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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.449, 10 dicembre

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GAZZETTA SETTIMANALE

SC IE N Z A ECONOM ICA, F IN A N Z A , COM M ERCIO, B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno IX - Voi. XIV

Domenica 10

I C O M T T T S T U :

In Italia l’opinione pubblica, sp ecialm e n te intorno agli arg o m en ti che riflettono le più g ra n d i questioni a m m in is tra tiv e , se m b ra essere to rm en tata dalla feb­ b re in te rm itten te. Ora un a, ora u n ’altra q u estio ne si im p a d ro n isc e i m p ro v v is a m e n te , p e r u n a circostanza q u a lu n q u e , della stam pa e p e r u n m o m e n to diventa tem a di g e n e r a le discussione, m a su p e r a to l’accesso, cado nel dim enticatoio e su bito colla stessa forza viene a galla u n ’ altra q u estio n e c h e o cc upa e preo cc u p a p e r u n dato periodo gli a n im i; e così via è u n su c ­ cedersi a m odo di fa ntasm ag oria di discussioni vive, di preoccupazioni intense, e di d im e n tic a n z e inespli­ cabili.

S e m b re r e b b e quasi gen era lo convinzione c h e sia b a s ta n te il d isc u te re p er u n o o d u e ntesi una questione, p e r averla risolta e teo ric a m e n te e p r a ­ ticam ente.

U n esem pio ch iarissim o di questo fatto, d e p lo re­ vole in vero, lo trov iam o in ciò ch e ri g u a r d a le finanze dei C om un i.

R ico rd an o i nostri lettori co m e pochi anni or sono tutti afferm assero u r g e n te la qu estio n e dei Co­ m u n i ? — N o n solo la stam p a ne faceva arg o m e n to di continua disam ina, no n solo i snidaci dei più im p o rtan ti C om uni si raccog lievano in assem blee p e r d isc u te re della situazione, m a n o n vi era uo m o politico il q u ale n o n ponesse com e parte im p o r ­ tante, essenziale del suo p r o g r a m m a qu ello di risol­ v e r e la qu estio n e finanziaria dei C om un i ; in P a r ­ lam ento, ogni qualvolta p arlavasi di trasform azione o modificazione dei trib u ti, i bisogni u rg e n ti dei Com un i e ran o motivo e scopo delle r i f o r m e ; gli stessi m in istri o sp o n ta n e a m e n te o p e r necessità po­ litica, afferm avan o di a v e re a c u o re la situazione dei C om uni, e p r o m e tte v a n o s tu d i e lasciavano an c h e con osc ere officiosamente l ’ indole a p p ro s s im a ­ tiva dei p r o v v e d im e n ti p ro gettati. S i parlava in­ fatti di disegni di legge p e r rio r d i n a r e il dazio di c o n s u m o e p e r lasc iare ai C o m u n i q u esto cespite di entrata, m eno quella parte ch e r i g u a rd a le bev ande.

In so m m a parev a evidente, da u n a parte la g e ­ n e ra le convinzione che i C o m u n i av e ssero u rg e n te bisogno di seri ed efficaci p ro v v e d im e n ti; dall’ altra d i e il Paese, il P a rla m e n to , il G ove rno fossero v e ­ ra m e n te disposti a sollecitam ente p r o v v e d ere in m odo serio alla condizione dei C o m u n i riconosciuta degna di p ro vvedim enti.

O r b e n e : a tanta p r e m u ra , a tanta agitazione, a tante pro m e ss e è su c c e d u ta la c a lm a e qu asi la indifferenza.

Dicembre 1882

N. 449

A bbiam o attrave rsato u n periodo di lotta eletto­ rale, e delle moltissime qu estio ni e c o n o m ich e n u o v e e vecchie ch e i n u m e ro s i can d id ati posero sotto agli occhi dei loro -eiettori, qu ella delle finanze c o ­ m unali fu dim enticata c o m p le ta m e n te , od a lm e n o ne parlaro n o pochi e solo p e r incidenz a. O ggi l’opi­ nione pubblica e con essa qu ella del P a r la m e n to e del G o v e rn o sono do m in ate da altra fe b b re ? — Il perio d o di tenerezza e p r eo cc u p az io n e p e r i C o m u n i è passato ?

E tuttavia è b en n ecessario r a m m e n ta r l o : n e s su n p ro v v e d im e n to è stato attu ato, e le condizioni sono in molti luoghi identiche, in altri peggiorate, e di molto.

Basta gettare u n o s g u a r d o sulle più re centi sta­ tistiche p e r accorg ersi della do lo ro sa verità. — I debiti dei C o m u n i c o n tin u a n o a c r e s c e r e qu asi colla con sue ta proporzione ; — le spese m e n o u rg e n ti, com e gli alla rga m e nti delie piazze e delle vie, i m o n u m e n ti, gli abb ellim en ti, i g ia rd in i pubblici ece., assorbono s e m p r e u n a p arte g r a n d is s im a del b i ­ lancio ; — le m aggiori spese n o n sono c o p erte e o a imposte distribuite in m o d o m eno d an n o s o alla eco­ nom ia pubblica, ma ven gono , senza d isc e rn im e n to e senza p re v id e n z a alcu n a, po rtate ad u n tasso into l­ lerabile le- so vraiinposte sui terren i e fabblicati e l’imposta sul dazio c o n su m o . — I n pari tem p o le disposizioni legislative, p e r le quali d o v re b b e r o e s ­ se re lim itate od alm eno re se più pro p o rzio n ate le spese facoltative, rim a n g o n o inefficaci ; — i difetti che taute volte ab b ia m o lam entati nelle leggi circa il controllo e la revisione dei b ila n c i sussistono tuttavia I

E cc o la situazione dei C om un i, a cui o rm ai nes­ s u n o se m b ra più p en sare.

Noi n o n ab b ia m o in a n im o qui di d ire n è che cosa o cc o rra, nè ch e cosa sia possibile di fare, m a notiam o soltanto, com e u n fatto significante assai, q u esta mobilità della pu b b lica o p inione , q u esta i n ­ coerenza n ell’indirizzo degli stessi g o v e rn a n ti.

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L ’ E C O N O M I S T A 10 dicembre 1882 786

I C A N T IE R I M A R IT T IM I

e le in d u s trie s id e ru rg ic h e e m eccaniche in Ita lia

in relazione colla marina mercantile

U na delle più gravi questioni che si sono d i b a t ­ tu te in seno alla com m issio ne d ’inchiesta sulla m a ­ rina m ercan tile fu quella c o n cern en te i cantieri m arittim i.

L ’arte delle costruzioni navali fu se m p re fino a questi u ltim i tem pi in g r a n d e on ore in Italia, e dette prodotti di tale bontà che stran iere nazioni l’on o raro n o di com m issioni frequenti e lucrose. Solo negli ultimi anni l’a s so rd an te ris u o n a re dei martèlli si u d iva m en o fr eq u en te sulla sabbia delle nostre coste, e c o m m u o v e v a l’anim o il ve d e re i nostri bravi m aestri d’ascia e calafati, ridotti a cam b iare il m e­ stiere che p e r lu n g o volgere d’anni aveva dato pane alle loro famiglie, o e m i g ra re all’estero in cerca di lavoro più fr e q u e n te e m eglio retribuito.

Q uesto stato di cose è re cen te. Non sono a n ­ cora 1 0 anni ch e l’o ttenere una concessione di u n largo e ben esposto terren o arenile era considerato u n a base di fo rtuna e perfino i terreni sassosi delle n o stre coste eran richiesti p e r stabilirvi delle c o ­ struzioni navali, m alg ra d o fossero essi i m en o a p ­ propriati all’u o p o ; tanta era la richiesta di navi che si doveano im p ro v v is a r cantieri a q u a lu n q u e costo. L a riv iera di G eno va era più d’ogni altra a questo scopo im p ie g a ta ; ivi la ricchezza degli arm ato ri, il coragg io dei m a r in a ri, i floridi c o m m erci coll’A m e ­ rica, re n d ev an o instante la d o m anda di noli, ed essa n o n fu c h e trop po soddisfatta poiché, può dirsi, senza tem a d ’esser co n tradd etti, che u n a delle p rin ­ cipali ragioni della decadenza della m a rin a m e r c a n ­ tile italiana, è stata l a febbre di costruire, che i n ­ fierì sulle coste italiane nel decennio tra il 1 8 6 6 e il 1 8 7 6 . E ssa n o n ebbe altro effetto che quello di so pra c c a ric a re la no stra m arin a di nav i a vela, p resso ch é tutte disadatte a 'le n u o v e esigenze dei co m m ercio di tras p o rto attuale, che molti no n se p ­ pero ind o v in a re, o c h e q u a n d o le videro vollero dissim ularsi, im p ensieriti dall’im m ensa ro vina che n e v e r r e b b e a loro e al paese, se queste si fossero afferm ate. Sconsigliati, che credettero , o vollero far c r e d e r e , esser essi soli nel v ero, q u an d o tutte le m a r in e del m o n d o più chiaroveggen ti della nostra n o n avevano in an im o altro c h e il s u rr o g a r e al vecchio m ateriale, disadatto ai nuovi bisogni, uno nu o v o , p iù c on sen ta neo alla rapidità dei trasporti e ili portata m agg iore, qu ale la rich ied e oggi il c o m ­ m ercio , il quale, costretto a rid u r r e i suoi guadagn i, cerca com p enso nella m agg iore entità degli affari.

■ La ragione v era del silenzio dei nostri cantieri è u n i c a ; essa consiste nel su rro g a rsi lento da p r i n ­ cipio, fu rio so negli u ltim i anni, delle costruzioni in fe rro , a quelle in legno. Q uan do il legno era an cera i n on ore, si apprezzava assai quello delle n o ­ stre foreste e si d o m a n d a v a n o all’Italia le costruzio ni n av ali; ora c h e il ferro t e n d e a su rrogarlo , e n o n solo nella costruzione dei vapori, m a an c h e in quella dei velieri, la clientela si rivolge di p r e f e ­ renza a quelle nazioni che p ro duc ono il ferro, o che han no carb o n e a sufficienza p er fo n d ere e l a ­ m in a re qu ello ch e possono pro cu rarsi dalle m in ie re altrui. Il nostro magnifico ferro dell’Elba, quello poco inferiore delle Calabrie, di L o m b a rd ia, della

Yal d’Aosta e di Sicilia, esportato dagli In glesi, dai Belgi, dai F r a n c e s i ci to rn a in fo rm a di lamiere, d i corazze da navi, di caldaie, e perfino di catene e di m artelli, e quel ch e è peggio, a lcu n e volte lavorato dai nostri op erai che la m ancanza di la­ voro in patria costrinse a e m ig ra re.

A questo lacrim evo le stato di cose la c o m m is­ sione. d ’inchiesta sulla m a r in a m ercan tile no n può p o rre r i m e d i o ; essa d ev e limitarsi a deplorarlo, e a far voti p e r c h è capitali italiani, resi potenti e moltiplicati dallo spirito d ’associazione, di c u i il n o ­ stro paese patisce difetto, possano g iu n g e re nel te m ­ po più b rev e a dedicarsi all’ind u stria side rurgica, e con q u esto mezzo, g iu n g e re a r i c h ia m a r e in pa­ tria attivi e capaci operai e m aestri, ch e la m iseria n e ha allontanati, e fornire ai no stri cantieri l’ali­ m ento n ecessario al n u o v o g e n ere di lavori che da essi si richiedono.

Nò sì dica, che la produzione della ghisa e delle lam iere, s a re b b e per noi più costosa c h e il p r o v ­ v e d e rs e n e all’estero perché! m an c h ia m o dell’elem ento principale p er fondere, il ca rb o n fossile. Ciò poteva esser vero qu alc h e anno fà, p rim a c h e n u o v i m e ­ todi avessero reso possibili le g randi econom ie di com bustibile, che ora realizzano le gran d i fonderie stran iere , e p rim a che si fosse tro v a to m odo d ’ u ­ tilizzare per le fusioni i com bustibili di qualità in ­ feriore. Di più, la m an c an za del carb o n e fossile in Italia, no n è così assoluta com e v o rre b b e r o farci c re d e re coloro a cui c o n v ien e che noi b ru c ia m o il carb o n e loro, in luogo del no stro, e si p ren d a n o le loro lam iere invece di p ro d u rle da noi, col ferro delle n o stre m in ie re. L ’inch iesta sulla m a r in a m e r ­ cantile ha rive lato a m olti che le i g n o r a v a n o , 'e ri­ cordato a chi l’avea dim entic ato c h e A gnana e Mon- giana sono depositi di carb o n e assai m igliore di q u an to sa re b b e s t re tta m e n te necessario p er stabilire g randiose fonderie, e in ogni caso, le ligniti che possediamo in forte qu an tità p o trebbe ro ( p e r poco che il loro trasporto si ridu cesse), rim piazza re il carb o n e nelle fusioni fatte coi metodi più recenti che p erm etton o di utilizzare co m b ustib ili ' di qualità inferiore.

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10 dicembre 1882 L ’ E C O N O M I S T A 787 L a com m issio ne decise a d u n q u e ch e n essu no dei

d u e sistemi era ra cco m a n d ab ile e si limitò solo a d a re dei consigli, onde nel caso c h e si possano fon­ d a r e in Italia stabilimenti siffatti, la loro co n d i­ zione di esistenza n o n sia tro p p o p r e c a r ia , A q u e ­ sta categoria ap p arte n g o n o i voti ch’essa fa c h e il g o vern o p ro m u o v a , sviluppi e incoraggi con la v o ­ ro gli stabilim enti m eccanici, affidando all’industria nazionale le com m issio ni g o v e rn a tiv e della M arina m ilitare e qu elle delle ferrovie ; le ra ccom a ndaz ion i di iniziare stu d i, esperienze, ric e rc h e e p u b b lic a ­ zioni che c o n c o r ra n o all’i n c r e m e n t o delle ind u strie m in era rie, p a rtic o la rm e n te rispetto alla produzione del ferro e dei combustibili fossili ; le riduzioni, c h ’essa rich ied e nelle tariffe fe rro v iarie pei trasporti di legnam i da costruzion e, in m odo da a r r i v a r e al lim ite m in o re possibile.

Ove la com m issio ne più che ai consigli alle r a c ­ com andazion i, ai voti a r r i v a fino a co stituirne u n d o v e re allo Stato si è (e con molta ra g io n e, p e rc h è c on sen ta neo ai principi! più accetti dell’ econom ia p u b b lica ) di ced e re all’i n d u s tria priv ata i cantieri governativi c h e esso possiede, e di affidare alla i n d u s tria priv ata la c o s tru zio n e degli scafi in ferro delle navi da g u e rr a . A m b e d u e le cose s a ra n n o di so m m a convenienza sì allo Stato c h e all’ industria privata, e n o n du bitiam o di afferm are che tutti i con trib uenti n e g o d r a n n o , stante le eco nom ie no n indifferenti c h e lo Stato realizzerà nelle c o s t r u ­ zioni.

L a co m m issio n e fa. p u r e u n d o v e re allo Stato, di c o r re g g e r e al più presto possibile c erte disposi­ zioni delia legge gen era le dì contabilità, ch e p e r tro p p a m a n ìa d’ inutili precauzioni m e tte gl’ i n d u ­ striali italiani che co n co rro n o alle licitazioni ad asta p u bblica in condizione inferiore a qu ella degli i n ­ dustriali stranieri, im p ed en d o così ai nazionali, di c o n c o r re r e alle costruzioni o fo rn itu re di cui lo Stato pu ò -abbisognare. Si a m m e tta p u re, pel principio della libertà assoluta del co m m ercio , c h e gli s t r a ­ nieri d eb bano essere nelle condizioni stesse degli italiani nei con corsi, ma io stabilire, con inutili esigenze di diplom i, di garanz ie eccessive ed inutili, di form alità p e d is se q u a m e n te imitate da b u ro cratic i re golam enti c h e anche. 1’ este re nazioni, da cui li a v e v a m o copiati, han no ora abolito , u n a inferiorità di condizione pei p r o d u tto ri nazionali è tale un e r ­ r o r e clie n o n sa rà mai troppa la fretta che si r a c ­ c om a nda ondo sia tolto di mezzo.

L a com m issio ne d’ inchiesta sulla m a rin a m e r ­ cantile nella q u estio ne dei ca n tie ri, ci piace di c o n ­ statarlo, è rim asta fedele ai principi P 'ù liberali delia pubblica econom ia, e lo ne va dato m ag g io r m erito p e r c h è tanti erano g l’interessi c h e av re b b e ro potuto spingerla a fare il c o n tra rio ; di ciò d an n o am p ia fede i verbali delle deposizioni di moltissimi fra i pratici da essa consultati, che n o n du b itaro n o di su g g e rire i p ro v v e d im e n ti p iù co n d u ce n ti ad una piena e com pleta reazione, p iù favorevole ai loro privati interessi. E con tanto più p iace re ne diam o lode alla com m issio ne poiché a n c h e q u a n d o essa fu dalla forza di circostanze estrin se c h e costretta a no n p r e n d e re se m p re risoluzioni concordi ai principi di libertà c o m m e r c i a l e , ebb e a n c h e allora a. guida interessi generali e no n particolari nè. personali, m a lg ra d o c h e n o n sia m an c ato a questi nè la forza nè molto m e n o la volon tà d’im p orsi, se I’ energia della com m issione n o n ave sse saputo rim ette rli a

posto, facendoli rie n tr a r e nei limiti elio loro im p o n e l’interesse gen era le del paese.

U iS E T A I B I I H E U « L B 1 E BEI DORSO FORZOSO

P e r noi Italiani c h e d o bbiam o m e t te r e ad effetto la legge sulla abolizione del corso forzoso p er r i ­ p ristinare ia n o rm a le circolazione m etallica, e che d o b b ia m o p e r di più sentirci prossim i al solenne m o m en to nel q u ale il M inistro delle F i n a n z e c o m i n ­ cierà ia im p o rta n te operazione del ritiro della m o ­ neta c artacea per so stituirvi l’oro e l’argento, p e r noi Italiani è doveroso tener conto a n c h e dei piccoli sintom i dai quali sia dato d e d u r r e la condizione del m ercato monetario.

U na delle cause dalie quali si voleva, e si vuole ancora da molti p r e v e d e r e (e n o i c r e d ia m o con troppa esagerazione) u n p rossim o fu tu ro im barazzo nella circolazione delle specie m o n e ta r ie , è la r i ­ chiesta co n tinua c h e ne fa nno gli Stati Uniti d ’A m e rica, ai quali l’E uropa,- si afferm a, s a re b b e s e m p re debitrice nel bilancio delle im p ortazion i ed e s p o r­ tazioni. Tali debiti si p a g h e re b b e ro in m o n e ta m e ­ tallica, della quale p e r con seg u en z a sa re b b e s e m p r e più im p ensiereto il m ercato m o n e ta rio europeo.

Ora co m e m olte volte v e n n e ric h ia m a ta l’atte n ­ zione del pubblico so p ra qu ei fatti, i q u ali lasc ia­ van o c r e d e r e c h e la situazione div en tasse se m p re più sfavorevole all’E u r o p a e qu in d i a noi in m o d o partico lare p e r le speciali circ ostanz e nelle q u a li ci tro v iam o , è bene, senza d u b b io , m e t te r s o tt o c c h io ai nostri lettori altri fatti, dai quali s e m b r e r e b b e l e ­ gittimo d e d u r r e , n o n d ire m o già c h e la situazione sia ottim a, ma bensì elio essa è m ig liore dell’ann o decorso, p e r il che in v ec e di p r o g r e d ire nel p eg ­ gio ram en to , com e si p re v e d e v a , si a n d re b b e anzi g u a d a g n a n d o q u a lc h e cosa e re n d e n d o più elastiche ìe condizioni del m e rc a to m o n e ta rio del v ecchio m o n d o .

U no degli Stati il q u ale , può dirsi com p ie cogli Stati Uniti d’Am erica la m a g g io r p arte della i m ­ portazione ed esportazione ch e a ttr a v e rs a l’A tlan tico è la G ra n B rettagn a, o n de L o n d r a ap p u n to è te­ nuta a n c h e in conto di cen tro del m e rc a to m o n e ­ tario e u ro p e o , tra le altre p e r q u esta ra g io n e che d e te rm in a il cam b io sfavorevole o favorevole al c o m m e rc io europe o coll’am eric an o , ed è p u nto p r in ­ cipale di partenza delle specie m etallich e che v an n o a sald are le differenze tra i debiti e crediti dei d u e m o n d i.

L e importazioni della G ra n B r e tta g n a Degli Stati Uniti A m erica ni, se g n a ro n o nei prim i n o ve m esi dell’anno co rre n te u n valo re di 2 4 , 0 0 0 , 0 0 0 di lire sterline, m e n tre n o n e ra n o stati che 2 2 ,3 nello stesso periodo dell’ann o p r eced en te.

L e esportazioni in v ec e dagli Stati Uniti nella G r a n B rettagn a furono 6 3 ,7 milioni di sterline, m e n tre e r a n o 's t a t i 8 0 ,S nel 1 8 8 1 . Del co to n e , ad esem pio, nel 1 8 82 a tutto otto b re si e s p o rta ro n o dagii Stati Uniti p e r 2 1 ,0 0 0 ,0 0 0 di sterline, e nel 1881 p e r quasi 2 6 ,0 0 0 , 0 0 0 , del from ento 9 , 0 0 0 , 0 0 0 in questi 1 0 mesi, e 1 2 ,0 0 0 , 0 0 0 nei IO m esi d e ll’anno scorso.

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788 L ’ E C O N O M I S T A 10 dicembre 1882-van taggio dell’E u r o p a parago nand o gli stessi p e ­

riodi dei d u e ann i. 11 che risulta an c h e dal m o v i ­ m e n to c h e nei d u e periodi segnano i metalli pre­ ziosi oro ed a rg en to tra i d u e paesi. A tutto otto­ b r e 18 81 si e r a n o im p o rtate nella G ra n Brettagna dagli Stati Uniti sterline 2 , 2 6 1 ,8 3 8 di metalli p r e ­ ziosi; a tutto o tto bre di q u e st’anno invece gli Stati U niti dovettero m a n d a rn e sterline 7 ,7 8 0 ,8 0 7 . V i ­ cev ersa uscirono dalla G ra n B rettagn a p e r gli Stati U niti 7 , 2 9 4 ,9 2 6 sterline nel 1881 e solam ente ster. 5 9 ,0 3 9 nel 1 8 8 2 .

A m b e d u e questi fatti p ro v e re b b e ro a d u n q u e con cifre c e r ta m e n te abbastanza eloqu enti ch e il m ovi­ m en to econom ico tra il vecchio e il n u o v o m ondo è q u e s t’ann o molto più favorevole al v e c c h io che no n fosse l’ann o scorso.

È ben sì v e r o che a d e te r m in a le la situazione e co n o m ica n o n co n c o rre soltanto la G ra n B rettagna, e n o n soltanto il m o v im e n to delle m erci e dei m e ­ talli preziosi, m a è anc he p resu m ibile con fonda­ m ento che tutto le altre cau se influenti n o n m an ­ cassero n e ll’ann o decorso, e nulla anzi fa rite n e re ch e q u e s t’a n n o ab b ia n o influito a dan no dell’ E u ­ ro pa così da a n n u l l a r e totalm ente il van taggio che sa re b b e r o derivati dalle situazioni dei ra p p o rti c o m ­ m erciali dei d u e m ercati inglesi ed am ericano.

U n ’altro sintom o di cui bisogna tuttavia tener conto e che a noi anzi, sotto molti aspetti, ap p are d eg n o della m assim a attenzione è che u n o dei p rin ­ cipali a rgom en ti c h e il g o v ern o degli Stati Uniti vuol so ttopo rre alla discussione della assem blea l e ­ gislativa a m e r ic a n a , si è la riduzione dei dazi di im p ortazion e d e ’ molti prodotti m anufatti in una m is u r a dal 25 al 5 0 p er 0 /0 .

E b en v ero c h e si so ggiung e che questa ridu zio ne n o n ha p e r ¡scopo di ab b a n d o n a re il sistema 'protetti­

vo, delle in d u s tr ie di quel paese, ma è an c h e chia­

ro , a noi s e m b ra , che si rico nosce anc he là come q u esto sistem a n o n po rta più quei frutti, almeno così ricchi ed ab b o n d a n ti, in altro tem po m agnifi­ cati, se si con viene nella necessità di d i m in u ir n e le asprezze.

Gli Stati Uniti pertanto si app are cch ian o ad age­ v o la r e nel loro m ercato la introduzione dei prodotti eu ro p e i, il c h e n o n d ev e essere c h e favore­ v o le s e m p r e più ad u n migliore equilibrio del m e r c a to m one tario , od alm eno a re n d e re se m pre m e n o g r a v i le difficoltà che si lam entano , e m eno probabili quegli u ragan i che gli osservatori pessi­ misti p r e d icev an o q u a lc h e tem po fa.

LE STRADE C O M M I OBBLIGATORIE

al 31 dicembre 1881

D ella R elazione sulle vie com unali obbligatorie p rese nta ta dall’ on. Ministro dei lavori pubblici alla C a m e ra nel 2 0 agosto ora decorso è stato fatto cenno so m m a rissim o a n c h e in questo periodico, m a rite­ n iam o doveroso p e r noi il d a r n e u n ra ggua glio un po ’ più m in uto trattandosi di u n servizio pubblico ch e tanto in tim a m e n te si collega allo sviluppo eco­ no m ico del n o stro paese.

L ’ esam e della relazione m in isteriale fa nascere la poco piacevole persu asione che se p e r la viabi - lità co m u n ale è stata fatta q u a lc h e cosa, in specie

dopo che i lavori stradali v en n ero in g r a n parte assunti d ire ttam en te dal G overno , p u re vi è da fare molto più, e ch e siamo an c o ra b en lontani dal r a g ­ g iu n g e re lo scopo preso di m ira della legge del 1 8 6 8 e ciò con quella alacrità che p u r sa reb b e necessaria di fronte allo sv ilu p p o delle s trad e ord in arie p ro­ vinciali e nazionali e delle ferrovie delle quali si è ordinata la costruzione in questi ultim i tempi.

Considerata la condizione nella q u ale si trovano i diversi com u ni rispetto alla esecuzione della legge sopra rico rd ata, la R elazione m inisteriale ci dice che degli 8 2 5 3 C om un i del Regno alla fine del 1881 si trov avan o in regola soli 3 4 7 5 , fra i quali biso ­ gna però c o n ta rn e 2 6 0 0 che nulla ave v an o da fare sia perchè le strade loro erano già costruite e s i ­ stem ate avanti alla prom ulgazione della legge, sia perchè alle com unicazioni volute con la legge stessa viene per essi sodisfatto da s trad e provinciali e n a ­ zionali. Alla fine del 1881 si contavano a d u n q u e -4758 com uni nei quali il servizio stradale obbligatorio no n era completo, e fra cotesti se ne con tavano 9 6 7 che no n a v e v a n o incom inciato a d are la benché^ m in im a esecuzione alle disposizioni della l e g g e ! — E strano che il servizio della viabilità obbligatoria c o m u n ale, stando alm éno ai dati offerti dalla Relazione di cui si tratta, apparisca più tras cu rato in a lcu n e provincie italiane dove il m o v im en to delle i n d u s trie p o tr e b b e credersi abbastanza svilupp ato alm eno in confronto di molte a l t r e ; p e r e s em p io trov iam o che nelle provincie di B e rg a m o e di Brescia si trov avan o all’ epoca preindicata 3 1 0 com u ni ch e n o n avevano cominciato a d a re esecuzione alla legge, m e n tre avevano inscritte nei respetti vi elenchi 9 6 2 strad o nu o v e da c o s tru ire o sis tem are per le quali n o n si era preso nessu n p rovvedim ento , e la stessa t ra s c u ­ ratezza si riscontra presso a poco p e r le p rovincie di T o rin o e di Cuneo, m e n tre nelle provincie m e ­ ridionali pochi sono i com u ni nei quali no n siasi com inciato a far q u a lc h e cosa.

Alla fine dell’anno 18 8 1 il lavoro della viabilità co m u n ale obbligatoria già com p iuto si ra g guagliav a a 8 5 0 0 chilom etri di s trad e c o s tru tte di pianta o sistemate, m e n tre ve ne erano in costruzione p er 9 9 3 2 chilom etri, dei q u a li 1901 e r a n o già ultim ati ; talché nel totale può dirsi c h e al detto g iorno la lunghezza delle strade costru tte o sis te m a te r a g g u a ­ gliava a 10,20 1 chilom etri. In o ltr e vi erano di già i progetti pronti p er 9 6 0 6 chilom etri ed in corso di com pilazione altri progetti per 3 0 2 0 chilom etri, e così le s trad e per le quali non si ero p er a n c h e fatto nulla ra p p r e s e n ta v a n o la ra g g u a rd e v o le cifra di 1 2 ,4 1 2 ch ilo m etri. — C o m e si v ed e siam o b en lungi dalle previsioni della legge 5 0 agosto 1 8 0 8 la quale a v r e b b e ordinato che tutti i progetti delle n u o v e stra d e com u n ali dovessero essere p reparati entro un biennio dalla sua prom ulgazione.

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10 dicembre 1882 L’ E C O N O M I S T A 789 t iv a m e n te saldato cotesta spesa, p e r c h è al 51 d i ­

c e m b re del detto ann o erano se m p re in debito, p er lavori già com p iati, di q u a s i 2 5 ,0 0 0 , 0 0 0 di lire verso im presarii e proprietarii espropriati, e di d u e milioni e m ezzo circa verso lo Stato p e r anticipazioni da esso fatte o p e r compilazione di progetti o per lavori fatti con le tru p p e nelle p rovincie napoletane.

La Relazione dice a n c o ra con quali mezzi i c o ­ m u n i han no fatto fronte a cotesta g r a v e spesa. La legge av reb b e voluto che, in m ancanza di re n d ite o rdinarie e q u an d o le so vrim poste com u nali sulla fondiaria eccedono il limite legale, dovesse supplirsi alla spesa della viabilità obbligatoria con u n fondo speciale costituito con u n a so vrim posta speciale sulla fondiaria nella m is u r a del 5 per 1 0 0 dell’im ­ posta erariale, con una tassa sui principali utenti delle strade da costruirsi, e con le prestazioni di op ere in n a tu ra . Ma nel fatto molti c o m u n i, sia per sollecitare l’esecuzione del lavoro, sia per re p u g n an za a servirsi del fondo speciale, h a n n o p rovve duto alla spesa con altri mezzi fra i quali sono da s e ­ gnalarsi i prestiti contratti p er circa 1 6 ,0 0 0 , 0 0 0 . — F r a le en tra te rica vate dal fondo speciale la R e la ­ zione m ette in rilievo con sing olare com piacenza qu ella proven iente da prestazioni di o p e re elio si calcola a circa L. 2 9 ,0 0 0 ,0 0 9 . Risogna p erò a v v e rtire c h e nella pratica cotesta rendita non differisce molto da q u a lu n q u e altra tassa pagabile in d en aro , i n q u a n tocliè le prestazioni di o p ere in m ollissim e provincie si co n verto no quasi se m p re in den aro , ed allora è chiaro che p e r i n o n possidenti si risolve in un au m e n to della tassa personale, e p e r i possidenti in u n au m e n to della fondiaria tanto più che a carico di essi va sp ecialm ente la prestazione di animali e veicoli per i trasporti.

E interessante il con oscere p e r ogni singolare provincia il costo chilom etrico dei lavori già e s e ­ guiti, il che rilevasi dai prospetti ripo rtati nella r e ­ lazione. — La com pilazione dei progetti in m edia è costala L . 2 7 5 ,3 0 p e r ogni chilom etro, m a sono rim arch ev o li le e n o rm i differenze c h e in proposito si verificano fra p rovincia e provincia. A m o' di esem pio p e r le provincie di Bari, M acerata, S i r a ­ cusa e Potenza 'quel costo va dalle 1 2 5 alle 1 6 0 lire per ch ilo m etro , m e n tre poi sale fino a 5 5 0 lire p e r la provincia di Como. — La spesa di c o s t r u ­ zione delle vie com u nali ascen d e in m edia p e r tutto il Regno a L . 1 2 ,1 4 3 a c hilom etro, m a a n c h e qui si appalesano differenze tanto enorm i fra provincia e provincia ch e sa re b b e d av v ero desid era b ile tro ­ v a r e in proposito q u a lc h e spiegazione nella R e l a ­ zione ministeriale. M entre infatti per m olle p rovincie la media del costo ch ilom etrico si a g g ira fra le 10 e ie 1 3 m ila lire, si legge c h e p er le provincie di Milano e V e r o n a la spesa am m o n ta a 6 8 ,0 0 0 ed a 8 9 ,0 0 0 lire p e r chilom etro I S e no n si d im o stra n o speciali difficoltà tecniche incon trate nella c o s t r u ­ zione di coteste strade è lecito r i t e n e r e ch e in co teste pro v in cie siasi p erm essa, sia p u re col consenso dei com u ni interessati, u n a soverchia ed ingiu stifi­ cata dispersione di pubblico d en aro c h e m eglio sa- rebbesi potuto im p ie g are nella costruzione delle altre stra d e m anc anti in coteste stesse provincie.

L a m ole del lavoro com p iu to in questi ultim i 1 3 ann i p e r la viabilità co m u n a le obbligatoria e le spese p e r esso in c o n tra te a p p arisc o n o tu ttav ia sc arse di fronte a q u a n to resta a n c o ra da fare p e r c h è lo scopo della legge 3 0 agosto 1 8 6 8 possa dirsi c o m ­

pletam ente ra ggiunto. A bbiam o detto che n o n è p er an c h e finito il lavoro p rep arato rio della c o m p i ­ lazione dei progetti p e r la costruzione e sistemazione delle strade iscritte*negli elenchi c om u nali, e fra coteste a! 31 d ic e m b re 18 81 se ne con tavano 47 31 aventi u n a lunghezza di 1 2 6 1 2 chilom etri p e r le quali no n si era incom inciato a fare proprio nulla. E per .quanto r i g u a rd a la effettiva esecuz io ne dei lavori si rileva dalla relazione c h e all’ epoca anzi­ detto e ran o com p iute per u n a lunghezza di 10201 chilom etri, ossia p e r q u alc osa m e n o della q u a rta parte di q u an to vi è da fare second o gli elenchi rettificati nel 1881 ì quali d areb b ero 4 3 7 4 2 ch ilo m e ­ tri di strade da c o s tru ire o sis tem are in dipendenza dalla legge so p ra ra m rn e n ta ta . Se i lavori p r o c e d e s ­ sero con la stessa lentezza usata nei tredici anni susseguenti alla p rom ulgazione della legge o c c o r r e ­ re b b e r o a d u n q u e qu asi 4 0 anni p e r ved erli finiti. — E chi ha in m e n te la condizione eco n o m ica tut— l’altro c h e florida dei nostri c o m u n i in g en era le n o n può non essere im p en s ierito p e r la e n o rm e m ole di spese che loro sovrasta p e r questo solo servigio. 1 lavori che re stavan o a farsi alla fine del 1881 im p o rtereb b e ro , secondo le relazioni dei prefetti, una spesa di 2 8 5 milioni, qual cifra, com e av v erte an c h e la relazione, a p p arisc e e v id e n te m e n te infe riore al vero se si considera q u a n to è costato il lavoro fatto, per il q u a le com e si è detto, è oc­ corsa u n a spesa che ra ggua glia a 1 3 1 4 0 lire p er ogni chilom etro di s trad a costrutta e sistem ata. F a ­ cen do il conto second o q u e st’ u ltim o dato a c c o r r e ­ re b b e a n c o ra la m a g g io re spesa di 331 ' milioni ! Sia p u re che lo Stato co n corra nella stessa m is u r a usata p er l’ad d ie tro , cioè nella m is u r a del 1 8 per 10 0 , si a v r à se m p re u n dispendio di 2 7 0 milioni circa che p er q u esto titolo so vrasta ai bilanci co­ m unali. E d a cotesto proposito è v e r a m e n te sc o ­ ra g g ian te il v ed ere , d ietro l’es am e c o m p a ra tiv o delle v arie relazioni m inisteriali che si sono su c c e d u te di anno in anno, com e la m ole del lav o ro vada i n ­ grossand o ogni ann o di più. Nel 1 8 7 1 , second o gli elenchi allora com pilati, le stra d e da costruirsi o sistem arsi erano segnate p e r circa 2 7 0 0 0 c h ilo m e ­ tri ; o r b en e colesta cifra è and ata s e m p re a u m e n ­ tando p e r le su ccessive modificazioni degli elenchi talc hé nel 1881 si trova di oltre 4 2 0 0 0 chilom etri ! — E così m e n tre la relazione de) 1 8 8 0 ci diceva che alla fine del detto anno rim a n e v a n o a s p e n ­ dersi p e r la viabilità co m u n a le 2 9 7 milioni, oggi quella del 1 8 8 1 , n o n o s ta n te che nel corso dell’anno stesso si sieuo spesi 2 4 milioni, ci dice che r i m a n ­ gono a n c o ra da sp ende rsi 2 8 5 milioni, qual cifra si eleve reb be poi a 53 1 milioni se cond o previsioni p i ù . p r a t i c h e e più r a g i o n e v o l i ! —- La relazione ci spiega la causa di coteste a n o r m a l it à dolorose p e r le finanze com u nali, dicendo co m e ciò d ipen de dal fatto c h e nei prim itivi elenchi molti C om un i d a v a n o com e co s tru ite e sistem ate a lcu n e strade c h e poi sono state u n po’ p e r volta rico nosc iu te co m e a f -! fatto d isa d a t'e al carre g g io , e che inoltre l’ap e r t u r a

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790 L’ E C O N O M I S T A 10 dicembre 1882 genti g o vern ativi contro il quale, com e è noto, è

con tinua la lotta dei m unicipii e non s e m p re senza ra g io n e . R iflettiam o che le rettificazioni degli elen­ chi stradali sono p ro m o s se quasi s e m p re dagli in g e g n e ri govern ativi interessati in causa com e quelli c h e in g r a n n u m e r o da' cotesti lavori ritrag gono occupazio ne e lucro. In so m m a sareb be desiderio no­ stro che il g o v ern o sm orzasse un po’, q u an d o si verifichi, cotesto zelo, p e rc h è po trebbero citarsi a cen tinaia i casi di strade nuove, imposte ai Comuni le quali poi m e n tre h an n o disastrata la finanza co­ m u n a le sono rim a s te inutili per mancanza di v e i ­ coli e di perso ne che lo p erco rra n o .

L a Relazione m in isteriale ci espone poi in appo­ sito q u a d ro qual sarà lo sviluppo gen era le della viabilità o rd in a ria in Italia q u a n d o sa ran n o tutte com p iu to e sistem ate le stra d e nazionali, provinciali e com u nali d elle quali è già ordinata la costruzione o m ediante leggi speciali o con gli elenchi c o m u ­ nali fin qu i approvati. T u tie coteste strado ra p p r e ­ se n te re b b e ro u n o sviluppo di 1 2 0 0 0 0 chilom etri; e siccom e la superficie territoriale del re gno m is u ra 2 9 6 5 0 5 chilom etri qu adri cosi a v r e m m o per ogni chilom etro di superfìcie 4 0 7 metri di strade ordi­ n a rie . S e condo cotesto prospetto le p r o v i n c e più ric c h e di s trad e o rd in a rie sa reb b ero quelle di Mi­ lano, C om o e C rem o n a con circa u n chilom etro di vie per ogni chilom etro di superficie t e r r it o r ia l e ; r i ­ m a r re b b e ro più po vere quelle di Cagliari, S assari e S o n d rio con m e n o di 2 0 0 m etri di strade nella stessa proporzione. La relazione m inisteriale no n si m o ­ s tr e re b b e troppo contenta di cotesto sviluppo stradale dicendolo quasi insufficiente p e r u n paese che abbia u n discreto sviluppo econom ico, e riporta 1’ esem ­ pio d ella F r a n c ia dove p er ogni chilom etro qu ad ro si conta p iù di u n chilom etro di strade ordinarie. Cotesto confronto però a no i no n pare sufficiente ra gione per ch ied ere , alm eno per ora, un aum ento nella n o stra viabilità o rd in aria, perchè riflettiamo ch e se in F r a n c ia le s trad e sono il doppio c h e da noi si trova p e r ò colà uno sviluppo econom ico su­ p e r io re , p e r c in q u e o sei volte a quello che si m a­ nifesta p e r ora in Italia. Il so bbarcarsi fin d ’ ora a sp ese g ra v iss im e p e r c o s tru ire n u o v e strade, q u ando coteste deb b an o riescire esuberanti al bisogno di fronte al m o v im e n to ind u stria le attuale, no n cred ia­ m o possa farsi secondo le regole di u n a saggia am m in istrazio n e . N on s e m p re nè subito 1’ ape rtura di u n a nu ova s t r a d a equ iv ale ad una nu o v a sor­ g e n te di ricchezza e di prosperità econom ica ; qual­ c h e volta può a v v e n ire c h e le spese re clam ate dal lav o ro stradale assorbano i pochi capitali n ec essari’! alle ind u strie locali n as cen ti. Meglio è pensare a n u o v e stra d e qu.ando v e r a m e n te se n e sente il bisogno second o il m ovim ento industriale ed econo­ m ico che q u a e là si m anifesta, che i m p e g n a re fin d ’ora le pu b b lich e am m inistrazioni in spese ingenti delle quali oggi alm eno p u ò essere contestabile la pratica utilità.

L’ IRRIGAZIONE B E L L 'IN » E LE CARESTIE

L 'Engineer, accred itato g iornale tecnico di L o n ­ d ra, p o rg e interessanti dati sul canale di Sirh in d , costruito di re cen te nella provincia del P u n ja b nell’ India, e pone in rilievo i van ta g g i c h e esso, e

in gen ere la canalizzazione, può a v e re in quel paese ricco e produttivo, ma spesso desolato qua e ià da c an estre per m ancanza di vie di com unicazione.

Il Canale ha più di cin q u ecen to miglia di lu n ­ ghezza od è fornito di canali sussidiar] la cui l u n ­ ghezza complessiva e di c irc a d u e m ila miglia, e che distribuiscono le a c q u e del Sutlei so p ra più di 7 5 0 mila acri di suolo arido. La è u n a delle, più grandi o p ere pu bblich e, com p iu te nel m ondo, e la sua esecuzione è stata avv ersata da m olte difficoltà, giacché n o n ha potuto v e n ir condotta a term in e lino ad ora, m e n tre il progetto risale all’anno 1 8 4 0 . La p ro v in cia del P u n ja b , già in d ip e n d e n te , è posta adesso sotto l ’am m inistrazione inglese. Il terreno i r ­ rigato si e s te n d e p er 5 2 2 ,0 0 0 acri s u territorio in ­ glese; p e r altri 2 6 1 ,0 0 0 negli Stati in d ipend enti di S irh in d e di Rajpostana. Cosa notevole è la s e g u e n ­ t e : c h e cioè tutti i capi dei territo ri a ttrav e rs o i quali passa il Canale prestaro n o la m agg iore a s si­ stenza ai l a v o r i; m e n t r e è noto q u a n ta avv ersio ne, la dom inazione inglese, su sciti presso la razza i n ­ digena e i sultani s e m i- in d ip e n d e n ti delle provin­ cia che confinano con qu elle d ire tta m e n te g o v e r­ nate dall’In g h ilterra.

La distribuzione in te rn a delle ac q u e è la­ sciata ai C om un i delle città e dei villaggi, lim i­ tandosi l’azione del G o v e rn o a i m p e d i r n e u n p r e ­ m editato scialacquo. Si vuole con ciò e d u c a r e il popolo a te n e re m a g g io rm e n te in pregio i benefìzi ch e possono d e riv a re dall’ irrigazio ne p e r m ezzo del Canale.

Il costo totale dei lavori è valutato a 4 0 7 lahhs, sopportato p e r 2 7 8 lahhs dal G o v e rn o Inglese e p e r 1 2 9 lahhs dagli Stati indigeni.

« Il Canale di S irh in d dice i’Engineer, è u n s a g ­ gio del g r a n d e lavoro di irrigazione c h e d o bbiam o c o m p ie re nell’India e c h e c o n tr ib u ir à in m odo s t r a ­ ordinario al b en essere del popolo m e n tre deve inol­ tre n o n solo a p r ire u n largo cam p o d ’azione all’in ­ g eg neria civile, m a a n c h e co o p e ra re ad acc rescere la necessità di p r o f i c u e -in tra p re s e ferroviarie. Molte sono le questioni e c o n o m ic h e e politiche da p r e c e ­ dersi in con siderazione e da risolv ersi d a ll’uo m o di Stato, fatte so rg e re dai c a m b ia m e n ti e dalle in n o ­ vazioni intro d o tte dalla nostra a m m in is trazio n e e con sen ta nee al m odo di pen sare e alle abitudini o c ­ cidentali. Ma i lavori p e r la n a v ig a z io n e , i rrig a z io ­ ne, strade, ferrovie e. porti, s e rv ira n n o a fare sp a­ ri r e la m iseria, ad e d u c a r e , ad a s sic u r a re l’in d i­ pendenza locale, più c h e altra qualsiasi riform a n o n possa. »

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10 dicembre 1882 L ’ E C O N O M I S T A 791 della Com m issione di. F in an za del 1 8 7 8 - 7 9 e il

M aggiore G enerale F . Applegnth ed altri a n c o ra si sono ado perati a po rre in evidenza q u a n to e qu anto v ’era modo di fare per p rev en ire le carestie n e l­

l’India m ediante i lavori d ’irrigazione e 1’ attuazione di mezzi di trasporto tra p rovincie d iv erse nelle quali non si verificano m ai c o n te m p o ra n e a m e n te qu elle cause ohe p ro d u c o n o le carestie.

Il sig n o r Giffen, presidente della Società di S t a ­ tistica, porse di re cen te alcun e notizie statistiche im p o rtan ti into rno alla popolazione dell’India, la q u ale sotto il govern o inglese è in via di rapido au m e n to p e r effetto della cessazione o limitazione delle cau se, p e r lo innanzi tanto forti, che a siffatto au m e n to e ran o di ostacolo.

O ggi l’au m e n to della popolazione è tanto rapido che, c o n tin u a n d o in proporzione costante re n d e r e b b e insolvibile il problem a del p r o v v e d e r e al modo di alim e n ta rla. P e r fortuna, dice il citato g iornale, la storia del m ondo m ostra che, anco nelle circostanze più favorevoli, lo sviluppo della po polazione no n è poi tanto g ra n d e . ’)

Dopo la terrib ile carestia di Orissa l’ In g h ilterra com e d o m in atrice dell’ India, in c o m in c iò a sentirsi respo nsabile della p ropria trascu ratezza nell’ ad o ttare p r o v v e d im e n ti atti a p re v e n ire consimili p u b b lic h e ca la m ità ; e molti lavori v e n n e r o intrapresi a ll’uopo. Secondo S ir Ja m es C aird , l’area coltivata nell’India ragguaglia u n acro per abitan te e la popolazione a u ­ m e n ta di d u e milioni all’a n n o ; al c h e si può p ro v ­ ve d e re con d u e m etodi, cioè, o con u n p rogressiv o au m e n to dell’ area coltivata, o fo rm a stan te l’e ­ stensione di questa, con u n progressiv o a u m e n to della sua produzione. In cifre, i d u e m etodi si e q u iv a rre b b e ro coll’esto ndere la coltivazione s u d u e milioni di acri all’anno, o col l’a c c re s c e r e a n n u a lm e n te di u n dec im o di stajo (basche!) i prodotti di ogni acro. In u n paese com e l’ India, coltivato da antica data, sono già occupati da lungo te m p o i m igliori terreni.

La superficie coltivabile tuttora intatta è assai estesa, ina p e r e s se r cap ace di p r o d u r r e ric h ie d e un c a p i­ tale m olto m a g g io re di quello ch e su o le a v e re il coltivatore indiano. Bisogna d u n q u e far m a g g io r e asseg n am en to sul secondo m etodo. P e r stajo d ’a u ­ m ento per ogni acre, g u a d a g n a to g r a d u a lm e n te in 10 an n i, si tro v e re b b e la d o m a n d a d ’u n popolo g r a d u a lm e n te a cc resciu ta di 2 0 ,0 0 0 , 0 0 0 d ’ a n im e nello stesso periodo di te m p o . E se u n a proporzio- naie qu an tità costante d ’a u m e n to potesse v e n ir e r a g ­ giunta in ogni d ecennio, l’acc resciuta popolazione p er dieci anni p o trebbe v e n ir e alim e n ta ta senza g r a n d e a u m e n to dell’area. P e rtan to la pro d u z io n e sa reb b e g r a d u a lm e n te salita da 1 0 a 2 0 staja p e r acro. Ogni aero invece d ’a lim e n ta re u n a p e rso n a , sa reb b e in tal m odo div en u to cap ace d ’a lim e n ta rn e du e. Questo, c h e s a re b b e già u n g r a n passo, ha p e r p u nto di partenza u n a ten u e m is u r a di p r o d u ­ zione. E c on siderando la n a tu ra g e n e ra lm e n te fer­ tile del suolo, no n s a re b b e difficile ottenere, com e g ià s u c c e d e in p a recc h ie parti d ell’India d u e r a c ­ colti all’ann o. M ediante questi d u e m e to d i, più o m en o com b inati insiem e, l’a u m e n to della popolazione po trebbe v e n ire tra n q u illa m e n te affrontato p e r u n lungo a v v e n ire e il su ccesso del fu tu ro g o v e rn o

’) D ell’ esattezza di q u e sta afferm azione è lecito dubitare.

d ell'India deve p r in cip alm e n te d ip e n d e re dalla loro savia applicazione.

Così scrive sir Ja m e s Caird. Il citato giornale a g g iu n g e le seguen ti considerazioni che r i a s s u - m ia m a .

In du o g r a n d i categ orie possono dividersi i mezzi p e r p r e v e n ir e le carestie indiane. D istrib u ire p iù u n if o r m e m e n te l’a c q u a piovana e p ro v v e d e r e g randi e rapidi mezzi di co m u n ic a z io n e , di guisa c h e le vaste superficie di paese in cui i raccolti possono essere scarsi ven g an o a tem po a lim e n ta te da qu elle in cui essi sono a b b o n d a n ti; — e facilitare il m o ­ vim ento d ’em igrazio ne dalle re g io n i in cui la po­ polazione è densa. D u r a n te a lc u n e tra le più forti carestie che abbiano desolato il Bengala e l’India C e n t r a l e , esisteva nel le n n a sse rim e nel B rum ali più g ra n o di quello c h e ci sa re b b e voluto p e r ali­ m e n ta r e tutte le regioni colpite” dalla carestia, p u r r i m a n e n d o n e u n a qu an tità so v ra b b o n d a n te per gli abitanti delle p rovincie in cui era prodotto. Al con­ trario, n o n v’e ran o sufficienti mezzi di trasporto tra regioni distanti, n è di d istribuzio ne alla portata delle m oltitudini languenti.

Inoltre una delle m aggiori difficoltà con tro le quali v’ è da lottare è qu esta, che allo rq u a n d o la siccità d istru g g e ogni sp e ra n z a del. raccolto dei grani pei n u tr im e n to u m a n o , d istru g g e a n c o i prodotti che se rvo no di n u tr im e n to al b e s t i a m e , il q u ale m u o re di fame e di sete, m e n t r e con esso vengono a c e s­ sa re i mezzi di trasporto. Da u n lato d u n q u e o c ­ corro la costruzione di p o rti, di ferrovie, strade e canali navigabili ; dall’altro il raccog liere l’ac q u a in cisterne e serbatoi e 1’ es eg u ire o p ere d ’ irrigazio ne sopra u n a scala abbastanza vasta p e r distrib u ire u n i­ fo rm e m e n te l’ ac q u a piovana e . f o r m a r e in sostanza u n clima artificiale p e r 1’ India che r e n d a la sua a gricoltura in d ip e n d e n te dalle violenti a lte rn a tiv e di siccità e di diluvio.

Dalla relazione ufficiale della C om m issione per la carestia delle Indie O r i e n t a l i , p u bblicata I’ anno scorso, risulta che l’eccesso della m o rtalità d u ra n t e 1’ ultim a carestia del 1 8 7 7 - 7 8 ascese a 3 ,2 8 0 ,0 0 0 esseri um a n i. Prodotti com m estibili, resi inutili dalla m a n c an za di mezzi di trasporto , spesso esistevano in abb ondanza a no n più di 3 0 miglia dai distretti colpiti dal flagello. P e r d im in u ir e le con seg uenze di tali p u b b lic h e c a l a m i tà , il G o v e rn o In diano d ev e o c o s tru ire canali, strad o fe rrate e tram v ie p e r proprio conto, o d a re ra g g u a rd e v o li aiuti a chi fornisse i mezzi all’ uopo. La m ancanza di vie di c o m u n ic a ­ zione, che in sulle p rim e noti s a reb b ero r i m u n e r a ­ tive, è n a tu r a lm e n te più sentita nei distretti c h e n o n d an n o u n a q u a n tità di prodotti proporzionata ai c o n ­ s u m o e che per con seg uenza n e rich ied ono l’ i m ­ portazione ; m a il successo di qu elle già eseguite m ostra che finirebbero p e r essere r i m u n e r a t i v e anco qu elle di cui oggi si sente la necessità.

LE ELEZIONI COMMERCIALI A M ILANO

Ci scrivono da Milano :

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792 L’ E C O N O M I S T A 10 dicembre 1882 com e orm ai disgraziatam enle in tutto, vi aveva c a c ­

ciato il dito an c o rc h é se vi sono questioni dal cui am bilo essa d o v reb b e essere b a n d ita , qu elle sono ap p u n to noile quali sono com presi interessi in d u ­ striad o com m erciali. Una lista era messa fuori e ra c c o m a n d a ta d all’ Associazione Serica , dal Circolo in d u s tria le e dal periodico il Commercio, u n ’ altra dall’ Associazione D em ocratica e dal C om itato S u ­ b u rb a n o e dal Circolo industriale, il quale però s ’era scisso in d u e, dan d o luogo — diciamo la parola in voga — ad u n a dissidenza.

Il concorso degli elettori fu scarso e no n si c a ­ pisce co m e q u a lc h e giornale abbia detto c h e c’ era da tro v a rs e n e sodisfatti. Di cinquem ila e seicento eletto ri circa ne and aro n o a vo tare circa m illedue­ cento. A m e m b r i della C am era di C om m ercio sono riusciti eletti i sig n o ri: Pavia, B ram billa, Bergomi, A n tong im , De Angéli, D ’Italia, Pirelli, Gavazzi Pio, C respi, R iva E rn e s to , Miani.

I signori P a v ia , B ergom i, e D e Angeli ch e otten­ n e r o risp ettiv am en te voti 1 2 3 4 , 1 2 2 2 e 1 2 0 9 erano portati in tutte le liste. Il solo Antongini portato dalla lista dell’ Associazione D em o cratic a e dal C o ­ m itato s u b u r b a n o e s c lu s iv a m e n te , riuscì eletto con 7 3 3 voti.

II resultato delle elezioni ha fatto buona i m p r e s ­ sione. S a re b b e n ecessario però che lo Associazioni com m erciali si p ren d e ss ero m a g g io r cu ra di queste elezioni che sp ecialm ente in centri industriali note­ voli co m e il n o stro han n o m olta im portanza.

D opo lunga aspettativa c h e a d ir vero aveva sol­ levato m olti e n o n ingiusti lam enti, pare finalmente che col principio del n u o v o anno v e r r à aperto lo spaccio delle d e r ra te a lim e nta ri ai m e m b r i della So­ cietà cooperativa. Il Consiglio direttivo ha dovuto lottare con una difficoltà con tro la q u ale urtano qu an ti han no bisogno di locali u n p o ’ vasti ; sono state fatte p r a tic h e col G overno , sono corse tratta­ tive spesso in fru ttu o se e / m a l m e n t e il locale s’è tro ­ vato in via della Sala. E un a località abbastanza cen­ trale essendo quella via tra via S . Paolo e via S. Raf­ faele e così di accesso facile e com odo a quelli che v o r r a n n o app rofittare dello spaccio. C redo che sa­ ra n n o molti, p e r c h è qui i viveri sono carissimi e la piccola borghesia, sp ecialm e n te il ceto degli operai, ne soffre no tev o lm e n te . A ppena lo spaccio sia c o m i n ­ ciato mi affretterò a d i n fo rm a r n e i vostri lettori r a g ­ guagliandoli con q u a lc h e partico lare.

IL COMMERCIO ESTERNO D ELL’ INGH ILTERRA

nei primi dieci mesi del 1882

A nch e in In g h ilte rra co m e in F r a n c ia nel m ese di ottobre l’esportazione fu inferiore a quella del m ese preced en te. Infatti tro v ia m o c h e nel m ese di se ttem ­ b re l’esportazione ra g g iu n s e la cifra di st. 2 0 ,9 2 2 ,1 1 8 m e n tre che nell’otto bre n o n oltrepassò qu ella di steri. 2 0 ,8 7 7 , 7 1 3 .

Confrontato poi il m o v im e n to com plessivo del - l ’ottobre 1 8 8 2 con quello del m ese corrisp o n d e n te del 1 8 81 si h a n n o i seguen ti ris u lt a t i:

ottob. 1881 otteb. 1882

Im portazione L . st. 31,307,313 34,152,015 E sportazione » 21,241,080 20,877,713

S e si confronta pertan to la cifra dell’esportazione dell’otto b re scorso con qnella dell’ottobre del 1 8 8 1 , i resultati sono an c h e m eno favorevoli.

Lo specchio che segue contiene la situazione degli scambj internazionali dell’In ghilterra dal prim o g e n ­ naio 1 8 8 2 fino a tutto otto b re dello stesso anno :

1881 1882

Im portazione L. st. 328,011,306 311,648,392 Esportazione » 193,060,793 203,012,657 T otale L. st. 521,072,099 514,661,049

L ’importazione del 1 8 8 2 oltrepassa di st. 1 3 ,6 3 7 ,0 8 0 pari a L. in oro 3 4 0 ,9 2 7 , 1 3 0 quella dell’anno pas­ sato, e l’esportazione è su p e rio re a quella del 1881 di st. 9 , 8 0 9 ,6 4 3 cioè a d ire di L . italiane in oro 2 4 5 ,2 4 1 ,1 2 3 .

Importazione.

F r a le m aterie alim e n ta ri d im in u iro n o nel 1 8 8 2 i bovi, il lardo, i form aggi, le carni di bove fre­ sc h e , il g ra n tu rc o , ¡1 pesce con servato, l’ olio di oliva, il m ajale salato, le patate, il riso, il vino, e gli zuccheri raffinati.

A u m en taro n o invece i m ontoni, il b u rro , i caffè, il grano, l’orzo, le farine, gli a ran ci, il r h u m , gli zuc cheri g reggi e il thè.

Ecco adesso il m o v im e n to delle principali m aterie p r im e , im p ortate :

IMPORTAZIONE DEL COTONE

P rovenienze 1881 1882 S ta ti U n iti .. . . Quint. 9 ,0 3 1 ,8 4 3 7,398,872 B ra sile ... » 278,716 410,541 E g itto ... » 1,1 0 7 ,6 0 9 837,589 In d ia Inglese . . » 1 ,589,170 3,333,896 A ltri p aesi... » 391,386 143,987 T ini ! Q uintali 12,398,724 12,126,885 i0 la le j Sterline 35,697,757 35,121,146 IMPORTAZIONE DELLA LANA

P rovenienze 188 i 1882

E u r o p a ... L ibb. 2 2 ,789,122 20,789,815 Possessi inglesi dell’A­

f r ic a ,... 4 1 ,2 47,832 46,661,458 In d ia in g le s e ... 1 7 ,7 49,165 23,215,021 A u stra lia ... 315,088,674 324,586,543 A ltri p a e s i... 11,918,093 18,682,944 T . , 5 L ib b r e .. 4 08,792,889 439,935,781 lo c a le . • • j l s te r i.. 23,970,671 22,589,517

L e altre m a te rie tessili d an n o i seguen ti resultati lino steri. 2 , 8 7 7 ,9 1 8 nel 4 8 8 1 , e steri. 3 ,2 3 5 ,9 3 4 nel 1 8 8 2 ; can ape steri. 4 ,8 2 8 ,8 7 7 nel 4884 e s t e r ­ iine 4 ,8 7 6 ,0 6 6 nel 4 8 8 2 ; ju ta steri. 3 ,3 1 2 ,4 9 4 nel 48 84 e it. 3 , 7 6 0 ,1 2 0 nel 4 8 8 2 ; seta sterline 2 , 4 2 0 ,2 0 7 nel 4 8 81 e steri. 2 , 3 6 8 , 2 1 4 nel 4 8 8 2 .

L ’im p ortazion e del leg n a m e si divide nelle s e ­ guenti c a te g o rie : legno g re g g io steri. 4 , 0 3 8 ,5 6 9 nel 1881 e steri. 4 , 4 5 8 ,6 6 7 nel 4 8 8 2 ; legno s e ­ gato steri. 7 , 4 1 9 ,8 6 4 uel 1 8 84 e steri. 9 ,4 9 3 ,0 9 0 nel 18 42.

Passiam o al q u a d ro dell’ e s p o r ta z io n e :

F u r o n o esportati dall’In g h ilte rra 4 6 ,2 6 5 , 5 4 2 quint. di earb o n fossile nel 1 8 8 1 , e 4 7 ,8 7 4 ,6 0 0 nel 1 8 8 2 . I valori che corrisp o n d o n o a q u este qu an tità sono lire steri. 7 , 2 7 7 ,6 5 3 nel prim o dei d u e anni, e 8 , 4 2 9 ,0 2 8 nel secondo.

(9)

10 dicembre 1882 L ’ E C O N O M I S T A 793 co n tro tomi. 5 ,2 0 9 ,0 7 3 nel 1 8 8 2 p er u n valo re di

steri. 2 6 ,7 4 2 , 0 1 4 .

F u in dim inuzione nel 1 8 8 2 l’esportazione degli alcali, e quella dei prodotti chim ici senza d e n o m i­ nazione. A u m e n ta ro n o invece le ch incagliere, i col­ telli, le porcellane e le curiosità della China.

E cc o infine il m ovim ento dei fili e tessuti.

1831 1882

F ili di lino e canape . St. '859,141 881,121 » di j o t a . . . . » 181,275 232,707 » di la n a . . . . » 2,568,417 2 854,770 » di cotone . . . » 10,804,772 10,761,460 » di seta . . . . » 827,241 722,349 Tea di lino e canapo . » 4,929,819 5,133,479 » di j u t a . . . . » 1,960,889 1,968,466

» di la n a . . . . » 15,095,901 16,095,183 2> di cotone . . . » 54,893,766 52,556,617 » di se ta . . . . » 2,116,643 2,350,120 Metalli preziosi. — L ’im portazione dell’oro nei

prim i 1 0 mesi del 1 8 8 2 è stata di st. 1 3 ,3 0 1 , 5 6 5 con tro 8 ,8 4 6 ,6 3 5 nel 1 8 8 1 , e l’esportazione che fu valutata a ster. 1 3 ,6 6 7 ,8 9 2 nel 18 81 è stata di steri. 1 0 ,9 3 1 , 8 6 8 nel 18 82.

L ’im portazione dell’a rg en to si cifra con sterline 5 , 8 2 8 ,5 1 5 nel 18 81 e con ster. 7 ,4 5 4 ,2 0 0 nel 1 8 8 2 . L ’esportazione di questo metallo che n o n oltrepassò st'T . 6 , 0 5 4 ,0 2 4 nel 1881 è stata di st. 7 , 6 7 6 ,4 9 6 nell’anno in corso.

L*

Il m ercato de! ferro dopo molti ann i di d e p re s ­ sione se m b ra v a entrato fino dalla fine del 1 8 7 9 in u n periodo di ripresa , o a lm en o d i m a g g io re a t ti ­ vità. Noi ci propon iam o di ric e r c a r e q u a l ’ è stata l’ i m p o rta n z a , e il c a r a tte re di questo m o v im e n to , q u ali le cau se principali, e quali infine sono le p ro­ spettive dell’a v v e n ire dell’iu d u s lria sid e ru rg ica. Con questo scopo passerem o in rivista i principali e l e ­ m enti della produzione, e del c o n su m o del fe rro d u ­ ra n te gli u ltim i anni.

Produzione dei lavori di getto. — L o sviluppo

c h e ha preso la produzione delle fo nderie di tutto il m ondo è indicato dal se g u e n te sp ecch io (l’unità è egu ale a 1 0 0 0 tonnellate m etriche).

1870 1878 1879 1880 1881 In g h ilterra. . . . G. 059 1. 483 6. 092 7. 872 8. 280 S ta ti U niti. . . . 1. 900 2. 337 2. 785 3. 895 4. 500 G erm ania... 1.390 2.147 2. 226 2. 729 2. 900 F r a n c i a ... 1.178 1. 521 1.400 1. 725 1.890 B elgio... . 565 519 453 608 631 A ustria-U nglr. a 404 434 404 445 1 R u ssia... 360 417 434 431? f i . 500? Svezia... 300 340 344 405 A ltri p a e s i.. . . 150 185 185 200 ) T o ta le .. . . , 12. 305 14. 383 14. 323 18.313 19. 700

In ciascun epoca a n terio re il p ro g ress o n o n era stato mai così rapido com e dal 1 8 7 9 al 1 8 8 0 ; e qu an to all’ann o in corso cioè al 1 8 8 2 s a re b b e pre­ m a tu ro il fare delle predizioni ; tu ttav ia vi sono ele­ m enti per afferm are che la p roduz io ne attu ale no n è p e r nulla inferiore a quella del 1 8 8 1 .

La Ryland’s iron trade Circular pu b b lica ogni

tre mesi la situazione s o m m a ria dei fornelli a fuoco in In g h ilterra e l’ Iron Age fa altretta nto p e r gli

Stati Uniti. S e co n d o gl’ indicati giornali ecco quali sono state le fluttuazioni degli ultim i anni.

F o rn elli a fuoco In g h ilterra S ta ti U niti

1879 (media) 496 294

1880 id. 564 414

1881 id. 560 449

1882 (1 gennaio) 552 466

A m m e tte n d o che la produzio ne p e r mezzo dei fornelli sia attu a lm e n te la stessa ch e nel 1881 n e i ' diversi distretti, il n u m e ro degli app are cchi in a tti­ vità co rrisp o n d e re b b e a una p r o d u z io n e an n u a le di:

8 . 1 7 0 .0 0 0 tonn. p e r l’In g h ilterra 4 . 6 6 6 .0 0 0 » » gli Stati Uniti Dai bollettini mensili dell’associazione dei p ad ron i di fucine tedeschi si rileva che la produzio ne dello Zollverein ha raggiunto nel gennaio 1 8 8 2 la cifra di tonn. 2 8 5 ,0 0 0 , ciò che d are b b e p a r tutto l’ann o u n totale di 3 ,5 6 0 ,0 0 0 tonn. 1 tre paesi che a b b ia­ m o citati avevano a d u n q u e nel 1° g en naio 1 8 8 2 una produzio ne di fonderia c h e con tin u a ta p e r tutto I’ anno d are b b e u n eccedenza di 7 0 0 , 0 0 0 tonn. in confronto del 1881 e po rte re b b e a più di 2 0 m i­ lioni di tonnellate la produzione degli alti fornelli di lutto il m ondo.

Il s e g u e n te sp ecch ietto contiene la situazione dei distretti m inerali c h e forniscono la m a g g io r parte dell’acciaio fabbricato nell’E u ro p a occid entale, e agli Stati Uniti.

Minerale prodotto (tonn. metriche)

1879 1880

E m atite del C um berland... 2. 240. 000 2. 802. 000 A ntrim (I rla n d a )... 157. 000 242. 000 Spagna (esportazione)... 1. 094. 000 2. 932. 000 A lgeria — ... 438.000 596.000 I ta lia - ... 198.000 400.000 G erm ania (spatliiquo)... 869. 000 1. 009. 000 L ago superiore (S tati U n iti) .. 1. 425. 000 9. 998. 000 6 .4 2 1 .0 0 0 9 .9 8 8 .0 0 0

Q u a n tu n q u e l’es trazio n e del 1 8 81 no n sia an c o ra c o n o s c iu ta , si può afferm are che il c on sum o dei m in era li ricchi e pu ri ha c o n tin u a to a sv ilupp arsi, m a lg ra d o l’ applicazione del processo basico. L e im ­ portazioni m a r ittim e del m in e ra le di ferro nei p rin ­ cipali paesi i n d u s t r i a l i , cioè a diro in provenienza dalla S p ag n a, e dal M ed ite rran eo h an n o ra g g iu n to i se guen ti totali :

Importazioni per mare

1879 1880 1881 In g h ilte rra ... 1 .098.000 2 .6 7 3 .0 0 0 2 .4 8 5 .0 0 0 F ra n c ia ... 665. 000 785. 000 783. 000 G e rm a n ia ... 240.000 410.000 462.000 S ta ti U n iti... 270. 000 463. 000 800. 000 B elgio... 18.000 76.000 79.000

Risulta dalle cifre sopra indicate clm gli alti f o r ­ nelli da fonderia B essm er dell’ In g h ilterra c o n s u ­ m an o oggi m in era le estero e in d ig e n o presso a poco nella stessa q u a n t i t à , e che le im portazioni a m e r i­ cane han no preso u n o sviluppo così rapido c h e no n può passa re inosservato.

Consumo

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794 L ’ E C O N O M I S T A 10 dicembre 1882 possibil di fare che p e r l’Inghilterra e p e r gli Stati

Uniti. P e r gli altri paesi bisogna limitarsi a s o m ­ m a r e la produzio ne e i’ importazione, sottraendone la esportazione.

Consumo

( L ’unità è eg u ale a 1000 tonn. metriche)

1878 1879 1880 1881 In g h ilte rra ... 5. 375 4.860 6.070 6. 480 S tati U n iti ... 1. 830 3 485 4.180 5 346 G erm ania... 1.510 2. 200 2. 730 3. 300 F r a n c i a ... 904 1.540 1.880 2. 1 6 0 B elgio... 637 627 805 805 A u .stria-U n g h eria.. . . 363 460 492 — R ussia... 385 618 677 — Svezia... 285 ,321 360 —

L ’ elaborazione delle fonderie fornisce tre p rin ci- cipali categorie di prodotti : getti, ferro e acciaio. La statistica dei v ari paesi dà abbastanza esattam en te 1’ im p ortanza della fabbricazione del ferro e dell’ac­ c i a i o , m a le indicazioni sul lavoro delle fonderie sono m eno com plete.

In G e r m a n ia ove la p roduzio ne o il con sum o delle fonderie sono rilevate con molta esattezza, si fabbri­ carono nel 1 8 7 9 4 4 8 ,0 0 0 tonn. di pezzi modellati, e 5 1 4 ,0 0 0 nel 1 8 8 0 .

P e r il R e g n o Unito la relazione della Britiscìi

ìron trade Association valuta il co n su m o del ferro

fuso nel 1 8 8 0 a 2 , 3 0 0 ,0 0 0 tonn., cifra ch e ra p p r e ­ senta il 5 7 p e r cento del con sum o generale. Agli Stati Uniti, secondo gli ultimi dati statistici, la fab­ bricazione del ferro e dell’acciaio av re b b e assorbito d u r a n t e l’ anno c h e te rm in a al 1° giu g n o 1 8 8 0 , 2 ,5 0 0 ,0 0 0 tonn. di metalli fusi e 1, 2 5 0 ,0 0 0 di ferri vecchi

La fabbricazione dei prodotti du ttili, ferro e a c ­ ciaio, è assai m eglio conosciuta. P e r acciaio i n t e n - donsi in g en era le i prodotti ottenuti per mezzo delfa fusione.

Produzione del ferro.

( L ’unità co rrisp o n d e a 1 0 0 0 tonn. m etriche) Il q u a d ro se g u en te dà la statistica officiale della produzione dei principali paesi in fe r r i . lam inati. P e r ¡’A ustria e p er l’In g h ilterra i dati officiali m ancano, e vi si è supplito con valutazioni più o m en o a p ­ prossim ative. 3870 1873 1379 1880 In g h ilte rra ... . 2.600 2. 500 1. 700 2.000 S ta ti U n iti... . 1.170 1. 666 1. 85G 2.115 G erm ania... . 900 1.310 1.215 1.358 F r a n c i a ... 670 940 875 985 Belgio’... 491 480 410 458 A n s tria -U n g h e ria .. . 232 260 175 200 R ussia... 260 290 290 290? Svezia... 214 213 236 252 6. 530 7.660 6. 757 7. 698

Da q u esto sp ecch io app arisce che la produzione del ferro no n ha molto progredito ; ciò è stata la c o n s e g u e n z a 'n a t u r a le della sostituzione d ell’acciaio al ferro.

Produzione dell'acciaio

(L ’unità c o r ris p o n d e o 1 0 0 0 tomi, m etrich e.) L a fabbricazione del m etallo f u s o , ha preso una ra p id a estensione, grazie al perfezionam ento dei m e ­ todi di fabbricazione. Il se g u en te specchio contiene la produzio ne dell’acciaio in v erg h e .

1870 1878 1879 1880 1881 I n g h i l t e r r a .... 350 1.096 1.124 1.414 1.700 S ta ti U n iti .. . . 64 735 944 1. 258 L 570 G e rm a n ia ... 170 570 582 762 950 F ra n c ia ... 80 336 365 426 460 B elgio... 9 115 110 120 138 A u stria-U n g h .a 24 152 156 160 i R ussia... 12 24 28 39 400 S vezia... 8 95 210 210? I 717 3 .1 2 3 3.530 4.383 5.220

L a produzio ne del 1 8 8 0 si rip a rtisce ap p ro ssim a tiva m ente com e se gue fra i diversi proeesssi di fab bricazione

A cciaio B essem er.. . 3. 560. 000 tonn. » sur s o le .. . . 580.000 » » au C re u s e t. 240.000 » Consumo dei prodotti siderurgici

Il c o n su m o del fe rro dei vari paesi è difficile a stabilirsi esattam en te a m otivo deile lacun e ch e si risco n tra n o nelle statistiche della produzione. Le sole cifre com p lete e confrontabili sono qu elle che con­ cern o n o la produzione delle f o n d e r ie , perch è le esportazioni e le im portazioni c o m p re n d o n o special - m en te i ferri lam inati e lavorati.

Consumo del ferro

( L ’unità equ iv ale a mille tonn. m etrich e)

1878 1879 1880 1881 In g h ilte rra ... 4. 055 3. 310 4.160 4. 340 S ta ti U n iti ... 2. 520 3. 920 5. 180 6. 540 F ra n c ia ... 1. 595 1.470 1. 850 2.180 G erm ania... 1. 840 1. 750 2. 015 2.055 B elgio... 470 340 485 460 A u stria U ngheria. 488 440 457) R ussia... 917 860 800 1.350 S vezia... 180 175 186) 12. 065 12. 265 15.130 16.895

LE BANCHE POPOLARI IN RUSSIA

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