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Costanzo Maria Turchi

Nel documento Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1976 (pagine 69-75)

Nel secolo scorso il sistema educativo britan-nico era totalmente impegnato al mantenimento dello « status quo ante » sia dell'economia che della società.

Nelle province, quali ad esempio lo Yorkshire, dove la rivoluzione industriale e commerciale an-davano sviluppandosi con un vigore eccezionale, agli industriali e commercianti (') venivano siste-maticamente negati posti alle Università di Ox-ford e Cambridge.

I « Commoners » furono quindi costretti a finanziare ed organizzare un sistema educativo indipendente od autonomo, che andò gradual-mente sviluppandosi e rafforzandosi su linee non conformiste e progressiste. I due sistemi non riu-scirono mai ad armonizzarsi ed ogni successivo processo di « revisione » non mirò ad altro che garantire la continuazione di un tale dualismo. I grandi « licei privati » (2) che fino agli inizi del XIX secolo erano stati la roccaforte dei pri-vilegi della nobiltà terriera, acquisirono il ruolo di estendere l'applicazione dei criteri educativi tradi-zionali, ai figli dei nuovi « baroni dell'industria e del commercio ». In particolare, il sistema univer-sitario inglese era ancora sostanzialmente erede di quello ecclesiastico medioevale, e consisteva quasi esclusivamente dei due centri di Oxford e di Cam-bridge.

Tale sistema continuava a « dormire all'ombra degli antichi statuti universitari » e tutt'al più offriva un banco di prova ai figli della rivolu-zione (industriale), vale a dire alla « nuova élite ».

L'educazione universitaria e pre-universitaria continuava ad essere fortemente condizionata da! vecchio principio del « privilegio ». Le riforme e le innovazioni più recenti, non sono riuscite a modificare il principio fondamentale su cui il si-stema è tuttora fondato.

Alla base di queste riforme vi è sempre la sot-tile distinzione fra educazione tecnico-scientifica,

NUMERO DI DICIOTTENNI (migliaia) iooo| 300] 200] 100] 250 NUMERO DI STUDENTI UNIVERSITARI

NUMERO DEGLI ISCRITTI ALL'UNIVERSITÀ DI CAMBRIDGE 1940 1950 1960 1970 1980 1990

Fig. 1 - Iscritti alle università inglesi.

anche ad altissimo livello, e formazione delle classi dirigenti.

Si tratta naturalmente di un principio fonda-mentalmente classista, mirante cioè a consolidare la separazione fra classi lavoratrici, educate pres-so scuole a prevalente indirizzo tecnico (i famosi « politecnici » inglesi) e le classi dirigenti, edu-cate nell'arte del comando e della direzione di organizzazioni, presso le grandi università.

Alle nuove università che dalla fine del secolo scorso ad oggi, sono state istituite praticamente in ogni provincia (3) britannica, è stato costante-mente assegnato l'incarico di contribuire al

livel-(!) Questi vennero definiti: « Common mcn of tracie » o « Commoners », letteralmente: « Volgari commercianti ».

(2) « Public Schools ». (3) Le « Contee ».

TAVOLA 1. — N U M E R O D ' I S C R I T T I

N E L L E U N I V E R S I T À I N G L E S I A L 31 O T T O B R E 1975

Università Numero d'iscritti

Aston 4730 Bath 3378 Birmingham 7906 Bradford 4135 Bristol 6684 Brunel 2382 Cambridge 11030 City of L o n d o n 2234 D u r h a m 4188 East Anglia 3540 Essex 2319 Exeter 4081 Hull 4184 Keele 2483 Kent (Canterbury) 3122 Lancaster 3913 Leeds 9916 Leicester 3790 Liverpool 7169 L o n d o n Business S. 226 L o n d o n 36647 L o u g h b o r o u g h 3656 Manchester Business 119 Manchester 3636 Newcastle 6655 N o t t i n g h a m 5944 O x f o r d 11860 Reading 5369 Salford 3969 Sheffield 7199 S o u t h a m p t o n 5345 Surrey 2804 Sussex 4335 W a r w i c k 3714 Y o r k 2811 Wales 17181 Aberdeen 5410 D u n d e e 2731 E d i n b u r g h 9413 Glasgow 8974 Heriot-Watt 2417 St. A n d r e w s 3082 Stirling 2122 Strathclyde 6000 TOTALE 263242

Fonte-, University G r a n t Committee.

lamento della società inglese ed a smussare le dif-ferenze fra università e politecnici.

Cosi pure i politecnici sono stati incoraggiati a rafforzare settori che per tradizione venivano la-sciati in esclusiva alle università. L'esempio più indicativo è forse costituito dallo sviluppo dei corsi in scienze dell'organizzazione aziendale, finanziati dal Governo e, dal 1961, affidati ai poli-tecnici in forma pressoché esclusiva. L'industria

privata, tramite la Confederazione degli Indu-striali (4), decise allora d'intervenire finanziando corsi universitari d'organizzazione aziendale, e ripristinare cosi l'equilibrio tradizionale fra poli-tecnici ed università.

La presenza dominante di criteri classisti nel settore dell'educazione, inferiore e superiore, e di conseguenza in quello della disseminazione e dell'applicazione della scienza, continua a rap-presentare una caratteristica tipica del mondo culturale inglese.

% # *

Tale differenza sostanziale fra l'impostazione inglese e quella della maggior parte degli altri paesi del mondo occidentale, non è stata certo colmata nel corso degli ultimi anni.

Persino la « radicale » legislazione del 1944 — citata spesso quale esempio luminoso di « ega-litarismo illuminato » — dovette soccombere alle inesorabili pressioni esercitate dalle forze della società.

Coloro che trassero maggior vantaggio dai prov-vedimenti summenzionati, furono infatti le classi « medie » e non quelle meno privilegiate dei la-voratori agricoli ed industriali.

I dati ufficiali rivelano infatti, che la tendenza tradizionale all'abbandono prematuro del sistema educativo, non solo permane negli anni '60 ma, in taluni casi, addirittura aumenta.

Le cause dello strano fenomeno furono attri-buite all'inadeguatezza delle risorse educative ed a svariate circostanze sociali, e costituirono prova evidente del fallimento della legislazione scola-stica del '44. Questa infatti, s'era prefìsso lo scopo d'estendere ed approfondire le opportunità della classe operaia nell'intero campo dell'educazione universitaria.

Un tal fallimento nell'estendere ed approfon-dire la base del sistema universitario, ha inoltre spinto il sistema stesso ad un certo consolida-mento della sua naturale « propensione al clas-sismo »: tale tendenza s'è andata estrinsecando in quello che è stato definito: il « nuovo eli-tismo » (5).

La nuova tendenza si manifesta spesso in atteg-giamenti ostili nei riguardi della tecnica, dei tec-nologi e degli scienziati, in genere. Un tale ostra-cismo si fonda sull'ipotesi che il progresso della

(4) « Confederntion of British Industry » (CBI). (5) « The New Elitista ».

società non può basarsi sul confronto cogli inven-tori e scienziati americani, tedeschi o giapponesi, quanto piuttosto sui tentativi diretti ad abbellire e raffinare le gentili qualità del sistema di vita inglese.

Alcuni preferiscono porre il problema di scelta, in termini meno estremi, quali ad esempio: « il futuro della Nazione potrà venir assicurato inco-raggiando si il progresso tecnologico, però entro gli stretti limiti dell'ordine tradizionale ».

La maggioranza degli accademici inglesi, co-munque, riconosce consciamente od inconscia-mente, che il conflitto fra le finalità dell'educa-zione universitaria e quelle del progresso scienti-fico, sono praticamente irriconciliabili.

Tale atteggiamento ha determinato tutta una serie di prese di posizione ufficiali, dal 1967 — anno di pubblicazione dell'ormai famoso « Rapporto Plowden » — ad oggi.

Un confronto con altri paesi d'equivalente gra-do di industrializzazione, mette chiaramente in luce l'insufficienza dello sviluppo dell'educazione superiore britannica, soprattutto se considerato nella lunga scadenza. Le cause contingenti di un tal risultato, sono numerose e complesse, ma tutte o quasi, possono ricondursi al fattore base dell'eli-tismo dogmatistico, forzato ed innaturale, che ha determinato la separazione fra tecnologia e

« scienza pura » (6) e quindi la diminuzione e,

spesso, la degradazione della posizione sociale dello scienziato.

La scienza è considerata una necessità, ma non sempre il fattore di primaria importanza nel siste-ma economico.

È stato ripetutamente affermato che « l'Inghil-terra educa troppo pochi, e quei pochi nelle ma-terie meno importanti »: il numero degli iscritti alle università inglesi è infatti fra i più bassi del mondo industrializzato, e ciò malgrado le enormi spese sostenute dal Governo.

* * *

Abbiamo considerato i criteri ed i motivi fon-damentali della crisi di sviluppo dell'università inglese: tra i vari strumenti di realizzazione pra-tica di questi criteri, occupa un posto di primis-simo piano, il complesso lavoro del Comitato Parlamentare « Robbins » e tutta la legislazione successiva, su di esso fondata (1961).

Le varie proposte del Comitato si fondarono sul principio secondo il quale l'offerta di posti

TAVOLA 2. — A L C U N I D A T I F O N D A M E N T A L I SULLE U N I V E R S I T À I N G L E S I Anni accademici 1965/66 1971/72 1972/75 N u m e r o di università . . . 45 45 45 N u m e r o di studenti (a tempo pieno) 174.215 242.563 246.813 di cui: Maschi Femmine Stranieri 113.995 44.520 15.700 153.153 69.700 19.710 151.364 73.639 21.810 Personale docente

(impe-gnato nell'insegnamento e nella ricerca « a tempo

pieno ») 25.779 35.059 36.552 Professori « Lettori » (Readers) . . Docenti ed assistenti . . Altri 2.556 4.492 17.272 1.460 3.676 6.448 23.134 1.801 3.851 6.909 23.769 1.993 R a p p o r t o : s t u d e n t i / d o c e n t i ( N u m e r o medio di

stu-denti per docente) . . . . 6,76 6,92 6,75

Fonti: Varie.

universitari avrebbe dovuto essere determinata dalla domanda potenziale di studenti e non di quella degli utenti del prodotto delle università, cioè a dire, delle aziende.

In altri termini, i fattori base dell'espansione universitaria, erano considerati:

— i tassi d'incremento della popolazione in età studentesca;

— il grado di preferenza (propensione) indi-viduale a seguire corsi universitari.

All'epoca delle proposte Robbins, mancava quindi — e continua a mancare tutt'ora — un programma sistematico di formazione dei laureati effettivamente richiesti dalla società e dall'eco-nomia.

Il risultato dell'intera legislazione Robbins è stato costituito da un incremento, più che mode-sto, del numero di studenti universitari, incre-mento che fu peraltro provocato — in massima parte — dalla spinta naturale della popolazione. Come è noto, nell'immediato periodo post-bel-lico, si è registrato un notevole e repentino aumen-to del tasso di natalità: quesaumen-to naturalmente non

A.

G L I INVESTIMENTI DEL GOVERNO INGLESE NELL'EDUCAZIONE, SONO PIÙ CHE TRIPLICATI NELL'ULTIMO DECENNIO. I TASSI D'IN-CREMENTO DI TALE VOCE DI SPESA SONO RISULTATI DIVERSI DA SETTORE A SETTORE: PER L'EDUCAZIONE SUPERIORE, I TASSI SONO RISULTATI ASSAI PIÙ ALTI DI QUELLI RELATIVI AI SETTORI « PRI-MARIO » (ELEMENTARE) E « SECONDARIO » (SCUOLE MEDIE E SUPERIORI).

Tassi % medi annui d'incremento di spesa pubblica (1962/5-1972/3)

Nidi d'infanzia 11,5 Scuole elementari 11,6 Scuole medie 10,5 Altre scuole secondarie di tipo « speciale » . . 14,2

Totale dei settori «primario» e «secondario» . 11,1 Istituti «universitari»:

Politecnici 12,3

Di magistero 14,4

Università 15,3

A l i " 13,7 Media istituti « universitari » 14,5

Media generale 1 1 9

Fonte: Ministero dell'educazione inglese.

TAVOLA 3. — SPESE PER EDUCAZIONE IN I N G H 1 L T E »

B

IL GOVERNO INGLESE HA COMUNQUE TENTATO D'INVERTIRE LAI ROTTA, ACCELERANDO I TASSI D'INCREMENTO DELLA SPESA P U B - I BLICA NEI SETTORI « P R I M A R I O » E « S E C O N D A R I O » , A SCAPITO I DEI SETTORI D'EDUCAZIONE SUPERIORE (SETTORE « T E R Z I A R I O » , ! CIOÈ UNIVERSITÀ, POLITECNICI, ECC.).

Settori di spesa per l'educazione Tassi % di incremento Dal 1970/71 Dal 1971/72 al 1971/72 al 1972/73 Nidi d'infanzia Scuole elementari . . . . Scuole medie

Altre scuole secondarie di tipo « speciale » .

12,9 27,1 18,3 18,4 22,0 20,6 37,6 21,2 Totale settori « primario »

e « secondario » . 21,0 19,7 Istituti «universitari»: Politecnici Di magistero . . . . Università Altri 15,8 17,0 18,2 12,9 9,5 1 9 3 16,8 20,7 Medie istituti « universitari » 15,1 17,5 Medie generali 18,3 19,1

soltanto in Gran Bretagna, ma in genere, in tutti quei paesi — compresa l'Italia — che per lunghi anni vennero coinvolti nel conflitto mondiale.

Negli anni '60 i « figli della guerra », come vennero definiti, raggiunsero l'età universitaria e quindi provocarono un aumento improvviso ed in talune regioni notevolissimo, della domanda di posti universitari.

Nulla però venne realizzato per riorientare e ristrutturare le università per poter adeguatamen-te fronadeguatamen-teggiare un tale prevedibilissimo incre-mento di domanda. Continuò invece indisturbata l'irrazionale, nociva tendenza al drenaggio dei corsi scientifici: nel periodo fra il 1961 ed il 1967, il numero dei laureati in materie « artisti-che » era infatti aumentato del 1 1 4 % , mentre quello dei laureati in materie « scientifiche », era aumentato di appena il 5 2 % .

Queste le gravi tendenze che il Comitato Rob-bins ed il Legislatore avevano sottovalutato.

Di conseguenza, una delle riforme più neces-sarie nell'intera storia dell'Università britannica, si risolse in una reazione casuale e non

program-mi!? C R O N A C H E E C O N O M I C H E

mata a non altro che un temporaneo rigonfia-mento della curva della popolazione.

Ma non soltanto si venne incontro alle prefe-renze del pubblico, esse vennero persino incorag-giate. Nel novembre del 1967 il Governo annun-ciò infatti che gli interventi sarebbero stati diretti ad aumentare il numero dei posti universitari nelle facoltà artistiche, piuttosto che in quelle scien-tifiche.

E ancora, venne imposta una severa restrizione allo sviluppo dei tradizionali istituti superiori « CAT » (7), super-politecnici fondati verso la fine del secolo scorso dalla nuova « élite » com-merciale-industriale.

Poiché una loro abolizione sarebbe risultata politicamente irrealizzabile, si decise d'incorpo-rarli nel sistema delle università, già da tempo sottoposto a crescenti limitazioni, per quanto ri-guardava soprattutto le facoltà scientifiche.

Ma l'aspetto davvero sconcertante della poli-tica ufficiale è stata l'accettazione illogica del

c.

CONTEMPORANEAMENTE, IL GOVERNO LABURISTA, HA RIDOTTO IL PESO RELATIVO, L'ENTITÀ RELATIVA, DEGLI I N V E S T I M E N T I NEL-L'EDUCAZIONE. Settori d'intervento governativo Piani di previsione pubblicati in data Dicembre Gennaio 1973 1975 C1) (2) Variazioni punti percentuali Case 6,0 10,0 + 4,0 Sicurezza sociale . . . . 19,5 21,5 + 2,0 Agricoltura, foreste, pesca (3) 1.2 2,2 + 1,0 Industria, commercio . 3,0 3,7 + 0,7 Servizi medico-ospedalieri 12,3 11,5 - 0,8 Trasporti e strade 5,6 5,0 - 0,6 Difesa 10,6 - 1,1 Educazione, biblioteche, arti e

scienze 15,8 13,4 - 2,4 (') «Libro bianco» (Rapporto Governativo) n. Cmnd. 5519 (20 dicembre 1973).

(2) «Libro bianco» n. Cmnd. 5879 (5 gennaio 1975). (3) Compresi i « Sussidi » all'agricoltura, ora assai onerosi.

Ecoles » e nella « Ecole Nationale d'Administra-tion ».

Negli ultimi due o tre anni, i nodi hanno co-minciato a venire al pettine ed i segni allarmanti del deterioramento qualitativo dell'università in-glese, si manifestano con sempre maggior evi-denza.

Laureati di gloriose università, devono spesso accontentarsi di posizioni inadeguate sia dal pun-to di vista della remunerazione finanziaria, dei livelli di responsabilità loro affidati, ed infine da quello del tipo di lavoro e del settore d'attività economica.

Com'era da attendersi, si sono manifestate rea-zioni causate dalle medesime forze del mercato sulle quali soltanto dieci anni fa il Comitato Rob-bins, aveva riposto tutta la sua fede.

Le misere prospettive d'impiego stanno già esercitando un freno notevole al flusso delle iscri-zioni al primo anno d'università.

L'indebolimento della « domanda » s'accom-pagna ad una decisa politica governativa di ridu-zione degli investimenti in attrezzature, impianti ed edifici universitari.

Ben pochi dubbi permangono sul risultato finale: prima della scadenza del decennio attuale,

cipio di lasciare dissanguare lentamente ma ine-sorabilmente, il settore scientifico dell'educazione superiore. Taluni pensano che tali scelte non sia-no state fondate su alcun principio logico od illo-gico, giustificato o meno, e che l'assenza d'idee abbia caratterizzato l'intervento governativo non soltanto nel settore della educazione superiore, ma in molti altri settori d'intervento.

Uno degli aspetti più gravi del disordinato svi-luppo dell'educazione inglese, è costituito dall'in-capacità dell'Università di influenzare i program-mi delle scuole secondarie ed intervenire quindi direttamente nel processo vitale della selezione dei corsi universitari da parte degli studenti.

* * *

Mancanza assoluta, quindi, di ogni forma di coordinamento sia diretto che indiretto, tra Uni-versità ed istituti d'educazione secondaria; in netto contrasto con quanto accadeva — e sta tut-tora accadendo — in altri paesi europei, come ad esempio, in Francia nelle sue famose « Grandes

TAVOLA 4. — P R E V I S I O N I R E L A T I V E A L L A P O P O L A Z I O N E U N I V E R S I T A R I A I N G L E S E

A L 31-12-1979

Popolazione universitaria Fonti di previsione Valori

(1975) percentuali In in rapporto migliaia alle previsioni

del Ministero dell'educazione

a . C O M I T A T O DEI RETTORI DELLE UNIVERSITÀ INGLESI

(Committee of Vice-Chancellors

a n d Principals) 2 7 5 8 9 , 8 7 b . C O N S I G L I O UNIVERSITARIO PER

LE ISCRIZIONI

(University Council for

Admis-sions) 2 9 3 9 5 , 7 5 c . M I N I S T E R O BRITANNICO DELLA EDUCAZIONE ( D e p a r t m e n t of Education a n d Science) 3 0 6 1 0 0 , 0 0 Fonti: Varie.

TAVOLA 5. — LA S I T U A Z I O N E F I N A N Z I A R I A D E L L E U N I V E R S I T À I N G L E S I

(Migliaia di sterline)

Voci Anni accademici 1965/66 1971/72 1972/7Z

ENTRATE:

— Tesoreria dello Stato . 124.208 230.112 267.631 — Fonti Pubbliche Locali

(Regioni, Contee) . 1.899 1.695 1.580 — Fonti Private (Donazioni) 3.330 4.685 4.626 — Tasse d'Iscrizione . 12.498 20.457 21.951 — Fondi Raccolti per Lavori

di Ricerca 18.027 40.749 44.456 •— Fondi Raccolti per Altri

Fini Accademici . 4.460 9.286 10.921 —- Altre Fonti di

Finanzia-mento 2.981 5.062 5.050

TOTALE ENTRATE ( v a l o r i

correnti) 167.403 312.046 356.215

S P E S E :

— Insegnamento e Ricerca . 110.351 203.031 230.990 —• Servizi Accademici Vari . 12.535 29.553 36.169 — Amministrazione . 11.207 21.968 25.285 — M a n u t e n z i o n e

(Attrezzatu-re, Edifici, Locali, ecc.) . 22.729 44.267 50.771 — Attrezzature studentesche . 2.477 5.235 5.781 — Voci varie di spesa . 4.318 6.236 6.896

TOTALE SPESE ( v a l o r i c o r

-renti) 163.617 310.290 355.892

TOTALE S P E S E ( a p r e z z i

« costanti » 1973) . 233.972 350.131 355.892

Fonti: Varie.

il sistema universitario inglese risulterà dotato di risorse di gran lunga inferiori a quelle degli altri paesi occidentali di dimensioni e strutture economiche paragonabili a quelle inglesi.

L'influente Comitato dei rettori universitari (8) ha recentemente valutato la polazione universi-taria alla fine del 1979, in circa 275.000 unità;

numero questo notevolmente inferiore a quello dell'ultimo prògfamma governativo (306.000) ed inferiore persino a quello previsto dall'auto-revole Consiglio Universitario delle Ammissioni: 293.000 (9).

L'università inglese sta quindi vivendo un lungo periodo di crisi, crisi che però non va intesa solamente in senso negativo: si tratta di una pro-lungata e forse estenuante trasformazione che im-pegna studenti, docenti, amministratori, enti go-vernativi e pubblico, in esperienze, comporta-menti, confronti, d'entità forse mai riscontrata da che gli inglesi si sono riuniti a gruppi più o meno numerosi per imparare, insegnare, ricer-care, scoprire.

La crisi della cultura — e dell'università in-glese — come del resto, la crisi dell'università italiana, non è che una delle espressioni del tra-vaglio fondamentale esistente nella società odier-na, al di là dei vari ed opposti reggimenti politici; è il passaggio da una società di tipo tradizionale ad una società dominata dai principi e criteri della industrializzazione, del consumismo di mas-sa, del materialismo; ma è anche e soprattutto « sviluppo », « cambiamento », anch'essi incerti e contrastati, dei valori stessi della società indu-striale.

E gli effetti di un tale processo dinamico, non possono essere tutti negativi.

(8) Committee of Vice-Chancellors and Prmcipals. (9) University Council for Admissions (UCA): il Comitato inter-universitario preposto al controllo ed alla distribuzione delle domande d'iscrizione presso tutte le università inglesi. Come è noto, in ogni università britannica, viene applicato il cosiddetto «numero chiuso». Nel 1975, ad esempio, 124.350 diplomati di vari istituti superiori, presentarono domanda d'iscri-zione presso le 44 università inglesi. Di questi, soltanto poco più della metà risultarono « ammessi » dal Comitato inter-universi-tario.

Curiosità

Nel documento Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1976 (pagine 69-75)