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ADULTESCENZA: UN NUOVO IBRIDO

Adultescenza (Immigrati digitali) : Persone nate in un periodo

4) D Stile disorientato/disorganizzato: Questo stile venne individuato dagli psicologi statunitensi Main e Salomon durante l’osservazione d

4.6 ADULTESCENZA: UN NUOVO IBRIDO

ell’attuale società liquida gli adulti oramai sono diventati quasi più rari dei bambini e lo status dominante, come abbiamo appena visto sopra, sembra proprio essere quello più indefinito: l’adolescenza. L’età adulta tipicamente connotata dalla maturità e dalla solidità della persona è diventata un fenomeno di confine. Infatti mentre “l’originale” degli adulti va scomparendo lasciando solo qualche traccia nella popolazione anziana si sta affermando una nuovo status, un nuovo ibrido: L’adultescenza33

. E’ sempre difficile definire i parametri che portano alla fine dell’adolescenza. La fine del percorso formativo e l’ingresso nel mondo del lavoro non hanno più lo stesso significato che avevano in passato, ovvero la coincidenza con l’ingresso nel mondo adulto, questo perché il percorso scolastico si sta prolungando sempre più e l’occupazione stabile, ad oggi anche quella precaria, purtroppo sono difficili da ottenere e da raggiungere. L’unica tappa che forse potrebbe rappresentare l’uscita dalla fase adolescenziale e l’ingresso nell’età adulta è quella coincidente con l’uscita dalla famiglia di origine attraverso la formazione della coppia e la creazione di un nucleo familiare proprio. Il ruolo genitoriale è un buon parametro di adultità, tuttavia è significativo che tali scatti evolutivi vengono attraversati a un età sempre più avanzata e provochino nelle nuove generazioni parecchia ansia, tensione e preoccupazione. Per molti individui l’abbandono della fase adolescenziale caratterizzata da ribellione e irresponsabilità risulta doloroso e difficile da attuare sotto molteplici aspetti; difatti la nostalgia di questa fase evolutiva è presente ed assai evidente in molti adulti di oggi, anzi tale fenomeno sembra crescere esponenzialmente. Per rendersi conto di quanto appena affermato è

33 T.Cantelmi, Tecnoliquidità. La psicologia ai tempi di Internet:la mente

tecnoliquida, Ed. San Paolo, Milano, 2013, p.79

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sufficiente osservare le condotte, gli atteggiamenti e i comportamenti di questi “eterni Peter Pan”, ossessionati dalla paura di invecchiare e sempre in perenne competizione con i propri figli. Nell’immaginario di questi “Peter Pan” l’adolescenza rappresenta un’epoca fatidica ed idealizzata: il momento delle mille possibilità, della leggerezza, della spensieratezza, delle scoperte, dell’eccesso, della ribellione. Tale dinamica risulta assai complessa: una tale nostalgia dell’adolescenza, un tale sentimento di rimpianto esprime per certi adulti anche una sorta di senso di colpa per non aver goduto a pieno dei privilegi che questa fase del ciclo evolutivo offre per una sola volta nella vita. Questi soggetti sono invasi dall’amarezza e da un profondo senso di rabbia per non aver vissuto ad esempio tutti gli amori desiderati, essere andati in giro, in poche parole di non aver saputo approfittare di tutte quelle esperienze che nel presente non possono più vivere. Aver acquisito la triste consapevolezza di aver sprecato tempo prezioso durante la fase adolescenziale può comportare conseguenze importanti: gli adulti afflitti da tale frustrazione decidono allora di recuperare il tempo perduto e le esperienze mancate agendo e vivendo proprio come degli adolescenti quando tuttavia sarebbero tenuti a comportarsi anagraficamente e socialmente come persone adulte. Questi ultimi si rendono conto di invecchiare e l’età adulta non viene recepita come maturità, serenità e responsabilizzazione, proprio perché le esperienze inerenti a tale fase evolutiva implicano coraggio, stabilità, indipendenza e autonomia; bisogna contare sempre più sulle proprie ed esclusive forze. Molte decisioni tipicamente adolescenziali giustificate dal fatto che in precedenza non si è potuto fare abbastanza verranno allora compiute da questi individui alterando così la loro età adulta con atteggiamenti non idonei e bizzarri. Nelle relazioni con l’altro sesso questa condotta può risultare pericolosa poiché può spingere le persone a vivere amori squilibrati, trasgressivi, platonici ed idealizzati: storie deliranti di forti passioni connotate da alta conflittualità e scarsa serenità. Tra questi amori, ovviamente, proprio

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perché si prestano ad un’elevata idealizzazione e soddisfano le caratteristiche appena viste sopra compaiono gli amori che nascono nei contesti virtuali, attraverso le chat, Facebook e quant’altro. E purtroppo come suggerisce Cantelmi: «questi “adultescenti”, “costretti” a diventare adulti, ma nostalgici degli estremismi adolescenziali sono non solo fruitori, ma anche e soprattutto ideatori e produttori di quel materiale violento o pornografico (videogame, film, programmi TV, riviste e siti web dedicati), che inquina la società. Desiderosi di forti passioni, ma frustrati dalla “vita vera”, questi uomini e donne immaturi e irresponsabili, sfogano la loro rabbia, frustrazione e fantasia perversa nel loro “lavoro”, con uno spirito di rivalsa, giustizia o vendetta da cut si sentono giustificati.34

Inoltre nei giovani adulti è assai frequente una modalità di relazione sentimentale “liquida” che fugge dall’assunzione di ruoli affettivi stabili: il matrimonio quale forma di unione per eccellenza che sancisce formalmente e legalmente una relazione sicura e stabile si sta estinguendo e viene preceduto da numerose relazioni amorose flessibili, di prova, facilmente dissolvibili e poco chiare, intraprese come “via di mezzo”, come compromesso, per il timore di abbandonare i privilegi della libertà e della mobilità e per la paura di assumersi fino in fondo un serio impegno di responsabilità e cura verso il partner. Questi adulti “Peter Pan”, nostalgici e irresponsabilizzati non sono stati in grado di portare a termine i loro compiti evolutivi adolescenziali a tempo debito o forse non vogliono allontanarsi definitivamente dai vantaggi di questa fase intermedia, così, giungono alla conclusione della fase adolescenziale privi di una base sicura e coordinate rassicuranti per affrontare le nuove sfide della maturità e incapaci di esplorare serenamente il mondo. Infatti, da come si deduce nel testo di Cantelmi, i dati psicologici, sociali e culturali si intrecciano e si alimentano vicendevolmente, andando così

34 T.Cantelmi, Tecnoliquidità. La psicologia ai tempi di Internet: la mente

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a formare il puzzle variopinto dell’adulto contemporaneo: l’adultescente. Per lo psichiatra l’ibrido adultescente è colui che anagraficamente è adulto ma presenta ancora un’identità immatura mettendo in atto comportamenti e dinamiche tipici della fase adolescenziale quali: priorità all’immagine corporea, difficoltà nel contenere le emozioni, atteggiamento di auto-deresponsabilizzazione ove l’altro è sempre il colpevole e modi di configgere e discutere eccessivi e turbolenti, tipici degli adolescenti verso i genitori, ma messi in atto, in questo caso dall’adultescente verso il partner. Altro fattore importante è la relazione con il gruppo dei pari che l’adultescente intrattiene, ovvero una modalità di socializzazione gruppale tipicamente adolescenziale. Negli adulti che organizzano la loro socialità solo in gruppo vi è infatti una sorta di stagnazione psichica ove si palesa un’identità fragile che trae forza dalla presenza degli altri. Quindi, anche se lo sviluppo fisico e socio-economico ci mostrano un adulto, lo sviluppo psicologico-identitario mostra delle crepe evidenti, che portano ad agire e relazionarsi come un adolescente. Siamo di fronte ad adulti, a genitori, a professionisti che ricalcano le modalità comportamentali dei teenager, che si specchiano e si identificano nella generazione successiva alla loro, trascinando l’adolescenza per decenni anche negli aspetti più superficiali legati all’aspetto esteriore, all’abbigliamento, ai luoghi del divertimento etc. Infatti risulta sempre più evidente come moda, gadgets tecnologici, giochi multimediali destinati a bambini ed adolescenti siano diventati di uso comune, se non una vera e propria mania per molti adulti, i quali trascorrono ore a giocare ad esempio alla Play Station, si recano a comperare abbigliamento nei negozi per teenager, si fanno tatuaggi e piercing, acquistano smartphone e tablet all’ultimo grido, si recano in palestra, a scuole di danza, risultando in conclusione, all’apparenza, poco diversi dai loro figli. Riguardo il genere, solitamente per gli uomini vi è una tendenza all’attrazione per gli strumenti tecnologici, mentre le donne sono per lo più affascinate per le forme estetiche,

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quali abbigliamento, gioielli, makeup, cura del corpo etc. Inoltre l’era digitale ha offerto a tali soggetti ibridi una nuova valvola di sfogo per il loro senso di frustrazione e la loro nostalgia adolescenziale: la rincorsa dell’adulto verso l’adolescenza infatti, ad oggi avviene anche e forse soprattutto attraverso l’uso delle nuove forme di comunicazione tecno-mediate; in primis troviamo Facebook, poi le chat ed i blog. C’è da dire, tuttavia che tali condotte digitali smentiscono un po’ la previsione del Digital Divide che, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti profetizzava una realtà di giovani super tecnologizzati e adulti analfabeti di ritorno, i quali seppur capaci di utilizzare tali strumenti informatici non avrebbero fatto di questi dei mezzi di comunicazione e di socializzazione tanto potenti. Attualmente, l’adulto infatti ha colonizzato i luoghi e i mezzi propri dell’adolescente, e se tale comportamento può presentare anche dei lati positivi, è anche vero che non deve però costituire un terreno di competizione con gli adolescenti. Le nuove generazioni sono più esperte infatti, rispetto agli adulti nel saper dominare le nuove frontiere, a causa di un dato puramente cronologico: l’enorme serbatoio di energia di un adolescente è l’elemento necessario e fondamentale per la sua identità. Durante questa importante fase di maturità e crescita i giovani sono fisiologicamente forti per cui l’adulto perderà sempre e comunque si combatte su questo la sfida che si batte su questo terreno. Mai l’adulto dovrebbe entrare in competizione con l’adolescente: prima di tutto non rientra nei compiti naturali del genitore entrare in competizione con il proprio figlio sfidandolo nei suoi campi di appartenenza e di rappresentazione, in seconda battuta, l’adulto si troverà a combattere in una sfida che lo indica già dall’inizio perdente. E’ necessario piuttosto ricercare delle nuove strategie alternative e più funzionali per rapportarsi con l’adolescente invece che competerci e volergli assomigliare a tutti i costi. Tale situazione venutasi a creare ha fatto sì che i ragazzi hanno perso la possibilità di rivendicare qualcosa di proprio, i genitori sono

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loro simili! Gli adolescenti quindi non hanno più la possibilità di mettere in atto la tappa fondamentale nel loro passaggio di crescita ovvero di configgere con la generazione a loro precedente per poter affermare la loro diversità, la loro identità e il loro mondo. Ed è proprio a causa di questo blackout generazionale che i più giovani si rifugiano spesso in un atteggiamento abulico, simil depresso. Molti di loro vivono le loro giornate senza essere capaci di prendere alcuna decisione, disperdendo le loro energie in numerose attività compiute contemporaneamente ma senza riuscire a portarne a compimento nemmeno una, tanto che a tale atteggiamento abulico fa spesso seguito un atteggiamento apatico, connotato quest’ultimo da una completa assenza dello stimolo ad agire. L’abulia, l’apatia sono le sole forme di protesta rimaste a questi giovani privati da coloro che dovrebbero guidarli, della loro tappa fondamentale di crescita: un dato rilevante correlato a questi atteggiamenti è quello relativo all’aumento dell’abbandono scolastico, non di meno i ragazzi che si rinchiudono in casa senza relazioni autentiche, trascorrendo intere giornate al PC sono sempre più numerosi. Il procrastinarsi dell’adolescenza è solo causato dalla nostalgia dei tempi d’oro, è solo una forma di regressione o sotto c’è qualcos’altro? Per Cantelmi tale atteggiamento visibile nella popolazione anagraficamente adulta è da ritenersi una nuova modalità di risposta allo stress della realtà odierna dimensione sempiterna, che pretende da tutti l’iper-efficienza e la capacità di eccellenti performance sotto ogni punto di vista. L’individuo adulto nella società odierna si trova a sperimentare una nuova dimensione esistenziale, esso percepisce con angoscia il fatto di avere davanti a sé meno tempo di quello che ha lasciato alle sue spalle e il superamento della mezza età ma viene vissuto in modo particolarmente difficile, turbolento e assai ritardato (oggi i quarantacinque, cinquant’anni sono considerati da molti come momento di ingesso nell’età adulta!). Quindi, per lo psichiatra, il prolungarsi dell’adolescenza, definita “ibridamente” adultescenza, non è solamente una forma di

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regressione, ma è una vera e propria dimensione tipica dell’esistenza post-moderna: «La parte adolescenziale dell’individuo è stata reificata ed è divenuta dimensione sempiterna dell’Io. Questo, pur avendo alcune conseguenze positive, è pericoloso nella relazione con il bambino vero, quello fuori di noi. Bisogna fare attenzione alla delicata situazione attuale che colloca noi stessi tra i bambini e gli adolescenti e non con loro, come se adulti e ragazzi facessero parte della stessa tribù con tutti i fattori che la caratterizzano: interessi, comportamenti, status symbol, etc.»35.

Questo procrastinarsi di un’adolescenza che sembra mai avere una fine va anche confrontato con l’età in cui gli individui decidono di avere dei figli, che come è noto, risulta sempre più posticipata, rispetto a quanto avveniva nelle generazioni precedenti. Il nuovo genitore ibrido presenta infatti un divario cronologico dai figli sempre maggiore. Siamo quindi di fronte ad un divide cronologico tra genitori e figli, con una frattura temporale sempre maggiore e una dimensione esistenziale e comportamentale sempre più similare e vicina. Il ruolo genitoriale già di per sé da sempre difficile da ricoprire, in un contesto del genere risulta ancora più complicato ed ambiguo per i nuovi adulti “adultescenti”, che sono quindi sia “reali genitori” che “falsi” adolescenti. Questi soggetti infatti si trovano ad essere genitori di figli realmente adolescenti che pretendono quindi di essere autonomi ed indipendenti, ma che allo stesso momento hanno bisogno di loro e vogliono essere sostenuti e aiutati. I ragazzi vogliono sì emanciparsi, ma vogliono essere supportati, accompagnati, tenuti per mano durante questo salto evolutivo importante. E’ormai appurato che il ruolo genitoriale durante questa delicata fase di crescita è assai complesso e difficile da gestire e controllare: è fondamentale per i genitori possedere buone dosi di fermezza e maturità per poter iniziare una sana contrattazione con i propri figli, è opportuna non una resa, ma

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una strategia educativa che miri all’emancipazione dell’adolescente che riduca al minimo i traumi e i pericoli tipici di tale periodo. Regalare ai ragazzi libertà e indipendenza può sembrare la soluzione più immediata e pacifica per evitare di arrivare ai ferri corti con i propri figli, tale la strada è certo la più semplice, ma anche la più dannosa, ed è quella che solitamente scelgono i genitori più fragili, disimpegnati e dall’identità poco solida, le regole di comportamento sono flessibili e discontinue, sovente decise insieme e prive di punizioni se trasgredite. Oggi le imposizioni e le punizioni sono sempre più rare nella vita degli adolescenti, i genitori privilegiano il dialogo costruttivo e la contrattazione amichevole, sino ad arrivare alla totale assenza di norme e regole comportamentali da far rispettare ai propri ragazzi. Nell’era digitale la relazione genitori-figli presenta diversi cambiamenti, dovuti in parte proprio alla posizione anomala degli adulti, che come abbiamo visto è assai simile a quella di coloro a cui dovrebbero prestare sostegno e cura. Il nuovo ibrido, l’adultescente, sia genitore che non, si trova a porsi le domande esistenziali tipiche della fase adolescenziale, è perennemente annoiato dalla routine quotidiana, è privo di entusiasmo, va continuamente alla ricerca spasmodica di emozioni forti anche attraverso l’uso della Rete che offre incontri e relazioni facili virtuali e non. L’adultescente pratica sport estremi, è ossessionato dal suo aspetto esteriore e dalla cura del proprio corpo, si fa tatuaggi e piercing. Viene da chiedersi quindi: Che adulti saranno gli adolescenti figli di questi nuovi adulti, se i loro genitori non sanno rispondere nemmeno a se stessi poiché anch’essi si percepiscono adolescenti e di conseguenza si sentono inadeguati ad essere guide?

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4.7

SENESCENZA:

ESSERE

ANZIANI