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PARADIGMA DELL’ANTROPOLOGIA CRISTIANA

5. Epilogo aperto

A titolo di riflessione conclusiva, permettetemi di ritornare ancora su quanto scriveva la vostra sorella Maria Marchi. Ella affermava che Maria, in quanto educatrice, «[è] tutta da scoprire. Maria è soggetto attivo e in-sostituibile nell’educazione di ogni cristiano e di ogni uomo. Che lo sap-pia o no. Che lo sapsap-piano o no gli educatori. Che lo sapsap-piano o no gli stessi educandi. Ma “le cose cambiano” e molto, quando l’educatore, per primo, e lo stesso educando riescono a scoprire questo aiuto materno, ri-escono ad individuarlo e ad affidarsi ad esso per trovare la via più “eco-nomica” (cioè più rapida o per lo meno più sicura) per conformarsi ad immagine del Figlio».60

«Affidarsi a Maria e riscoprirla come presenza materna e come aiuto nel proprio cammino di iniziazione alla vita consacrata propria della FMA. La giovane cerca di approfondirne la conoscenza mediante la meditazione del Vangelo e lo studio della teologia» (ivi 116-117).

58 Cf RM 40, in EV/10, 1382.

59 MARCHI Maria, Il ruolo di Maria nell’azione educativa dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, in MANELLO MariaPiera(a cura di),Madre ed Educatrice. Contri-buti sull’identità mariana dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice = Il Prisma 8, Roma, LAS 1988, 179.

60 Ivi 178.

E mi piace che nel vostro progetto formativo, intitolato Nei solchi del-l’Alleanza, abbiate scritto frasi programmatiche del seguente tenore:

«Sul Calvario Maria ha accolto il discepolo con il quale Gesù si è identificato. In quanto madre è chiamata ad educare, a mettere in luce in ciascuno dei suoi figli e figlie l’identità più profonda che ci è stata comu-nicata dal Padre, in Cristo, per mezzo dello Spirito Santo. Ella con la sua maternità educativa contribuisce cioè a formare in ciascuno l’immagine di Cristo (cf Gal 4,19) impressa in tutti fin dalla creazione.

Come madre e maestra, la Vergine ci ispira lo stile di una vita religiosa contemporanea al nostro tempo e ci aiuta a trovare le strade più adatte per divenire segno ed espressione dell’amore preveniente di Dio per i giovani. [...] La nostra metodologia educativa trova perciò in Maria la sin-tesi delle sue varie componenti».61

61 ISTITUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE, Nei solchi dell’Alleanza 30.

Le coordinate “scienze dell’educazione”

Tavola Rotonda

Introduzione

Antonio ESCUDERO sdb∗

Prima di sentire i sei prossimi interventi annunciati nel programma, si possono dire tre parole per identificare il senso di questa “tavola roton-da”, rispondendo alle domande sul come e sul perché essa si colloca nella seconda giornata del Convegno, in modo tale da rendere noto quello che si può e quello che non ci si deve attendere dai contributi che seguiranno immediatamente.

1. Innanzitutto occorre dire che si passa, in questo momento, dalla lettura teologica e biblica del mattino sul tema allo studio, alle prospettive e agli interrogativi che pongono altre discipline di diversi ambiti: le scien-ze dell’educazione, la ricerca storica, la teologia pratica caratterizzano altri approcci all’argomento mariano che indaga sulla presenza e sul signifi-cato della madre di Gesù nel processo educativo.

2. In secondo luogo serve ricordare che adesso si intende passare dal-le visioni più sistematiche deldal-le relazioni del mattino a nuove suggestioni e domande con lo scopo di aprire alcune sollecitazioni, forse problemati-che, ma certamente proficue per essere più consapevoli della complessità del discorso che stiamo affrontando. Si tratta cioè di ascoltare altre voci

* Docente di Mariologia, Università Pontificia Salesiana, Roma.

che hanno lo scopo, in questo contesto di lavoro interdisciplinare, di ri-condurci costantemente all’interno di uno sguardo sulla realtà educativa.

Inizierà la tavola rotonda Sr. Pina Del Core con un contributo inqua-drato nell’ambito della competenza psicologica. L’intervento va sulla li-nea della psicologia dello sviluppo; prende in esame l’incidenza dell’esempla-rità nel processo di costruzione dell’identità, dal momento che Maria è presentata sovente come modello ed esempio di donna e di vita cristiana.

Il passo successivo sarà offerto dalla prospettiva della filosofia dell’edu-cazione, con una proposta condotta da Sr. Maria Spólnik, che illustrerà la comprensione del soggetto umano coinvolto in un percorso di crescita dove è anche riconoscibile la singolarità della madre di Gesù nel suo cammino esistenziale.

Sr. Maria Marcellina Pedico presenterà una lettura dal punto di vista ma-riologico-pastorale, segnalando le principali dimensioni della pietà mariana a vantaggio di una sua corretta interpretazione in ambito educativo.

Dalla lettura del dato globale della pietà mariana si sposterà l’atten-zione sul tema specifico dell’affidamento, considerato dalla prospettiva teologico-liturgica:1 tale sarà l’oggetto dell’intervento di Sr. Antonella Me-neghetti, che prenderà in esame la formula di “affidamento a Maria” co-me espressione di una fede matura che il credente rinnova in una dispo-sizione di costante crescita.

Sr. Grazia Loparco mostrerà gli elementi di una indagine sulla com-ponente mariana di esperienze educative in ambito cattolico nel XIX se-colo.

Chiuderà questa serie di proposte molteplici la riflessione di Sr. María Esther Posada, la quale, con la competenza specifica della teologia spiri-tuale, richiamerà l’esperienza carismatica delle origini dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con particolare attenzione agli aspetti che parlano della sua essenziale caratterizzazione mariana.

Bisogna ricordare che questo stile di lavoro di aperto confronto tra approcci che si costruiscono in base non soltanto a varie sensibilità ma a veri percorsi scientifici, propri di discipline diverse, è stato il metodo con il quale la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” ha lavorato in questi ultimi anni per trattare la questione sul ruolo di Maria

1 Come risulta dal programma del Convegno (cf dépliant), in merito alla pro-spettiva liturgica era previsto l’intervento del prof. Ignacio Maria Calabuig, che per gravi motivi di malattia ha dovuto declinare la sua disponibilità.

nell’educazione di Gesù Cristo e del cristiano. Tale cammino di ricerca è servito a maturare l’impostazione del presente convegno. Sarebbe ugual-mente interessante sentire successivaugual-mente il risvolto teologico-biblico relativo alle suggestioni che saranno espresse.

3. In terzo luogo sarà evidente che ora passiamo dai quadri generali di riferimento alla loro traduzione in chiave di orientamento esplicito ai processi educativi: il quadro antropologico e biblico disegnato al mattino richiede infatti lo sviluppo di precisi momenti di mediazione per giungere alla concretezza della realtà educativa. Si dovrebbe così operare un pas-saggio dalle prospettive generali all’individuazione di percorsi educativi, evitando sia la perdita di significati già evidenziati, sia la riduzione della loro forza propositiva, sia la dispersione e la frammentarietà negli inter-venti educativi, effetto di un ascolto soltanto formale.

4. Mi sia permesso, data la conoscenza del contenuto degli interventi, anticipare alcuni brevi rilievi. Potrete verificare come ogni relatrice si è lasciata interpellare veramente dalla tematica mariana avviando un lavoro ermeneutico che non è semplice, perché richiede di andare ad esplorare un terreno generalmente non familiare alla propria competenza. Da ognuno di questi interventi, inoltre, emerge l’esigenza di un’attenta lettu-ra di alcuni tlettu-ratti carismatici e delle corrispettive plettu-rassi e/o tlettu-radizioni che rischiano di essere emarginati, dati per scontati, oppure banalizzati: qui si deve riconoscere uno dei vantaggi del lavoro interdisciplinare che vo-gliamo promuovere. Infine, con gli interventi di questa tavola rotonda, siamo condotti a riconoscere che la figura e la vicenda esistenziale della Madre di Gesù costituiscono una realtà costantemente interpretata nella vita della Chiesa sin dal primo momento dell’annuncio cristiano; allo stesso tempo Maria si mostra come un soggetto interpretante, poiché parlando di Lei parliamo di noi; comprendendo la vicenda mariana com-prendiamo noi stessi; indagando nel suo vissuto in realtà emerge qualco-sa di noi. Per questo motivo il lavoro che stiamo conducendo non è di carattere speculativo o di erudizione, lontano dal nostro interesse, ma è un impegno eminentemente pratico perché la comprensione e la conti-nua scoperta della figura e dell’opera della Madre di Dio fanno appello alla vita e alla nostra missione educativa.

DI MODELLO IDENTIFICATIVO