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L’identità: approdo di un itinerario complesso di crescita Lo studio dei laboriosi processi che connotano il ciclo evolutivo

DI MODELLO IDENTIFICATIVO NEI PERCORSI DI CRESCITA

2. L’identità: approdo di un itinerario complesso di crescita Lo studio dei laboriosi processi che connotano il ciclo evolutivo

per-ché la persona possa pervenire ad una identità compiuta è da tempo al centro dell’attenzione delle scienze psicologiche, in particolare della psi-cologia dello sviluppo. A questo ha contribuito la problematicità e la fra-gilità con cui le identità dei singoli, come quelle delle istituzioni, si co-struiscono nell’attuale società complessa e globalizzata. La ricerca in tale ambito forse non ha messo sufficientemente a fuoco la provvisorietà e la criticità del concetto stesso di identità, soprattutto in rapporto alla que-stione annosa della natura/cultura, se cioè l’identità sia data, innata, pre-fissata oppure se costruita, inventata dalla cultura, dalla storia e dalla so-cietà.10

9 PINKUS, Maria, realizzazione totale e perfetta 166.

10 L’interrogativo di fondo riguarda una delle questioni classiche della psi-cologia, e cioè quella dell’innatismo o dell’apprendimento, della natura o della cultura: se, in altre parole, l’identità è data (innata, prefissata, stabile, …) o se co-struita. È interessante uno studio di Remotti che fa una lettura, peraltro abba-stanza critica, del problema dell’identità e della sua definizione. In apertura al

li-L’identità, secondo le recenti acquisizioni della psicologia, della socio-logia e dell’antroposocio-logia culturale, non è più considerata come una entità o una struttura, come ciò che rimane al di là del fluire delle vicende e delle circostanze, degli atteggiamenti e delle esperienze, ma come una realtà co-struita, ricercata, o addirittura inventata. Essa ha un carattere di costruzione che implica un lavoro di differenziazione, cioè di separazione e assimila-zione, che si realizza attraverso dei processi evolutivi sulla base di un continuo flusso e mutamento.

Quando si parla di identità ci si riferisce ad un concetto multidimen-sionale e complesso, sia sotto il profilo teorico sia in relazione al contesto culturale in continuo mutamento. Si tratta di una realtà in evoluzione che si realizza lungo tutto l’arco della vita, anche se trova nell’adolescenza e nella giovinezza il suo momento cruciale.

L’identità è punto di arrivo e non di partenza, è approdo di un itinera-rio complesso di maturazione, frutto di un insieme di processi e di per-corsi che si snodano lungo una serie di molteplici continuità, ma anche discontinuità.

2.1. Approccio evolutivo allo studio dell’identità

La ricerca dell’identità rimane, oggi come ieri, il punto centrale del processo di maturazione degli adolescenti e dei giovani. Numerosi sono gli studi e diversi gli approcci che evidenziano come la formazione del-l’identità sia il compito evolutivo per eccellenza, non solo di questa sta-gione di vita, ma dell’intero ciclo vitale. Oggi questo processo di elabora-zione è diventato più difficile di ieri a motivo del contesto culturale di complessità in cui l’identità adolescenziale e giovanile si sviluppa ed an-che della maggiore indefinitezza degli esiti cui essa può arrivare. Tale processo rimane incompiuto per la maggior parte degli adolescenti e di gio-vani ed è ben lontano dal modello di stabilità e di solidità che tradizio-nalmente veniva proposto fino a qualche decennio fa.11

bro l’autore cita una frase molto significativa di Nietzsche: «Noi inventiamo noi stessi come unità in questo mondo di immagini da noi stessi creato» (cf REMOT

-TI Francesco, Contro l’identità, Bari, Editori Laterza 1996, 4-10).

11 Cf COSPES (a cura di), L’età incompiuta. Ricerca sulla formazione dell’identità negli adolescenti italiani (coordinamento di Giorgio TONOLO - Severino DE PIERI), Leumann (TO), Elle Di Ci 1995.

Nelle attuali riformulazioni scientifiche del concetto di identità è insita una forte istanza di dinamicità e cambiamento, sicché l’unico approccio adeguato sembra essere quello evolutivo. A partire da Erikson, infatti, non si può pensare all’identità se non come un’entità dinamica costituita dalla consapevolezza in divenire della propria individualità. Per tutta la vita la persona matura tale consapevolezza in risposta alla domanda chi sono io? che si diversifica a seconda dell’età e delle situazioni. Ognuno, cioè, struttura e ristruttura la propria identità in modo progressivo e con-tinuo ed integra in ciascun momento le sue esperienze passate, raccor-dandole con le possibilità nuove e i limiti che l’ambiente o la società gli pone davanti.

Questo divenire si realizza mediante processi evolutivi e compiti di sviluppo che sono propri di ogni stagione della vita, a seconda della condizione o della scelta unificante di vita che la persona ha fatto.

Gli studi sui processi evolutivi più comuni, specie nell’adolescenza, han-no portato ad evidenziare alcuni nuclei centrali, quali: la definizione di sé, l’autonomia (comportamentale, progettuale, affettiva), la percezione di sé come persona sessuata (identità psicosessuale), la progettualità (valori e scopi della vita, ricerca di senso, progetto di vita).

Dentro queste grandi traiettorie di crescita si possono individuare specifici compiti di sviluppo che sono propri di ogni età in connessione con il progetto personale di vita (vita matrimoniale, sacerdotale o religiosa, impegno politico o scientifico, ecc.).

In una prospettiva evolutiva, l’identità si presenta come un processo che segue le leggi della crescita, come un passaggio da uno stato di in-completezza ad uno di compiutezza. Occorre individuare i percorsi evo-lutivi e i compiti di sviluppo nelle diverse stagioni di vita con i propri obiettivi esistenziali. Ci si domanda: quali sono i traguardi e le tappe di percorso da proporre ai giovani perché giungano a costruirsi un’identità personale solida da porre a fondamento dell’identità professionale o vo-cazionale? Quali gli itinerari formativi da privilegiare? Su quali processi e verso quali esiti? Chi stabilisce questi traguardi? Il problema non è sem-plice: allo stato attuale mancano degli studi in ambito psicologico o psi-co-sociologico che offrano un quadro concettuale completo, coerente e adeguato sia alle mutate condizioni degli adolescenti e dei giovani di oggi, sia alle esigenze dell’educazione alla fede.

2.2. Identificazione e identità

La nozione di modello è strettamente correlata con il concetto di identi-ficazione, che a sua volta costituisce, dal punto di vista evolutivo, il pre-supposto dell’identità.

La personalità si costituisce e si differenzia attraverso una serie di identificazioni. L’identificazione in psicologia è definita come quel pro-cesso con il quale il soggetto assimila un aspetto, una proprietà, un attri-buto dell’altro e si trasforma, totalmente o parzialmente, sul modello di questo.12 Sono i processi di assimilazione13 e di differenziazione dagli altri che caratterizzano la dinamica identitaria: mentre ci si rende simili agli altri si tende a percepirsi come distinti. L’identità, infatti, si costruisce

12 Il termine identificazione, nel senso comune, può avere due significati: identi-ficare o identificarsi. L’uno richiama l’azione del riconoscere come identico qualcu-no o qualcosa e il secondo si riferisce all’atto con cui un soggetto diventa identi-co ad un altro. In psiidenti-cologia, in partiidenti-colare nella psiidenti-coanalisi, sono presenti en-trambe le accezioni. Si tratta di un processo o meccanismo psicologico indispen-sabile per il costruirsi della personalità ed è inteso, pur se si interseca con altri concetti come imitazione o assimilazione, come un’appropriazione di tratti e di carat-teristiche appartenenti a qualcuno cui il soggetto si confronta mediante la rela-zione con lui. Per approfondire il concetto di identificarela-zione nella teoria freu-diana e nella psicoanalisi si veda: LAPLANCHE Jean - PONTALIS Jean, Identificazio-ne, in Enciclopedia della Psicoanalisi, vol. 1, Bari, Editori Laterza 1974, 214-218.

13 La nozione di assimilazione, spesso impropriamente associata al concetto di identificazione, fa parte di un ampio insieme di termini (adattamento, integrazione, assorbimento, rigetto, ...) presi in prestito dalle scienze sociali alle scienze natu-rali, specie all’evoluzionismo darwiniano. In biologia il termine di assimilazione in-dica il processo di sintesi attraverso il quale gli organismi trasformano gli ele-menti che assorbono nella loro sostanza. Nell’ambito delle scienze umane, l’assi-milazione costituisce un processo con il quale una cosa o una persona è consi-derata simile a un’altra e la differenza è ricondotta alla somiglianza. Nello studio delle differenze culturali ed etniche l’assimilazione è quel processo che riguarda le modalità di integrazione che la persona mette in atto quando si inserisce nel contesto di altre culture. Essa è necessaria, sebbene transitoria, per entrare po-sitivamente in un gruppo o in una comunità diversa dalla propria, ma non può essere assolutizzata, pena la perdita dell’identità personale e culturale specifica di cui ciascuno è portatore (cf DEL CORE Pina, Identità, cultura e vocazione. Percorsi di formazione e di riappropriazione, in DEL CORE Pina - PORTA Ana Maria [a cura di], Identità, cultura e vocazione. Quale futuro per la formazione in Europa? = Orizzonti 16, Roma, LAS 2002, 150-184).

proprio a partire da tali processi di assimilazione e di differenziazione, dove la definizione di sé interferisce con la definizione dell’altro.

In ambito psicologico il discorso sull’identità è legato soprattutto ad Erikson e agli psicologi dell’Io. Egli vede l’identità come un processo continuo, come uno sviluppo che dura tutta la vita, ma che trova il suo momento critico nell’età adolescenziale, quando cioè il soggetto deve af-frontare una sintesi tra la ricerca di sicurezza e di autorealizzazione fon-date sul senso della propria originalità e le spinte sociali verso l’acquisi-zione di equilibri e atteggiamenti adatti all’integral’acquisi-zione nella società adul-ta. In tal senso, egli pone chiaramente l’accento sulla formazione del-l’identità, intesa come processo, ma anche come una fase di accresci-mento dell’Io, in cui l’identità comincia laddove finisce l’identificazione.

Ciò vuol dire che l’identità si configura come un processo di integrazione tra il passato infantile e il futuro, in cui le aspettative e i valori personali si confrontano con elementi connessi con le attese sociali più generali.

Perché l’identità possa manifestarsi, è necessario che la persona per-cepisca se stessa come un tutto unitario ed impari a riconoscere la pro-pria separata diversità di individuo (individuazione), in un continuo farsi e disfarsi, separarsi da e riconoscersi in, nel riconoscersi, cioè, uguale a se stesso e diverso dagli altri, al di là di tutte le trasformazioni che mettono in crisi tale uguaglianza e tale diversità.14

L’identità, inoltre, va commisurata con due assi portanti entrambi es-senziali nei processi della sua formazione: l’asse dell’individuazione (identità e individuazione sono processi correlativi) e l’asse della cultura che richiama la natura relazionale e sistemica dell’identità personale.15

L’identità personale, difatti, si costruisce e si elabora dentro una cultu-ra, che costituisce lo sfondo e il luogo privilegiato che dà specificità e co-lore ad ogni persona. L’identità non è data fin dall’inizio come una dota-zione che si riceve alla nascita, ma rappresenta il risultato laborioso e complesso di una storia personale, costruita all’interno della trama di re-lazioni interpersonali e d’interazioni molteplici con l’ambiente, a partire dall’elaborazione dei modelli culturali e delle differenti esperienze di vita.

14 Cf ERIKSON Erik H., Gioventù e crisi di identità, Roma, Armando 1974, 58.

15 Cf PINKUS Lucio Maria, Identità, cultura e vocazione. Un approccio psicodinamico, in DEL CORE - PORTA (a cura di), Identità, cultura e vocazione, 43-60, 44; si veda pure PINKUS Lucio Maria,Senza radici? Identità e processi di trasformazione nell’era tec-nologica, Roma, Borla 1998 e FEDELI Laura, Individuazione e identità, Roma, Borla 1990.