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Alla Superiora generale, madre Caterina Daghero

Nel documento Lettere di suor Maria Troncatti (pagine 49-53)

Dall’articolo pubblicato nel fascicolo mensile: Il Notiziario delle FMA del 24 maggio 1924 è possibile ricostruire il contenuto di una lettera, scritta nel 1923 o 1924, e indirizzata probabilmente alla Superiora generale, madre Caterina Daghero.19Suor Maria comunica da Chunchi consolanti notizie circa l’opera di evangelizzazione e promozione che sta attuando.

Sottolinea la “venerazione” che la popolazione della selva ha per le suore. Le espressioni che sembrano appartenere alla lettera di suor Maria Troncatti sono evidenziate in corsivo.

Il Notiziario delle FMA 3 (1924) 5, 3-4.20

[Chunchi, 1924]

Chunchi (Equatore) – La buona Suor Troncatti manda noti-zie consolanti di quella lontana missione: molte giovanette, bat-tezzate sì, ma completamente prive d’istruzione religiosa, fre-quentano, alcune come esterne, altre interne, le nostre scuole;

giungono da lontano, e par proprio che per vie singolarissime la Madonna stessa guidi nella Casa delle figlie sue. Le nostre missionarie le preparano con paziente amore alla prima Comu -nione. Doloroso, e pur consolante, pensare che son giovinette,

19Madre Caterina Daghero (1856-1924) fu Superiora generale dell’Istituto delle FMA dal 1881 al 1924.

20L’Archivio generale dell’Istituto non è in possesso di questa lettera.

non più bambine, e che riceveranno per la prima volta quel Gesù dal quale erano tanto lontane.

La buona Suor Troncatti scrive ancora che alle Suore ricor-rono i poveri malati, i poveri moribondi, talora vissuti sempre nella dimenticanza di Dio, nella colpa; chiedono aiuto, consola-zione, e s’affidano a loro. Ella racconta episodi commoventi, tra i quali questo che riportiamo: un infelice, che aveva commesso non pochi delitti, caduto gravemente malato, pregò che andasse a lui la Suora. Suor Troncatti vi andò, anche come... medico, poi-ché tra quelle selve non ci son medici; ma il disgraziato anzipoi-ché chiedere medicine, subito le disse: «Madre, sono un gran colpe-vole, ho commesso delitti; mi prepari a confessarmi, perché voglio morir bene». E le baciava il crocifisso e la pregava a rima-nere sino alla fine accanto a lui perché, diceva «lei impedisce che resti qui il demonio a mettermi la disperazione nel cuore...». E molti, molti di questi casi pietosi, che fanno felice la missiona-ria, accadono tra quelle foreste, in quelle terre tanto lontane dal mondo civile.

Tutti gli abitanti del paese venerano le nostre Sorelle come angeli di Dio; Suor Troncatti scrive: «Quando entro nelle povere capanne, e vi stanno radunati indie e indi, questi subito si scopro-no riverentemente il capo, e poi tutti si ingiscopro-nocchiascopro-no e mi chiedo-no la benedizione».

Maria Ausiliatrice fecondi sempre più, con la sua materna protezione, le fatiche delle nostre care Suore e dei Missionari!

[manca la firma]

5 Ai genitori

Scrive nel settimo anniversario della morte dell’amata sorella Angelina ed esprime affetto per i suoi cari lontani, ai quali promette di non far mancare le notizie.

La lettera rivela pure un affetto speciale per i suoi “cari indietti”, dai quali è ricambiata. Non nasconde la durezza della vita missionaria e la necessità delle

sue prestazioni di “medica del paese”. Chiede preghiere perché – dice – “sal-vando l’anima altrui non abbia a perdere la mia”.

Questa lettera è stata pubblicata nella prima biografia21e nella Positio.22

Orig. aut. in AGFMA 28.6/121 (4)

Chunchi, 4 novembre 1924 Miei sempre [cari] ed amati genitori,

Oggi è una data memoranda, è un giorno indimenticabile;

sette anni or sono che come stasera alle 7 la nostra amatissima Angelina23ci lasciava per sempre!... Oh Angiolina; mia dolce ed amata sorella, hai lasciato nel nostro cuore una profonda lacuna;

ci sorride il pensiero che presto potremo riunirci nel bel Paradiso per non separarci giammai! Oggi più che mai sento il bisogno della protezione del Cielo, sento il bisogno che qualche anima generosa preghi per me; per quanto mi immaginavo non potevo pensare che la vita della povera missionaria fosse tanto dura, tanto difficile. È una grazia grande che non mi perda di corag-gio: anzi vi confesso che più vado avanti più mi sento nuova forza e non lascerei i miei cari indietti per tutto l’oro del mondo.

Sono pochissimi giorni che ho ricevuto vostre notizie, mi fa pena che abbiate a soffrire pel mio silenzio; credete non è pro-prio per cattiva volontà, ma alle volte neppure alla notte ho tempo, sono la medica del paese e a qualunque ora sono chia-mata. Povera gente, se vedeste come mi vogliono bene; quando mi vedono montare a cavallo mi vengono vicino [chiedendo:]

“Madrecita – che vuol dire: madre cara, dove vai?... Ritorna pre-sto tra noi, noi ti vogliamo molto bene”.

Ora che sanno che devo andare dagli indigeni piangono e

21Cf GRASSIANO, Selva 53-54.

22Cf Summ. 537-539.

23Angelina Troncatti (1889-1917) era la sorella minore di suor Maria, spo-sata con Pietro Plona. Morì giovane, lasciando una figlia di due anni; fu Caterina Troncatti a prendersi cura dell’orfanella (cf Genealogia I e III).

quando vedono la madre ispettrice la pregano che non mi tolga da Chunchi: io credo che per andare dagli indigeni ci sarà anco-ra qualche mese.

Non avete ricevuto una o due mie fotografie?24E una lette-rina? State tranquilli che appena posso vi scriverò, almeno due parole, ma scriverò.

Il pensiero che più mi tiene preoccupata è sempre il pensie-ro dei miei cari genitori – quanta voglia di abbracciarli, di baciarli almeno una volta ancora, pazienza. Io vorrei raccoman-dare alle mie sorelle e fratello mio sempre carissimo che loro fac-ciano le mie parti, li consolino i miei amati genitori, non diano loro occasione di farli soffrire; oh, quanto si soffre ad essere lon-tani dalle persone amate!

Un grazie di tutto cuore, ho ricevuto le L. 250, non ho paro-le per ringraziare; il Signore solo vi ricompenserà, avete dato un poco di pane a povere anime abbandonate nella miseria. Gia -como il cugino quanto è buono con me, mi ha già mandato qualche dollaro, che il Signore lo benedirà certamente.

Amatissimi, non pensate troppo a me; non state a soffrire per me: pregate pregate molto secondo la mia intenzione, che salvando l’anima degli altri non abbia da perdere la mia. Saluti cari a tutti i parenti e al mio padrino e zia e a voi, miei diletti, il saluto più affettuoso della vostra

aff. suor Maria Troncatti Un saluto affettuoso alla mia carissima Ernesta: ditele che la ringrazio infinitamente.

sempre tua aff. suor Maria Salutatemi don Battista25 e don Angelo il parroco – come sono contenta che ci siano le suore al nostro caro paese: è

pro-24Per la prima volta suor Maria accenna alle fotografie spedite.

25Don G. Battista Stefanini era nato a Corteno il 17 agosto 1892 e ordina-to il 21 maggio 1922. Curaordina-to a Galleno di Corteno fino al 1935, anno in cui diventò parroco di Vezza d’Oglio, sempre nella zona dell’alta Valle Camonica.

prio la benedizione del nostro paese, approfittino e le vogliano tanto bene.

A Pietro,26 a Giovanni,27a Lucia tantissimi ricordi; alla mia Maria un abbraccio: ha sempre intenzione di farsi suora?28

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Nel documento Lettere di suor Maria Troncatti (pagine 49-53)