di Giacomo Pettenati * ed Egidio Dansero **
2. Adolescenti e spazi urban
Esiste una geografia propria degli adolescenti?
In primo luogo, è necessario mettere in evidenza come l’esistenza del- l’età adolescente, di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, sia una costru- zione culturale, connotata storicamente e geograficamente. Ancora oggi, in alcune società del mondo, l’ingresso nell’età adulta è sancito in maniera netta da momenti rituali, che mettono fine all’infanzia, senza prevedere una fase di transizione (Caprara e Fonzi, 2000). Se da un punto di vista fisiolo- gico è evidente l’esistenza di una fase di mezzo tra l’infanzia e l’età adulta, coincidente con lo sviluppo sessuale (la pubertà), la sua esistenza sociale è un’affermazione piuttosto recente.
Tra le ragioni dell’“invenzione dell’adolescenza” nella società occiden- tale (Savage, 2009) si possono individuare fattori: storico-sociali, come la diminuzione della diffusione del lavoro minorile e l’estensione della scuola dell’obbligo; culturali, con l’accettazione sociale dell’aumento del periodo di dipendenza dei figli dai genitori (Berrini e Cambiaso, 1995); economici e di mercato, in particolare attraverso l’identificazione dei teenager come gruppo di consumatori particolarmente sensibili ai richiami del marketing e della giovinezza come fattore comunicativo ampiamente sfruttato dal mer- cato (Brooks, 2003).
Oggi, nelle società occidentali o occidentalizzate, la fascia di popolazio- ne alla quale appartengono i teenager è caratterizzata – e riconosciuta a par- tire da esse – da alcune caratteristiche proprie, in particolare dal punto di vista psicologico e del ruolo nella società, soprattutto per quanto riguarda la continua tensione nella ricerca di autonomia dalla famiglia nel percorso di costruzione di un’identità individuale collettiva (Avanzini, 2012). Natural- mente, nonostante alcuni tratti comuni, difficilmente quello degli adole- scenti può essere trattato come un mondo unitario, nemmeno all’interno delle culture dei paesi economicamente più avanzati. Quello della moltepli- cità di microculture e dei rapporti (anche spaziali) tra le diverse “tribù”
adolescenziali è infatti uno dei temi centrali degli studi di stampo sociolo- gico e culturale sul mondo giovanile (Skelton and Valentine, 1998).
Alla costruzione culturale e sociale dell’età adolescenziale si associa an- che l’attribuzione agli adolescenti da parte della società di uno specifico comportamento spaziale. Massey (1998) ha messo in evidenza come parte della legittimazione della costruzione sociale e culturale dell’identità degli adolescenti passi anche per una costruzione politica, costituita dall’affer- mazione di relazioni di potere, che definiscono quali siano i comportamenti spaziali accettabili nelle diverse fasce di età della vita, compresa l’ado- lescenza.
La letteratura suggerisce che le caratteristiche socio-culturali e psicolo- giche degli e delle adolescenti, per quanto situate culturalmente e politica- mente, si traducano effettivamente in modalità specifiche di frequentazione, utilizzo e percezione degli spazi urbani, che costituiscono le basi della teen
geography, distinta dalla più generale youth geography (Weller, 2006).
Matthews et al. (1997) hanno effettuato un’utile sistematizzazione di al- cune caratteristiche delle micro-geografie degli adolescenti, secondo cui la spazialità dei teenager sarebbe caratterizzata da: elementi come la necessità di crearsi spazi fisici di indipendenza ed esercitare la propria appena conqui- stata e ancora limitata autonomia; spazi in cui ciascuna microcultura giovani- le si afferma e viene riconosciuta, attraverso la creazione di territorialità e- sclusive; luoghi ordinari o apparentemente marginali, ai quali viene attribuito valore in quanto parte della propria geografia del quotidiano, spesso di picco- la scala, a causa della limitata mobilità.
Lieberg (1995) identifica due principali tipologie di luoghi nella geogra- fia degli adolescenti: i luoghi nei quali essi possono stare al riparo dal con- trollo sociale della famiglia o degli adulti in generale (places of retreat) e i luoghi in cui possono mettere in scena pubblicamente il proprio agire e la propria identità sociale, di fronte ai propri pari (places of interaction).
Ciò che caratterizza maggiormente il rapporto degli adolescenti con lo spazio è la limitata capacità che essi hanno di intervenire formalmente nelle trasformazioni, considerando che essi raramente sono coinvolti nei processi decisionali e non hanno potere legale di gestire la proprietà privata, diven- tando così frequentatori e produttori di «landscapes of powerlessness» (ibid.), che possono cambiare senza che loro abbiano il potere di intervenire, in seguito all’azione di adulti o di altri gruppi di coetanei in grado di eserci- tare maggior potere.
Lo spazio pubblico è spazio adulto (Collins and Kearns, 2001), nel quale gli adulti riproducono la propria autorità in maniera egemonica e nel quale gli adolescenti mettono in atto una sorta di resistenza (Hil and Besant, 1999).
Due ulteriori aspetti sono determinanti nella definizione delle geografie degli adolescenti: quello del genere e quello dell’etnia. In primo luogo, in- fatti, è riconosciuto un differente approccio agli spazi urbani tra maschi e femmine fin dall’infanzia (Giorda, 2014), che si accentua nell’età dell’a- dolescenza, soprattutto in funzione del già citato rapporto tra uso degli spa- zi e costruzione sociale dell’identità. L’elemento del rapporto tra adolescen- ti, origini etniche e spazio urbano, sia in merito all’uso degli spazi che alla sua percezione sociale, è oggetto di numerosi studi anche in Italia (Cologna
et al., 2010).
Un ultimo elemento di riflessione riguarda il ruolo che le nuove tecno- logie hanno avuto nel modificare l’approccio dei giovani con la città e con lo spazio in generale. È evidente che la possibilità di decidere in tempo rea- le dove incontrarsi, con una telefonata o un messaggio, abbia modificato il senso che i luoghi di ritrovo hanno per i ragazzi e che chat e social network rappresentino luoghi virtuali di incontro sconosciuti a chi era adolescente solo una decina di anni fa. Tuttavia diverse ricerche dimostrano che i luoghi fisici di incontro svolgono ancora un ruolo centrale nella geografia quoti- diana degli adolescenti (Martino et al., 2015).