PARADIGMA DELL’ANTROPOLOGIA CRISTIANA
6. Maria persona aperta al trascendente 1. A immagine di Dio Trinità
Il quarto asserto dell’antropologia cristiana è la considerazione della persona aperta alla trascendenza. Essendo Maria – come afferma la co-stituzione dogmatica Lumen gentium – «Madre del Figlio di Dio, figlia pre-diletta del Padre e tempio dello Spirito Santo»,38 ella è la persona che più realizza la sua apertura alla trascendenza e, in concreto, la sua relazione a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.39
Conviene riproporre qui la rilettura che sant’Agostino fa del brano biblico sulla creazione dell’uomo e della donna: «E Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza […]. Dio creò l’uomo a
37 Cf ivi n. 58, in ivi 471-472.
38 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa:
Lumen gentium (LG) n. 53 (21 novembre 1964), in EV/1, 427.
39 Cf AMATO Angelo, Maria e la Trinità. Spiritualità mariana ed esistenza cristiana
= Alma Mater. Mariologia 21, Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo 2000; DE
FIORES Stefano, Trinità mistero di vita. Esperienza trinitaria in comunione con Maria = Universo teologia. Dogmatica 74, Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo 2001.
sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò»
(Gn 1,26-27).
In questo brano nel verbo “facciamo” e nell’espressione “nostra im-magine”, la tradizione patristica ha visto una evocazione trinitaria.
Sant’Agostino nel suo De Trinitate osserva: «Facciamo l’uomo a immagine e somiglianza nostra, dato che il testo non dice “a mia immagine”, né “a tua immagine”, crediamo che l’uomo sia stato fatto ad immagine della Tri-nità (ad imaginem Trinitatis factum hominem credimus)».40
E ancora: «Facciamo e nostra è un plurale che si deve intendere soltanto nel senso delle relazioni [...], nel senso che erano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che lo facevano, ad immagine dunque del Padre, del Fi-glio e dello Spirito Santo, affinché l’uomo esistesse come immagine di Dio».41
«La parola: nostra – continua il Santo –, essendo un plurale, sarebbe impropria, se l’uomo fosse stato fatto a immagine di una sola persona, sia quella del Padre, del Figlio o dello Spirito Santo. Ma poiché veniva fatto ad immagine della Trinità, per questo si ha l’espressione: ad immagine no-stra. Al contrario, per evitare che ritenessimo di dovere credere che ci so-no tre dèi nella Trinità, dato che questa stessa Trinità è un solo Dio, la Scrittura dice: E Dio fece l’uomo a immagine di Dio; come se dicesse: Ad im-magine sua».42
Dice a ragione Bruno Forte: «La visione che la fede cristiana ha del-l’uomo è dunque propriamente trinitaria: come la creazione è storia tri-nitaria di Dio, così l’espressione più alta di essa è profondamente segnata dal rapporto, costitutivo ed essenziale, con la Trinità. L’uomo è immagi-ne del Dio trinitario».43
Essere a immagine di Dio significa avere la vocazione a vivere in dia-logo con Dio, essere capaci di ascoltare la sua parola, di fare storia con lui, di essere in comunione con lui: si tratta della relazione di ogni perso-na umaperso-na che vive la propria libertà in riferimento a Dio.
Maria è, quindi, doppiamente creatura trinitaria, sia in quanto persona
40 AGOSTINO, La Trinità, 14, 19, 25 = Opere di Sant’Agostino, Roma, Città Nuova 1973, 611.
41 Ivi 7, 6, 12, in ivi 321.
42 Ivi 12, 6, 6, in ivi 471.
43 FORTE Bruno, Trinità come storia = Prospettive teologiche 5, Cinisello Bal-samo (Milano), Edizioni Paoline 1985, 175.
umana, sia in quanto ha una specialissima relazione con le tre Persone divine. Per questo è stata ampiamente celebrata lungo i secoli.
Cirillo Alessandrino († 444), in un’omelia contro Nestorio tenuta ad Efeso, esalta Maria, la Theotókos «per mezzo della quale la santa Trinità è glorificata e adorata in tutta la terra abitata».44
Alla fine di un’omelia mariana di un anonimo del sec. VII, c’è questa lode trinitaria a Maria: «Tu brilli con splendore di luce nei sommi regni spirituali, dove è glorificato il Padre che non ha inizio, lui che ha disteso su di te la sua ombra; dove è adorato il Figlio, che tu hai generato secon-do la carne; secon-dove è celebrato lo Spirito Santo, che nel tuo seno portò a termine la nascita del grande Re.
Per mezzo di te, o piena di grazia, la santa e consostanziale Trinità è conosciuta nel mondo intero. Insieme a te, dégnati di rendere partecipe anche noi della tua perfetta grazia in Cristo Gesù nostro Signore, insieme al quale sia gloria al Padre e allo Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen».45
Giovanni Damasceno († 749), in un’omelia sulla natività della Beata Vergine, così esalta l’azione di Dio Trinità in lei: «Santo è Dio, il Padre, che si è compiaciuto che in te e da te fosse adempiuto il mistero da lui stabilito prima dei secoli (cf 1 Cor 2,7). Santo il possente, il Figlio di Dio e Dio l’Unigenito, che oggi ti ha fatto nascere, primogenita di una madre sterile affinché, essendo unigenito del Padre e “primogenito di tutta la creazione” (Col 1,5), da te nascesse unigenito di una Vergine Madre, pri-mogenito di “molti fratelli” (Rm 8,29), simile a noi, partecipe per opera tua della carne e del sangue [...]. Santo l’immortale, il santissimo Spirito, che con la rugiada della sua divinità non ti ha fatto consumare dal fuoco divino. Ciò, infatti, prefigurava il roveto di Mosè (cf Es 3, 1ss)».46
44 CIRILLO DI ALESSANDRIA, Omelia IV, tenuta ad Efeso contro Nestorio:
PG 77, 992-996, inGHARIB Georges - TONIOLO Ermanno- GAMBERO Luigi -DI NOLA Gerardo(a cura di), Padri e altri autori greci = TMPM, vol. 1, 490.
45 PSEUDO GREGORIO TAUMATURGO, Omelia II sull’Annunciazione: PG 10, 1156B-1169D, in GHARIB - TONIOLO - GAMBERO - DI NOLA (a cura di), Padri e altri autori greci 758.
46 GIOVANNI DAMASCENO, Omelia sulla natività di Maria: PG 96, 661-680, in GHARIB Georges - TONIOLO Ermanno - GAMBERO Luigi - DI NOLA Gerardo (a cura di), Padri e altri autori bizantini (VI-XI sec.) = TMPM, vol. 2, Roma, Città Nuova 1989, 506-507.
Giovanni di Eubea (sec. VIII) chiama Maria «sposa e letto immaco-lato dell’indivisa Trinità».47
Il benedettino Pietro di Celle († 1183), contemplando Maria alla luce della Trinità, esclama: «Sei la Madre di colui il cui padre è Dio Padre; sei la Madre di colui dal quale, come pure dal Padre, procede lo Spirito Santo [...]. A te viene, quale ospite illustrissimo, Dio: Padre, Figlio e Spi-rito Santo [...]. Abramo non ricevette la visita di questi ospiti, come nep-pure Lot; e nessuno dei santi ebbe una visita del genere da parte di questi personaggi. E se qualche volta Dio è entrato in modo invisibile nelle anime dei santi con il dono della grazia dello Spirito Santo, quando mai e in chi mai è entrato l’Unigenito Figlio di Dio per incarnarsi? Quale grem-bo è rimasto fecondato per opera dello Spirito Santo? Quale carne e quale sangue si sono trasformati nella carne dell’Uomo Dio?».48
Adamo di San Vittore († 1192), in una sequenza mariana, chiama Ma-ria «Madre della pietà e nobile triclinio di tutta la Trinità».49
San Francesco d’Assisi († 1226), in un’antifona mariana, esclama:
«Santa Maria Vergine, non vi è alcuna simile a te, nata nel mondo, tra le donne, Figlia e Ancella dell’altissimo sommo Re, il Padre celeste, Madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo;
prega per noi con san Michele arcangelo e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi, presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signore e Mae-stro».50
Lo stesso Francesco nel Saluto alla Beata Vergine Maria:
«Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,
che sei vergine fatta Chiesa (virgo ecclesia facta) ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata
47 GIOVANNI DI EUBEA, Omelia sulla concezione della beata Vergine Maria: PG 1460-1500, in ivi 587.
48 PIETRO DI CELLE, Sermone 13 sulla Purificazione: PL 202, 675-676, in GAM
-BERO Luigi(a cura di), Autori medievali dell’Occidente secoli XI-XII =Testi mariani del secondo millennio (TMSM), vol. 3, Roma, Città Nuova 1996, 396.
49 ADAMO DI SAN VITTORE, Sequenza sulla Beata Vergine 383-384, in ivi 436.
50 CAROLI Ernesto (a cura di), Fonti francescane, Scritti e biografie di san Francesco d’Assisi, Cronache e altre testimonianze del primo secolo francescano, Scritti e biografie di santa Chiara d’Assisi, Padova-Assisi, Messaggero-Movimento francescano 41996 n. 281, p. 185.
insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene.
Ave, suo palazzo,
ave, suo tabernacolo, ave, sua casa, Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella, ave, sua Madre».51
Sant’Antonio di Padova († 1231), applicando a Maria un verso del Si-racide (cf Sir 43,2), scriveva: «La beata Maria è detta vaso perché talamo del Figlio di Dio, dimora speciale dello Spirito Santo, “triclinio della san-ta Trinità”».52
Il parigino Filippo il Cancelliere († 1236), in un testo poetico per la celebrazione delle Sette Gioie di Maria, così canta: «Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te! O Vergine, tempio della Trinità, ornamento della suprema bontà e misericordia. Colui che ha visto la dolcezza della tua umiltà, della tua soavità e fragranza, viene annunciato che nascerà da te quando, per mezzo dell’angelo, ti viene inviato un saluto di grazia».53
Sant’Alberto Magno († 1280), celebre maestro di san Tommaso d’A-quino e dichiarato santo e dottore della Chiesa nel 1931, in uno dei suoi trattati qualifica Maria come casa della santissima Trinità: «Questa è la ca-sa in cui quei tre grandi Artefici e Creatori del mondo, cioè il Padre, il Fi-glio e lo Spirito Santo, discesero per fabbricare e consacrare la dimora stessa della Sapienza. Perciò ella stessa è il triclinio in cui si celebrano le nozze [...]. Il triclinio è il grembo della beata Vergine: casa di abitazione e officina di tutta la Trinità; cenacolo per il banchetto; fabbrica per forgiare il corpo del Redentore; cenacolo per consumare con noi il nutrimento della nostra riconciliazione».54
La mistica cistercense Matilde di Magdeburgo (sec. XIII) nel suo sor-prendente libro, La luce fluente della divinità, così celebra l’incarnazione del
51 Ivi n. 259, p. 176.
52 ANTONIO DA PADOVA, Sermone per l’Annunciazione della Beata Maria, in GAMBERO Luigi (a cura di), Autori medievali dell’Occidente secoli XIII-XIV = TMSM, vol. 4, Roma, Città Nuova 1996, 154.
53 FILIPPO IL CANCELLIERE, Devozione delle sette gioie di Maria, in ivi 169.
54 ALBERTO MAGNO, Sulla natura del Bene. In Maria si celebrano le nozze tra Cri-sto e la Chiesa, in ivi 332.
Verbo in Maria: «La dolce rugiada della Trinità increata, dalla sorgente dell’eterna divinità rifluì nel fiore dell’eletta fanciulla; e il frutto del fiore è un Dio immortale e un Uomo mortale e la viva consolazione di un amo-re imperituro. Il nostro Redentoamo-re è diventato il nostro Sposo!».55
La stessa Matilde poi mette in bocca alla Beata Vergine il significato della sua elezione a Madre del Salvatore, dopo il dramma della caduta:
«Quando l’esultanza del Padre nostro fu offuscata dalla caduta di Ada-mo, cosicché egli dovette indignarsi, allora la Sapienza eterna dell’onni-potente Dio subì una provocazione. Pertanto il Padre onnidell’onni-potente mi ha scelto come Sposa per poter avere qualcuno da amare, dal momento che la sua amata sposa, ossia la nobile anima, era morta. E così il Figlio mi ha scelto come Madre e lo Spirito Santo mi accolse come Amata. Allora io solo divenni la Sposa della santa Trinità e la Madre degli orfani, e li portai al cospetto di Dio affinché non dovessero sprofondare, quantunque ad alcuni di loro accadde».56
Raimondo Lullo († 1315), commentando Lc 1,28 «Il Signore è con te», scrive: «Quando il Figlio di Dio assunse umana carne in nostra Si-gnora santa Maria, l’angelo Gabriele disse che il Signore era con nostra Signora, ossia che Dio stesso, che è il Signore, era con lei. E poiché Dio è in tre persone, Dio Padre era con nostra Signora quando ella al saluto dell’angelo concepì il Figlio di Dio incarnato. E all’Incarnazione presen-ziò lo Spirito Santo, il quale per virtù della sua potenza fece sì che nostra Signora, pur essendo vergine, concepisse il Figlio senza perdere la vergi-nità. Così il Figlio potè assumere carne umana grazie alla santità del suo concepimento da parte di nostra Signora».57
Per Ubertino da Casale (sec. XIV) all’annunciazione Maria divenne Sposa del Padre, Madre e socia del Figlio, scrigno dello Spirito Santo, santuario della Trinità.58
Commentando il passo dell’Ave Maria, “Dominus tecum”, Gerolamo Savonarola († 1497) afferma: «Nelle altre creature il Signore abita spiri-tualmente, mediante la grazia, mentre in te Iddio abita sia spiritualmente che corporalmente. Il Padre è con lei come sposo con la sua diletta
spo-55 MATILDE DI MAGDEBURGO, La luce fluente della divinità, in ivi 360.
56 Ivi 361.
57 RAIMONDO LULLO, Terzo Sermone. Il Signore è con te, I, in ivi 482-483.
58 Cf UBERTINO DA CASALE, [Presentazione: Arbor vitae crucifixae Jesu], in ivi 516.
sa. E il Figlio è con lei come un figlio con la sua desiderata madre. Egli fu con lei e in lei come ospite nel suo dolce ospizio, abitando prima nella sua mente e poi nel suo grembo benedetto. O felice casa che meritasti di ricevere un così grande ospite e signore! Lo Spirito Santo è con lei come balsamo in un prezioso vaso d’avorio, in quanto egli la riempì di ogni olezzo di virtù e di ogni celeste dolcezza. O beata Vergine, che sei di-ventata città e casa di tutta la Trinità, Figlia e Sposa del Padre, Madre del Figlio, Sacrario dello Spirito Santo! Veramente il Signore è con te più che con tutte le sue altre creature. Per cui è veramente ben detto questo: Do-minus tecum: il Signore è con te!».59
Nella prima anafora mariana della Chiesa etiopica, al Preconio, si loda la Trinità per quanto ha operato in Maria: «Santo Iddio Padre, che di te si dilettò; santo il Figlio, che abitò nel tuo seno; santo il Paraclito, che ti santificò e ti purificò».60 In conclusione, in Maria la Chiesa ha ammirato il riflesso della santità divina sul volto dell’umanità.
Il Concilio Ecumenico Vaticano Il sintetizza in modo mirabile questa identità trinitaria di Maria chiamandola «Madre del Figlio di Dio, e perciò figlia prediletta del Padre e sacrario dello Spirito Santo».61 E poi aggiun-ge: «Per questo dono di grazia eminente ella supera di molto tutte le altre creature, celesti e terrestri».62
Unica e irripetibile, infatti, è la relazione che Maria vive con le singole Persone della Trinità: «Dal Padre ella riceve il Figlio del divino amore, eternamente generato da Dio che, in un’autentica nascita umana, diviene anche suo vero figlio, frutto del suo grembo e del suo amore. Col Verbo vive l’intimità dell’amore materno, gli dona la natura umana, che immo-lata sulla croce sarà causa universale di salvezza, ed è a lui associata nel-l’opera della redenzione. Adombrata dallo Spirito Santo, diviene il tem-pio della sua presenza, mentre il suo grembo, ricolmo della grazia divina, ricalca in terra i tratti di quell’abbraccio d’amore, in cui il Padre genera eternamente il Figlio».63
59 GEROLAMO SAVONAROLA, Commento all’Ave Maria. Il Signore è con te, in ivi 670-671.
60 Così canta il preconio della prima anafora mariana della Chiesa etiopica (MESSALE ETIOPICO, Prima anafora mariana attribuita a Ciriaco di AL-BAHNASA. Praeconio I, in ivi 998).
61 LGn. 53, in EV/1, 427.
62 L.cit.
63 CERIANI Maurizio, Maria nel mistero della Trinità secondo i testi eucologici della
6.2. Maria come essere relazionale
Notiamo che il concetto di persona trinitaria, come relazione, è oggi applicato anche alla persona umana, come essere dialogale e relazionale.
Questo non significa, però, che la realtà della persona sia completamente
“estatica” e si risolva interamente nel suo esse ad. Anzi, la sua misteriosa e inalienabile originalità emerge e si rafforza proprio in questa apertura al-l’altro.
Maria realizza in pieno questa identità della persona umana come es-sere relazionale, come eses-sere che si rapporta sia alle persone divine, a Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, sia a tutta l’umanità, di cui è la madre spirituale.
Grignion de Montfort, nel Trattato della vera devozione a Maria, ha una intuizione geniale quando afferma: «Maria è tutta relativa a Dio, e io la chiamerei benissimo l’essere relazionale a Dio, che non esiste se non in rela-zione a Dio, o l’eco di Dio, che non dice e non ripete se non Dio».64
Questa relazionalità viene dal Montfort arricchita anche dalla relazio-nalità verso l’umanità. Maria, infatti, arricchita di doni divini, li riversa abbondantemente sull’umanità. Essa è destinataria nei confronti delle Per-sone trinitarie, e mittente nei confronti dell’umanità.
Questa completa relazionalità mariana viene chiamata da Stefano De Fiores il Grundaxiom monfortano.65 Già il cardinale Pierre de Bérulle (1575-1629) aveva opportunamente definito Maria come «la persona più degna che potrà mai esistere dopo le persone divine».66
Collectio Missarum de B. M. Virgine. Approfondimenti dell’osmosi tra Lex orandi e Lex credendi, n. 42, in Rivista Liturgica 89(2002)3, 485-486.
64 GRIGNION DE MONTFORT Ludovicus Maria, Trattato della vera devozione a Maria, n. 225, in CIRIMOTIC Luka(a cura di), San Luigi Maria Grignion di Montfort.
Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine Maria, commentato da laici con la spiegazione della spiritualità della consacrazione, Padova, Salus Infirmorum & Editrice Ancilla 1998, 228.
65 Cf DE FIORES Stefano, Il tipo antropologico-trinitario proposto da Montfort, in ASSOCIAZIONE MARIOLOGICA INTERDISCIPLINARE ITALIANA (AMI) - CORTI
-NOVIS Battista- DE FIORES Stefano - VIDAU Enrico (a cura di), Spiritualità trini-taria in comunione con Maria secondo Montfort, Atti dell’8° Colloquio Internazionale di ma-riologia (Roma 11-13 ottobre 2000) = Biblioteca di Theotokos 8, Roma, Edizioni Monfortane 2002, 88.
66 DE BERULLE Pierre, Élévation à la très-sainte Trinité sur le mystère de
l’incar-E sottolineando la sua relazionalità trinitaria lo stesso Bérulle aveva affermato: «Così la Vergine non era che una relazione verso l’eterno Pa-dre, che la rese madre di suo Figlio, verso l’unico Figlio in quanto sua Madre. Tutto l’essere e lo stato della Vergine era fondato e fuso in questa disposizione di relazione».67
Per questa sua relazionalità a Dio, Maria non costituisce un ostacolo alla comunione con Dio Trinità, ma, al contrario, la facilita. Per questo il Montfort porta anche il paragone dell’eco, che rimanda a Dio tutto quel-lo che si riferisce a Maria.
Il magistero della Chiesa ripropone l’affermazione del Montfort, quando nella Marialis Cultus di Paolo VI afferma: «Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto dipende da lui».68
7. Conclusione
Alla fine della nostra proposta antropologica ci accorgiamo che la sua realizzazione richiede una intensa vita di grazia, che, pur essendo nel no-stro progetto formativo, tuttavia viene quotidianamente smentita da in-corrispondenze e dimenticanze, spesso gravi.
E allora ci viene in mente la domanda di Maria all’Angelo: come è possibile questo? come è possibile incarnare oggi l’autentica antropologia cristiana, così esigente e così totalizzante?
La risposta dell’Angelo a Maria serve anche per noi: Niente è impos-sibile a Dio.
Ma quali sono in concreto i segni della possibilità dell’antropologia cristiana nella cultura di oggi?
La Chiesa ci dà quotidianamente una duplice risposta.
La prima risiede nella sua diuturna opera di santificazione sacra-mentale dei fedeli, mediante soprattutto i sacramenti del battesimo, del-la riconciliazione e dell’eucaristia. Si tratta di queldel-la corrente di santità segreta, non appariscente ma reale, che attraversa la Chiesa e che viene vissuta e interpretata da moltitudini di cristiani, che, nell’umiltà della lo-ro esistenza quotidiana, corrispondono con fedeltà alla lolo-ro vocazione nation, in BOURGOING Paul (a cura di), Oeuvres complètes, Paris, Migne 1856, 516.
67 Ivi 1144.
68 MC n. 25, in EV/5, 51.
di figli del Padre, redenti in Cristo e ostensori della grazia dello Spirito santo.
La seconda risposta è quella pubblica e ufficiale della Chiesa, che con-tinuamente presenta ai fedeli e al mondo intero modelli riusciti di antro-pologia cristiana nei santi che dimostrano al meglio la possibilità del cri-stianesimo. Oltre a Maria, Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta, Papa Giovanni XXIII costituiscono solo alcuni dei fiori più belli di quell’im-menso giardino sommerso che è la santità cristiana.
Alla cultura postmoderna cinica, nichilista e relativistica, la Chiesa ri-sponde non solo con la dottrina dei maestri, ma soprattutto con la testi-monianza molto più convincente dei suoi innumerevoli testimoni, prima tra di essi la beata Vergine Maria.
DIBATTITO
Premessa al dibattito
Mons. Amato – Mentre vi preparate ad intervenire io faccio una considerazione. Quando lavorerete nei laboratori è importante tenere presenti i cardini dell’antropologia cristiana. Questi cardini vengono vis-suti esistenzialmente in Maria e non solo, ma sono anche presenti nei
Mons. Amato – Mentre vi preparate ad intervenire io faccio una considerazione. Quando lavorerete nei laboratori è importante tenere presenti i cardini dell’antropologia cristiana. Questi cardini vengono vis-suti esistenzialmente in Maria e non solo, ma sono anche presenti nei