Nel clima di gioia proprio del Santo Natale, sono lieto di rivolgere il mio saluto e augurio a tutti voi, che partecipate a questo Convegno In-ternazionale che ha come tema “Io ti darò la maestra”. Il coraggio di educare al-la scuoal-la di Maria. In particoal-lare saluto al-la Madre Antonia Colombo, che anima, incoraggia e opera sempre perché la presenza di Maria sia ricono-sciuta e valorizzata nella vita religiosa e nell’impegno educativo. Saluto inoltre la Preside, Suor Hiang-Chu Ausilia Chang, e tutti i membri della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, che hanno promosso questo Convegno pedagogico e mariano, essendo così fedeli ai loro compiti istituzionali e carismatici di favorire il dialogo tra la fede e l’educazione.
In questi giorni abbiamo ascoltato e ascolteremo i racconti dell’evan-gelista Luca, che descrivono la presenza discreta, ma efficace, di Maria accanto a Gesù fin dalla sua infanzia. Alla sua nascita Maria si prese cura amorevolmente di lui: ella lo diede alla luce, lo avvolse in fasce e lo depo-se in una mangiatoia. Quando poi i pastori giundepo-sero a Betlemme e riferi-rono ciò che avevano udito dall’angelo, tutti rimasero stupiti, mentre
«Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,35).
Otto giorni dopo, Gesù fu presentato al tempio; suo padre e sua madre si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone allora preannunciò a Maria il suo coinvolgimento nello stesso destino del figlio: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,35).
∗ Rettor Maggiore della Società di San Francesco di Sales e Gran Cancelliere dell’Università Pontificia Salesiana e della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Edu-cazione “Auxilium”, Roma.
A conclusione del vangelo dell’infanzia, Luca narra lo smarrimento e il ritrovamento di Gesù al tempio. Dopo tre giorni di ricerca, i genitori lo trovarono nel tempio seduto in mezzo ai dottori. Lo stupore degli ascol-tatori diventa sconcerto per i genitori di Gesù. Non si sarebbero mai aspettati un comportamento simile: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48b). Il rimprovero di Maria è deli-cato e nello stesso tempo preciso. Gesù motiva la sua scelta con un se-condo interrogativo: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49). La conclusione del racconto è sorpren-dente: Maria e Giuseppe «non compresero le sue parole. […] Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2, 50-52).
Maria è sollecita e premurosa, si stupisce del figlio Gesù, si lascia co-involgere nella sua vicenda, non comprende il suo mistero, custodisce nel suo cuore tutti gli avvenimenti e li medita profondamente collegandoli, fino al calvario e al cenacolo. Maria ci insegna che l’educazione è stare accanto, ascoltando e interrogando, operando e meditando, cercando ri-sposte e stimolando attuazioni; educare è comprendere e rispettare il mi-stero del figlio, che ha una vocazione che gli viene da Dio.
Nella nostra storia carismatica Maria è stata e continua ad essere una presenza animatrice, per noi e per i giovani. Nel sogno dei nove anni, ella è profeticamente indicata a Giovannino Bosco come la guida: «Io ti darò la maestra». Maria è la guida che indica il cammino spirituale, che aiuta e sostiene l’impegno educativo ed evangelizzatore, che infonde speranza, che incoraggia e orienta: «Renditi umile, forte e robusto». E subito ella si met-te all’opera nella vita di Giovannino, fino alla fine: «è lei che ha fatto tutto».
Nella nostra spiritualità e nella nostra missione Maria si pone a servizio della crescita della fede e dello sviluppo della persona. Senza la presenza di Maria, la nostra vita spirituale è più tiepida e l’azione educatrice ed evangelizzatrice è meno audace.
È un dono per tutta la Famiglia Salesiana il forte appello mariano, che sempre ci viene dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Questa è la vostra missione: richiamarci alle origini e agli sviluppi mariani del nostro carisma. È particolarmente un dono per tutti questo Convegno Interna-zionale, che intende aiutarci ad approfondire e a vivere i dinamismi che la fede di Maria e il suo aiuto possono mettere in atto per l’educazione e l’evangelizzazione. Oggi abbiamo bisogno di essere coraggiosi di fronte
alle sfide ardue dell’educare e dell’evangelizzare. A nome di tutta la Fa-miglia Salesiana di don Bosco vi sono grato per questo pregevole contri-buto e, sin d’ora, vi posso assicurare che ne faremo tesoro.
Suor Antonia COLOMBO fma∗
Rettor Maggiore don Pascual Chávez, Gran Cancelliere della Facoltà, autorità religiose, membri dei Consigli generali SDB e FMA, rappresen-tanti dei vari gruppi della Famiglia Salesiana, di Istituzioni e Congrega-zioni religiose interessate al tema, docenti della Facoltà “Auxilium”, so-relle provenienti dalle diverse ispettorie, FMA designate dalle Conferenze interispettoriali: a tutti il mio saluto e il sincero benvenuto a questo Con-vegno, da tempo preparato, a lungo desiderato.
Come anticipavo nella lettera di convocazione, il 2 febbraio scorso,1 il Convegno è in qualche modo un punto di arrivo. Preceduto da due Se-minari – Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cristiano: 1. La pedagogia in-terroga alcune fonti biblico-teologiche (2001); 2. Approccio interdisciplinare a Gv 19,25-27 (2003) –, si pone come momento di confluenza delle riflessioni precedenti e indicazione per un fecondo cammino futuro che possa contare sulla collaborazione – come esito del dialogo interdisciplinare – tra le scienze teologico-mariologiche e quelle antropologiche e pedagogi-co-metodologiche.
“Io ti darò la Maestra…”. Il coraggio di educare alla scuola di Maria è il tema del Convegno che ci vede qui radunati. Promosso dalla Facoltà “Auxi-lium”, è stato incoraggiato e accompagnato dal Consiglio generale delle Fi-glie di Maria Ausiliatrice, secondo l’intento dichiarato nella
Programma-∗ Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e Vice Gran Cancelliere della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”
Roma.
1 Cf Lettera della Superiora Generale per la presentazione del Convegno (2 febbraio 2004), in appendice al presente volume: Allegati/Documenti 2.
zione dell’Istituto per il sessennio 2003-2008.2 Si vuole così promuovere il cammino di approfondimento dell’educazione mariana nell’ottica di una educazione integrale, con le modalità specifiche del carisma salesiano.
A questo fa immediatamente pensare la prima parte del titolo: “Io ti darò la Maestra”. L’esperienza e l’intuizione di don Bosco hanno impresso fin dall’inizio una connotazione mariana all’educazione, riconoscendo in Maria l’ispiratrice del sistema preventivo.
Il ritorno alle origini della nostra tradizione educativa è particolar-mente significativo nell’anno in cui celebriamo il 50° della Facoltà – nata come Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose a Torino – e il 150° della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
Il panorama in cui questo Convegno si inscrive è dunque quanto mai ispirativo.
Auguro che la riflessione sul tema, in un contesto che può avvalersi delle sensibilità relative alla competenza e internazionalità dei/delle par-tecipanti, rappresenti un punto di partenza per ulteriori fecondi percorsi di approfondimento che nutrano una più consapevole esperienza del-l’identità vocazionale cristiana e salesiana, da cui derivino proposte ope-rative atte a qualificare evangelicamente la nostra missione educativa.
Il coraggio di educare alla scuola di Maria, quasi specificazione provocato-ria del titolo, evidenzia le difficoltà attuali in cui si dibattono la pedagogia e l’educazione e, allo stesso tempo, la speranza che sostiene l’impegno di molti ricercatori e ricercatrici, educatori ed educatrici.
L’essere credenti cristiani consente di riconoscere in Maria un para-digma antropologico fecondo per gli uomini e le donne del nostro tem-po. In quanto educatori ed educatrici intravediamo il richiamo allo svi-luppo dinamico della persona e della persona cristiana in particolare.
«Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani», affermava Paolo VI nel santuario della Madonna di Bonaria a Cagliari.3
Educare alla scuola di Maria richiede il recupero di quella maternità integrale che non si esaurisce nel compito della generazione dei figli, ma continua nel processo di umanizzazione mediante l’educazione. Educare
2 Cf ISTITUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE, Programmazione sessennio 2003-2008, Roma, Istituto FMA 2003, 10-11.
3 PAOLO VI, Incontro d’un intero popolo con la Madre di Dio [Omelia nel Santuario Mariano di Nostra Signora di Bonaria - Cagliari, 24 aprile 1970], in ID., Insegna-menti, vol. VIII, Città del Vaticano, Tipografia Poliglotta Vaticana 1971, 361.
implica una relazione educativa che trova il suo prototipo nella relazione madre-figlio: da questa prima e fondamentale relazione si sviluppano la fi-ducia nella vita e la visione stessa dell’universo. Madre, allora, è colei che genera ed educa. Così è stato per Maria nei confronti di quel Figlio ecce-zionale che la fede le ha fatto accogliere nel grembo; così continua ad esse-re, nella fede, per i fratelli e le sorelle che Gesù le ha affidato dalla Croce.
Si può dire, dunque, che Maria è Madre ed educatrice di Cristo e dei cristiani. Educare avendo presente la sua esemplarità è riscoprire la mis-sione di quella continua generazione, che si fa accoglienza e accompa-gnamento della vita. Essa anela a crescere nella comprensione della veri-tà, nella libertà e responsabilità. L’essere cristiani offre al processo edu-cativo le mete più alte verso cui può giungere mediante lo sviluppo della libera fede e dell’obbedienza al disegno del Padre, come è avvenuto in Maria dal momento dell’Annunciazione al Calvario, dove il dono di sé è divenuto totale espropriazione delle sue più intime esigenze di madre a favore di una maternità universale per la vita in pienezza di ogni uomo e donna.
Questo è ben rappresentato nel logo del Convegno: una donna dina-mica, Maria Ausiliatrice, col bimbo proteso in atteggiamento di dono, lo scettro verso il basso, il manto allargato ad abbracciare l’umanità intera, il sigillo ad indicare il mondo e l’incisione della scritta a sottolineare la sua missione di Madre di Dio e Aiuto. Aiuto, appunto, nel generare e far cre-scere la vita, aiuto nell’educazione. In Maria, l’Aiuto, troviamo, come don Bosco e Maria Domenica Mazzarello, il coraggio di educare in questo nostro tempo difficile, ma anche affascinante quando le persone sono di-sposte a rischiare perché vi siano un di più di vita, di amore, di speranza:
valori appresi sulle ginocchia della madre e negli ambienti in cui il gene-rare si prolunga nella preventività educativa.
Auguro che la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxi-lium”, impegnata in un lavoro interdisciplinare che valorizza i contributi della teologia e delle scienze umane, incontri l’apporto di qualificati stu-diosi ed esperti, la collaborazione di istituzioni disposte a continuare la ricerca, la passione di noi FMA per riconsegnare all’educazione quella consistenza antropologica che le permetta di attingere profondità e fidu-cia nel processo di umanizzare la convivenza umana sul pianeta nel terzo millennio.
Buon lavoro!