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DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE DAL 1971 AD OGGI Il contributo della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione

3. Alcune significative conferme

L’ipotesi lanciata nel corso del Simposio Mariano Salesiano d’Europa del 21-27 gennaio 1979, relativa alla possibilità e necessità di elaborare una vera e propria pedagogia mariana intesa come tematizzazione espli-cita della dimensione mariana della pedagogia e dell’educazione37 – in

al-34 COLOMBO Antonia, Lettera della Superiora Generale per la presentazione del Con-vegno (Roma, 2 febbraio 2004), in Allegati/Documenti 2.

35 L.cit.

36 Cf l.cit.

37 Cf MARCHI, Il ruolo di Maria 196-97; ID., Il senso e le motivazione del nostro

in-tri termini, si tratta della “tesi” Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cri-stiano – è stata messa al vaglio, come si è visto, attraverso l’avvio di un se-rio approccio interdisciplinare realizzato dalla PFSE “Auxilium” in dialo-go con altre Istituzioni accademiche (Pontificie e non), con cultori di scienze teologiche e di scienze dell’educazione. L’approfondimento delle tematiche è stato arricchito, e continua ad esserlo, dall’apporto di esperti rappresentanti varie associazioni e congregazioni religiose. Si tratta di un cammino che è ancora ai suoi primi passi, mossi con la dovuta cautela e discrezione. Di un cammino, però, che ha già dato risultati significativi e lusinghieri.

Primo fra tutti il riconoscimento della plausibilità e della pertinenza dell’ipotesi anche da parte di teologi e mariologi partiti – per così dire – da una posizione di sospetto.38

In questa direzione penso che vada letta anche la concessione, da par-te della Pontificia Academia Mariana Inpar-ternationalis (PAMI), del suo patroci-nio al nostro Convegno. Ciò va detto senza dimenticare quanto, in que-sto riconoscimento, dobbiamo alla benevolenza del suo Presidente, Pa-dre Vincenzo Battaglia, che nei prossimi giorni ci onorerà anche con la sua presenza e con il suo qualificato apporto.

Ancora in relazione alla PAMI va segnalato che, nel corso del XXI Congresso Mariologico Mariano Internazionale svoltosi a Roma nei gior-ni 4-8 dicembre 2004, la proposta della ricordata ipotesi di lavoro interdi-sciplinare sul tema “Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cristiano”

fu accolta molto favorevolmente.39

Se è vero, infatti, che «una delle istanze che sollecitano maggiormente il contributo dei mariologi oggi è la riflessione su Maria, paradigma an-tropologico per gli uomini e le donne del nostro tempo»,40 è altrettanto vera la costatazione del minor peso che alla questione pedagogica – e, più terrogarci sulla presenza di Maria nel processo educativo. Il punto di visto pedagogico, in FARINA - MARCHI (a cura di), Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cristiano 35-37.38 Cf MARCHI, Il senso e le motivazioni 33.

39 Cf MARCHI Maria, Maria Immacolata è maestra di accoglienza della vita di Dio comunicata al cristiano. Relazione tenuta il 7 dicembre 2004 nel corso del XXI Congresso Mariologico Mariano Internazionale sul tema: Maria di Nazaret accoglie il Figlio di Dio nella storia, in Atti (in corso di stampa a cura della PAMI).

40 BATTAGLIA Vincenzo, Lettera alla Preside Suor Bianca Torazza, 2 luglio 2004, in PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE «AUXILIUM», Archivio.

specificamente, al ruolo di Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cri-stiano – è assegnato in sede di mariologia.41

Un’attenta e aggiornata rassegna bibliografica svolta da Stefano De Fiores sulla produzione mariologica internazionale del XX secolo evi-denzia infatti che tale tematica «raramente emerge in primo piano, […

nonostante la presenza di] un impegno e un progresso da parte di teolo-gi, [pedagogisti] e mariologi nel proporre e approfondire l’argomento nella sua duplice valenza, cioè in rapporto al Figlio e ai suoi discepoli».42

Urge un serio dialogo interdisciplinare in merito a tale questione. Ma ciò comporta, per dirla con le parole dello stesso De Fiores, «un’autenti-ca conversione del mariologo e un’impostazione inedita del discorso educativo».43

Se non che, tale impostazione presuppone, a mio avviso, una prelimi-nare apertura della teologia al tema dell’educazione. Oso proporla, questa sorta di “conversione” della teologia, perché suffragata dall’autorevole te-stimonianza di un noto teologo italiano, Giuseppe Angelini. Egli infatti mette in evidenza una duplice impasse:

– da una parte una situazione culturale – quella odierna – che pone un’autentica censura all’educazione deprivandola della sua “consistenza antropologica” e riducendola a pura istruzione o clinica;

– dall’altra la scarsa e sporadica attenzione accordata dalla ricerca teo-logica al tema dell’educazione, che ha impedito di riconoscere l’analogia e di istituire il confronto tra fede ed evento educativo.44

Va infatti notato che, se è vero che occorre riconoscere alla fede «la consistenza radicale di un atto libero [e] in tal senso essa non può in al-cun modo essere rappresentata come il risultato di un processo educati-vo[: ] l’educazione può al massimo disporre le condizioni per l’atto di fe-de»;45 è altrettanto vero che il momento qualificante dell’educazione è quello della libertà.46

41 Cf MARCHI, Maria Immacolata è maestra di accoglienza.

42 DE FIORES Stefano, Maria educatrice di Cristo e del cristiano nel cammino mario-logico del XX secolo, in FARINA - MARCHI (a cura di), Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cristiano 62. 81.

43 Ivi 83.

44 Cf ANGELINI Giuseppe, L’educazione cristiana. Congiuntura storica e riflessione teorica, in Teologia 26(2001)1, 81-82.

45 Ivi 83.

46 Cf l.cit.

Di conseguenza, «la rilevanza della fede in ordine all’educazione non può essere ridotta – [come sovente accade] – alla prescrizione di educare alla fede, specie se si intende tale aspetto quasi [come se] si aggiungesse ad altri. [Al contrario], la fede ha di che suggerire una comprensione complessiva dell’evento educativo; e tale comprensione eleva la pretesa d’essere vera, di potersi dunque raccomandare al consenso di ogni co-scienza. Più precisamente, tale comprensione corrisponde ad una ‘rivela-zione’, ad un evento cioè che toglie il velo che [impedisce] di compren-dere di che cosa in verità si [tratti] nell’educazione, come in ogni altro momento qualificante dell’esperienza umana».47

Tutto ciò fonda il coraggio di rivolgere un invito al dialogo interdisci-plinare fra teologia e mariologia da una parte, e pedagogia e scienze del-l’educazione dall’altra.

Teologia, mariologia, pedagogia devono insomma impegnarsi a ridare all’educazione e all’atto di fede la loro specifica consistenza antropologi-ca, pena la rinuncia alla causa dell’uomo, quella causa dell’uomo che è tutto il senso della redenzione e dell’educazione.

Non è impresa da poco, tanto più se teniamo presente la ben nota cri-si dell’educazione (e della pedagogia) nella cultura complessa contempora-nea; e se teniamo presente che molto sovente la risposta alla domanda di valori e alla stessa domanda religiosa avviene in forma «sbrigativamente kerigmatica», che non attrezza la coscienza del singolo al discernimento pratico. Ne deriva un «cristianesimo immaginario», un cristianesimo

“gnostico”, «per il quale i luoghi dello spirito sarebbero altri rispetto a quelli della civiltà».48

Un’autentica educazione della fede deve passare e coincidere con un’autentica educazione integrale in contesto.

Un’autentica educazione mariana deve passare e coincidere con un’autentica educazione integrale in contesto.

Il nostro Convegno osa proporre «il coraggio di educare»; non solo, ma «il coraggio di educare alla scuola di Maria». La proposta è ardita, come ardita è quella di mettere in dialogo teologia, mariologia, pedago-gia e scienze dell’educazione avanzata in sede del nominato Congresso PAMI.

47 Ivi 96-97.

48 Cf l.cit.

«Il coraggio di osare» – come lo chiamerebbe Romano Guardini49 – ricompensa quanti se ne assumono il rischio. In linea teorica ciò è avve-nuto, in quanto la nominata ipotesi è stata favorevolmente accolta come una pista praticabile e da praticarsi. Ma bisogna continuare ad avere il co-raggio – eventualmente – «di camminare nella direzione nella quale nes-suno ha camminato finora».50 Con la dovuta prudenza, ovviamente, con-sapevoli che congiungere la linea teorica con quella operativa non è sem-pre facile; consapevoli che tra il “dire l’educazione” (= pedagogia) e il

“fare educazione” l’armonizzazione non è automatica: al contrario, essa richiede l’acquisizione della dovuta competenza. I lavori i questi giorni si pongono in questa linea di impegno.

49 GUARDINI Romano, Libertà, grazia, destino, Brescia, Morcelliana 32000, 41.

50 GIOVANNI PAOLO II, Testimoniare con coraggio il primato dell’uomo, in Insegna-menti di Giovanni Paolo II, vol. II, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 1979, 1528. Fu, questo, il sorprendente programma lanciato da Giovanni Paolo II nell’atto di congedarsi dalla Polonia alla fine del suo primo viaggio apostolico nella terra natìa.

Il Comitato scientifico mi ha affidato il compito di presentare la struttura e i compiti dell’équipe di coordinamento e di offrire alcune indicazioni relati-ve ai Gruppi di lavoro e ai Laboratori.