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SAGGIO DÈI MONUMENTI ETRUSCHI E ROMANI. TROVATI A GHIàNCIANÓ ILLUSTRATI DESIDERIO MAGGI POLIGRAFIA FIESOLANA. uócccxxu. Digilized by Google

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(1)

SAGGIO

DÈI

MONUMENTI

ETRUSCHI E ROMANI

TROVATI A GHIàNCIANÓ

ILLUSTRATI

DAL DOTTOK

DESIDERIO MAGGI

POLIGRAFIA FIESOLANA

uócccxxu.

DigilizedbyGoogle

(2)

Vtpeltro explicaioprobabiUueonjeciurattt}iuns>

, Cic.TukuI.,1.I.

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(3)

AL CAVALIERE

FRANCESCO INGHIRAMI

SOTTOBIBLIOTECARIODELLA MA)IDCELLIA»A

U AUTORE

J. entaiy vari anni sono,

d* illustrare

per sem- plice mio diporto

, e

per

toglierli

alla dispersione

e

al

oblìo,

alcuni dei molti monumenti etruschi

e

romani, rinvenuti a diverse epoche nel

territo~

rio

chiancianese

,

sema che avessi allora la mini-

ma idea di

pubblicarli.

Ma successivamente cam- biai pensiero, vedendo come questo genere di

stu-

di

si

vada, mercè vostra e di

altri illustri

Ar- cheologi, rianimando presentemente in Toscana.

Venni quindi nella determinazione di mandarli

alle

stampe. Prima però di farlo

,

ho creduto di inviare a voi egregio maestro in queste come in

altre

materie

,il

mio tenue lavoro

,

e di pregar-

vi

ad un tempo a volerlo leggere ed esaminare.

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(4)

per vedere se meriti d"

esser

messo alla

luce,

o di rimanere per sempre sepolto

nelle

tenebre.

Nel primo caso, compiacetevi di farlo pubbli^

care coi torchi della vostra PoligrafiaJiesolana

,

e nél secondo non

se

ne parli mai

più.

Colgo questa occasione

,

cortese

sig.

cavaliere, per rinnovarvi

le

proteste della profonda stimai ed alta considerazione colla quale mi pregio di dedicarmi ai

vostri

comandi-

Chianciano 8 Marzo 1839.

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(5)

INTRODUZIONE

Oe

ci

poniamo a

considerareperun

momento,

quale dei

due

naturali sentimenti abbia

maggior

poteresulcuore

uma- no

il

meno

guastoe corrotto,ilpiacere,oildolore,

dovremo

convenireper avventura,che abbia quest’ultimo sul primo lapreminenza,

E

per avere

una

prova di

una

tal verità^

contempliamo

t uomo

in

due

oppostesituazioni,atte

a

su- scitarlientrambicollamaggiore energìa,enellapiit gran- deestensione.

Qual

gioia

non

cagiona infatti nei teneri genitori, e negliamorosi congiuntila nascitadi

un

figlio f

E

quale acerbo dolore d'altronde

non

produceinnoila perdita di

un

individuoche ciappartenga per legame di sangue^

o

peraffetto,eche abbia con noi comunigliusidella vita le passioni,leprosperità e gl' infortunii f

E

laddoveil

primo

eccitaed alimentalasperanza dei parentie dellapatria,il secondoledistruggedel tutto,perchèsecoporta

V

ideadel- l’annientamento,e della

non

esistenza.

E

peròcelebravasi presso leantiche nazioni con

minor pompa

e solennitàilnascimento,cheilfunerale, e presso qualche popolo rozzo riguardavasiquel

primo come

ilprin- cipiodelsecondo, associandosinello spiritocoll’idea lieta dellavita,quellapuretristissimadellamorte

.

Quindigliestremionori funebri divennero

un

oggetto di religione,non

meno

che

un

tributodiriconoscenzaedi

amo-

re,etidette in certo

modo

uita

maggior

estensione,ed

un

più

gran

risaltoal dolore diquelliche

amarono

in vita,ed

ammirarono

leutili virtù deldefunto, con apparati fune- rei,

E

diciònoncontentisifece ancora di più

.

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(6)

6

y

olieròicongiuntie gliamicitramandare altetàfuture lamemoriadellepersone chelorofur care,efarpalesi nei monumentidestinati

a

raccogliernegli acanzi mortali,le azioni,edititolipei quali eransi segnalativivendo. Quindi ebbe origineV usodeimausolei,delleurne,e deisarcofagi

F~enneintalguisaildolore

a

rendersidurevole,e direi quasiperenne, rinnovandosi ognivoltache agli occhi dei superstitipresentavansicolai

monumenti

, richiamando alla loro

memoria

ciòchene

fu

f oggetto.

Simili

monumenti

erettidagliaffettidomestici alla ricor-

danza

dei trapassati,coll"andare del tempo ebbero unaltro scopo,

non

preveduto certamente dailoroprimiautori,e

non

augurato dalla pietà,edallareligionedegli antichi.Avve- gnaché peressiabbiam potatorinvenirenelbuiodeisecoli,

10popolazioni perdutee distrutte, e le regioni ov'elleno ebbe- ro sede;somministrandocosìmateriali

meno

incertialla storia.

Senzaillorosoccorsonoi

saremmo

ancoranellapiù profon-

da

oscuritànell’assegnare

V

origine,e stabilirealmeno ap- prossimativamente,

V

antichitàdialcuni luoghi,ove abitarono gliEtruschi.

La

celebre città diChiusi

fa

lasede,fragli altridi

un

rinomantissimo

Lucumone

diquesta nazione, esappiamodalle antiche storie fjchededussedelle colonie, echeisuoi abitatori eranoconosciutiancheaitempideldominio romano,sottoil

nome

genericodiNdotìchiusini *,

yàrie popolazionisulle rive dèifiume Chiana, che irrigava lefloridepianurediquella città ci vengondescrittedagli antichi autori *, e la storia ela tradizioneparlano pure con lode intornoaifamosiBagni chiusini,annoverandoli

fra

ledeliziedi Porsenna^;

ma

se

non

sichiamassein soccorso 11localeritrovamento divetusti sepolcreti,edaltrietruschi

1Moltiantichi tepolerispieganounamagnificiensadaeccitarlamora- viglia inehilirimira.Ponevansiprettoimedesimiare,templi e ttatue che amiquette ebbero originedaisepolcri,sedobbiamo ammettereciòchene diconoidotti illustratori dell’Ercolano T.‘ì,p.3a4>

aPlin.,t. I,infine.PavolottiIntrod. aliasua storia mt.diChitmeiano.

3Tacit.,Ann,l.t,infine.

4 Pavolozzinelladottatualetteraaddizionaleal trattato diBaldsutar- ri,tuibagni di Chianoiano.

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(7)

7 monumenti,dissotterrati incopianelle

campagne

di Chian- ciano,limitrofeaquelledellasurriferita città,

non

avremo potuto

mai

dimostrare,che o soggiornò in esse

una

delle coloniechiusinenominate

da

Plinio o

fu

annoverata

fra

le altrepopolazioni poste intornoallachiana,e

da me

qui sopra accennate,tantopiiiche

da un

cotal

fiume

; e lago ripeteilsuo

nome

*,o chelerinomate terme chiancianesi

furono

iBagnicbiasìni,celebratidagli antichi scrittori ^

,

e chesalirono neitempimoderniintanta

Jama

,

da

potersi

paragonare

contuttaragione,altepiùsalubriacque marziali

d’Europa

*•

Che

seciò

non

sicredessebastevolmenteprovato,

sarà sempre vero chela collina, ov' èpostoChianciano,

come

pureisuoi contorni,furonoconosciutifino da* più remotiabi- tatorid’ Italia

.

L*illustratoreditutta

V

etrusca antichità*

pone

Chian- ciano fraqueiluoghilimitrofi

a

Chiusi,che

hanno

sommini- strato

una maggior

quantitàdisarcofagi, edietruscheiscri- zioni.

E

benché Strabono,

Tolomeo,

ed

Antonino

nelsuo Itinerario,

non

ne facciano menzione,pureèben naturalo

a

credersiche

una

quantitàcosìprodigiosa diantichi

monu-

menti appartenuti

ad un

talpopolo,

non

possono trovarsi che dov*egZ'abbialungamente

dimora

.

Che

anzisebenri/lettesi,è questoilpiùsemplice

ad un

tempo,edilpiù forte

argomento

pergiustificarne l’antichità,

ICheabitasse nellevicinanze di Chianciano unacoloniadiEtruschi,fu giàdame annunziatoinunalettera che diressi al eav.Jnghtrami,ilcui principio esso riporta nellasuagrand’ operadeiMoaamentiEtruschi, odi Etrusconomeser.ii

,p. o56.

aDino desltu Clanar.Pavolozzi operacitata.

3Orazio,lib.»,Epist, l5 Tib.Eleg.3.Marronelib.5.delV analogìa delle cose antiche.Chepoiibagnichiancianesi sianoichiusini di cuipar- lanoiprecitati autori,loprovano Pirro Paleode Th.Ciani, p. tg. IlCo- niettiAnalisiMS. didettibagni,edilPavolozziop.eit.iguati riferiscono lemotte antichità rinvenute pressoimedesimi,comele vestigio di grandiose fabbricheetnische eromane. Lestessecoseha pureripetutecon moltacritica ed erudizioneildottor FilippoCignozzinelsuobreve,masugosotrattato dell’acgua santadi Chianciano.Poligrafa fesolanai8aS.

4 Moltetono le analisidiquestibagnistatefattedadiversiautoriin diversitempi,malepiùrecentitonoquelle del celebreDr.Bottini,edel oh.ProfessoreGiacomoBarzellotti.

5IIdottimimo Lanzi saggio diliog'iaetnisca,Tom.apag. 53.

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(8)

8

mentrenonèfondato su confusetradizioni,o su dubbie autorità d' istorici

,

ma

sibbene su riscontridi fattoipiit induplicati,perchèrisultanti

da monumenti

lasciatici

da

quei medesimi remotiabitatori^dicuivuoisi provare

V

esistenza,

Se

nei secoli posteriori

a

quellideiBarbaricifostestato conservato quelpoco che potèsfuggire al lorogeniodistrug- gitore,

avremmo

al certo

una

quantità bastante di

monumenti

perillustrare lastoria di questecontrade.

Ma

cosa

non

po^

tetterò in quei tempi di feroce ignoranzatpregiudizi che giunsero

ad

ispirareun fanatismoilpiùviolentocontro qua- lunque antica

memoria

,perchè fosse

pagana

,perchè erain- distintamente considerata qualpietradi scandalo contro la verareligione t*uippena incontravansi

monumenti

idolatri^ osidistruggevanoaffatto,oridotti inpezzi qualioggetti superstiziosie profani, venivano impiegati

come

cemanti

,

e materialiordinari, anche per riempirele

mura

dellefabbri- chetlequaliandavansi edificando*.

E

quasiche fosse poco potente

V

opinion popolare gl‘istessi imperatori carlovingi ordinarono cheitemplideigentilisiterminassero diatter- rare,esirifacesseroconqueimaterialile

mura

delle fortezze, e delle città*.Questa

fu

senza

meno V

epoca,alla quale sidebbeascrivereanchenellenostrecontradela rovina di

non

pochi pregevoli monumenti,e

t

essere stati

mal

condoUi,

una

infinitàdi

marmi

,e questemoltissimeepigrafi etrusche, cheneldemolirelefabbriche,

come vedremo

in seguito,

non

dirado s'incontrano.

Anche

l*avarizia,e

V

avidità dei nostri abitanti potette moltocontribuire alla distruzione,almeno,degli antichi se- polcri idiquella avidità ioparlo,che

non

curando,odi- sprezzando la sanzione delle leggi controi violatori dei

ir.

ildolioCupmartin dechaussti deconvertede

U

maieon d’Horace T.l,cap.3.Adamixt.di BoxtenT.a,p.ig6.

a Lami,Antichità toscanep.ga,esig.rcrmiglioliiecrit,perug.T.l,p.io

€T.ap8o3.Girardini edifiùpub.di Milano.Adami et.diBoUenaT.

p.195,aoa.

3Futale

U

fanatismo perla distruzionedeimonumenti paganiche in gualchet^ovincta ti volle ciò ottenereanche amanoarmalaeper mezzodi stragi.Il fattodiAlessandrianeUadistruzionedal Tempio di Strapide’ce

neconvinceubbastanzu. *

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medesimi,scendeva perfino entrogli avelli

a

cercareiteso- ri turbandocosìanche agliestintiquella pace, chelana- turastessapareva averloroiviaccordata,e durevole

.

A.secoliperòsitenebrosieferocisuccesseroappoco ap-

poco

,

almeno

neiluoghipiùcolti,dei tempi

meno

oscuri,e dei costumi più mansueti.Risvegliandosi

V

Italiadal profon-

do

letargo, nel qualel*avevano l'ignoranza,

ed

ipregiudizi servilmentesepolta,bensiaccorse che troppo

grande

erail tortoche Jacevasiallaverareligione, che assaiprofonde avevaornai gettatenelcuore dei popolilesue radici,

mo-

strando di temerel'esistenzadi

monumenti

idolatri.

E fu

allo- ra,che mediantel*avanzamentodella civiltà,ecolrinascere delle arti liberali e delle scienze,

non

potè

non

essererimes- so inpregio anchelostudio dellecose antiche. Quindisi rispettai’onoipiùvetustilavoritoscani^benchérozzi,

come

soglionoessereiprimi saggi.di qualunque arte,epresto qualsivoglianazione

.

Quelli poidell’epochesuccessive, nelle qualipoteronogli Etruschi anche più gloriosamenteessereparagonatiaiGreci,

come

nelleoperedeibuonitempi

romani

,

furono

proposti per modello, e quantoall’intelligenza

deW

arte,equantoal

buon

gusto. Tonto**, nllnra di ordinareedecifrare

V

alfa- betodelleantiche lingueitaliche

,e

V

etrusca eccitò sopra

ICauiodor.variar, litt.^, p.|83.Siceomtspette volteeranortateritro- vatenell’archetepolcrali italiche, e vesti e tesseredifila <T oro,ed anche oro inpolvere,come nefanfedeilPasseri,ilyermiglioli,ilfyinkelmann, edaltri,perchiimorti ponevansinelrogo,o

mi

sepolcroconvesti,edor- namentipreziosi, cosìne avvenne chegli abitanti dellenostrecontradeap- pena trovavanoantichi eepolcri,senzapuntocurarti delle urne, e del vasella- mediterra cottachevirinvenivano,tuttovandalicamentedisfacevano

mi

momento, per giungere più prontamentealritrovamentodel tesoro.

FYai tantiesempidiquesta barbarie eh’ io potrei riportare,neciteròdue soltantoaccaduti a miotempo. Ilprimo occorso

mi

1786inunipogeo sco- perto

mi

podere deiCeretelliappartenente allamia famiglia,ovedopola barbaradistruzionedi liurne diterra cotta,furono rinvenuti due pendenti oorecchini d’ oro, che eolidopo alcunimesi,quandosiriseppeilfatto,po- terono estere rivendteatidal defunto mio padre,che mfecedonoalvetco.

vo di Sovana Pio Santi suoasnicissimo. Ilsecondo accadutoneli8o8in al- tro sepolcreto scoperto allaStiliamse,diilurnedellequali4sole potero- nosottrarti ai fieri colpidiquegliavidiiltvtMori,eche io riporto inque.

tt’opuscolo.

a

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IO

tuttelegare deidotti,per leggere,tnterpetrareperquanto erapossibile,fralepiùsterili,espinose indagini,le iscri- zioni,e

V

epigrt^, chein quellasitrovavanoscritte.

Una

nobileemulatione di

fare

delle collezionidiquesti preziosi oggetti,sirisvegliò

fra

ipotenti,eidottiamatori di

una

scienzasìbella

,

«furonoallora messe,percosidire,

a

contribuzione,perl’etruscosingolarmente,lenostrecontrade,e lealtre nelle qualiavevafiorito quella celebreevalorosa nazio- ne.Ilcoltivatore della

campagna,

che

non

conoscevailpregio ditali anticaglie,eraben

pago

allor

quando

gli^accadeva di rinvenirne>di cederle

a

chi gli offriva

un

qualunque

guadagno,

e eh* egli

non

isperava forse neppuredi ritrar- nequel tanto.

Gliscrittorichehanno parlato di Chiancianoe de’ suoi famosi bagni

,e quelliche illustrarono leantichità degli Etruschi, ol’arte figulinadei medesimi,ciraccontano che nelle

campagne

chiancianesi,ovvio, e quasi giornaliero è statoilritrovamento di medaglie,sepolcri, epigrafi,patere ospecchi mistici,crateri,sitale, corniole, idoli, ed una infinitàdialtre anticaglie,edistrumenti destinati

ad

usireli- giosie civilidegliEtruschiedei

Romani, ma

con verasor- presa pochi ne restano ancora,perchéovenduti,omandati in

dono

inpaesistranieri.

Le

antichememorienazionali,diceilcelebreLanzi

,

v'ari* no sempreconservate,perché ancheipiìtinfortniruderi

fan-

no sempre onore,esonodidecoroallapatria.

E

persuaso

diquestamassimailtanto benemeritodelle lettereLuigi A.n- tonio Pavolozzi*mioaffine,eccitòisuoiconcittadini

a

te- nerein

maggior

pregioimonumentiantichi,cogliendol'op- portunità dirender di pubblica ragione alcune iscrizioni etrusche e

romane

,dissotterratenel tempo eh’ciscriveva

una

erudita lettera addizionaleall’analisifatta dal Pro- fessorBaldassarri, delle nostre acquetermali.

Iyid.Paleo, ePavolozzi opert eit.LoHzi,opera eit.edilcèlebre architetto eletteratoLeonardoDefegnieJntolo^a romanalei.a,sulla figulina, di- retta alFea,

a

y

ed.Velogio fatto,aquesto letterato dall’ istorico senese cav.Giovan ÀntoniaPecctinseritonelle Novelle letterarie fiorentine.

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(11)

XI Seguitandoilsuoesempio

V

altrocelebre letteratoedar- chitettoLeonardo

de

fregai

mio

zio fece aneliesso men- zione,delleantichità ritrovate

a

Chiancianofneifoglipe- riodicideiVAntologìa

romana

^ovescrissecontantoplauso delle cose architettoniche;

ma

essendo cosa estraneaal suo scopol*estenderelericerche sullalinguadeiremotiabitatori del nostropaese,prtfiltò dellascopertadi

un

ipogeo fatta nelchiancianesetove

furono

dissepolteconaltreanticaglie etrusche , olle,etegolicinerari,dandosi cura di trarne i calchi,

prima

chevenisserodailoro inventori disperse, ed inviandolial chiarissimo

Abate

Lanzi suo amico,perchè fa- cesselorovederla luce.

Questiinfatti sceltociòeh' eigiudicava pià acconcio al suoscopo,lopubblicò nelrinomanlissimo Saggio di lingua etrusco,

da me

piùvolte citato.

Ed

iobenchésiabenlon- tanodal pretendere di emularecolle mie ricerche sù tali materieuomini ditanta celebrità,

ho

creduto bene

non

pertanto di occuparmi per

mio

diporto, nel

far

conoscere alpubblicoalcuni altri antichi

monumenti quà

ritrovati,

onde non

vengano,

come

di molti accaddenegletti e dispersi.Pren-

dendo

poi taleopportunità,piacemi diriprodurre,per giovare al confronto,chesireputaindispensabile in tali studi, le altre iscrizioni,statedatefinora alla luce,e che

furono da me

stesssoquisopra accennate.

Anche

ibagnid‘acqua naturale che

fra

noi esistevano

,

lihostimati meritevolidi

una

qualchèillustrazione,siper- che

una

sordida e bassa speculazione diprofittardiquei ru- deri,li và deturpandoelidistrugge,esì ancora perchè trovandosiperloinnanzi quasituttoilfabbricatodiquelli ricoperto diterra,ecircondato

da una

barriera di piante parasite, chesoleonorano,edifendonogliavanzi di que- sto tagguardevole

monumento

,

non

è

mai

riuscitodi farvi

Iyed. relogio istorieodamefatto ad unuomoeoàcelebre,inventore della plastica dei tartari,chel’accademiadellesdente di Siena feceinse-

rire nelTom.8,*de’suoi atti.

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(12)

tjueW esame che meritava, e che conhuonsuccessosarebbe stato eseguito

da due

insigni letteratichelovisitarono'.

Alieno, conCiosono dal volermi procacciar lode per

un

lavorosìtenue,se

non

riuscirò

come

ti converrebbe nella

mia

intrapresa,avrò almenoilcontentodisottrarrealladi- menticanzadegli antichimonumenti, che potranno con mi- glior successo essereesaminati

da

altri,esomministrerò,te

non

altro agli abitatori delle contrade, ovefurono questi dissotterrati,dei riscontripiùcertiper autenticare lere- motissimeloro origini

.

Taleh infatti ilsoccorso che apporta

V

antiquariaalla istoria ;chese la

prima

ciconduce perse stessa alla perfet- tacognizionedegli oggettiche vogliamoillustrare,cfùatna- ta

V

altra inaiuto,vicendevolmente sostengonsi,esicomu- nicano

ad

ogni passoinecessarilumi,

onde

ilverofinal- mente apparisca,benchéalteratoo confuso dal tempo,dalle fisichevicendedelglobo,e dalle ingiurie degliuomini

«*Alterìassicalteraposcit

opem

res».

•.Um

i'Oiì\iM .tom•»*.

tDeSdegniparla diquitto Jabbricato nell'Antologìaromana,letteraa.

•ulte figuline, eGiorgioSanti nei_tuoi friaggi^almonte Amiata:

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(13)

SAGGIO

DEI MONUMENTI ETRUSCHI E ROMANI

CAPITOLO PRIMO.

Iscrizioni bilingui semibarbareed etruschi

'/AHtHRA VMaM -a+MlV^

Q. SEKTIVS.

L.F.

ARMA. NATVS

.À.bbandoii)itache ebberogliEtmachi1’anticasemplicitli di viu,cheinaltra etàne aveva formato1’onoreedilsostegno

,

ilorocostumi,snervati ingremboall’ozio,incominciarono a corrompersi,edillasso elamollezza, chenontardòadin*

trodurvisi,dette irreparabilmenteilcrolloallalorograndezza*.

La

natura della costituzionefederativadelgovernoetrusco, era nello stessotempo unadelle

meno

attea conservarneunita laforza,mentrelalibertàche avevaogni principale popolazione di seguire,o nòlerisoluzionidellealtre,venivaarendernedi*

sginntelemembra;elalegatoscana,similealfavoloso serpente dipiùteste,nonpresentava,senon raramente,una unionecon- corde, e regolatadall’ìstessovolere.1

Romani

d’altronde 6eri

,

intraprendenti ed arditi,scopertoilsegretodell’etniscadebo*

lezza,nonurdaronoacoglierneilpunto, elasanguinosa batta- gliadiVadimonedeciseirreparabilmente%dopo unalotta,che avevadurato più di quattro scoili,dellasonedei Tusci.Ten- taronoessinonpertanto,vergognandosidellaservitù,di risvegliare 1’antico valore,ediravvivarsi,implorando anchel’aiutodipo- tentialleati;

ma gU

sforzicheessiavventurarono,furonosimi- liaimovimenticonvulsi di

un

animale chemuore.

IDiod. Sic.V. Sirab. ptg.a4a. Dionit.AUcstbm.IX,i6.

aTii.Lir. IX,

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(14)

*4

À

cbinonsirammenta quantosacroediqualeimportanza fossepressogliEtruschi l’amore della patria ' e della libertà sembrerà,cbenondovesse riuscir loromoltospiacente,oalme- nononfosseper essereaimedesimigrave a sopportare,ilveder- siriunitiallanazione più grandecheabbia vantatolaterra,men- treildirittodellacittadinanza romana adessiaccordato, po- nevaliingradodiessereammessinelsenato,edalleprime ma- gistrature,diquella celebredominante,senzapiu distinguersiil

conquisutoredalpopolo conquistato.

Ma

tebensirifletta,fu questoassaipoco,raflirontandoloalsacrifizio irreparabile

, cbe

doveronofaredellaloroindipendenza,essendo senza quistione, ancheinmezzoaivantaggi efra lepiù dorate catene,sempretrista edinfelicelasorte deivinti*.Fraigrandicambiamenti,infatti, a:qualiandòsoggetta1’Etmria,dopolariunionealla repub- blicaromana,vifu quellodiperderel’anticalingua nazionale.

E

benchémaipossa cangiarsiun idiomaperpubblica autorità

,

facendovid’uopo la tacita accettazione delmaggior numero

,

ed un lasso notabile di tempo,pureciòriesce indispensa- bileallenazionisoggiogate.Oltrechéillinguaggiodeivincitori trovasempre, per lo spirito di novità,oper adulazione,dell’ac- coglimento, e dei partigiani.

E

peròpococivuole a persuadersi, cheun popolosottomesso,

come

nelcaso nostroiTusci,doven- doper necessità avere un’immediato commercionei principali rapporticoniromani,fu dinecessitàchesene rendesserofa- miliarelalinguacheinsensibilmentevenne adalterarela pro- pria.Laondel’idioma etruscostranamentesfigurato, dovette soflrireunmiscuglio irregolare dilettere,e dinuovevoci pie- nediscorrezioni,dibarbarismi,e dianomalie.

Tutto annunziòallora,chelalingua dei Tusci andava in proporzionedell’annientamento del loro spirito nazionale, irre- parabilmente amancare.

À

quest’epoca,senza

meno

,sidevono riferireleepigrafisemibarbaredegliEtruschieleiscrizionibi- lingui,chealtronon mostrano,senon chegli ultimiaccenti diunanazione vicinaa spegnerai.

E

sebbeneleprimesiano co-

1Glietriifchieranocotigelo»!edamanti della liberti,•coticontrariad una polenta dispotica, dietidichiararononemici,nèvolleroaccordare loccorto aiVeienti,perchètierano touopottiadnnre«Livio,lib.V.

2GibbouSlot,della dccadensadsli’impeto romano. Voi.I,cap.II.

Diyiiizcdby V -ole

(15)

1 5

sitravisate

, pare debboasirispettare

come

altrettantiinierpetri, inelegantisi,

ma

fedeliper ridurre,secondoilmiglior sistema finoraconosciuto, all*anticolatino edalgreco,leparolepiù incerte edambigue,mentrelealtrecisomministranolachia*

vedell’alfabeto;venendosi cosi agradoagradocollatraduzio- ne ad appianarelastradaallacognizione di questa lingua.

E

perciòalcuni moderni dottissimi antiquari hanno posto tali iscrizioni,benché

meno

antiche,iotestadellelororaccolte,on- detentareilritrovamento,dirò cosi,delfilodi Arianna, per noncimentare dei passi totalmenteincertisullacognizione dinn idiomagiàspento,ilqualeadonta di unti confronti, e di tantistudi,sembra nonavereancoraperdutodeltuttolaqua- litàd’enigma;echesenon giunge adessereaffattoinestrica- bile,

come

ilaberintidi

CieU

,e di Chiusi,olirenonpertan-

todelledifficoltànonagevolia superarsi'

Fattequestepremesse;che ci precisanoitempi,ai quali possonoriferirsi leiscrizionidellequalisono perparlare

,eche

giustificanoilmotivodiporleleprimeinquesto saggio, scendo a fare sullemedesime qualcheavvertenza.

Ilsarcofago nel cui coperchio trovai incisa 1iscrizionebi- linguenotau qui sopra,fu trovato1’anno

1809

nelsotterraneo delsantuariodell’isignecollegiaU di Chianciano, ed oraesi- stente nelvestibolo di dettotempio.

É

ditravertino* delquale abbondailterritoriochiancianese*,sasso usato nelleurnemor- tuarieanchedaipiù antichiromani.

Può

il nostrocontarsifra ipochi checene restano degli Etruschi,essendo,benchéroz*

zo,regolare e maestoso.

Ha

essotrebraccia e

mezzo

toscane dilunghezza,suduee

mezzo

dilarghezza

.

Ciòdimostra essere stato sepolcro nobile ederettofuori dell’ordinarioadunindividuo di famigliaillustre,qualefula

IL*Amadanidopoarere confrontatiinpropositoipareride^Iiintiqaarie deiletterati,cba scrisseroprimadel1574 cosi conchiiide» Quareti-mpermctr- tum tummoperaerit,quiftruscaa acriptionet obvolvant-» PignoniIstoriidella Toscana T.1,ad loghiramiMonumenti Eunscbiser.11,,pag.io 3,

aVedasilamiaTopografialisicadiCbianciano stampatal’anno180S.

3Lami,op.cit,Tom.I,pag. a 5,Tom.Il,pag.107.

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(16)

i6

Senzia cheCoriinqueste contrade,mentreiseporcrivolgari eranocomunemented’ argillacotta,odiembriciinsiemeuniti, inguisadacostituireunaquasiurnaintornoaicadaveri.

L’ iscrizionebilingue,chevièscolpita,oltread indicarci nelsuo principioladilTereuzadeidueidiomi etrusco e latino

,

ci offre pure unriscontro delladiversità neicostumidiquesti duepopoli

.

Inf^ttigliEtruschiritennero costantementeCnoalloro totale annientamento,l’usodiunirequasipercognomeal

nome

pro- prio

,quello dellamadre.

Una

simileconsuetudinenonpratica- tanel Lazio,potrebbeaprimoaspettoindurci acrederecon Dio- nigi diAlicarnasso *,chegliEtruschi niente avessero di co-

mune

collealtregenti,nèper lingua, nè per costumi.,

Ma

que- stausanzanonè singolare, e senzaesempio;anzi fugenerale fralepopolazionipiùamiche,eripete,perquantoposso con- getturare,lasua origineGndaitempianterioriallostabilimen- todellesocietàcivili;primacioè,chefossesottopostaacerte formalità1’unionedell’

uomo

colladonna.

Non

seguendoinal- loraiduesessinel lorocommercio, chel’istintodellanaturaab- bandonataasestessa,ledonne passavanofra lebracciadichi avevanel

momento

laforzadiprenderle,o1’abilitàdisedur- le^IGglipertanto che ncnascevano,ignorandoilpadre,non conoscevano chelamadre,onde seguendonelacondizione,si distinguevano col dilei

nome

Similcostumeper altro,adonta dellesavieleggichefurono emanate,onderenderele

umane

as- sociazionicostanti,elegittime noncessòmaipressolenazio- nipiù antiche,ediprischiGreci,secondo Strabono, Erodotoe Plutarco,

come

gliEgizi,gliEtruschi,edaltripopoli,anche

ILtfamigli*Semi*pasiàfra leromane,edall*anno^33aitrova contoleC.^

SenùoSaturnino,ilquale colla tiu fermeiza e col tuo coraggio, bencliè solo nel coa- solatone sostenneladignità inuna manieradegna degli antichi tempi della repub- blica.Ildiluipadreuomodietà,e d' esperienaiagovernòlaSiria,elaGerma- nia,edebbe parte con Tiberio nella guerra controipopoli di quest’ ultima pro- vincia,comecontroMarobodnoredeiMarcomani,e fuonorato deltrionfo.Tacito lupiù luoghi dei suoi annali

.

a Lib.1,Tito Liviolib.I,cap.VII.

3 Orat.deart.Poet.

4 SanchoD.apudEnseb. p. 34. Varrò,apndAugnst.derivitateDeilib.lS.cap.9.

à Oraudeart.PocU a Concubiniprotberc vugU)durejui'tanuirilit.

6Lauaiiopcit.T.II,pag.loS,3i4,^ 00.

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(17)

neitempi romani'.continuarono a ritenere il

nome

materno

«trvendoessiper avventura.1principio, chenello .tatonam' talelasolamadreècerta,eperòilAglioèsemprealei sotto.

posto; tanto piuched’essaèunicamentela prima, che lo abbia avutoinsuapotestà *.

"

reV

f

ifondamentiperbasa-

reIautorità del

manto

snila moglie,epiùancoraildispoti-

smo

assoluto,equasi barbaro deipadri suiAgli, infuna estensionecertamentenonconosciuta dallealtrenazioni,comesi esprime 1impcrator Giustiniano ,fudimestieri rb

»incl.,..r„d.ira.oI„d.„,pa,

„„„

i;,„g.,

Innqueincertezzasullapersonadel genitore.Quindi stabilirono permassima cheilAglio riconoscer dovesse,atuttiglieffetti per padre^ colui che pertalegl’indicavano, e nelodimostravano lenozze ;echelamadredovesse,malgradoidrittialeidati su1 Agli,nonsolotrovarsene spogliata,

ma

passare conime- desimisoUolapotestàmaritale Assicuratain tal

guisalacer ... d.l genuore.

.H„„

ilfigli.

p„

>nlui unialproprio

nome

quello paterno, senza più legalmen- tedubitare della propria condizione.Questo,sema^ non mia,.- pongo,può vens.milmenteessere statoilmotivodella diversità de- gl.USIquisopraindicatifralenazionietnische

,«romane e questo a no.giovaperillustrare la personadelnostro

Sto!

\u,taenuptiatdemonnrant Glot.adL^t.

^ dX

/.fg.19 CMd. eod. Lee.t.etGlot. /T.ad r° etad

tu-t. noblesrs uterine,ou Contumiernobltttematernèue suralaDinoble.se uterineq..«to ..nlimentodeè.laChampagne-DC0r.il celebreTraiti,Slobideladenobi Aj

.DitoB.ldo nell. L, Lexnaturaef.de 3Er.colleUreotUnell..u. orieiDe1.«.tri.

4Ved,.i p.r.gr.foa.i„nit.depatria por.

5VedatiUnouidiqaetUpagiot.

min..idovev.'n»riUre,^e^e«TlbUo^*viri*e''”p^^^

topo.t-,

A

1.1,ogg,uo,bbi.o.o d.ir(.tori, ciòcheriiporro”"

Leon.d..dno. fortiera, che.i

maravigli... di queafu.o '

peuTom.di.,-6ella, chearteJlmmeglidroit nat.uominitimettiamo.1

Xd^uoiT

***'

T;

^fttyxlopcdie

r*" T

“*

3

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(18)

i8

mentrel’iscrizione bilingue,cheservead ambedue i costumi

,

cihaconservatoil

nome

paterno,ematerno diQuintoSen- zio,alqualefu eretta quest’ ara sepolcrale.

Ilritrovarsipoinell’iscrizioneetruscailprenomediQuinto, ciappianaildubbio,sequesta voce fossepropriaancora degli Etruschi.IlcelebreLanzisembròinqualche guisa dubitarne*

,

ma

ilchiarissimoantiquarioVermigliolinell’ iscrizioni perugi- ne,nonsiarrestòasimile difDcoltà edilnostro sepolcro con- fermaconnuovo esempiolaveritàditaleinterpetrazione

,quan- tunquelaqualitàdiepigrafebilingue tolgaall’urna chiancia- nese icaratteri diuna remotaantichità, non potendo essere anteriorealsettimoedottavo secolo di

Roma \ Che

seciònon apparissedaquestacircostanza,nesaremmoconvinti dalritro- varsinell’iscrizioneromanail

Q

latinodibuonaforma.

È

a tut-

ti noto che simil lettera muta, affattostraniera all’alfabeto etrusco,lofurgualmcnteaiprimiRomani,secondoVarrone e Prisciano;ebentardifuammessadaiLatini,cheinprimala considerarono,

come

un segno atto acompendiarenell’espres- sioneil

C

el’CJ.

È

poidegnodinotanella nostra iscrizioneil matronimico

armai

trasportatonell’iscrizioneromana

Arria

natus

,

e che quasifecestabilireinpropositoun nuovo canoned’interpetra- zionealcelebreantiquario Vermiglioli Avevaeglicredutoper

ilpassaloebequestavoce dovesse avere l'equivalenza di arati- fiat,

nome

nazionale,rammentandoci Lucano unaruspice etru- scochiamato Arunte.

Ma

iconfrontid’iscrizioni specialmente bilinguichesirinvengono,

meno

equivocinerendonoigiudi- zi.All’oggetto poidi semprepiùstabilirel’epoca precisa del chiancianesemonumento, nonriferibile,chealtempoincuil’esi- stenzapoliticadegliEtruschiincominciava a decadere,potrebbe servire diplausibil riscontro,laqualitàdisarcofago, nelquale fusepoltointieroilcadaverediQ.Senzio,

come

haopinatoil Passeri:

ma

la massima daesso azzardatain proposito,oltre

IArria trovaliinaltraiicrixioiiecliiualna. SaggioT.II,p. ifi3.

aSaggioTom.II,p. ii3,cTom. Ili,pag. 784.8>6 3Idem. Tom.I,p. i66.

4Lami,notiaieprelimiuri circalaicultnra p. ig.

5Leti, dellagenteveneta,o eueta.

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(19)

>9 adei'seredestituita di soliditàIstorlca, èstata pure confuta*

ta dal eh. antiquario cav.Francesco Inglilrami, nella. ...

operadeiMonumentiEtruschi.Degnadiqualcheavvertenza può ancheesserela

Min

luogodiS,oZgreco,cheosservia*

mo

nel

nome

etruscomenu. Questo nuovo esempiotienfermala massima emessacircailvaloredideltaletteradalprelodaloprò*

fessorVermiglioli*,echecioccorrerànotareinaltreepigraG delnostro saggio.

Dopo

talinozioni,interessantiilsoloamalore dicose antiche, voglio sodisfarealla pietà religiosa dei miei conciitadinl,rammentandoloro,chedipresenteilnominalosarco*

fago racchiudeleceneridelbealoFavoloSalimbenidaChìanciano,

uomo

quantocelebrenellapietà,altrettantochiaro nellelettere, ilqualemoriinpatriali ao decembrei5o3.

il ritrovarsi ildiluicadavere inunsepolcropagano deveessermotivodi maraviglia, giacché non ènuovo,cheintaliurne siausiso- stituiteleceneridialtriillustripersonaggi;edinRoma,

come

inaltriprimari luoghineabbiamodeifrequentiesempi.

A

ra- gione dunquedicelasignoradiStaciIlolslein,cheimortihan- no dovuto cedere ilpostoad altritrapassaliccheletombe hannoquasimutato padrone,

come

ildomicilio deivivi.

J.

SENTIA. SEX.

F.

L’urna sulla quale è scolpital’iscrizioneparimente bilingue notataqui sopra è anch’ essaditravertino,cdalletterato De- Vegnifufatta incassarel’anno i^Sapressolaporta Stilianese di Chianciano.QuestacihaconservatiinomidiSenziaGglia di

Villia

,edi Senzo,oSesto.Sequestacasataènotissima nel- rIstoriadiRoma,Ioé delparilaVillia,checipresenta fra glialtri uominiillustri chelasegnalarono,il console Publio VillioTappulo,chel’annodi

Roma

551 governavalaMacedo- nia;

come

ancora è celebrenell’anno 5yalaleggeVilliachia- matajinnalis,portalada VilUo Annale,cheassegnava1’etàin cuipotevansidomandare,e ricevere le magistrature. Laderi-

IS«r. I,(pirg. (teliliT»v. I.

aIicrUiaiiiperugineTom.1,pag.307.

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(20)

30

r

vazionedeiVilli sembra elmsca, mentrelatroviamo in altri sepolcrichiusini,unodeiquali appartieneadAttiolaVillia,ora esistenteneiR.museoFioreutiuo

MARCIA.

A.F.

STENIA. NATA.

L’apografo della presenteiscrizionefu coll’antecedente trasmes*

soaleh.Lanzi dal prelodato nostro De-Vegni, chelafecepure incastrarepressolasuddetta porta Stilianese *.Essacome ognun vede,appartieneallaclassedelie latine,e semibarbare degli Etruschi Nulla peraltrocipresentadiperegrino, senonché

il

nome

diSteniaprovenientedalgreco,non è comunissimo nellalapidariaromana.

Non

ostantesene incontrano degliesem*

pi.Nelleprossimecampagne chiusine fu scopertounetrusco sepolcro ancora inedito ,nelquale leggesi,TaniaSienia, no-

me

ripetutoinara sepolcraleerettada Caio Senzioallasua con- sorte,chesiconservanell’atriodelpalazzo vescoviledi detta città,oveleggesi,Stenia

V

eiienia.

LARDIAAERNEI VETINAL

Fu

trovatoil sepolcro, nelcui coperchio esisteva1’etnisca iscrizione,presso lecelebri terme chiancianesi, nei beni del canonicatosoppresso diS. Pietro,secondole notizielasciateci dalVegui.11Lanzilariportanelsuo saggio'fralelatinese*

mibarbare.Figuraalpresentecome urna chiusinanellabiblio- tecavaticana.La primaparolasembra doversi leggere Lartia essendo avvenuta la mutazionedel

T

in

D

, caso nou r<aro inantiche lapidi,mentregliEtruschi divenuti LatiniconfuK'ro

1Lami,Op.cit.Tom.I,pag.34a,Tom.II,p. 4^7.

3 Loc.cit. *

3Lue.cit.,TomII,p.34>.

4Ditantocidiedenotiziaileh.lig.canonico Faiquini auaibenemeritoper le cure cheaidainfavoredelleantichitàchiusine.

'aLami,.SaggioTom.1,p.173. Itelchiaucianeaeesistetutl’orauna contrada conosciuta negli antichi contralti colnomeAiFundtu yttialuuche picscDtemca*

U

chiamasiKclCiuiio,eFecciuno, cotiottamenU.

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(21)

SI sovente dettalettera coll’altra. La voce Lernei è derivativo guastoda Larinius edil matronimico Fetinal ci rammenta lacelebre famigliaVezia, indigena deinostricontorni, della qualesinominerannovarisepolcri.

LARTIA

..

M lALA

.... r

^

Esìstevaquesta scrizione inun’embricesepolcrale, ritrovato nelchiaucianese. Ilcarattere,diessachesiaccostaalromano, scoprerepoca,allaquale appartiene.

Fu

prodottadalLanzi ', chevitrovònotabilelasecondavoce. LeggesiLartia Jlnniala, lasciandonellasuaambiguitk la terzaparola,dellaqualenon ci restano che tre lettere Guai!.

La

voce

Anniala

si ri»

scontrausataper prenomeinunacolonnettaetrusca del

mu-

seoBorgia.Alcuni hannoopinato,chequesto

nome

,opreno-

me

equivalgaadAnaina,,supplitoconformeallalaminaMaf- feiana,e che trovasi ripetutoinaltrelapidi.Noi crediamoper altro,chenonsievibisogno alterarnelalettera,mentre

Anniala

sembradiminutivo, derivatoda

Annia

*,prenome nazionale, e

nome

cognitissimopressogliEtruschi,

Da

Plutarco^civiene rammentato un Annioretoscano,dallacuicadutain

un Gume

preseladenominazione1’Aniene.

La

celebrefamigliadegliAn- nii,sicrede chedalsuddettoresortisse la propria orìgine

.

Ma

chechenesiadi taleopinione,gliAniiii sìresero celebrinei fasti di

Roma

,ovefraglialtripersonaggi èfamoso Viviano Annio,genero diCorbulone,chefu spedito controiParti.

Ad

unindividuo dellamedesima appartienepur anche unamoneta dibronzo trovatanel chiancianese, neldirittodella qualevedonsi configuratedue maniuniteinsieme evisilegge Silius

Annius

Lamia» Nelrovescio S. C.III. VIR. A. A.A. F.F.,o sia auroargento, aere,fiondo, /oriundo

,

cheappellaaitriumviri

ISaggio,Tom, li,p389.

3Anniu», come OMcrvòilMalvaala nella sua Felaiua h voce frequente neimo- numentiileirEtruriaauperiore, della GalliaCisalpina,cv.

3Parallcl.cap.

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(22)

monetari,!quali,comeè notiasimo,soprintendevano,perchè in questo generenons’introducessero dellefrodicircailpeso,ela qualità dellamateria.

Un

talmagistratoper altro fuistituito negliultimitempi dellarepubblica, edallostessoriferisconsi altredue monetedibronzoanch’esse dissotterralenei nostricon*

tornij neldirittodiambeduelequali osservasilalestadiCesare Augusto,leggendosinellaprima AI../ielius Julius III.f^ir.

A. A. A.

F.F.

,

enell’ altreRufus

HI. A. A. A.

F. F. F.

VlIVOZIMHl

CfllHflV

Gli Etruschi,

come

ognunsa,ecomesiriscontra nelpre- senteSaggio,scrivevanod’ordinario all'orientale dadestraa sinistra,

ma

delloro scrivereallalatina,con metodo inverso vihan pure esempijetraquesti puòannoverarsi 1’epigrafe etrusco-cbiusinadi Velia Cilnia',comela presente. Leggasi lanostraVelosciniCainal

,

e vedovasiinantico tegolomor*

tuario,riportatodalLanzi.*L’ antiquarioGori,nelle iscri- zioni latine,riporlaFolosenna,p'olusenna, e Felusemes.Il Fabrettiponeuntal

nome

fraigentiliziromani tralasciatidal Grutero.IlLanzi opina essere dedotto da patria*,e

come

co-

gnome

trovasi ripetutoin altreiscrizionieirusche.Il matro- nimico poi deve interpetrarsi Caina natus * gentilizio, e

nome

espressoinmarmichiusini, chefigura anche inqueste memorie.Potrebbe egualmente leggersiCajanatus. 11carat- teredellapresente iscrizionechesiaccostaalpiù antico latino,

è piùrozzo delromano,e potrebberiferirsialsestosecolo di

Roma

;

ma

oltreché, secondo1’erudito Fabretti incertum est

ex

characterumconfotmitatetempora distinguere, non abbiamo,

come

riflettelostesso Lanzi,deidatisicariper deci- dere quanto durasse fuori di detta città,nei paesi che an- coranon potevano dirsi latini

,imparando anche dasidotto maestro,che passata1’EtruriaindominiodeiRomani

,sepre-

stodovette adattarsiallaloro liogna,assaitardisiscordò della propria,e degli usi nazionali.

ILanxiOp.cit.pag.443. a idem, pag. 3go.

3 idempag. 36i. 4Vedaaiiltitoleuo|3.diquestoacritto. SlacT.DomesLpag.56g.

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(23)

33

V P Ht^fì V

Appartiene questa iscrizione funebre all’ipogeo,dalquale furono disotterrati i due embrici antecedenti. il eh. Lanzi nonvi lessechelaprima,e1’ultima parola '.Sembraperaltro potersiriportare intieramente intalguisa.

Avvenna Appia

Ite- rini (uxor ofilia )Larinal. LarziaAppiala riscontriamoin altr’urnachiusine*>ilche ci facredere, che tal famiglia abitasseneinostriluoghi,

come

l’Erinia,della qualesipar*

lerà in appresso.11 prenome Avenna fù voce forse alterala da

Ave,

Avius^.Lapiù antica ortograGanon maipermise ilraddoppiamento dellelettere^ secondoPesto,especialmente delle consonanti.'*L’accoppiamentoinfattididue

N

indel tuttoignoto ai latini prima del poetaEnnio, il quale sul*

l’esempiodei Greci incominciò a farneuso *.

Una

tal cir<

costanzarende notabilela nostraepigrafe

,perchè ci presenta ioEtruria ilconsenso coiRomanidel buonsecolo, che seri*

vevanoVihenna,Ferbenna,

Perenna

.

.

A|NVq.^MV3 ItRe

. ..

m

Nel restaurarsi 1’Anno 18091’antichissimo tempio della collegiatadiChianciano ^trovaronsinell’interno deimuridi*

»

IOp.cil.psg.38g.

3Op.cit.pag.4^4-

3 Lsnxi op.cit.pag. 38gneitempiromanis’incontrailcelebre AcìlioAviole, chenell*anno773 diHomaebbe1*onore di duevittorienelleGallie.

4 Aula!antiqui dicebant,quatnoidicimusoliai,numnullamlittrram geminabant.

5Fiori net acato eccolo diRoma.Sidiatiiue perla gravitàdelle acntcnxe, allequaliperaltrononcorrispondeva lostile

.

6Nell’ esserestatiripieniisotterraneidiquestoantichissimotempio,stato io avantidedicatoaGiano,comedimostra l’antiquarioPavolouisiriscontrh

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(24)

MARCANISIA

.

LENIAE

.FILIA.

Di una

Thana

Saltane abbiamoinLanzi altro aepc etrusco,

ma

concaratteri, che si accostano ai latini, egliinproposito, chedaSalasiaderivato il diminutiv*

telila,chetrovasipureinlapidideinostricontorni, vi gli antiquari,che la sua etimologiasiderivi da Salu forsemegliodaSala,Deainvocata nelle sementi.*

.

LafamigliaSaziatrovasiancorarammentatanelleisci latine delGori,*fralequali leggasi unepitaffio-sep«

postosulleceneri delgiovine Sesto Sazio Agatino da Sesto Ermetediluigenitore,edaltrodi Sesto Sazio Olimpo togli dalsuo padre Sesto SazioOlimpio.Sullavoce<

Iterilapotrebbe osservarsi,che cambiandosia vicenda ì iscrizionila

U

, ed

A

,

come

1’

A

,cd

E

, trasmutavansi camente,o per idiotismo nazionale, o forse per erroredi: in tal caso si tradurrebbeCamurlnia, die sivede i

sepolcri,dei qualiuno appartieneai cinerari dei

Man

derivando questo

nome

appuntoda dettacittb chiamataii SCO

Camars

, o da

Camarie

, che equivale a Cli Sepoiincoerenzadi taliesempi che riporteremo, e leosservazionidi uncelebreantiquario* sicredesse

,

primaletteradidettavoce fosse un sigmalunatonell’ et comenel greco, dovendosi allora leggere Sumerunia

dielaprimitiTafatibricaeradifiguraeiagona.

Nd

laagfunuoTamen rato,ed ampliato,comeairiteradainottrialatatilatini.Vedi ilMe storicoOrvietano lib.3.pag.|8.LetrelapididiN.8.g io.aoooati tementeincastratenel vestibolodellastessacollegiatasotto1’orebestra.

IOp.cit.pag. 455.Tom.3.

3

QuestaDeafuforselaSeia,dellaquale parla Pliniolib.18.Gap dettaaterenJo

.

Vedasi Lenti op.cit.lib.3,pag.665.

3Tom.I.pag. 35i,e 4 >6.>Sulnome 5o(i<isiriscontriancheiltr titolettoquestoscritto.

4I.antiop.cit.Tom.3,pag.376e3g^.

5 Vcnniglioliiserit.perug. pag. 103.Tom.1,p.103.

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THANA

.

SATIA

.

CUMERUNIA

.

*4

versipezzid’urne sepolcralidi travertinocon iscrizioni scile,unadellequalièlasopra notata,elealtresonob successive,cheriporloinseguito.Lapresentepuòlegge

(25)

aS beperlecliiusinecontradeungentilizioaflattonnovo,emag- giorpregiosiaccrescerebbeal nostro

marmo

,che celo ha conservato.

È

vero peraltro,che nella lapidariaromana non abbiamo1’equivalente

j

ma

ciòò impossìbile potervelotutte le volleritrovare;ed allora per migliorcompensosiaddita quello didistaccarsidallaletterail

meno

jchesipuò'.

La parolamarcanisia,conforme supplendoalleduelettere corrosedal

marmo

,seml>rache dcbbasi interpetrare,puòdalla terminazione inferirsene essercognomederivante daconiugio.

LagenteMarcaniaebbe unparticolare ipogeo in Chiusi«ove furono dissotterrate undiciurnesepolcrali^illustratedalLanzi. loaggiuntaaquelle, voglio rendere di pubblica ragione altra iscrizione inedita,comunicatami dal dottosig.canonico Pasquini.

In essa leggesi:

+

.

Vv/nA<l3

IDqflM

.

ytlia

Marcania

CarbiliFiliaSentia,o Seianta nata*,col

nome

dell’avamaterna, o forse ancora Sejantefiliacoinomi dientrambii genitori.Di questa famiglia ctrusca trovasene anchelacontinuazione neitempiromani,edinruolo militare pressoilGori*vi èun

Marcanius

Jìestitus(forseRcstitu- tìis)Voliin.Sul matronimico Tlcsnal equivalentea Leniae filia,ciriportiamoall’interpetrazionefattane dalLanzi ^.

L’ultima paroladell’epigrafe riesce dubbia, come incerta è lasiglaposta dall’ altrapartedelcoperchio deli’urna.

Può

congetturarsichesia laformulaetniscaLeine o Leniter:ac- clamazione monuaria

, propria anchedei latini,chedissero essipure, Leniterossacubent,sit libiterralevis

.

Gli antichi infattipienidireligiosa suprestizioneperidefunti,avevanola ridicolaopinione,chesoffrisseroleanimedei trapassatinell’al- tro

mondo

, senelnostro laterragravitava sulleloroceneri

,

osulleossa;ondesi raccomandavano alla terra, edancheal

IIIdetto Autore op.cit.p*g.io3.ed ioaltriluoghi di detta opera, aLatitiop.cit.Tom.a.pag. 434<

3Inserit.Urb, Uetnir.I.i3a.

4Op.ciuTom.a.pag.4<>4>4^^.

4

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(26)

i6

marmo

,che coprival’avello,e lopregavanoanonvolerecs- aergravealleloro spoglie mortali'

\^C]AIVl

.

AO

>J

A

/

AN3D

.

Ilcoperchio del sepolcro di travertino,ove sono notatele epigraG quitrascrittefa trovatoincluso,come sidisse,nella muraglia della chiesa collegiata di ChiancianoL’

ama

sembra

,

che contenesse le ceneri di duediversepersone,cheiGreci chiamaronobisomum.

Non

raramenteinfattinellostessoavel- losiseppellivano più individui,*edaquestiappellaquell’an- ticaiscrizione

»

l/mahrevis

geminum

,quams'is tenet istacadaver.

Esaminandolaprimaepigrafepuòtradursi;thana marcia^ stallai

.

Sull’interpetrazione del

nome

,eprenome non crediamo cadervidubbio,perchè ritrovansiin altrimarmi,ed una marcia

r

abbiamonell’epigraferiferitaall’iscrizioneterza.Oscuroper altro rimaneilmatronimico,chesiè creduto interpetrare Stallai.

È

notissimo, chelalingua etnisca è pienad’idiotissimivolgari,

come

fuilpiù anticolatino, che credesi avereunastrettaanalogia collamedesima.

E

perciò igrammatici vedendo adottatetali scorrezioninelloscrivereprimitivo,anche daibuoniautori,le autenticarono,riducendole all’esseredì figure, in forzadelle qualisitolgono,osiaggiungonodellelettere.Dietro untale indubitatocanonehotoltodalmatronimicolaI,ela

N

^in

I

È

«rumentepatetica,ed elegantelapreghiera,chelasciòOvidioTrist.1.3, Eleg.7,T.l3,ondefoaae scolpitanelano aepolcro,

Atlibi,quitransis,netitgrave,quitquisamatti.

Dicere: nasonit moli iter ossa cubent Muratori dissertazione sopral’asciasepolcrale a Inghiramimonnm,etruschiS.I.pag. ai3.

3LaFamigliaMarciadivenutaromanaè spesso ripetuta neiFastiConsolari ,

ove troviamotraglialtri.Q. Marcio Figulo, L, MarcioCensurino,eL.Mar- cio Filippo.

4LaM. spesso ridonda neimonumentiItalici,ed oltrel’autoritàdelPru- schio,edel Grutero, vedasil’antiquario yermiglioliop.cit.Tom.i.pag.i6.

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Googh

(27)

»7

mezzo

jchepuòridondanri,edalloralavocesi riduce facil- mente stallai con sigma lunato in principio : caso fre- quentenelle nostre iscrizioni,

come

si èveduto

Quando

nonsidissentadataleinterpetrazione,questo gentilizioèco- munissimonella lapidariaromana inogni collezione.Si riporta danoi

come

iscrizionemuliebre,mentre1’esperienzac’insegna, cheinomiterminatiinIsonoregolarmente ditalgenere.

Passandoquindiall’epigrafescolpitanellaparteopposta del coperchiodell’arca sepolcrale,iovileggo

Pala

Cenai

(o

Cen-

nae

filia

.

)

Tata

eforselostessochePatio,chesitrovainGrutero, facendocinotare1’antiquarioLanzi*,chein iscrizionictrusche vièilderivativo di Patis Ionia, credendo che

Pota

per cangiamentod’aiSnisiaprovenuto da

Paola

^

.

Una

Pactia

Tùia

1’avevamoIncoperchiodirozzaurna delmuseoBurel- li^

.Questo prenomepassòadessergentilizio;edinLanzivi leggiamol’epigrafeinetrusco di Sesta FacciaFigliadi Vinta.

Trovasi pur anche adottato nei tempi romani,

come

nel- 1’aracrcolanense,nelleiscrizionidel Cori,edinunsepolcro dellarammentata collezioneBucelli. In Liviovi èricordato fra i Sanniti Ovius Paccius Sacerdos.

Fu nome

frequente nell’Etruria

Campana

,conformevedesineimonumenticolàri- trovati.Sulmatronimico Cenai,anoi piacediaderireintiera- mentealla spiegazione chene dà il Lanzi gran maestroin queste materie^.CredeEgli,che

Cencna

,la qualesitrova inurnadel

museo

RealeFiorentino, supplite le ausiliari, e cangiate le affini

,sia quanto Ccnucina,o

Genucia

.

Am-

messalaveritàdell’interpetrazione,lagente Genucia è notis- simanei Fastidi

Roma

, riscontrandosi in essi, oltre vari consolariT.Genneio,uno deidecemviri,iqualicompilarono

IVediilSepolcrodel titoleUo4-* ‘^àetinotasulSigma Lunatodal Verroiglioli.

aOp.cit.Toro, a, pag. 38a.

3 Inunastampiglia dimetallo, osiaantico sigliloritrovatofra gliscavi d’ Ercolano,comeriferiscemonsignorBaiardi Tom. i.pag. 4rt6*vierascritto 3f.Paaci.Dasimilbmigliaforse elibeilnomeilnondistantecastellodiPa- ciano,oPacciano, come nedà un*accenno ilProf.Vermiglioli op.cit.,

Tom.a,pag.^65.

4SaggioTom.a,pag.4<>3.

5Idem.Tom.a,pag.437.

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a8

conmoltnintelligenzail codice delleleggiin dieci tavole, dottepoi a dodici'

;

come

òcelebrelaleggeGenucia

de ma-

gistratibus,de Jbenoreet

de

ConsiUibus.DiunaLarziamoglie diGenicio,o Genneiose neosservalamemoria inurnaetra- eca diChiusi,inedita

.

|V,3M3 3-|Oqfl V

Può

tradursiGenici,oCenaci

Uxor

Larcnnia,oLar- canisia; ed altro sepolcro di

nome

barbaro affatto, nel quale figura Genicia, esisteparimente in Chinsi,e viene riportato dalLanzi.Simili riscontripossonofarcicongetturare doversi ascriverela

Genucia

tra lefamiglieetrusebe d’origine, cheabitaronolenostrecontrade.

La

gente Larcania infinefù parimentelocaledi esse,edebbeparticolareipogeoinChiusi, illustratodalLanzi

.

Non

ammette indagine lalezione di questotitoletto, che trasportato in latinofù forse

Meronia

'.Lafiguradell’ultima letteraèun sigmarovescio,perlecoseavvertile. Spessevolte pereufonia ponevasiallefinali ancora daiLatini

, cciò potò

anche derivareda pronunzia scorretta del volgo,cheadattail

modo

discrìverea quellocheparla. Quanto poi èraro incon- trarsi usatoil sigma rovescionelle iscrizionivolterrane,e di Orvieto,altrettantofrequenteè nellenostrechiusine

,

partico-

larmente neimonumentiipiùvetusti^.Similecircostanza non solo discoprepertaleilnostro,

ma

anchel’altradivedersi1’epi- grafe diunasola voce. Gl’Itali antichi infatti nonebbero che

un nome

,e leiscrizioni checositrovansi contrassegnate

,

sono rari epreziosi avanzi diqueiprimisecoli.Ciòperaltro nonè veronelle epigrafi

meno

antiche^mentreinquestepuò

ICicerone netlib.t.deorai.

aNontb te posteaToro relaiione colla famigliaMaronia,unindiviilnodie aitrova vivere sotto1’imperodiAntonino,avendogli ctso direttalaL-a,Coit.

depatr, pot.

3Lanzi op.cit.T.i,pag.a6).

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