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PARADIGMA DELL’ANTROPOLOGIA CRISTIANA

5. Maria Theotókos

5.1. Maria maestra di conformazione a Cristo

Un terzo aspetto dell’antropologia cristiana è la conformazione a Cri-sto. Maria, come Theotókos (dogma di Efeso), è colei che maggiormente e per grazia fu conformata al suo Figlio divino, come Immacolata, come Madre Vergine e come Madre Assunta in cielo in corpo e anima accanto al suo Figlio diletto.

A ragione quindi ella diventa la maestra per i cristiani nella contem-plazione del suo Figlio.

Sul Tabor e solo per breve tempo, Pietro, Giacomo e Giovanni furo-no rapiti dalla bellezza del Redentore, trasfigurato dalla luce della sua di-vinità. Maria, invece, si dedicò assiduamente alla contemplazione del suo Figlio divino a Betlemme come a Nazaret, a Cana come sul Calvario. In tal modo, la contemplazione di Cristo trova in lei un modello insupera-bile: «Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale».30

Giovanni Paolo II, nella sua lettera sul rosario, considera questa pre-ghiera popolare come la via di Maria, la via mariana di assimilazione a Cristo. Egli modula con finezza i riflessi dello sguardo adorante di Maria nei confronti di Gesù: «Sarà talora uno sguardo interrogativo, come nell’epi-sodio dello smarrimento nel tempio: “Figlio, perché ci hai fatto così?”

28 Ivi n. 16, in AAS 96(2004)10, 685.

29 L.cit.

30 GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica sul santo rosario: Rosarium Virginis Mariae n. 10 (16 ottobre 2002), in AAS 95(2003)1, 11.

(Lc 2,48); sarà in ogni caso uno sguardo penetrante, capace di leggere nell’in-timo di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e a indovinarne le scelte, come a Cana (cf Gv 2,5); altre volte sarà uno sguardo addolorato, so-prattutto sotto la croce, dove sarà ancora, in certo senso, lo sguardo della

“partoriente”, giacché Maria non si limiterà a condividere la passione e la morte dell’Unigenito, ma accoglierà il nuovo figlio a Lei consegnato nel discepolo prediletto (cf Gv 19,26-27); nel mattino di Pasqua sarà uno sguardo radioso per la gioia della risurrezione e, infine, uno sguardo ardente per l’effusione dello Spirito nel giorno di Pentecoste (cf At 1,14)».31

Maria ha vissuto con gli occhi fissi su Gesù, facendo tesoro di ogni sua parola e azione. E i ricordi di Gesù, impressi nella sua anima, costi-tuirono in un certo senso «il “rosario” che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena».32

La contemplazione di Gesù implica, però, anche un’esperienza vitale del mistero di comunione con lui. È questa la spiritualità cristiana, che si-gnifica conformazione a Cristo, avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (cf Fil 2,5), rivestirsi di Cristo (cf Rm 13,14; Gal 3,27). Il ro-sario consente a Maria di educarci e di plasmarci con sollecitudine mater-na, fino a quando Cristo non sia formato pienamente in noi (cf Gal 4,19).

Giovanni Paolo Il riporta una sua esperienza quando afferma: «Que-sta azione di Maria [...] non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, ma la facilita. È il luminoso principio espresso dal Concilio Vaticano II, che ho sperimentato tanto fortemente nella mia vita, facendone la base del mio motto episcopale: Totus tuus».33

Essendo Maria la creatura più conforme a Gesù Cristo, ne consegue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un’anima a Nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre. Più un’anima sarà consacrata a lei, più sarà consacrata a Gesù Cristo.

5.2. Maria guida all’Eucaristia

È molto ricca la relazione Maria – Gesù. Maria è Madre, educatrice, discepola e socia del suo Figlio divino. Lo ha generato al mondo, ne ha

31 L.cit.

32 Ivi n. 11, in ivi 12.

33 Ivi n. 15, in ivi 15.

accolto per prima la parola nella fede e ha cooperato attivamente con lui nella sua missione redentrice.

Un aspetto particolarmente suggestivo e attuale di questa relazione di Maria con Gesù è l’aspetto eucaristico. Maria ci è di guida verso questo Sacramento perché ha con esso una relazione profonda.

Per questo il Santo Padre, nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, ci ha esortato a metterci alla scuola di Maria, donna eucaristica, imitando tre fondamentali atteggiamenti eucaristico-mariani: l’obbedienza nella fede, la condivisione della passione e la spiritualità del Magnificat.

5.2.1. «Se l’Eucaristia è mistero di fede, che supera tanto il nostro in-telletto da obbligarci al più puro abbandono alla parola di Dio, nessuno come Maria può esserci di sostegno e di guida in simile atteggiamento».34

La fede eucaristica di Maria fu vissuta prima ancora dell’istituzione di questo Sacramento, dal momento che l’Eucaristia si pone in continuità con il mistero dell’incarnazione, essendo sua estensione e compimento.

Per questo c’è profonda analogia tra il fiat della Beata Vergine e l’amen del fedele alla comunione, il quale è chiamato a «credere che quello stes-so Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, si rende presente con l’intero suo essere umano-divino nei segni del pane e del vino».35

È nella fede che i fedeli crescono nell’amore a Gesù e alla sua Chiesa.

5.2.2. Un secondo atteggiamento eucaristico insegnatoci da Maria è quello del sacrificio. Dall’offerta di Gesù al tempio fino al Calvario, Maria vive una specie di comunione spirituale anticipata di desiderio e di offerta, che avrà il suo compimento nell’unione col Figlio sia nella passione sia nelle celebrazioni eucaristiche postpasquali presiedute dagli Apostoli. Ma nel memoriale del Calvario è presente anche la consegna che Gesù fa di cia-scuno di noi a Maria: «Ecco tua madre!» (cf Gv 19,27). Il sacrificio eucari-stico implica quindi questo dono mariano. E il fedele, sull’esempio di Gio-vanni, deve prendere con sé colei che ci viene data come Madre: e questo significa «assumere al tempo stesso l’impegno di conformarci a Cristo, mettendoci alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da lei».36

34 GIOVANNI PAOLO II, Lettera Enciclica sull’Eucaristia nel suo rapporto con la Chiesa: Ecclesia de Eucaristia n. 54 (17 aprile 2003), in AAS 95(2003)7, 469.

35 Ivi n. 55, in ivi 470.

36 Ivi n. 57, in ivi 471.

Ciò implica la croce, la notte oscura, il velo della non comprensione dei disegni di Dio nei nostri confronti. È un passaggio obbligato di maturità nella fede. Superando questo test, noi riceviamo una nuova vocazione, come Maria alla quale Gesù affida i suoi fratelli: è il momento della pa-ternità e mapa-ternità spirituale nella Chiesa.

5.2.3. Un terzo atteggiamento che Maria ci insegna è quello della spi-ritualità del Magnificat, dal momento che l’Eucaristia è un cantico di lode e di rendimento di grazie.37

Nel Magnificat Maria, oltre a fare memoria delle meraviglie del Signore nella storia della salvezza, annuncia sia la meraviglia che tutte le supera, l’Incarnazione redentrice, sia quei cieli nuovi e quella terra nuova, che nell’Eucaristia trovano la loro anticipazione e in certo senso il loro “dise-gno” programmatico. La spiritualità eucaristica del Magnificat ci fa appro-dare alla sponda escatologica, indirizzando il nostro sguardo verso la Ge-rusalemme celeste.

6. Maria persona aperta al trascendente