NOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L ESCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XI - Voi. XV
Domenica 25 Maggio 1884
N. 525
LE OBBIEZIONI AI CONTRATTI
p er l ’ ese r c iz io fe r r o v ia r io
La prim a battaglia che ebbe luogo nelle colonne della stam pa e nelle aule parlam entari sulle co n v en zioni per l’esercizio ferroviario, fu senza dubbio v i vace in modo oltrem odo. Nella nom ina della C om missione che doveva esam inare il progetto di legge, i partiti politici trovarono ragione di concentrare tutte le loro forze e tentare una vigorosa azione. E le discussioni che si fecero sui giornali ed agli u f fici furono im prontate a tutta la forza della passione politica.
Ci duole assai dover continuare nei nostri lam enti, m a pare a noi che sia utile cosa non nascondere la v e rità. La discussione diede più che altro prova pale se della scarsa conoscenza che la m aggior parte aveva dell’argom ento. Da un lato vedem m o arditam ente so stenute le più strane e più ingiuste obiezioni che sem bravano p artire piuttosto dalla lettura superfi ciale dei contratti e capitolati, che dallo studio di essi. D all’altra le difese furono fiacche e talvolta ba sate sull’erro re . E dire che, pre aver tem po di stu diare il com plesso problem a, gli onorevoli deputati dom andarono otto giorni di tempo t
C om unque sia la prim a prova è term inata e gli uffici nom inavano com m issari gli onorevoli Seism it- Doda, Maffi, C orrenti, B uttini, Giolitti, V acchelli, Di R udinì, Z anardelli, Tajani, Colaianni, Cavalletto, Ba- razzuoli, L aporta, Di S in Giuliano, B accarini, Cu- rioni, E rcole e C orvetto; la Com m issione si è già raccolta ed ha nom inato presidente I’ on. Laporta segretari gli on. Buttini e San G iuliano.
Ora spetta a questa Com m issione il compito di uno studio serio, accurato, profondo dei contratti proposti, il quale dica al paese ed alla Cam era con autorevole voce se o m eno fossero attendibili quelle affermazioni che alcuni uom ini, i quali per fama e per posizione sono stimati dalla generalità, si lascia rono sfuggire. Ora non basta più d ire delle frasi ; afferm are che le convenzioni presentate sono la r o vina econom ica del paese ed il trionfo del capitali sm o ; bisogna provarlo, e bisogna anche dim o strar con buone ragioni che, date le condizioni dei paese nostro, dati i principi! generali a cui il Parlam ento con solenni discussioni e votazioni diede sanzione, si potevano ottenere patti migliori assai degli stipulati ; bisogna provar com e lasciando l’esercizio delle nostre linee in m ano dello Stato si avrebbero conseguiti quegli utili finanziari ed econom ici che fino ad oggi si sono prom essi, ma non si sono ottenuti.
Noi abbiam o già avuto occasione di esprim ere il p arere che le convenzioni stipulate dnll’on. G enala colle Società esercenti sono m igliori di quante fino ad oggi furono presentate tra noi e fuori alla di scussione dei pubblici poteri. Riesce senza dubbio facile agli oppositori dim ostrare che in altri paesi si potrebbero ottenere condizioni più utili per lo Stato, ma essi, in generale, non tengono conto delle circostanze speciali che m odificano'in Italia la situa zione, e perciò discutono piuttosto sull’ astratto che sul concreto. Ad esem pio taluni m isero innanzi il pericolo che avrebbe potuto n ascere dalla costituzione in Italia di due Società esercenti 6 mila chilom etri di ferrovie, m entre vari sono gli esem pi in E u ropa di Società che raggiungono tale sviluppo ch ilo m e trico della loro rete. E non vi ha dubbio che sim ile obbiezione, posta innanzi senza il corredo di altri ele m enti può fornire ragione a serie riflessioni ed a dom andare se non sia p er avventura im prudente che 10 Stato contribuisca alla form azione di così potenti Società. P erò quando si rifletta bene in che consista la potenza di una Società ferro v iaria, si viene subito a concludere che non è lo sviluppo chilom etrico quello che può dare l’elem ento unico,od essenziale della po tenzialità e della influenza di una Società esercente le ferrovie di un paese. Vi sono ben altri fattori di cui deve esser tenuto calcolo, e sopratutto la m aggiore o m inore entità del traffico. Ora egli è ben vero che fra dieci o quindici anni, tanto la rete A driatica che la M editerranea avranno un esercizio di beu 6 mila chilom etri, ma questi seim ila chilo m etri non avranno altro prodotto lordo che 21 mila lire per chilom etro in m edia, m entre il traffico delle reti di altri paesi raggiunge già e per alcune supera ltì 45 mi In li-CA int marito ol D™ ,T4iAoln fatto, che dai più viene trascurato, la potenzialità delle Società che si costituiscono coi nuovi contratti viene dim inuita della m età. Ma il non ten er conto di q ue sto elem ento, il non osservare l’altro fatto che le due reti in cui v erreb b ero divise le ferrovie italiane si sviluppano sopra una superficie di più che 240 mila chilom etri q u adrati com plessivam ente per le due Società, m ostra ch e non è troppo vivo generalm ente 11 desiderio di esam inare in modo serio la questione ma si am a m eglio u sa re i mezzi che offre la fa cile m a fallace polem ica vivace, anzi che quelli che possono essere offerti da uno studio calm o e co scienzioso della questione.
dot-trin a a contribuzione del paese per cercare quali fossero i m iglioram enti che ragionevolm ente si avreb bero potuto intro d u rre ai contratti di esercizio.
Che dire ad esempio di quel bizzarro ingegno il quale intraprese la dim ostrazione di un suo ideale quello delle tariffe uniche e m edie per tutto il Regno? — L ’on. Gabelli crede di poter vagheggiare non so lam ente nella attività solitaria del suo pensiero, ma anche nelle discussioni con gli altri, una tariffa unica ferroviaria ch e trasporti uom ini e cose da un capo all’altro della penisola senza variazione di prezzo, com e la posta trasporta le lettere od il telegrafo m anda il dispaccio. O ra, dom andiam o quanti mai degli italiani sarebbero disposti ad in trap ren d ere sul se rio una discussione la quale tendesse a dim ostrare la opportunità di fissare u n egual prezzo di trasporto da Rom a a M onterotondo e da R eggio Calabria a T orino. Non cercherem o q u i se la tarda età non po trà giungere a questa perequazione ferroviaria, com e si è raggiunta la perequazione postale e telegrafica, m a contesterem o la possibilità e la opportunità della discussione attuale di sim ile criterio. Dobbiamo noi seriam ente occuparci dei problem i che dovranno es sere retaggio dei nostri tardi nepoti? L ’on. Gabelli forse ci risponderà che tutte le idee nuove e grandi debbono av ere i loro precursori ; e noi non lo n e gherem o, m a appunto per questo gli m enerebbero buona una tal discussione in una accadem ia, non la approverem o se portata in una assem blea, la quale all’oggi e non ad un rem otissim o dom ani deve prov vedere.
E che dire poi di chi com batte nel 4 8 8 4 la in fluenza del capitalism o e lo stim a più pernicioso del socialism o, m ostrandosi pauroso della potenza che possono acquistare le società esercen ti? AH’od. S p a venta m olti, perchè lo trovano nel 1 8 8 4 indurito negli erro ri che professava nel 18 7 6 , fanno l’onore di ^attribuire p er questo solo, una grande ferm ezza di carattere. Noi ci lim itiam o a. dubitare che talvolta si confonda la ostinazione e la im penitenza colla fermezza delle opinioni. Se 1 on. Spaventa dal 1876 al 1884 non ha avvertito lo sfacelo al quale sono andate incontro le ferrovie am m inistrate dallo Stato perciò appunto che gli am m inistratori m ancavano dello stimolo unico, dell’interesse, che può condurre le grandi im prese ; — se l’ on. S paventa non ha avvertito l’ erro re della legge 1879 che dava allo Stato la facoltà di costruire per oltre due m iliardi di ferro v ie; — e non gli fu sufficiente lezione la di
t fr t r nn n
quel progetto e la esplicita opinione m anifestata dal paese con unanim e concetto, che n è criteri tecnici, nè am m inistrativi, nè politici, m a solo parlam entari ed elettorali abbiano presieduto a regolare il voto di quella assem blea legislativa ; — se I’ on. Spaventa n o n ha nulla im parato dal m etodo seguito dallo Stato nel m ettere in esecuzione le leggi 1 8 7 9 ,1 8 8 ! , 1882, sulle nuove costruzioni, e non ha rilevato i danni che ne sono derivati al bilancio, ed alia am m in i strazione — di chi la colpa ? — È una v irtù la costanza delle opinioni m algrado tanti elem enti che con ferma evidenza contrastano quelle opinioni, od è una pertinacia ? — Noi non vogliam o certam ente erigerci a giudici suprem i delle opinioni dell’on. S p a venta, al quale da ogni parte sentiam o tributare tanti elogi, ma tem iam o invero che egli sia giunto in quello stadio nel quale spiccano i difetti delle qualità che u n uom o valente ha posseduto.
Non saranno adunque queste ed altre sim ili o b biezioni vaghe che noi esam inerem o in questo a r ti colo, ma piuttosto ci sofferm erem o brevem ente ad altre due che hanno alm eno I’ apparenza di essere concrete e determ inate.
La prim a obbiezione che alcuni giornali e uom ini politici hanno ripetuto è che il correspettivo del 62 1/2 di prodotto lordo per le spese di esercizio era ec cessivo in paragone alla vera spesa che si p re su meva possibile ad esercitare le ferrovie italiane.
E il calcolo che viene fatto dai m eno esagerati oppositori ai progetti del G overno è il seguente che riportiam o appunto da uno dei più autorevoli pe riodici per ciò che rig u ard a la m editerranea.
Alla società esercente, esso dice sono assegnate dalle convenzioni presentate le seguenti som m e :
—■ P er l’ impiego del m ateriale rotabile e di e s e r cizio dalla società acquistato a form a d e ll'a r t. I l per lire 133 m ilioni...L. 7 ,8 2 0 ,0 0 0 ,0 0
— Alla società per danni alle strade causati da forza m a g g io re, lire 200
per chilom etro... » 8 2 1 ,0 0 0 ,0 0 — Alla Società per rinnovazione
della parte m etallica d eirarm am en to ,
lire 130 per chilom etro . . . » 6 1 3 ,9 0 0 ,0 0 — Alla società , p er il m ateriale
rotabile reso inservibile dall’uso, uno
e un quarto per cento dal prodotto
lordo in iz ia le ... » 1 ,4 0 0 ,0 0 0 ,0 0 Totale del fondo di riserva alla
s o c i e t à ...L . 1 0 ,6 o 6 ,9 0 0 ,0 0 P er aum enti patrim oniali . . » 34 3 ,1 0 0 ,0 0
Totale del fondo di riserva ed a u
m enti p a t r i m o n i a l i ... L. 1 1 ,2 0 0 ,0 0 0 ,0 0 D unque la società percepisce :
Il 62 1 /2 per cento sul prodotto
iniziale di 112,000 ...L. 7 0 ,0 0 0 ,0 0 0 ,0 0 Alla società suddetta sul fondo di
r jserVa ... » 1 0 ,6 3 6 ,9 0 0 ,0 0 Provvigione di un quarto per cento
sul servizio delle obbligazioni . » 18 7 ,3 0 0 ,0 0 Introito annuo lordo della società » 8 0 ,8 4 4 ,4 0 0 ,0 0 Ora :
L ’ introito lordo annuale di li re 8 0 ,8 4 4 ,4 0 0 ,0 0 spettante alla so cietà esercente, diviso per 41 0 6 chi lom etri di strada ferrata costituenti la rete M editerranea, darà per ogni
chilom etro annualm ente . . . » 1 9 ,6 8 9 ,3 3 Le spese di esercizio e m anuten
zione delle ferrovie, sono calcolate per ogni chilom etro in m edia (com e ri sulta dal prospetto N. 8 pagina 383 della relazione statistica del M inistero
dei lavori p u b b lici)... » 13,4 2 4 ,6 2 G uadagno annuale della società
per c h i l o m e t r o ...» 4,264,71 Moltiplicando questa somm a di li
re 4,264,71 per num ero 4106 chilo m etri esercitali dalla Società Medi- terranea, si ha p er questa società un
guadagno netto annuale di . . » 1 7 ,3 1 0 ,8 9 9 ,2 6 E il conto ha tutte le apparenze della esattezza, ma soltanto le apparenze.
25 maggio 1884 L ’ E C O N O M I S T A 331 lavori pubblici, non com prendono nessuna spesa
straordinaria m a solam ente L. 1 2 ,1 0 5 ,0 2 5 ,5 2 per spese generali di am m inistrazione e di esercizio ; L. 4 1 ,6 4 7 ,7 1 4 ,2 8 per spese di sorveglianze e m a nutenzione delle strade, L. 4 2 ,1 5 2 ,7 9 5 ,9 4 per spese di m ovim ento e servizio com m erciale L ,4 3 ,O l i ,5 77,82 per spese di trazione e m ateriale m obile. Un totale quindi di L. 1 5 8 ,9 4 5 ,1 1 5 ,5 6 che, diviso p e r i 9 0 0 > chilom etri di ferrovie italiane dà L . 15,4 2 4 ,6 2 per chilom etro.
Ma se si avverte che le inee italiane sono in tale disordine perchè da molti anni non si è speso in m anutenzione quanto era necessario, così che oggi occorrono circa 145 milioni per m etterle in buon assetto; — se si riflette che nulla si preleva ora dal prodotto lordo per provvedere quandoché sia al rinnovam ento del m ateriale mobile e dell’arm am ento stradale, così che ad u n tratto ci troverem o nella necessità di spendere enorm i som m e p er sopperire a questi inevitabili dispendi, com e è agevtde a tutti com prendere che non si può collocare tra le som m e che percepisce la società per l'esercizio quelle che sono date dai fondi di riserv a, poiché senza di ciò si do vrebbe tener calcolo non della spesa chilom etrica del 1882 di L. 15,424,62 ma della m edia spesa di un lungo periodo di anni e quindi bisognerebbe di stribuire sui chilom etri alm eno i 143 milioni che lo Stato ora confessa di dover im piegare per m ettere le sue linee in condizioni di ordinaria m anutenzione, e che per la rete M editerranea salirebbero a li re 17,413 al chilom etro e divisi per gli otto anni di esercizio governativo a L. 2,177 per chilom etro.
E più strano ancora è che si calcolino com e van taggi della Società le L. 7,82 0 ,0 0 0 per il co rre- spettivo del m ateriale m obile. Lo Stato è certam ente padronissim o nel com pilare i suoi conti sulle ferrovie di non calcolare l’interesse del capitale im piegato nel m ateriale m obile com e spesa; ed il P arlam ento è anche padronissim o di non credere che il debito che si è fatto per acquistare questo m ateriale m o bile dall’Alta Italia e dalle Rom ane al tem po del r i scatto non gravi i contribuenti con u n interesse, ma l’industria privata nella sua contabilità procede diversam ente. E ssa non ha un m inistero dei lavori pubblici che le acquisti il m ateriale m obile e un m i nistero delle F inanze che qnasi indipendentem ente da ciò paghi l’interesse della som m a ; ma ha un ’am m inistrazione unica che vede uscire dalle sue casse questa som m a di interessi, e nei suoi bilanci ne tien conto com e di u na spesa.
P er 1’ esercizio quindi delle lineo la Società non ha altro che il 62 1 /2 per cento del prodotto lordo iniziale cioè 7 0 m ilioni di lire, che diviso per 4 1 0 6 chilom etri, dà una cifra di L. 1 6,797 e quindi la differenza tra la spesa accusata dallo Stato ed il com penso dato alle società giungerebbe a L . 2,570,31 per chilom etro e per i 41 0 6 chii. a L. 9 ,7 3 8 ,4 9 2 ,8 0 e non di L . 1 7 ,5 1 0 ,8 6 9 .9 9 come si era fatto col cal colo che abbiam o sopra riportato.
Ma non basta. Se chi ha fatto il calcolo p re cedente avesse voluto osservare anche la pag. 383 della statistica m inisteriale avrebbe veduto che il prodotto lordo è indicato per tutte le ferrovie italiane com prese le Sicule e le S arde in L . 192,9 3 3 ,9 2 8 ,7 2 , m entre le società assuntrici hanno stipulato di pa gare, allo Stato il 27 1[2 per cento, ed ai fondi di riserva il 10 per cento, com e se il prodotto lordo fosse già fino dal prim o anno di esercizio arrivato
a L. 2 1 2 m ilioni, m entre nel 188 2 le statistiche u f ficiali accusano un prodotto lordo, detratte le Sicule e le S arde appena di 185 m ilio n i, e si sa, 1’ a u m ento del traffico è del 3 per cento annuo all’ in circa; quindi dovranno attendere non pochi anni prim a di rag g iu n g ere i 212 milioni di prodotto lordo, ove non sappiano con speciale attività accrescere lo svi luppo del m ovim ento econom ico del paese.
D alle quali considerazioni a noi pare che risulti evidente com e i calcoli così facilm ente costruiti dagli oppositori m anchino com pletam ente di ogni base.
N è m eno erronee, a nostro credere, sono le m e raviglie che vengono m anifestate per un altro punto dei contratti, quello delle condizioni fatte per la vendita del m ateriale m obile. Nei contratti proposti lo Stato venderebbe alle società assuntrici il m ateriale m o bile, di cui attualm ente è o diventerebbe proprietario, per una som m a di L. 2 5 0 m ilioni, e su questa som m a assegnerebbe u n prelevam ento dal fondo di riserv a per pagare gli interessi valutati nella m isura del cinque per cento.
A lcuni a questo patto osservano : come mai il G overno dice di vendere il m ateriale m obile, m e n tre poi si obbliga a pagare sul prezzo dello stesso u n interesse del cinque per cento ? — Non è q u e sto u n prestito larvato ! — non è eccessivo il saggio di tale prestito !
Sono queste le più m oderate dom ande, poiché non teniam o conto di tutte le esagerazioni colle quali si è giudicata la cosa da chi non volle o non seppe concedere tem po alla riflessione.
Com inciam o intanto a notare che deve senza d u b bio p arere strano, a chi molto superficialm ente e sa m ini la questione, che il G overno stipuli un co n tratto di vendita e si obblighi di pagare gli interessi sul prezzo esborsatogli. Ma se si voglia darsi la pena di leggere il secondo periodo dell’art. 4 della rela ziono m inisteriale vi è spiegato con chiarezza la r a gione p e r la quale si è proceduto ad una vendita. « Col trasferim ento nelle Società della proprietà del m ateriale m obile lo Stato ha una sicura guarentigia — dice la relazione succitata — per la m igliore conservazione di quel m ateriale ; im perocché le So cietà, avendo preso ad esclusivo loro carico tutti i danni e le spese cui p er legge è sottoposto il p ro prietario non esclusi quelli di forza m aggiore, hanno nel proprio interesse il p iù potente stimolo a c e r care che quelle spese e quei danni siano ridotti alla m inore m isura possibile. »
N on poteva adu n q u e il G overno procedere ad un oouti a luì Ut rucazkme aet m ateriale rotam i« senza in pari tem po assoggettarsi a tutti questi obblighi che si im pongono *al proprietario della cosa locata. E d ja ve va interesse ad esim ersi da questi obblighi, per* la specialità stessa della cosa che _ egli locava soggetta com e è ad ogni specie di avaria e di danno stante l’uso stesso che ne vien fatto ; e perchè si sarebbe troppo spesso trovato colle Società esercenti in questione per v alu tare con g iu to criterio quali danni fossero im putabili a m ente del Codice civile al proprietario e quali all’utente. Q uindi nell’interesse dello Stato era necessario che il contratto stip u lasse una vendita, com e infatti venne fatto m ediante l’articolo 10 del contratto colla Società p er la rete M ed'terranea, e l’a rt. 15 del contratto colla Società per la rete A driatica.
tratti, invero che le m eraviglie che si sono sopra ricam ate m ostrano la scarsa dottrina degli opposi to ri. Suppongasi che le Società non avessero acqui stato dallo Stato il m ateriale m obile, e suppongasi che avessero dovuto com perarlo altrove im piegando egualm ente i 2 5 0 milioni che versano allo S ta to ; forse che dal contratto di esercizio non avrebbero dovuto rica v are un interesse anche per questa parte del capitale im piegato? Senza dubbio; e quindi la quota del 6 2 1 |2 sarebbe stata di altrettanto elevata per assicurare alle Società un correspettivo di 250 m ilioni.
Se non che, si d ic e : e perchè allora il G overno non ha addirittura stipulata una somm a m aggiore di rim borso per le spese di esercizio, invece che dare alle S o cietà un correspettivo fisso per il capitale del m ateriale m obile? — Il m otivo di questa separazione delle due cifre è evidente. Se infatti si fosse au m en tato il correspettivo per le spese di esercizio por tandolo da 62 I |2 a 67 1 |2 che cosa si sarebbe dello? — Che la somm a versata pel capitale m obile rim aneva invariata in 2 3 0 milioni, m entre il 5 0 |0 del prodotto lordo avrebbe aum entato col prodotto lordo stesso e quindi le Società, collo sviluppo del traffico, avrebbero ricavato dai 250 m ilioni un in teresse sem pre crescente quanto più cresceva la e n tità del prodotto lordo. Infatti se dato, un prodotto lordo di 2 5 0 m ilioni, il 5 per cento rappresenta l’in teresse accordato per il capitale versato per il m a teriale m obile in quanto le due cifre sono eguali, non avrebbe rappresentato una cifra molto m aggiore quando il prodotto lordo fosse asceso a 300 o 400 milioni?
E ra quindi non che opportuno necessario separare questo interesse dalla quota di prodotto lordo.
Ma — si aggiunge — in questo modo viene ga rantito u n interesse alle Società, e tale sistem a è condannato dai principi econom ici. N ulla di più e r roneo. Lo Stato si im pegna di dare questo interesse, m a non è detto in nessun luogo del contratto che 10 dovrà pagare agli azionisti ; perciò se le spese di esercizio sorpassassero il 62 l j 2 per cento, gli azio nisti vedrebbero l’ interesse di cui è parola andare a difalco in parte o tutto della m aggior spesa resasi necessaria. Col sistem a della garanzia di interesse invece lo S tato si im pegna di pagare agli azionisti 11 saggio convenuto, esonerandoli da ogni altra p er dita eventuale — la differenza è enorm e.
In quanto poi alla elevatezza di questo interesse convenuto, non occorrono invero delle troppo lunghe
e p i ' . q j f t i m n ! -.rz-J L m t o n n o o d o m o t u . l O V a f j n A IA
sia il capitalista il quale im pieghi oggi in Italia in una im presa aleatoria i suoi capitali al 5 per cento, e quale industriale trovi capitali al sem plice 5 per cento.
R iassum endo quindi queste nostre osservazioni ci pare di poter concludere :
che la spesa chilom etrica denunciata nelle re lazioni m inisteriali in L. 15,4 2 4 ,6 2 non può serv ire di base al calcolo che si è fatto, inquantochè lo Stato negli otto anni dacché esercita le reti dell’Alta Italia e delle R om ane confessa di aver lasciate deteriorate le linee per 145 m ilioni che segnano un risparm io già di L. 2,241 al chilom etro e per anno per le fer rovie del continente e quindi le L. 1 5 ,4 2 4 ,6 2 d i ventano L. 1 7 ,6 6 5 ,6 2 ;
che se si com putano per correspettivo di eser cizio anche le somm e al fondo di riserva debbono
a'Iora aggiungersi anche alle spese che ora sostiene Io Stato, il quale nulla ora preleva per i fondi di riserva ;
che pertanto la quota del 62 1 /2 per cento è piut tosto un pericolo per le Società e di rim balzo per lo Stato, a cui può eventualm ente succedere la necessità di m odificare i patti com e avvenne p e r le M eridionali, o di procedere al riscatto com e avvenne per l’Alta Italia e le Rom ane.
L i CASSA COOPERATIVA DI PRESTITI
D I L O B E G G I A
La fondazione di d ue nuove Casse di prestiti a Cam biano parrocchia di Castelfiorentino e a T re b a- seleghe com une ru ra le in distretto di C am posam piero, danno occasione al seguente scritto che raccoglie alcuni fram m enti tolti alla sem plice cronoca del r e cente svo'gim ento della prim a Cassa di prestiti ita liana.
I.
La Cassa cooperativa di prestiti di Loreggia, Società cooperativa a responsabilità illim itata è la prim a di tal n atura nel paese nostro e riproduce nel suo sta tu to , con poche modificazioni richie ste dalla differenza di condizioni di costum i e di leggi, il tipo e i principi della benefica Associazione di credito ru rale diffusa dapprim a nella provincia renana per opera del benem erito E. G. Raiffeisen. La Cassa cooperativa di prestiti di Loreggia (cornu- nello ru rale della provincia di Padova con 2 9 3 5 abitanti, ( ’) quasi esclusivam ente contadini) si è n o tarilm ente costituita il 20 giugno 1883 e il suo atto costitutivo, registrato al T ribunale Civile in Sede com m erciale di Padova il 9 luglio, usciva stam pato nel B allettino Ufficiale delle Società per azioni il 30 agosto dello stesso anno.
' La Società non conosce azioni nè dividendi ; non si estende oltre ai confini del com une di Loreggia; tutti gli uffici vi sono g ra tu iti; nessuna operazione si com pie fuorché il ricev er depositi dai som e da persone estranee alla Società e far prestiti ai soci. I soci presenti all’ atto costitutivo furono 3 2 ; sa livano a 90 al 31 dicem bre del 18 8 3 e a 99 al 31 morso toos. Eccetto uno, il dott. Leone Wollem-borg dom iciliato in Padova, ma che fa nel com une frequente dim ora, essi sono inscritti n e ’ registri della popolazione di questo e di essa rappresentano, e s sendo tutti capi-fam iglia, circa una quarta parte.
Eccetto tre, il dott. L. W ollem borg il S egretario e il Medico com unale pure possidente ed agricoltore, tutti sono contadini e si distinguono nelle seguenti categorie :
1. ° Piccoli proprietari, con u na proprietà di
campi (3) 4 in su e casa: 9.
2 . ° Piccolissimi proprietari, con una proprietà non superiore a campi 4, e casa : 25.
3 . ° Massariotti, conduttori di una campagna, (cam pi 12 in su ): 27.
25 maggio 1884 L’ E C O N O M I S T A 333 4.° Chiusi.tranti, conduttori di una chiusura
(cam pi 1 a 1 2 ) : 38.
1 piccoli proprietari godono di m aggiore in d i- pendenza e relativam ente di m aggiore agiatezza.
I piccolissimi proprietari generalm ente cum ulano colla professione di coltivatori I’ esercizio di un qual che m estiere: stradino, m uratore, falegnam e, ovvero sogliono p ren d e r in affitto un altro piccolo appezza m ento di terreno.
Dei massariotti parte possedono parecchie paja di anim ali bovini (boaria propria), e le loro stalle sono di un valore relativam ente considerevole; dei
chiusuranti pure alcuni hanno uno o due capi di
bestiam e di su o ; ma per non pochi della prim a e di questa categoria, i bovini o il bestiam e m inore che tengono, taluni anco solo per qualche tempo dell’ anno sono o del padrone (locatore), o a zoadego (so ccid a), o de’ prestatori locali. D all’ istituzione della Cassa molti si sono liberati dalle gravissim e u su re annidate in tali prestazioni, e sono sulla via di aver bestie proprie.
II valore medio d’ un campo a Loreggia è di L. 3 3 0 a 430. 11 valore totale dei beni mobili e im mobili posseduti dai Soci riuniti si può valutare a L . 2 00,000.
II.
L’ ordinam ento della Società e il modo ond’ essa funziona giungono ad una estrem a sem plicità qu al’è necessaria perchè genti agricole ne siano capaci.
N essuno ha parte nell’ am m inistrazione che non sia socio. L ’ ufficio di Ragioniere è gratuitam ente com piuto dal Segretario com unale ; ed egli ha la custodia de’ registri che tiene e della cassa, la Società avendo asilo in un locale del m unicipio.
Il Consiglio di Presidenza com pie non solo la parte deliberativa, m a anche l’esecutiva: tutte le operazioni seguono in sua presenza ogni ordine di esazione o di pagam ento pel R ag io n iere-cassiere è firm ato da due de’ suoi com ponenti, ecc.
L ’ interno andam ento è tale che le operazioni di regola seguono due sole volte ogni 30 giorni e p re cisam ente al 1 e l o di ciascun m ese. I prestiti p ar tono sem pre da una di queste date.
Così è possibile che a tutto il Consiglio, com po sto com ’ è di lavoratori, sia dato assistere al com pim ento delle operazioni e deliberare di quindicina in quindicina sul da farsi nella susseguente. La le n tezza onde, anco nel rapporto econom ico, si svolge la vita ru rale, si acconcia senza difficoltà a un sim ile ordinam ento.
P er la tenuta dei conti, oltre ai registri prescritti per legge, il R agioniere tiene un libro-cassa, un lib ro -p re stiti ricevuti e un lib ro -p re stiti concessi.
L e spese son ridotte, com e la tenuità de’ redditi esige, al m inim o, bandendosi ogni cosa m en che necessaria.
Q uelle d’ im pianto ascesero a L. 14,30 e quelle d’ am m inistrazione nell’ esercizio 18 8 3 (quattro mesi e mezzo) a L. 30,50.
III.
Le operazioni sociali consistono soltanto nel ric e v ere prestiti (depositi) da’ soci e da persone estra n ee alla Società e nel farne a’ soli soci, rigorosam ente serbando il principio della m utualità.
I prestiti concessi ai soci nell’ esercizio 1883 ascen
dono a 49 per un im porto totale di L. 8 0 8 0 , e sono il m inim o di L. 40, i! m assim o di L. 600 (in m e dia di L. 1 6 4 ,8 9 ); richiesti nella m aggioranza per acquisto di bestiam e grande e piccolo; per u na d u rata che tocca 1’ anno, i 18 m esi, i 2 anni, e d i scende solo in 2 casi a 9 mesi, in 5 a 6, in 2 a 3.
Gli im pieghi devono essere indicati in prevenzione e sindacati di poi, a cura più particolarm ente (p er voto dell’ A ssem blea G enerale) di u n ’ apposita Com
m issione che ha l’ obbligo di procedere alla v e rifi cazione, riferendone ai Consiglio di P residenza.
Le som m e indicate sono quelle effettivam ente con segnate, perchè 1’ interesse essendo pagabile postici patam ente non si detrae dall’ im porto del prestito.
I prestiti sono di due specie : a breve e a lungo term ine, com e li chiam a lo S tatuto. Questi ultim i che possono avere una durata di 3 anni si co n ce dono nella forma cbirografaria colle garanzie di cui il § 28 (!) dello Statuto e colle clausole di cui il § 26 ( 2) dello stesso. I prim i non devono eccedere i 2 anni ; hanno a scadere di 3 mesi in 5 mesi e hanno a prorogarsi trim estralm ente fino al com pim ento del tem po per cui il prestito è accordato ; le successive prolungazioni essendo di diritto e solo un mezzo per ren d e r efficace la vigilanza che l ’ Istituto deve e se r citare sui soci debitori e perchè esso possa risp o n dere in caso estrem o, venendo m eno ogni altro ri m edio, alle dom ande de’ crediiori che hanno fatto depositi con patto di ricupero in term ini più brevi. Onde le dette prolungazioni si sospendono al v e ri ficarsi de’ casi di cui il detto § ,26 dello S tatuto. I prestiti di questa specie posso io concedersi anche sulla sola firm a del socio rich ied en te; ma il totale im porto di quelli in tal guisa accordati, non può sorpassare il lim ite che spetta all’ Assemblea gene rale di fissare (§ 28 dello S tatuto). Questi prestiti son fatti colla forma cam biaria (m ediante pagherò rinno vabili di trim estre in trim estre). I debitori non sono ten u ti a pagam ento di parte del capitale o d’ in te ressi all’ atto delle proroghe trim estrali, ma tosto che possono s’affrettano a versare acconti, consentiti a loro in ogni tem po , per liberarsi gradatam ente dall’ obbligazione che loro incom be. T utti i prestiti concessi nell’ esercizio 1883 sono a breve termine. Nel 1883 i soci- debitori hanno pagato in conto in teressi L. 4 6 ,1 6 e in conto capitale (saldi e acconti) L. 5 7 0 (1/14 circa de’ prestiti fatti).
Nei prim i tre mesi dell’ esercizio 1884 furono con cessi 24 prestiti, i quali per I’ im porto la d urata e la qualità degli im pieghi non differiscono dai prece denti. I dati relativi sono questi : im porto totale L. 55 5 3 ,0 0 , m inim o L. 30,00, massimo L . 6 0 0 ,
') § 28. La sicurezza dei prestiti professati dalla Società dev’esser tale da togliere per essa ogni pe ricolo. Perciò i prestiti concessi ai soci saranno ga rantiti con malleveria, con ipoteca o con pegno.
*) § 25.... La Società riserva a sè il diritto di richie dere il pagamento di tutto il prestito senza tener conto delle scadenze stabilite, qualora si avverino i casi contemplati dal 526.
m edio L. 1 4 8 ,0 4; restituzioni, per interessi L. 85,03, per saldi, e acconti L. 1020.
In tutto, dall’inizio delle operazioni : totale im porto de’ prestiti concessi L. H G 5 3 , m inimo L. 30, m as sim o L. 600, medio L. 1 5 9 ,5 5 num ero dei prestiti 7 3 ; restituzioni di capitale L. 1590 cioè 1 /7 dei prestiti fatti.
Anche i prestiti concessi in questo prim o trim estre del 1884 sono tutti a breve termine, eccetto uno di L . 108 della durata di giorni 112, che è stato con cesso a una riunione di 23 persone appartenenti alla Società le quali hanno form ato una S otto-A ssocia zione per l’acquisto in com une del sem e bachi. La col tivazione del filugello è u n ’ im portante industria di quella popolazione soggetta anche p er questo lato alle m olteplici angherie de’rivenditori locali.
11 saggio dell’interesse da pagarsi dai Soci per i p restiti, fissato dall’ Assemblea G enerale è del 6,50 p e r cento in anno, esclusa ogni provvigione e tolto qualunque aggravio, eguale per tutti i prestiti, e pa gabile posticipatamente. Basti notare che presso la
vicina Banca Popolare di Campo San P iero lo sconto tocca per le rinnovazioni il 7 1/4 per cento.
E il saggio del 6 ,5 0 praticato è destinato a d i scendere col progresso ..della Società, sia per l’allar garsi del suo capitale di circolazione, sia per il for m arsi e il crescere del fondo di riserva o patrim onio suo proprio, che gli utili annuali a poco a poco c o stituiscono. A norm a dello S ta tu to , in seguito alla deliberazione dell’ Assemblea generale ordinaria s e guita il 26 m arzo -1884, che approvò il bilancio di chiusura dell’esercizio 1883, la somm a di L. 51,53 rappresentante gli utili netti di quel prim o breve esercizio di 4 mesi e mezzo (am m ortizzate pure le spese d ’ im pianto), costituisce il prim o fondo di ri serva e inizio del patrim onio sociale.
Dei 73 prestiti ottenuti dai Soci, m oltissim i, i più piccoli in specie, rappresentano altrettante liberazioni da contratti celanti, sotto le vesti della prestazione in n atu ra, una u su ra oscillante fra il 50 e il 100 per cento !
Allo scopo d ’ im pedirò la riapparizione dell’ usura nella prestazione della seconda firma non si accettano m alleverie che da parte di soci, di persone a p p a r tenenti alla famiglia del socio accreditato, o del suo locatore, trattandosi di affittaioli.
IV.
I mezzi di cui la Società presentem ente dispone provem iono in m inor parte da un credito concesso dalla Cassa di Risparm io di Padova e pel resto da depositi di privati, i quali si distinguono in due ca tegorie : depòsiti vincolati al preavviso di tre mesi
per il rimborso , e depositi a risparm io. Gli imi e
gli altri derivano da persone del luogo o da proprie tari m aggiori, soliti a tenervi frequente dim ora. I prim i sono costituiti da capitali già form ati ; i s e condi rappresentano la lenta form azione di capitali nuovi nel paese. Q uesti sono rim borsabili in term ini brevi. Ai prim i è ora corrisposto l’interesse del 4,25 in anno al netto della ricchezza m obile; ai depositi a risparm io quello del 3 ,5 0 ; con decorrenza dal giorno che segue il deposito, ma senza nessun’ altra detrazione.
T ra i depositi a risparm io sono notevoli quelli sco lastici. N elle quattro scuole elem entari di Loreggia esso è com pito dalla Cassa coli’ interm ediario dei
m aestri ed ebbe principio col 45 ottobre p. p. —■ P er esso valgono speciali libretti e norm e particolari. Al 31 dicem bre 4883 il credito di questi piccoli d e positanti ascendeva a lire 1 5 7 ,8 5 ; al 51 marzo 1884 a L. 5 55,32 divise in 74 libretti. I versam enti cb’essi fanno sono raccolti nella m isura più m inuta dai m a e s tri, i quali di quindicina in quindicina li de pongono alla cassa della Società. Il totale de’depositi a risparm io somm ava al 31 dicem bre 1883 a L .407,98, giungeva al 31 m arzo 1884 a L. 8 5 0 ,6 3 . — Si ag giungono i versam enti della locale Società di Mutuo Soccorso sorta col 1 gennaio 1 8 8 4 , e quelli della Sotto-Associazione pell’acquisto del S em e Bachi, già ricordata.
Il Consiglio di Presidenza non può ricevere de positi sotto nessuna form a oltre il massimo fissato dall’Assemblea G enerale. Questo m assim o ch’era da principio determ inato in L. 10,0 0 0 , fu portato da 1- 1’ Assemblea generale ordinaria di prim avera in q u e st’ anno (2 6 marzo 1884) a L. 15,000. E dentro questo lim ite estrem o gradatam ente, a norm a de’bi- sogni, cioè delle dom ande di prestito de’Soci — r e spingendo il di più che per avventura fosse offerto. Solo piccole somm e tem poraneam ente non richieste da essi si depositano a norm a dello Statuto presso un vicino istituto eh ’è la Banca Popolare di C am - posam piero. Quivi la Società ha la sua Cassa nella forma di un conto corrente libero, m entre presso il R agioniere non stanno mai se non som m e in sig n i ficanti, riducendo così al m inim o il danaro in fru tti fero ed evitando la spesa di uno scrigno.
VI.
Gli effetti conseguiti nell’ordine m orale ed econo- nom ico dal novello istituto e quelli in via di conse guim ento si epilogano nei fatti se g u en ti:
La partecipazione attiva a ll’azienda sociale d e’soci i quali com prendono il vincolo della solidarietà il lim itata non come qualche cosa di indeterm inata m ente spaventoso, ma come u n benefico legame che a tutti severam ente im pone assidua cura pel buon andam ento della istituzione e pel com une benessere.
La sollecitudine dei soci accreditati a versare ac conti e a saldare i loro debiti, anticipando le sc a denze stabilite ; onde moltissim i i quali soffrivano per la deficienza di capitali d’esercizio o non aveano pei bisogni delle m inute loro industrie altro aiuto che quello di una sordidissim a usura, si m ostrano in effetto degni del credito liberalm ente favorito.
La crescente diffusione del risp a rm io , dove, in ¡specie n e ’ piccoli quasi giornalieri depositi nelle scuole si rivela la form azione di u n abito nuovo e la sua educatrice v irtù.
Il risveglio del sentim ento m orale e della fiducia in sè stesso, negli abitanti i quali sanno che ognuno purché onesto e capace di un utile lavoro, può senz’altro aspirare all’ ingresso nel sodalizio e al b e neficio del credito. A suffragare l’asserzione valgano fra gli altri questi fatti. V entotto degli attuali ap partenenti al sodalizio im pararono a fare alm eno il loro nom e per poter firm are il libro de’ soci. P a recchi fecero solenne prom essa di voler m utare la propria viziosa condotta e tennero l’im pegno. Infine vi fu chi respinto perchè com preso nell’elenco dei sussidiabili dalla locale C ongregazione di carità, ri presentò la dom anda dopo a v e r diretto istanza al
Pio Istituto per esser cancellato da’ suoi registri
25 maggio 1884 L ’ E C O N O M I S T A 335 Poiché la Cassa cooperativa non può confondersi
colle istituzioni di carità, ma vuole tendere-am orosa la m ano anche a coloro che intendono sollevarsi dall’ abiezione dell’ elem osina all’ onore del credito. Della henifica influenza della Società fan fede le utili istituzioni che in sì breve tempo seppe far sor gere accanto a se, e in cui rifulgono le v irtù della cooperazione e della previdenza. Ancora testim oniano della riputazione da essa acquistata le ripugnanze dapprim a m anifestate da taluni proprietari a firm are le lettere-dichiarazioni ad essi dom andate a norm a dell’ art. 5° dello S tatuto a favore dei loro coloni chiedenti prestito, ed ora vinte.
P er la sem plicità som m a degli o rd in a m e n ti, p er i procedim enti patriarcali ad esso propri questa isti tuzione s’addice in tutto alle reali circostanze della popolazione ru ra le e sa veram ente conseguire i fini che si propone : pareggiare nel credito ai grandi gl’ im prenditori più m inuti recando quell’ aiuto po tente ai piccoli e piccolissimi proprietari-co ltiv ato ri, ai piccoli e piccolissimi aflìttaiuoli e redim enodoli dal l’usura ; diffondere la m oralità , insegnando franca m ente alla popolazione il valore econom ico dell’onestà; stim olare le energie m orali assopite, ridestando negli anim i avviliti la speranza, richiam ando forze latenti alla vita. Le o n e W o l l e m b o r o.
3
D .A - I N ^ I P O H i X L ’ a c q u e d o t t o d i N a p o l i . (Continuazione v. num. 524j Napoli, 23 Maggio 1884. All’esam e del contratto stipulato tra il M unicipio e la com pagnia assuntrice dell’acquedotto è in te res sante prem ettere la storia delle lunghe trattative d u rate ben sette anni prim a che fosse definitivam ente conchiusa l’operazione finanziaria, della quale nella precedente m ia ho prom esso di parlarvi.In seguito all’esplicito voto tecnico, col quale crasi stabilito che solam ente le sorgenti del Serino av reb bero potuto d are alla città di Napoli le acque copiose e della forza ascendente di cui abbisognava, il C on siglio C om unale nella seduta dell’ 8 aprile 1871 de liberava di concedere la condotta delle acque di S e rino alla Società di Credito Provinciale e C om unale ed alla Società A nonim a Romana di costruzioni. E s sendo stata negata dalla P refettura l’autorizzazione a procedere alla stipulazione del contratto a mezzo di trattativa privata, il Consiglio Com unale nelle sedute del 13 e 14 gennaio 1872 approvava un capitolato in base all’offerta presentata dalle suaccennate So cietà, colla clausola però che l’aggiudicazione dell’ap palto dovesse seguire col mezzo d’asta pubblica a schede segrete. Otto dom ande furono presentate. La G iunta M unicipale ne rifiutò sette e propose al C on siglio l’accettazione dell’offerta fatta dai signori M anby e R oberti con alcune modificazioni, ed il Consiglio C om unale in seduta del 28 m aggio 1873 deliberava di revocare le deliberazioni del 13 e 14 gennaio 187 2 p er quanto riguardavano la form alità da seguirsi nel l'aggiudicazione e si riservava di deliberare sulle of ferte che im prorogabilm ente fossero state presentate
a tutto il S giugno 1 8 7 3 , con cauzione non m inore di 2 3 ,0 0 0 lire di ren d ita, e di dom andare l’autoriz zazione per concludere a trattative private sull’offerta che si fosse riconosciuta più u tile agl’ interessi del Com une. Scaduto il te rm in e di questo secondo espe rim ento, tra le offerte presentate avendo i signori M anby e Roberti fatta una nuova proposta ancora più vantaggiosa pel C om une della prim a, la G iunta M unicipale proponeva al Consiglio di accettarla, e questi in seduta dei 28 giugno 1873 dichiarava di preferirla a tutte le altre e di chiedere l’ autorizza zione p er procedere alla conclusione del contralto. Con D ecreto Prefettizio del 28 luglio 1873 si dichia rava non essere necessaria l’autorizzazione secondo il disposto dell’art. 128 della Legge Com unale e P ro vinciale, non essendo quel contratto per la sua sp e ciale n atu ra sottoposto a quelle disposizioni, ed invece la D eputazione P rovinciale approvò il capitolato.
Il contratto dovevasi stipulare il 10 ottobre 18 7 3 , previo il deposito da parte dei concessionari della cauzione definitiva. Senonchè all’ epoca fissata i si gnori Manby e R oberti non si presentarono ed il M u nicipio intim ò loro l’ incam eram ento della cauzione provvisoria delle 2 3 ,0 0 0 lire di ren d ita già deposi tate. Gli offerenti chiesero ed ottennero u n ’altra pro roga fino al 30 novem bre o depositarono in garanzia altre L. 1 0 ,0 0 0 di rendita.
T rascorso anche questo secondo term ine inutil m ente, il M unicipio intim ava ai concessionari con atto d’usciere la risoluzione degl’impegni prelim inari assunti e dichiarava loro l’ incam eram ento del d e posito delle 3 3 0 0 0 lire di rendita.
A llora la Società Inglese, The General Credit and
Discount Company ( Limited) offriva p er conto dei
sigg. M anby e Roberti di depositare altre L . 9 0 ,0 0 0 di rendita, che venivano a com pletare la cauzione definitiva am m ontante a L. 12 5 .0 0 0 di rendita, e di ripigliare le trattative a condizione che venissero fatte alcune m odifiche al capitolato.
Il Consiglio Com unale in seduta del 5 gennaio 18 7 4 accettava l’offerta e acconsentiva a m odificare il ca pitolato, stabilendo che la stipulazione del contratto avesse luogo im prorogabilm ente entro il 27 gennaio di quell’anno, sotto com m inatoria della perdita della cauzione provvisoria am m ontante a L. 5 3 ,0 0 0 di ren dita. E il giorno 8 gennaio il M unicipio e il ra p presentante della General Credit stipularono l’istro- m ento di concessione, tenendo presente le m odifi cazioni accettate dal Consiglio e le condizioni da esso stabilite colla suaccennata deliberazione. Ma nuovo ostacolo insorse poiché avendo la General
O ttenutasi al -4 m aggio 487 4 l’ approvazione da p a rte della D eputazione Provinciale delia delibera zione del Consiglio Com unale riguardante la parte in tegrante del contratto e com pilati e rettificati il piano di m assim a e la relazione som m aria, il 7 no vem bre 4 874 il Municipio presentava dom anda per ottenere la dichiarazione della pubblica utilità del l’opera. S enonchè in causa delle vivissim e opposi zioni sollevatesi dai priv ati, Com uni e Provincie in teressate, il D ecreto relativo è stato em esso soltanto 1’ 4 4 Luglio 4877. F rattan to nuove modificazioni erano state proposte dalla Com pagnia di Credito G e nerale ed il Consiglio Com unale nelle tornate del 26 novem bre e 3 decem bre 4878, prendendole in esam e, apportava alcuni em endam enti al capitolato; in seguito a che si trovò necessario di com pletare e riu n ire insiem e i due istrom enti conclusi l’8 g e n naio e il 24 aprile 4874, collo stipulare un nuovo contratto tra il Municipio ed i concessionari, il che fu fatto il 1° m aggio 4879.
Il contratto, veram ente definitivo, fu concluso in quell’epoca dal Sindaco di Napoli, D uca di S an Do nato per conto del M unicipio, dal sig. Carlo Profum o rappresentante i sigg. M auby e Roberti e dal si gnor Claudio P hillips rappresentante la Com pagnia Inglese di Credito Generale e Sconto.
Con esso il M unicipio di Napoli conferm ava al al sig. M anby e Roberti la concessione delle acque di S erino per la conduttura nella Città a tutto loro
rischio e spesa im ponendo loro e per essi alla Ge neral Credit di costituire una speciale Società Ano
nim a e Com pagnia (limited) secondo le leggi inglesi ed autorizzata a norm a delle leggi italiane per l’ese cuzione della concessione, il che fu fatto colla costi tuzione della The Naples Water Works Company
Limited.
R iassum erò il piò brevem ente che sia possibile gli obblighi assuntisi dalle due parti contraenti, e com incierò da quelli a carico della Società.
Come abbiam o visto, a tutto suo rischio e spesa la Società assuntrice deve co struire un acquedotto in m u ratu ra coperto e capace di portare almeno 4 7 0 ,0 0 0 ni. c. di acqua al giorno nella Città di Napoli dalle sorgenti di S erino. È superfluo che qui ripeta in qual modo l’acquedotto deve esser costruito, poiché di ciò ho parlato nella m ia precedente. P er ora è stabilito che l’acqua da im m ettersi nei se rb a toi e da distribuirsi nella città sia del volum e di ni. c. 400,000. Q uando q uesta sarà tutta collocata e si verificasse il bisogno di quantità m aggiore, i concessionari a richiesta del M unicipio avranno l’ob bligo di co n d u rre anche a loro rischio e spesa nella città e nei villaggi annessi e in tutto il territorio am m inistrativo altra quantità d’ acqua dalle sorgenti di Serino, non eccedente i 7 0 ,0 0 0 m. c. in modo che in totale potranno essere distribuiti in Napoli tutti i 17 0 ,0 0 0 m. c. della conduttura.
1 lavori devono essere eseguili entro i quattro anni dalla data del decreto, che approva il piano particolareggiato di esecuzione, di m aniera che l’acqua dovrebbe essere portata in N apoli non più tardi del 4° gennaio 48 8 3 . Vi ho già detto che fu ottenuta una proroga a questo term ine fino al 4° m aggio del l’anno venturo.
T u tte le spese occorrenti p er l’ effettuazione del l’opera sono a carico della C oncessionaria, com prese quelle per le indennità da pagarsi ai proprietari dei te rren i espropriati, quelle per la collocazione dei
400 kil. di tubulatura orizzontale e per la relativa m anutenzione. Erasi stabilito n e ll’ art. 40 del con tratto che la Società dovesse sostenere la spesa delle tubulature orizzontali occorrenti per portare l’acqua dai condotti del piano stradale alle abitazioni. E s sendo sorta contestazione intorno alla interpretazione di quell’ articolo, nel R egolam ento, approvato in principio di quest’anno dal Consiglio C om unale, per la distribuzione delle acque ai privati, è stata posta la disposizione transitoria che fino a risoluzione della controversia i privati dovessero pagare alla Società un fitto annuo provvisorio di L. 2 a 4 secondo la lunghezza della diram azione dei tubi.
La distribuzione delle acque sarà fatta col sistem a detto ad alta pressione, servizio costante e chiave libera. L a Società è obbligata a fornire l’acqua a tutti i proprietari, inquilini e Attuari, col consenso del proprietario, che ne faranno richiesta, ed a quelli che per ragione di igiene fossero dal M unicipio ob bligati a fornirsene, purch é le abitazioni trovinsi nel perim etro della rete di 400 Kil. per ora stabilita dal M unicipio nel relativo piano. D ovrà poi la Società prolungare la rete quante volte sia dom andata fuori del perim etro, una quantità d’acqua non m inore di 40 m. c. al giorno.
La concessione di ogni presa d 'acqua avrà luogo a scelta dei privati o a chiave Ubera m isurata da un contatore o ad effluvio costante regolato da un rubinetto idrom etrico. Inoltre la concessione non p o trà avere la durata m inore di tre anni, né potrà ottenersi per una quantità d’acqua m inore di litri 200 usandola nell’ interno delle abitazioni, e di litri 300 nei cortili. E fatta eccezione pei bassi (pianoterra) e pei quartieri di un annuo affitto non superiore a L . 300, pei quali il m inim o dell’acqua sarà di 400 li tri al giorno. Il prezzo dell’ acqua è così fissato: 23 centesim i ad ogni m etro cubo pei privati ; 3 0 cen tesimi pei caffè alberghi, osterie ecc. ; 40 centesim i per gli stabilim enti pubblici. M unicipio, Provincia, offici governativi, O pere Pie ecc. secondo che sa ranno indicate dal M unicipio stesso. Convenzioni spe ciali regoleranno le concessioni d ’acqua per le indu strie, forza motrice, irrigazioni ecc. ed il prezzo e le condizioni saranno fissati d’accordo col M unicipio.
Il M unicipio avrà facoltà di disporre gratuitam ente di tutta l’acqua che nelle 24 ore sarà rim asta in venduta, fino al lim ite massimo dei 400 ,0 0 0 m. c. che la Società ha l’obbligo di fornire e quello m i nim o di 15,000 m . c. che debbono costantem ente sopravvanzare ai bisogni della città. Q uest’acqua po trà essere adoperala p er fontane ornam entali costrutte in modo che i privati non possano attingervi acqua, p e r lavatoi pubblici, p er bagni pei poveri, per inaf- fiam ento ecc. Saranno costrutte fontanine per bere, ma sarà inibito di asp o rtare l’acqua. Inoltre il M u nicipio si è fatto obbligo di non vendere nè cedere ad altri il volum e d’acqua che gli vien dato g ra tuitam ente.
25 maggio 1884 L’ E C O N O M I S T A 337 condizione dell’abbonam ento triennale, è certa che il
M unicipio v errà in aiuto delle classi povere e so r veglierà alm eno che i proprietari dei bassi, dei tu g uri, delle catapecchie dopo aver ottenuta la con cessione dell’acqua, non abbiano ad accrescere troppo sensibilm ente il prezzo delle pigioni.
T erm inerò il riassunto del contratto parlandovi dell’operazione finanziaria conclusa tra il M unicipio e la Società, parte im portantissim a del contratto stesso.
La concessione è stipulata col sistem a di garanzia di un m inim o di prodotto e di conseguenza il M u nicipio fino a che d u rerà la concessione a com in ciare dal giorno in cui l’acqua potrà essere d istri buita ai consum atori, garantisce un interesse annuale effettivo netto, del 6 0 |0 sul capitale della Società assuntrice, il quale è stato fissato in L ire sterline 1 ,5 0 0 ,0 0 0 pari a L. 3 7 ,500,000. L ’ interesse v errà corrisposto in ragione e proporzione dei versam enti che di m ano in m ano verranno fatti dalla Società per la costituzione del capitale stesso.
P erciò dalle entrate di ogni specie che si verifi cheranno in favore della società si d etrarranno le spese sostenute dalla società m edesim a, e qualora il residuo netto fosse insufficiente a coprire l’in te resse del 6 per cento del capitale, il M unicipio ne pagherà alla Società la differenza.
A vantaggio del M unicipio havvi la condizione stabilita ali’ art. 24 del contratto in base alla quale se I’ utile netto eccedesse il 6
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|0
, 1’ eccedenza sarà divisa in parti eguali tra la Società ed il M unicipio, e dopo il prim o quinquennio d’ esercizio della con cessione, il M unicipio, prim a di fare la divisione dell’ eccedenza avrà il diritto di prelevare dalla somma quanto avesse pagato a com pim ento della garanzia, ed inoltre il corrispondente d ell’ interesse annuo del 5 0 |0 delle som m e esborsate. P er garan tire l’ adem pim ento dell’ obbligo assunto il M unicipio finché d u rerà I’ esercizio della concessione, stanzierà nella parte passiva del bilancio la som m a p re su n tiva dell’ interesse assicurala alla Società.La concessione avrà la durata di 73 anni d e c o r- ribili dal 1° gennaio 1883, ed in questo periodo il M unicipio non potrà accordare ad altri la conduttura di acqua potabile ed ascendente, o nuove prese di acqua ai privati. Restano in proprietà del M unicipio, gli acquedotti ora in servizio della Bolla e del C a r- m ignano, però T acqua non potrà essere resa ascen dente nel perim etro della rete esercitata dalla Società. T rascorsi i 75 anni delia concessione il M unicipio diventerà assoluto proprietario delle acque, dell’ ac quedotto, di tutti i diritti acquisiti dalla Società lungo 1’ intera conduttura ; e ciò senza v eru n com penso nè alcuna indennità e senza che il M unicipio debba ri conoscere passività di sorta che fossero a carico della Società. Il M unicipio poi si è riservato il riscatto della concessione e dell’opera in ogni tem po fino dal prim o anno di esercizio, fissandone il prezzo graduale in una somm a eguale al capitale riienuto per base della garanzia non ancora am m ortizzata co ll'a g g iu n ta del 1 0 per cento sul capitale m edesim o a titolo di premio.
Con tale negoziato indiscutibilm ente vantaggioso pel Com une, il M unicipio ha provveduto in isplen- dida guisa ad uno dei più urgenti bisogni della città, e sta p er procurare ai cittadini acqua copiosa e sa luberrim a ad un prezzo tenuissim o in confronto di quello che spendono attualm ente per averla scarsa ed im perfetta. E se si tien calcolo della ansietà con
cui aspettasi l’ arriv o dell’ acqua, della prem urosa cura clie hanno i cittadini di assicurarsi la presa d’acqua nelle abitazioni e del num ero delle richie ste già presentate alla S ocietà, si può presum ere che con nessun’ aggravio pel bilancio com unale e forse con un profitto, il M unicipio avrà creata q ue s t’ opera grandiosa la quale agevolerà il m igliora m ento m ateriale e m orale della città, che da qualche anno invero va progredendo.
RIVISTA DELLA STAMPA
S U L L A Q U E S T I O N E F E R R O V I A R I A
Tralasciando anche di occuparci di quei tanti ar ticoli dei nostri giornali politici che si diffondono in considerazioni intorno al Comizio di Genova, alle dichiarazioni fatte dal Ministero in seno alla mag gioranza, alla proposta Alt e ad estrinseci di simile fatta, il numero di quelli che più specialmente sono diretti ad esaminare il merito della questione ferro viaria è cosi ingenteche soltanto a ricordarli tutti ci converrebbe andare troppo per le lunghe. Ci limi teremo pertanto a dare un qualche cenno di quelli che a parer nostro sembrano più degni di nota.
E per cominciare al solito dai giornali avversi al Ministero accenneremo subito a una serie di articoli della T r ib u n a , (riassunti poi dalla P a t r i a di Bolo gna) nei quali l’organo principale della opposizione, incomincia dall’ esporre alcune considerazioni per dimostrare che le convenzioni stipulate dall’ onore vole Genala, non assicurano la sollecita costruzione delle nuove linee in quanto che T aver rilasciata in facoltà del governo l’affidarla o no alle Società eser centi e lo stabilire il modo di retribuzione delle spe se occorrenti (se a lavoro o a cottimo), è indizio della poca serietà di questa parte capitalissima del contratto. Si sofferma poi a ragionare dei pericoli che la costituzione di due Società potenti, quali saranno quelle che dovranno assumere l’esercizio delle due grandi reti continentali italiane, può esporci, mentre d’ altra parte la divisione longitudinale delle nostre ferrovie non sarebbe imposta da nessuna ragione di vera necessità. E scendendo finalmente a discorrere delle tariffe si sofferma più specialmente a dimo strare che all’effetto di ottenere che le tariffe diffe renziali riescano veramente vantaggiose àgli speditori e contribuiscano ad aumentare il traffico con van taggio eziandio alle Società esercenti, occorrerebbe si stabilisse che le tariffe speciali-differenziali si ap plicassero per modo che per tutta la percorrenza, si paghi la tassa assegnata all’ultima zona percorsa anziché far pagare per ciascuna zona percorsa la tassa relativa come lo porterebbero le convenzioni e i capitolati annessi. Nè risparmia le sue critiche a quella parte delle tariffe relativa al prezzo di trasporto di viaggiatori, che con lunghi e minuziosi calcoli, vuol dimostrare non solamente non essere più favorevoli ma invece più onerose delle attuali, ed alle quali per renderle veramente corrispondenti ai bisogni del pubblico e ai suoi sani principi di una bene intesa amministrazione, dovrebbe essere applicato il sistema differenziale al che non si è nep pure sognato di porre mente.
eser-cizio porta al resultato di assicurare alle medesime un guadagno netto di L. 1500 a chilometro, dato che la spesa si mantenga tale è ora coll’ esercizio governativo provvisorio. Dice poi essere una enormità l’aver rimandato il tanto sospirato ribasso delle ta riffe a quando il prodotto lordo aumenti di 100 mi lioni all’ anno vale a dire, secondo la Capitale, che prima si deve lasciare che i banchieri e gli assun tori arricchiscano, poi pensare a diminuire, gli ag gravi del pubblico, mentre se lo Stato voleva appal tare le sue ferrovie a condizioni cosi larghe avrebbe almeno dovuto provvedere a che quella parte di lucro alla quale rinunziava per se andasse erogata subito in diminuzione del prezzo dei trasporti.
D ’ altra parte il F a sc io colla C a p ita le nel giudi care le convenzioni finanziariamente disastrose, non crede neppure che colle medesime si provveda suffi cientemente alla difesa dello Stato, perchè se si volle concedere 1’ esercizio delle ferrovie a banche e a ca pitalisti italiani se si vuole che il personale ferro viario sia composto di italiani, nissuna garanzia ci assicura dal pericolo, che dopo la prima costituzione delle Società non entri nei respettivi consigli d’ am ministrazione una maggioranza di consiglieri stranieri, nessun obbligo, specificatamente imposto alle Società nissun controllo efficace per parte dello Stato è stato escogitato per farci sicuri che al momento del bisogno le Società si troveranno in grado di soddisfare ai bisogni della nostra difesa militare.
Finalmente il M o v im en to di Genova continuando nell’ esame delle convenzioni, le trova dannose e per avere assegnato il maggior termine di 30 anziché di 20 anni alla durata dell’ appalto, e per il noto patto relativo al materiale mobile, in forza del quale lo Stato deve pagare un frutto del 5 Ojo sul mate riale stesso, frutto, che il M o v im en to giudica troppo elevato.
Passando ora nel campo opposto troviamo anche questa volta fra i più strenui difensori delle conven zioni il P o p o lo R om an o , il quale non passa numero, nel quale non porti nuovi argomenti a difesa del- 1’ operato del Ministero.
Cosi per il P o p o lo R o m an o gli avversari sono evidentemente in mala fede, quando gridano alla spogliazione perchè le Società esercenti potranno ri trarre un qualche lucro dall’ appalto delle ferrovie (quasi si potessero trovare delle Società che lo as sumerebbero a scapito), e non si occupano della per dita tanto maggiore, che come l’esperienza lo mostra, risentirebbe, lo Stato facendo da se. E sono tanto più in mala fede perché fondano le loro accuse so pra dati di fatto evidentemente sbagliati, o alterati artificiosamente. Non può ad esempio negarsi essere un errore grossolano quello di basare il calcolo dell’am montare delle spese effettive di esercizio in relazione al prodotto lordo, sopra i dati relativi al 1882, come 10 fanno, il Messaggiere e taluni dei periodici di so
pra ricordati, per concluderne che la percentuale del 6:2 1[2 è troppo elevata mentre nel 1882, le ferrovie dettero un prodotto lordo di gran lunga inferiore a quel prodotto iniziale preso a base delle convenzioni, e quindi anche le spese di esercizio dovettero essere minori, e di non poco.
È del pari, un errore imperdonabile 1’ ostinarsi a sostenere che alle nuove costruzioni sarebbe meglio si provvedesse con nuove emissioni di rendita, mentre tante e tante ragioni consigliano di chiudere una buona volta il gran Libro del debito pubblico, méntre l ’esperienza ci insegna cbe obbligazioni spe ciali, possono trovare più facile, e meno oneroso col locamento, massime all’ estero, evitando cosi anche 11 danno che troppa parte della ricchezza nazionale non resti immobilizzata nei pubblici valori.
Nè è serio il criticare l’operazione finanziaria del materiale mobile cbe si volle qualificare di prestito larvato, perché, prestito o non prestito, è certo che
non può dirsi davvero troppo lauto il frutto del 5 per cento che saranno per ritrarre le Società dal ca pitale erogato nell’ acquisto del materiale mobije, se si considera che non si tratta di un impiego di ca pitali puro e semplice, ma di una Bomma arrischiata in una impresa industriale, che non è ancor detto debba riuscire lucrosa. E finalmente anche le tariffe stabilite colle nuove convenzioni se non costituiscono quel desideratum, che le condizioni attuali non con sentono, sono certo migliori delle attuali e anco piu basse di quelle stabilite dal progetto Baccarini, i principi direttivi del quale in materia di tariffe ven nero pienamente accolti nelle convenzioni.
Anche il D ir itto dice che non è giusto accusare il Governo di aver consentita alle Società, una parte troppo forte del prodotto lordo, e senza dati suffi cienti per determinarla. I dati poteva desumerli con sicurezza e li ha certamente desunti dai resoconti della gestione delle linee da lui esercitate. E che ciò fosse possibile lo dimostra anche la convenzione Bac carini colle Meridionali del 1881 colla quale si mo dificava il primitivo sistema della scala mobile. È poi una gratuita asserzione che lo stato assicuri un benefizio alle Società assuntrici, mentre anche quel 5 per cento, che dovrà pagarli sul prezzo del mate riale mobile può essere assorbito dalle maggiori spese di esercizio.
La R a sse g n a di Roma per tacere di altri articoli in cui quel periodico più specialmente si occupa di polemica parlamentare, nel suo numero del 17 cor rente, giudica affatto ingiustificata 1’ opposizione che da Genova e dalla stampa genovese si muove contro le convenzioni ferroviarie. Infatti Genova ha già ot tenuto un segnalato vantaggio coll’ essersi resa co mune la Milano Chiasso mentre secondo i primitivi progetti veniva esclusivamente assegnata alla rete Adriatica. Ne ha ottenuta un’ altro rilevantissimo col passaggio dalla 2a alla l a categoria della linea dei Giovi. Ed un terzo colle nuove tariffe per le quali il trasporto dei carboni e dei cereali fra Genova e Milano Genova e Torino viene ad essere ribassato di una lira a tonnellata. Quanto poi alle sue recenti simpatie per l’ esercizio governativo, basta leggere le relazioni del Dottor Marcus e del Dottor Natorp al congresso commerciale di Berlino per convincersi quanto poco quel sistema sia consentaneo agli inte ressi dei grandi porti commerciali.
La P e rs e v e ra n z a , non comprende come la mag gior lena degli oppositori sia rivolta a combattere il collegamento del problema delle costruzioni a quello dell’ esercizio mentre l’ esperienza di questi anni ci ha dimostrato, eh; per essere lo Stato il pessimo dei costruttori di ferrovie, urge il confidare la costruzione delle nuove linee alla industria privata ; ne ad altri meglio potrebbe certamente affidarsi se non a quelle stesse Società che dovranno poi esercitarle. D’ altra parte 1’ esempio della Francia deve farcene sempre maggiormente convinti, perchè anche là lo Stato volle accingersi a costruire le linee complementari, e poi dovette abbandonare 1’ impresa. E come si riconobbe in Francia certamente si deve riconoscere anche in Italia la necessità di porre un termine alle emissioni di rendita.