GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI. FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
REDAZIONE: M. J . d e Jo h a n n is — R. A. Mu r r a y — M. Pa n t a l e o n i
Anno XLI - Voi. XLV
Firenze-Roma, V Novembre 1914
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S O M M A R IO : Dopo tre mesi di neutralità. — Dei provvedimenti economici e finanziari in Austrla-Ungheria. Vi n
cen zo Po r r i. — RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Ga s t o n Ro u l l e a u, Les Reylements par effels de commerce en Franco et à l’etranger. — Ga e t a n o Sa n g io r g io, Il Commercio del Mondo. — La colonizzazione della Somalia Italiana. — Riscossioni dello Stato a tutto il mese di Seftembre 1914. — Le banche rumene nel 1913. — FINANZE DI STATO: Il bilancio della Grecia per il 1914. — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : Consumo dello zucchero per l’Inghil terra. — La produzione dell'oro nell'India Inglese. — Commercio e navigazione della Tunisia, nel 1913. _. La produzione della ghisa agli Stati Uniti. — La popolazione della Grecia ingrandita.— L’industria dei con cimi chimici. — La minor frequenza sui tram di Milano. — Le emissioni mondiali nel 1913. — Un prestito svizzero di 50 milioni. — La mano d’opera in Inghilterra. — Corso medio dei cambiJQuotazioni alla Borsa di
Bordeaux. — La Banca Austro-Ungarica riduce lo sconto. — PROSPETTO QUOTAZIONI. CAMBI. SCONTI, VALORI
E SITUAZIONI BANCARIE.
DOPO TRE MESI DI NEUTRALITÀ.
Non sarà fuori di luogo, al chiudersi di un periodo di novanta giorni così gravido di av venim enti e così irto di difficoltà, compiere una breve riv ista della condotta in tern a ed esterna del nostro paese, sia nei rig u ard i del contegno tenuto dagli italiani, sia più specialm ente in quelli delle direttive seguite dal Governo.
E ’ indubitato che alla disorientazione ed alla im pulsività delle prime settim ane dallo scop piare della guerra, è subentrato un periodo di calm a e di riflessione, il quale ha. condotto ag e volmente a comprendere come impegni contrat tuali o sentim entalism i im provvisati non erano veram ente atti a foruiare le mète più desidera bili e più opportune per far conseguire al paese dei possibili vantaggi.
Il cruccio immediato ed orm ai remoto dei più per la dichiarazione di neu tralità, il tim ore esa geratam ente formulato da altri di non poter p a r tecipare ad un eventuale bottino (che pareva loro dovesse essere afferrabile a breve scadenza, e pel quale da alcuni ancor oggi si insiste come di un indiscutibile diritto acquisito, mentre non sappiamo veder troppo chiaram ente perchè, per quale valida ragione sia d’un tra tto divenuta impellentemente necessaria una conquista qual siasi per l’Italia,ch e, sebbene sempre augurabile, pochi mesi or sono non era però ancor sognata) si sono dileguati per d ar luogo ad un un più serio raccoglimento, ad una più chiara visione degli enormi vantaggi che possono derivare an che e forse più da una vigile attesa.
Uomini di fama e di spiccato amor patrio hanno pertanto cominciata una crociata effica cissima per la unione e la concordia delle di verse tendenze politiche del paese, e non può dirsi che sia mancato il loro successo, poiché chi ricorda gli ordini del giorno votati, dai
so-cialisli, dai repubblicani, dai radicali, dai nazio nalisti nella foga delle prime ore di ansia, non può non riconoscere ora a ttu titi gli im provvisi bollori, e plasm ate sapientem ente le disparate tendenze ad un contegno più uniforme e mo derato.
Non strillano più i nazionalisti, non sono più rilu tta n ti a considerare la possibilità di pren dere le arm i buona parte dei socialisti, tacciono Analmente, e ciò vale consenso, i radicali, i re pubblicani ed altri. Si e form ata dunque o si va formando un a1 coscienza unica e quasi gene rale, la quale mano mano accede al sommo e fondamentale principio di una sana disciplina, nell’attendere che chi in sostanza è responsabile e solo conosce tu tte le opportunità, tu tte le dif ficoltà, to lte le quotidiane mosse dello scacchiere internazionale, indichi al paese la attitudine da tenere.
E questa benefica resipiscenza, che perm ette di contare quasi sicuram ente su una unità effettiva e reale, se da una parte addim ostra un passo fatto nelle coscienze delle classi più intelligenti e più colte del popolo italiano, e per riflesso nella immensa falange di coloro che non compren dono, segna d all’altro un m erito innegabile del Governo, che è riuscito a raccogliere intorno a sè, con tenacità e fermezza di indirizzo, colla sincerità e prudenza dei suoi a tti, un sempre più ampio suffragio di consensi.
Gabi-690 L’ ECONOMISTA Io novem bre 1914
nètto, non abbiam o bisogno di ricordare che non è per noi di consuetudine il plauso, belisi anzi abituale la critica e talvolta severa verso q u a l siasi am m inistratore della cosa pubblica, qua lunque ne sia il partito o l'azione, allorché pos siamo essere convinti che le diretti ve.non riescono opportunam ente vantaggiose per il paese.
Ma poiché già nello svolgersi degli eventi e nel corso della funzione legislativa che il Go verno ha dovuto addossarsi nell’attuale periodo, a fianco di lineila esecutiva, non abbiamo m an cato e non mancheremo di rilevare di caso in easo le deficienze,: gli inconvenienti, gli errori, che secondo il nostro avviso abbiamo ritenuto o riterrem o di dover rilevare, ci piace questa volta, in questa rassegna comprensiva dei tre ptesi di contingenze eccezionali, im prevedibili e forse non prob ibilinente ripetibili, prescindere da tutto ciò che: potrebbe essere oggetto di mende, per considerare se nelle linee generali possa trovarsi ragione di demerito.
• Ormai non v’ha oggi chi non sappia e senta come provvidenziale e unica fosse; la via della neutralità, subitam ente e ferinam ente abbrac ciata dal Governò. Ma da neutralità senza una adeguata e razionale preparazione m ilitare sa reb b e riuscita monca nelle sue finalità e priva di quel suo valore positivo ed attivo,- che dovrà forse avere il suo culmine e, la manifestazione più efficiente al momento della cessazione delle ostilità altrui. Ed a questa necessità hanno a t teso e stanno attendando i reggitori della cosa pubblica, i quali hanno dovuto cominciare ad elim inare dal loro seno chi tale necessità non sapeva o non voleva comprendere. Non può certo essere rap id a questa preparazione, anche perchè le condizioni del tesoro debbono essere preventivam ente rafforzate con nuovi cespiti di entrata, ai quali solo gradatam ente e quasi dol cemente dovevasi addivenire, per non turbare ancor più gravem ente che lo scoppio della guerra .non abbia fatto, le condizioni economiche della nazione. Alle quali condizioni economiche il Go verno ha creduto di provvedere piuttosto lim i tando o quasi frazionanzo il cammino degli strum enti addetti alle funzioni degli scambi e idei commerci, anziché aderire alle domande di coloro che volevano tra rre ad un espansionismo quasi certam ente non necessario al presente; : ma non per questo escluso dalla riserv a di quei
provvedimenti eccezionali che potrebbero tornar utili, ove sensibilm ente dovessero modificarsi le contingenze nelle quali il paese ha potuto , finora essere contenuto, e che sarebbe a ltre tta n to dele terio l’avere già, in quel possibile futuro mo mento, totalm ente esaurito.
Ma dove più specialmente troviam o che non mancarono di un giusto senso di buon governo le direttive del capo, attorno al quale si adden sano sguardi sempre più fiduciosi, è nel non aver insistito per imporre alla direzione della poli tica estera, uomini che nel presente momento o avrebbero dovuto fare completa rinunzia ad ogni tendenza personale o sarebbero già stati compromessi in direzioni non completamente consone con quelle mire di n eu tralità schietta, che conviene finora seguire.
M erita un cenno speciale il discorso pronun
ciato dall’on. Salandra nell’assumere il porta foglio degli affari esteri, col quale ha finito uél persuadere i più rilu tta n ti che l’ Italia è ben lungi dal tenere oggi una condotta supinam ente pas siva; ed in breve ora invero due fatti sono soprag giunti a m ostrare precisamente in quanto alto concetto sia tenuto dal Governo il decoro ed il vantaggio dei paese nostro; l’uno la risposta m atem aticam ente esatta e diplomaticamente a b i le data senza tergiversazioni e senza tentenna- menti equivoci a ll’am basciatore russo, in merito alla proposta di custodia dei prigionieri austriaci di origine ita lia n a ; l’altra , la missione sanitaria a Vallona. La forma g a rb ata e finemente ideata colla quale, per unanime consenso delie Potenze, oggi davvero premurose di non contrariare una cosi giusta nostra aspirazione, ci avviciniamo allo sventurato popolo albanese, senza toccarne le suscettibilità, cou volto di suora e piede m ilitare, per afferm are la priorità sull’a ltra sponda, sono un retaggio lasciato alla patria dallo scomparso e compianto ministro degli esteri, sono una prova che il Governo è conscio delle raggiungibili finalità della maggiore penisola europea.
Se volessimo ricordare quanto tempo e quanta lunga preparazione diplomatica ed interna ab bisognò per la spedizione di Libia, troveremmo che davvero in tre mesi dall’ inizio della scon volta situazione europea, abbiamo già saputo, senza seriam ente esporci a conseguenze perico lose, conseguire già più di quanto nelle tr a tta tive diplomatiche, che accompagnarono e segui rono la g u erra balcanica formò oggetto di sole manifestazioni di desiderio.
Ma non mancano coloro i quali dal governo attu ale vorrebbero ad ogni momento assicura zioni precise e dichiarazioni ampie sul contegno che te rrà 1’ Italia al finire della guerra, in un futuro cioè che neppur essi sanno precisare.
E vorrebbero costoro essere rassicurati che se l’uno dei belligeranti vincerà noi avremo questo, se l’altro, a noi . spetterà l’altro vantaggio.
Non si rendono contò evidèntemente gli in quieti del futuro, che la politica di un paese neutrale nelle contingenze che si stanno a ttra v e r sando, non può essere e non deve essere che una politica del giorno per giorno. Prevedere come andrà a finire e predisporsi nel caso che vada a finire in un modo o nell’altro a volere con seguire questo o quel vantaggio, è perdere tempo su calcoli ipotetici, è perdere energia in do mande o speranze inutili, è m ettere il carro davanti ai buoi. Soltanto rafforzandoci nella no stra n e u tra lità e tenendoci vigili saprà un Go verno abile ed accorto vedere quale delle tante, delle mille occasioni che si potranno offrire per fare un passo nel nostro vantaggio, sia la mi gliore per perm ettere appunto il passo più sicuro
e più lungo. 1 -. ' 1 ■
Ogni giorno dunque cogli occhi aperti, ma fissi in quella'm ira e non sperduti alla ricerca di un futuro che è ancor tu tto , dal domani stesso in poi, offuscato di nebbie e gonfio .di sorprese.
1° novembre 1914 L’ ECONOMISTA 091
verso il raggiungim ento di almeno una di quelle centinaia di aspirazioni che ossessionano i fana tici delle conquiste.
Ora che sappiamo non esser delusa questa le gittim a aspettativa, stringiam oci ancor più con fede attorno a coloro che hanno m ostrato di non negligere affatto gli interessi del paese e sorreg giamo con tu tto il nostro aiuto e con tu tta la mi gliore riconoscente concordia, l’opera di coloro che per la loro abnegazione e per la loro capacità non si mostrano per certo im pari al dovere assunto.
Dei provvedimenti economici e finanziari
in Austria-Ungheria.
I I .
Primo paese ad en trare in guerra, si trovò in situazione economicamente migliore che non nell’estate del 1912, allo scoppio della guerra balcanica, quando l’espansione ab itu ale nell’alta congiuntura aveva assorbito tu tte le disponibilità bancarie ; ad essa era seguita in questi due anni una notevole depressione, durante la quale le domande di credito furono lim itate, a rre sta ta la speculazione fondiaria ed edilizia, m entre i titoli passavano dagli speculatori ai capitalisti.
T u tta v ia la situazione non era nemmeno ora del tu tto risa n a ta ; i debiti accesi negli anni dei massimo ottimismo giungevano adesso alla scadenza, mentre i redditi ed i guadagni della popolazione cittadina — che ne era stata la massima ■contraente — si erano di molto ridotti ; una parte notevole della popolazione viveva sugli sperati redditi futuri.
Le banche estere ritirarono il denaro che ave vano depositato in A ustria, e le divise sull’estero aumentarono, ma .la B a n c a A u s tr o -U n gai'ica, seguendo la sua politica tradizionale, spedi a l l ’estero q u o tid ia n a m en te dell'oro fino al 1° agosto, ridncendo cosi le sue riserve di 120 mi lioni, e diede liberam ente divise a chi ne g'iu- stificasse la dom anda: poi non più, nel tim ore che l’oro non arrivasse nei luoghi di destina zione perché preso come contrabbando bellico, o perchè giungesse nei paesi neutri quando, vi fosse già stato dichiarato il m oratoriurn e quindi più non servisse allo scopo.
Si credeva ancora che la g u erra si sarebbe lim itata contro la S erb ia; poi le cose precipita rono, ma non vi fu quel panico che si sarebbe potuto prevedere, forse perchè durante la crisi del 1912 moltissimi avevano perduto, quando per es. in Galizia si erano venduti dei lib retti a deposito per una m età del valore che tene vano iscritto. Ad a iu tare la posizione concorse la facilità del denaro e l’essere già passata la scadenza del trim estre, ma la complicò un rialzo generale dei valori proprio il 25 luglio nella Borsa di Vienna che a ragione i critici procla marono « pazzo ed insensato ». (1)
Divenuto europeo il conflitto venne la ch iu s u r a delle borse, poi il 5 agosto la sospensione
. (1) Cfr. Die Schliessung der B örsen in « D e r O e ste rreic h isc h e V o lk s w irt », 1 aug. 1914, S. 843.
della legge b a n ca ria che esige i biglietti siano coperti da m etallo p er 2 /5 ed il ria lzo del saggio dello sconto (1) dal 6 a ll'8 % — e vi rim ase fino al 25 agosto. A tto quest’ultimo inu tile perchè la Banca A ustro-Ungarica non aveva da difendere il suo oro dalle domande dell’E stero data la incovertibilità ed essendo ormai lo S tato isolato per la sospensione degli scambi creditizi e dannoso perchè non tendendo a richia m are orò dall’estero nè a m oderare gli specu latori o g l’im prenditori, 1’ aum ento colpiva sólo la scarsa a ttiv ità industriale rim anente. (2)
Im m ediata necessità era la m oneta divisio nale che a ccen n a va a scom parire p e r il teso reggiam ento — in Austria non circola quasi l ’oro — e per le eccezionali inchieste da parte dell’ am m inistrazione della g u erra, per d arla ai soldati, sicché restò nei punti dove l’esercito ve niva concentrato. — Opportuno fu il provvedi- dimento del municipio di Vienna che proibì ai bigliettarii delle tranvie di cam biare banconote, co,sì costringendo i passeggeri a tro v are la mo neta ed impedendo contemporaneamente che co loro che desideravano cam biare i biglietti faces sero poi sp arire dalla circolazione gli spezzati ottenuti. Si era proposta rem issione di bigliétti da una »> due corone, ma fu saggio l’ av erla evi t i l a per il pericolo di deprezzamento di fronte al metallo, specie presso piccoli commercianti, nel qual caso lo sfruttam ento è più difficile a scoprire.
Il m oratoriurn deliberato il 3 i luglio certo bastò a dim inuire l ’improvviso arresto dell’a tti v ità economica, benché lasciasse alle banche molte delle loro obbligazioni, pur liberando i debitori dall’obbligo di eseguire le loro; ma subito dopo si sentì il bisogno di cercare di rim ettere in moto là produzióne, per soddisfare i bisogni di circa 50 milioni d’ ab itanti.
Occorreva ristab ilire le facilitazioni di credito, e come in G erm ania la Reiehsbank aveva dichia- to che avrebbe soddisfatto tu tte le domande di credito aventi base bancaria, si dom andava che anche la Banca A. U. desse uguale g aranzia agli istituti di credito, perm ettendo loro -così d’adottare una risoluta politica di sconto; perciò era necessario allarg are la cerchia dei tito li sui quali la banca concedesse anticipazione, e non portare troppo in basso la quota di prestito, per chè fissando un valore basso per la R endita si provocava sfiducia anche negli altri tito li dello Stato. Quest’allargam ento si ottenne alla fine di agosto: la B a n c a A . U. a m m ise al lom bardo tu tti i titoli q u o ta ti in B o rsa , tr a n n e i ban cari, che non si adattano ad essere base sicura d’emissione. Si disse che anticipava fino al 75 °/0 sui valori ad interesse fisso, al 60 °/0 su azioni di trasporto, al 50 % su quelli industriali, pren dendo il valore di borsa più basso nel giornà antecedente a lla chiusura. Però un elenco dei ti toli ammess inemmeno le banche lo possedevano! Si era proposta anche la costituzione di Dar-
lehenskassen, conte in Germ ania, per aiutare 1 2
(1) T a n to p iù a v rà p ro te s ta to l’ U n g h e ria , d o v e si coglie,ogri|: o ccasio n e p e r rip e te re ch e occo rre u n a b a n ca d ’em issio n e i n d ip e n d e n te : p e r q u e sto ta lo ra la B a n c a A.-U. s i tra ttìe h é cHtl ria lz a re lo sco n to com e v o rreb b e .
(2) C fr. D ie Zin sfu sserh o h u n g d e r O esterreichische IJngari-
692 L ’ ECONOMISTA I o novem bre 1914
quelli che non possono realizzare il valore dei loro prodotti: a vven n e solo in settem bre, e quelle che dovevano agire in Ungheria ebbero assegnato un capitale di 300 milioni, di 500 quelle per l’A ustria: debbono dare prestiti di almeno 100 corone per tre ed eccezionalmente per sei mesi, ad un tasso dello sconto dell’ 1 °/0 in più del tasso ufficiale della Banca A. U., che rice verà i Darlehenskassenscheine ed em etterà al tra tta n ti biglietti, tenendoli però in un conto a parte perchè esenti d all’imposta sull’eccesso dei biglietti emessi.
Durante il settem bre là situazione bancaria si migliorò molto perchè i pagamenti fatti dall’am- ministrazione dell’esercito per m ateriale acqui stato a prezzi favorevolissimi ai venditori, per misero, a molti di pagare le cambiali e deposi ta re parte dei guadagni presso g l'is titu ti di cre dito. Si seppe che la Banca A. U. ricevette la restituzione di crediti da essa aperti in base a lombardo per una entità superiore ai nuovi cre diti concessi; e poiché in A ustria gl’industriali generalm ente finanziano l’esercizio delle loro in dustrie mediante tali anticipazioni su titoli, se ne può dedurre che l'a ttiv ità industriale abbia subito un arresto notevole.
II. Infatti la disoccupazione si manifestò in
modo notevole ma non se ne hanno dati. Sinto matico è tu tta v ia il fatto che, oltre a doman dare si aum entassero i lavori pubblici, ed a pensare a progetti di nutrizione pubblica dei disoccupati —- era lo stesso governo a studiare questo provvedimento di difficilissima organiz- sazione e che « dovrebbe essere l’ultim a ratio, quando si disperi ormai di conservare in eser cizio le fabbriche (1) — si richiamasse la propo sta di Paul A rndt: i capitani dell'in d u stria rior ganizzino tu tta l’economia per quanto dipende dal mercato mondiale, usando degli stessi mezzi di coazione statale dati ai generali, che pos sono far chiudere quei negozii dove si doman dano prezzi u su rari; analogam ente lo Stato abbia il diritto di riap rire gli opifici da cui dipende la esistenza di centinaia di operai ed impiegati tanto più che le disoccupazioni di questi -— costi tuenti i ceti medi — ne riduce la capacità di consumo e quindi è a sua volta causa di nuova disoccupazione.
Connessa alla disoccupazione è la; questione delle K ra n cken ka ssen , che veggono discendere rapidam ente le loro entrate mentre aumentano le uscite, perchè molli operai ora disoccupati do mandano il sussidio per m alattia a cui prim a non badavano. Queste casse per legge avrebbero do vuto accantonare il 2 0 % dei contributi fino a formare un fondo di riserva uguale alle loro spese di un biennio, invece dopo 25 anni di vita hanno una riserva di 70 milioni — e solo parzialmente liquida — m entre le spese di un solo anno sono di 80 milioni. (?)
A ll’arresto della vita industriale certam ente influisce un poco la scarsità di carbone-, è indi spensabile alle industrie m etallurgiche che ten gono a ttiv i i 40 % delle loro fabbriche — i biso gni della guerra ne saranno la causa principale — (1) Cfr. D ie Staatliche O rganisation d er öffentlichen A u ssp ei
sungen, Op. c it., 12 sep t. S. 949.
(2) C fr. K rie g u n d K ra n k e n ka ssen , Op. c it., 19 aug. 1914, S. 885.
agli zuccherifici, alle industrie edilzie : ma que ste sono in arresto quasi completo, si dice che gli zuccherifìci abbiano nei magazzini i % del carbone necessario pei- la, cam pagna. La produ zione del carbone è rid o tta al 6 0 % del normale, ed inoltre mancarono sul principio le im porta zioni dalla Slesia (1) e dall’In g h ilterra: quando venne il permesso d ’esportazione dalla Germa nia, rim ase tu ttav ia la difficoltà dei mezzi di trasporto che preoccupa anche per la questione del trasporto del petrolio dalla G alizia e dei v i veri accum ulati in punti non protetti e che perciò sarebbe stato opportuno poter trasp o rtare al si curo nella Bassa Austria.
L a scarsità delta m a te ria p rim a preoccupa altre industrie: nella filatura del cotone lavo rano il 6 0 % dei fusi; benché la mobilitazione abbia sottratto solo pochi uomini: la quantità di lana disponibile in agosto era appena suffi ciente per due o tre mesi, e l’ importazione dal l’estero attrav erso ai paesi neutrali è difficile. Il cotone potrebbe venire dagli S tati U niti (I), la la n a dell’Argentina ma non certo dell’Au stralia.
III. -— L ’A ustria non ha un commercio esteso
molto intenso, benché superi i 6 1 2 1/ a m iliardi; é maggiore la dipendenza dall’estero per im porta zione di m aterie prime, che non per l’esporta zione. Il 3 0 % dell’ importazione totale ed il 2 5 % dell’esportazione totale erano con paesi ora belligeranti o loro colonie. Ma anche il commercio con gli S tati neutri e persino con la G erm ania è ora quasi completamente cessato: il guadagno, data la concorrenza internazionale, era spesso cosi piccolo che ora resta completa mente annullato dall’aum ento dei noli e delle divise, anche se non fosse venuta l’ im possibilità d’esportare d ata la m ancanza di comunicazioni bancarie.
Il m ercato delle divise era stato del tu tto monopolizzato dalla Banca A ustro-U ngarica, ma essa dopo il I o agosto smise di darne, e rifiutò la consegna di oro: e poiché è proibita o è a r re sta ta l’esportazione l’aggio dell’oro sulla carta austriaca — naturale sconto dell’allargam ento di circolazione senza convertibilità — salì già al 10 % , anche su Berlino benché qui solo del 3 % (2). La Banca A ustro-U ngarica riserba
(1) Secondo la fo rm u la del Weber< d e te rm in a n te d e lla s ce lta d el lu o g o in c u i fa r so rg ere u n ’in d u s tria è il v a lo re d el p ro d o tto finito ris p e tto al peso to ta le d èlie m a te rie m o sse p er esso », p erciò a p p u n to la B oem ia d e l N o rd , la M o rav ia, la b a s s a Au-. stria- e la S tiria pei lo ro b a c in i c a rb o n ife ri e p e r la v ic in a n z a d i q u e lli g e rm a n ic i d e lla S le sia attii-arono le in d u s trie che u sa n o il carb o n e p iù com e m ezzo d i risc ald am e n to che p e r la p ro d u zio n e d i forza.- fa b b ric a z io n e d i z u cch ero , b irra , cellu lo sa, p ro d o tti c h im ic i, p o rcellan e, v e tri ece. A q u e s ta stessa z o n a tendono, d a i p a esi a lp in i c u i eran o so rte , le in d u s trie te s s ili e m e ta llu rg ic h e , a n ch e p erch è la p e rd ita del L o m b ard o - V en eto p e r l ’A u stria spostò fo rte m e n te ii co n su m o , ch e è r a s ta t a una d elle c au se d e ll’o rie n ta m e n to d e ll’ in d u s tria .
O fr. F . He r t z: D ie Orblichen P ro ductionsbeding ungen der
In d u s tr ie in Oesterreich. O p. c it. 24-31. M ai 1913, S. 457 ; 777.
1° novem bre 1914 L ’ ECONOMISTA 693
tu tte le sue divise per l ’am m inistrazione della guerra, e pei pagam enti di cedole in oro da farsi a ll’interno, il m inistero fissò il prezzo del l’oro rispetto ai biglietti circa al prezzo del m er cato: maggiore difficoltà presenterà tale d eter minazione per i privati, aum entando i guai per es. della Sùdbahn, già numerosi in tempo di pace.
IV. — M igliori sono certam ente le condizioni
dell’agricoltura, benché il raccolto dei cereali sia stato scarso in U n g h eria sicché occorrerà im portare da cinque a sei milioni di quintali di frum ento, che non potendo venire per mare in quanto è contrabbando bellico può giungere solo dall i Rnm enia (1). L’ invasione delia G a lizia e Bucoviua certam ente sottrasse una note vole q u an tità del grano disponibile; inoltre la guerra aum enta il consumo e, data la rig id ità della domanda di grano, non è probabile se ne possa restringere il bisogno, che anzi il rincaro di a ltri viveri tenderà ad aum entarne la do manda naturale. Poiché tu tti i belligeranti ne domandavano nelle piazze neutrali, i p r e z z i dei cereali salirono ra p id a m en te, ed in A u
stria-D azio stria-D oganale p e r Q u in ta leP rezzo M edia q u in q u e n n ale per ta riffa per tra tta to a g o sto13
13 o tto b re F r u m e n t o ... 7.50 6.30 31.— 38.30 34.— S e g a la ... 7.00 5.80 21.20 29.48 24.66 O rzo. . . . 4.00 2.80 17.20 21.20 21.10 M ais... 4.00 2.80 16.— 20.— 20.44
U ngheria coi dazi doganali elevati divennero presto intollerabili. Economicamente perciò nella crisi l ’U ngheria produttrice si trova meglio deli’A ustria, e se il raccolto quantitativam ente fu scarso, volle sfru ttare completamente gli a l tri prezzi, e perciò si oppose alle domande di riduzione dei dazi ed alla fissazione dei prezzi massimi — cosa quest’ ultim a molto difficile ed anche in Germania ten ta ta senza risu ltato no tevole. Alla riduzione del dazio si opponevano pure quei commercianti e proprietari di mulini che avevano comprato il grano a prezzi alti. T u ttav ia il 9 ottobre u n a o r d in a n z a Im p e riale aboliva i d a zii d o g a n a li fino a nuovo o r d in e : però ormai il provvedimento era dive nuto molto meno utile, perchè non era più pos sibile provvedersene a ll’estero per l’alto prezzo delle divise e perchè la G erm ania si era già assicurato tu tto il, grano disponibile nei paesi neutri. P er influire sui prezzi occorrerebbero acquisti in massa ed un’organizzazione della
in te se u fficiali con l ’ Ita lia p e r re g o la re q u e sta m a te ria d i po litic a co m m erciale.
A nche d a lla G erm a n ia d o v re b b e ro g iu n g e re d elle m e rc i o r d in a te p rim a dello scoppio d e lla g u e rra : cotone, la n a , m e ta lli che non a rriv a ro n o p e r la p ro ib izio n e d i e sp o rtazio n e p rim a , p e r g li in c a g li d el traffico o ra.
(1) N o n o stan te l a d iffic o ltà d i tra n s ito e la p ro ib iz io n e d i e s p o rta re , d e c re ta ta d a lla R u m e n ia, n e e ra p a ss a to q u alch e poco n e i m e si p re c ed e n ti, m a a l p rin c ip io d ’o tto b re la R um e- a ia p ro ib ì d i nu o v o 1' e sp o rtaz io n e .
distribuzione in modo da escludere gli specula tori, ma di questo il Ministro delle finanze non vuoi saperne.
V. — Il « m o ra to riu m » avrebbe dovuto d u
r a r e due settim ane, con applicazione universale rispetto alle persone chiam ate a prestare ser vizio m ilitare, mentre pei1 1 2 gli altri dilazionava solo il pagam ento delle cam biali, e le obbliga zioni delle banche, senza neppure eccettuarne i fondi necessari pel pagam ento di salarii e m ateria prima. Questa norm a fu invece inclusa il 13 agosto a lla p r im a estensione fino al 3 0 settem b re: esplicitam ente sancì le obbligazioni delle banche a pagare d i.su i conti correnti (1) le somme necessarie a tale scopo. Le banche furono tenute ad operare trapassi di depositi fra i loro clienti, ma non anche fra clienti di altre banche: e gli affitti, i crediti di an n u alità ad istitu ti ipotecarii e casse di risparm io e degli orfani come le rendite ed obbligazioni verso la Croce Rossa e verso lo S tato furono eccet tu a te dal « moratorium » : alcuni sostengono così pure dei premi d’assicurazi.one per m alattie e pensioni.
11 « moratorium » è una m isura generale che abbraccia troppi casi per poter essere sempre opportuna : le cam biali commerciali sono è vero poste in mora, ma in molte delle industrie au striache i rapporti di pagam ento sono così peg giorati che anche in tempi normali, gli indu striali, pur ricevendo il pagamento delle merci vendute, non potevano spesso continuare senza nuove aperture di credito: ora che non ricevono più nemmeno il pagamento delle merci, tanto più hanno bisogno di ricorrere al credito, che è vero credito di consumo.
L ' o r d in a n z a del 2 9 settem bre segnò u n passo verso Vabolizione del « m o ra to riu m », poiché fissò in A u s tr ia Vobbligazione a p a g a re p rim a del 11 ottobre il 2 5 ° /0 dei debiti ca d en ti sotto il « m o ra to riu m », mentre il resto è dilazionato ;i 61 giorni dalla scadenza. Ai debitori più deboli il T ribunale può accordare una dii izione di 61 giorni, anche per il primo 25 °/0, quando dimostrino al giudice che la loro posizione giustifica il rinvio e che il creditore non è danneggiato, e diano garanzia sufficiente. 1 debiti in fe rio ri a 100 corone sono p u r e d i c h ia ra li subito esigibili (2). Dal « m oratorium » vennero eccettuati anche i d iritti ad interessi e restituzioni di capitali in base a cedole ipote carie, le quote di am mortizzazione ed i d iritti di fronte ad istitu ti di prestiti su pegno. Anche le obbligazioni delle banche aum entarono: sui conti correnti le banche dovevano pagare il 3 %
(1) Siccom e l ’a m m in is tra z io n e d e lla p o sta sp ed isce a 125 K r. = M., alcu n e b a n ch e fecero sp ed iz io n e d i d e n aro a i lo ro c o r ris p o n d e n ti b e rlin e si p e r m ezzo d e lla P o sta, facen d o sele accre d ita re c o là ; p erciò l ’ a m m in is tra z io n e d o v e tte rifiu ta re d i sp ed ire le g ro sse som m e ed in g e n erale tu tte le s p ed iz io n i d ire tte a banche.
694 L’ ECONOMISTA Io novembre 1914
al mese, ed ora il 5°/q(2) partendo da un mi nimo di 400 corone, oltre il necessario affinchè i loro clienti possano pagare il 25% delle loro obbligazioni: gli altri istituti di credito sono tenuti solo a quest’ ultim a obbligazioni*, e le Raiffeisenkassen solo a 50 corone al mese. Inol tre debbono restituire il necessario perchè i loro clienti possano pagare le obbligazioni « in cui siano incorsi di fronte allo Stato, comprese le quote a prestiti. » Anche di sui conti correnti degli istitu ti d’assicurazione, e di avvocati, no tai e tribunali, le banche debbono pagare quanto affinchè i loro clienti soddisfino quel 2 5 % delle loro obbligazioni.
Invece rispetto, ai depositi a risparm io, ban che e casse di risparm io — prim a tenute solo a pa gare un minimo di 200 corone (100 gli a ltri istituti e 5 le R:\iffeisentrassen), ora debbono restitu ire il 5 7 S dei depositi, quali erano al .mo mento della g u erra (2 % gli altri istituti, niente le Raiffeisenkassen): sui libretti di oltre 2000 corone dovranno pure pagare il 2 0 % quando ciò sia necessario per pagare imposte e tasse pubbliche ed a ltri « diritti dello Stato ».
VI. — il « m oratorium » era stato proclamato
con le stesse norme in A ustria edili Ungheria, ma poi il parallellism ò cessò perchè riprese « quella sfiducia che fa vedere in ogni decreto dell’A ustria,la possibilità, se non proprio lo scopo di danneggiare l’U ngheria (1) ». Del resto anche le condizioni economiche sono differenti. L’orga nizzazione creditizia ungherese è più bisognosa di protezione che non quella austriaca: le casse di risparm io non vi hanno scopo di u tilità ge nerale ma sono banche e molto speculative, e come le Hypochekenbanken danno credito per investim enti e per esercizio agrario, ma in forma cam biaria personale, mediante successivi rinnovi. Le grandi Banche di Budapest non si diffusero nelle provinole con delle succursali ma cerca rono di acquistare influenza in istitu ti provin ciali che riscontano nella capitale le cam biali, di uso maggiore che n ell’Austria in quanto ser vono allo scàmbio di capitali tra provincia e Budapest (2). Le grandi banche alla loro volta riscontano alla Banca A. U. che normalmente ha maggior parte del portafoglio di origine unghe rese che au striaca: forse perchè le banche a u striache sono più numerose e forti; quindi meno debbono riscontare. L e ultim e n o n n e del « mo- ratorrurn » per l'U n g h e ria non im pongono il (l)
(l) Si d isse p e r tu te la re i p icco li c o m m e rc ian ti ed in d u s tria li, g iu sta m e n te p en san d o che la rip re s a dei p a g am en ti d ev e co m in ciare d a g li u ltim i co n su m a to ri, i q u a li pag an o i m e d ii co m m ercian ti, ch e a lor v o lta deb b o n o p a g are i g ra n d i. È v ero però che ta lo ra i co m m ercian ti non riescono a fa rsi p a g a re d a i b e n e sta n ti, m e n tre m eglio lo possono d a i po v eri ch e o ra soffrono d i più. e sono p iù esp o sti allo sfru tta m e n to . P e r q u esto la c o n se rv a z io n e d e l « m o ra to riu m » è o ra d e sid e ra ta d a i d e tta g lia n ti e piccoli in d u s tria li, che h anno u n a p a rte d e i lo ro c lie n ti ric h ia m a ti e u n a p a rte col re d d ito d im in u ito , m e n tre da p rin c ip io e ra n o e ssi a la g n a rse n e d i p iù . V ic ev e rsa i g ra n d h in d u s tria li e co m m e rc ian ti lo d e sid e ra ro n o p rim a, m e n tre o ra m o stra n o di ten d ere a l rito rn o d e llo stato norm ale.
Cfr- D ie neue M oratorium verordnung. Op. c it. 10 oct. 1914, S. 17.
(l) Ofr. Des Ungarische M oratorium . O p. cit. 17 o tto b re 1914 S. 33.
(2Ì B enché in g ra n p a rte .l’eco n o m ia d e lla popolazione sia a g ric o la e q u in d i soffra m eno d e ll’ in d u s tria , m o lti ag rico lto ri sono so tto le a rm i, ed l ’a g rie o ltu ra u n g h e re se è p iù « b assa » d i q u e lla a u stria c a , q u in d i ta n to p iù biso g n o sa d i credito.
1 p agam ento dèi 2 5 % delle obbligazioni, quindi il portafoglio della Banca A. U. non sarà alle- gerito che per la parte proporzionatam ente mi nore. L’Ungheria di fronte all’A ustria è ancora un paese economicamente debitore per prodotti industriali (1), sicché accade che l’industriale a u striaco che ha venduto in U ngheria è tenuto a pagare i suoi debiti, mentre non può pretendere il saldo di quanto vendette in U ngheria: ed i commercianti qui anche se volessero pagarlo non 10 possono perchè le banche ungheresi sono ora tenute a pagare solo 200 corone sui libretti fino a 2000, e 200 corone al mese per quelli al di là di tale somma, senza distinguere fra depositi a risparm io e conti correnti.
In A ustria i c o n tra tti'b ila te ra li non sono toc cati dalla g u erra e non si possono modificare con deliberazione u n ilaterale: in-U ngheria in vece il contraente con debito di ’danaro per un patto, anteriore alla guerra, non può pretendere l’esecuzione dall’altro contraente che e tenuto ad una prestazione non m onetaria,quando egli stesso non abbia eseguito la sua. Scopo di questa norma è impedire Bacca inalarsi-di crediti eccezional mente alti in un am biente economico — l’Un gherese -- dove anche i contralti per merci si ba sano sul credito. La norma « il commerciali te che si fosse obbligato a d a ti acquisti, pub r i tr a r s i d a l contratto q u a n d o il fo rn ito re esiga 11 p a g a m en to a co n ta n ti » g l’industriali au striaci dicono che è stata fatta a, loro danno, ma in parte la provocarono essi stessi, perchè allò scoppio della g uerra volevano imporre ai commercianti ungheresi l’accettazione delle merci che erano state antecedentem ente contrattate, mentre poi quando videro le difficoltà d’ottenere le m aterie prime ed i prezzi salirono, chiedevano la risoluzione dei contratti. Ora però gl’ indu striali austriaci vengono abbandonati alla vo lontà dei commercianti ungheresi, rispetto a l l’acquisto e pagamento della merce, ed anche le norme processuali accrescono le loro difficoltà che i procedimenti eventuali dovranno avvenire nei luogo di pagamento delle cam biali, anziché in quello della spedizione delle Iatture.
VII. — Il fin a n zia m e n to della g u e r r a av venne finora senza emissioni di prèstiti (2) e quanto abbia dato alio Stato la B a n c a A u stro - U ngarica non si sa perchè non pubblicò più alcun bilanciò (3). Si ebbero i dati solo della Cassa postale di risparm io: lo scambio di che ques da 1704 milioni di corone entrate e 1725 uscite nel luglio cadde rispettivam ente a 960 e 876 in agosto. Durante il luglio l’aum ento dei trasferim enti fu eccezionalmente alto — 3429 mi lioni, cioè 311 più che nel mese precedente e (1) L ’in d u s tra liz z a z io n e d e ll’U n g h e ria m ed ian te la s e p a ra zione d o g an ale che fa sì le d ue p a rti d e ll’im p e ro si conside rin o l ’im a l ’altra, eco nom icam ente com e « e ste ra », a v v e n n e tu tta v ia m ed ian te c a p ita li a u s tr ia c i : ed a n c h e i tito li d i S tato c erca ro n o spesso co llocam ento s u i m e rc a to v ie n n e se .
(2) P u ò d a rs i ne s ia p re a n n u n z io la n o rm a d e ll’o rd in a n z a 1 u ltim a m odificatrice del m o ra to riu m , che fìssa l ’o b b lig o d elle j b an ch e a p ag are d i s u i co n ti c o rre n ti e d e p o siti a risp a rm io ! q u a n to occorre p e r im p o ste , ta ss e ed « a ltre o b b lig a z io n i d i ! fro n te allo S ta to , co m p rese q u o te d i p re s titi ».
1° novembre 1914 L’ ECONOMISTA 695
dipende da necessità della guerra. Nei depositi a risparm iò la cassa pagò senza valersi del « mo- ratorium » : il saldo dei depositi a risparm io diminuì di 10,4 milioni entro l’agosto e in set tem bre le nuove entrate furono ancora di otto milioni inferiori alle uscite; però in Boemia, Mo rav ia, Dalmazia, Istria e T rieste — a popola zione prevalentem ente slava — i ritiri furono 3-4 volte m aggiori dei nuovi depositi, mentre nella Galizia accadeva il contrario (!). Causa di questi nuovi depositi, fu il fatto che i privati che avevano ritira to danaro dalle banche ordi narie, li portarono poi alla Cassa postale che non faceva uso del « moratorium ». ¡1 movimento degli chèqnes tornò all’altezza normale, ma il numero minore durante il mese di settem bre e poiché il movimento principale avvenne nella sede centrale lo si attribuisce ai pagam enti del l’am m inistrazione dell’esercito per cavalli, v i veri, ecc. (1).
Quando si v errà a ll’emissione di un prestito di g u erra se ne può prevedere un tasso mollo elevato, perchè i 60 milioni dèi prestito per la Bosnia collocati in Germania, lo furono al corso di 96 e all’ interesse del 5 °/0; e 375 milioni di Boni del tesoro quindècennali, furono emessi il 2 marzo al corso di 96 e all’ interesse del 4 */2 (il Con sorzio li assunse a 95, quindi realizzò un tasso d’interesse del 5 e 4 °/0) : sono questi tassi esor bitanti, per un periodo tu tt’altro che breve, e pagati in un momento in cui sul mercato il tasso era assai basso. Anche le condizioni del bilancio sono t u t t ’altro che rosee; quello per l’ U ngheria rinunciò a tu tti i promessi stanziam enti per la vori ferroviari ecc., ed escluse le spese straordi narie per l ’esercito, tu tta v ia dovette segnare tra le entrate 295 milioni da ottenersi con un pre stito (nel 1913 erano siati 219 milioni). 11 bi lancio dell’A ustria aum entò unicamente le spese per l’esercito, mentre ridusse fortem ente tu tte le altre, ma tu tta v ia dovette prelim inare rem is sione di 307 milioni di R endita per convertire dei Boni del tesoro m aturanti, e 271 milioni per investim enti e spese per l’esercito e la. m arina.
Vi n c e n z o Po r r i.
R1YI5TA BIBLIOQRflflCfl
G a sto n R o u lle a u . — L es R eglem ents p a r ef-fets de com m erce en F rance et à l ’e tr a n - ger. P aris, Dubreuil, 1914, pag. 200, fr. 7,50. Quest’opera contiene il primo studio statistico completo sugli effetti di commercio che sia mai stato compiuto. Le informazioni che si possedeva no fino a qui su questo soggetto, suscettibili di in teressare ad un tempo i banchieri, i commer cianti, gli industriali e gli economisti, erano poco numerose e sparse in pubblicazioni talv o lta poco accessibili. L’autore le ha coordinate e comple tate con delle ricerche personali sull’ im portanza e la composizione della massa degli effetti cir colanti in Francia, sulle loro scadenze, sulla loro ripartizione geografica, il loro sconto presso le
(1) C fr. D ie P ostsparhasse im K rie g e , Op. cit.
banche, i tassi di sconto, le spese di incasso, i protesti, ecc, Il valore di questi dati assai im portanti, tra tti dalle fonti piìi sincere e ricon dotti a dei periodi che oltrapassano sovente un secolo, insieme al commento di ordine economico fiscale e tecnico che li coordina, è stato consa crato dalla Società d i S ta tistica di P a rig i, che ha assegnato a quest’opera il suo premio trien nale Emile Morcet, in seguito ad un lusinghiero rapporto di F ernand Faure, professore di s ta ti stica alla facoltà di diritto di Parigi.
Una parte im portante dell’opera è consacrata allo studio' degli effetti di commercio in una ventina di paesi esteri e nelle colonie francesi e con paragoni internazionali che illuminano i con fronti delle cifre, evitando ogni falsa interpre tazione.
G a e ta n o S am g io rg io — I l Commercio del M ondo. Milano, fioepli, pag. 260, L. 9. L ’opera del Sangiorgio è sempre di a ttu a lità ed offre, specialmente nel momento presente, un largo campo di ricerca sulla formazione delle correnti dei traffici.
Si divide in 19 sguardi nei quali sono esam i nate le vicende commerciali, dal lato storico del M editerraneo,.degli Spaglinoli e Portoghesi, dei Francesi e Belgi, degli Olandesi, degli Inglesi, ai quali l’autore dedica, come è naturale, mag giore copia di ricerca, degli Svizzeri, Tedeschi e Scandinavi, dei Russi, A ustro-U ngarici e B al canici, degli Asiatici, degli S ta ti Uniti, dei L a tini d’America, dell’Africa.
Al commercio degli italian i sono dedicati gli ultim i due sguardi nei quali una volta di più si rivelano la v asta dottrina dell’autore e le sue talv o lta originali considerazioni.
La [iniziazione iella Somalia Italiana.
Nel bollettino del M inistero delle Colonie tro viamo una lunga relazione circa l’esperimento della concessione di poderi a fam iglie coloniche nel Benadir.
Stante le prime difficoltà per la coltivazione dei terreni e l’allevam ento del bestiam e, il Go vernatore riunì le q u attro famiglie, coloniche venute dall’ Italia in unica Azienda sperim en tale la quale fu costituita a Genale nel 1912 ed ora va assumendo il suo regolare assetto.
Sarebbe sem brato conveniente da principio costituire l’Azienda sul Giuba. Infatti colà si erano iniziate le prime intraprese agricole e l’Azienda avrebbe potuto esercitarvi opera di assistenza tecnica e u tilità con la propaganda sperim entale.
696 L’ ECONOMISTA I o novem bre 1914
sarebbe risu lta ta troppo costosa data la grande pendenza da superare, mentre nella zona del medio Scebeli per cinque mesi dell’anno sono possibili le derivazioni dirette d’acqua.
Sulla riv a dell’ Uebi Scebeli sorge il fabbri cato coiiteuente il macchinario per sopraelevare l’acqua irrigua.
L’acqua irrig u a è provveduta direttam ente durante le piene del fiume per circa 5 mesi del - l’anno e l ’opera di presa rende possibile in tale epoca la derivazione di uno, due e più metri cubi al secondo (in relazione al pelo di piena) col vantaggio di poter rapidam ente perm ettere le irrigazioni e di ridurre al minimo il bisogno d’acqua durante il periodo di magra estiva (giugno-agosto). Al sopraelevamento in tale epo ca provvedono tre centrifughe azionate da mo tore a petrolio e capaci di erogare complessiva mente 400 litri d’acqua al secondo.
*
# #
Altro accampamento è destinato al personale indigeno fisso ed è costituito da 20 capanne indigene. Annesso a questo si h a il cantiere per la fabbricazione dei m attoni con una fornace a nove capannoni.
Sul principio del 1914 si procedè ad un som mario livellam ento del terreno e alla sistem a zione dei canali prim ari che si allacciano a valle in un canale collettore destinato a raccogliere
le colature e l’acqua che filtra durante le piene dell’ Uebi, nel canale che corre più prossimo ad esso. Le acque di scolo vengono condotte dal collettore in un vecchio ramo di fiume ora
asciutto — il F a r Goba — che servirà così da
bacino di scolo. Per eventuali bisogni avvenire il canale collettore potrà servire quale canale portere per l’ irrigazione dei terreni a valle.
# # #
I ponti* e ponti-sifoni sui canali vengono co stru iti parte con tubi in cemento e parte con spalle in mattoni e volta in cemento arm ato.
Allo scopo di studiare le possibili utilizzazioni del vento, un aereomotore è destinato ad azio nare una sega circolare, un molino ed uno sg ra natoio per granturco. U na to rre tta m etallica è destinata a un piccolo osservatorio metereologico.
Le coltivazioni sperim entali ocupauo ora circa 7 e tta ri e furono a ttu a e derivando l’ acqua dello Scebeli all’ uso indigeno in occasione di piene. Per i vivai da qualche tempo provvede nelle epo che di m agra l’aeromotore.
I lavori da compiere non permisero per il pas sato una sperimentazione agricola ben discipli nata e sv ariata, tanto più che la massima a tten zione doveva portarsi sulle colture che più logi camente sem bra debbano costituire per ora la base economica dell’im presa agricola nel Be- nadir.
Riscossioni dello Stato a tutto il mese di settembre 1914
R I S C O S S I O N I Accertarli. provvisorio 1913-14 1914-15 1913-14 Differenze Previsione 1914-15 Rei. Giunta)
Tasse sugli affari : (Migliaia di lire)
Successioni . . ... 49.011 12.124 12.620
__
496 50.000M a n i m o r t e ... 5.974 2.606 2.597 + 9 5.800
R e g i s t r o ... 94.641 18.449 21.620 — 3.171 94.000
Bollo... 81.621 16.835 19.566 — 2.731 82.000
Surrogaz. registro e b o llo ... 28.699 10.831 10.865 — 34 28.500
I p o t e c h e ... 11.092 2.303 2.589 — 286 11.200
Concessioni g o v e rn a tiv e ... 14.137 4.187 4.431 — 344 14.000
Velocipedi, motocicli, autom obili... 7.246 510 361 + 149 7.000
292.421 67.745 74.649 — 6.904 3 292.500
Tasse di consumo :
T assa fabbricazione s p ir iti ... 42.754 6.158 8.301
__
2.143 50.000Tassa fabbricazione zu c c h e ro ... 139.334 22.878 32.551
__
9.673 139.000A ltre tasse di f a b b r ic a z io n e ... 47.514 10.034 10.233
_
199 47.480Dogane e diritti m arittim i (escluso dazio
grano e zucchero) . . - ... 257.984 42.693 55.653
—
12.960 259.000Dazio sullo z u c c h e ro ... 921 120 478
—
358 1 . 0 0 0Dazi interni di consumo (esclusi Napoli e
R o m a ) ... 48.639 12.133 12.113 + 20 48.500
Dazio consumo di Napoli . . . 14.117 3.110 3.062 48 13.500
Dazio consumo di Roma... 21.267 4.277 4.379 + 102 21.124
1° novem bre 1914 L' ECONOMISTA 697 Privative : Tabacchi . . . . ■ ... . . 349.812 92.981 85.740 + 7.241 365.000 S a l i ... . . 90.202 21.756 22.500 — 744 90.000 L o t t o ... . . 107.228 25.947 26.775 — 828 107.000 547.242 140.684 135.015 + 5.669 562.000 Imposte dirette :
Fondi r u s tic i... . . 81.647 13.596 13.631 — 35 81.840
F a b b ric a ti... . . 112.854 18.881 18.103 + 778 113.500
Ricchezza mobile per ruoli. . . . . . . 260.261 43.861 41.389 + 2.472 258.000
» » per rite n u ta . . . . . 83.707 10.449 12.327 — 1.878 84.000 538.469 86.787 85.450 f 1.337 537.340 Servizi pubblici : Poste . . , . . . . . 126.250 28.519 30:638 2.119 126.000 T e l e g r a f i ... . . 27.054 7.563 6.917 + 646 27.000 T e l e f o n i ... . . 16.875 4.204 4.116 + 88 17.000 170.179 40.286 41.671 — 1.385 170.000
TOTALE (escluso dazio sul grano) . . . . 2.120.841 436.-959 463^501 26.542 2.141.444
Grano-Dazio d’importazione . . . . . . 83.569 12.426 15.721 ; — 3.295 84.000
Addizionale t e r r e m o t o ... . . 18.516 2.821 3.836 — 1.015 —
La diminuzione dei proventi si è resa più sen sibile. durante il settem bre, secondo mese della guerra, in fatti:
nel luglio, agosto e settem bre dell’eserci zio 1914-1915 si introitarono, escluso il dazio sul grano, L. 436.959.000 contro 463.501.000 nel 1° tr i mestre 1913-1914 con una diminuzione di 26 mi lioni e mezzo.
Il maggior contributo alla diminuzione dei pro venti è dato dalle tasse d i consum o cosi per la mom entanea stasi nella fabbricazione degli zuc cheri, per la chiusura dei mercati esteri (perciò il Governo autorizzò alcune esportazioni di zuc chero, quali quelle per l’ In g h ilterra fino a 500.000 quintali) come per la dim inuita importazione di prodotti esteri soggetti al dazio doganale.
P e r circa sette milioni è dim inuito il prodotto
Le banche rumene nel 1913.
La Direzione Generale degli affari commerciali al Ministero degii esteri pubblica i seguenti dati sul bilancio delle banche rumene, raccolti dalla R. Lega zione di Bukarest.
Ecco un quadro comparativo del capitale, dei fondi di riserva e dei benefici netti delle banche rumene per gli anni 1912 e 1913 in milioni di franchi.
C ap itale R ise rv e U tile n e tto 1912 1913 1912 1913 1912 1913 Banca Romaneasca 26,25 26,25 1,23 2,06 1,47 1,90 » Marmorosch 15 — 20— 7,37 12,85 2,91 3,58 » di Credito 10— 2 0 — 3,50 8,98 2 — 2,67 » Agricola 12— 18,5 5,37 9,18 1,66 2,73 » Generale 12,50 12— 2,80 4 - 1,64 2,31 » Commerciale 12— 11 — 0,60 0,71 1,04 1,42 » di Sconto 7 — 10 - 0,66 1,73 0,64 0,94
delle tasse sugli affari, conseguenza della grave crisi derivante dalla g u erra.
Anche ie poste resero óltre due milioni di meno per l ’interruzione dei servizi postali con i paesi in g u e rra : aum entarono invecei teleg ra fi per 646 mila lire ed i telefoni per 88 m ila lire, onde la diminuzione complessiva del cespite se rv izi po sta li si riduce a L. 1.285 mila.
In aumento sono solamente le d u e categorie: p riv a tiv e con circa 6 milioni in più fra il t r i mestre 1914 e il trim estre 1913 e le im poste di re tte con L. 1.337.000.
Il dazio del grano rese nel trim estre oltre tre milioni in meno.
L a situazione è meno grave di quanto sarebbe da aspettarsi, d ata la crisi che l’ Europa a ttr a versa. » of Romania 6,50 6,50 — — 9,62 1,65 » di Commercio 5 — 5 — 2,41 2,82 0,80 1 — » Ilfov 3 — 3 - 0,16 0,28 0.46 0,33 . * * *
Facendo astrazione* dall’aggio ricavato dalle banche che hanno aumentato i loro capitali, a causa delle emis sioni a un corso più elevato delle nuove azioni, si constata che tutte le istituzioni finanziarie enume rate più su anno potuto aumentare il loro fondo di riserva in seguito agli utili dell’anno 1913. Così pure gli utili netti del 1913 sono mggiori di quelli del l'anno precedente ad eccezione della Banca d’Ilfov, che ha potuto tuttavia pagare lo stesso dividendo ohe nel 1912.
698 L'ECONOMISTA I o novembre 1914
e C., nella Banca Generale, nella Banca Generale Ro mena e nella Banca di Sconto.
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* Hi.
Se si confrontano i capitali e le riserve di cui di spongono ora tutte queste banche, con quelli del 1912, si ha la seguente situazione sempre in milioni di franchi : C ap itale e rise rv e 1912 1913 Banca Romena 27,48 28,31 » Marmòrosch Blank e C. 22,37 32,85 >5 di Credito Romeno 13,50 28,98 » Agricola 17,37 27,68 » Generale Romena 15,30 19 — » Commerciale 12,06 12,71 » di Sconto 7,66 11,73 » of Romania 6,50 6,50 » di Comme.rcio di Craiova .7,41 7,86 » di Iifov 3,16 3,28 Totale 132,81 178,86
I capitali e le riserve sono’ aumentati soltanto nel 1913, di più dì 46 milioni di franchi, rappresentanti un po’ più del 35 °/0•
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Egualmente eloquente é la comparazione degli utili netti ricavati da queste banche nel 1913 in rapporto al 1912. Eccone uu quadro, in milioni di franchi:
U tile netto 1912. 1913 Banca Romena 1,47 1,95 » Marmorosch. Blank e C. 2,91 3,58 » di Credito Romeno 2 — 2,67 » Agricola 1.66 2,73 » Generale Romena 1,64 2.31 » Commerciale 1,04 ■ ,42 » di Scorno 0.64 0.94 » - of Romania 0,62 0,65 » Commerciale di Craiova 0,80 1 — » llfov 0.46 0,33 Totale 13,24 17,53
scadenza, quali quelli dei Buoni del Tesoro conclusi durante le ultime due guerre.
Il bilancio per l’esercizio così in lire: Spese O rd in a rie 220.035.922 S trao d in arie 184.763.590 A m m o rtizz a m . 180.087.207 T o tale 584.886.719 1914 si presenta dunque E n tra te O rd in a rie »24.198.027 S tra o rd in a rie 8.263.301 P r e s titi 281.005.227 T o tale 513.465.555
Ossia un deficit di 71.420.164 lire, al quale bisogna aggiungere i deficit« degli esercizi 1912-1913 che si elevano a circa 106 milioni,
Il deficit totale che il bilancio del 1914 deve col mare è dunque di 177 milioni, che sarà coperto dal prestito di 500 milioni.
Ma i crediti iscritti al bilancio del 1914 non rispon dono a tutti i bisogni 'dell'avvenire e il Ministro delle Finanze crede che uu nuovo prestito di 400 milioni sarà necessario.
Infatti una spesa di 60 milioni è prevista per una nuova dreadnought tipo Lorraine; altri 60 milioni sono previsti peri l'acquislo di due altre corazzate; le nuove vie ferrate assorbiranno 116.200.500 lire ed i grandi lavori pubblici 85 milioni.
Per far fronte a queste spese il Ministro propose di versare alla Casa di Difesa Nazionale il decimo degli introiti doganali e di creare un fondo per la cassa della flotta a mezzo di una nuova imposta sulle successioni.
Il debito pubblico che assorbiva nel 1912 lire 36.913.523 nel 1914 raggiungerà !.. 52.777.467.
Il bilancio ordinario della guerra, quando sarà ap plicala la nuova organizzazione raggiungerà in tempo di pace la cifra di 52 milioni. L’istruzione delle tre classi di riservisti nelle nuove provinole richiederà circa 9 milioni nel 1914.
1 crediti del bilancio ordinario della Marina rag giungono 22.125.000 lire contro 2.801.000 nel 1912.
Gli utili netti del 1913 sono dunque stati di 4,29 milioni di franchi maggiori che nel 1913, rappresen tando un aumento di circa il 35 */0 il che significa che i guadagni sono cresciuti quasi nella stessa pro porzione dei capitali e delle riserve.
F I N A N Z E DI STATO.
Il bilancio della Grecia per II 1914. — Il nuovo bilancio della Grecia quest’anno ha una significazione particolare, perchè è il primo anno, nel quale ri guarda la Grecia ingrandita. E’ un bilancio tempe rando, perchè non si è potuto assimilare le spese e le entrate della Vecchia e della Nuova Grecia.
11 Ministro delle Finanze ha „distinto degli introiti che provengono dai prestiti e che devono coprire i bisogni straordinari dello Stato.
Per il bilancio considerato, che le spese ordinarie per la Vecchia Grecia sono di 196.028 000 lire e 24.007.000 lire per le nuove provincie, ossia un to tale di 220.035.000 lire. Gli introiti ordinari per la veochia Grecia sono di 138.334.000 lire e per le nuove provincie di L. 85.964.000 ossia un totale di 224.198.000- lire.
Le spese straordinarie sono valutate a 184.763.590 lire e le entrate straordinarie 8.263.301 lire.
D’altra parte il prodotto netto dei prestiti realiz zati è elevato a 281.005.227 lire di cui 180.017.207 lire sono servite ad ammortizzare i prestiti a breve
Consumo dello zucchero per l’ Inghilterra. —
L’Inghilterra è grande consumatrice di zucchero non solo in natura, ma per la fabbricazione dei suoi jams (conserve) che esercita su vasta scala, ed è tributaria dell’Estero per questo prodotto in grandissima pro porzione.
Nel 1913 le importazioni dello zucchero ascesero in Inghilterra: P ro v e n ie n z a R affinato N on T o ta li Cwts Cwts Cwts Germania 9.300.000 9.400,000 18.700.000 Austria-Ungheria 4.000.000 3.200.000 7.200.000 13.300.000 12.600.000 25.900.000
Riman. del mondo 5.100.000 8.300.ÓOO 13.400.000
Totale 18.400.000 20.900.000 39.300.000
Il Gwt (10 libbre inglesi) è pari a kg. 50.800. La maggior parte quindi dello zucchero importato nel 1913 di 20.900 cwts sul totale di 39.300.000 pro veniva esclusivamente dai due Stati attualmente ne mici.
Di fronte alla deficienza che si verificherà natu ralmente per l’attuale stato di guerra, il Governo in glese ha nominato una Commissione dello zucchero incaricata appunto di studiare la questione.
1“ novombre 1914 L'ECONOMISTA 699
La produzione dell’oro nell’In d ia inglese. — La produzione delle miniere aurifere dell'India, durante il primo semestre 1914 ha raggiunto 293.577 once invece di 289-991 once durante i primi sei mesi del 1913. Ecco le cifre comparative della produzione men sile per il primo semestre degli ultimi due anni:
li) 13 1914 (in once) Gennaio 48.514 49.523 Febbraio 46.401 47.566 Marzo 48.645 49.193 Aprile 49.027 48.512 Maggio 48.860 49.495 G i u g n o 48.544 49.288 Totali 289.991 293.577
La produzione era di 287.619 once nel primo se mestre 1912, di 280.954 durante il primo semestre 1911 e di 279.458 durante il primo semestre 1910.
Comm ercio e navigazione della T un isia nel 1913
— 1 documenti statistici sul commercio della Tunisia, pubblicati ogni anno a cura delle Direzione generale delle finanze, permettono di costatare che il cammino sempre ascendente del commercio tunisino ha note volmente progredito durante l'anno 1913.
Secondo questi documenti ufficiali, il commercio in generale della Tunisia, importazioni ed esportazioni riunite, ha dato i risultati seguenti:
A nni C om m ercio g e n erale
1900 L. 104.078.433
1910 » 225.898.382
1911 » 265.344.239
1912 » 322.918.283
11 commercio generale più che raddoppiamento dal 1900 al Ì910, aumentando di 121 milioni, dal 1910 al 1913 aumenta ancora di 97 milioni, facendo così più che triplicare le cifre del 1900.
Questo progresso assai rimarchevole lo è ancora più per l'avvenire della Tunisia, quando si considerino le partite rispettive delle importazioni e delle esporta zioni. La maggior parte dei paesi nuovi e Ielle na scenti colonie, sono per molto tempo importatrici per sovvenire ai primi bisogni del loro sviluppo mate riale ed il bilanciò del commercio è loro sfavorevole. La Tunisia sembra essere uscita definitivamente da queste difficoltà..
Le sue esportazioni sono superiori alle importazioni. Si fu nel 1907 che ciò potè constatarsi per la prima volta, come risulta dai dati seguenti:
A nni Im p o rta z io n i E s p o rta z io n i
1910 L. 105.497.298 120.401.084
1911 » 121.683.425 1-43.660.814
1912 » 156.293.999 154.655.189
1913 » 144.254.678 178.663.905
Totali L. 527.729.400 597.380.692
Ciò è do\luto allo sviluppo di tutti i rami dell'attività commerciale, industriale, mineraria e agricola e alla estensione dei lavori pubblici che permettono la messa in valore di regioni ieri ancora incolte.
Le reti ferroviarie avevano alla fine deU'aiino 1912 una lunghezza di 1656 chilometri che si sono legger mente accresciuti nel 1913 in seguito all’apertura delle linee di Mateur, e Béià e a Nefzas, da Matlaoui a Tozeur senza contare le nuove linee tra Béjà-Nebeur, Graiba- Gabes, ecc., che sono in costruzione e che fra non molto saranno aperte al pubblico.
Le vie carrozzabili, che a fine dicembre 1912 ave vano una estensione di 4000 km., sono oggi pure in notevole progresso.
11 movimento della navigazione nei grandi porti è pure interessante, Esso dimostra l’attività generale di tutta la Reggenza.
Arrivi e partenze riuniti: F o rti N.° b a stim . T o n n . m e rc i P a s se g g e ri Tunisi-Goletta 4.526 1.602.672 99.670 Sfax 5.055 1.398.058 15.934 Susa 2.037 296.958 4,087 Biserta 1.433 178.192 13.497
I due grandi porti della Tunisia: Tunisi e Sfax hanno un traffico largamente superiore ad un milione di ton nellate, ciò che giustifica le continue domande del commercio che reclamano l'Ingrandimento dei porti e l’allungamento delle banchine.
Una tale prosperità commerciale non è dovuta ai soli sforzi deH'Ammiiiistrazione e alla creazione di grandi lavori pubblici; essa è dovuta maggiormente all'attività e all’iniziativa della colonia, alla quale le grandi Banche francesi non hanno avuto paura di affidare i loro capitali, come è dimostrato dalle mol teplici agenzie che si sono stabilite in tutte ie città della Reggenza.
Com m ercio d ’ Italia nel Brasile. — L’anno 1913 è stato .un anno di regresso nel movimento commer ciale di Victoria a paragone degli anni precedenti.
Nel 1912 furono esportati da questa città per via di mare merci pel valore ufficiale di 32.589 contos di reis. (11 conto dei reis equivale oggi a circa lire It. 1.700). Nel 1913, sebbene le statistiche non siano fino ad oggi complete, si ha che l'esportazione da Victoria non su però il valore di 12.759 contos.
Esanimando le singole merci importate dallTtalia, via Lisbona su navi tedesche, troviamo il vermouth per reis 6.780 000, quasi il doppio dell’anno prece dente, il vino per reis 1.334.160 press’a poco e come nel 1912, gli amari o Bitter per reis 1.140.000, molto meno del passato, l’olio di cotone per reis 2.457.000, il triplo del 1912, T olio di oliva per solo reis 23.200, il formaggio per reis 10.448.960, un settecenlomila reis, più dell’anno anteriore, la mortadella per reis 240.000, i cappelli di paglia per reis 2.583.600 contro 1.515.200 del 1912. Questi sono gli articoli principali ohe s'im portano de tempo e vili“ vanno più o meno aumen tando lo smercio. L’olio di oliva, come il vino, viene anche in trasbordo da Rio de Janeiro, ma non regge alla concorrenza dei prodotti similari portoghesi che sono più a buon mercato, perchè di qualità inferiore, ina adatti al gusto locale.
Altre merci venute direttamente qui d’Italia nel 1913 furono: tessuti di teta cruda per reis 676.700; nastri di cotone semplici per reis 1.377.000; stoffa di casi- mirra per reis 126.000; tessuti di cotone 87.440, una macchina per misurare tessuti per 900.000. Furono poi introdotti i seguenti generi medicinali: cremore cii tàr taro per reis 207.000; foglie medicinali non specificate per reis 102.880: manna per reis 97.280; pillole di varie qualità per reis 1.512.000; bicarborato di soda per reis 61.240; magnesia calcinata per reis 175.560.
Altri generi d’importazione nuova furono : cartaria scrivere per 1.105.300; libri di lettura per reis 150.000; profumi per 801.222; pipe per fumare par reis 123.000; apparecchio elettrico per 16.000; una campana di bronzo del valore di reis 224.000; lavori in legno per reis 159.000; asbesto per reis 8.563.000; vetri smeri gliati per reis 250.800; chiodi di zingo per 69.000 e di rame per reis 138.000.