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2. RELAZIONI ED INTERAZION

2.5 L’Impresa produce Arte: le Residenze d’artista

Cosa succede quando un artista entra fisicamente nell’impresa, occupandone gli spazi ed interagendo con le persone che quotidianamente vivono il luogo di lavoro?

Attualmente le moderne “classi creative”, di cui le Creative Industries sono le principali esponenti indissolubilmente legate alla rete, ai network, alla produzione di cultura bottom up, riescono a connettere tra loro industrie e centri di ricerca, laboratori, accademie, luoghi espositivi e istituti d’eccellenza, mettendo in moto meccanismi che permettono scambi sia di conoscenze che di produzione. (Mancuso , 2014) . La società contempora- nea così legata alle nuove tecnologie, ha riconosciuto la loro capacità di funzionare da catalizzatori ed incubatori di produzioni artistiche, culturali ed economiche che vengono diffuse e rese accessibili.

La storia della pratica dell’ospitare artisti per dare impulso alla creazione di opere d’arte vede alcune prime esperienze all’inizio del Novecento, ma si afferma effettivamente a partire dagli Anni Sessanta. E’ in questo periodo, infatti, che le residenze destinate agli artisti si adattano secondo due diverse correnti di pensiero:

da un lato il desiderio dell’artista di riflettere sulle proprie caratteristiche individuali ed uniche con la fuga dall’agitazione, dall’eccitazione e dall’ipocrisia della società borghese e quindi la ricerca dell’isolamento in un luogo ameno quale antidoto a tutto ciò; dall’al- tra, al contrario, la ricerca di luoghi in cui sia possibile l’incontro con realtà particolari, per avere la possibilità di instaurare un rapporto di reciproca conoscenza che possa av- vicinare l’arte alla comunità.

In armonia con la nostra società globalizzata e poiché le residenze d’artista, al contrario di gallerie, musei e fiere che non riescono a coinvolgere certe fasce di

popolazione, danno risposta ad un sincero e non artefatto desiderio di confronto, è senz’al- tro la seconda modalità a prendere il sopravvento. (Innocenti, 2013)

La pratica artistica deve inserirsi nella dimensione aziendale, contaminando e creando nuovi dialoghi interni che portino l’impresa a pensare diversamente e in modo più fles- sibile.

Le complessità proprie del mondo artistico vengono assorbite dall’impresa e riconcettua- lizzate in opportunità che diventano motore d’innovazione e favoriscono lo svilupparsi di competenze miste, creativo-manageriali che costituiscono un fattore discriminante per il successo competitivo, con ricadute positive sul tessuto socio-economico nel quale opera- no (Panozzo, 2017). Naturalmente, più elevato è il grado di coinvolgimento del personale aziendale, più diretto e profondo sarà il dialogo tra artista ed impresa, maggiore sarà il risultato finale sia da punto di vista artistico, sia da quello dei risultati aziendali prefissati. Per questo motivo - solitamente, ma non per forza – le realtà che più si prestano a questo tipo di iniziative sono altamente internazionali, con propensione alla sperimentazione e una forte attitudine interdisciplinare (Mancuso 2014). Aziende così descritte sono pro- fondamente creative perchè, riconoscendo l’importanza della sperimentazione e della ri- cerca, sono favorevoli a percorrere vie che non portano ad un utile immediato. In questo caso l’artista si presenta come un professionista con proprie competenze, che si inserisce entro un team dinamico composto di altre professionalità.

Interventi artistici di questo tipo sono per loro stessa definizione transitori, dalla durata prestabilita, determinati da un inizio e da una fine. E’ responsabilità dei manager e dei dipendenti far sì che i benefici positivi ottenuti da questa forma di intervento meno tradi- zionale permangano all’interno dell’impresa e che l’esperienza, se riuscita, possa essere ripetuta nel tempo. (Berthoin Antal e Strauß, 2013)

L’arte per l’impresa diviene un formidabile laboratorio d’ innovazione di prodotto e di processo e prima ancora un attivatore di pensiero, in un contesto che fa della capacità innovativa la variabile cruciale per il successo o il declino. (Sacco 2002)

I principali obiettivi perseguiti quando l’impresa decidere di ospitare l’artista e di acco- glierne al suo interno la produzione sono, generalmente, di tre ordini (Styhre, Eriksson, 2007)

• Innovazione nella produzione, cercando di assorbire quanto più della mentalità

dell’artista, la sua creatività e le capacità di osservazione trasversale.

• Valorizzazione delle proprie risorse umane, con la creazione di nuove figure

professionali con il ruolo di mediatore e l’aumento di capacità proprie dei lavora- tori, acquisite nel contatto con il mondo dell’arte.

• Progetto culturale e politico, nel desiderio di creare un terreno comune tra Arte

e Impresa, dove i due attori possano incontrarsi, collaborare, ottenendo reciproci vantaggi.

Ciò che risulta evidente in interventi di questo tipo, e nel caso di art-based training e di tutte le forme di investimento e promozione dell’arte e della cultura che non prevedano unicamente una erogazione di denaro, è che molto spesso le aziende sottovalutano l’im- portanza di una valutazione conclusiva che evidenzi gli effetti concreti dell’intervento per il quale è stato compiuto un investimento.

Normalmente, la valutazione avviene per vie informali, tramite la raccolta di feedback dalle persone coinvolte, internamente ed esternamente all’impresa. Ciò rende partico- larmente difficile una valutazione chiara, oggettiva e univoca e molto spesso determina scetticismo da parte delle aziende che preferiscono investire in modalità più tradizionali. ((Berthoin Antal e Strauß, 2013)

Forme di contaminazione tra arte e impresa di questo tipo diventano rilevanti in un con- testo, quello italiano, segnato da una crisi economica che colpisce sia le imprese che il settore culturale. Sono territori da esplorare e praticare, non solo perché il mercato dell’arte non può assorbire adeguatamente l’offerta, ma anche e soprattutto per inserire la figura dell’artista nel contesto sociale, senza dimenticare che trovare ambiti diversi in cui svolgere una produzione creativa è diventato un bisogno culturale generale e non solo dell’impresa che su questo basa il suo vantaggio competitivo. (Mancuso, 2014)

3. INNOVAZIONE E CREATIVITA’: ARTE, STRATEGIA E