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Alberto Vigna

Nel documento Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1976 (pagine 86-89)

il 44° Samia, svoltosi dal 27 febbraio al 1° marzo nel Palaz-zo del Lavoro, ha presentato un'immagine nuova di se stes-so con una diversa planimetria della superficie espositiva nel tentativo di realizzare formule più razionali e moderne. Occor-re riconosceOccor-re che

quest'organiz-zazione deve superare una diffi-cile crisi settoriale e generale, in senso economico e finanziario, che ha subito profonde trasfor-mazioni nel suo interno e che l'attuale momento incide in mo-do sensibile su tutto quanto ri-guarda il tessile, l'abbigliamen-to e la moda. Nelle edizioni

im-mediatamente precedenti si era operato una scissione nei tempi di presentazione della moda ma-schile e di quella femminile, co-sicché non vi era soltanto il Sa-mia dei primi mesi dell'anno e di quelli dell'autunno, ma addi-rittura ve ne erano quattro. Si trattava di un evidente errore di cui ora, per fortuna, si è fatto giustizia sommaria riunendo nuovamente la produzione fem-minile e quella maschile, l'abbi-gliamento per l'infanzia oltre agli accessori. In tal modo il Sa-mia ha nuovamente riacquistato quel volto che era suo fin dalle origini, ha ritrovato dinamismo potere di richiamo, interesse.

Detto tutto ciò occorre anche precisare che si è ancora lonta-ni dai successi riportati dal Sa-mia negli anni '60 e agli inizi di quelli del '70 quando le ditte espositrici presenti in sala erano oltre 500 (quasi 600), i visita-tori italiani più di 20 mila, quel-li stranieri circa 5000. Quest'an-no le ditte espositrici soQuest'an-no state 377, i compratori 8000, dei qua-li 800 stranieri. Non è evidente-mente possibile dare delle cifre in merito agli affari conclusi, che sono portati a termine nel segre-te di ciascun padiglione e che non devono essere comunicati al-l'organizzazione funzionando il Samia come una borsa-mercato. Si può logicamente dire che nei confronti dei mercati esteri la svalutazione della lira ha inciso positivamente in merito alla

com-Maglieria anche per gli uomini, come in questo esempio di ampia sciarpa vistosamente portata sopra il cappotto.

petitività. Questo è un vantag-gio che ovviamente viene paga-to con una pesante penalizzazio-ne per l'import con l'accresciuto prezzo delle materie prime non-ché con il crescente aumento del costo della mano d'opera. Il Sa-mia comunque ha consentito la verifica della validità o meno di determinati indirizzi di produ-zione, un'indagine sui desideri e le richieste del mercato inter-nazionale e lo stimolante con-fronto, tra ditta e ditta, dei cam-pionari, delle idee, delle realiz-zazioni.

L'esportazione è il miglior mezzo per salvare e far progre-dire l'industria italiana dell'ab-bigliamento che però, per la ge-nialità dei suoi creatori, continua ad imporsi all'estero tanto che la qualificazione di « Made in Italy » è divenuta sinonimo di buon gusto, linea ed eleganza su-perando in molti casi — tranne forse nel limitato settore dell'al-ta moda — la pur celebre produ-zione francese; anche per gli uo-mini la moda italiana si è impo-sta su quella inglese ed infine nel settore delle calzature è ve-ramente dominatrice in ogni par-te del mondo.

Il volto nuovo del Samia, nel-la sede cosi decentrata e lontana del Palazzo del lavoro non cer-tamente facile da raggiungere, si è colorato di pannelli bianco ce-nere profilati in metallo delimi-tanti i singoli posteggi che si svi-luppano su una moquette color terra, mentre grappoli di tubi di acciaio raccolgono i punti luce ed illuminano Io stilizzato arre-damento in color biondo acero. In questa sinfonia di toni neutri fanno spicco alcune zone in az-zurro. Infine il teatro delle sfila-te è stato rivestito di rosso lacca acceso e squillante. Qui si

potè-Modelli semplici e disinvolti per la donna che lavora e deve essere sempre « a posto » elegante ma senza «strafare».

va avere la visione simultanea, la sintesi dei prodotti dell'abbi-gliamento nelle sfilate dove due volte al giorno transitavano le belle, disinvolte, squisite indos-satrici e gli eleganti indossatori, tutti elementi di alta qualifica-zione professionale.

Oggi la popolazione italiana per una larga fascia veste secon-do le proposte che vengono dal-la moda del « pret-à-porter » e sempre più il Samia dal 1955, anno in cui nacque, ha avuto in-fluenza nelle scelte femminili. Quest'anno la moda si vale mol-to del colore oltreché della linea. Si sono viste molte redengotes di

ampiezza contenuta, mentre per quel tipo di eleganza sportiva e pratica, tanto utile alla donna di oggi sovente impegnata nel lavo-ro, vi è un rilancio della linea cosidetta « Burbery » e cioè lo stile impermeabile realizzato pe-rò in tessuti morbidi, tipo tweed, loden o le resistenti lane irlan-desi. Vi è anche un rilancio del « Montgomery » in tessuti pelo-si neri, cammello, bambù con vi-vacissime fodere a fiori, scozzesi o rigate.

La presenza di molti capi pe-santi era determinata dal fatto che i campionari presentavano le novità per la moda autunno

in-verno 1976-77 che vedrà anche molti taylleur un po' secchi e mascolinizzati, portati su pesanti sottane tubolari. Dicevamo pri-ma del colore che brilla con i to-ni rosso lacca, sovente accostati al nero; usano anche le mesco-lanze di beige e nero o del « black and white»; la gamma dei co-lori terra si estende a sfumature calde quasi dorate. Non manche-ranno il blu navy, il blu Raffael-lo, il bruno Van Dick, il mirtillo e anche il nero assoluto.

Per gli abiti da sera molte ca-se hanno preca-sentato ca-semplici tu-niche, ampi chimoni con mani-che scampanate da sovrapporre a gonne lunghe alla cinese, ciò che vuol dire una generosa spac-catura fin quasi all'anca. San-dokan imperversa anche in fatto di moda con bluse, casacche a righe, fusciacche, grovigli di cor-doni, maniche a campana e quan-t'altro serve a caratterizzare quel-lo che si ritiene — talvolta equi-vocando — essere la moda del-l'Oriente.

f jeans che hanno rivoluzio-nato il gusto di un'epoca non so-no ancora tramontati. Questo pantalone unisex quando è por-tato dalle donne si incolla loro addosso divenendo una specie di seconda pelle assai rivelatrice tanto è aderente cosi da richie-dere non poche fatiche per po-tervi entrare dentro. Vedremo anche i jeans invernali, che al-meno avranno il pregio di essere caldi, realizzati in filati di lana e cotone. Si porteranno anche di sera con sovrapposte scollatissi-me tuniche aperte anche ai lati o con casacche che ricordano il caftano.

La moda maschile sarà im-prontata ad una linea seria e se-vera molto funzionale assoluta-mente priva di eccentricità, rea-lizzata in una gamma di colori

nella tonalità terra e nel classi-co grigio classi-con gessature.

I coordinati saranno formati dai pantaloni e i gilet monocolo-re con giacca di uguale tipo di filato ma di diversa orditura, con piccoli disegni, quadretti, rigatu-re fitte e poco vistose. Lo stile di tutti gli abiti non è più quello del tempo del grande Gatsby, sfacciato un poco pacchiano ma invece è improntato al classico e realizzato in stoffe di superficie opaca, morbide, per così dire di «tono minore». L'abito mono-petto ha due bottoni, spalle poco costruite, linea sciolta. Il doppio-petto vede il ritorno dei tradizio-nali revers a lancia ed è meno ri-gido. I pantaloni sono segnati da « pinces » in vita, da tasche al-l'americana e cadono diritti sul-le scarpe con una larghezza di 28 centimetri. Scompaiono quelli aderenti e scampanati in fondo che verranno relegati soltanto per l'eleganza a buon mercato delle svendite di periferia.

I cappotti avranno grinta spor-tiva maniche a raglan talvolta decorate con spalline e verranno realizzati in tessuto di grana grossa. Al polo opposto il cap-potto elegante e formale a dop-pio petto con quattro bottoni ab-bassati e corredato di martinga-la. Per questo capo il colore ri-tenuto sempre più adatto è il blu tipo divisa di ufficiale di marina. Non mancano certamente pro-poste per un abbigliamento più sciolto, comodo, caldo che va sotto il nome di « casual ». Mol-ti i giacconi in lana a pelo, in cammello, in velluto a coste od anche realizzati con morbide e calde stoffe bordate di larghe fa-sce in maglieria e maniche pure in maglieria. Questi giacconi po-tranno essere a mono o anche a doppio petto con capaci tasconi sagomati, di taglio vuoi verticale

^yoi orizzontale che in quest'ul-timo caso conferisce al capo un aspetto più sportivo ricordando le giacche dei cacciatori. Vi so-no anche giubbotti di miso-nore im-portanza sempre misti in stoffa e maglia oppure in pelle e ma-glia. Si portano sugli intramon-tabili pantaloni di flanella gri-gia, ma chi ricerca un tono più personale può anche sceglierli in flanella azzurra oppure in tutte le tinte che vanno dal verdone scuro al senapa foncé.

Il guardaroba moderno ha sempre infinite risorse nel settore della maglieria che se un tempo era quasi assolutamente riserva-to all'eleganza femminile oggi si è estesa anche a quello maschile. Nei maglioni da montagna si ri-sente l'ispirazione nordica con le decorative renne alternate al-le tipiche stelal-le norvegesi. Si usa-no anche i giochi colorati delle strisce disposte a gruppi trasver-salmente.

Nelle collezioni della maglie-ria elemento dominante è il cap-puccio che sovrasta i giacconi, i cappotti; sono cappucci di stile marocchino o tipo frate cappuc-cino. Si sono visti molti blou-sons-poncho, di stile peruviano, con frangie, animati da decorati-vi disegni tipo arte pre-colombia-na. Infine da ricordare le tute per la sera in filato laminato an-tracite, capi sofisticati e snob.

Per i bimbi sono stati propo-sti vepropo-stiti molto pratici che cor-rispondono ai gusti dei bimbi stessi. Essi infatti preferiscono uno stile informale, antitradizio-nale. Amano i giacconi in panno da pastore, in loden, in velluto a grosse coste; esigono di vivere comodi nel loro abbigliamento sportivo del tutto dissimile da quello che usava al tempo in cui l'eleganza infantile andava sotto il nome di « piccolo lord ».

Nel documento Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1976 (pagine 86-89)