L ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SC IE N ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BAN CH I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I
Anno r . V - Yol. XXIX
Domenica 6 M a » 1898
CONCETTI SOLLA FINANZA
Si era fatto credere che l ’ opposizione avrebbe raccolte tu tte le sue forze per d em o lire l ’ opera finanziaria del M in istro del Tesoro, com battendo e non votando le leggi, sulle q u a li e g li domandava il voto del Parlam ento : cioè, la legge bancaria e la legge sul C redito C om unale e P rovinciale. Invece è avvenuto che i capi dei d ive rsi g ru p p i dichiarassero bensì d i non avere fidu cia n e ll’ ind irizzo fina nzia rio tratteggiato dall on. L uzzatti, ma il P arlam ento a grande m aggioranza, votò le due leggi.Non starem o q u i ad analizzarne Te disposizioni ; piuttosto, a suo tempo, ne seguirem o im parzialm ente la esecuzione e, sopratutto, andrem o notandone i risu lta ti. La legge bancaria, specialm ente, dovrebbe segnare 1 u ltim o rito cco ad lin a sistemazione, a cui, orm ai, p iù di^ una volta si è messo le m a n i; e questo assetto d e fin itiv o perm etterà di esam inare, con am piezza, la situazione degli Is titu ti di emissione ed il partito che possano tra rre dalla nuova condizione legale, nella quale sono stati posti, m ercè le m o dificazioni che alla legge fondam entale del 1893 hanno portato g li onorevoli S onnino e L uzzatti.
Ma la discussione sulla legge di C re dito Com unale e P ro vinciale ha dato luo g o ad un d ib a ttito che, sebbene appena sbozzato nelle sue linee generali, non può essere non rile v a to , perchè può presentare qualche accenno a nuove tendenze.
Già, nei passali n u m e ri, abbiamo espresso parere favorevole al progetto di legge sul C redito Com unale e P ro v m o a le , ed abbiamo anche m anifestato il de siderio che il M in istro del Tesoro resistesse alla p ro posta di chi voleva re strin g e re soverchiam ente il campo di azione della legge stessa. E ra vam o e siamo ai opinione - contrariam ente a q u e llo che hanno asserito a lcu ni deputati, come g li o no re vo li Colom bo e bonnino - che non sia nè dannoso nè pericoloso ene i C orpi locali ric o rra n o al credito, ma che sia aannoso e pericoloso che v i ric o rra n o al di là d i una giusta m isura e che attingano a quella fonte a con dizioni rovinose. Il sistema p o litico di p ro ib ire l ’ uso
i tutto q uello che, in c e rti casi, può re car danno, 8 un sistema m olto com odo, perchè risp a rm ia lo
i ,, e la applicazione delle cautele, e rende age- jo .e 1 opera dei g overnanti, che lim ita n o la lo ro azione ana coniugazione del verbo p ro ib ire ; ma, in pari mpo, è u n sistema che non si può chiam are c ivile , quantoche in tutte le condizioni econom iche, ma specialmente in quelle, tra le q u a li l’ Ita lia si dibatte, rédito ha una funzione integrante che è v e ra - -1 nte necessaria; e se l’ abusarne può essere ed è,
anzi, per ta li condizioni p iù che mai pericoloso, è com pito dei governa nti, non già d i im p ed irn e sem plicem ente l ’ uso, recando cosi una serie d i a ltri e g ra v i in c o n v e n ie n ti, m a, p iuttosto, d i d is c ip lin a rn e l’ uso, così che non degeneri in abuso.
C om unque, il fatto che il concetto d e ll’ on. L u z zatti applicato per la Sardegna, la S ic ilia , l ’ Isola d’ E lba e per Roma aveva dato o ttim i ris u lta li, ha in c u o ra ti m o lti a votare la estensione della legge a tutta l’ Ita lia , ha fatto rite n e re che le opposizioni di a lcu ni fossero esagerate, e lasciò sperare che se n u o vi fatti si accum uleranno per dim ostrare la u ti lità e la efficacia di quella legge, nè potrà agevol mente essere esteso il campo d ’ azione.
P urché si proceda con perseveranza a m ig lio ra re ed a rifo rm a re dove v i è d iso rd ine e dove v i è b i sogno di cose nuove, saremo contenti anche quando
il processo sia lento, m eticoloso e per g ra d i. A bb ia m o detto che la discussione della legge sul cre d ito Com unale e P ro vin cia le ha dato luogo a qualche cenno s u 'u n a questione che v o g lia m o 'rile vare, perchè sembra a noi non solamente d i grande im p o rta n za , ma anche tale da c o n d u rre ad una in e v ita b ile conclusione.
U n o rdin e del gio rn o proposto dalla Commissione che esaminava i l progetto d i legge e tendente ad in v ita re il M in istro a studiare se e fin o a qual punto la legge in discussione avrebbe potuto agevolare a i C om uni la assunzione d i p u b b lic i servizi ha indotto l ’ on. M in istro del Tesoro ad esprim ere così il suo pensiero :
« Ieri in questa Camera si accese una forte con troversia fra alcuni deputati, il nostro egregio rela tore e l ’on. Colombo, intorno a un ordine del giorno che riguarda i servizi pubblici : certi servizi pubblici esercitati dal municipio come un monopolio eco nomico.
146 L ’ E C O N O M I S T A 6 marzo 1898 somiglianti) gli ostacoli che ora trovano nella legi
slazione vigente.
« Ora io non ho creduto di commettere nessun peccato di eresia economica accettando in nome del Governo di fare questi studi o di presentarne le con clusioni alla Camera. Perchè piaccia o non piaccia all’on. Colombo, siano o non siano veri (non è que sto il momento di discuterli) i pericoli che hanno messo dinanzi quando troppo si estenda il concetto dei servizi municipali, è fuori di dubbio che in tutta la finanza moderna sono sorti questi due pensieri nuovi, i quali si vanno qua e là adombrando con timidità e si applicano ora in un punto e ora in un altro : sono tutt’altro che maturi per la legislazione, ma rappresentano una quantità non trascurabile da coloro che usano meditare sui problemi sociali.
« È questi due concetti sono i seguenti. A i mo nopoli puramente finanziari esercitati dallo Stato al solo scopo di alimentare 1’ erario rincarendo certe materie, aumentando il prezzo di certe derrate al fine di trarne un provento esclusivo per la finanza pubblica, a questi monopoli, a cui nessuno di coloro i quali si ispirano alla solidità del bilancio per il bilancio trovano nulla da contradire, si vanno og gidì contrapponendo o sostituendo^ o ponendo a ri scontro (poiché la questione non è ancora risoluta) degli altri monopoli di carattere economico per effetto dei quali lo Stato dovrebbe rinunziare ai _ primi (i monopoli finanziari) ed esercitare i secondi, traen done, per quanto è possibile, un provento notevole per 1’ erario senza rincararne il servizio ai cittadini, come avviene nei monopoli finanziari. Per esempio, ^ è noto a tutti che la Germania esercita il monopolio
delle ferrovie di Stato con questo criterio, per effetto del quale una parte del bilancio tedesco, tanto ri spetto alle entrate permanenti, come rispetto alla dotazione di quei fondi di riserva ai quali in altri paesi si provvede col credito pubblico, si alimenta con 1’ esercizio dei monopoli ferroviari. E non è un mistero per nessuno che in quel paese la gabella del sale e altre gabelle corrispondenti sono meno aspre, non si esercitano sotto forma di monopolio, mentre le ferrovie fruttano quanto in altri paesi gittano quei monopoli finanziari.
« Non dico, o signori che questi problemi siano maturi per il nostro paese. Non mi piace qui di_ es sere colpito in pieno petto colla taccia di romanziere e rivoluzionario della finanza, affermando che tu t- tociò sia possibile, oggi per oggi, nel nostro paese ; ma affermo che coloro, i quali non avertono questi nuovi problemi finanziari sorgenti sull’ orizzonte di tutte la nazioni e che ne affaticano i pensatori, sono intelletti di corta veduta. »
Com e si vede da questo brano, l ’ on. L u zza tti fu p rud e ntissim o nel tra tta re l ’ argom ento e n o n com prom ise in modo alcuno l’ a vve nire esponendo fin d’ ora il p ro p rio p are re ; è però un sintom o degno d i nota, che una questione s im ile sia stata dibattuta alla Camera, sia pure n elle sue linee p iò generali. L ’ a ttitu d in e che di fro nte alle funzioni del Comune vanno prendendo i s o c ia lis ti; le rifo rm e tentate in q ualche C o m u n e ; le tendenze in a ltri di assumere d irettam en te o m eno in d ire tta m e n te a lc u n i servizi p u b b lic i che hanno più spinto carattere di in d u s tria , come il gaz-luce, i tra m va i, ecc. ecc,, dim ostra no , a n ostro avviso, che la forza delle cose porta nel cam po delle funzioni del C om une e nei ra p p o rti tra queste fun zion i e la finanza com unale un m o vim e n to , del quale ancora non si conosce oggi la tendenza, ma che va accuratam ente osservato.
E d appunto per questo, giacché ad una rifo rm a ra dica le dei trib u ti loca li lo Stato si è m anifestato fin q u i incapace, o perchè distra tto da a ltre c u re ,
0 perchè tim oroso di p o rta r danno al p ro p rio bila n cio , ci dom andiam o se non sarebbe il „caso d i tentare una rifo rm a n e g a tiv a : q u e lla , cioè, di dare a tu tti 1 C o m u n i, od alm eno ad una certa classe di C om uni, una ampia libe rtà nel lo ro assetto trib u ta rio , abolendo q ue lle re s triz io n i e q u e lle condizioni che oggi dalla legge C om unale e P ro v in c ia le , e dalle a ltre leggi
sono im poste. . . .
Siam o tu tti d’ accordo in to rn o ad a lc u n i p u titi ton - dam entali, come q u e llo della separazione dei cespiti d i entrata tra lo Stato ed i C om uni, la rifo rm a se non la abolizione del dazio d i consum o, e la neces sità di una m ig lio re d istrib u zio n e del trib u to tra le diverse classi di c itta d in i. .
E siccome la necessità di una rifo rm a razionale è sentita da tu tti e sem pre p iù si sentirà quanto p iù la coltu ra econom ica farà conoscere alle masse la gravezza delle sperequazioni e le cause loro,, è da sperarsi che, concessa ai C om uni una larga lib e rta , sia pure e ntro entro c e rti lim iti, si in c o m in c ie re i)- bero delle rifo rm e o ù m ide o audaci, le quali fo r n ire b b e ro una larga messe d i esperienze che p e r- m etterebbe poi d i assidero i l sistema trib u ta rio su basi p iù ra z io n a li. . . . . ■ „•
Le questioni rig u a rd a n ti i trib u ti, specie q u e lli loca li, lasciano tuttora ignota tanta parte di ciò che rig u a rd a la lo ro incidenza, la loro traslazione, la lo ro rip ercussio n e, che una esperienza sotto form e diverse, e una serie d i te n ta tiv i ili adattare i l s i stema trib u ta rio alle p a rtic o la ri con dizion i dei luoghi, non possono che giovare tanto a chi studia, come a chi governando deve applicare i ris u lta ti d eg li
s tu d i. . . . . .
Sarebbe fo llia lo sperare che il problem a già tante vo lte discusso in P arlam ento ed con form a nuova ac cennato ora alla Camera, possa essere dal P arlam ento ris o lu to ; ma crediam o che il com pito sarebbe age volato grandem ente se una serie d i fa tti d e te rm i n a ti da sagaci esperienze venisse a c h ia rire le p arti ancora oscure della questione.
IL PELITI 01 LESSE SUGLI « F ili BEL L I!
N ella seduta del IO febbraio è stata presentata alla Camera la relazione d e ll’ on. G ia n olio sul dise gno d i legge, già approvato dal Senato, in to rn o agli in fo rtu n i sul lavoro e ora in discussione alla Camera dei dep utati. V eram en te questo progetto è davanti alla Camera fino dal 7 lu g lio del passato anno, alla qual epoca lo presentò I’ on G u ic c ia rd in i, allora m i n is tro d i a g ric o ltu ra , in d u stria e com m ercio, ma le vacanze p arla m e ntari spiegano, alm eno in gran parte, questo in te rv a llo di sette mesi. La relazione Gianolio non è veram ente un lavo ro che approfondisca e svolga in tu tte le sue p a rli la questione degli in fo r t u n i ma contiene alcune notizie sulle differenze che passano tra il progetto approvato dalla Camera il 27 m aggio 1896 o q uello approvato dal Senato che vai la pena d i accennare.
assicura-0 marzo 1898 L’ E C O N O M I S T A 147
zione facoltativa e giungere a q u e llo d e ll’ assicura zione obb liga to ria . Sono note le cause che hanno determ inato questo cam biam ento di tendenze e di p rin c ip i, nè occorre ora insistere su questo p u n to ; passiamo q u in d i a d d irittu ra alle p rin c ip a li differenze fra i due progetti.
R igu ardo ai lim iti di applicazione della legge a g li o p ifici mossi da agenti in a n im a ti si aggiunsero q u e lli mossi da animali, a im itazio ne d i quanto stabilisce la legge austriaca del 1887 e ciò perchè il per j e0| 0 sebbene in grado m inore, esiste anche quando il m0- vim ento sia dato alle macchine da a n im a li, anzi chè da agenti in a n im a ti. Si tolse la q u a lifica di essen. ziali che dovevano avere i restauri ai p orti canali" a rgin i, ponti, g alle rie e strade, perchè quella nnrola lasciava l’ adito a contestazioni e a una lib e r à d’ tiD- prezzamento che in dati casi poteva rendero fm sta - nea la legge.
Si portò da 6 a 7 lire al gio rn o il l i m ite della mercede entro il quale chi sovraintende al lavoro è agh effetti della legge considerato quale o n e ra lo - con ciò si vuole allargare il benefizio della l e ^ e ’ accrescendo il num ero degli operai a s s ia n n ti ’ Il progetto del 1896 is titu iv a un C o n s ig lio ‘ sope- nore del la v o ro il quale doveva essere composto d. due senatori, due deputati e otto m e m bri n o m i- nati dal m in istro fra le persone p iù note per spe ciale competenza, alcune delle q u a li appartenenti alle class, operaie. Il parere che e ra dem andato a questo C onsiglio secondo ,1 progetto attuale si do vrà chiedere ai consigli te cn ici g o v e rn a tivi. E noi per n u lla fa vo revo li a c e rti C onsigli su p e rio ri, p iù aedi a chiedere nuove leggl d ie ad applicare re t tamente q uelle esistenti a creare n u o vi v in c o li an- zicl e d im in u ire q u e lli che g,à abbiam o, non direm o certo che s. faccia m ale a rin u n c ia re al C onsiglio superiore del lavoro. M entre crediam o che occorra allargare le indagini statistiche rig u a rd a n ti il lavoro e q u in d i convenga form are nella D irezione generale di Statistica una sezione che si occupi ex vrofesso di questa m ateria, come ve ne sono a ltre per d iffe renti m aterie, non vediam o |a u fifità vera di n c r S h V 3 M i0,re’ ; :llr a' Pari dei suoi c o n fra te lli creerebbe soltanto degli im pacci e delle c o m p
li-amentarrV M a ,n m c e l i e r à chi d im o - u tili di m ip lIn ib ii f r g li s u p e rio ri ancor meno HpIIa • •' ^ eoato n°n accettò e il relatore S e C, t T •Psmim|PiaDge S' a stat0 abbandonato. E g li n a l r p i i t Che per costitu ire u n C on sig lio su- II . n ?V(j " 0 non occorre una le g g e ; e cita is tiin iin L i M al tna- e del com m ercio, che venne E T L i p? '“ g mU1- con. d0creto 6 agosto 1869. iipn , 1G- 1 ^ m is lr‘ 'n Ita lia si sono a rro g a ti ben <dtn poteri o ltre q uello di creare dei C on sig li lniP t ,,r i ; i f|UI,ndl u 0n d u l)i 11 l’ on. G ia n olio, e con lui tu tti g l. a ltri che chiedono u n C onsiglio del la-tjerj ’ c ie 1 M in istro li accontenterà ben v o lo n -li nuovo progetto accog-lie, come q uello de! 1 89 6, i p rincip io d e ll’ assicurazione obb liga to ria , ma v i reca alcune m odificazioni a vantaggio, dice il re lato re • egli operai. A bbiam o già accennato come l ’ obbligo 1 i assicurare coloro che sovraintendono al lavo ro si estenda a q u e lli che percepiscono un salario non superiore alle lire 7 al g io rn o , m entre prem e il l i mite era di lire 6. I l minimum era p rim a d i L . 5 00,
u Po rtato a lire 5 00 0. La durata delle conseguenze
d e ll’ in fo rtu n io cui si applicava l ’ assicurazione doveva p rim a essere m aggiore d i g io rn i I O ; basta ora che sia m aggiore di g io rn i cinque. I l lim ite massimo per la valutazione nel progetto del 1896 era di L . 1800, nel progetto attuale è d i lire 2 0 0 0 ; nel caso di m orte l ’ ind e nn ità era pari a qua ttro salari, ora vien e ele vata a cinque. La spesa per le p rim e im m ediate c u re d i assistenza m edica e farm aceutica era p rim a lim ita ta a lire 5 0 ; questo lim ite venne to lto nel p ro getto attuale, nè si parla d i rim b o rso per parte del - l'Is t it u t o assicuratore. T u tte queste disposizioni favo re v o li agli operai, si riso lvo no , nota l’ on. G ianolio, in m aggiore onere a carico del padrone. E d egli co n tin u a : - d a ll'ista n te in cui si am m etteva teorica del rischio professionale e p erciò solo che] la si am m ette si addossa a ll’ in d u stria u n carico speciale, quello d i pagare tutte le ind e nn ità . Col sistema d e ll’ assi curazione questo carico che saltuariam ente peserebbe s u ll’ uno e s u ll’ a ltro in d u stria le , e la cui liqu ida zion e potrebbe talvolta presentarsi quale u n incognita pau rosa, si trasform a in u n onere fisso, che l ’ ind u stria le conosce nel preciso suo am m ontare, di cui può e deve ten er conto nei calco li p re v e n tiv i della sua azienda. - Ma, il re la to re si preoccupa d e ll’ onere che ne deriverà per g li in d u s tria li e afferm a che si deve procedere g u a rd in g h i n e ll’ addossare lo ro n uo vi pesi, per le condizioni non troppo prospere della no stra in d u stria . I l fatto è che è d iffic ile poter d ire ora quale sarà l ’ am m ontare di questo onere. Il Fa- b ris , d ire tto re della Cassa Nazionale di assicurazione per g li in fo rtu n i del la vo ro , osservava che siccome la Cassa nazionale assicura oggi ind e nn ità le q u a li possono rite n e rsi in media in fe rio ri di circa u n terzo a q ue lle portate dalla nuova legge, anche calcolando per prudenza il 5 0 per cento in p iù , il p rem io me dio che oggi è rich iesto dalla Cassa Nazionale in ■4 lire salirebbe por tu tte le diverse in d u strie a circa 6 lire , ossia a 2 centesim i a testa per ogni g io rn o d i lavoro. E partendo da questo concetto l’ o n o re vole G u ic c ia rd in i fo rn iv a al Senato questi dati sul prem io che peserebbe sopra alcune delle p rin c ip a li in d u s trie .
Seta. Supposto il salario g io rn a lie ro d i 9 0 cente s im i il prem io annuo a testa sarà di lire 1,13 ossia di 3 centesim i al g io rn o.
Lana. Supposto il salario m edio g io rn a lie ro di 2 lire , il prem io annuo a testa sarà di lire 2 ,7 6 ossia m ille s im i 9 al g io rn o .
Cotone. P rem io uguale a q uello della lana. — P a nifica e Pastificio. Supposto il salario g io rn a lie ro di lire 2 ,6 0 il p rem io annuo sarà di lire 4 ,9 6 ossia 16 m ille s im i al g io rn o . — Cartiere. Supposto i l salario medio d i L . 1,8 0 il p re m io annuo sarà di lire 7 ,2 0 ossia 2 centesim i al giorno.
Officine meccaniche. Q u i dove il salario è m ag giore e il rischio pure grande il p rem io annuo sale a lire 12,53 ossia a 4 centesim i al g io rn o .
Dinamite. Q ui si va anche p iù su, ma si tratta di in d u stria suprem am ente pericolosa e di carattere puram ente eccezionale.
l-148 L ’ E C O N O M I S T A 6 marzo 1898 I’ assicurazione, quanto per l ’ aggravio m aggiore che
l ’ aum ento stesso prod u rre bb e sotto form a d i p rem i p iù elevati.
N e ll’ allegato 4° della relazione A u r iti vi è un cal colo che sì rife ris ce a diverse ipotesi e 1' onere è secondo esse di 5 ,0 3 7 ,7 7 9 , d i 6 ,0 6 2 ,7 1 7 e di 6 ,1 9 3 ,2 3 2 lire . Ma il progetto attuale è p iù largo di q u e llo sul quale rife riv a l ’ A u r iti e il num ero degli operai da assicurare è aum entato, sicché la spesa si a vvicinerebbe ora a 1 0 m ilio n i. In realtà però su questo punto n u lla si può d ire di p ositivo .
Secondo il progetto attuale la ind e nn ità dev’ es tere liq u id a ta e pagata entro i tre m esi d a l!’ in fo r tu n io e con ciò la revisione e ntro il b iennio del g iu dizio sulla n atura della in a b ilità p e r g l’ Is titu ti as s ic u ra to ri si rid u c e a lettera m orta, m e ntre secondo il progetto del 1 8 9 6 la liquidazione d e fin itiv a della in d e n n ità , tranne il caso di m o rte, era rin v ia ta a due a nn i e in ta n to ven iva corrisposta una in d e n n ità g io r naliera eguale alla metà del salario.
T ralasciando di accennare ad alcune divergenze m in o ri fra il progetto attuale e q uello del 1 896, con v ien e invece ferm are l ’ attenzione sulla questione
d e g li e ffe tti che d a ll’ assicurazione o bb liga to ria , pos sono d e riv a re n e i casi in cui v i sia colpa o del padrone o d e ll’ operaio. È noto che v i sono o p i n io n i d iv e rg e n ti sul proposito e taluno vo rre b b e co perta d a ll’ assicurazione ogni responsabilità di colpa, m entre a ltri invece v og lion o lasciare inte gra la re sponsabilità d i d iritto com une; a ltri ancora credono che im ponendo agli in d u s tria li l’ onere d e ll’ assicura zione u n qualche compenso abbia ad essere loro dato.
I due p ro g e tti che q u i si m ettono a confronto, quanto al padrone, hanno accolto il sistema di r i d u rre , non di sopprim ere, la responsabilità della colpa, ma procedendo per v ie assolutamente diverse. Secondo il progetto del 189 6 quando l ’ in fo rtu n io avvenga por colpa grave del capo o esercente del l ’ im presa o in d u stria o di coloro che e g li propone alla direzione del lavo ro , le ind e nn ità debbono rad d op pia rsi. L ’ ind e nn ità supplem entare va a carico dello persone c ivilm e n te responsabili. Ma l ’azione di regresso agli Is titu ti a ssicuratori non è data nel caso d isco lp a grave ; la si am m ette solo quando v i fosse dolo. Sennonché il progetto approvato dal Senato ac colse u n sistema diverso e nuo vo . P e r esso la re sponsabilità c iv ile riso rg e nel caso di condanna pe nale d e ll’ in d u stria le o a m m in istra to re , oppure dei suoi preposti, ma solo quando il fatto dal quale l’ in fo rtu n io è d e riv a to , costituisce reato d’ azione pub b lic a , e avverandosi ciò g l’ is titu ti a ssieu ra lori hanno d ir itto di regresso. E il ris u lta to p ratico della d i sposizione del progetto è questo ; I’ assicurazione copre la responsabilità d e ll’ in d u stria nei casi di m in o r conto, quando la m alattia o la incapacità al la v o ro non ecceda i 20 g io rn i. A l di là di questo lim ite il danneggiato non può agire in via c iv ile p e r una m aggiore ind e n n ità , se non v i sia sentenza penale e per avere questa sentenza penale può dare q uerela e c o s titu irs i parte c iv ile .
C o n tro questa disposizione insorsero a lc u n i m em b ri della C om m issione della Camera, però prevalse l ’ idea d i accettarla, alm eno per ora, onde non sia r i messo in discussione tu tto il progetto. Ma alla C a m era si tenterà certam ente di fa r p revalere qualche a ltro p rin c ip io , non sappiamo però con quanta fo r tu n a , perchè o rm a i pare si vo g lia , buono o cattivo,
accettare il progetto del Senato e com piere il p rim o passo, ina u gu ra nd o l’ assicurazione o bb liga to ria per g l’ in fo rtu n i. Dopo si vedrà q u a li rifo rm e o ccorre ranno. Questa è la logica p olitica dei n ostri tem pi.
PER LA ESPORTAZIONE
I n ostri m in is tri degli a ffa ri esterni e degli a ffa ri della economia nazionale (a g ric o ltu ra - in d u s tria -c o m m e rcio) hanno chiam ato a consiglio le d itte e le case p iù im p o rta n ti, le rappresentanze e associazioni più in vista, i notabili, per così d ire , del ceto in d u stria le e com m erciale d’ Ita lia , perchè vog lion o studiare con queste persone, egregie e preclare, il m odo d i p ro m uovere le esportazioni italiane nelle lontane A m e ric h e e n e ll’ estrem o O riente.
L ’ idea dei sign ori m in is tri non è soltanto buona, è ottim a a d d irittu ra , come idea, alm euo_per noi che v i ra vvisia m o l ’ ind izio, il sintom o, sia pure leg g ie ro e sottile, che in certe sfere com incia i l ra v v e d i m ento, o alm eno com in cia a essere posta in dubbio la bonlà e l ’ u tilità di a ltri concetti e d i a ltri c rite r i, che q u e llo stesso ceto in d u stria le , in nom e sempre del- l ’ interesse nazionale e non senza una certa dose di presunzione, ha fatto prevalere fin q u i n e ll’ ind irizzo d e ll’ econom ia pubblica o nei consigli del governo. E questo, che in a ltri tem pi si è lasciato prendere u n po’ la m ano nel regolare le c o rre n ti del com m ercio italia no e che aveva cre du to , naturalm e nte , di assi curare la fortu n a del paese, dei la v o ra to ri sop ra tu tti, e di consolidare insiem e sopra basi g ra n itich e la p ro p ria finanza, sembra accorgersi adesso di essere a vviato per una strada falsa la quale porta lontano d a ll’ una e d a ll’ a ltra meta.
N otiam o intanto con piacere che uno degli a rgo m enti p iù d i sovente rip e tu to e rica ntato in tu tti i to n i dodici o q u in d ic i anni addietro, quando si ese g uivano !’ inchiesta in d u s tria le e g li s tu d i per la nuova ta riffa doganale, oggi passa sotto silenzio. C h i non rico rd a i p ro g ra m m i pomposi per la conquista del mercato interno ì Questa, che fu la grande ban diera dei n ostri protezionisti, oggi è prudentem ente rim essa ne! fo d e ro ; e d icia m o prudentemente, perchè essi non ci dicono che la conquista sia avvenuta e m o lto m eno che ne siano sca tu riti tu tti i vantaggi al lora sperati e prom essi al paese ; nè ci confessano che quella bandiera parve grande ai loro occhi solo per effetto della lo ro vista ’ corta. Ma non insistiam o su ciò e prendiam o atto d ello s p ira g lio di luce, che sem bra farsi strada nella loro m ente, e della buona volontà che è sorta nei n ostri p ro d u tto ri di uscire dai co n fin i angusti del com m ercio in te rn o , di ro m pere la clausura di u n m ercato soltanto italiano e di tentare la prova verso lid i p iù lon tan i, forse troppo lontani.
-6 marzo 1898 L ’ E C O N O M I S T A 149 dere p iù intensa ! > nostra esportazione v i sono anche
in E uropa dei m ercati, meno lontani e meno scono sciu ti, da conquistare, anzi da riconquistare, con im m enso vantaggio del paese nostro e di paesi v i cini al nostro.
Potranno e v orra nn o g li o no re vo li V is co n ti Venosta e G occo-O rtu chiam are e ferm are 1’ attenzione dei nostri in d u s tria li anche su questo p u n to ?
Noi abbiamo fidu cia che n e ll’ areopago econom ico, convocato a Roma alla C onsulta, m olte buone proposte saranno ventilate, e non ci manca la speranza che qualche buon p rovvedim ento positivo, m odesto, ma efficace nella sua modestia, sarà poi adottato dai nostri g overnanti : ma agli onorevoli due m in is tri e ai loro illu s tri colleghi Branca e Luzzatti vo rre m m o poter raccom andare, se la nostra voce giunge fino ad essi, di non dare facile accoglienza a proposte o ambigue o accademiche.
Noi vediam o, per esempio, che il grup p o dei ra p presentanti le in d u strie cotoniere, i q u a li seppero essere in flu e n ti, a b ili e fo rti nel passato, quando si compose la tariffa e quando si com binarono tra tta ti da una parte per rom perne a ltri d a ll’a ltra p a rte ; quel gruppo che rie s ci allora a fissare ed aggravare l’ in d i rizzo protezionista anche per l ’ Ita lia , domanda adesso dei miglioramenti di tariffe. Occhio, Eccellenze, a queste proposte o domande, perchè non si sa mai dove si va a cascare con c e rti rito rn e lli, usati e abusati oramai.
Del m ig liora m e nto delle tariffe avviene come dei m ig liora m e nti del cam bio nelle rassegne dei lis tin i di borsa. P er chi ha delle tra tte estere da vendere m i gliora certam ente il cam bio, quando esso sale in causa del disordine della nostra circolazione, in causa della debolezza ed in fe rio rità del nostro cre d ito p u b blico a petto d i q uello d i a ltri S tati, o in causa della depressione e della atonia del com m ercio con l’ estero per lo scambio reciproco di m aterie p rim e e di p ro d o tti: ma ch i, tenendo d’ occhio e avendo a cuore i veri interessi generali, oserebbe pensare e afferm are che in tale condizione di cose quel m ig liora m e nto, cioè quel rialzo del cam bio è un fatto econom ica mente buono per il paese?
Così si dica, se a proposito degli in vo ca ti m ig lio ram enti di tariffa , i l G overno, il quale dovrebbe essere il vero e il solo padrone delle dogane perchè queste non devono mai essere a ltro che uno s tru mento fiscale e di sana finanza, non v o rrà v ed erci ben chiaro nelle inte nzio ni di ch i, dopo tu tto , ha sem pre domandato dazi e poi ancora dazi a carico dei p rop ri con citta din i.
Ma i coto nie ri ita lia n i hanno preparato u n ’ a ltra p ro posta, che ci piace rile v a re per la sua novità per chè essa appare ispirata da un ’ alta idealità, non da m ire p a rtic o la ri o da interessi puram ente m ate ria li. Dom andano dunque g li egregi in d u s tria li del cotone che si istituiscano scuole in Italia per edu care i giovani alla esportazione ; alla esportazione, ben s’ intende, d ille cose e delle m e rci, non già delle persone, ehè sgraziatam ente 1’ esportazione delle p e r sone, l ’ esodo degli Ita lia n i dal paese natio fiorisce ed aumenta senza aiuto di scuole spe cia li. Nessuno in verità ha m ai educato alla em igrazione e tu tta via questa cresce in modo spaventoso e non soltanto v i si danuo i giovani, ma p u rtro p p o anche i fa n c iu lli, le donne, g li u o m in i m a tu ri e perfin o i vecchi.
D i scuole per educare la g io ve n tù a ll' esportazione
non sappiamo se ve ne siano in a ltr i paesi, se v i siano state tentate, se v i abbiano messo radice e se v i abbiano dato f r u tt i; checché ne sia in proposito, noi non vogliam o lesinare il nostro plauso ai coto n ie ri, i q u a li, proponendo le scuole della esportazione, hanno alm eno dim ostrato di v o le r riconoscere che non avevano poi grande torto g li econom isti lib e ra li nel raccom andare, come hanno sem pre fatto, una m a gg ior cura delle co rre n ti della esportazione. È vero che essi restarono inascoltati, anzi riscossero il biasim o o il com patim ento derisorio degli in d u s tria li ; ma orm ai giova poco ria nd are sul passato ed è m eglio, invece, prendere nota d i questa domanda di scuole per la esportazione, come d i un p rin c ip io di adesione ad alcune delle idee dei non protezionisti.
V eram en te della esportazione si parla o si dovrebbe parlare dalle cattedre d ’ economia p o litic a ; ma que sta scienza , i suoi p rin c ip i e i suoi insegnam enti sono stati sempre te n u ti in così poco conto e quasi in dispregio, precisam ente dai s ig n o ri in d u s tria li, che non era da aspettarsi da essi la rivendicazione d i retta d i un posto d’ onore agli stu d i econom ici.
Ben vengano ad ogni modo le scuole per educare g li Ita lia n i alla esportazione. Se anche dovessero s e rvire soltanto a spiegare agli interessati che la esportazione da se sola non può sussistere e che un paese non può esportare se non in quanto scambia la sua p ro duzione con quella d eg li a ltri paesi ; se questa sola v e rità restasse acquisita ai giovani fre qu en tatori della nuova scuola, non si potrà d ire che la proposizione dei coto nie ri fosse una proposta accademica, e si dovrà sperare che d a ll’ opera illu m in a ta dei fig li, alm eno invece degli a ttu ali d irig e n ti le in d u strie ita lia n e il paese può aspettarsi la re surre zio ne dei n o s tri com m e rc i.
L a speranza non è di im m ediata realizzazione; ma chissà che, ad a ffre ttare un in d irizzo econom ico diverso, non vengano presto g li interessi m a te ria li degli in d u s tria li m edesim i e l ’ u rto dei lo ro b iso gn i, im p e lle n ti e v ita li, con tro il protezionism o a g ra rio ! Questa è storia non ancora fatta da noi in Ita lia ; ma la si è vista in a ltri paesi e noi oggi disperiam o meno di assistere un g io rn o alla in e v ita b ile e Invocata evo luzione del ceto in d u s tria le italia no .
Fe bb ra io 1898
A . C.
Gli scioperi in M ia nel 1896
La statistica degli scioperi, in quest’ epoca di sempre rinascenti c o n flitti in d u s tria li, acquista sem pre p iù im portanza e conviene seg uirla con attenzione per rile v a re q ua li c o rre n ti si m anifestino in un dato pe rio d o nelle relazioni tra capitale e lavo ro . O ra, dalla
150 L ’ E C O N O M I S T A 6 marzo 1898
Anni
Scioperi pei quali si conosce il numero
delle persone N. degli scioperi che vi presero parte
Numero delle persone che vi presero parte — — — — 1 8 9 0.. . . 1 3 9 1 3 3 3 8 , 4 0 2 1 8 9 1.. . . 1 3 2 1 2 8 3 4 , 7 3 3 1 8 9 2.. . . 1 1 9 1 1 7 3 0 , 8 0 0 1 8 9 3.. . . 1 3 1 1 2 7 3 2 , 1 0 9 1 8 9 4.. . . 1 0 9 1 0 4 2 7 , 5 9 5 1 8 9 5.. . . 1 2 6 1 2 6 1 9 , 3 0 7 1 8 9 6.. . . 2 1 0 2 1 0 9 6 , 0 5 1
Il n u m e ro degli scioperi era venuto crescendo da 32 nel 187 9 a 139 nel 1890, poi si è m antenuto stazionario fin o al 1 8 9 5 ; nel 1 89 6 si è im p ro v v is a m ente elevato a 2 10.
Q u a li le cause di questo aum ento ? P er avere qualche luce al rig u a rd o , conviene vedere come si d is trib u is c o n o secondo le re g io n i quei 2 1 0 scioperi. L a m a gg ior parte d e g li scioperi d e ll’ u ltim o anno nella S ic ilia , 47 sopra 5 7, si collega c o ll’ aum ento dei prezzi d ello zolfo. G li operai che da diverso tempo, per causa del r in v ilio nel prezzo dello zolfo avevano dovuto assoggettarsi ad una forte riduzione nel sa la rio , visto che, dopo la costituzione della Società Anglo ■ Sicilia per il commercio dello zolfo, il prezzo del m in erale si era im m ediatam ente ria lza lo , chiesero di rito rn a re alle p rim itiv e m e rced i ; e non avendo ot ten uto subito quanto desideravano, rico rsero a gli scio p e ri. Si può calcolare che in media le m ercedi g io rn a lie re dei solfatari nei luo g hi ove avvennero g li scioperi aum entarono nel 189 6 di una mezza lira pei p ic c o n ie ri e L , 0 ,4 0 pei carusi. A nche il P iem onte e la L o m b ard ia ebbero scioperi m olto p iò num erosi che n eg li anni precedenti. E parim ente il num ero delle p e r sone che parteciparono agli scioperi è stato nel 1896 dì g ran lunga superiore a q u e llo del 1895 e d i tu tti g li a ltri anni considerati nella statistica u ffic ia le . Il grande aum ento che si osserva nel n u m e ro degli scio pe ra nti è dovuto sopratutto a llo sciopero delle tre ccia iuo le a c u i parteciparono 4 0 ,9 5 0 persone.
D e i 2 1 0 scio pe ri a vve nu ti nel 189 6 se ne conta ro n o 7 in gennaio, 4 0 in febbraio, 11 in marzo, 9 in a p rile , 19 m aggio, 3 4 in g iu g n o , 18 in lu g lio , 33 in agosto, 19 in settem bre, 25 in o ttobre, 15 in n ovem b re e 10 in d ice m bre. V ie n e così conferm ato che il m iu o r n um ero d i scioperi avviene nei mesi fre d d i, quando l ’offerta del lavo ro e i l disagio nelle fa m ig lie d eg li operai è m aggiore. D ifa tti se si a d d i zionano g li scioperi n o tific a ti dal 187 9 al 1 8 9 6 in cluso si trova che sul totale d i 1751 scio pe ri, 719 (ossia 41 per cento) avvennero n e i q u a ttro mesi dal m arzo al giugno, 6 3 8 (3 6 per cento) in lu g lio , ago sto, settem bre e ottobre e soli 3 9 4 (2 3 p er cento) n e g li a ltr i m esi, cioè nella stagione in v e rn a le .
Q uanto alla d istrib uzio ne secondo le lo ca lità , p iù della metà degli scioperi avvenne n e ll’ Ita lia set te n trio n a le , dove sono i m a g g io ri cen tri in d u s tria li. N ella sola L o m b a rd ia se ne contarono 72, cioè p iù di u n terzo del n u m e ro totale, e di essi 5 5 si v e r ifi carono nella p ro v in c ia di M ila n o . N ella S ic ilia si eb bero 5 7 scioperi, dei q u a li 5 5 fra solfatari e nel P ie m onte 3 1 . D elle 69 p ro v in cie del Regno, 33 furono im m u n i da scioperi.
I l seguente prospetto dà per co m p a rtim e n ti il n um e ro degli scioperi e il n um e ro degli operai che v i presero parte, d is tin ti in u o m in i, donne e ragazzi d’ ambo i sessi (fino ai q u in d ic i anni c o m p iu ti) :
COM PARTIM ENTI
N u m e ro d e g li s c io p e r
i Numero degli sci.
Adulti maschi ! femmine t peranti R agazzi d’ ambo i sessi Totale P i e m o n t e ... 31 3 , 4 4 6 2 , 3 7 5 3 8 7 6 , 2 0 8 L i g u r i a ... 4 3 9 0 2 18 4 1 0 L o m b a r d i a ... 7 2 3 , 2 9 8 3 , 4 3 0 1 , 3 4 5 8 , 0 7 3 V e n e t o ... 7 9 0 7 1 0 2 0 8 2 0 E m i l i a ... 10 1 ,9 9 4 14 27 2 , 0 3 5 T o s c a n a ... 12 4 , 8 6 7 ‘2*5, y 6 3 1 1 ,0 6 4 4 2 ,8 9 4 M a r c h e ... 2 4 8 — — 4 8 U m b r i a ... 1 — 2 7 0 — 2 7 0 L a z i o ... 7 1 , 1 0 3 — — 1 , 1 0 3 A b r u z z i e M o l i s e . . . 1 2 7 — — 27 C a m p a n i a ... 4 1 , 9 3 8 — — 1 , 9 3 8 P u g l i e ... 1 1 5 0 — — 1 5 0 —
_
— --- -C a l a b r i e ... — ____ . — — — S i c i l i a ... 5 7 2 2 ,5 1 4 5 0 0 8 , 9 7 1 3 1 , 9 8 5 S a r d e g n a ... 1 9 0 — 9 0 R e g n o . . . . 2 1 0 3 9 , 9 5 5 3 4 , 2 6 4 2 1 , 8 3 2 9 6 ,0 5 1In generale il num ero d e g li u o m in i è m olto m a g g io re d i q uello delle donne e dei ragazzi; ma nel 1 8 9 6 lo sciopero delle tre ccia iuo le toscane portò una alterazione al ra pp o rto consueto, le donne partecipa ro no in ragione del 59 per cento c on tro 31 per cento nel 1895.
I l n um e ro medio degli operai per uno sciopero fu nel 1 89 6 di 457 con tro 1 5 3 nel 95, 2 6 5 nel 1894, 2 5 3 nel 1 8 9 3 , 263 nel 1892, ecc.
O ltre ai 96051 operai che presero parte agli scio pe ri d i proposito deliberato nel 189 6 si contano a ltr i 4 25 2 operai (1 7 9 7 u o m in i 205 5 donne e 400 fa n c iu lli) che furon o costre tti a ll’ ozio perchè venne lo ro meno la m ateria per il lavo ro , a cagione d e g li s cio pe ri d e g li a ltri, o vve ro perchè il p ro p rie ta rio chiuse lo sta b ilim en to . L a sospensione del lavoro per g li operai che non avevano preso parte allo sciopero si ebbe in 2 2 casi. Ora dei 2 10 scioperi v e rific a tis i n e l 1 8 9 6 soltanto 21 dettero luogo a d is o rd in i e violenze, negli a ltri 189 scio pe ri non si m anifestarono
d is o rd in i d i sorta.
P er 25 scioperi si è saputo cbe g li operai ric e v e t tero sussidi da leghe d i resistenza, Camere di lavo ro , A ssicurazione di m utuo soccorso e C ooperative, dal p a rtito socialista, per mezzo di sottoscrizioni p u b b li che aperte n e i g io rn a li lo ca li, ecc.; ma siccome i sussidi non si sogliono dare in m odo palese, il n u m ero delle v o lle in cui si d is trib u iro n o sussidi fu certo m aggiore d i 25.
6 marzo 1898 L ’ E C O N O M I S T A 151 solidarietà dichiarata con a ltri scioperi o operai l i
cenziati, ecc. ecc. Quando concorrano p iù cause a de term inare lo sciopero la statistica lo classifica sotto la ru b ric a corrispondente alla causa p iù im portante o al fatto che v i diede m o tivo im m e dia to. O r bene, nel 189 6 g li scioperi rispetto alle cause si distinguono nel seguente modo
N. degli N. degli Per scioperanti scioperanti N. degli compreso Per osoluso lo Per
scioperi cento lo sciopero cento sciopero cento
delle delle
trecciaiuole trecciaiuole Per ottenere un
au-mento di salario.. 111 S3 78,722 81.7 37,772 68. — Per ottenere una
di-minuzione nelle
ore di lavoro .. „. 6 3 980 1.— 980 2.— Per resistere ad una
diminuzione di mercede... 26 12 8,723 6. - ■ 5,723 10.5 Per resistere ad un aumento di ore di lavoro... 2 1 267 0.3 267 0.5 Altre cause... 65 31 10,359 11 10,359 1 9 . -Totale degli scioperi
classificati . . . 210 100 96,05! 100 55,101 100
Il num ero m aggiore d e g li scioperi è sem pre oc casionato dalla richiesta d i aum ento di m ercede; nel 1896 se ne ebbero 111 sul totale di 2 1 0 , ossia il 53 per cento. Se consideriam o il n um e ro degli ope rai che v i presero parte, la media è anche p iù forte e ascende a 68 per c e n to ; escludendo dal calcolo lo sciopero delle trecciaiuole il quale per il n um e ro strao rd ina rio del personale p ertu rb a il calcolo della media; com preso lo sciopero delle tre ccia iuo le questa media salirebbe a 81 per cento.
G li scioperi d ic h ia ra ti per un miglioramento nelle condizioni d e ll’ operaio sono adunque in n um e ro m olto m aggiore di q u e lli che tendono a resistere ad un peggioram ento.
F ra i 65 scioperi che avvennero per varie cause, 22 si ve rifica ro n o per questioni d i d is c ip lin a , 11 per per ottenere la riassunzione al lavoro di operai lic e n ziati, 8 per questione sul modo d i eseguire il lavo ro , 6 per ottenere il licenziam ento di capi squadra o assistenti, 4 per protestare contro la concorrenza dei trams, 3 per ottenere l ’ abolizione di m u lte , 3 per ricevere il pagamento della m ercede a rre tra ta , 2 per ottenere il licenziam ento d i a pprendisti o per opporsi a ll’ assunzione di essi, 2 per solidarietà coi capi ope ra i licenziati, 2 p e r questione sul m odo d i pagamento, 1 per ottenere che la mercede fosse pagata in con tanti anziché in generi a lim e n ta ri e 1 per opporsi alla introduzione del lavo ro a c ottim o.
C irca a ll’ esito degli scioperi ragg u ag liato, a 1 0 0 il loro n um e ro ed a cento pure q u e llo d eg li scio peranti si trova che il 38 per cento degli scioperi ebbe esito in tu tto favo revo le, il 2 4 per cento fa v o revole in parte e il 38 ris u lta to negativo in cui con siderando i l n um e ro d eg li scioperanti si ha i l 7 0 per cento degli scioperi con esito favorevole in tu tto , il 18 per cento favorevole in parte e il 12 per cento con resultato negativo.
La proporzione p iù alta d i scioperi te rm in a ti con esito favorevole agli operai corrispo nd e nel 1 8 9 6 alia domanda di d im in u zio n e delle ore d i la v o ro , rappresentando il 6 7 per cento del n u m e ro totale degli scioperi d ic h ia ra ti per tale m o tivo .
La distinzione per g ru p p i di in d u s trie d eg li scio peri a vve nu ti nel 1896 e n e l 1 8 9 5 si può vedere da questo prospetto :
Anno 1896 Anno 1895 Arti o mestieri N. degli N. degli N. degli N. degli degli operai scioperanti scioperi scioperanti scioperi scioperanti
Tessitori, filatori, ca rd a to ri... 50 9,706 38 7,738 Minatori e solfa- tari ... 61 31,007 16 3,486 M eccanici... 6 431 6 530 F o n d ito ri... 13 656 2 41
Operai delle offi
cine ferroviarie 2 1,729
B raccian ti... 9 2,635 12 1,863
Minatori e scal
pellini ... 5 380 9 2,310
F orn a cia i... 4 113 4 344
Tipografi... 5 278 9 354
C a ppella i... 6 41,560 ---- —
Conciatori... 9 882 7 459
T in t o r i... 2 273 1 450
Fornai e pastai.. Operai d’altre in dustrie alimen tari ... 4 1,563 1 66 1 38 F alegn am i... 3 122 1 90 V etra i... 3 181 — — Vetturini e con duttori di om nibus ... 5 908 4 540 Battellieri... — — — — C arrettieri... __ — 2 120 Facchini e scarica tori di carbone. 3 293 1 11 Operai di industrie diverse... 19 3,266 13 905 T ota le.. . 210 96,051 126 19,307
G li scioperi sono in generale p iù fre qu en ti nelle in d u strie tessili e in q u e lle m in e ra rie e m eccaniche, per chè in esse g li operai possono tro va rsi r iu n it i in g ran n um e ro . S ulla durata d eg li scioperi noterem o che nel 1896 il m a g g io r n um e ro d i essi ebbe breve durata e cioè 91 fin o a tre g io rn i, 70 da 4 a 10 g io rn i e 49 p iù di 10 g io rn i. Il num ero delle g io r nate perdute fu d i 1 ,1 5 2 ,5 0 5 con l’ aumento di ol tre 1 m ilio ne sulla c ifra del 1 8 9 5 e ciò dipende p rin c ip a lm e n te dallo sciopero delle tre ccia iuo le il quale da solo com prese 6 1 4 ,2 5 0 g io rn a te ; g li scio p e ri s ic ilia n i nelle zolfare im p o rta ro n o p iù di 3 5 0 ,0 0 0 giornate. La perdita in danaro viene calcolata dalla statistica in poco p iù d i 1 m ilio n e .
Q uanto agli scioperi n e ll’ a g ric o lu ra u no solo ne re g istra la statistica n e l 1 8 9 6 e d i poca im portanza. 1 casi di chiusura d i fabbriche ecc. [look out) furon o 6. I colle g i di probiviri, is titu iti in base alla legge 15 giu g no 1893, erano alla fine del 1896 in num ero di 48, dei q u a li 10 per l’ in d u stria tessile, 9 per le in d u s trie m e ta llu rg ic h e e m eccaniche, 3 per le in d u s trie del v e tro , ceram ica ecc.
152 L’ E C O N O M I S T A , 6 marzo 1898
Dopo M ilano, T o rin o ; dopo C om o, Bergam o e L o d i, i com uni che studiano di proposito la propria finanza, perchè si sentono in grave disagio con g li attu ali o rdin am en ti trib u ta ri, vanno crescendo di num ero, e non è da d ire che le pubblicazioni che vengono in luce dai c e n tri p iù p icco li abbiano meno im p o r tanza o p reg i m in o ri dei vo lu m in o s i infolio e d iti dai m u n ic ip ii delle g ran d i città. In una breve e succosa relazione sullo im poste lo ca li stesa per in v ito della Camera d i C om m ercio di L o d i v i è m olto m aggiore elevatezza di c rite ri e chiarezza di p rin c ip i, v i è as sai p iù slancio di sagaci proposte, che non nel lu n ghissim o ra pp o rto testé d is trib u ito al C onsiglio C o m unale d i T o rin o , nel quale non v i ha d i veram ente concreto e sostanziale se non questo, cioè che l ’ an tica capitale dejl R egno si dice disposta a togliere dal suo b ila n cio il dazio comunale sul pane, a patto che le finanze nazionali assumano la perdita di T o rin o a p ro p rio carico e com pensino la m in ore entrata del b ila n cio com unale con una d im inu zio ne del ca none dovuto allo Stato per i dazi g overna tivi.
Nè soltanto le rappresentanze le g a li, ma anche i g ru p p i e i p a rtiti si m uovono e si interessano ; tu tti stanno a ll’ erta, si tengono sulle braccia e nella im minenza delle elezioni a m m in is tra tiv e espongono i lo ro p ro g ra m m i e m anifestano i lo ro p rop o siti alle masse e le tto ra li, al popolo.
Cosi, m entre a M ila no il C onsigliere Cornnggia fa conferenze pei C onservatori ca tto lic i e manda a rti coli a Rom a per la Nuova Antologia, a T o rin o il p a rtito socialista v ie n fu o ri con uno studio, del quale fu ro n o lodate la savia temperanza, la fine analisi, e p erfin o la robustezza e la sodezza positiva di ce rti concetti a m m in is tra tiv i a ll’ inglese che tu tti g li a ltri p a rtili hanno il torto di lasciarsi p o rta r via .
È evidente, è i m egabile che un m ovim ento assiduo e costante, sia pure di idee e di in d iriz z i d ive rsi, esiste e si fa ogni dì p iù intenso, alm eno nelle re g io n i d e ll'A lta Ita lia ; e se v i ha divergenza d i me tod i, è unanim e invece il consenso in questo pensiero, che così non si va p iù avanti, che le finanze dei m u n ic ip i e le so rti dei c itta d in i c o n trib u e n ti ai b i la n c i com u na li non vanno p iù o ltre dim en tica te e abbandonate n ello stato malsano di d iso rd ine che investe tu tti e tu tto .
Ma c h i non vede e n on sente questo stato d i cose chi seguita a d o rm ire della grossa, chi non crede o non sa che v i sia una questione urge n te per le f i nanze, le tasse e i dazi m u n ic ip a li, è p ro p rio il go verno, il potere ce n tra le : questa a u to rità , che dice d i v o le r pensare a tu tto e rip a ra re a ogni male, ma in ta n to non perm ette a nessuno d i fare un poco di bene in casa p ro p ria , lascia tra sco rre re con fa talism o m u sulm ano i mesi e g li anni, si piega d i mala v o g lia a m antenere le sue prom esse, si tiene in d if ferente se i com uni prendono la via buona o la sba g lia ta, non capisce o non v u o l capire le questioni che le si p ropongono; e così fa crescere il d iso rd ine crea g li e q u ivo ci n elle rappresentanze com u na li, mette in im barazzo tu tti q u a n ti. Se però qualche com une riesce a m ettere insiem e qualche onesta proposta, a llo ra il governo si sveglia e ha pronta la risposta e la decisione per conto suo : voglio danari, datemi quattrini.
Ecco dove ci ha condotto la magna Sapientia di una a m m inistrazione routinière & burocratica che tutto soffoca, tu tto atrofizza.
A . C.
D iam o il testo com pleto del progetto presentato alla Camera dal M in is tro d eg li E steri.
CAPO I.
Dell’ emigrazione in generale
Art. 1. — L’emigrazione è libera, salve le eccezioni stabilite dalla presente e dalle altre leggi dello Stato.
Non possono emigrare :
a ) le donne, quando figli bisognosi delle cure di
esse debbano, a cagione della loro partenza, rimanere nell’ abbandono ;
b) i minorenni senza il consenso del genitore o
del tutore, oppure quando manchi il genitore od il tu tore, senza il consenso dell’autorità prefettizia ; ed ove non abbiano compiuto il 16° anno di età, senza com pagnia di ascendenti, di fratelli o sorelle maggiorenni, del tutore, o di zìi, a meno che, bene affidati, non vadano a raggiungere all’ estero una di queste persone’ ;
c) i soggetti a leva ed i militari senza 1’ autoriz zazione :
del prefetto, o del sottoprefetto per gli inscritti di leva che abbiano compiuto, o che compiano nell’anno, il 18° anno di età ;
del comando del distretto, pei militari di prima categoria appartenenti all’ esercito permanente od alla milizia mobile ;
d) coloro dei quali consti che per qualsiasi motivo
sarebbero respinti dal paese di destinazione in forza delle leggi suU’immigrazione ;
e) coloro che debbano scontare una pena, o contro i quali sia in corso un giudizio penale.
Il ministro dell’ interno potrà, sentito il parere del ministro degli affari esteri, sospendere 1’ emigrazione verso una determinata regione, quando corrano peri colo la vita, la libertà, gli averi dell’emigrante, o sia comunque compromessa la sua sorte o sfruttata la sua buona lede.
Art. 2. — Chi arruoli o riceva in consegna, nel regno, uno o più minori degli anni 16, per impiegarli all’ estero in industrie che saranno indicate dal re golamento come dannose alla salute, o come pericolose, sarà punito colla detenzione fino a tre mesi e con multa da 100 a 500 lire.
Colla stessa pena sarà punito il genitore, tutore od altra qualsiasi persona, che conduca o mandi all’estero o consegni a terze persone perchè conducano all’ estero minori degli anni 16, collo scopo di impiegarli come è sopra enunciato. Il tutore decadrà dalla tutela ed il genitore potrà essere privato della patria potestà.
Art. 3. — Chi abbandoni in paese estero minori de gli anni 21 avuti in consegna nel regno a scopo di lavoro, qualunque esso sia, sarà punito colla reclusione fino ad un anno e con multa da 300 a 1000 lire, senza pregiudizio delle maggiori pene in caso di maltratta menti o di sevizie.
Se il minore non abbia compiuto 16 anni, la pena sarà aumentata della metà.
L ’ imputato cittadino o straniero, sarà giudicato a richiesta del ministro della giustizia od a querela di parte ; e se già fu, per lo stesso reato, giudicato ai- fi estero si applicheranno le disposizioni degli art. 7 e 8 del codice penale.
Art. 4. — L'autorità competente, salve circostanze
TRIBUTI COMUNALI
6 marzo 1898 L ’ E C O N O M I S T A 153 speciali, rilascerà il passaporto agli emigranti entro
24 ore dalla domanda, corredata, dei documenti ne cessari.
Saranno esenti dalla tassa di bollo tutti gli atti che gli emigranti, quali essi siano, debbano presentare per ottenere il passaporto, quando gli emigranti stessi si trovino nelle condizioni stabilite dalla legge, perchè il passaporto sia loro concesso gratuitamente.
CAPO II.
Dell’emigrazione a paesi transoceanici.
Art. 5. — Emigrante, per gli effetti del presente capo, è il cittadino che si rechi in paese posto al di là del canale di Suez, escluse le colonie e i protettorati ita liani, o in paese posto al di là dello stretto di Gibil terra, escluse le coste d’ Europa, viaggiando in terza classe, od in classe che il commissariato generale per l’ emigrazione decida equivalere alla terza attuale. Il passaporto è, per esso, obbligatorio.
L’ emigrante straniero, che prenda imbarco in un porto del Regno, è pareggiato al nazionale, anche agli effetti dell’Art. 16, ma non potrà fruire dell’ opera degli uf fici indicati al § 6 dell’articolo seguente.
Il passaporto non è, per esso, obbligatorio. Art. 6. — Il governo del Re esercita la funzione di tutela e di assistenza a favore degli emigranti per mezzo di:
1. un commissariato generale dell’emigrazione sta bilito in Roma e composto di un commissario generale nominato dal ministro degli affari esteri, di concerto coi ministri dell’ interno, della marina e dell’ agricoltura, industria e commercio ; e di quattro commissari! scelti tra i funzionarli delle amministrazioni medesime ;
2. ispettori di emigrazione presi tra i funzionari dipendenti dall’ amministrazione dell’ interno e nominati dal ministro degli affari esteri di concerto col ministro dell’interno, in ciascuno dei porti di Genova, Napoli e Palermo ed in quegli altri porti che siano determinati per decreto reale;
3. comitati per l’emigrazione, istituiti in ciascun ca poluogo di mandamento, e composti del sindaco, o di chi ne fa le veci, presidente, del pretore e del parroco o, in caso di rinuncia per parte di quest’ultimo, di un consigliere comunale designato dal sindaco;
4. ricoveri per gli emigranti, fondati nei porti in dicati al numero 2 del presente articolo;
5. commissarii viaggianti, cui sarà commesso il servizio di sorveglianza sulla emigrazione, a bordo delle navi;
6. uffici di protezione, d’ informazioni e di avvia mento a lavoro che possano essere stabiliti in Stati esteri mediante accordi coi governi rispettivi.
Il commissariato generale dell’ emigrazione è posto sotto la dipendenza del ministro degli affari esteri.
Art. 7. — Nessuno può arruolare ed accaparrare emigranti, favorirne in qualsiasi modo la partenza, pro mettere o vendere biglietti d'imbarco, se non ha otte nuto dal commissariato generale per l’ emigrazione la patente di vettore d’emigrant', più una speciale auto rizzazione dello stesso commissariato generale quando trattisi di emigranti con viaggio gratuito o sussidiato. Possono ottenere la patente:
a) le compagnie nazionali di navigazione. b) le compagnie estere di navigazione ricono
sciute nel regno a termini degli art, 230 e seguenti del codice di commercio;
c) gli armatori e noleggiatori nazionali;
d) gli armatori e noleggiatori stranieri stabiliti
nel regno.
La patente è valida per un anno, soggetta, di volta m volta, ad una tassa di concessione di mille lire, e vincolata ad una cauzione, non inferiore a tremila lire di rendita in titoli dello Stato, che verrà fissata dal Ministero degli affari esteri, sentito il parere del com missariato generale, a seconda dell’ importanza delle ope razioni da compiersi.
Il commissario generale può con suo' decreto moti - vato, negare o ritirare la patente, sentito il parere dei quattro commissari del suo ufficio, adunati in seduta plenaria, salvo appello, per parte del vettore, al mi nistro degli affari esteri.
La cauzione sta a garanzia in primo luogo dell’ adem pimento di tutte le obbligazioni del vettore verso lo emigrante o chi per esso, ed in secondo luogo del pa gamento delle pene pecuniarie in cui il vettore stesso possa incorrere in forza della presente legge. La cau zione dovrà essere reintegrata ogni qualvolta abbia subito diminuzione, sotto pena di decadenza della patente. Essa sarà restituita, salvo il caso di giudizio pendente, sei mesi dopoché il vettore avrà abbandonato le sue ope razioni.
L’imbarco dei passeggieri di terza classe o di eia M se equiparata alla terza non costituisce operazione di emi grazione pei piroscafi nazionali o stranieri che viaggino oltre il canale di Suez, quando i passeggieri medesimi partano spontaneamente ed a proprie spese e siano in numero non superiere a venti per ogni viaggio; salva una speciale autorizzazione del commissariato generale quando siano in numero maggiore.
La disposizione del precedente comma potrà essere soppressa con decreto reale.
Art. 8 — Il vettore d’emigranti pu ò, con lettera diretta al commissario generale, che sentirà il parere del prefetto competente, nominare rappresentanti proprii, in ragione di uno per circondario, ed assumere la respon sabilità civile di ogni loro atto in materia di emigra zione. Egli è altresì responsabile del fatto dei suoi di pendenti, di tutti i vettori successivi e di ogni altra persona cui egli affidi, sia pure, con l’intesa o col con senso dell’emigrante dell’ esecuzione del trasporto o di parte di esso. Ogni stipulazione che escluda o limiti tale responsabilità è nulla, quand’anche a questa esclusione o limitazione corrisponda una diminuzione del nolo.
É data facoltà al commissario generale di negare, con decreto motivato, l’assenso alla nomina d’un rap presentante, e, pure con decreto motivato, di revocare l’assenso già concesso.
I requisiti per assumere la qualità di rappresentante d’ un vettore saranno determinati dal regolamento,
I rappresentanti non possono delegare altri a disim pegnare il proprio mandato.
Possono diversi vettori, previo accordo da comuni carsi al commissariato generale, nominare uno stesso rappresentante.
_ Il commissario generale, sul conforme parere del mi nistro dell’interno, può autorizzare, in caso di evidente necessità, il vettore d’ emigranti a nominare, per un tempo determinato, più d’un rappresentante nello stesso circondario.
È vietato ad un rappresentante il procurare imbarco ad emigranti su piroscafi che non siano quelli del proprio mandante, o dei propri mandanti.
Art. 9. — E vietato al vettore ed ai suoi rappresen tanti di eccitare pubblicamente cittadini o stranieri ad emigrare.
Opuscoli, manifesti, avvisi, guide e circolari concer nenti l’emigrazione dovranno, prima della loro diffu sione nel regno'ed all’estero, essere comunicati dal vet tore all’ ispettore d’ emigrazione.
Niuno che non sia autorizzato dalla presente legge può, anche senza lucro, intromettersi in operazioni di raccolta o di arruolamento di emigranti ; e niuno può senza l’autorizzazione del ministero degli affari esteri introdurre e diffondere nel regno scritti o stampati che abbiano p,er scopo di avviare T emigrazione verso un determinato paese.
154 L’ E C O.N O M IS T A 6 marzo 1898 del paese di destinazione: purché il privato si valga,
pel trasporto, dell’opera di un vettore autorizzato, ed il vettore paghi la tassa prescritta, dall’art. 18.
Art. 10. — Nè il vettore nè il suo rappresentante possono rilasciare biglietti d’ imbarco se non viene loro esibito il passaporto dell’ emigrante cittadino.
Quando trattisi di emigranti, arruolati o spontanei, che abbiano stipulato il trasporto fuori della sede del vettore, il vettore od il suo rappresentante sono tenuti a rilasciare il biglietto d’ imbarco, che non potrà so stituirsi con altro documento, prima che l’ emigrante abbia lasciato il proprio domicilio per recarsi al porto di partenza.
È vietato al vettore, ai suoi rappresentati ed a chic chessia di rilasciare ordini su proprii corrispondenti, perchè gli emigranti siano forniti di biglietti ferroviari nel paese di destinazione, tolto il caso che i biglietti medesimi siano gratuiti e da consegnarsi all’emigrante al momento ed al punto dello sbarco.
Art. 11. — Nessun compenso è dovuto dall’emigrante al vettore, od al suo rappresentante, oltre il nolo. L’emi grante avrà diritto alla restituzione di quanto avesse pagato indebitamente, più all’ eventuale risarcimento dei danni.
Il nolo, che già fosse stato pagato in tutto od in parte dall’ emigrante per sè e per la propria famiglia, sarà ad esso restituito, se egli non possa partire per malattia constatata, che colpisca lui o persona di sua famiglia che con lui conviva e con lui debba viaggiare ; oppure per caso, anche fortuito, riferibile al vettore od alla nave.
Se si tratti d’ emigrazione gratuita o sussidiata je F emigrante debba, per gli stessi motivi, e perchè ri fiutato da chi ne commise al vettore 1’ arruolamento, o perchè respinto dalla Commissione di visita, far ri torno dal porto d’ imbarco al comune di domicilio, od alla frontiera se straniero, vanno a carico del vettore le spese ai ricovero, di sussistenza, e di viaggio delle persone, nonché quelle di trasporto dei bagagli salvo, all’ emigrante il diritto ad eventuale risarcimento dei danni.
Se 1’ emigrante, a qualunque categoria appartenga, abbia perduto l’ imbarco per ritardo, anche dovuto a forza maggiore, d’ un treno ferroviario, l’ amministra zione cui il treno appartiene sarà tenuta a riportare gratuitamente 1’ emigrante ed il suo bagaglio alla sta zione di provenienza, od alla stazione di confine se 1’ emigrante è straniero, quando l’ emigrante stesso ne faccia domanda all’ ispettore dell’imigrazione, se questo gli rilasci una richiesta di viaggio motivata, da presen tarsi entro 24 ore al bigliettario della stazione di partenza. ( Continua)
Rivista Economica
/ s in d a c a ti p r o fe s s io n a li in F r a n c ia - C om m ercio del p o r to d i M a s s a u a n e l 1 8 9 7 - O p e ra i e M a cc h in e• - N e c ro lo g io : A les sa n d ro R ossi.I sindacati professionali in Francia. — La legge francese del 21 marzo 188 4 ha dato im p u lso a un largo m o vim e n to in favore delle associazioni p rofe s sionali a ve nti lo scopo dello studio e della difesa degli interessi econom ici, in d u s tria li, co m m e rcia li ed a g ric o li. Q uella legge del 188 4 abrogò le disposi z io n i le g is la tiv e che annientavano quasi il d ir itto di associazione e g li a rtic o li del codice penale che im ponevano alle associazioni form ate da più d i 20 per sone l ’ obbligo d i chiedere 1’ autorizzazione del Go v e rn o e stabilivano a ltr i v in c o li o com m inavano pe
n alità g ra v i ai co n tra v v e n to ri. F u certo u na delle leggi m ig lio ri della terza repubblica e ad essa è dovuto il n um ero considerevole di sindacati profes sionali che o gg idì conta la F ran cia .
A l 1° lu g lio 1 8 8 4 i sindacati, che avevano una costituzione legale, erano soltanto * 7 5 di c u i 101 p ad ro na li, 6 8 operai, 1 m isto e 5 a g ric o li; al 1° lu g lio del 1897 erano invece 5 68 0, di cui 182 3 pa d ro n a li, 2 31 6 operai, 1 7 0 m isti e 1371 a g ric o li. L ’ aum ento in tre d ic i anni è stato considerevole, nè accenna a ferm arsi, come lo dim ostra il fatto che nel 1897 (1° lu g lio ) v i erano 2 53 sindacati in p iù del 189 6 e in q u e ll’ anno 281 p iù del 1 8 9 5 . G li anni nei q u a li 1’ aum ento nel num e ro dei sindacati fu m aggiore sono stati il 1 8 8 8 (7 6 5 sindacati) il 1893 (6 37 ) il 1887 (6 1 8 ) il 189 2 (5 5 8 ) ecc.
I l personale dei sindacati si conosce esattamente dal 1 8 9 0 in poi. In q u e ll’ anno esso contava 4 8 1 ,4 33 com ponenti n e l 1897 erano invece 1 ,0 6 1 ,9 2 0 di cui 1 8 9 ,2 9 3 appartenevano ai sindacati padronali; 4 31 ,7 94 a q u e lli operai ; 3 2 ,2 3 4 ai m is ti e 4 3 8 ,5 9 6 ai sin dacati a g rico li.
I sindacati form ano talvo lta delle U n io n i di sinda cati professionali e secondo l ’ A n n u a rio pubblicato ora, al 1° lu g lio 1 89 7 le U n io n i erano 166, di cui 4 6 p adronali, 9 2 operai, 8 m iste e 20 a g ric o le ; nel 1 8 8 6 le U n io n i erano soltanto 20, per una metà pa d ro n a li e per l ’ altra operai. L e U n io n i padronali esistenti nel 1 89 7 erano form ate da 7 8 3 sindacati p adronali aventi 8 9 ,0 1 6 soci, le U nio n i operaie da 1 3 2 0 sindacati aventi 3 2 6 ,8 3 5 soci, q uelle m iste da 3 6 sindacati con 3 ,3 9 5 e q uelle agricole da 1,006 sindacati con 5 9 6 ,5 3 4 soci.
I sind aca li professionali e le U n io n i di sindacati hanno fatto sorgere v a rie is titu zio n i d i u tilità pub b lica o p articola re , che m eritano qualche cenno. Si tra tta d i 3 ,1 6 5 is titu zio n i d i v a rio genere, fra le q u a li p rim e gg ian o per n um e ro le biblioteche (5 6 5 ) le società o casse di m u tu o soccorso (4 8 8 ) i corsi professionali e le conferenze (285) g li u ffic i di col
locam ento (5 3 4 ) le p ub b lica zio n i varie, ossia b olle t tin i, g io rn a li e a nn ua ri (320) i soccorsi di strada [viaticum) le società cooperative di consumo, le casse di previdenza o d i ris p a rm io , ecc., ecc.
L 'A n n u a rio dà anche v a rie notizie sulle borse del la vo ro . N el 1896 esse erano 45 alle q u a li p a rte c i parono 9 4 6 sindacati aventi 1 44, 727 aderenti ; nel 189 7 salivano a 49, con 1 ,0 4 7 sindacati, aventi 1 6 6 ,8 8 6 aderenti. Nel 189 6 le 45 borse ebbero 6 8,22 0 dom ande di collocam ento e 32,611 o ffe rte ; i c o llo cam enti effettuati furon o q uasi 4 1 ,0 0 0 .