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Accenno solamente a due aspetti dell’attività di counseling che pratico e che rendono la mia attività un counseling non solo filosofico ma anche esistenziale 28

Nel documento II LA SOCIETÀ FORMATIVA (pagine 188-193)

LA CONDIZIONE ADULTA

IL COUNSELING FILOSOFICO-ESISTENZIALE: UNA RISPOSTA AL DISAGIO DELL’ADULTO

6. Accenno solamente a due aspetti dell’attività di counseling che pratico e che rendono la mia attività un counseling non solo filosofico ma anche esistenziale 28

I due aspetti in questione hanno a che fare con l’esercizio e con l’immaginario. Il primo aspetto è che il counseling filosofico-esistenziale comporta, per il consul-tante, “fare esercizio a casa”; comporta, per il consulconsul-tante, la pratica a casa, la pra-tica a casa dell’esercizio, dell’esercizio spirituale.

Il secondo aspetto è che, come già accennato29, il counseling filosofico-esistenzia-le non è “razionalistico”; il counselor filosofico-esistenziafilosofico-esistenzia-le può, e in un certo sen-so in alcuni casi deve, prendere in considerazione, oltre a ciò che il consultante pensa, anche ciò che quest’ultimo sente, immagina, fantastica, sogna, ricorda.

Conclusioni

Ci sono alcune differenze tra il counseling filosofico e il counseling esistenziale per cui può darsi il caso che un counselor filosofico non sia, e non si ritenga, un counselor esistenziale (logoterapeutico); o può darsi il caso che un counselor

esi-27 Le abilità e le caratteristiche del counselor efficace sono quelle delineate da Rogers: accet-tazione, empatia, congruenza, comunicazione efficace, ascolto attivo. Non ho qui lo spazio per illustrarle e rimando quindi a Di Fabio (1999), Gordon (1997), Hough (1996), May (1989). Per quanto riguarda, in particolare, l’empatia, è opportuno segnalare che la rifles-sione teorica sulla sua pratica ha una lunga e articolata storia, testimoniata dalle numerose opere dedicate ad essa a partire da vari punti di vista (filosofico, psicologico, neurobiologi-co, pedagogineurobiologi-co, ecc.). Per una primissima ed elementare introduzione a questo tema si ve-da Proietti (2003). Si veve-da invece Boella-Buttarelli (2000) per un approfondimento, a

par-tire da Edith Stein, come recita il sottotitolo del lavoro. De Monticelli (2003) è un libro in

cui l’autrice elabora e propone una teoria del sentire, a fondamento poi di una teoria dell’i-dentità personale e di una teoria della conoscenza morale, e in cui, nel tentativo di defini-re «i modi dell’evidenza» e «le virtù del fenomenologo», sostiene che «per approfondidefini-re la conoscenza di una persona, devo passare a un’altra modalità di cognizione, quella degli at-ti di empaat-tia e comunicazione» (pp. 41-65). Nella stessa direzione va Eugenio Borgna, nel-l’ambito di un’ampia riflessione sulle emozioni: si veda, per esempio, il cap. IV di Borgna (2001).

28 Ho presentato più ampiamente questi due aspetti in D’Angelo (2005b), dove ci sono an-che tutti i riferimenti bibliografici pertinenti.

stenziale (logoterapeutico) non sia, e non si ritenga, un counselor filosofico. Non ho qui lo spazio per illustrare tali differenze30, ma voglio sottolineare che, no-nostante esse, nel mio lavoro di counselor contano molto di più le analogie che ho evidenziato e che mi permettono di configurare un counseling filosofico-esi-stenziale.

Per concludere, posso dire che c’è (almeno) un aspetto per cui il counselor fi-losofico è anche e sempre esistenziale (logoterapeutico): aiuta la persona a cerca-re e cerca-repericerca-re un senso, la sua è una cura mediante il logos, alla ricerca del logos; e c’è (almeno) un aspetto per cui il counselor esistenziale (logoterapeutico) è anche e sempre filosofico: la sua è una educazione a pensare, aiuta la persona a pensare, a diventare consapevole dei suoi pensieri, ad articolare e mettere a fuoco la sua mappa di valori, significati e scopi, la sua visione del mondo31.

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Mario D’Angelo

30 Rimando per questo a D’Angelo (2005a).

31 Rimando nuovamente a D’Angelo (2005a) per una illustrazione più ampia del counseling filosofico-esistenziale.

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Disagio comunicativo e quotidiano dell’uomo di Massimiliano Zane

Il soccombente.

Note a margine di un romanzo di Thomas Bernhard sul disagio di vivere di Isabella Adinolfi

L’insidioso disagio del normale vivere di Maria Martello

Corpi a disagio: la sessualità maschile e femminile ad un bivio di Alberto Zatti

Un approccio esistenziale al disagio nei disturbi dell’alimentazione di Giuseppe Dimattia

Parte seconda

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