L'ECONOMISTA
GAZZETTA. S E T T I M A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno II —'Voi. IV
Domenica 29 agosto 1875
N. 69
IL SERVIZIO POSTALE NEL 1873
È stata d istrib u itala pochi giorni la Relazione del Ministero dei lavori pubblici sul servizio postale ita liano del 4873, la quale forma un grosso volume ricco di dati statistici e di osservazioni sull’ anda mento di questo pubblico servizio.
La Posta seguita il suo movimento di progresso, come negli anni antecedenti, denotando con ciò il crescere dei commerci e della coltura italiana e di ventando sempre più un fattore di quella unità mo rale di cui sentiamo ancora gran difetto.
Nel 1873 furono impostati oggetti N° 231,242,405 Nel 1872 le corrispondenze erano
state d i ... . » 232,242,677 Quindi l’aumento del 1873. . Na l',999,728 A quest’aumento però non concorsero le stampe, le quali al contrario furono in grande diminuzione nel 1873 in tutte le provincie, tranne Roma, Milano e Torino, principalmente perchè cessarono molti gior nali e molti abbonamenti. In complesso si ebbero 2,423,910 stampe di meno.
Le lèttere invece, e questo importa assai per ra gioni morali ed economiche, crebbero notevolmente di numero.
Da 100,357,619 che erano nel 1872, divennero 104,502,413 nel 1873 e per conseguenza 4,144,812 di più.
Dall’anno 1870 a tutto il 1873 la corrispondenza epistolare ebbe un mirabile aumento di l o milioni di lettere. Roma ha avuto gran parte neH’aumento.
Le provincie che danno maggior copia di lettere sono: Milano 8,760,850; poi Roma 8,365,695; indi Napoli 6,751,351; poi Firenze 6,542,983; poi To rino 6,302,774; poi Genova 5,467,139; poi Novara, Alessandria e Venezia con sole 2,735,584.
La media generale delle lettere scritte nel 1872 fu di 3,74 per abitante e nel 1873 di 3,89. Si nota dunque un progresso, ma piccolo di fronte al lungo cammino che dobbiamo percorrere per arrivare le altre nazioni, e segnatamente l’ Inghilterra che ci precede a grande distanza.
Per certo che un immenso impulso allo sviluppo
delle corrispondenze verrebbe, e l’esempio dell’In- ghilterra ce ne dà sicurezza, dall’abbassamento della tassa.
In Inghilterra la lettera paga-IO centesimi; in Italia, il doppio; prima costava 15 e dobbiamo al ministro Sèlla il regresso, d’averla portata a 20. Speriamo che l'ardita e felice riforma fatta nei telegrafi ne conduca seco una analoga nelle Poste. La media della provincia di Milano fu di 8,67, quella di Roma di 9,99 e quella di Livorno di 19,13 per abi tante. All’infimo della scala stanno le provincie di Catanzaro, Avellino, Campobasso, Teramo con medie di 1,29, 1,26, 1,23, 1,08 per abitante. Le provincie siciliane hanno una media superiore a molte del Na poletano Trapani e Siracusa oscillano intorno al- ì’1,55; Girgenti 1,73; Catania 2,09; Caltanisetta 2,29; Messina 3,74; Palermo 4,30. Sono tutte in aumento, ed è lecito sperare che la costruzione delle strade carrozzabili e i tronchi di ferrovia già aperti avranno fatto progredire maggiormente nel 1874 e 1875 la corrispondenza epistolare in quelle provincie del sud.
Le lettere assicurate furono 217,285, diminuendo di fronte all’anno antecedente di 2195 e contenevano L. 138,968,772, con diminuzione di L. 5,347,315.
Le raccomandate al contrario aumentarono di 460,793 raggiungendo la cifra di 3,541,636 e dando un introito, computata la sola sovratassa di 30 cen tesimi, di lire 1,062,490.
Nel 1872 le raccomandate perdute furono 164; nel 1873 sole 74; delle quali 37 attribuibili ad aggres sioni di malviventi e 37 a smarrimenti e furti di persone di ufficio o di estranei. Risogna che 1’ amministra zione sia molto guardinga e severa su questo capo dell’onestà ; perchè quantunque siano poche le let tere raccomandate e assicurate sottratte, pure anche il poco scredita ; e poi spesso si odono lamenti per perdita di altre lettere non raccomandate, che ave vano l’apparenza di contenere valori. E di queste la statistica tace.
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F ra rifiutate, e non distribuite si ebbero 829,226 lettere.
Le corrispondenze in franchigia furono in numero di 35,337,578; esse portavano un immenso ingom bro nell’ufficio postale. Ora la franchigia è tolta per i deputati in realtà ; per gli uffici in apparenza. Ve dremo in avvenire quale vantaggio trarrà l’erario dall’abolizione della franchigia, congiunta con la pe regrina invenzione dei francobolli di Stato.
Dei vaglia crebbero il numero e le somme; fu rono 3,597,083 e servirono a trasmettere lire 375,560,603, cioè lire 48,325,904 più che nel 1872. L ’amministrazione delle Poste riscosse per questo servizio lire 2,056,195, ossia lire 227,980 più che nel precedente anno. L’ingente somma spedita col mezzo dei vaglia postali in Italia supera di tre volte e mezzo quella spedita in Francia ; lo che se dimo stra per una parte il credito e la utilità del servizio italiano, rivela dall’altra la deficienza di banche e lo scarso uso di quei titoli di credito che suppliscono il denaro nei pagamenti.
Può essere un buon auspicio per le casse di rL sparmio postali, quest’affluenza di denaro alla posta ; ma il nuovo istituto fa pesare sull’ amministrazione una ben più grave e difficile responsabilità e non vorremmo che tornasse più di danno che di vantaggio alla medesima.
Ecco le provincie dove furono emesse e pagate le più grosse somme, lasciando le migliaia.
Napoli emise per milioni 26,2 pagò per milioni 29,8
Roma » 19,7 » 12,9 Milano » 16,8 )) 16,9 Torino » 15,4 )) 15,3 Genova » 15,1 » 12,7 Palermo » 12,0 » 11,8 Firenze » 9,8 » 10,5
Anche i vaglia internazionali sono cresciuti di nu mero e d’importanza, soprattutto con la Francia dove si spedirono L. 3,686,260 e donde si ebbero Lire 4,291,015. I vaglia consolari furono 32,202 pel va lore di 11,416,672, con aumento sul 1872 di Lire 1,924,809. Queste somme provennero principalmente da Buenos-Ayres 3 milioni e mezzo; Rio Janeiro
1 milione e mezzo ; Nuova York pure 1 milione e mezzo e Montevideo 2 milioni e cento mila lire. Questo denaro rappresenta in gran parte il risparmio e l’opera degli italiani stabiliti in quei lontani paesi. È un frutto dell’ emigrazione, che costa stenti e sudori.
Delle somme accennate furono spedite a Salerno L. 1,601,540; a Genova L. 1,601,147; a Potenza L. 1,515,235 ; a Cosenza L. 863,963 ; ad Alessan dria L. 492,965 ; a Como L. 397,850 ; a Lucca L. 393,989.
Le provincie siciliane vi hanno pochissima parte.
29 agosto 1875 Palermo ricevette L. 175 m ila; Messina L. 39 mila e tutte le altre insieme non superarono le L. 18 mila.
Il denaro pagato all’estero per mezzo dei conso lati superò i 5 milioni.
Segue poi la Relazione a discorrere delle innova zioni fatte quanto alla spedizione dei giornali ; al nuovo peso delle lettere; alle cartoline postali, troppo care a parer nostro per attecchire, non che ai bi glietti di ricognizione ed ai titoli di credito postali, che sono due invenzioni dell’ amministrazione ita liana.
« Il biglietto di ricognizione serve a dar cono scenza agli agenti delle Poste delle persone che si presentano per ritirare oggetti raccomandati, od as sicurati, ovvero per riscuotere il denaro dei vaglia postali. » Per garantire l’amministrazione e il pub blico, senza noiose formalità « fu istituito un libretto detto di ricognizione, (con la legge del 23 giugno 1873) che contiene 10 foglietti e fu stabilito che gli ufficiali delle poste possano consegnare qualunque oggetto e pagare qualsivoglia somma per vaglia a chi per ogni oggetto o vaglia presenti un foglietto di ricognizione. I libretti sono emessi dalle direzioni provinciali mediante le opportune cautele, onde de terminare in modo sicuro la identità della persona, ed il pubblico è avvertito di conservare accurata mente i libretti, giacché la legge dichiara che si in tende regolarmente consegnato un oggetto o pagato un vaglia quando la consegna o il pagamento av vengano sulla presentazione del biglietto di ricogni zione. » Il libretto costa una lira.
« Il titolo di credito postale è un’ agevolezza di altro genere, diretta principalmente a vantaggio di chi, dovendo eseguire viaggi e rimanere lungo tempo fuori di casa propria non ama portare seco troppo danaro. In tal caso, depositando una somma presso l’amministrazione postale, può riscuoterla particolar mente in più rate e da qualunque ufficio postale del regno. »
Abbiamo riportato questo punto della relazióne, acciocché il pubblico possa conoscere e valersi di queste nuove agevolezze, la seconda delle quali esiste in Inghilterra come uno degli uffici della cassa di risparmio postale.
Gli uffici postali erano nel 1862, 2220 e nel 1875, 2799 ; crebbero quindi di soli 579 ; di cui 100 nel 1873. Nell’ antiche provincie e nell’ Emilia dimi nuirono.
Larghissimo sviluppo prese invece il servizio ru rale, che con piccola spesa penetra nei paesi e nei villaggi più remoti. Di ciò merita lode l’amministra zione, che seppe aumentare nel 1875 di ben 1142 gli agenti rurali, portandoli così a 4304 ; ed esten dere il benefizio postale a 1333 località di più, por tandole a 5519. La spesa da L. 476 mila salì a 700 mila.
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Per il trasporto delle corrispondenze sulle ferrovie, in carrozza, a cavallo, a piedi, in barca si percorsero nell’annata chilometri 51,648,958 e si spesero sole L. 2,425,145 52, delle quali L. 1,749,403 59 pel trasporto in carrozza, ed appena L. 119,030 67 per quello sulle ferrovie.
Immenso dunque sarebbe l’utile dello Stato rela tivamente a questo servizio se non ci fosse unito l’altro postale e commerciale marittimo che costa immensamente più.
Molte sono le linee sussidiate dal Governo ; nel 1873 divennero più sicure le comunicazioni con le Indie, e con l’estremo Oriente e fu intrapresa la grande linea del Levante, con partenze regolari da Venezia e da Messina per Costantinopoli, esercitata dalla Società siciliana L a T rinacria ; ed anche lu stipulato con la Società Lavarello di Genova un ser vizio di navigazione a vapore con l’America del Sud, senza onere per lo Stato. 11 colera però venne scia guratamente a impedire i viaggi regolari e i bene fìci che si aveva ragione di sperare.
Le principali Società sussidiate sono : Rubattino e C. ; Fiorio e C ; Peirano, Danovaro e C. ; Penin sulare Orientale ; e Trinacria.
Il servizio fu fatto • per 402,265 leghe e costò L. 7,825,663; in media L. 19. 45 per lega. Nel 1871 si percorsero 285,254 leghe e si pagarono L. 6,635,662, con la media di L. 23. 26 per lega. Si ebbe dunque nel 1873 un aumento di 117,011 le ghe, di 1,188,001 lire, ed una diminuzione di L. 4 per lega.
Di più le varie società diedero vita a nuove linee di navigazione che misurano 166,584 annue leghe e non sono punto sovvenute dallo Stato.
Nel 1873 avendo gli scioperi degli operai inglesi fatto rincarare il carbone, lo Stato nostro dovette a termine de’ suoi contratti pagare alle Società lire 840,260 per indennità.
Il movimento dei passeggieri soffrì per le misure di quarantena; il trasporto del numerario scese a 107,748,029 ; e quello delle merci crebbe dalle ton nellate 169,786 alle 290,323, sopratutto per il com mercio con F Oriente che è la terra dove e al tempo romano e nell’ età di mezzo volsero sempre con fortuna la prua le navi italiane.
La valigia delle Indie, compiutamente ordinata, passò attraverso l’ Italia recando Gr. 46,729,957 di lettere e Gr. 225,285,135 di stampe e pagando per diritto di transito L. 682,050 allo Stato.
Eccoci ora alle rendite e spese della posta. Come sopra abbiamo avvertito, se non ci fosse che il ser vizio di terra, la posta darebbe un ragguardevole utile allo Stato e l’ avrebbe dato fino dal 1862, ma a cagione delle sovversioni pe’ trasporti marittimi divenne la posta attiva solo nel 1869.
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Nel 1872 la rendita fu . . . L. 21,086,864 Nel 1873 fu d i ...» 22,811,451 e quindi un aumento di . . . . L. 1,721,586 I soli proventi delle lettere, divenuti diL. 19,184,859 contribuirono all’ aumento con L. 1,228,671 ; e quelli dei vaglia con L. 530,447. Tutte le provincie hanno concorso all’ aumento, e fra le prime vanno segnate Roma, Milano, Genova, Torino, Napoli. Anche Fi renze riprende vigore.
Unita alla relazione del Ministro vi è una carta che indica il prodotto postale delle varie provincie del Regno. Ebbene nel 1868 ve ne erano 14, dove il prodotto annuo era stato in media di centes. 30 per individuo ; nel 1873 queste provincie scesero a 4. Così nelle altre tutte salì la media, segno evi dente del progresso. È degno di essere osservato, dice la relazione, che la provincia di Caltanissetta passò dall’ infima categoria ad una assai più elevata. In media il prodotto individuale de’ suoi abitanti era nel 1866 di 28 centesimi e nel 1873 salì a 50. No tiamo con piacere questo progresso.
La spesa del 1875 fu di L. 22,203,508 e perciò rimase un attivo di 607,942. Questo sarebbe stato più cospicuo se non si fossero pagati 2 milioni alla Società Adriaco-Orienlale per rescissione di contratto ; milioni che si risparmieranno prima che passi il 1878.
Nelle spese il servizio postale e commerciale m a rittimo v’ entra per la forte somma di L. 8,573,400. Quasi tutti i titoli di spesa sono in aumento sia per i cresciuti prezzi di trasporto, come principalmente per il continuo e lodevole sviluppo del servizio po stale, che penetra nei più reconditi comuni d’Italia e si spinge nelle più lontane regioni.
CIRCOLAZIONE CARTACEA
il
I l Corso forzato dalla sua introduzione a tutto l’ anno 1866.
Per compiere 1’ esame di quella parte della Espo sizione storica delle vicende del Corso coattivo, che riguarda l’ anno 1866 ci rimane a dire delle muta zioni introdotte in quell’ anno nell’ ordinamento degli istituti di emissione e nei loro rapporti con lo Stato e delle vicende della circolazione e dell’ aggio sino alla fine di quell’ anno.
Le vicende politiche e parlamentari non lascia vano presumere che il progetto di legge per la fusione della Banca Nazionale Toscana colla Ranegi Nazionale, e per la fondazione della Banca' d’ Italia, potesse sollecitamente essere approvato dalla Camera dei Deputati, come già lo era stato dal Senato: le due Banche credettero di poter ad ogni modo
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L’ ECONOM ISTA
rare la propria fusione, senza uopo di legge e però addivennero il 10 ottobre 1866, ad una conven zione mediante la quale la Ranca Nazionale acqui stava tutto l’ attivo ed il passivo della Nazionale Toscana, accordandole in corrispettivo le 13 mila azioni, tenute in riserva in virtù del R. Decreto 20 giugno 1863, affinchè fossero distribuite fra gli azionisti dello istituto toscano.
Proposta questa convenzione all’ approvazione go vernativa, il Consiglio di Stato, interrogato dal Go verno, espresse due volte l’ avviso nelle sue adunanze del 31 ottobre e del 17 novembre, che la fusione delle due banche non potesse essere approvata altri menti che per legge; e a questo duplice voto il Governo si conformò, ricusando l’ invocata approva zione. La Banca Nazionale Toscana portò allora la questione davanti al tribunale civile di Firenze, ci tando in pari tempo il Governo e la Banca Nazio nale ; ma il tribunale si pronunziò nel senso mede simo del Consiglio di Stato, inibendo però alla Banca Nazionale di disporre delle 15,000 azioni riservate per la fusione.
Un decreto del 6 dicembre autorizzò la Banca Nazionale ad istituire quattro altre succursali a Udine, Padova, Mantova e \e ro n a e ad estendere in tal guisa 1’ azione sua alle provincie allora li berate.
Il mutuo di 250 milioni di lire, prescritto dal decreto 1° maggio, fu chiesto, in più volte, dallo Stato alla Banca Nazionale, sicché- questa andava creditrice per questo titolo verso lo S tato , di L. 66,073,615 alla fine di maggio, di L. 168,850,112 alla fine di giugno, di L. 211,599,112 alla fine di luglio, di L. 226,899,182 alla fine di agosto, di L. 2-16,698,182 alla fine di settembre e dell’ intera somma di 250 milioni al 30 ottobre. I 28 milioni, aggiunti all’ ammontare del mutuo, dopo l’ introdu zione del corso forzato nella Venezia, furono chiesti, come si vedrà, assai più tardi.
I bisogni dell’ erario erano frattanto più che mai considerevoli e però un reale decreto del 28 lu glio 1866, sempre in virtù dei pieni poteri conce duti il 30 aprile, aveva ordinato, sotto la denomi nazione di prestito nazionale, un prestito forzato di 350 milioni nominali, a carico dei contribuenti della tassa fondiaria e di quelle sui fabbricati e sulla ricchezza mobile, accordando facoltà alle provincie di sostituirsi ai contribuenti nel pagamento delle rispettive quote, o di farle assumere da altri. Ma tali erano allora in Italia le condizioni del credito pubblico e privato, che il prestito correva grave rischio di andar fallito e di recare dannosissime perturbazioni economiche e politiche.
II Governo si rivolse allora alla Banca Nazionale e la invitò ad agevolarne l’effettuazione. Essa accon sentì e, ottenuto, a tenore dei suoi statuti, l’assenso
29 agosto 1875 occorrente per ogni investimento in fondi pubblici, fece conoscere alle amministrazioni provinciali che essa era disposta ad assumere, al 70 per cento del valor nominale, tutte le quote non pagate dai con tribuenti, nè coperte dalle provincie medesime coi mezzi propri, o coll’ intervento d’ altri stabilimenti di credito, o di privati capitalisti. L’ offerta fu ac cettata da parecchie provincie, per un valore nomi nale di circa 100 milioni.
La Banca invitò, chiunque il volesse, a prendere parte a questa operazione, alle condizioni medesime da essa pattuite. F u numerosa 1’ accorrenza dei partecipanti ; alla Banca Nazionale rimase una quota nominale di L. 57,110,885, portante lo sborso effet tivo di L. 39,977,620 ; essa costituì poi insieme' coi partecipanti un sindacato inteso alla graduale alie nazione dei titoli assunti.
A cominciare dal 1° luglio 1866, il servizio del debito pubblico, che era prima affidato alla Banca Nazionale per tutti i 25 capoluoghi di circondario del Piemonte, venne fatto da essa soltanto per la città di Torino.
Alla Banca Nazionale Toscana, la quale, avanti il corso forzato, andava creditrice verso il Governo dell’ intera anticipazione statutaria di 5 milioni di lire, fu questa restituita, per tre milioni, il 4 e, pei due rimanenti, il 5 maggio 1866.
Il Banco di Napoli aveva aderito alla, convenzione del 4 ottobre 1865 ed al verbale 23 febbraio 1866, con cui alcuni istituti consentivano ad assumere l ’ esercizio del credito fondiario con 1’ emissione di cartelle ammortizzabili, ciascuno per una delle re gioni continentali del regno e con 1’ assegno di uno speciale fondo di garanzia. Al Banco di Napoli ven nero riservate le provincie napoletane e il fondo di garanzia doveva per esso ascendere ad otto milioni di lire. La convenzione e il verbale anzidetto fu rono sanzionati con legge del 14 giugno 1866.
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Banco, avanti che questo ricuperasse la sua auto nomia, e ordinando a tal fine un’ iscrizione di ren dita consolidata 5 per cento di lire 100,000, co n ia decorrenza del 1“ luglio 1864, in favore del Banco, a condizione che le pensioni rimanessero a suo ca rico. A quest’ultima parte della legge 28 giugno 1866 fu data esecuzione con reale decreto del 20 dicem bre 1866.
Con decreti regi dell’ 11 agosto, 19 settembre e 3 ottobre 1866 vennero recate parecchie innovazioni nell’ ordinamento amministrativo del Banco di Na. poli, che ebbero per effetto di accrescere alquanto 1’ ingerenza governativa nell’ Amministrazione del Banco e venne autorizzata l’ Amministrazione del Banco ad istituire una sede a Firenze, senza però che fossero estesi oltre le provineie napoletane i privilegi e le agevolezze che in quelle provineie esso godeva.
Anche il Banco di Napoli contribuì ad agevolare l’ operazione del prestito nazionale, assumendo le quote incombenti alle provineie di Napoli e Bari ed al comune di San Giorgio alla Montagna, per va lore nominale complessivo di L. 31,296,400 e con 1’ effettivo esborso di L. 27,124,920.
Lo stato della circolazione alla fine di dicem bre 1866 e le variazioni in esso avvenute dopo il 30 aprile sono rappresentate, in milioni e centinaia di migliaia di lire, dal prospetto seguente :
I s titu ti d’em issione
Fi n e
dicembre
D ifferenza a paragone della fine
aprile 1866 in
1866 più ni eno
/Circolazione per conto
I p r o p r i o ... 204,9 88,0 »
Banca \C ircolazione per conto Nazionale l dell° S t a t 0 ... iB iglietti som m inistrati F agli a ltri istitu ti . .
250,0 '8,4 250,0 8,4 » h \ T o t a l e ... 463,4 346,4 »
Banca Nazionale Toscana . . . . 29,5 6,0 »
Banca Toscana^di credito . . . . 5,9 5,5 »
/F e d i e polizze a somme Banco V fisse . . . . . . 2,2i
d i Napoli e p0iizze j n nome
\ di te rz i . . . . 88,0 90,2 5,5 » /F e d i e polizze a somme Banco V f i s s e ... 3,0 di Sicilia j-r, .. .. iF ed i e polizze in nome \ d i terzi . . . . 28,5 1 31,5 8,2 »
Totale della circolazione . . . . 620,8 371,6 •
Totale non compresi i biglietti som- m inistrati dalla Banca Nazionale
agli a ltri i s t i t u t i ... 612,4 363,2 * Totale per la sola circolazione per
conto delle Banche. . . . 362,4 113,2 •
All’ aumento delle emissioni cartacee hanno con tribuito pertanto, insieme colla Banca Nazionale, anche i quattro istituti di circolazione, cui non fu conceduto il privilegio dell’ inconvertibilità.
Si è potuto notare fin d’ allora, ciò che apparve
assai più chiaro negli anni successivi, che, cioè, conceduto il corso coattivo ai biglietti e fedi di tutte le Banche di circolazione, l’ obbligo imposto ad al cune fra queste di cambiare i loro biglietti con quelli a cui fu accordato il privilegio dell’inconver tibilità non era freno sufficiente ad un eccesso di emissioni, fino a tanto almeno che i biglietti con vertibili e quelli inconvertibili e la moneta metallica» usata ancora in certi luoghi e per certi pagamenti, non avessero insieme ecceduto i bisogni della cir colazione.
Le cifre seguenti dimostrano in milioni e centi naia di migliaia di lire quali fossero alla fine di di cembre 1866, poste a riscontro con quelle della fine d’ aprile, le riserve utili degli istituti di circo lazione (dedotti cioè, rispetto agli istituti a biglietto convertibile, gli importi dei biglietti loro sommini strati dalla Banca Nazionale);
I s titu ti d’ em issione Fi n e dicembre 1866 Biffe a paragon aprile più renza della fine 1866 in m eno Banca N a z io n o l e ... 96,9 47,4
Banca Nazionale Toscana . . . 10.0 i 1) 4,3 »
Banca Toscana di credito . . . 0,5 0,3 »
Banco di Napoli . . . . . . . 34,0 » 9,4
Banco di S icilia. . . . . . 34,7 7,3 *
Totale . . . . 176,1 49,9 »
La riserva utile della Banca Toscana di credito era, alla fine del 1866, e fu sempre anche succes sivamente, assai inferiore alla proporzione del triplo che essa doveva serbare, rispetto alla circolazione, in virtù del regio decreto, del 17 maggio 1866, perchè quella Banca ha sempre ritenuto di non essere obbligata a tenere in cassa, oltre il triplo sopraddetto, anche una somma eguale ai biglietti ad essa forniti gratuitamente dalla Banca Nazionale; laonde, deducendo questa somma dall’ incasso della Banca Toscana di credito, lo si trovò sempre infe riore alla misura prescritta.
Giova poi ricordare come la riserva di cassa della Banca Nazionale dovesse essere, e fosse in effetto, esclusivamente metallica, mentre le riserve delle altre quattro Banche potevano essere ed erano com poste in parte di verghe e monete metalliche e in parte di biglietti della Banca Nazionale. Nella ri serva della Banca Nazionale sono sempre comprese (*)
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le paste e le vecchie monete d’ oro e di argento che essa tiene presso le zecche.
S’ è visto come la media dell’ aggio fosse discesa nel luglio 1866 al! 11 49, mentre quella del giugno era stata del 14 86; nell’agosto la media fu dell’8 01 per cento, nel settembre del 4 94, nell’ ottobre del
5 61, nel novembre del 5 64, nel dicembre del 5 59, L’ aggio medio di tutti gli otto mesi dal mag gio al dicembre 1866, fu di 7 99 ; il massimo fu di 20 50, il minimo di 11 25 ; alla fine dell’ anno F aggio era del 5 47. Non ci soffermiamo qui mag giormente sulle variazioni dell’ aggio, nè sulle sue cagioni e sui suoi effetti, poiché anche di questo argomento come delle vicende degli scambi di merci e dei metalli preziosi, ci proponiamo di discorrere più avanti, là dove potremo estendere il nostro esame a tutto insieme il periodo dall’ aprile 1866 al giu gno 1874 e dare in tal guisa ai raffronti ed agli apprezzamenti una base più larga e più sicura. Nel successivo articolo renderemo conto delle vicende del corso forzato nell’ anno 1867.
G. T.
I N O S T R I B I L A N C I
v i l i
Stato di p rim a previsione della spesa del M ini stero dell’ Istruzione pubblica per l’ anno 1816.
Pendono dinanzi alla Camera diversi progetti ri guardanti la pubblica istruzione. Soltanto compiendo delle riforme in seguito alla discussione dei mede simi, potranno aversi delle economie, mentre oggi gli aumenti periodici che spettano per legge agl’in segnanti e la necessità di eseguire alcune spese u r genti ritardate per le condizioni dell’ erario portano nella parte ordinaria un aumento di lire 160,627. 94 sullo stato di prima previsione del 1875, sebbene si abbia d’ altra parte una diminuzione di lire 173,337 nella parte straordinaria. In complesso il bilancio viene proposto nella somma di lire 20,940,358. 88
per la parte ordinaria e in quella di lire 129,396 per la parte straordinaria.
L ’ aumento di lire 160,627. 94 della parte ordi naria si riduce a lire 55,456. 22 ed è di gran lunga superato dalla diminuzione che si porta nella parte straordinaria, quando si tolgano lire 13,000 sulle 16,853 richieste in aumento al capitolo N. 8 (Regie Università ed altri Istituti universitari - Materiale) e le lire 92,131. 72 proposte al capitolo N. 36 (Fitto di beni demaniali destinati ad uso od in servizio di am ministrazioni governative), che sono puramente figu rative, perchè le prime riferendosi alle cliniche di Catania, gli attuali redditi i quali provengono dagli stabili ad esse assegnati in somma eguale od appros simativa resteranno al demanio che già le ammini
stra, e le altre corrispondono a un pari aumento nel bilancio dell’ entrata.
È da notarsi bensì che 1’ accennata diminuzione non sarà definitiva, perchè è diffìcile prevedere a molta distanza dal suo esercizio tutte le spese di ca rattere imprevisto e straordinario che potranno oc correre nel 1867 pei numerosi stabilimenti dipendenti dal Ministero della Pubblica Istruzione. Tuttavia il Governo confida che queste spese non eccederanno le economie di fatto che nel bilancio definitivo del 1876 potranno essere proposte, tantoché ritiene che la spesa pel 1876, nonostante le crescenti necessità dell’ amministrazione, non supererà quella accordata pel 1875.
Si avverte poi che ove non fosse prima della fine del 1875 approvato dal Parlamento il progetto di legge sulla istruzione secondaria, presentato nella tornata del 5 febbraio scorso, converrebbe aumentare i fondi ai capitoli 21 e 22 (Istruzione secondaria classica e tecnica - Personale - Materiale).
Noi ci siamo limitati ad esporre le cifre proposte senza entrare in un esame più particolareggiato, per chè ci sembra che mutazioni non potrebbero avve nire in generale altro che riformando i vari rami del pubblico insegnamento. E che molto vi sia da fare in questo senso niuno è che lo neghi. Se non che converrebbe addentrarsi nella trattazione delle più ardue questioni, e combattere il regolamentarismo che si è introdotto fino qui dove è meno logico e produce danni anche più gravi che in ogni altro ramo della pubblica amministrazione. A questo pro posito abbiamo avuto più volte occasione di espri mere i nostri convincimenti, e speriamo che non sarà per mancarci in avvenire. Non è quando si tratta della educazione nazionale che i sacrifizi ci debbano dispiacere ; e saremmo lieti che le condi zioni del paese permettessero di allargare grande mente il bilancio dell’ istruzione ; solo è questione del modo, e anche spendendo quel che si spende, è pur d’ uopo confessare che ciò potrebbe essere con maggior utile e maggior decoro della patria e della scienza.
LA MARINA MERCANTILE ELLENICA
(Nostro Carteggio)
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E di più: la questione della Marina mercantile è sotto tutti i punti di' vista, degna di richiamare l’at tenzione di tutti gli Elleni, perchè la Grecia essendo circondata dal mare, deve saper trarre partito dalla sua vantaggiosa posizione.
La Grecia si è sempre distinta sul mare, ed ha progredito per- la sua marineria. La Marina Ellenica ha resi i più grandi servizi durante la sacra e glo riosa lotta del 1821: le navi mercantili furono tra sformate in vascelli da guerra, e portarono colpi mortali alle flotte allora potenti dell’Impero ottomano, strappando un grido d’ammirazione e di simpatia anche ai più malvolenti.
Anche prima del 1821 la Marina ellenica ha reso grandi servizi al paese. Navi mercantili elleniche condotte da capitani ellenici, conosciuti per ogni dove per il loro coraggio e per la loro capacità solcavano i mari più lontani, e ne importavano considerevoli ricchezze nel loro paese. — In Russia, in Turchia, nelle Spagne, ed altrove, tenevano in quell’epoca il primo posto, ed erano preferite a quelle dell’estero. Hydra, Spetzia, ed altre città marittime della Grecia, erano allora in possesso di immensi capitali, che i loro proprietari elargirono, con rara generosità, per sostenere l’indipendenza della Grecia.
Numerose, e moltp numerose sono le ragioni della non florida situazione della Marina mercantile ellenica. Prima di tutto l’invenzione del vapore, che ha pro digiosamente abbreviate le distanze, e che non si è avuto cura d’introdurre, per cui non si può lottare contro la navigazione a vapore. Inoltre, le navi a vela della Grecia non sono di tanto grande portata al pari di quelle delle altre grandi nazioni; gli armatori el lenici si sono sottoposti a spese ingenti, senza rica varne utili corrispondenti, essendo incontrastabile che le piccole navi devono sottostare alle spese delle grandi.
La seconda cagione della triste situazione della Marina mercantile, si è l’indifferenza del Governo nel favorirla, e quella pure dei negozianti ellenici nella preferenza da dare ai legni greci in confronto degli esteri. Ben pochi sono quelli che hanno com preso essere loro dovere dì emancipare la marina nazionale preferendo pei loro commerci le navi el leniche a quelle delle altre nazioni. La maggior parte dei negozianti, mostrano invece, per le navi greche, la più ingiustificata noncuranza.
Un’altra cagione ancora di danno, si è l’interesse enorme dei prestiti marittimi. Cotesti imprestiti ven gono contrattati al saggio del 24 e del 50 per cento : fortunatamente per la marina e per gli armatori, sono state fondate le due Banche l’Arcangelo e VAl-
cyon. Queste due Banche sono un vero beneficio
per la marina, potendo i proprietari delle navi pren dere a mutuo al 16 ed al 18 per cento a seconda dell’età, e della qualità della nave.
Benché però la marineria mercantile non abbia mai ottenuto il menomo snssidio dal Governo, ben ché sia sopraccaricata di prestiti ad interesse enorme, non è però al punto di una decadenza irrimediabile. Essa può, qualora sia a tempo incoraggiata e soste nuta, riprendere il suo primiero lustro, e divenire una sorgente di ricchezze.
La cifra totale delle navi della marina mercantile del contenuto di quindici tonnellate in più si è circa di 2000 portanti assieme 300,000 tonnellate. Di que ste navi, 580 (tonnellate 100,000) sono iscritte a S ira; 211 (tonnellate 35,000) a Galaxidi ; 199 (ton nellate 35,000) a Spetzia; 125 (tonnellate 15,000) a Cefalonia ; 110 (tonnellate 13,000) ad H ydra; 80 (tonnellate 9,000) al Pireo; 72 (tonnellate 10,000; a Santorino ; 64 (tonnellate 3,000) a Kimis ; 61 (ton nellate 9000) ad Àndros ; 59 (tonnellate 6,000) a Zante; 55 (tonnellate 5,000) a Skiathos; 49 (ton nellate 3,000) a Patrasso ; 32 (tonnellate 2,000) a Chalcide; 28 (tonnellate 4,500) a Milos; 29J(tonnel- late 3000) a Nèa Mizelis; 21 (tonnellate 1000) a Calamata ; 18 (tonnellate 3,500) a Myconos ; 32 (ton nellate 5,500) a Scopelos; 8 (tonnellate 300) a Lou- cade; e 15 (tonnellate 1,000) a Paxos, Egina, Pylos, Aigiurn ed Jos.
In questo numero non sono comprese tutte le navi portanti bandiera ellenica ed appartenenti a nazionali che sono iscritte nei porti fuori di Grecia, nè quelle che in seguito alla legge francese di sopratassa alla bandiera, inalberarono la bandiera di una potenza estera. Il numero di queste navi ascende a circa duecento venti di cui la maggior parte porta ban diera russa od ottomanna ; le navi di bandiera russa per la maggior parte appartengono al porto di San torino.
Nel porto di Sira sono iscritti anche i legni che appartengono a proprietarii d’altre città od isole, come sarebbe a dire : Santorino, Myconos, Andros, eec.
Secondo la loro portata, i duemila legni che so pra ho accennato, sono così divisi: 630 da 15 a 50 tonnellate; 540 da 50 a 1 0 0 ; 460 da 100 a 300; 110 da 300 a 400 ; e 30 da 900 tonnellate in più. Sira conta 230 navi della portata di oltre a 200 tonnellate ciascuna; Galaxidi 100, Spetzia 70; Cefa lonia 2 9 ; Hydra 2 2 ; Santorino 2 0 ; Andros 17; Pi reo e Zante 13 ciascuno; Scopelos 12; Skiathos 9; Nèa Miselis 7 ; Poros, Gorfù, Patrasso, Chelios e Mi- conos 2 ciascuna; Itaca 1; Missolungi, Leucade, Chal cide, Calamata, Cythnos, Jos, Paxos, Pilos, Egina, Ai- gium, e Cymis non hanno alcun legno di grande portata. 11 totale dei legni mercantili ellenici di grande portata si è dunque di 600.
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costruiti in Grecia, e che attualmente prestano ser vizio, settecento vennero costruiti a Sira, 220 a Ga- laxidi, 210 a Spetzia, 53 a Kymès, 47 a Scopelos, 44 al Pireo, 39 a Skiathos, 34 ad Egina, 13 ad Hydra, 15 ad Itaca, 17 a Patrasso, ed il rimanente nei diversi altri cantieri del Regno.
É però da rimarcare: 1° Che quasi tutti i legni di Galaxidi, eccettuati soli due o tre, sono stati co struiti nei cantieri di quella città: 2° Che il maggior numero dei legni è stato costruito a Sira, dove vi sono molti e ricchissimi cantieri.
Calcolando 30,000 dracme il prezzo medio di cia scun legno, troveremo che il valore dei legni della marina mercantile ellenica ascende ad ottanta mi lioni di dracme : e se si calcolano in media nove persone d’equipaggio per ciascun legno, si avrà un tolale di ventisei mila marinai in continuo servizio
attivo. F.
L’ INSEGNAMENTO SUPERIORE IN AMERICA
i
L ’ Università di A n n -A rb o r {Michigan)
Un nostro egregio collaboratore, sono appena tra scorsi pochi giorni, pubblicava in questo giornale una' notevole, scrittura, nella quale si esponevano tutte le ragioni favorevoli al mantenimento delle piccole Uni versità italiane.
Tra coteste ragioni egli adduceva pure l’esempio della Germania, ove le università secondarie sono anco più che da noi numerose e più vicine le une alle altre, e dove non di rado son poste in città assai meno popolose delle nostre.
All’esempio della Germania egli avrebbe potuto ag giungere pu r quello dell’America; il quale se, dal lato scientifico presenta valore ed autorità o eguale o di poco inferiore al germanico, lo supera poi e di molto sotto il riguardo politico e sociale. E tanto più dovrebbe esser così presscr quegli insaziabili distrug gitori di ogni reliquia del passato che sono o si dicono i nostri democratici e progressisti ad oltranza.
Quello che non potò, o meglio non volle fare l’au tore dello scritto ricordato ci siamo proposti di farlo noi passando in rassegna, con la scorta della Revue
Scientifique, alcune tra le università degli Stati del-
l’Unione Americana, persuasi come siamo che da tale rassegna possano trarre utili ammaestramenti quanti hanno le mani nella faccenda importantissima, e finora tutt’altro che'compiutamente ordinata fra noi, dell’insegnamento superiore.
Lasciando ai lettori il fare le molte e gravi conside razioni a cui danno luogo la materia e l’ordinamento delle università americane, noi questo solo accenne remo: che quello che in America si prosegue con tanto amore e si reputa una gloria della nazione, da
noi si dispregia, si dileggia e si fa di tutto per abbat tere, per sola manìa di demolizione ; e che quando in Italia si sceglie un modello per imitarlo servilmente, giacche pare ci sentiamo inetti a crear nulla di buono, si può esser certi che la scelta non cade mai sopra il meglio.
Tra le grandi università americane quella dello Stato di Michigan offre l’esempio di una istituzione che raggiunge ! più lieti risultamenti.
Per importanza essa può rivaleggiare con le univer sità libere di Harvrad-College, di Yole-College e di Cornell, ma pei suoi ordinamenti ufììziali, per la sua più recente formazione e per essere essa aperta indi stintamente ai due sessi, merita particolarissima at tenzione.
Stabilita nel 1841, l’università di Michigan forma il coronamento del sistema di educazione prescelto da quello stato, il quale con una popolazione di 1,200000
non spende meno di 16 milioni all’anno per assicnrare a tutti i cittadini una compiuta istruzione, dalla scuola elementare gratuita e obbligatoria, fino all’insegna mento universitario,
Sede di cotesta università è Ann-Arbor, piccoia città di 7500 abitanti, a 60 chilometri da Detroit, capitale dello Stato. Si compone per ora di quattro edifico principali. Quello del centro, il più grande, è desti nato ai corsi letterarii e scientifici; un secondo, a sini stra del precedente, contiene la biblioteca e la scuola di diritto ; gli altri due, sul di dietro, son riserbati, l’uno alla scuola di medicina, l’altro ai laboratorii di chimica e di metallurgia. Per ultimo alla distanza di circa 800 metri da questo gruppo, sorge un osserva torio astronomico di. primo ordine, eretto per soscri- zioni particolari e messo dai fondatori sotto la dipen denza dell’università. Quando le finanze dello stato lo permetteranno, si aggiungeranno altri due fabbricati l’uno per allargare la biblioteca, ora mancante di spa zio, l’altro alla destra dell’edifizio centrale, di rimpetto perciò alla scuola di diritto, destinato ad una scuola d’ingegneri.
Il fabbricato centrale, terminato nel d 8 7 3 , pre senta una facciata quasi di 100 metri, sormontata da una elegante cupola, e racchiude, come già si è detto, tutte le salé dei corsi letterari e scientifici, alle quali sono annesse le gallerie delle collezioni e degli ap parecchi destinati agli esercizi degli alunni. Oltre queste collezioni per 1* insegnamento, 1’ edifizio me desimo contiene un museo che farebbe onore a una grande città. Possiede 8000 esemplari di mineralogia, 41,000 di geologia, 54,000 di botanica, 53,000 di zoologia : vengono poi collezioni di archeologia e di etnologia la cui importanza cresce di giorno in giorno, una galleria di belle arti con più di 200 modelli di opere antiche, copie di quadri d’ autore, incisioni, fotografie di monumenti artistici di Grecia e d’Italia.
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tìzio, e solennemente inaugurata ai 5 novembre 1873, contiene sedili per 3400 persone.
Le sezioni di diritto, di medicina, i diversi labo- ratorii, hanno ciascuno una propria biblioteca ; ma c’ è inoltre una biblioteca generale, c h e , in attesa di stanze speciali, occupa ora gran parte del fab bricato riservato alla scuola di diritto.
Questa fabbrica è aperta liberamente agli studenti dalle 9 antim. alle 9 e me*zz,a di sera, nel 1874 non conteneva meno di 22,500 volumi e 7000 opuscoli. Riceve più di 80 riviste o giornali periodici tra i più celebri di Europa e di America ; oltredichè gli scolari si sono volontariamente imposto un leggiero contributo, mediante il quale ricevono ogni giorno 75 giornali politici di tutti gli Stati del! Unione, che rappresen tano tutti i paesi e tutte le opinioni. La politica è così non solo tollerata, ma offieialmente installata nella biblioteca. Notevole è tuttavia che malgrado le rivalità così forti tra gli Stati del S u d , del Nord e del l’Ovest, non si sia mai veduta ancora nell’ Università una sola manifestazione originata da questioni poli tiche.
A proposito di questa biblioteca, ecco un fatto me ritevole di singolare attenzione.
Appena arriva un libro o una pubblicazione pe riodica, si prende nota dell’ argomento di tutti gli articoli contenutivi e dei nomi degli autori. Queste note registrate in doppio sopra apposite schede, si classificano le une per ordine di materia, le altre per nome di autore. Le schede restano a disposizione di tutti, in maniera che, consultandole, uno studente sa immediatamente dove trovare sia le opere di un medesimo autore, sia tutti gli articoli, memorie o vo lumi pubblicati sopra un dato argomento.
11 lavoro necessario per questo doppio catalogo è affidato a due donne, che fanno da bibliotecarie. Que sto è uno fra gli esempi dell’industria che gli ame ricani adoprano ad impiegare le donne, commettendo ad esse tutti i lavori sedentarii e di pazienza, riser bando agli uomini quelli che esigono energia fisica e movimento. Nel modo medesimo le donne dirigono quasi esclusivamente le scuole elementari comuni in America ai maschi e alle femmine, e a Washington nei ministeri e nelle diverse amministrazioni pubbliche, è impiegato un gran numero di donne nei lavori di tavolino, apportandovi uno zelo eguale per lo meno a quello dei nostri burocratici del sesso forte.
Tornando al nostro, argomento, il laboratorio di chimica analitica occupa una superficie di 1500 me tri quadrati e conta 175 tavole destinate ciascuna ad un solo allievo che vi trova tutti i reagenti di cui può aver bisogno per le sue analisi, cannelle d’acqua e di gas. ecc. Eppure i 175 posti non ba stano ; quasi 75 allievi aspettano la propria volta, e l’anfiteatro di chimica che può contenere circa 500 persone è quasi sempre pieno.
In ordine agli studii l’Università si divide in tre sezioni affatto distinte: la facoltà accademica e di letteratura, scienze ed arti, la facoltà di medicina e la facoltà di diritto. Una quarta sezione col nome di scuola politecnica e destinata a formare degli in gegneri, non ha ancora, per mancanza di locali, una speciale esistenza ed è confusa con la facoltà acca demica.
La facoltà accademica riceve indistintamente allievi dei due sessi da 16 anni in su. Per esservi ammessi bisogna sostenere un esame, tranne se uno esca con un certificato di idoneità da alcune scuole pubbliche dello Stato di Michigan. Ogni anno una giunta di professori dell’Università fa un’ ispezione alle scuole secondarie dello Stato che la domandino, e se gli studi preparatorii son trovati sufficienti, gli alunni che ne escono sono ammessi senza esame all’Univer- siàt. Questo saggissimo provvedimento mantiene nelle Scuole dello Stato un’emulazione, i cui ottimi effetti sono annualmente riconosciuti dagli esaminatori.
I corsi della facoltà durano 4 anni, e gli allievi possono, a piacer loro, entrare in cinque sezioni dif ferenti: il corso classico, il corso scientifico, il corso latino, (o greco) e scientifico, e i corsi d’ingegnere civile e d’ingegnere delle miniere.
Nel corso classico le materie obbligatorie sono il latino, il greco, l’inglese, il francese, la storia, la filo sofia ed alcuni elementi di scienze. Nell’ ultimo anno soltanto, gli alunni possono assistere ai corsi facol tativi di tedesco, di economia politica, di diritto in ternazionale e di scienze.
Nel corso scientifico s’insegnano il francese, il te desco, la storia, la filosofia, e lo scienze matematiche, fisiche e naturali.
II corso latino e scientifico è alcunché di mezzo fra i due precedenti : comprende un po’ meno di scienze che il secondo, ma è obbligatorio lo studio di una lingua morta, latina o greca ad arbitrio dello studente.
Per ultimo, nei due corsi d’ingegnere gli allievi debbono studiare il francese, il tedesco, la storia, e tutte le scienze applicate.
Agli alunni che hanno frequentato per 4 anni non interrotti uno di questi corsi e sostengono gli esami opportuni si rilasciano i relativi diplomi di abilitazione. I gradi Superiori di maestro nelle arti, in filosofia e nelle scienze finora si conferirono senza esami a quegli alunni che dopo aver ricevuto il baccellierato, ave vano seguito per 3 anni i corsi supplementari del l’Università; ma dal 1877 in poi non saranno con cessi se non dopo un esame speciale.
Quegli alunni che entrando all’Università, non de siderano acquistar titoli, possono scegliere qualunque corso, ma non hanno facoltà di cambiarli, se non dopo almeno 6 mesi.
candi-266
dati di entrambi i sessi che abbiano almeno 18 anni; e dopo due anni di studii e un esame particolare conferisce il diploma di baccelliere in diritto che, dà al titolare, cominciando da 21 anno, il diritto di esercitare in tutte le Corti di giustizia dello stato di Michigan. I corsi si aggirano sul diritto costituzio nale, internazionale, marittimo, commerciale e cri minale, la medicina legale e la giurisprudenza degli Stati Uniti.
La facoltà di medicina, per l’ ammissione non chiede altro che un esame sui principii elementari d’una istruzione inglese o un diploma di un istituto autorevole d’insegnamento. Yi sono ammessi allievi di ambedue i sessi, ma qui seguono corsi distinti per la durata di un anno scolastico, ossia di 6 mesi da ottobre alla fine di marzo. Sono essi obbligati però, o a seguire i corsi per due anni o ad essere già stati per un anno in un’altra Università. Dietro un esame ricevono il titolo di dottore in medicina. Durante il Corso hanno T obbligo di assistere due volte la settimana alla clinica nello spedale annesso all’istituto. — Questo è il corso più debole dell’Uni versità, così per l’ insegnamento teoretico come per quello clinico, giacché una città così piccola non può avere uno spedale sufficiente.
Nell’annata 1873-74 il numero totale degli alunni ascese a 1119: di questi, 489 erano addetti alla se zione accademica, 515 alla medicina e 316 al di ritto. = Le femmine furono 94 pel corso di scienze, lettere e arti ; 38 per quello di medicina ; 5 per quello di diritto.
Il numero dei professori effettivi è di 26 con 18 assistenti o istruttori.
Le spese per gli studii sono le stesse in tutti i corsi: gli studenti dello stato di Michingan pagano 50 franchi per tassa di ammissione, e 73 per l’iscri zione annuale. Pei non appartenenti allo stato, la prima tassa giunge a 125 franchi, la seconda a 100. Gli allievi debbono poi pagare una piccola retribu zione per le spese degli esperimenti nei laboratorii.
L’Università non s’incarica nè dell’alloggio, nè del nutrimento degli alunni, i quali o stanno a dozzina nelle famiglie di Ann-Arbor, o a locanda : moltis simi si riuniscono in clubs. Pei nove mesi che du rano i corsi, la media delle spese, tutto compreso, anche il vestiario e qualche spesa accessoria, è di circa 1850 franchi: per gli studii di medicina che durano solamente sei mesi, le spese possono valu tarsi da 800 a 1000.
In ciascuna sezione il potere risiede nella Facoltà, consiglio formato di tutti i professori della sezione medesima sotto la presidenza del Direttore dell’Uni versità. La Facoltà punisce con la sospensione tem poranea o con l’espulsione, qualunque mancanza de gli studenti: la Facoltà conferisce i diplomi, regola l’amministrazione interna e l’ordinamento dei corsi;
29 agosto 1875 ma, di nome, tutto il potere è nelle mani di un
Ufficio di reggenti.
Essendo l’Università una fondazione dello Stato, è posta sotto la direzione nominale di otto persone elette per suffragio universale di tutto lo Stato di Michigan. Questi reggenti durano in ufficio otto anni, e ogni anno se ne rinnuova un quarto. Benché ab biano tutti i poteri, effettivamente la loro azione si ristringe alle direzione finanziaria, di cui rendono conto alla Camera dei rappresentanti.
Quest’ordinamento non è perciò privo di pericoli, e in altri stati ha già condotto a lotte funeste agli istituti. Se questo non è mai accaduto ad Ann-Arbor bisogna attribuire il merito in parte al buon senso degli elettori, oculatissimi sempre nello scegliere per sone capaci, ma soprattutto alle saggezza dell’ Uni versità, astenutasi sempre scrupolosamente dalle mani festazioni politiche, pericolosissime in un paese dove tanto spesso può mutarsi il partito governante.
Tale è, in ¡scorcio, l’ordinamento della prima tra le Università ufficiali di America. Meno antica delle Università libere di Harvad-College che risale al 1636 e di Yole-College fondata nel 1700, essa è ra pidamente pervenuta a un grado eguale d’importanza, mercè i suoi eccellenti professori, la buona disposi zione dei suoi corsi e tutte le agevolezze che essa offre alle persone desiderose di acquistare un’istru zione superiore. Yi affluiscono perciò alunni da tutti gli stati dell’Unione, perfino da quelli del Sud, come a Horvard-College.
La sapienza che domina nel complesso di questi ordinamenti e l’ammirazione da cui siamo compresi meditandovi sopra, non ci impediscono di avvisarne i difetti e di riconoscere quanto gravi pericoli si annidino, specialmente nell’ imperfettissimo corso di medicina, il cui tristo contraccolpo" non può essere a meno si ripercuota nella salute e nella vita dei cittadini.
Ma poiché i difetti altrui sono scuola efficace a chi sappia farne suo prò, noi crediamo che, ai reg gitori dei nostri maggiori e minori Atenei, moltis sime riforme e grandi miglioramenti potrebbe, con le sue eccellenti istituzioni e perfino con le sue im perfezioni, suggerire la Università della piccolissima Ann-Arbor.
Il commercio ili transito della Germania
Sembra che fino ad ora la Germania non abbia dato una benché minima importanza alla grande que stione di un piano generale o internazionale di traf fico. Ogni paese ha seguito fino ad ora il suo pro prio, o per meglio dire nessuno. Se si osserva la Carta ferroviaria dell’ Europa, si trovano fino ad ora in tutti i paesi poche traccie di un piano ben ponderato29 agosto 1875
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e generale secondo il quale ogni linea dovrebbe ten dere ad un dato punto, ecccettuata forse la sola Francia, dove la centralizzazione a Parigi, dietro la massima che « Parigi, è la Francia » mostra chiaramente essere il resultato di un piano profondamente studiato. Dalla Germania, considerata come impero formato da tanti piccoli stati indipendenti e con i loro speciali si stemi, non esclusa la Prussia, non ci si poteva aspet tare, come hanno dimostrato i fatti, un piano sem plice ed unitario. Infatti, specialmente nella Prussia, malgrado i suoi differenti sistemi di ferrovie dello Stato, ferrovie private che sono amministrate da So cietà, e ferrovie private che sono sotto la direzione dello Stato, si possono conoscere segni non dubbi di continua lotta, dove lo Stato, con tutte queste difficoltà cerca d’ introdurre un piano basato su prin- cipii solidi, il di cui punto di mira sembra essere, conservando il sistema misto, di paralizzare gli ef fetti di un male che è conseguenza inevitabile del monopolio delle pubbliche strade divise come sono attualmente. Non è questo il momento di suscitare la questione : se sia ben fatto il lasciare il mono polio delle ferrovie a Società private. Qualunque sia il sistema che verrà conservato, apparisce chiaro, giac ché la Germania tutta è riunita in un solo impero, che è tempo ora, per quanto è possibile, di siste mare i suoi mezzi di trasporto, specialmente ferro viari: pensare seriamente a perfezionarli tanto nelle amministrazioni quanto nel progettare e costruire nuove linee, in maniera che tendendo tutte verso il centro della Germania influiscano in sommo grado ai futuri interessi industriali e commerciali del- F impero.
Senza dubbio è interesse sommo della Germania d’ incoraggiare e dar nuova forza a qualunque siasi genere di traffico^ internazionale col ridurre le tariffe e dare tutte le facilità possibili, piuttosto che man tenere i già introdotti prezzi elevati. Ne risulta che per assicurare il buon andamento delle ferrovie in Ger mania, e la stabilità di una rendita positiva bisogna che regolino il transito colla massima cura. Ciò si può ottenere completamente, per mezzo delle grandi linee internazionali.
Perchè le linee abbiano la lora completa impor tanza bisogna che comunichino con i paesi sull’oceano atlantico, coll’ oriente dell’ Europa, come pure col porto Said, col canale di Suez, colle Indie orientali, la China il Giappone e l’ Australia ; ma per ottenere ciò, mancano le necessarie linee di congiunzione con quelle al Sud-Est nella Rumania e la Turchia, ed al mezzogiorno colle Italiane, per cui molti prodotti, e specialmante i più pesanti vengono spediti per mare. Si stanno facendo colla massima celerità le necessarie congiunzioni delle Ferrovie Rumene e Turche colla linea Meridionale austriaca per il tran sito coll’ oriente dell’ Europa e si moltiplicano le
congiunzioni colla linea del Brenner per il com mercio coll’ Oriente e col canale di Suez, per cui se il commercio di transito tedesco trovasse la strada più corta e più diritta, senza aver bisogno di ricor rere al mare, le ferrovie della Germania potrebbero spe rare di fare affari lucrativi senza rialzare le tariffe.
La Baviera ed il W iirtemberg specialmente de vono interessarsi a favore delle loro linee. Ambedue questi paesi devono fare tutto il possibile per moltipli care per la via più corta le congiunzioni colla linea del Brenner per giungere ad Innsbruck e di là a Bils. Le ferrovie tedesche per mezzo di tre con giunzioni dirette con quella del Brenner sarebbero in comunicazione coll’ Italia, coll’ Oriente e col ca nale di Suez per le merci provenienti dall’ Inghil terra, dall’ Olanda e dal Belgio ecc. come pure nella medesima direzione comunicherebbero i grandi in dustriali della parte della Germania per dove passa la linea del Brenner. Non solo è interesse della Ba viera e del Wiirtemberg ma anche dell’Austria l’af frettare queste congiunzioni colla linea del Brenner. Yi sono dei motivi di natura politica che spin gono 1’ Austria a costruire la linea di Arlberg, e che spiegano la repugnanza del Governo austriaco mo strata fino ad ora per la congiunzione della linea del Brenner nella direzione della Germania. Riguardo a ciò, la memoria della camera d’ industria e com mercio in Insbruck nel 1875 si esprimeva così : « Se non si parla qui nel medesimo tempo delle linee Ari e Fern, non è per questo che la Camera del Tirolo del Nord non apprezzi altamente la fer rovia di Fern come via di comunicazione interna zionale che avvicina il Sud-Est col Nord-Ovest del con tinente, oppure che per favorire la linea di Ari, si opponga a quella di Fern. Mentre il governo per ragioni particolari presceglie la linea di Arlberg e la pone in prima linea, la camera fedele alle sue antecedenti decisioni si crede in dovere, per il bene dell’ impero, quando sarà il momento, di cooperare allo sviluppo della ferrovia di Fern. »
Le linee di Ari e Fern non si faranno mai concor renza perchè il loro cómmercio è in direzione op posta, ma la seconda sarà spesso di aiuto alla prima. Ciò solo dovrebbe portare l’ Austria a non tenere addietro la linea di Fern finché quella di Ari non è principiata. Circa alla concorrenza della linea del Got tardo che è in costruzione, 1’ Austria, nell’ interesse del suo commercio, dovrebbe fare senza ritardo le congiunzioni colla linea del Brenner, via Fern, che potrebbero essere compite in tre anni e lasciare al tempo ed alle circostanze, senza porvi alcun ostacolo, la costruzione della linea di Ari che prenderebbe almeno otto anni.
Mainz-268
L’ ECONOM ISTA
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Darmstadt-Niimberg-Passau-Linz-Vienna e Pest e- stendersi nella Rumenia e nella Turchia fino a Co stantinopoli, e di là per mezzo delle linee che si stanno costruendo e sono in progetto nella Persia, nelle Indie e nell’ Australia. Qui, come nella que stione della congiunzione delle linee del Sud è uguale l’ interesse della Germania e dell’ Austria, ed i go verni di ambedue gl’ imperi devono pensarci seria mente. I legislatori poi prendendo in considerezione le ragioni che si sono sviluppate a favore delle con giunzioni ferroviarie, potranno sciogliere tale que stione economica e nazionale con una saggia politica ferroviaria.
RESOCONTO DELLE FERROVIE INGLESI
ed il loro dividendo p e r il primo sem estre del 1875 I resoconti delle principali compagnie ferroviarie per gli scorsi sei mesi confermano l’ opinione che finalmente i loro affari hanno principiato a pren dere miglior piega. Dopo il 1872, il dividendo era rimasto stazionario in conseguenza del gran rialzo dei salari, e del prezzo del carbone e dei materiali. L’ anno scorso in molti casi vi fu un ribasso nel dividendo pagato agli azionisti, perchè era cessato il grande aumento del traffico, mentre il benefizio del ribasso del carbone e del ferro era sentito parzial mente. Ora però i dividendi sono molto maggiori. Meno che in due o tre casi 1’ aumento è di 1/a ed 1 114 per cento all’anno. La somma aggregata addi zionale pagata in dividendo ordinario è di 217,000 lire italiane, che paragonata colla diminuzione con tinua negli scorsi semestri dal 1872 in poi, può dirsi molto vantaggiosa per gli azionisti ordinari. Il
Great Eastern quantunque non abbia dividendo or
dinario, come fu il caso nel 1° semestre del 1874., ha pagato 30,000 lire sterline di più per cuoprire le sue preferenze ; ed in altri casi, particolarmente in quello del London and North- Western, i bilanci aumentarono durante il semestre a danno degli azio nisti ordinarii. In realtà la posizione degli azionisti ordinarii in questo semestre, in confronto a quella della stessa epoca nel 1874 è migliorata per 300,000 lire sterline. La distribuzione è stata forse un poco capricciosa, ma ciò non toglie che quasi tutte le compagnie, più o meno, non abbiano guadagnato.
La causa principale di questo miglioramento è nell’ aumento del traffico, mentre le spese di lavora zione sono diminuite, come si vedrà chiaramente dal seguente quadro:
Traffico
Spese di lavorazione
Semestre Aumento «/° Aumento */•
1870 2° semestre 5.3 4.7 4874 4° 6.8 5.9 2° » 9.2 7.7 4872 4° semestre 8.3 44.4 2° » 7.5 44.0 4873 4° » 9.4 49.0 2° » 8.5 47.3 4874 4° » 3.8 9.0 Qo » 2.6 3.8 4875 4° 1» 5.2 3.6
Così T aumento del traffico che negli ultimi mesi del 1874 era sceso a 2.6 ora e 5.2 per cento e quello delle spese di lavorazione è piuttosto minore cioè 3.6 contro 3.8 per cento. L’ aumento del traf fico somma a 946,000 lire sterline e quello dei salari a 372,000, per cui quest’ ultimo non solo è minore, ma non raggiunge la metà del primo. L’au mento del traffico è specialmente dal lato delle merci. Delle 946,000 lire sterline, solo 233,000 provengono dai passeggieri. Nel 1874, quasi due terzi proveni vano dai passeggieri. Dopo un periodo di ristagno, il primo a riaversi fu il traffico delle merci, grada tamente seguito da quello dei passeggieri, e questo già sarebbe aumentato molto più se non vi fossero, come vedremo, delle cause eccezionali.
Il buon mercato del carbone e del ferro è stato la causa principale della diminuzione delle spese di lavoro, e l’ influenza di questa causa è stata più potente di quello che non sembrò a prima vista. La sola diminuzione nella somma pagata per car bone e coke per le locomotive è di 257,000 lire sterline, ossia il 21 per cento, ma siccome ci fu un aumento di più del 6 per cento per miglia di treno, il risparmio per le compagnie, stante il buon mercato del carbone, deve essere stato maggiore. Il fatto che il miglio di treno è aumentato 6.9 per cento, mentre le spese lo sono solo del 3.6 è la prova più chiara delle economie introdotte.
Mentre queste sono state le circostanze favorevoli alle ferrovie durante T ultimo semestre, ve ne fu rono altre, parte temporarie, e parte permanenti che recarono loro danno ; come sarebbero a mo d esem pio nel primo caso, i cambiamenti fatti nei carri di prima e seconda classe e nel costo dei biglietti, ma che coll’ andar del tempo spariranno e saranno di benefizio ■ all’ ordinario progresso del traffico. Dob biamo aggiungere le soprattasse imposte dal Governo, ma che fortunatamente finirono collo scorso seme stre e d’ ora in avanti, purché non avvenga un nuovo cambiamento, la tassa crescerà solo coll aumentare del traffico dei passeggieri. Vi sono poi tante e tante altre circostanze che non si possono prevedere e sfuggono in certa maniera alla perspicacia
del-l’ uomo. ,