sulle fe rro vie... ... D iritti delle Legaz. e dei Con­ solati a ll’ estero .. ... . . . . Tassa sulla fabbricazione degli

spiriti, birra, ecc... Dogane e diritti m arittim i... Dazi interni di consumo ... Dazio consumo di Roma , ... Tabacchi . ... S a li... Multe e pene pecuniarie relative

alla riscoss. delle imposte... . Lotto... Poste... Te legra fi... Servizi diversi ... Rimborsi e conc. nelle spese... Entrate diverse... Partite di g i r o ... Totale Entrata ordinarla.. L.

Entrata straordinaria

Entrate effettive... ... Movimento di capitali... . . . . Co8truzi ine di strade fe rra te.. • Capitoli aggiunti per residui att. Totale Entrata straordinaria. L. Totale generale incassi . . . . L.

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22 febbraio 1891 L ’ E C O N O M I S T A 121 Ecco adesso il prospetto della spesa :

Pagamenti Pagamenti da luglio 1890 a tutto genn. 1891 Differenza col luglio-genn. 1889-90

Ministero del T e s o r o ... L. 461,424,798.Ili - 19,944,571.68 114,164,705.44 — 713,965.75 19,871,412.08+ 160,297.88 6,610,361.09+ 1,463,024.42 25,089,191.06+ 1,096,144.72 36,190,220.91— 1,870,704.80 121,559,247-31 — 378,191.26 31,907,671.70+ 306,646.66 180,418,128.76 - 21,324,823.60 75,931,855.68 — 6,996,672 93 10,331,258.94+ 449,485.76 Id. di grazia e giustizia .

Id. degli affari esteri . . . . Id. dell’ isti uzione pubb.. Id. dell’ interno... Id. dei lavori pubblici ... Id. poste e telegrafi... Id. della marina... Id. di agric.indus. e comm.

Totale pagamenti di bilancio.. L. 1,086,498,851.19 - 47,753,330.58

Confrontando finalmente gli incassi coi pagamenti si trova che nei primi sette mesi dell’ esercizio in corso i pagamenti superarono gli incassi per la somma di L. 139,707,260.53 mentre che nei primi sette mesi dell’esercizio precédante i pagamenti erano stati superiori soltanto di L. 17,121,273.90

R E S O C O N T O

del Consorzio di Mutuo Soccorso fra gli Agenti della Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali. — Gestione del 1889.

Ciascuna delle antiche reti ferroviarie (Alta Italia, Meridionale, Romana e Calabro-Sicula) aveva un particolare « Consorzio di Mutuo Soccorso » per gli Agenti non iscritti alla Cassa Pensioni, ma impiegati stabil mente.

Per la legge 27 aprile 1885 essendosi venuto a dare tutto un nuovo ordinamento alle reti ferro­ viarie, veniva stabilito che gli antichi Consorzi fos­ sero riordinati in modo che ciascuna delle tre nuove Società esercenti avesse il suo consorzio di mutuo soccorso. Quello delle Ferrovie Meridionali andava a cessare col 31 dicembre 1889 ed il Comitato del Consorzio stesso delegava a quello dell’ Adriatrica , che doveva succedergli, anche il mandato di chiu­ dere il bilancio del 1889, e di pubblicare il con­ sueto resoconto, lavoro pregievohssimo ed interes­ sante a leggersi da quanti si occupano del Mutuo Soccorso, per i molti dati statistici che fornisce, per la rilevanza del numero dei partecipanti, un 13 mila, per non essere questi dati riportati nella statistica delle Società di Mutuo Soccorso pubblicata dal Mi­ nistero d’Agricoltura. — Non dispiacerà il conoscere il riassunto della morbosità e della mortalità medie del 1889 in confronto del 1888.

1888 1889

Numero dei casi di m alattia sopra

-100 com partecipanti... Numero delie giornate di m alattia

100. 09 99.1 7

per ogni caso ... Numero delle giornate di m alattia

10. 26 10.06

per ogni compartecipante ... Num. delle giornate di m alattia per

10. 27 9. 98

ogni 100 giornate di lavoro... Numero dei morti per ogni

lUOOcoin-2 .8 3 2. 73

partecipanti... 11. 99 8 .9 9

Ecco ora le cifre del Bilancio al 31 dicembre 1889 Uscita 56,245.70 177,410.99 2,647.60 19,525.75 35,015.00 826,57 498,575.41 L. 790,247.02 L. 790,247.02 Il fondo accumulato di questo

Consorzio era al 31 dicemb. 1888 di L. 1,922,885.11 con più l’eccedenza del 1889 in » 498,575.41

al 31 dicembre 1889 di L. 2,421,460.52 Di seguito vengono 9 allegati nei quali si presen­ tano i dati statistici coi prospetti numerici ed un quadro grafico, dai quali apparisce la mortalità e la inabilità verificatasi fra i compartecipanti nel 1889, nonché la morbosità in relazione al servizio, alle età, ed al genere di lavoro cui furono adibiti.

La produzione del bestiame in Italia

In uno dei volumi che pubblica il Ministero di agricoltura e commercio abbiamo trovato raccolte interessanti notiz e che riguardano i provvedimenti presi dal governo nel 1890 a vantaggio della pro­ duzione bovina e suina.

Passeremo a spigolarne le più interessanti : Al 31 dicembre 1889 esistevano nei tre depositi di Reggio Emilia, Portici e Palermo n. 267 capi di bestiame, dei quali 75 bovini, 136 ovini e 56 suini. Dei prodotti nati nell’anno nei depositi, furono ven­ duti per la produzione 22 capi bovini, 6 ovini e 102 maialetti, e furono concessi gratuitamente per

Entrata

Da trattenuta al personale L. 148,540.09 Da contributo della So­

cietà Mediterranea ed

Adriatica . . . . » 246,307.53 Da interessi sul fondo

accumulato . . . » 102,209.52 Da interessi su titoli di

rendita . . . . ,» 868.00

Da proventi diversi, da multe, da vendita di orari, tariffe, oggetti abbandonati, da som­ me a disposizione del

pubblico, ed altre . » 227,521.42 Da biglietti d’ accesso

nelle stazioni . . » 64,800.46 Per la cura delle malattie

Per sussidi ai malati ed alle loro famiglie . Per rimborso di spese fu­

nerarie ... Per sussidi alle famiglie superstiti . . . . Per sussidi agli inabili al

l a v o r o ... Per versamenti alla Cassa

(10)

122 L ’ E C O N O M I S T A 22 febbraio 1891

la riproduzione 2 capi bovini, \ ovino e 56 suini destinati a funzionare da riproduttori.

Al 31 dicembre 1889 esistevano in tutte le sta­ zioni zootecniche, 6 tori, 50 capi fra arieti, pecore e agnelli, 91 capi suini fra verri, scrofe e porcellini.

Il deposito (die meglio si desunse per la sua at­ tività fu quello dì Regg o Emilia, dove nuda fu tra­ scuralo per contribuire al progresso della <cie ¡za e della pratica zootecnica coll’istiluire osservazioni su­ gli animali, dirette a constatare la produ'tiviia ri­ spetto alla secrezione lattifera e 1’ aumento di peso rispetto all’età. Per quanto riguarda il mo lo di di­ mostrare la suscettibilità di perfezionamento delle varietà nostrali ed i mezzi per raggiungerlo, si è occupato dei bovini reggiani e dei suini etili iani. Fece pure esperienze comparative sull’ uso di di­ versi poppatori. Ma lungo sarebbe a dire quanto ha fatto il Deposito, sono la sapiente direzione del pro­ fessor Ganelli, i meriti del quale da tutti sono ri­ conosciuti.

Nel deposito di Portici si fece una serie di espe­ rienze sull’azione delle profende variamente prepa­ rate per l’alimentazione dei bovini e degli ovini.

In quello di Palermo si fecero studi e ricerche intorno all’ incrocio degli ovini siciliani con la razza Souilidown, sui suini Berkshire e sul loro incrocio coi suini del luogo.

Le stazio i zootecniche, in più modeste proporzioni, hanno anch'esse portato il loro contributo al mi­ glioramento delle razze nelle rispettive circoscrizioni.

IL CREDITO FONDIARIO ITALIANO A MITO OTTOBRE 1890

Il Credito fondiario in Italia al 31 ottobre 1190 era esercitato da 8 Istituti che erano il Banco di Na­ poli, il Banco di Sicilia, il Monte dei Pasciti di Siena, i’ Opera pia di S. Paolo in Torino, la Cassa di ri­ sparmio di Milano, la Cassa di risparmio di Bologna, il Banco di S. Spirito in Roma e la Banca Nazio­ nale nel Regno d’Italia.

Tutti questi Istituti al 31 dicembre 1889 avevano in essere N. 13,321 contratti di mutui ipotecari per la Somma di L. 681,638,622.97 i quali si divede­ vano fra i vari Istituti nelle seguenti proporzioni : B an co di N ap o li. .

Banco di Sici ia . . Monte dei Fascili di Siena» Opera Pia di S. Paolo in

T o rin o ... » C assi di risp. di Milano. » Cas-ia di riso, di Bologna. » Banco S. Spirito di Roma. » B anca Naz. nel Rcg. d’it. »

. H. 2,538 per L. 182,217,390.19 591 » 2ó, 878,892.59 (523 » 2 2 ,S.,6,707.50 1,769 » 57,531,220.03 2,978 » 133,963,811.27 917 » 28,557,053.01 498 » 27,168,550.28 3,854 » 202,984,998.10 T o ta le .. . N. 13,521 pur L. 681,638,622.97 O d i » genn. 1890 a lutto ottobre dello scorso anno i nuovi mutui contratti ammontarono a N. 1,231 per l’importo di L. 71,526,000 le quali cifte riunite a quelle esistenti al 31 dicembre 18.39 danno il 31 ot­ tobre 1890 un totale di N. 14,773 contralti di mutuo por l’ammontare di L . 753,104,622.95.

Defalcando dalla cifra di N. 14,775 mutui per la somma di L. 753,164,622.93 le restituzioni antici­ pate e l’ammontare d Ile somme rimborsate per l’im­ porto di L. 26,046,573.84 rimanevano al 31 otto­ bre 1860 N. 14,160 coulratti per l’ importo di L. 733,118,017,13.

La garanzia ipotecaria a favore di tutti quei mutui ascendeva a L. 1,562,182,917.36 divisa Ira i vari Istituti nei mudo che segue.:

MUTUI GARANZIA

Banco di Napoli. . . L . 185,161,206.79 371,194,000 00 Banco di Sicilia . . . 28,672,174.24 60,167,509 00 Monte del baschi di Siena. . 22,352,600,29 60,636,481.00 Opera pia d> S. Paolo in Torino 62,52o, 667»43. 107.338 956.00 Cassa di risparmio di Milano. 116 922,827.39 294,373 000.00 Cassa di ris armio di Bologna 29,537,226.33 73,202,746.89 Banco di S Spirito in Roma . 28,616,39092 63,155,405. 85 Banca Naz. nel Regno d’ Italia. 231,329,948.74 472,414 827.82

Totali . . L . 733,118,047.13 1,562,482,917.66

Le cartelle fondiarie ebbero il seguente movi­ mento : In circolazione al 31 dicembre 1889 non comprese le estratte anco a da pagare In circolazione al 31 ottobre 1890 non comprese le estratte ancora da pagare

Numero 1 ire Numero Lire

Banco di Napoli. ... 367,759 183,879,500 371,194 185,597.000 Banco di S icilia... S i, 191 27,095,500 57,450 28 725,000 Monte dei Pascili di

Siena... 45,022 22,511,000 44.754 22,377,000 Opera pia di S Paolo

in T o rin o ... 116,630 58,315,000 125,074 62,537,000 Cassa d risparmio di A.ilano... 272,417 136 208 600 I 294,373 147,186 500 Cass i di risparmio di Bologna... . 58,340 29,170,000 59 456 29 728,000 Binco di S. Spirito in Roma... 54,817 27,408,500 53,235 26,617,500 Banca Nazionale nel

Regno d’ iia lia .. . 406,794 203,397,000

1 462,680 231 340,000

T o ta le... . 1,375,970 687,985 000 1,468,216 734,108,000 1

Nei primi 10 mesi del 1X90 le cartelle fondiarie aumentarono ili 9 2 ,2 1 6 nel tiuni. e di L. 43,123,000.

(11)

22

febbraio 1891 L ’ E C O N O M I S T A

che vi si contengono significano piuttosto la tendenza del commercio di esportazione, anziché l’entità reale del commercio stesso.

Nel i[niu'|il s uno 1883 89 si hanno per l’esporta­ zione dai,a Russia in Italia le seguenti cafre:

188!) migliai i di rubli (carta)

1886 1 8 * 7 » 1888 » , 1889 25 512 10.7 li» 38,'’ti5 2H.721 27,307 Coni’ è facile rilevare, la cifra dell’ esportazione dalla Russia per l’ Italia ila un anno all’ altro del quinquennio non ha subito considerevole variazione; se si toglie l’anno 1887, nel quale si hi un rile­ vante aumento, negli altri anni la differenza è di poco momento.

Tuttavia, se si pone mente alla media del quin­ quennio che va dal 1880 al 1881, si trova che l’ esportazione per l’ Italia è nell’ u timo quinquen­ nio considerevolmente, aumentala. Infatti la media del quinquennio 1880 81 è di 8.0 milioni di rubli, me tre nel quinquennio 18 5 80, la ci ra dell’anno in cui l’esportazione fu minore è dì 1 0 .8 milioni.

Del resto non è difficile rintracciare la causa di questo aumento. Si consideri che oggetto d’esporta­ zione dalla Russia per l’ Italia è principalmente il grano, e che da alcuni anni la produzione del grano è scarsa in Italia, donde la necessità di una più importante spedizione di grano dalla Russia.

Rer ciò che riguarda l’ importazione dall’ (talli in Russia, l’aumento è le dissi ino. Seppure l’ importa­ zione dall’ Italia in Russia s’ accresce, di che po­ trebbe dubitarsi, ponendo mente non soltanto alle cifre del quinquennio 1885-89, ma anche a quelle del quinquennio precedente. Ecco intanto le prime :

1885 migliaia di rubli (carta) 6,472

1886 » » 7,730

1887 » » 5.956

1888 » . 6,632

1889 > » 6,414

La media pertanto dell'ultimo quinquennio è 6.4 milioni di rubli, mentre quella del quiujuenuio 1880-81 fu di 9.7, cosicché la nostra espnrtazmne per la Russia sarebbe negli ultimi ciuque anni di­ minuita di circa in terzi.

Da ciò però nulla >1 può de birre nè prò nè con­ tro il nostro commercio; la diminuita esportazione per la Russia in dio probabilmente significa che ¡1 commercio italiano ha trovalo altri shocchi più fa­ cili c vantaggiosi.

li commerciò più lucroso e (die, spinto da Case solid , p irebbe in questi paesi firsi largo, è quello dei vini di lusso, coinè Chianti, Barolo, Cipri, R u ­ berà, Gallili ara, Asti, Piioimo, Palerai, .Morsila ed altri. Il eosirii console, non crede vi sarebbe conve- lueuz i per altri vini non di lusso, ove si tenga conto delle spese ili trasporto e dogana.

Dopo il commercio dei vi i viene quello dell’olio che la Russia non produce, li nostro olio da ardere importato, si noti! per lo più da negozianti tede­ schi, ha colà grande smercio; pochissimo note sono le buone qualità di ohi di Cucca e Genova, che sono importati come olii di R i velina.

Vengono infine gii erbaggi, le frutta, le conserve alimentari eoe., tutti prodotti che per il prezzo e la

123 qualità, p crebbero benissimo-fare una vittoriosa con­ correnza iì prodotti stranieri, se i nostri industriali si volessero vaiare di mézzi di trasp irili celeri, eoa vagoni riscalditi in inverno e refrigeranti in estate, come f n io i co nmeroianti francesi, che hanno isti­ tuii'» mi ireuo celere espressione te e unicamente per I’ i

1

V

1

O di quei generi che so io soggetti a de­ teriorarsi prontamente.

Quanto a noi, per ora, di generi alimentari im­ portiamo in Russia 1

1

conserve della Casa Cirio, ca- v< >1

1

lì ori in grande quantità, tartufi di Spnleto e pochi altri prodotti.

I lavori pel risanamento delia città di Napoli

La relazione dell’ Ispettorato generale del Risana­ mento di N » poi i fornisce i seguenti ragguagli sui lavori compiuti nel 1890 e negli anni precedenti.

Per espropriazioni di fdihricati e di aree furono pagate durante l’ anno 18 0 L. I l , 017,892.42, alla quale somma aggiungendo quelle pagate per lo stesso titolo negli anni precedenti, risulta un totale com­ plessivo impiegato di L. 55,(182,321.62. Su questo im­ porlo L. 29,144,076.03 rappresentano espropriazioni c, incordile coi proprietari e L. 0,237,G43.57 quelle stabilite con sentenze del magistrato.

Le demolizioni di fabbricati eseguite nel ÌS'M) si ragguagliano a mq. 3i>,6 >6 >8, cui aggiungendo le demolizioni fatte ne! 1889 si ha un insieme di mq. 73,8! 0.70 ili area dai medesimi occupata.

Le nuove editi",azioni fatte nel 1890 rappresentano un'area ‘li mq. 3,179.56 per le case economiche e di mq. 40,913 19 per edifizi ci vi i. Comprese l’edi- fienzioni degli anni anteriori, si hanno mq. 85,098.81 di case economiche e mq. 52,708.19 di abitazioni civili.

La popolazione spostata per l’ abbattimento dei vecchi caseggiati fu nel 4 8 9 0 di 3226 persone e comprese que le sgombrate nel 1889, si hanno 16,516 persone spostate dagli antichi centri.

Gli operai impiegati nei divèrsi lavori durante l’ anno 1890, oltre quelli occupati per le fognature I furono 9776, orni l’auineulo di 1407 a fronte Jel- ! I’ uno precedente.

Le a ti titilli vie che si séno riho’ita, misuravano | ina In ighczza totale ili m. 910.50 e l una snper- j I n e di mq. 53 >5.-25 a cui aggiunti» quelle" .ubidite | nell'anno 1 8 )11, si ha in letale una larghezza "di | m- 3 0 5 1 3 1 ed uni superficie di ati) 22,09 1.15.

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