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CASO STUDIO: IL PROGETTO ART & BUSINESS E L’ARTIFICA ZIONE DELLE IMPRESE

2. Approfondiamo la collaborazione tra Andreco e De Castelli 1 L’Artista: Andreco

2.3 Action research 1 Concept

Contrariamente a quanto avviene negli altri casi, il progetto realizzato da Andreco è stato proposto dall’artista stesso come facente parte di un percorso più ampio, e ben accolto dall’imprenditore che ne ha consentito la realizzazione.

L’opera consiste in una struttura piramidale irregolare aperta, la cui funzione sarà quella di proteggere un sistema di piante tune tipiche del paesaggio veneziano. Le piante verran- no piantate alla base della struttura e fatte crescere al suo interno per evidenziare l’attuale bisogno di salvaguardia della flora autoctona.

2.3.2 Modalità ed interazioni

L’opera è alta 640 cm circa e posata su una pedana di base indipendente di 5 mq ca. Le grandi dimensioni hanno subito rappresentato un ostacolo che artista e azienda hanno affrontato assieme, sperimentando e ricercando la soluzione migliore. La grande opera, realizzata in ferro, ha avuto bisogno di finitura per una migliore conservazione e per nascondere le tracce di saldatura. Date le grandi dimensioni, il processo di finitura ha rappresentato un problema in quanto i macchinari non erano sufficientemente capienti per ospitare l’opera.

E’ particolarmente interessante notare come artista e impresa abbiamo collaborato alla risoluzione del problema, coinvolgendo i dipendenti e chiedendo loro consiglio. Artista ed impresa hanno messo in campo competenze artistiche, estetiche, tecniche e progettuali nella ricerca di una soluzione ottimale che, alla fine, è caduta sulla scelta di una vernicia- tura opaca dorata.

La seconda problematica circa la realizzazione è stata di ordine burocratico per il rilascio dei permessi di costruzione e, in questo caso, ho assistito al coinvolgimento diretto del referente-mediatore, Dott.ssa Viviana Carlet, nella ricerca di soluzioni.

Nel progetto di Andreco si sono dimostrate fondamentali le tempistiche: l’opera, che deve avere risonanza nella città anche per il delicato tema che rappresenta, doveva essere pronta e montata in situ in concomitanza con la settimana di inaugurazioni della 57° Bien- nale di Venezia. Per diversi motivi, tra cui le tempistiche interne del progetto ed i tempi oggettivi di produzione, la data è slittata e l’opera si è conclusa, grazie all’impegno delle maestranze, nella prima settimana di Giugno, ovvero sole due settimane dopo la data prevista. Tuttavia il suo posizionamento in suolo veneziano rimane ancora in sospeso,

previsto, presumibilmente, per fine Giugno.

Inizialmente l’opera doveva essere collocata presso l’Arsenale di Venezia, di fronte alla sede del CNR (Centro Nazionale di Ricerca) di Venezia, partner di Andreco nella raccolta di informazioni circa l’innalzamento del livello delle acque nella laguna veneziana. Purtroppo, il permesso non viene accordato e dunque si pensa ad un suo trasferimento presso Piazzale Roma (Venezia), tra la laguna e la stazione ferroviaria, crocevia per mol- tissime persone che, ogni giorno, arrivano a Venezia per ammirarne i capolavori artistici. Come accaduto nelle edizioni passate di Parigi e Bologna, anche in occasione di CLIMA-

TE 04 a Venezia l’intervento sarà composto di tre momenti, una conferenza scientifica

e due interventi artistici: l’opera in questione e la realizzazione di un murales, sempre a Piazzale Roma; in questo modo le due opere si troverebbero contestualizzate nello stesso luogo in un dialogo di senso, enfatizzato dalla continuità dei due interventi.

Per quanto riguarda, invece, l’organizzazione di una conferenza scientifica sul tema, essa è prevista per Settembre 2017 e coinvolgerà anche il CNR di Venezia, con l’ ISMAR, partner del progetto nella raccolta di dati ed informazioni.

Le lunghe attese per i permessi e la farraginosa burocrazia hanno determinato la procra- stinazione dell’insediamento dell’opera, prevista per fine Giugno.

Al contrario, i tempi sono stati assolutamente rispettati da azienda ed artista che, insieme, hanno lavorato al meglio affinchè l’opera venisse conclusa nel minor tempo possibile, con molta attenzione ed impegno da parte del team De Castelli addetto al lavoro.

Queste problematiche di carattere esterno hanno condotto ad una riflessione da parte dell’artista circa la complessità di realizzazione di opere pubbliche, definendosi “non

nuovo a questo tipo di situazioni”. Andreco si è trovato più volte a dialogare con diverse

istituzioni, pubbliche e private, per poter realizzare i propri interventi: “il grande limite

dell’arte pubblica sono le tempistiche per ottenere permessi, di qualsiasi tipo. Sono sem- pre di più le garanzie che vengono richieste ed i tempi si dilatano notevolmente..”.

Le parole di Andreco inducono ad una riflessione particolare sul ruolo dell’artista, condi- visa anche dall’azienda, assoggettato a logiche esterne non controllabili che vanno oltre la sua ricerca artistica e spesso rappresentano il maggior ostacolo da superare, spesso determinato da una mancata consapevolezza da parte delle Istituzioni sul ruolo sociale dell’Arte.

Da un punto di vista esterno quale può essere il mio, queste complessità hanno però rive- lato non pochi aspetti positivi della collaborazione: un grande sostegno da parte dell’Uni- versità, rappresentata dal Mediatore; il sostegno da parte dell’azienda che, nonostante gli ostacoli iniziali, ha continuato ad appoggiare il progetto in modo entusiasta, lavorando al meglio affinché l’opera fosse pronta in tempo; la grande disponibilità dell’artista, Andre-

co, a dialogare con i diversi attori coinvolti al fine di portare a termine un progetto che, in un certo senso, è comune.

2.3.3 Risultati ottenuti (parziali) e prospettive future

Alla realizzazione fisica dell’opera hanno concorso l’artista, sempre presente in labora- torio, un team di lavoratori di De Castelli S.r.l coordinati dal manager aziendale, con la supervisione costante dell’imprenditore Albino Celato.

In questa fase si è potuta esprimere al meglio la collaborazione tra impresa ed artista, con interazione costante e contaminazione di pensiero, idee e conoscenze.

L’artista si è fin da subito inserito nelle dinamiche aziendali in modo amichevole ed in- formale, ma sempre professionale; l’azienda ha sempre dimostrato grande disponibilità nell’accogliere le esigenze e le proposte di uno stakeholder che, invece di essere un sem- plice cliente, si è dimostrato un partner con il quale co-progettare un nuovo prodotto.

Fig.11, Andreco ed Albino Celato Fig.12, Andreco presso De Castelli srl

Ciò che mi ha colpito particolarmente è stato l’interesse dimostrato dal team addetto alla realizzazione nel chiedere informazioni circa il progetto, nel desiderio di capirne il significato al di là della sua costruzione, di comprendere lo stile dell’artista e il perché delle sue opere. Da questo punto di vista, dunque, le iniziali aspettative dell’imprenditore Albino Celato, sono state pienamente realizzate.

Andreco, la cui esperienza è notevole anche nel lavoro in partenariato con diversi sog- getti, si è sempre dimostrato disponibile nel rispondere a domande e nell’instaurare dialoghi e conversazioni, prendendo parte attiva al processo di realizzazione.

Il team di De Castelli, come detto in precedenza, non è nuovo a collaborazioni con artisti e credo, secondo una valutazione del tutto personale, che proprio l’abitudine dell’azienda alle forme d’arte abbia favorito la collaborazione, evitando lo spiacevole equivoco de- scritto da Andreco come “iniziale scetticismo per l’apparente inutilità del lavoro finale”. Ciò che sembra essere il risultato maggiore, però, sono le proposte di collaborazione futura.

Interessanti le parole di Albino Celato “vorrei che la collaborazione durasse al di là del

progetto, certamente. C’è bisogno di contaminazione diretta con chi lavora e la necessità che quello che stiamo facendo qui, ora, con Andreco, diventi qualcosa di tangibile per noi”. In queste parole dell’imprenditore si identificano due punti fondamentali: il ricono-

scimento dell’importanza di una figura quale quella dell’artista per stimolare la creatività dei lavoratori e per permettere all’azienda di innovare costantemente; il vantaggio, anche in termini economici, derivante da questo tipo di collaborazioni.

Continua “la creatività non è e non può essere un’azione temporanea. E’ un’azione con-

tinua e, come tale, deve essere coltivata con costanti processi di ricerca e con notevole apertura. Bisogna sempre essere aperti alla sperimentazione, al fare: non parlo solo di me o di determinate figure, ma di tutta l’azienda nel suo complesso. La creatività, però, non può essere fine a se stessa […] l’artista creativo deve portare sempre a termine il suo lavoro, che ha valore altissimo per l’impresa”.

E’ davvero difficile quantificare preventivamente il ritorno economico che può derivare da collaborazioni di questo tipo. De Castelli, come racconta l’imprenditore, collabora con architetti e designer di fama mondiale, così come con giovani designer ancora emergen- ti. E’ evidente come il nome conosciuto attiri, ma molto spesso si dimostra un successo inaspettato l’investire in giovani promettenti, le cui idee sono sicuramente nuove ed attraenti.

“Quello che noi – come azienda – ed io – come persona – tengo sempre a quantificare è

la qualità delle relazioni, l’interesse, la collaborazione”.

La collaborazione tra Andreco e De Castelli si sta già indirizzando, al di là del progetto Artificare/ Art&Business, sulla produzione di elementi seriali caratterizzati dalle forme tipiche dell’artista, che hanno fin da subito favorevolmente colpito l’azienda.

All’artista viene riservato, all’interno del laboratorio di produzione, uno spazio in cui “testare, giocare, sperimentare” liberamente su quadrati di metallo 30x30 forniti dall’im- presa e scelti tra scarti ed elementi seriali di diversi colori e rifiniture.

Andreco è chiamato ad esprimersi in totale libertà, sperimentando materiali e conoscenze dell’azienda, al fine di sviluppare un nuovo prodotto De Castelli, firmato Andreco. E’ su questo punto che l’artista si pone degli interrogativi circa l’opportunità della crea-

zione di una serie a stesura illimitata, che trasformerebbe il suo lavoro, unico ed irripe- tibile, in un pezzo di design commerciabile e riproducibile. Malgrado ciò, l’idea lo affa- scina ed il compromesso, buono per entrambi, potrebbe essere la creazione di una serie a tirature limitata che mantenga intatto il carattere unico dell’opera d’arte.

Fig. 13-14, sperimentazioni modulari su materiale De Castelli srl

L’unicità è, in effetti, una caratteristica fondamentale. Come afferma Celato, dalla poltro- na del suo ufficio, “certamente c’è un interesse artistico personale alla base. Non sono

un grande esperto ma l’Arte mi piace, perché sa emozionare in modo unico e rappresenta esattamente quello che vorrei dai miei prodotti: che sappiano regalare emozioni vere, uniche, impagabili”.

2.4 Considerazioni (parziale)

Il management delle aspettative

Azienda ed artista hanno mostrato grande affinità fin dai primi incontri, arrivando poi ad impostare una collaborazione su un percorso parallelo non previsto dal progetto, ma che si basa, comunque, sulla contaminazione tra azione artistica e mentalità imprenditoriale. In ogni caso, la collaborazione tra Andreco e De Castelli nasce su un progetto predeter- minato, proposto dall’artista. Secondo gli accordi iniziali, l’opera doveva essere esposta in un luogo pubblico, assolutamente visibile e durante il periodo di grande afflusso in città dato dalla Biennale Arte 2017.

Come abbiamo potuto vedere, per cause esterne i tempi e la posizione prestabiliti non sono stati rispettati.

Sarebbe stata diversa la collaborazione tra le due parti se i presupposti fossero stati diversi? Quanto peso ha, nella scelta di partecipare, la risonanza esterna data dalla visibilità dell’opera?

3. Approfondiamo la collaborazione tra Valentina Furian e Ugolini S.r.l.